Agape Rituale, Agape Bianca: storia e attualità

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“Agape Rituale, Agape Bianca: storia e attualità”

EROS : Cioè il mio “Io” superiore o maggiore all’altro : è un Amore sensuale caratterizzato dal
voler possedere l’altro (Sensualità). Io voglio possedere te perché sei mio. Egoisticamente “Voglio
esclusivamente il mio bene”. In(Is 40, 6) si legge “Ogni carne è come l’erba e la sua gloria come il
fiore dei campi: secca e appassisce”. Dio crea l’uomo prendendo un po’ di terra, alla quale ritornerà
con la morte. Proprio qui si colloca l’amore nel suo aspetto ‘’fisico-sessuale-pulsionale-
passionale’’.
FILIA : In pratica è il concetto di uguaglianza : Amore che si fonda su un rapporto relazionale
libero, paritario, senza alcuna velleità di possesso (Amicizia). Tu ed Io siamo sullo stesso piano.
“Desidero il bene d’entrambi”. In pratica, è la dimensione della vita, delle relazioni,
dell’intelligenza, delle capacità, della volontà, dei sentimenti. “L’uomo non ha un’anima, è
un’anima , è un essere vivente” (cf Gen 2,7).
AGAPE: Amore che diventa totale dono di se (Carità). Io mi dono liberamente a te. “Perché per
me, il tuo bene è più importante del mio”. Sempre in (Gen 2,7) troviamo il concetto: di dimensione
divina paragonata al vento–soffio–forza-vita:.“Dio soffia un alito di vita” e l’uomo comincia ad
esistere.

Quindi, riassumendo il tutto si potrebbe dire che l’amore biblico, espresso normalmente con agapao-
agape include anche il significato dell’amicizia (phileo) e della passionalità erotica (erao). Si tratta di
un amore che nella forma ideale è globale, integrato e ordinato. Tutte e tre le componenti
dovrebbero convergere in maniera armonica, nel senso che si rafforzano, si completano, sempre
nell’ordine: spirito, anima, corpo. Purtroppo, in moltissimi casi non è così, difatti tutti riescono a
vivere la dimensione dell’Eros caratterizzata da un egoistico voler possedere. Pochi riescono ad
instaurare liberi rapporti di Filia, senza chiedere niente in cambio. Ed è sempre più raro trovare chi
vive l’Agape nella propria vita. Da qui si desume ed è evidente che ogni persona si relaziona agli altri
anche in funzione della sua Capacità di Amare.

                      Agape come pasto
Poiché il mangiare è indispensabile per vivere quindi non una scelta ma necessità che fin dall’era
delle caverne ha fatto comprendere all’uomo come il cibo fosse connesso con l’ambiente circostante
(terra ,fiumi ,piante animali ,ecc.)e come questo subisse l’influenza degli astri (stagioni ,maree
,migrazioni),e come la conoscenza ed esperienza dipendesse dalla condivisione e collaborazione fra
uomini ed il tutto da sempre è stato celebrato con il consumare il risultato comunitariamente. Il
risultato quindi esprime e riassume le capacità intellettive dell’individuo e della collettività che in
maniera rituale assegna significato simbolico all’alimento, all’atto della preparazione e consumazione
accentuando il significato di appartenenza a un progetto come dono.
Sotto il profilo antropologico-sociale, gli studi ci mostrano che in tutte le civiltà i pasti hanno un
enorme valore simbolico. Si pensi all’importanza che avevano e continuano ad avere i posti occupati
a tavola; l’ordine con il quale è servito le portate; il tipo di pietanze scelte; la selezione dei
commensali e altre regole che variano da luogo a luogo.

In tutte le società, i banchetti servono per rinsaldare unioni, per comunicare sentimenti di amicizia,
d’intimità, di gioia, di dolore; in sintesi, essi rappresentano una parte del sistema sociale con le sue
regole e le sue gerarchie.

Il contenuto simbolico ed iniziatico del   "pasto sacro" è stato sempre una sua caratteristica.
Per economia di tempo ricordo quell’orfico, pitagorico, e mitraico, inoltre anche le religioni
monoteiste hanno pasti connesso a certi aspetti sacri soprattutto la religione cristiana.

Ricercare l'origine sacrale del pasto rituale implica esaminare una tradizione che risale almeno alla
preistoria e forse ancora prima di essa.

In epoca preistorica l'uomo si cibava con le prede della caccia e i prodotti spontanei che riusciva a
trovare pertanto erano consumati prodotti non derivanti da lavoro agricolo, per cui la sopravvivenza
era condizionata da fattori molto aleatori e per nulla dipendenti dalla volontà umana.

Tale contesto "economico" determina l'origine del mito del “signore degli animali” a cui bisogna
offrire sacrifici affinché le prede della caccia possono essere abbondanti, diventa necessario
sottostare a rituali e norme morali per giustificare il rapporto uomo e mondo animale.

Da ciò scaturisce che mangiando qualcosa che appartiene all'essere divinità, essa penetra
nell'individuo che la assume divenendo un unico soggetto. Tale metodo era utilizzato anche per
l'incremento dei prodotti spontanei esistenti in natura.

In seguito con lo sviluppo della società agricola ed il progresso economico le forme di culto primitive
si raffinarono ed in tale circostanza si evidenziò anche il senso di colpa che ha l'uomo quando viola o
violenta la natura umana. Il senso di colpa determinò anche un altro affinamento degli aspetti sacrali
per cui molto frequentemente l'attività rituale è caratterizzata dalla presenza di un pasto sacrale.

 L' animus I° dell' Agape Rituale Massonica non è legato ai primordi della civiltà ed ancor meno a
quanto le chiese cristiane identificano nella eucaristia perché l'iniziazione Massonica non è
finalizzata alla conoscenza di una rivelazione ma alla acquisizione di uno status di consapevolezza
esistenziale basata su giusti principi universali, pertanto la sacralità è il Patrimonio Personale di ogni
iniziato sia come uomo che come comunità.

Sostanzialmente l'Agape è un richiamo alla comunione con la natura che tramite i suoi prodotti più
semplici ci porta verso i suoi principi fondamentali, che possono essere correttamente compresi solo
con una articolata razionalità individuale.

 Per finire tale schizzo è opportuno ricordare che quasi tutte le Agapi Rituali prevedono che
l'orazione sia dedicata all'acqua, poiché essa essendo l'elemento naturale più semplice, è anche la
sostanza che consente l' aggregazione, la nascita e lo sviluppo dei viventi, similmente all'acqua
portatrice della vita biologica i principi della Libera Muratoria sono i portatori delle migliori
realizzazioni dell'umanità.

Storia dell’agape massonica bianca e rituale
1 L’agape massonica “è una delle più antiche e solide tradizioni massoniche”, possiamo pensare
antica come la massoneria stessa .Già si fa cenno di banchetti massonici tenuti dopo le riunioni di
Gran Loggia, nelle Costituzioni di Anderson risalenti al 1723, che riportano di tale usanza almeno fin
dal 1717, ma è probabile che l’abitudine di riunirsi a banchettare dopo il lavori di loggia risalga ai
primi anni del XVIII secolo.

E’ certo, comunque che nei decenni successivi a tale data sia in Inghilterra sia nell’Europa
continentale, ove la massoneria si andava rapidamente diffondendo, i c.d. “lavori di tavola” assunsero
una particolare rilevanza tra i frammassoni, tant’è che addirittura vi sono 2 coloro che ritengono che
la denominazione di massone derivi proprio da “mase” che significa “tavola”, da qui “masonei” e
quindi “massoni”, vale a dire “compagnia da tavola”.
Secondo questi studiosi sarebbe stata proprio l’usanza di celebrare l’agape ad aver dato il nome alla
nostra Grande Famiglia. Invero, mi sembra più corretta la tesi di quanti fanno derivare il termine da
“free mason” ovvero da “franc-maçon” che significa “libero muratore”. Da tale termine deriva
frammassone di cui massone è la forma abbreviata.

3 Le prime pubblicazioni in Italia sulla libera muratoria così come diversi altri autori della seconda
metà del 700, già dedicano ampio spazio ai banchetti dei liberi muratori. Molte pagine vengono
dedicate al lessico usato a tavola, ai nomi impiegati per individuare arredi e posateria, ai brindisi, alla
forma della tavola ed ai posti assegnati ai commensali ai giorni dell’anno in cui festeggiare con
                                      1                                                           2
banchetti rituali o agapi d’obbligo. LIGOU D. –Dizionario della massoneria Francese, Parigi 1991; J.G. FICHTE – filosofo
massone tedesco continuatore del pensiero di Kant e iniziatore dell'idealismo tedesco; G.E. LESSING - poeta, drammaturgo e scrittore tedesco, ritenuto
                                                           3
il massimo esponente dell'Illuminismo letterario tedesco;    Angiolieri Alticozzi –Relazione della Compagnia dei Liberi Muratori, Napoli 1746;

Così ad esempio il “Codice Massonico delle Logge riunite di Francia” (1779) approvato nel
Convento di Lione nel 1778 che fu all’origine del Rito Scozzese Rettificato, fa riferimento alle
“feste” di San Giovanni Battista (24 giugno), di San Giovanni d’inverno (27 dicembre) e a quella del
“rinnovamento dell’Ordine” (6 novembre).

Nello stesso periodo appare perfettamente ritualizzato l’agape massonica nell’ambito del Rito
Francese altrimenti indicato come Moderno o Riformato, tant’è che per “i lavori di tavola” sono
stampati regolamenti a uso delle Logge del Grande Oriente di Francia.

4 Così nel 1786 è pubblicato un rituale a stampa utilizzato nell’ambito del Rito 5 Francese quasi
contestualmente ad altra pubblicazione (manoscritta) del 1783 utilizzata prima in seno al Grande
Oriente di Francia e poi, negli anni successivi, dal Grande Oriente d’Italia.

In tale rituale si descrive con estrema precisione la forma della tavola a ferro di cavallo, il posto
occupato dagli Ufficiali di Loggia, dagli ospiti, dai fratelli di loggia secondo il loro grado, le funzioni
che ogni fratello massone ricopre durante la celebrazione dell’agape, i nomi usati per indicare
bevande, cibi, posaterie e arredi, l’ordine dei brindisi e i soggetti ai quali si brinda, le posizioni da
assumere durante i brindisi e le frasi da pronunciare.

Le origini dell’Agape massonica in Italia

Agli inizi dell’800, subito dopo la nascita del primo Grande Oriente d’Italia (1805), come detto, il
rituale d’agape in Italia viene sostanzialmente mutuato da quello utilizzato in seno al Grande Oriente
di Francia.

La conferma dell’influenza esercitata in Italia da tale rituale, ci viene da Antonio 6 Vignozzi che
riprende sostanzialmente il rito adottato nel Grande Oriente di Francia. Egli nella sua opera, alla voce
“loggia da tavola” descrive passo passo il rituale da tenere durante i “lavori di tavola” senza
omettere di dare indicazioni circa la “quotizzazione del banchetto” e la necessità che il Venerabile
inviti i fratelli commensali a presentare qualche “opera” dell’ingegno per l’assemblea seguente.

Nello stesso periodo, sempre in Italia è possibile rinvenire due estesi testi regolamentari:

7 gli “Statuti Generali della Franca-Massoneria in Italia” e gli “Statuti Generali della 8
Massoneria Scozzese” questi ultimi -destinati a svolgere un ruolo di straordinaria influenza nei
successivi assetti della massoneria italiana- dedicano una intera sezione all’argomento che ci occupa,
sotto il titolo “delle agapi o banchetti”.
                                                                                                            4
I rituali d’agape riportati nei citati testi, sono assai simili tra loro e per molti aspetti sovrapponibili. A cura di LUIS GUILLERMAIN di SAINT
              5                                 6                                                                     7
VICTOR;         A cura di A. HEREDOM;             A. VIGNOZZI – Vocabolario dei liberi Muratori, Livorno 1810;          Pubblicati a Milano nel 1806 e per tale
8
ragione indicati comunemente come Statuti Milanesi;       Pubblicati a Napoli nel 1821 e per tale ragione indicati comunemente come Statuti Napoletani;

In particolare nelle officine massoniche simboliche, cioè quelle relative ai primi tre gradi,
indipendentemente dal rito in esse praticato -sia lo “Scozzese Antico e Accettato” che il “Francese o
Moderno”, le agapi obbligatorie sono tre e si tengono: il 24 giugno (24 del IV mese dell’anno
massonico che inizia il 1° marzo) in occasione della festa di San Giovanni Battista; il 27 dicembre
(27 del X mese dell’anno massonico) per la ricorrenza di San Giovanni Evangelista; nel giorno
dell’anniversario della loggia. Oltre alle agapi d’obbligo “è in facoltà di tutte le Logge tener
banchetti sempre che lor piaccia”.

Anche nei citati testi la terminologia per indicare utensili, vivande e arredi ha un suo gergo
particolare e mistico, che in ragione del fatto che si è mantenuto anche nel rituale dei nostri giorni di
seguito elenchiamo:

Tavola = piattaforma o officina                                  sedie =stalli,

Tovagliolo = bandiera,                                            tovaglia = velo,

Lampade e lumi = stelle,                                            scodella = regola ,

bottiglia caraffa o fiasco = barile ,                            vassoio = coppa ,

piatto = tegola ,                                                    bicchiere = cannone ,

cucchiaio = cazzuola ,                           forchetta = zappa, coltello = spada ,

vivande = materiali                                   acqua = polvere debole

pane = pietra grezza                          vino = polvere forte, rossa o bianca

birra = polvere gialla                                liquori = polvere fulminante

sale = sabbia                                               pepe = cemento o sabbia gialla

mangiare = masticare                                  tagliare, spezzare, trinciare = sgrossare

mescere = caricare                                     disporre i bicchieri sulla tavola = allineare

elevare i calici o bicchieri= puntare

bere o brindare = sparare o tirare una cannonata

Sia il Vignozzi, nel suo “Vocabolario dei liberi Muratori” che gli Statuti Generali (Milanesi e
Napoletani) dedicano ampio e dettagliato spazio alla descrizione della sala d’agape.

Essa deve essere situata in maniera che di fuori non si possa né vedere né udire.

La tavola deve essere a forma di ferro di cavallo con la cima a oriente e le estremità ad occidente.

Il posto del Venerabile è in cima, quello del primo sorvegliante all’estremità della colonna di
settentrione e quello del secondo sorvegliante all’estremità di quella meridionale.

“Il fratello Oratore prende posto in faccia alla colonna di mezzodì (a capo della 9 colonna
settentrionale) e il fratello Secretario in faccia a quella del nord” .
L’Oriente è occupato dai fratelli visitatori o dagli Ufficiali di Loggia se non vi sono visitatori. Vi è
posto anche per un iniziato se v’è stata iniziazione nella medesima tornata.

Il Maestro di Cerimonia, il Maestro di Casa
                                        Cas e il Copritore Interno siedono a una mensa separata posta
di rimpetto al Venerabile fuori dal ferro di cavallo.

Nella parte concava, a fronte del Maestro Venerabile, siede il Primo Diacono, nella destra del
Venerabile, e sempre all’interno nella parte concava,
                                             concava, il Secondo Diacono, così che 10 secondo la
descrizione degli Statuti della Massoneria Scozzese la tavola d’agape può essere rappresentata
secondo la seguente schematica ricostruzione:

1. Maestro Venerabile              8. Maestro delle Cerimonie           15. Maestro d’Armonia
2. Ex-Venerabile                   9. Copritore Interno                 16. 1° Diacono
3. 1° Sorvegliante                 10. 1° Esperto                       17. 2° Diacono
4. 2° Sorvegliante                 11. 2° Esperto                       18. Maestri
5. Oratore                         12. Elemosiniere                     19. Compagni
6. Segretario                      13. Ospedaliere                      20. Apprendisti
7. Tesoriere                       14. Maestro di casa                  21. Visitatori

9
  Nel Rito Moderno il posto dell’Oratore è a capo della colonna di meridione e quello del Segretario di rimpetto
              10
all’Oratore.     Il Vignozzi sostiene che all’infuori dei primi cinque Ufficiali di Loggia (M.V., 1° S.; 2° S., Or. e Segr.)
nessun altro ha dei posti fissi.

Fin dal tempo in cui l’agape divenne rituale, di particolare importanza furono considerati i brindisi.
Negli Statuti “Napoletani”
                        ni” così come in quelli “Milanesi”, si ritrova solo un breve11 commento sul
tema, mentre, invece più curati sono i dettagli nel testo del Vignozzi.

Nella trattazione della presente sezione, ci si limiterà ad una breve sintesi del rituale d’agape essendo
-in questo lavoro- ben più approfondito il rito contemporaneo che ne è derivato. Le agapi possono
celebrarsi in continuazione dei lavori sospesi nel tempio, ovvero iniziarsi nella sala medesima ove
son le mense. In questa seconda ipotesi il Maestro Venerabile dopo aver fatto mettere la officina al
coperto, aprirà i lavori. In entrambi i casi, i lavori dovranno essere ritualmente chiusi.

Nelle agapi di obbligazione dei rituali simbolici i lavori si svolgono solitamente in primo grado per
consentire ai Fratelli apprendisti di parteciparvi e i brindisi obbligatori sono sette. Il loro numero può
però ridursi facendone due o tre in uno solo.

Il primo brindisi è quello del Sovrano, segue quello del Gran Maestro dell’Ordine, il terzo è per il
Venerabile della Loggia, il quarto è fatto a favore dei due Sorveglianti, il quinto per i fratelli
Visitatori, il sesto è quello degli Ufficiali e dei Membri della Loggia, e l’ultimo c.d. detto “del
tegolatore” per “tutti i Massoni sparsi sulla terra”.

All’ultimo brindisi devono indispensabilmente assistere e partecipare anche i FF.·. serventi, con i
quali si formerà la “catena di unione”.

È sempre il Venerabile che per mezzo dei sorveglianti ordina le cariche ed i fuochi in tutti i brindisi
di obbligo, tranne in quello che è portato a lui stesso dal 1° sorvegliante.

Se un Fratello vorrà proporre un brindisi, non potrà farlo senza il permesso del Venerabile che
comanderà la carica, ed egli l’esercizio ed i fuochi. Talvolta il Venerabile nei brindisi delegherà a
qualche Fratello o Ufficiale il comando delle armi in segno d’onore.

I brindisi possono essere alternati dalla libera masticazione, ovvero continuati due o tre di seguito,
secondo le circostanze. Quando la masticazione è permessa, i serventi siano essi massoni che profani,
hanno libero accesso nella sala per tenere conto di ciò che occorre alle mense.

Alcuni riferimenti simbolici degli alimenti : a fornircene è l’elenco affine a quello utilizzato nella
“Pesach”, la Pasqua, che segna per Israele (lo spirito) la fine della cattività in Egitto (la materia). E di
qui un’elencazione di alimenti con i relativi significati simbolici: il pane azzimo («il seme di grano...
è legato all’Iniziazione solare»), il sale («il sale marino è un cristallo di forma perfettamente
cubica»), l’uovo sodo («ci richiama gli elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco»), le olive («i frutti...
che forniscono l’olio che alimenta il “fuoco perenne” dei santuari»), l’agnello («legato all’Ariete ...
che è il primo dei segni zodiacali»), le verdure («analogicamente legate al lavoro di “Purgazione” e
“Purificazione” indispensabili prima dell'operatività»), la frutta fresca e secca («per simboleggiare la
delizia del lavoro compiuto»), il vino («rosso, come il sangue», «con il suo simbolismo legato alla
“vigna” da coltivare»), l’acqua («che, al pari della cazzuola del M. Ven. serve ad amalgamare il
tutto»).

Nell’eseguire i brindisi, il Maestro Venerabile batte un colpo, che è replicato dai sorveglianti e
verificato che la sala è coperta ordina che si carichi e si allinei per un brindisi di cui si riserba il
comando, quindi chiama tutti i Fratelli in piedi e all’ordine.

Tutti si alzano, tranne i seduti nella parte concava. Gli apprendisti ed i compagni accavallano la
bandiera sul braccio sinistro, e tutti gli altri sulla spalla sinistra. Il Venerabile annunzia a chi è
indirizzato il brindisi proposto, e lo comanda nei modi conosciuti. Quegli, cui 7è diretto il brindisi, si
tiene in piedi e all’ordine, e poi ringrazia con i fuochi, e con le batterie del grado.

Dopo l’ultimo brindisi, il Venerabile fa le domande di rito e chiude i lavori nel modo consueto.
Per finire tale schizzo è opportuno ricordare che quasi tutte le Agapi Rituali prevedono che
l'orazione sia dedicata all'acqua, poiché essa essendo l'elemento naturale più semplice è anche la
sostanza che consente l'aggregazione, la nascita e lo sviluppo dei viventi, similmente all'acqua
portatrice della vita biologica i principi della Libera Muratoria sono i portatori delle migliori
realizzazioni dell'umanità

Un’altra interpretazione del Rito dell’Agape
 Questo bellissimo rito, conservato fino a oggi dalla Tradizione Iniziatica, ha delle valenze
alchemiche, magiche, astrologiche, che gli iniziati a misteri ermetici celebrano nei giorni solstiziali e
equinoziali, per affermare e consolidare il lavoro operativo interiore e benefico per la propria umanità
cellulare e di conseguenza per tutta l’umanità in generale. Questo rito ha la stessa età dell’uomo, la
cui origine si perde nella notte buia del tempo; Durante lo svolgimento del Rito d’Agape, se questo è
ben diretto e tutti i partecipanti sono in silenzio e concentrati nel proprio “lavoro”, si attua
un’espansione d’amore senza pari. E’ un processo energetico in espansione che va ad arricchire
l’Egregoro del gruppo e il corso evolutivo di ogni commensale. Tutti partecipano apportando una
dose di energia alla “catena”, attivando in questo modo, una simbiosi catartica, arricchendo il proprio
patrimonio energetico. Il processo è simile a una simbolica operazione alchemica a più “vasi” e
ognuno riceverà l’oro spirituale d’accordo con la propria frequenza e in comunione con tutti i
fratelli.

                                        L’Agape in Massoneria

 I Riti di Agape nelle Logge Massoniche, sono celebrativi degli Equinozi e dei Solstizi e sono atti
collettivi dei fratelli in catena d’unione; si mangia in compagnia (cum panis), per trasmutare il cibo
materiale in energia spirituale.

                            Gli alimenti del Pasto Sacro

 Pane azzimo: Il pane possiede il simbolismo del grano in quanto fertilità, nutrimento e vita. Quello
senza sale, mangiato dagli ebrei in fuga dall’Egitto, insipido e non lievitato da condire con il sale, è
legato all’iniziazione solare e al suo mistero di morte e resurrezione e soprattutto, al Sacerdozio
Regale di Melkitzedeq. Ad ogni modo, il pane è un elemento femminile, lunare, passivo e
corrisponde al principio spermatico dell’uomo, colore bianco lunare. Il pane sacramentale, è una
pagnotta che viene spezzata e distribuita, spesso segnata con una croce, come facevano i mitriaci, i
sumero- semiti e i cristiani.

 Vino rosso : Vino rosso come il sangue, fuoco d’amore, il cui simbolismo è legato alla vigna da
coltivare e all’energia fecondante del sole, analogico dell’Albero della Vita o Albero della Scienza
del Bene e del Male. In altre tradizioni, la vite è sacra agli dei che “muoiono e risorgono”. Il vino è la
fecondità spirituale essendo un elemento maschile attivo e solare che corrisponde al principio
femminile: il rosso mestruo.

 Agnello: E’ un chiaro simbolo di dolcezza, innocenza, mitezza, purezza, l’immacolato. E’
soprattutto simbolo del sacrificio, dal latino “sacrificium” (sacer-facere) = rendere sacro, è l’Ariete
Celeste legato al segno zodiacale dell’Ariete, quale Fuoco Primo, fisico, che nella tradizione
iniziatica segna l’inizio reale dell’anno ed è il primo dei dodici segni zodiacali. L’agnello è un
elemento equilibrante.

Uovo: Simbolo della vita, del principio, della fine e dell’eternità, l’uovo sodo ci ricorda l’archetipo
dell’Uovo Cosmico con le componenti planetarie: guscio-Saturno, pellicola- Mercurio, albume-
Luna, tuorlo- Sole. Ci richiama anche ai quattro elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco. E infine, nella
sua completezza, è un microcosmo che racchiude in se la totalità.

 Olio e Sale: L’olio è il simbolo di Pace e il Sale è quello della Sapienza. Le olive, oltre ad essere i
frutti dell’albero caro alla dea Minerva, dalla proverbiale sapienza, forniscono l’olio che alimenta il
fuoco perenne dei santuari. Il sale marino composto di cristalli di forma perfettamente cubica, è
simbolo dell’immortalità, dell’incorruttibilità, permanenza, fedeltà, amicizia, saggezza, conoscenza
(sal sapientiae): l’anima.

 Verdura e Frutta: Le verdure rappresentano i prodotti semplici della terra e preferibilmente quelle dal
gusto amaro, sono legate alla purgazione e alla purificazione della materia, preparandola alla
“trasmutazione alchemica”. La Frutta fresca è simbolo dell’immortalità; è l’essenza, il culmine e il
risultato di uno stato e il seme di quello successivo. Rappresenta anche la “premiazione” del lavoro
compiuto, che rinfresca con la dolcezza, l’ardore del Fuoco Sacro.

 L’Acqua : L’acqua è la fonte di tutte le potenzialità dell’esistenza, l’origine e la tomba di tutte le
cose dell’universo. E’ l’elemento purificatore per eccellenza e come 7° alimento, serve ad
amalgamare il tutto. L’acqua, quale Anima Mundi, dona l’informazione della Madre Terra ai suoi
figli, arricchendone il DNA.

                                       Operatività: il Pane e il Vino

 I diversi alimenti che si mangiano come Pasto Sacro, in particolare il Pane e il Vino, hanno dei
significati simbolici analogici con degli elementi veri e reali che s’incontrano nel corpo dell’uomo.

Nel rito dell’Agape, c’è l’offerta del “proprio pane” spezzato, cosparso con un pizzico di sale, al
compagno seduto alla destra, poi si versa il “vino” nel calice del compagno seduto alla sinistra,
controllando che, tanto il vino come il pane, non manchi mai.

Così con questo scambio energetico, si dà inizio al rito, Spezzare il pane, cospargerlo di sale e offrire
il vino. Spezzare il pane è uno dei gesti più rilevanti del partecipante al Rito d’Agape, perché per
analogia, rappresenta lo spezzarsi, farsi in due e offrire una parte di sé al proprio fratello. Detto pane
è cosparso di sale, simbolo della Sapienza sarà porto al fratello seduto alla destra che farà altrettanto
con il suo vicino e così via fino a completare il giro. A seguire, il fratello che dirige il rito, verserà del
vino al compagno seduto alla sua sinistra, imitato da tutti , com’è già stato spiegato .

                  Significato simbolico-analogico dei due principi

 Il “pane bianco” è un principio lunare, passivo, prodotto maschile, generativo, il cui “pianeta”
reggente è la Luna e la sua polarità è meno. Il “vino rosso” è un principio solare, attivo, prodotto
femminile, generativo, il cui pianeta reggente è il Sole e la sua polarità è più. Il paragone che è più
vicino, per la chiarezza di queste due polarità complementari, è la corrente elettrica; “unendo” i due
poli, si crea la scintilla, ossia la luce.

                                        L’Uovo, simbolo della Vita

 L’uovo ha diversi e svariati significati simbolici; uno dei più significativi è quello che lo vede come
principio vitale e germe di tutta la Creazione.
L’Uovo dei Filosofi                E’ l’origine occulta e misteriosa
dell’essere; è l’inizio, il grembo di tutta l’esistenza embrionale, è la speranza e la resurrezione, è
completo e soprattutto, viene accomunato all’”uovo cosmico” e a quello “filosofale”, poiché
rappresenta il vaso sigillato ermeticamente in cui si compie la Grande Opera Alchemica. Ad ogni
modo, l’uovo è la cellula più grande che ci sia, nel cui interno è contenuto un intero Microcosmo.
L’uovo è un alimento nutriente e completo e come simbolo, lo si può incontrare in parecchie
tradizioni iniziatiche e religiosi della Terra. L’uovo sodo, dopo il pane e il vino, sarà offerto al
compagno di destra, per il lutto a causa della morte del Sole; anche nella tradizione ebraica, viene
offerto un uovo sodo per il lutto per la morte di un congiunto.

                                   L’Agnello sacrificale o “Ignis Dei”

 L’agnello sacrificale (parola che deriva dal latino sacrificium, sacer-facere, rendere sacro,) o Ignis
Dei = Fuoco di Dio, corrisponde all’Ariete Celeste e al segno zodiacale “Aries”, Fuoco Primo Fisico.
L’agnello, è il Logos Solare, la cui cifra è il 666 = 18 = 9, essendo la somma del Quadrato Magico
del Sole, ridotto all’unità e chiamato da Giovanni nell’Apocalisse, la “Grande Bestia”, in senso
positivo, non è altro che la forza vitale creatrice e generatrice del Grande Architetto dell’Universo,
che tutto ha creato e che continuerà a creare nuovi mondi all’infinito, perpetuandosi eternamente
senza inizio, né fine.

Insieme all’agnello, si mangiano le verdure amare, che allietano e ristorano lungo il faticoso
cammino verso la realizzazione , condite col Sale della Sapienza e con l’Olio, frutto dell’Ulivo e
simbolo indiscusso della Pace. Poi, si passa alla Frutta fresca di stagione e come recita il rituale,
“Come l’uomo consuma il frutto del sapere, così noi rinasciamo alla vera Conoscenza, consumando i
frutti dei nostri alberi; questa è il prezioso dono del Sole, in questo giorno di festa”. Alla fine, si
mangia la frutta secca, come dono di Madre Natura ai suoi figli. Quando tutti contenti e soddisfatti,
hanno finito di mangiare, colui che dirige l’Agape, invita i commensali a riempire i calici per i Sette
Brindisi.

                                              I Sette Brindisi

 “Fratelli in piedi per i Sette Brindisi...alzate i calici con la mano del cuore...”(dopo ogni brindisi si
posa il calice sul tavolo all’unisono e sincronizzando il suono).

1° Brindisi : “Al Sole, re della natura, centro attorno al quale girano i corpi celesti’’! Salute!

2° Brindisi : “Alla Luna, Isis, Madre e Regina del cielo notturno, che protegge con la sua tenue luce i
più grandi e profondi misteri’’! Salute!

 3° Brindisi : “A Marte, simbolo di potenza, spada di fuoco, contro l’ipocrisia, l’ignoranza e
l’ambizione” !Salute!

 4° Brindisi :“A Mercurio, Psicopompo, Anubis, dio vigilatore per mantenere l’ordine e la
regolarità’’! Salute!

5° Brindisi : “A Giove, Deus Rex, dio dell’ospitalità e della massima giustizia’’! Salute!

 6° Brindisi : “A Venere, dea dell’Amore, Regina di Bellezza, Madre generatrice, protettrice di tutte
le donne’’! Salute!

 7° Brindisi: “A Saturno, dio dei periodi e dei tempi la cui immensa orbita racchiude e abbraccia tutti
i mondi’’.! Salute! (Svuotate i calici).
Al termine, dopo questi bellissimi brindisi, s’invitano tutti i commensali ad unire le mani in catena e
colui che dirige, usando il suo verbo, darà a quell’energia d’Agape, una giusta proiezione. Ad
esempio : per la pace nel mondo, per gli infermi, per tutti i fratelli partecipanti all’Agape, ecc. ecc. La
catena d’unione, durerà come minimo, tre minuti, pure, sette, quattordici, ventuno... Dopodiché, alla
fine della catena, i commensali sono invitati a riempire i calici con Acqua e a bere insieme al fratello
che dirige, imitato da tutti, dopo aver alzato il calice al cielo dicendo: “Alla Vita, Salute!” e tutti in
coro ripetono: “Alla Vita, Salute!”, posando i calici con sincronicità! A questo punto, l’Oratore legge
il seguente:

                                    La Preghiera Alchemica dell’Acqua

“Acqua è acqua e sarà sempre acqua; dal Cielo del Saggio, piove acqua; la pietra del Saggio,
piange lacrime d’acqua, ma il Mondo non presta attenzione a quest’acqua. Il suo fuoco arde
nell’acqua e vive nell’acqua, fai del Fuoco, Acqua e cuoci il fuoco nell’acqua, così otterrai un
potente Acqua di Fuoco, come l’acqua del mare fortemente salata. E’ un’acqua viva per i
giovani,acqua che consuma e riduce il corpo e l’anima in acqua. Si trasforma in maleodorante,
putrida, azzurra come l’Acqua Celeste. Digerisci, calcina, dissolvi e imputridisci la tua acqua; cerca
la quadruplice Acqua permanente dei Filosofi,e quando l’avrai realizzata, nel migliore dei
modi, l’Arte si trasmuta in Acqua”.

“Acqua Quinta Essenza Secreta, Acqua Philosophorum.”

  e... lo Spirito di Dio cammina sulle Acque...

 L’Acqua è un elemento di gestazione, non ha colore è trasparente e rappresenta la sostanza vitale
primordiale da cui nascono le forme, in quanto è una sorta di “Biblioteca Vivente” con il seme di
ogni informazione. In ogni tradizione essa procede ogni forma a sostegno dell’intera creazione,
perché è l’origine del tutto e della vita in particolare. L’Acqua racchiude in sé tesori di conoscenza e
le innumerevoli e suggestive simbologie che accompagnano questo elemento sotto la protezione della
Grande Madre Isis, conducono tutte al Grande Architetto dell’Universo, come Dio Uno delle mille
ierofanie. Così questo preziosissimo Elemento Vitale, è Vita ed è Morte contemporaneamente; per le
sue caratteristiche l’acqua di fonte è posta sotto il segno del Cancro, quella di palude sotto lo
Scorpione e quella di mare, sotto i Pesci. E’ dotata di virtù salutari, è corrente purificatrice, è
l’equivalente liquido della Luce e tantissime altre analogie...

 Arrivati a questo punto, si continua a mangiare la frutta e a bere, mentre chi conduce l’Agape,
concede la parola sull’argomento Agape, o per esprimere lo stato emotivo vissuto. Per farlo, ci si
riserva con alzata di mano e si parla con un tono educato alla circostanza senza gesticolare. Nessuno
fa dialogo, o è d’accordo o non lo è, tutto dovrà essere in un’atmosfera d’Amore e di fratellanza.
Quando si lavora per lo Spirito, con un rito così altamente sacro, si fa con “rigore e serietà”. Nessuno
potrà alzarsi e fare come vuole, nessuno potrà interrompere il ritmo raggiunto, soltanto chi serve
potrà muoversi liberamente. In nessun momento si abuserà del cibo e soprattutto del vino; ogni
fratello in compagnia, “cum-panis”, lavora per la propria evoluzione spirituale.

                                              Chiusura del Rito

 Dopo che tutti hanno parlato, si verifica che ogni partecipante sia radiante e felice e che
l’assimilazione dei cibi sia stata realizzata e gli spiriti siano stati nutriti. Tutti allora rimarranno in
letizia e in pace, partecipando in sana allegria.
Oggi

Tracciato fondamentale dell’Agape massonica contempla pressoché universalmente le seguenti
tappe:

1) invocazione al Grande Architetto Dell’Universo

2)brindisi rituali durante il corso del pasto

3) allocuzione finale del Maestro Venerabile e/o di un altro fratello.

Agape Festa Massonica
come rievocazione cosmogonica : il sabato primordiale, spiritualità della pausa ricreativa , pausa
prima di nuove creazioni, simbolicamente imitatio Dei.

come ornamento del tempo: architettura del tempo ,un tempo per lavorare ,un tempo per pregare ,un
tempo per le ricorrenze, un tempo per il giubilo il gioire, ecc.

Anticipazione escatologica: si tratta dell’aprirsi ad una ragione più profonda della vita, una
solidarietà più salda, un anticipo della liberazione, un’atmosfera in cui ci si purifica, ci si eleva ,ci si
abbandona.

Come sublimazione di energie : attraverso il cibo l’uomo assimila frammenti della sostanza
universale e partecipa alla forza che sostiene l’universo. Entra in rapporto con il divino assimila
,rende cioè simili a se i regni minerale, vegetale ,animale .la consapevolezza di ciò deve evitare la
tendenza umana alla fagia che spinge a travalicare le necessità.

Il pane compatto è associato alla pietra grezza ,materia prima su cui lavorare, il pane come corporeità
suscettibile alla trasformazione ,il dio Pan .

 il vino trasformazione interna degli stati dell’essere, l’uomo entra in uno stato di fervente e attiva
espansione della propria coscienza, Coscienza attiva disancorata dal tempo, e può preparare
l’esperienza del meraviglioso, la trasformazione: da ciò che è terrestre si passa alla libertà della vita,
esso avvia alla conoscenza, che è vitalità giunta ai livelli più sottili.

La sapienza ,o conoscenza ,è un vino prezioso e vecchissimo, non un vino giovane(Salomone
Proverbi8,19).

Il Talmud promette ai giusti il ,il vino è
una cartina tornasole dello stato interiore dell’uomo perché fa risaltare tanto le tendenze benefiche
quanto quelle malefiche.

L’acqua come memoria ,unione, accoglienza ecc.

Attualità dell’agape bianca e rituale
Le attuali disposizioni emanate dal GOI e relative all'Agape Rituale si limitano solo a indicare che
esse devono tenersi almeno due volte nell'anno e in occasione dei solstizi, quello d'estate e quello
d'inverno.
Non esiste alcun rituale così come avviene per altre cerimonie, quali la commemorazione dei FF
passati all'Oriente Eterno, il Riconoscimento Coniugale, la Consacrazione del Tempio, l’ammissione
degli Ulivelli, e i lavori all'aperto.

Pertanto ogni Officina è di fatto libera di utilizzare il rituale di suo maggiore gradimento purché
l'animus degli intenti che si devono perseguire, con le predette cerimonie, non siano alterati o
disattesi poiché tutto deve essere anche in perfetta armonia con la tradizione dell' Officina.

Scopo dell’agape massonica è quello di rinsaldare sempre più l’amicizia e la solidarietà tra i Fratelli
della grande Famiglia massonica, trasmettendo il simbolismo dell’amore come dono connesso alla
crescita individuale e collettiva armonicamente legata alla trasformazione degli elementi alchimia
della preparazione, del consumare e del gustare. Qui nel gustare l’alimento, il pasto acquista la
dimensione meditativa da dove proviene ,cosa simboleggia e risveglia liberando la coscienza a livelli
differenti per percepire la continuità alchemica delle sostanze. Nella festa i Fratelli vivono
integralmente il giubilo dell’armonia, e perciò, in fondo la festa non è altro che l’accentuazione di
uno dei motivi sempre presenti nel lavoro di Loggia.

Se il riposo è ricreazione, anch’esso ha il suo luogo nel rituale massonico, che prevede momenti in
cui più sciolto, vivace e lieto è lo scambio di parole e sentimenti fra i fratelli, nelle pause dei lavori,
nelle riunioni informali, nelle festose agapi. Vi sono dunque nell’ordito stesso della vita massonica
degli esempi di “vacanze” in un senso peculiare, strettamente finalizzate ai vari tipi di lavoro per far
sì, con molta saggezza e naturalezza, che il tempo del riposo non sia in contrasto, ma anzi in rapporto
positivamente funzionale al ritorno al lavoro.
                    Siamo ciò di cui ci nutriamo.
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