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AL VIA TRANSUMANZA 2018. DA INIZIATIVA UCI SI ALLARGA INTERESSE PER EVENTO CANDIDATO UNESCO. VERSO TURISMO SLOW INTEGRATO
Partita ieri l’edizion e transuman za per il 2018. Dopo che l’Italia ha chiesto a Parigi – lo scorso 27 marzo – di inserirla nel Patrimoni o Unesco con il sostegno di Austria, Francia, Grecia, Svezia, Spagna e Albania. Sei le regioni coinvolte , Molise, Abruzzo, Puglia, Lazio, Basilicat a e
Campania. Una organizzazione agricola: l’Unione coltivatori Italiani. Tutto nasce da un accordo siglato lo scorso 15 gennaio al Ministero delle Politiche agricole tra i funzionari dello stesso Mipaaf e le sei regioni coinvolte, Assonautica, Asvir e l‘Uci di Mario Serpillo. Documento di cui AGRICOLAE allega copia in PDF assieme a tutta la documentazione del caso. foglio firme 15 gen 2018, mipaaf roma Dopo la ‘vittoria’ dell’Uci e delle prime sei regioni, sono molti gli attori che hanno deciso di sostenere la causa: dalla regione Veneto che ha chiesto formalmente di essere inserito nella lista con i dieci comuni vicentini del ‘cammino’ della transumanza di Bressanvido, alla Coldiretti che ha plaudito all’iniziativa coinvolgendo la regione Sardegna. “La candidatura della transumanza come patrimonio immateriale dell’Unesco è un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia che conta su 60mila allevamenti, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni pecore, la maggioranza in Sardegna“, scrive l’organizzazione di Palazzo Rospigliosi in una nota del 27 marzo. Concludendo che “l’agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana”. “Ogni anno la transumanza di Bressanvido mette in movimento circa 600 capi di bestiame che percorrono due volte il percorso, andata e ritorno, dalla pianura all’altopiano di Asiago, attraversando a primavera e in autunno, i comuni di Bressanvido, Pozzoleone, Schiavon, Marostica, Lusiana, Conco, Asiago, Gallio, Foza ed Enego, alla ricerca di pascoli verdi e di migliori condizioni climatiche”, aveva fatto sapere in una nota al regione Veneto, all’indomani della notizia.
TRANSUMANZA: ANCHE BRESSANVIDO E L’ALTOPIANO DI ASIAGO TRA I PERCORSI CANDIDATI A PATRIMONIO UNESCO. Posted by Redazione× Pubblicato il 27/04/2018 at 12:42 Con l’edizione 2018 della transumanza, che si terrà nel mese di maggio, “si vuole richiamare – spiega l’Unione Coltivatori Italiania – l’attenzione sull’esistenza di un patrimonio storico, archeologico, antropologico e naturalistico di valore inestimabile: i Tratturi. Nel Meridione d’Italia essi risultano presenti ed integri nella loro originaria bellezza e larghezza di 60 passi napoletani (111.60 m) ancora per lunghi tratti. E’ doveroso da parte delle Istituzioni e dei privati, valorizzarli e proteggerli per farli diventare, non un semplice museo, ma una risorsa primaria che possa dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle nostre Terre”, prosegue l’organizzazione agricola promotrice della candidatura Unesco. L’idea del progetto “è quella di integrare l’economia delle attività agricole promuovendo con la transumanza e i tratturi lo sviluppo di un turismo slow integrato, focalizzato dalla natura, dalla biodiversità, dal paesaggio e attento alle tradizioni, alla cultura, alla spiritualità, all’enogastronomia. Costruzione di itinerari, sui nostri territori, sicuramente meno conosciuti ma di grandissima suggestione paesaggistica e culturale. Un turismo responsabile – concludono dall’Uci – capace di fare un viaggio nell’anima delle piccole comunità locali, rispettando e apprezzando ciò che incontra. Qui di seguito Agricolae pubblica la documentazione relativa alla candidatura UNESCO Transhumance ICH-01-2015 Scheda Terre Rurali sintesi 52 uci
Gerardo Spera REGIONE VENETO APPROVA PIANO OPERATIVO 2018 PER I CONTROLLI SU ETICHETTATURA CARNI BOVINE La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore all’agricoltura e di concerto con l’assessore alla sanità, il Piano operativo regionale 2018 per lo svolgimento dei controlli a campione sull’etichettatura obbligatoria delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine. Quest’anno i controlli coinvolgeranno 267 operatori sui complessivi 3.600 operatori della filiera che vede il Veneto primeggiare a livello nazionale nelle relative qualificate produzioni. Il sistema di etichettatura permette di evidenziare il nesso fra l’identificazione della carcassa del bovino e le informazioni obbligatorie che figurano sui prodotti in commercio, a garanzia della relativa conformità e a tutela del consumatore. “La qualità è il principale carattere distintivo anche della carne bovina, elemento basilare nella nostra alimentazione, sul piano nutrizionale e dietetico – sottolinea l’assessore all’agricoltura – Qualità significa selezione delle razze, allevamenti che assicurano il rispetto della salute e del benessere degli animali e dell’ambiente, alimentazione corretta del bestiame con controlli costanti in allevamento, alla macellazione e ai punti di vendita a garanzia del
necessario livello di protezione. L’Unione Europea ha stabilito le modalità di applicazione del sistema che assicura la tracciabilità del relativo prodotto attraverso l’etichettatura, con lo scopo di informare il consumatore sull’origine e le altre caratteristiche importanti del prodotto acquistato. La Regione Veneto, che dal 2007 è impegnata a garantire la qualità delle carni con un processo di verifica e monitoraggio dell’intera filiera produttiva, finanzia i controlli a campione svolti con appositi accordi stipulati in collaborazione con le 9 aziende ULSS venete, da cinquanta agenti accertatori – medici veterinari – in servizio presso i Dipartimenti di prevenzione. Il relativo impegno è di oltre 80 mila euro a carico del bilancio del settore primario”. CACCIA E PESCA: GIUNTA REGIONALE PRESENTA DISEGNO DI LEGGE DI RIORDINO COMPETENZE Con un disegno di legge di riordino la Giunta regionale del Veneto riporta in capo alla Regione le funzioni provinciali in materia di caccia e pesca. A seguito della riforma Delrio, che ha ridimensionato le competenze delle Province in particolare nei settori venatorio e di gestione della pesca sportiva e professionale, la Giunta interviene con una propria iniziativa legislativa per dare piena attuazione alla riforma intrapresa e rendere più coerente il quadro legislativo in materia. I dieci articoli del testo di legge – che ora passano all’esame del Consiglio veneto – modificano le leggi
esistenti, alla luce della nuova distribuzione delle competenze tra livello centrale e periferico. Il riordino valorizza la specificità della Provincia di Belluno, che conserva la titolarità delle funzioni di gestione in materia faunistico-venatoria e ittica, in attuazione dello Statuto del Veneto. Inoltre, riconosce anche alle altre province la possibilità di gestire le funzioni amministrative in materia faunistico venatoria. Per quanto riguarda la pesca, il disegno di legge prevede che sia la Giunta a rilasciare le autorizzazioni per l’acquacoltura e a nominare gli agenti per la vigilanza sulla pesca (le concessioni vigenti saranno prorogate sino a fine 2020); conferma la nomina da parte dell’esecutivo veneto della Consulta regionale per la pesca dilettantistica e sportiva; e ribadisce il ruolo del nuovo servizio di vigilanza regionale, da poco istituito, che accorpa su scala regionale i corpi di polizia regionale. Anche per quanto riguarda la caccia, il nuovo impianto normativo proposto riporta in capo alla Regione, oltre alla vigilanza venatoria, competenze sinora svolte dalle Province, come il rilascio del tesserino di caccia e l’abilitazione all’esercizio venatorio, il controllo della fauna selvatica, l’istituzione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, l’individuazione degli appostamenti nelle lagune e il rilascio di concessioni, la gestione degli ungulati e le misure di contenimento della nutria. RIFORMA AGEA, ZAIA: FORZATURA
CENTRALISTA INACCETTABILE DA PARTE DI UN GOVERNO AL CAPOLINEA. INTERVENGA NUOVO PARLAMENTO “La riforma di Agea, approvata oggi dal Consiglio dei ministri rappresenta un grave atto di insensibilità istituzionale e di lesione dell’autonomia regionale, a discapito degli agricoltori e dei contribuenti”. Il presidente della Regione Veneto contesta nel merito e nel metodo la decisione del Consiglio dei ministri di dare il via libera al decreto legislativo attuativo della legge delega 154/2016, relativo al riordino di Agea, l’agenzia che gestisce erogazione e rendicontazione di tutti i fondi comunitari dedicati al settore primario. “Un governo, ormai arrivato al capolinea, ha approvato a tempo scaduto un provvedimento che non ha avuto l’intesa favorevole della Conferenza delle regioni e né ha superato tutti i passaggi dell’iter parlamentare – prosegue il governatore del Veneto – Realismo e saggezza politica avrebbero dovuto consigliare ad un governo uscente di aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dal Veneto sulla legge delega 154 in merito alla cosiddetta razionalizzazione del sistema informativo agricolo. Invece, il consiglio dei ministri ha preferito compiere in extremis un atto di forza”. Il decreto di riordino delle funzioni di Agea approvato oggi accentra nell’organismo nazionale i ruoli di coordinamento, pagamento e controllo, nonché di gestione informatica delle procedure di erogazione dei fondi europei e di pagamento agli
agricoltori. La riforma rende obbligatoria l’omologazione informatica tra sistema informativo statale e sistemi informativi regionali, obbligando di fatto tutte le regioni, e i relativi organismi pagatori, a uniformità di procedure e di organizzazioni. Inoltre accentra in Agea anche le funzioni di controllo (prima svolte da Agencontrol) facendo coincidere in un unico ente due attività, erogazione e controllo, che le regole della buona amministrazione suggeriscono sia sempre distinto. “Da parte nostra, attendiamo fiduciosi il pronunciamento dei giudici della Consulta sulla legge delega che abbiamo impugnato già nel 2016 e siamo pronti a intraprendere ogni via legale per far decadere il decreto attuativo. Anzi, invito sin d’ora il nuovo Parlamento ad intervenire per correggere una norma che lede l’autonomia delle Regioni e il principio di efficienza dell’amministrazione”. “Per il Veneto – prosegue il presidente – la decisione di accentrare la gestione dei procedimenti amministrativi relativi all’agricoltura e all’acquacoltura nel sistema Agea, imponendo alle Regioni di adeguare il loro sistema informativo a quello nazionale, rappresenta un dispendioso passo indietro, se non addirittura un danno evidente. Perché il Veneto dovrebbe farsi carico, in nome di una imprecisata uniformità nazionale, di una spesa consistente per abbandonare il proprio sistema informativo agricolo, che si è rivelato funzionale ed efficiente, e adottare quello di Agea, che tutti definiscono lento e farraginoso, poco efficiente e poco trasparente? Tutto ciò lede non solo l’autonomia regionale, ma anche il principio dell’efficienza dell’amministrazione e dell’economicità nella gestione del denaro pubblico”.
“Il riordino di una istituzione così importante per il settore agricolo, che gestisce erogazione e rendicontazione di tutti i fondi comunitari dedicati al settore primario – conclude il presidente veneto – merita certamente migliore attenzione, anche da parte delle organizzazioni agricole, e non certo di essere approvato con un colpo di mano a legislatura ormai finita, da un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione”. VITICOLTURA: SOSTEGNI IN VENETO PER 16,5 MLN DI EURO PER RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE VIGNETI Ammontano a poco più di 16 milioni e mezzo di euro i contributi a disposizione dei viticoltori del Veneto previsti per il 2019 dalla Giunta regionale del Veneto per riconversione e reimpianto dei vigneti. L’esecutivo veneto, su proposta dell’assessore all’agricoltura, ha approvato l’apertura del bando, che ora passa al vaglio della terza commissione consiliare e sarà successivamente pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione: le imprese interessate avranno tempo sino al prossimo 30 giugno per presentare domanda ad Avepa per accedere al sostegno pubblico per i costi sostenuti per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti.
“Il vino è il fiore all’occhiello non solo del settore agroalimentare ma dell’intera economia veneta – sottolinea l’assessore regionale – La competitività delle nostre cantine e dell’intera filiera vitivinicola nelle produzioni a denominazione d’origine (Doc e Igt) è quindi un obiettivo prioritario per il Veneto. Lo scorso anno il programma di sostegno regionale ha erogato 12,3 milioni di euro di contributi a 918 imprese, accogliendo tutte le domande in graduatoria. Per il prossimo anno ci sono circa 4 milioni di euro in più di finanziamento per chi produce vini di alta qualità ed è già autorizzato all’impianto di nuovi vigneti”. Il programma di sostegno prevede la corresponsione di un contributo in conto capitale per la copertura (sino al 40 %) dei costi sostenuti dagli imprenditori agricoli per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti al fine di aumentare la competitività delle aziende viticole. Gli interventi sono destinate a vigneti atti a produrre vini di qualità (DOC e IGT) e i richiedenti devono essere in possesso delle specifiche autorizzazioni per l’impianto dei vigneti. Il bando 2019 rappresenta l’ultima possibilità data dalla normativa europea di finanziare impianti effettuati con autorizzazioni derivate dalla conversione dei diritti d’impianto antecedenti il 2015. Per agevolare l’esecuzione delle opere agli agricoltori è concesso un anticipo dell’80% del contributo, previa presentazione di fideiussione. FIERAGRICOLA :114ª EDIZIONE
DAL 29 GENNAIO AL 1 FEBBRAIO 2020 La 114ª edizione di Fieragricola (www.fieragricola.it) si terrà a Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020. Sono queste le nuove date scelte da Veronafiere, che potenzierà ulteriormente il format trasversale della storica rassegna internazionale dell’agricoltura. «Confermiamo la formula dal mercoledì a sabato, ormai consolidata e particolarmente gradita dagli espositori e dagli operatori professionali – dichiara il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –, anticipando l’inizio della manifestazione all’ultima settimana di gennaio, come già avvenuto quest’anno». L’edizione 2018 di Fieragricola, preceduta da roadshow tematici in Italia, dedicati alle fonti rinnovabili e alla zootecnia, «si è conclusa con oltre 130mila visitatori, con delegazioni internazionali provenienti da 33 paesi e una grande attenzione da parte degli operatori professionali all’agricoltura di precisione, al futuro della zootecnia da latte e da carne, alla zootecnia 4.0, alle colture specializzate come vigneto e frutteto», ricorda il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. ##### I visitatori, in particolare, hanno apprezzato la crescita della manifestazione in direzione della sostenibilità economica, ambientale e sociale, driver ormai indiscussi per le imprese agricole, le imprese agromeccaniche e tutti gli anelli della filiera alimentare. Per il 2020 Fieragricola potenzierà le aree della zootecnia (accanto all’Open Holstein Dairy Show e al concorso europeo della Limousine ci sarà il confronto europeo per Nazioni della razza Bruna, a conferma del prestigio acquisito da Verona) e della meccanizzazione agricola, grazie all’ampliamento delle aree espositive, in parte già opzionate da alcune case costruttrici, ma anche
delle energie rinnovabili, della multifunzione e dell’economia circolare, dei servizi e del Dynamic Show. L’obiettivo è quello di avere una Fieragricola ancora più forte nelle aree «live». ORTOFRUTTA: IL MEGLIO DEL VENETO IN MOSTRA A MACFRUT DI RIMINI Il Veneto è la regione ‘d’onore’ da domani a venerdì al Macfrut di Rimini, il salone nazionale dell’ortofrutta che da 35 anni porta in vetrina il meglio della produzione orticola e della filiera ‘made in Italy’. “Il Veneto è regione leader per la biodiversità e la singolare varietà ambientale e climatica, dalla montagna alle lagune, ma anche per la forte specializzazione dei suoi produttori”, fa notare l’assessore regionale all’agricoltura che domani inaugurerà la presenza veneta nella fiera riminese. “Su 11.700 produttori ortofrutticoli veneti, cinque su sei sono specializzati in produzioni alta qualità, dal radicchio di Treviso ai kiwi, dagli asparagi bianchi e verdi alle fragole e ai prodotti di nicchia, come i frutti di bosco. L’ortofrutta contribuisce al fatturato del settore agroalimentare per quasi un milione di euro: è il settore che sta crescendo di più, secondo solo al vino”. Con oltre 855 milioni di euro di valore di produzione, il settore ortofrutticolo vale poco meno di un sesto dell’intero comparto agricolo regionale (5,4 miliardi di euro) e tira la volata all’export veneto. Su scala nazionale, la frutta e gli ortaggi prodotti in Veneto rappresentano l’8 per cento del
‘made in Italy: il Veneto è infatti la quarta regione per volume di produzione, dopo Sicilia, Puglia, Emilia Romagna e ex-aequo Campania. ##### I primati del Veneto nel settore ortofrutticolo sono le insalate (160 milioni di euro di fatturato) e le patate (68 milioni di euro), la frutta a guscio (primi in Italia con oltre mille ettari coltivati e 13 milioni di fatturato), le mele (secondi al Trentino Alto Adige) e le pere (dopo l’Emilia Romagna), i kiwi (oltre 35 milioni di fatturato), i funghi (60 milioni). La ‘palma’ nella vocazione ortofrutticola va alla provincia di Verona, che da sola rappresenta il 51 per cento dell’intera produzione regionale e quasi il 70 per cento dei frutteti veneti: è infatti ‘regina’ nella produzione mele, pere, fragole, kiwi, pesche e ciliegie. L’intero Veneto sale sul podio del ‘made in Italy’ con le sue varietà di radicchio (siamo i primi produttori in Italia, con 40 milioni di fatturato) e di asparagi. “Con 38 prodotti a denominazione d’origine e a indicazione geografica protetta il Veneto è la seconda regione italiana dopo l’Emilia Romagna per eccellenze ortofrutticole – conclude l’assessore – E’ un patrimonio di tipicità e di sapienza produttiva da tutelare e da proteggere”. “I produttori del Veneto – sottolinea l’assessore – da tempo hanno scelto di investire nella denominazione di origine, nell’alta qualità, nelle tecniche innovative a risparmio di acqua e fertilizzanti, nella salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, primo presupposto per garantire frutta e verdura sani e di vera qualità. L’attenzione dei consumatori, italiani ed esteri, per il ‘bio’, la qualità organolettica e la tipicità dei gusti, insomma per i fattori che danno valore al prodotto, sta premiando il coraggio e gli investimenti in tecnologia e ricerca dei nostri produttori, nonchè la loro
capacità di organizzarsi in forma associativa: in Veneto uno su tre è associato ad una delle 18 organizzazioni di produttori, acquistando, così, più competitività sul piano delle produzioni, della qualità e della globalizzazione”. La Regione Veneto è a fianco dei produttori ortofrutticoli con una serie di azioni: dai disciplinari di qualità del marchio ‘Qualità Verificata’ alle misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dedicate alla salvaguardia dell’agroambiente, al finanziamento di programmi specifici di ricerca per prevenire e contrastare con metodi naturali i diversi ‘killers’ della frutta e degli ortaggi. AGRICOLTURA VENETO: OCCUPATI +15% E PIÙ IMPRESE UNDER 40, PAN:“EROGATI 100 MLN DI AIUTI A 1.100 GIOVANI. NUOVO BUDGET UE NON LI PENALIZZI” Il settore primario in Veneto attira i giovani e crea occupazione. Lo dimostrano i numeri, elaborati dalla Direzione dell’autorità di gestione dei fondi Feasr (sviluppo rurale) e diffusi dall’assessorato regionale all’agricoltura, relativi alle domande degli ‘under 40’ di accedere ai finanziamenti del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. “Nei primi tre anni del ciclo settennale di programmazione il Psr ha finanziato 1100 domande di premio al primo insediamento per un totale di 44 milioni di euro di aiuti erogati – fa sapere l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto –
confermando il trend in aumento rispetto al precedente ciclo di programmazione 2007-2013 . I bandi che si rivolgono ai giovani agricoltori hanno successo e registrano il sold-out ad ogni edizione: nel 2015 sono arrivate 635 domande di premio di insediamento e ne sono state finanziate 400 con 16 milioni di euro; nel 2016 ne sono state finanziate 375 (rispetto alle 522 pervenute) con 15 milioni di euro impegnati e nel 2017 sono in corso di finanziamento 325 domande sulle 419 pervenute, per complessivi 13 milioni di euro”. Inoltre, i medesimi 1.100 giovani hanno ricevuto finanziamenti agli investimenti nelle rispettive aziende agricole per ulteriori 56 milioni di euro. ##### Allo stato attuale le aziende agricole in Veneto condotte da giovani agricoltori sono 4200 con un trend in costante crescita nell’ultimo triennio come rilevato dal Registro Imprese delle Camere di Commercio: nel 2014 sono state 1.338 le nuove imprese agricole aperte da giovani ‘under 40’, 1.479 nel 2015 e 1.765 nel 2016. Altro segnale della vitalità del settore primario viene dagli indicatori di nuova occupazione: i contratti di assunzione di ‘under 40’ lo scorso anno sono aumentati del 15 per cento, vale a dire 39 mila neo-assunti, in particolare nel settore enologico, nel biologico e nelle produzioni Dop e Igp, ma anche nel settore delle rinnovabili e delle attività legate al turismo e al sociale. Prevalgono i contratti a termine, ma va detto anche che le assunzioni di giovani valgono oltre la metà delle 74.575 assunzioni in agricoltura registrate in Veneto nel 2017. ##### “I contratti in agricoltura nel 2017 sono aumentati del 23,7 per cento – fa notare l’assessore regionale – e ciò dimostra che la terra e le attività connesse alla promozione ambientale e agrituristica garantiscono sviluppo, crescita e occupazione
con ricadute importanti per l’ambiente e la coesione sociale. Gli indici di risultato della programmazione comunitaria devono far riflettere le autorità nazionali ed europee sulle proposte di ripartizione del nuovo bilancio comunitario. Perché ridurre gli aiuti strutturali ad un settore come il primario, che si dimostra volano di crescita? Mi auguro che la proposta di budget presentata ieri dalla Commissione europea, che prevede riduzioni dal 5 al 10 per cento dei fondi per la politica agricola comunitaria e le politiche regionali, sia attentamente verificata alla luce delle performances ottenute dagli impegni di spesa”. TRANSUMANZA: ANCHE BRESSANVIDO E L’ALTOPIANO DI ASIAGO TRA I PERCORSI CANDIDATI A PATRIMONIO UNESCO. Anche il Veneto vuole entrare nella mappa della transumanza a tutela Unesco. Il sindaco di Bressanvido e il presidente dell’Unione montana dell’altopiano di Asiago hanno consegnato nelle mani dell’assessore regionale all’Agricoltura e del presidente della Commissione Affari istituzionali del Consiglio veneto le delibere approvate all’unanimità con cui i dieci comuni vicentini del ‘cammino’ della transumanza di Bressanvido chiedono che il Veneto sia inserito nella candidatura Unesco a “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
Ogni anno la transumanza di Bressanvido mette in movimento circa 600 capi di bestiame che percorrono due volte il percorso, andata e ritorno, dalla pianura all’altopiano di Asiago, attraversando a primavera e in autunno, i comuni di Bressanvido, Pozzoleone, Schiavon, Marostica, Lusiana, Conco, Asiago, Gallio, Foza ed Enego, alla ricerca di pascoli verdi e di migliori condizioni climatiche. Si tratta di una tradizione secolare, che impegna centinaia di transumanti a piedi e a cavallo, peculiare di un particolare comparto – quello della pastorizia d’alpeggio – che accomuna diverse regioni, dall’Abruzzo all’Alto Adige, dal Lazio al Piemonte, dalla Sicilia alla Lombardia. La consegna dei pronunciamenti dei dieci consigli comunali è avvenuta oggi a palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, con le autorità regionali, del Sindaco di Bressanvido e dei rappresentanti dei Comuni di Asiago e Gallio. “Anche il Veneto ha una ricca e consolidata tradizione in merito – ha sottolineato l’assessore All’Agricoltura – con molte transumanze ‘minori’ diffuse sul territorio come quella che arriva a San Pietro in Gu in provincia di Padova. Candidare la secolare transumanza di Bressanvido a patrimonio dell’umanità significa valorizzare una pratica che è presidio della montagna, della biodiversità e di filiere di attività agroalimentari che continuano a garantire prodotti di alta qualità. Intanto, come primo riconoscimento formale, si avvierà la procedura d’iscrizione al Registro nazionale delle pratiche agricole tradizionali e dei paesaggi storici. Il passo successivo sarà la richiesta rivolta al Ministero per le politiche agricole di integrare il dossier Unesco che ha presentato a Parigi, insieme alle altre due nazioni europee interessate, Austria e Grecia. Il Veneto, che sta investendo oltre 390 milioni di euro per lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnìa di montagna, vale a dire un terzo del ‘portafoglio’ dell’intero Programma di sviluppo rurale 2014-2020, intende sostenere con ogni mezzo questa pratica
antica di salvaguardia del benessere animale e di conservazione dell’equilibrio ambientale. Si tratta di una pratica di ‘buon’ allevamento e di valorizzazione dei pascoli in quota, che è diventata anche ricchezza culturale, ambientale e turistica dei territori che la vivono, e che ben merita il riconoscimento Unesco”. Anche il Presidente della Prima Commissione consiliare ha assicurato la totale collaborazione dell’organo legislativo del Veneto perché i dieci Comuni della transumanza di Bressanvido si possano fregiare dell’iscrizione al Registro nazionale delle pratiche agricole tradizionali e del marchio mondiale Unesco, a sigillo di una delle più tipiche espressioni della civiltà contadina che nel Vicentino continua a vivere immutata nel tempo. AGRICOLTURA VENETO: AIUTI PSR PER RISPARMIO IDRICO E FERTILIZZANTI,PAN “SARÀ AGRICOLTURA DEL FUTURO: A BANDO 15 MLN” Sta riscuotendo grande interesse il bando del Programma di sviluppo rurale del Veneto dedicato all’”ottimizzazione ambientale”, cioè a promuovere e sostenere imprese e tecniche agricole che investono in colture a risparmio idrico e a basso impatto ambientale. Sono già centinaia le domande che stanno pervenendo ad Avepa sul bando avviato dalla Regione Veneto il 26 marzo scorso ( Dgr n. 396 del 26 marzo 2018) e aperto sino
al 15 maggio, che stanzia 15 milioni di euro. La ricaduta ipotizzata dai tecnici è di benefici per 6 mila ettari di terreno per anno. «La Regione del Veneto ha compiuto uno sforzo importante per assicurare il sostegno alle pratiche di ottimizzazione ambientale per un minor consumo dell’acqua e un minor utilizzo di fertilizzanti – sottolinea l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan – Nel ciclo di programmazione 2014-2020 questa misura è volta a sostenere l’agricoltura innovativa, a basso impatto idrico e ambientale, in linea con le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’ecosostenibilità. Abbiamo fortemente voluto ritagliare nella programmazione dei fondi pubblici del Psr veneto un capitolo specifico per sostenere le ‘buone pratiche’ in fatto di ottimizzazione dell’acqua e del suolo, con una operazione di riprogrammazione finanziaria dei bandi non facile, ma che si sta rivelando di sicura efficacia. Il successo che questa misura sta riscontrando dimostra che l’agricoltura veneta sta investendo con lungimiranza su futuro e competitività”. ##### La prima conferma del giusto ‘target’ l’hanno data gli oltre cento operatori e tecnici del settore agricolo che hanno partecipato al seminario “Ottimizzazione ambientale e sistemi informativi”, promosso a Mestre dall’Autorità di Gestione del PSR per illustrare agli ‘addetti ai lavori’ il funzionamento del bando su ottimizzazione ambientale delle tecniche agronomiche ed irrigue. L’evento, trasmesso in diretta e consultabile sulla pagina Facebook del Psr veneto, ha messo a fuoco le novità del bando specialmente per quanto riguarda i sistemi informativi necessari all’attuazione e al monitoraggio degli interventi sul campo. La Commissione europea, infatti, richiede la completa informatizzazione delle pratiche, al fine di garantire la tracciabilità degli interventi dal punto di vista
ambientale. ##### “Attendiamo ora la conclusione dei termini di presentazione delle domande e le relative istruttorie – conclude Pan – ma le premesse sono ottime e ci confermano che ogni euro investito oggi sull’ottimizzazione di acqua e fertilizzanti verrà guadagnato domani con gli interessi in termini di rese, ricavi e salvaguardia ambientale”. GUARDIE VENATORIE: CORTE COSTITUZIONALE PROMUOVE VENETO SU ISTITUZIONE SERVIZIO REGIONALE La Corte costituzionale promuove la scelta del Veneto di istituire il Servizio di vigilanza regionale in materia di fauna, pesca e ambiente e di ‘traghettare’ quindi – sotto un’unica gestione regionale – il personale delle Polizie provinciali. Con la Sentenza n. 82 i giudici della Consulta hanno respinto il ricorso del Governo, che aveva contestato l’invasione della competenza statale esclusiva in materia di ‘ordine pubblico e sicurezza’. E hanno confermato la validità della scelta della Regione Veneto che, con il collegato alla legge di stabilità 2017, ha istituito il Servizio regionale di vigilanza, che riunisce guardie provinciali e ispettori in un unico corpo diretto e organizzato dalla Regione con compiti di vigilanza in materia ambientale, agroalimentare, faunistico- venatoria e ittica. In particolare, la Corte ha confermato il punto essenziale dell’operazione: i circa 160 agenti dei corpi
di Polizia provinciale trasferiti alla Regione conservano la qualifica di ‘agente di polizia giudiziaria’. Sono l’unica figura professionale autorizzata, nell’organico della Regione, a portare un’arma e ad avere poteri di indagine, perquisizione, sanzione e arresto. “Le sentenza conferma la bontà del percorso di riorganizzazione attuato in Veneto, in sintonia con le Amministrazioni provinciali, per far fronte al quadro confuso creato dalla riforma Delrio – commenta il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin, con delega al personale – Istituendo il Servizio regionale di vigilanza abbiamo inteso garantire la piena continuità di una fondamentale funzione di controllo e presidio del territorio, di contrasto al bracconaggio, alla pesca di frodo e alla repressione delle frodi in agricoltura, assumendo funzioni e personale nella dotazione organica della Regione”. “La Regione Veneto è stata la prima regione a farsi carico delle competenze non fondamentali delle Province, impegnando 40 milioni del proprio bilancio per far fronte agli effetti di una riforma caotica e calata dall’alto, che ha trasferito alla Regione varie funzioni amministrative, tra cui quelle in materia di caccia, pesca e agricoltura”, sottolinea Forcolin. “Istituendo a partire dal 2017 il Servizio regionale di vigilanza, nel quale ora confluiranno gli agenti delle Province e della Città metropolitana di Venezia –evidenzia l’assessore all’agricoltura, caccia e Pesca Giuseppe Pan – la Regione ha potuto assicurare continuità al lavoro di controllo e salvaguardia del patrimonio faunistico-ambientale, svolto dai corpi di polizia provinciale, garantendo loro indennità e trattamento economico maturati nell’amministrazione di provenienza. E’ di fondamentale importanza che la suprema Corte abbia riconosciuto la validità e la rilevanza della scelta regionale di mantenere agli agenti del Servizio di vigilanza regionale la pienezza della professionalità e delle qualifiche di cui erano titolari nell’inquadramento
provinciale, e in particolare quella di ‘ufficiale di polizia giudiziaria’, con un approccio che la Regione ha voluto sin dall’inizio allineare alle linee guida strategiche del Piano nazionale di contrasto alle attività di bracconaggio. In questo modo non viene disperso un patrimonio di professionalità, di competenze e di qualifiche, assicurando così a tutto il territorio le stesse funzioni esercitate un tempo dalle amministrazioni provinciali”. Nella medesima sentenza la Corte Costituzionale, invece, ha dichiarato illegittimo un altro articolo del collegato alla legge di stabilità 2017, relativo all’iscrizione all’Inps, gestione dipendenti pubblici (ex Indap), dei dipendenti dell’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario (ex Veneto Agricoltura). Per la Corte la Regione “non ha competenza in materia di previdenza sociale” (che è materia di competenza statale) e non può attribuire il trattamento previdenziale dei dipendenti pubblici ai dirigenti e al personale dell’agenzia ai quali si applica il contratto collettivo di lavoro delle aziende municipalizzate di igiene ambientale, “che configura il rapporto di lavoro in termini privatistici”. “Risolveremo la questione direttamente con l’ente di previdenza – dichiara il vicepresidente Forcolin – La Regione Veneto ha una partita aperta con l’Inps per i dipendenti della neo-costituita Agenzia per l’innovazione nel settore primario: metà sono dipendenti pubblici transitati nell’ente pubblico economico strumentale della regione subentrato a Veneto Agricoltura. E troveremo, in sede legale, la via contrattuale per mantenere la disciplina previdenziale preesistente, senza modificare l’ordinamento”.
VINITALY, CONFAGRICOLTURA: SEMPRE PIU’ ROSA IL MONDO DEL VINO Capacità imprenditoriali e di relazioni, flessibilità, attaccamento ai valori della tradizione e predisposizione all’innovazione, impegno per il territorio ed il sociale hanno portato valore aggiunto al settore. Vinitaly 2018 ha decretato il riconoscimento indiscusso del ruolo delle donne nel mondo del vino. Un ruolo fino a qualche anno fa poco noto, ma che da sempre ha rappresentato il perno intorno al quale ha ruotato l’attività di moltissime aziende agricole. “Le donne oggi – ha detto il presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione della presentazione della guida di Repubblica Diwine – sono un esempio straordinario di imprenditorialità, che proprio nell’agricoltura si manifesta con tutta la sua forza propulsiva. Ma da sempre, in questo settore, le donne hanno avuto il grande compito di trasmettere attraverso il loro ruolo di madri i valori e le tradizioni del nostro mondo.” ##### “Ma ciò che mi appassiona di più – ha aggiunto Giansanti – è la visione delle donne, che va oltre quella degli uomini, perché capace di leggere e guardare là dove spesso noi non sappiamo arrivare.” I numeri lo confermano: il 50% della popolazione attiva in agricoltura è costituita da donne e nel mondo del vino il 28% delle aziende agricole è condotto da imprenditrici. Sulla base di un sondaggio condotto dall’associazione Donne del Vino, le imprese al femminile sono quelle che investono di più
nell’export, nella diversificazione produttiva, nella valorizzazione delle Denominazioni d’origine, nel biologico. E, grazie ad una maggiore flessibilità, sono quelle che hanno retto meglio alla crisi. ##### Donne brave, determinate che portano avanti con passione la storia delle loro aziende. Come quelle, solo per fare qualche esempio, associate a Confagricoltura, che la componente della giunta nazionale Giovanna Parmigiani ha visitato presso i loro stand a Vinitaly. Come Emilia Nardi, produttrice di Brunello di Montalcino, che ha sottolineato “l’attaccamento alla natura dell’universo femminile e la diversità da quello maschile che ha portato nel mondo del vino valore aggiunto”. Maria Ida Avallone, titolare dell’azienda Villa Matilde, in provincia di Caserta, ha evidenziato “il concetto di famiglia insito nella donna, che sa ‘abbracciare e avvolgere’ la terra e in questo modo attraverso i vini parlare del suo territorio.” Per Luisa Todini, titolare della Cantina Todini (Perugia), il vino rappresenta soprattutto “la passione che mi lega all’Umbria, la mia terra d’origine, ma anche la cultura dell’innovazione che promuovo attraverso Agronetwork, l’Associazione nata da un’intuizione di Confagricoltura, Luiss e Nomisma”. Elvira Bortolomiol, titolare insieme alla madre e alle due sorelle di un’ azienda che produce Prosecco a Valdobiaddene, in Veneto, crede che le donne abbiano portato valore aggiunto al settore soprattutto attraverso il loro impegno nel territorio e nel sociale. Tilli Rizzo, che insieme alla madre conduce l’azienda Fratelli Berlucchi, in Franciacorta, pensa che “la donna sia entrata in passato per caso o per ‘forza’ nel mondo del vino, ma che oggi sia affermata per la sua capacità ‘multitasking’ e per la sua passione.”
Donatella Cinelli Colombini, Casato Prime Donne, a Montalcino, presidente dell’associazione Donne del Vino, sostiene che le imprenditrici abbiano fatto fare al settore un salto di qualità “grazie alla loro capacità di comunicare, più che per obiettivi, per relazioni, attraverso uno stile di marketing diverso, che ha portato alla creazione di mercati stabili.” ##### Ma la crescita delle donne nel mondo del vino non si limita al comparto produttivo: sempre di più sono le enologhe, le wine maker, le venditrici, le importatrici, le sommelier, le proprietarie di enoteche, le giornaliste di settore, le blogger e le influencer. E, soprattutto, le consumatrici. Si rileva ancora, invece, ancora un discreto gap rispetto agli uomini riguardo alla presenza nelle associazioni di rappresentanza, nei consorzi e nelle organizzazioni di settore. Per questo in Confagricoltura è sempre più attiva “Confagricoltura Donna”, allo scopo di promuovere e valorizzare all’interno dell’associazione e nell’attività di impresa la presenza femminile. VINITALY 2018 CHIUDE CON 128 MILA VISITATORI DA 143 NAZIONI. BUYER ESTERI +6% PER 32 MILA PRESENZE Operatori esteri in crescita percentuale rispetto al 2017 da Stati Uniti (+11%), Cina (+34%), Nord Europa – Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca (+17%), Paesi Bassi (+15%),
Polonia (+27%) e triplicati da Israele; mentre la top ten delle presenze assolute sul totale vede primi i buyer da USA seguiti da quelli provenienti da Germania, Regno Unito, Cina, Francia, Nord Europa (Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca), Canada, Russia, Giappone, Paesi Bassi insieme al Belgio. A Veronafiere per quattro giorni presenti oltre 4.380 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 36 paesi. A Vinitaly and the City quasi 60 mila appassionati e wine lover tra Verona e i tre borghi storici della provincia: Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave. Il 52°Vinitaly chiude oggi a Verona registrando complessivamente 128mila presenze da 143 nazioni, in linea con l’edizione precedente ma aumentando invece la qualità e il numero dei buyer esteri accreditati che quest’anno registrano un significativo +6% per un totale di 32 mila presenze. Un risultato ottenuto grazie ai continui investimenti nell’incoming da parte di Veronafiere, selezionando operatori top attraverso la rete dei propri delegati in 60 paesi e con la collaborazione di ICE-Agenzia nell’ambito del piano di promozione straordinaria del made in Italy, voluto dal Mise (Ministero dello sviluppo economico). A Veronafiere per quattro giorni presenti oltre 4.380 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 36 paesi e più di 15.100 vini proposti tramite l’innovativo strumento della Vinitaly Directory online, in lingua italiana, inglese e cinese per favorire contatti commerciali tutto l’anno. «Vinitaly 2018 ha confermato la vocazione di rassegna dedicata al business e alla promozione del mondo vitivinicolo – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. Siamo sulla strada giusta, individuata con determinazione in occasione del Cinquantesimo. La rassegna in quartiere è sempre più orientata al professionista, mentre cresce notevolmente il
fuori salone pensato per i wine lover in città. Proprio Vinitaly and the City quest’anno ha portato quasi 60 mila appassionati nel centro storico di Verona e nei comuni di Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave. Un progetto uscito dalla fase di start-up e diventato ormai un prodotto a sé stante e come tale sarà sviluppato a partire dalla prossima edizione». «La crescente presenza di professionisti all’edizione 2018 – spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –, testimonia il consolidamento del ruolo b2b di Vinitaly a livello internazionale, con buyer selezionati e accreditati da tutto il mondo. La top ten delle presenze assolute sul totale di 32.000 buyer accreditati da 143 nazioni, vede primi gli Stati Uniti d’America seguiti da Germania, Regno Unito, Cina, Francia, Nord Europa (Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca), Canada, Russia, Giappone, Paesi Bassi insieme al Belgio. Paesi che presidiamo durante tutto l’anno anche attraverso il sistema Vinitaly e con Bellavita Expo, la società compartecipata con Fiera di Parma attraverso la new.co VPE. Nel corso di questa edizione, abbiamo presentato anche la nuova iniziativa Wine South America, in programma a settembre di quest’anno nello stato di Rio Grande do Sul». Ad integrare e ampliare l’offerta di Vinitaly, si sono svolte come ogni anno in contemporanea Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull’agroalimentare di qualità ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola. La 53ª edizione di Vinitaly è in programma dal 7 al 10 aprile 2019.
SOL&AGRIFOOD,21 LE ECCELLENTI NOVITÀ VINCITRICI DEL GOLOSARIO 2018 Birre, succo di mela, chutnei ai pomodori e cocco e poi baccalà in scatola, coppa affinata all’amarone, prosciutto cotto di cinta senese: sono solo alcuni dei 21 prodotti selezionati, tra quelli esposti a Sol&Agrifood, dai critici enogastronomici Marco Gatti e Paolo Massobrio per il Premio Golosario. La consegna del riconoscimento nell’ultimo giorno del Salone Internazionale dell’Agroalimentare di Qualità, in corso da domenica 15 aprile a Veronafiere. Al lavoro una squadra di assaggiatori professionisti in incognito, per tre giorni di degustazioni tra gli stand delle 317 aziende espositrici alla ricerca delle migliori novità agroalimentari. ###### Nato proprio per premiare le eccellenze emergenti dell’agroalimentare italiano presenti in fiera, il premio Golosario ha festeggiato quest’anno la sua decima edizione a Sol&Agrifood. Per l’occasione, nel catalogo della fiera sono state raccolte tutte le aziende e i prodotti che hanno vinto il riconoscimento nel corso degli anni. Una sorta di storia dell’innovazione per un premio che è stato di buon auspicio per tantissime start up, ma anche per produttori storici che hanno vissuto un importante momento di confronto. Queste le novità premiate dall’edizione 2018, divise per categoria. BIRRE • Hibu – Burago di Molgora (Mb) – Trhibu
• Mastino – San Martino Buon Albergo (Vr) – 1291 • Ofelia – Sovizzo (Vi) – Nevermild BIRRE IGA – PREMIO SPECIALE • Birrificio Gjulia – Cividale (Ud) – Ribò (ribolla) • Bruton – Lucca – Limes (sangiovese) • Chinaschi – Salemi (Tp) – Z (zibibbo) BEVANDE • Cento per Cento Consorzio Ortofrutticolo di Belfiore – Belfiore (Vr) – Succo di Mela Decio di Belfiore • Paoletti – Ascoli Piceno – Chinotto • Sabadì – Modica (Rg) – Limonata Madre CONFETTURE • Il Baggiolo – Abetone Cutigliano (Pt) – Polpa di mirtillo nero • Chesud – Santa Maria del Cedro (Cs) – Marmellata di cedro • Cavazza – Vignola (Mo) – Chutney, pomodori e cocco SFIZIOSITÀ • Bastian – Gadi – Genova Molassana – Baccalà in scatola • Forno Zogno – Tribano (Pd) – Scrocchia di zucca e curcuma
• Migliori – Ascoli Piceno – Olive ascolane DOLCI E FORNO • Albertengo – Torre San Giorgio (Cn) – Panettone al Moscato • Pasticceria Antoniazzi – Bagnolo San Vito (Mn) – Anello di Monaco • Sgambelluri – Siderno (Rc) – Torroncino morbido al bergamotto SALUMI • Benedetti Corrado – S. Anna d’Alfaedo (Vr) – Coppa affinata all’Amarone • Opan Nebrodi – Rocca di Capra Leoni (Me) – Prosciutto dei Nebrodi • Pertus Prosciutti Cotti – Olgiate Molgora (Lc) – Senese (prosciutto cotto di Cinta Senese) VENETO, LE STRADE DEL VINO E DEI PRODOTTI TIPICI AL VINITALY La Regione ha dedicato la giornata conclusiva di Vinitaly 2018 alle strade del vino e dei prodotti tipici e all’illustrazione di un’interessante analisi ed elaborazione di dati statistici
relativi alle eccellenze vitivinicole e alimentari del Veneto: produzioni, export, turismo enogastronomico. In occasione dell’iniziativa promozionale denominata “Gusta il Veneto… lungo le strade del vino, dell’olio e dei prodotti tipici”, nel corso della quale si sono svolte varie degustazioni curate da undici associazioni delle Strade venete, l’assessore regionale al turismo, alla promozione e al commercio estero, Federico Caner, ha presentato “Eccellenze enogastronomiche: Veneto da assaggiare e da gustare”, uno speciale della pubblicazione Statistiche Flash, realizzato dall’Ufficio di Statistica della Regione. ##### “Turismo e vino nel Veneto significano qualità, offerta vincente e successo internazionale – ha detto Caner –. Se già considerandoli singolarmente i due settori dell’ospitalità e della produzione enologica stanno vivendo una delle loro fasi storiche più felici, mettendoli insieme otteniamo la rappresentazione di una regione che ha pochi eguali in termini di capacità attrattiva, di ricchezza di proposte, di competitività economica. Acquisita la consapevolezza che unendo tra loro le diverse risorse di cui disponiamo queste progrediscono e si completano, oggi lavoriamo per mettere a sistema questo insieme che ha un nome facilmente identificabile: the land of Venice”. ##### I dati illustrati dall’assessore confermano che il Veneto, con i suoi 8,5 milioni di ettolitri ricavati da oltre 80 mila ettari a vite, è una delle prime regioni d’Europa per la produzione di vino (nonostante la “frenata” nell’ultima vendemmia causata dalla gelata che colpì il nord Italia ad aprile 2017), ma soprattutto non conosce concorrenti quanto all’export, prima in assoluto in Italia davanti a Piemonte e Toscana che nemmeno insieme riescono a fare meglio del Veneto:
quest’ultimo, infatti, totalizza un nuovo record di 2,1 miliardi di euro di esportazioni, crescendo rispetto all’anno precedente di oltre 6 punti percentuali e rappresentando il 35,5% del totale italiano. ##### “Un primato legato al fenomeno del Prosecco – ha sottolineato l’assessore –, del quale nel 2017 sono stati esportati oltre 800 milioni di euro, pari al 60% dell’export di spumante nazionale. Un best seller planetario, potremmo definirlo, con Regno Unito, Stati Uniti e Germania ai primi tre posti nell’accaparrarsi questo prodotto”. Ma alla quantità si aggiunge la qualità: il Veneto, infatti, primeggia in ambito nazionale anche per numero di prodotti certificati, occupando il gradino più alto del podio (insieme alla Toscana) con ben 91 eccellenze: 53 “wine” (43 DOP – comprendenti le DOCG e le DOC – e 10 IGP, per un valore complessivo, in termini di fatturato, di 1,3 miliardi di euro) e 38 “food” (18 DOP, 18 IGP e 2 STG, per un valore di 390 milioni di euro). ##### “Se poi i territori dove si producono queste eccellenze sono anche luoghi di enorme interesse culturale, storico e paesaggistico, gli stessi numeri del movimento turistico non possono che essere da record – ha evidenziato Caner –. Nella straordinaria ulteriore crescita del Veneto dello scorso anno, scandita da oltre 19 milioni di arrivi e quasi 70 milioni di presenze, si segnalano anche le performance di alcuni territori turistici emergenti caratterizzati da una forte offerta enogastronomica, come le colline del Prosecco e le aree del Soave e del Valpolicella”. Le terre di Valdobbiadene e Conegliano, candidate a patrimonio dell’umanità Unesco, con i loro incantevoli declivi intarsiati dalle geometrie dei vitigni, hanno registrato lo scorso anno
415 mila pernottamenti, segnando un exploit di +9,1% di arrivi e +16% di presenze. Ma anche la zona del Soave sta sviluppando un turismo di nicchia, confermando il boom del 2016 con un ulteriore aumento del +6,1% di arrivi e del +10,1% di presenze nel 2017. Qui le “bed nights” hanno raggiunto quota 300 mila, più o meno le stesse della vicina Valpolicella, regno dell’Amarone, cresciuta anch’essa negli arrivi, +8,3% e nelle presenze + 6,3%. “Gioielli di un Veneto dove si sposano bontà e bellezza – ha concluso Caner –: noi abbiamo il compito di celebrare questo matrimonio e di renderlo duraturo e appassionante”.
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