Acquisto prima casa under 36 - Il decreto sostegni bis: acquisto prima casa under 36 - KM Real Estate
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Acquisto prima casa under 36 Il decreto sostegni bis: acquisto prima casa under 36 Il decreto Sostegni bis promosso da Mario Draghi nel 2021, ha introdotto una serie di agevolazioni atte a fronteggiare la crisi da covid-19. Tra le tante, il bonus acquisto prima casa rivolto agli under 36 è sicuramente uno dei più interessanti. Infatti grazie a questa misura i giovani under 36 e con un ISEE inferiore a € 40.000 potranno richiedere in banca (fino al mese di giugno del 2022) un mutuo per l’acquisto della prima casa e ottenere un prestito di importo massimo all’80% del prezzo dell’abitazione. Questa importante agevolazione permette ai giovani liberi professionisti o con contratti di lavoro non stabili, atipici, e non in grado di offrire alle banche le garanzie richieste per l’erogazione di un mutuo,
l’accesso al credito. Infatti è proprio lo Stato che fa da garante e da garanzia per il prestito, permettendo così l’accesso al credito a questa categoria che nei fatti ne rimarrebbe invece esclusa. Inoltre il fondo prevede condizioni contrattuali agevolate sul mutuo, esenzione dal pagamento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, e possibilità di detrarre l’IVA nel caso di acquisto della prima abitazione da una ditta di costruzione. Acquisto casa under 36: categorie Il fondo di garanzia per l’acquisto casa è indirizzato agli under 36 che voglio acquistare una prima abitazione, ma può essere richiesto anche da altre categorie prioritarie ovvero dalle: Coppie coniugate o conviventi in cui almeno uno dei richiedenti abbia meno di 36 anni Famiglie monogenitoriali con figli minori Conduttori di case popolari Bisogna precisare che la richiesta presentata dai giovani under 36 è valida se gli stessi non hanno ancora compiuto 36 anni nell’anno in vigore in cui si richiede il finanziamento.
La domanda di accesso al fondo va presentata direttamente alla finanziaria o banca che erogherà il mutuo compilando il modulo sul sito Consap o eventualmente messo a disposizione del cliente in filiale. Consap inoltre aggiorna sempre la lista completa delle banche e finanziarie aderenti al fondo garanzia prima casa. Acquisto prima casa under 36 iva Nel caso in cui l’acquisto della prima casa per gli under 36 sia soggetta ad iva (l’immobile proviene da una ditta di costruzione) il giovane acquirente beneficia di un credito di imposta pari all’iva versata per l’acquisto della casa. Il credito d’imposta può essere utilizzato in diversi modi come in diminuzione delle imposte da pagare allo stato in caso di successioni, donazioni, vendita o denunce in diminuzione dell’IRPEF nella dichiarazione dei redditi.
Decreto acquisto casa under 36 Il fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa Sostegni bis, rappresenta il decreto acquisto casa under 36 emanato dal governo Draghi nel 2021. Esso non è altro che un miglioramento del Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa giovani, emanato con la Legge 27 dicembre 2013 ( n. 147, art. 1 comma 48 lett. c). Quest’ultimo prevedeva la garanzia statale a copertura del 50% della quota capitale del mutuo richiesto alla banca per l’acquisto della prima casa. Col decreto sostegni bis 2021 la garanzia è invece salita all’80% per i giovani under 36 e altre categorie prioritarie. Requisiti Per richiedere il fondo di garanzia per l’acquisto prima casa, ai giovani under 36 viene richiesto di soddisfare dei requisiti: essere cittadini italiani o stranieri con permesso di
soggiorno in Italia non aver compiuto 36 anni, nell’anno in vigore in cui si richiede il finanziamento possedere un ISEE inferiore a € 40.000 adibire l’immobile a prima abitazione il finanziamento richiesto non deve superare i € 250.000 non bisogna possedere altri immobili ad uso abitativo ricevuti in precedenza con il bonus. Diversamente bisognerà cederli. se si è titolari, anche per quote, di una abitazione nello stesso Comune di quella da acquistare, questa andrà ceduta entro 1 anno dal rogito. Bisogna spostare la residenza. l’abitazione non deve essere di lusso, ovvero non può essere A/8 e A/9. Maurizio Sala Usufrutto cos’è Usufrutto cos’è Usufrutto cos’è: ti sarà senz’altro capitato di sentir parlare di usufrutto, magari in riferimento ad una casa. Molte persone, soprattutto in età anziana, ricorrono alla vendita della loro proprietà mantenendo comunque il diritto di continuare a vivere nell’abitazione. Questo è un esempio di usufrutto nel contesto immobiliare. Eppure l’usufrutto in senso più ampio, cos’è? Non è altro che il diritto di un soggetto (usufruttuario) di godere di un bene di proprietà di un altro soggetto (nudo proprietario) e di
trarne da essa tutte le utilità, con l’obbligo però di rispettarne la destinazione economica. L’usufrutto è regolamentato a partire dall’articolo 978 del codice civile che ne disciplina termini e durata. All’usufruttuario è riconosciuto il diritto di usufrutto in virtù di un contratto stipulato tra le due parti dinanzi da ad un notaio. Si può accedere all’usufrutto anche per testamento, per legge o per usucapione. Usufrutto di un immobile Tra i vari casi disciplinati dalla legge italiana l’usufrutto di un immobile è forse il più comune. Partiamo da un semplice esempio: io Paolo sono il proprietario di una casa in campagna, ma riconosco l’usufrutto della stessa a mio figlio. Paolo conserverà la proprietà, ma non potrà utilizzarla né affittandola né vivendoci. E’ invece il figlio
che acquisisce, tramite l’usufrutto, il diritto di trarre i frutti del bene, ovvero il diritto a viverci e anche ad affittarla, purché ne rispetti la destinazione economica (non può trasformare la casa in un locale commerciale per esempio). Le caratteristiche di questo tipo di usufrutto sono: Deve avere una scadenza Il diritto all’usufrutto non può essere tramandato agli eredi L’usufrutto non vieta la vendita del bene: l’usufruttuario resta comunque colui che ne raccoglierà i frutti anche se l’immobile viene venduto I diritti e doveri dell’usufruttuario sono: godere dei frutti del bene, senza alterare la destinazione economica potrà cedere i propri diritti di usufrutto a terzi, con ipoteca (ma non per successione ereditaria) chiarendolo al proprietario
l’usufruttario è tenuto al pagamento delle tasse, come l’Imu e Tasi, oltre alle spese di mantenimento ordinarie del bene alla scadenza del termine dell’usufrutto, dovrà cedere il bene al proprietario Al nudo proprietario spetta invece l’obbligo di pagare gli interventi straordinari. Non spetta invece l’obbligo di pagare le tasse. Usufrutto di una casa Scendendo nei dettagli, l’usufrutto di una casa è spesso utilizzato per varie ragioni: un anziano che non ha eredi può vendere la nuda proprietà attraverso l’usufrutto: infatti ricaverebbe per tempo del denaro e continuerebbe a vivere nella casa fino alla fine dei suoi giorni. I genitori potrebbero acquistare una nuda proprietà, e una volta terminato l’usufrutto potrà essere donata ai figli. un investitore che ha del denaro a disposizione può investire su nude proprietà, acquistandole ad un prezzo inferiore, senza il dovere di attestarne la condizione al fine dei redditi. Infatti i vantaggi dell’acquisto di una nuda proprietà con riserva di usufrutto è proprio: il prezzo inferiore il proprietario non paga le tasse fino alla scadenza dell’usufrutto il proprietario non è tenuto a dichiarare il suo status nella dichiarazione dei redditi
Usufrutto 2021 Per il calcolo dell’usufrutto al 2021 si procede tenendo conto dei dati presenti nella tabella qui aggiornata.
I dati hanno la funzione di calcolare vari parametri (per facilitare il pagamento delle imposte di registro, ipotecaria e catastale) nei casi di vendita e donazione con usufrutto oppure rinuncia al diritto di usufrutto su di un immobile. Infatti il valore dell’usufrutto vitalizio (a vita intera della persona) cambia sulla base dell’età dell’usufruttuario. Usufrutto casa quando decade I casi in cui l’usufrutto sulla casa decade, si verificano quando: ● Si ha la morte dell’usufruttuario ● Scadenza dei tempi dell’usufrutto, stabilito nel contratto ● Prescrizione, quando l’usufruttuario non esercita il diritto
per venti anni ● Se usufruttuario e nudo proprietario sono la stessa persona ● Se l’usufruttuario rinuncia al beneficio In tutti questi casi, l’usufrutto non vige più, e il bene passa automaticamente nelle mani del proprietario effettivo, che ne trarrà tutte le utilità. Maurizio Sala Credito d’imposta locazioni Credito d’imposta locazioni Credito d’imposta locazioni: grazie al decreto Ristori e Ristori bis, nonché al decreto Sostegni, il Governo ha introdotto delle misure agevolative stanziando dei contributi a fondo perduto a favore di tutti i soggetti che svolgono attività d’impresa, di reddito agrario, liberi professionisti e attività in settori turistici e della ristorazione, sotto forma di credito di imposta sulle locazioni. Si tratta proprio di uno sgravio fiscale dei canoni mensili versati per le locazioni di immobili a uso non abitativo in risposta alla crisi pandemica.
In particolare è possibile utilizzare il credito d’imposta sulle locazioni, in misura pari al 60 % del canone mensile dell’affitto, del leasing o della concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico, alberghiera e istituzionale (enti non commerciali, del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti) o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo al 30% dell’ammontare mensile dei canoni versati in caso di affitto per le aziende. Stando all’ultima bozza del decreto, per beneficiare del credito d’imposta bisogna: aver registrato un calo pari almeno al 30 per cento del fatturato e dei corrispettivi nel periodo 1° aprile 2020 – 31 marzo 2021 rispetto a quello del periodo 1° aprile 2019 – 31 marzo 2020
aver ricevuto ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro Tali requisiti invece, non sono necessari per i soggetti che hanno aperto la propria attività a partire dal 1° gennaio 2019. Credito d’imposta affitto E’ dunque possibile utilizzare il credito d’imposta per l’affitto in diversi modi: in compensazione nel modello F24 nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui la spesa è stata sostenuta, può essere ceduto, anche in parte, ad altri soggetti, incluso al locatore, in cambio di uno sconto di pari cifra sul canone mensile da versare Il bonus affitti non incide sulle imposte dei redditi né ai fini dell’Irap e copre i 5 mesi di locazione da Gennaio a Maggio 2021. Si tratta dunque di un’importante agevolazione a sostegno della produttività, in un periodo di forte crisi globale.
Le caratteristiche del credito di imposta sulle locazioni dipendono dalla tipologia di attività condotta. Infatti il bonus può essere richiesto dalle attività presenti negli allegati 1 Ristori, allegato 1 ristori Quarter, allegato 2 Ristori bis, con requisiti diversi. Per ulteriori dettagli puoi consultare la scheda sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Credito d’imposta affitto 2020 Le prime versioni del credito di imposta risalgono al mese di marzo 2020. Successivamente Il decreto è stato modificato più volte aggiungendo ulteriori disposizioni. In riferimento al credito d’imposta per l’affitto del 2020, esso è commisurato all’importo dei canoni versati dai beneficiari nel periodo di imposta 2020 con riferimento a ciascuno dei mesi di marzo, aprile, maggio e per le strutture turistico ricettive con attività solo stagionale con
riferimento a ciascuno dei mesi di aprile, maggio, giugno e luglio 2020. Da agosto le modifiche hanno esteso il credito d’imposta fino al 31 dicembre 2020 per le imprese turistico- ricettive. Per beneficiare del credito il decreto prevedeva i seguenti requisiti: calo del fatturato del 50% rispetto al 2019 aver ricevuto ricavi non superiori ai 5 milioni di euro. Grazie al decreto sostegno bis il fatturato medio mensile adesso dovrà corrispondere ad un calo di almeno il 30% rispetto a quello del periodo 1.4.2019 – 31.3.2020 con ricavi e compensi non superiori a 10 milioni di euro. Credito d’imposta sugli affitti Per fare una sintesi, il credito di imposta sugli affitti è un’agevolazione emanata dal governo col decreto Rilancio, Sostegni e Sostegni bis, per far fronte alla crisi economica da Covid-19 rilanciando le imprese e sostenendo i lavoratori
autonomi. Prevede uno sgravio del 60% sui canoni di locazione di 5 mesi da Gennaio a Maggio, ed è utilizzabile in compensazione con il modello F24, nella dichiarazione dei redditi o cedendolo a terzi, come per esempio al locatario. Maurizio Sala Cos’è il credito di imposta Cos’è il credito di imposta In questo periodo di crisi, sono molteplici gli strumenti che lo Stato ha messo a disposizione dei privati e dei cittadini al fine di risollevare l’economia, e uno di questi è proprio il credito di imposta ottenuto dalle agevolazioni. Ma che cos’è il credito di imposta? Si tratta proprio di una somma che una persona fisica o un’impresa vanta nei confronti dello Stato (o di un ente pubblico come l’Inps o Inail).
Questa situazione si verifica per esempio quando: i versamenti effettuati o le somme addebitate dallo Stato sono in misura maggiore rispetto alle reali tasse dovute dal soggetto in presenza della detrazione dell’IVA in presenza di agevolazioni che operano con il credito d’imposta, si pensi per esempio al superbonus 110% per le imprese oppure al bonus prima casa. Il credito di imposta dunque, viene utilizzato per ridurre debiti o imposte da versare obbligatoriamente allo Stato, e in alcuni casi potrà anche venire rimborsato con la dichiarazione dei redditi. Credito d’imposta acquisto prima casa Un’importante agevolazione concessa dallo Stato è proprio il bonus prima casa, che può essere richiesto per l’acquisto di
una prima abitazione. Grazie al bonus le imposte da pagare allo Stato subiranno una notevole riduzione. Quello che molti non sanno è che lo Stato riconosce il credito d’imposta sull’acquisto di un’altra prima casa quando si decide di vendere l’immobile comprato col bonus, ed entro un anno se ne riacquista un altro. Di conseguenza non solo si ha il mantenimento dell’agevolazione prima casa sul secondo acquisto ma è possibile scalare da quest’ultimo le imposte indirette pagate nel primo acquisto. Il credito d’imposta ottenuto non potrà essere rimborsato, ma può essere utilizzato per scalare l’imposta di registro del secondo immobile. In alternativa può essere utilizzato: per scalare le imposte di registro, ipotecarie e catastali dovute sulle successioni, donazioni, sugli atti e sulle denunce avvenute dopo l’ottenimento del credito
in compensazione per il pagamento di contributi previdenziali o ritenute d’acconto in diminuzione dalle imposte sui redditi Credito d’imposta vendita prima casa Se decidi di vendere l’immobile che hai acquistato col bonus prima casa, ed entro un anno ne acquisti un altro, potrai ottenere il credito di imposta sulla vendita della prima casa da utilizzare sul secondo acquisto. In tal modo è possibile scalare dal secondo acquisto le imposte indirette pagate nel primo. In sostanza ogni qualvolta un soggetto acquista una “prima casa” lo Stato intende liberare il contribuente dal pagamento di un importo pari a quello già versato nell’acquisto precedente. Basterà renderlo noto al notaio che in sede di rogito valuterà i versamenti ed effettuerà i relativi conteggi delle imposte. Ricordiamo che i requisiti per ottenere il credito di imposta sono: acquistare una prima abitazione col bonus prima casa, venderla e acquistarne un’altra entro un anno, con le stesse caratteristiche non decadere dall’agevolazione prima casa per il primo acquisto. Se hai deciso di vendere casa a Milano, affidati a noi di KM Real Estate. Grazie alla nostra pluriennale esperienza del mercato immobiliare milanese sapremo valutare accuratamente il tuo immobile e venderlo ai migliori acquirenti in modo rapido e senza svalutazioni! Maurizio Sala
Valore catastale immobile Valore catastale immobile Per la legge italiana, chi possiede un immobile di qualsiasi tipo, oppure ne acquisisce uno tramite compravendita, eredità o successione è tenuto a pagare delle imposte allo stato, infatti il valore catastale di un immobile non è altro che il valore fiscale dell’immobile stesso e nella pratica è utilizzato per calcolare le seguenti imposte immobiliari da versare: 1. imposta di registro, ipotecaria e catastale, ovvero le tasse da pagare quando si acquista casa 2. imposta di successione, la tassa applicata agli immobili ereditati tenendo conto del grado di parentela tra le due parti 3. imposta di donazione, pagata da chi beneficia della donazione tenendo conto del tipo di parentela tra le due parti 4. imposta municipale sugli immobili, il valore catastale è la base imponibile per il calcolo dell’IMU Inoltre il valore catastale non deve essere confuso né con la rendita catastale e nemmeno con il valore di mercato.
La rendita catastale, infatti è un valore di reddito che l’Agenzia delle Entrate attribuisce ad ogni bene immobile, fabbricato, terreno o abitazione e che produce nel suo essere un reddito. Esso si calcola moltiplicando la dimensione dell’immobile per la tariffa di estimo della categoria catastale di appartenenza e definita dall’Ufficio del Territorio di riferimento. Il valore di mercato rappresenta l’importo stimato a cui viene venduto un immobile considerando gli andamenti del mercato immobiliare locale. Per quest’ultima operazione affidati sempre a degli esperti agenti immobiliari. Noi di KM Real Estate operando a Milano sapremo aiutarti con la nostra professionalità ed esperienza a vendere o acquistare la casa dei tuoi sogni senza il rischio di svalutarla! Il calcolo Per calcolare il valore catastale di un immobile è necessario conoscere la rendita di cui abbiamo parlato in precedenza e il
coefficiente catastale dell’immobile stabilito per legge. Infatti il calcolo del valore catastale di un immobile è proprio: valore catastale = rendita catastale rivalutata del 5% x coefficiente catastale dell’immobile Dunque, assicurati primariamente di conoscere la rendita catastale. Se ne sei sprovvisto potrai visualizzare il dato sul sito dell’Agenzia delle Entrate qualora l’immobile sia dichiarato al catasto. In caso contrario bisognerà procedere con il calcolo della rendita catastale presunta. Invece i coefficienti catastali degli immobili sono dei valori fissi e ciascuna categoria catastale ha i propri, stabiliti per legge. Essi sono: 1. Prima casa: 115,5
2. Fabbricati di categorie catastali A e C (ad esclusione di A/10 e C/1): 126 3. Fabbricati di categoria catastale B: 176,4 4. Fabbricati in categoria catastale A/10 (uffici) e D: 63 5. Fabbricati di categoria catastale C/1 (negozi e botteghe) e gruppo E: 42,84 6. Terreni agricoli: coefficiente 112,5 da moltiplicare al reddito dominicale Successione Le persone che ricevono in eredità dei beni immobili hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, la relativa imposta. L’imposta di successione, quando dovuta, dipende dal valore catastale dell’immobile in successione e dalle diverse aliquote definite dal grado di parentela. Il valore catastale si calcola con la stessa formula precedentemente descritta, mentre le aliquote da considerare sono:
L’imposta di successione è da versare tramite il Modello F24, e da pagare presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate o telematicamente sul loro sito. Per ulteriori chiarimenti visita il sito dell’Agenzia delle Entrate. Valore catastale immobile: cos’è In sintesi, che cos’è il valore catastale di un immobile? Il valore catastale è il valore fiscale dell’immobile e, viene utilizzato per calcolare diverse imposte obbligatorie dovute allo stato, quando si viene in possesso di un’abitazione, terreno o fabbricato. Si utilizza anche per il calcolo dell’IMU. Maurizio Sala Bonus casa e Legge di Bilancio 2021 BONUS CASA E LE MISURE PER L’EDILIZIA INTRODOTTI DALLA LEGGE DI BILANCIO 2021 Con la Gazzetta Ufficiale è stata resa pubblica la Legge di Bilancio 2021, la quale tiene conto del Decreto Rilancio e prevede nuovi bonus per la casa (o prolunga la loro durata) e per il settore edilizio.
In questo paragrafo le principali novità del bonus casa e legge di bilancio 2021. LEGGE BILANCIO/ECOBONUS (Bonus casa): a. PROROGA DEL BONUS 110%: I contribuenti possono usufruire di questa detrazione fino al 30 giugno pertanto chi ha già cominciato i lavori può sfruttarlo entro il 31 dicembre. b. ECOBONUS NEL 2021: I contribuenti possono avvalersi dell’incentivo per la riqualificazione energetica degli edifici attraverso una detrazione con aliquota dal 50% al 75%. c. PROROGA DEL BONUS VERDE: Questa riduzione è destinata a riqualificare gli ambienti degli edifici, rendendoli ricchi di piante. La detrazione del 36% sulle spese non si avvarrà però dello sconto in fattura o della cessione di credito.
LEGGE BILANCIO/BONUS AFFITTI: a. AFFITTI BREVI: Agli affittuari privati è permesso applicare la cedolare secca sulle locazioni brevi solamente per l’affitto di massimo n.4 immobili. Pre riassumere è concesso solo alle attività di impresa di dare in loco più di 4 immobili con questo tipo di cedolare. b. STUDENTI FUORI SEDE NEL 2021 E BONUS AFFITTO: Soprattutto studenti immatricolati in atenei statali che possiedono requisiti ben definiti possono essere agevolati per l’affitto di un immobile. c. PROROGA DEL CREDITO D’IMPOSTA PER L’ AFFITTO: Viene prorogato fino al 30 aprile 2021 il credito d’imposta del 60% sugli affitti di edifici (o porzioni di essi) a scopo non abitativo. Il tax credit sui canoni di locazione comprende anche le agenzie di viaggio e i tour operator. LEGGE BILANCIO/NOVITÀ SULL’IMU. Il decreto di Rilancio prevede che si possa estendere la prima rata dell’Imu nel 2021 per proprietari con determinate caratteristiche, colpiti dall’emergenza Covid. LEGGE BILANCIO/PROROGA DELL’INCENTIVO SULLE RISTRUTTURAZIONI. il bonus consente ai contribuenti di sfruttare una detrazione del 50% sui lavori di ristrutturazione edilizia delle case e degli ambienti comuni nei condomini. LEGGE BILANCIO/PROROGA DEL BONUS MOBILI. La riduzione è una detrazione sui costi sostenuti per comprare elettrodomestici e mobili da utilizzare per ammobiliare ambienti soggetti a ristrutturazione. La novità relativa a questo bonus consiste nell’aumento del budget da 10mila euro a
16mila euro. LEGGE BILANCIO/BONUS FACCIATE Già utilizzato due anni fa, questo incentivo permette di giovarsi di una detrazione del 90% sui costi di rifacimento e rinnovamento delle facciate esterne e balconi di palazzi.
LEGGE BILANCIO/BONUS IDRICO Detto anche bonus rubinetti e bagno: è stato introdotto per la sostituzione di rubinetti, soffioni doccia e sanitari al fine di risparmiare acqua. L’agevolazione consente alle famiglie di venir rimborsate di 1000 euro e ai pubblici esercizi di 5000 euro. Maurizio Sala Fiscalità immobiliare 2020 Fiscalità immobiliare 2020 La crisi del 2008 e l’attuale pandemia hanno messo a dura prova il mercato immobiliare italiano. L’importanza del settore immobiliare ha indotto il Governo a introdurre nella Legge di Bilancio alcune misure per rilanciare il settore edilizio, come ad esempio il Superbonus 110%, migliorando così la fiscalità immobiliare nel 2020.
Ad oggi la tassazione degli immobili in Italia prevede il pagamento di imposte dirette e indirette allo Stato per la detenzione di immobili, la loro messa a reddito o la loro cessione: Per il trasferimento di immobili mediante compravendita andrà pagata: L’imposta di registro (in alternativa, l’IVA) e L’Imposta Ipotecaria e Catastale Per la donazione (o successione) sono dovute le imposte indirette: L’imposta di successione e di donazione, che varia a
seconda del rapporto di parentela o di coniugio tra il disponente e i beneficiari, e le imposte ipotecaria e catastale La messa a reddito dell’immobile mediante locazione genera imposte dirette da pagare: come IRPEF, oppure come Cedolare Secca Il possesso di beni immobili è soggetto al versamento dell’Imu o della Tasi: L’IMU è dovuta su tutti gli immobili posseduti a titolo di proprietà o di altro diritto (come usufrutto, uso, abitazione) tranne per l’abitazione principale non di lusso, mentre quest’ultime sono comunque soggette alla Tasi Sono molteplici le particolarità di ciascun punto e soprattutto le possibilità di detrazioni fiscali. Per qualsiasi chiarimento affidati a dei consulenti esperti in materia. Tassazione compravendita immobiliare Quando si parla di tassazione di compravendita immobiliare è necessario distinguere se il venditore è soggetto all’IVA oppure no : Infatti se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione Iva, l’acquirente verserà: l’imposta di registro proporzionale nella misura del 9% del prezzo o del valore catastale, mentre del 2% se si usufruisce del bonus prima casa imposta ipotecaria fissa di 50 euro l’imposta catastale fissa di 50 euro se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si pagherà
l’Iva del 10%, ridotta invece al 4% col bonus prima casa l’imposta di registro fissa di 200 euro imposta ipotecaria fissa di 200 euro l’imposta catastale fissa di 200 euro La casistica delle situazioni di compravendite per i venditori soggetti a IVA è piuttosto vasta. Affidati sempre ad agenzie immobiliari serie ed affidabili in grado di fare chiarezza sulla tua situazione. Se vuoi vendere casa a Milano, contattaci! Noi di KM Real Estate con il nostro team di professionisti e la nostra pluriennale esperienza, saremo in grado di aiutarti con serietà e affidabilità per tutto il processo di compravendita, valutando con attenzione il tuo caso particolare. Tassazione plusvalenza immobiliare 2020 La plusvalenza è il profitto che il venditore ricava a seguito della vendita di un immobile.
La plusvalenza perciò non è altro che la differenza tra il prezzo di vendita dell’immobile e il prezzo originario a cui l’immobile era stato acquistato. La tassazione sulla plusvalenza immobiliare al 2020 è pari al 26% della plusvalenza. Non si paga la tassa sulla plusvalenza quando: l’immobile in questione è stato ereditato e si decide di metterlo in vendita se si vende l’immobile dopo 5 anni dal suo acquisto Pertanto negli altri casi si pagherà una tassa del 26% sulla plusvalenza come previsto dall’art. 67- 68 TUIR. Fiscalità fondi immobiliari Per gli investitori che detengono quote in misura non superiore al 5% del patrimonio del fondo, la fiscalità dei fondi immobiliari, prevede che:
la tassazione sia a carico di chi possiede le quote al momento della percezione di proventi, della liquidazione delle quote e per la vendita delle stesse sul mercato. Inoltre: Sui proventi è applicata una ritenuta del 26% a titolo di imposta. Per la liquidazione viene effettuata una ritenuta del 26% sulla differenza tra valore di liquidazione e prezzo di carico, quando positivo. In caso di perdita viene generato un reddito diverso (minusvalenza). Per la cessione delle quote sul mercato invece: se la differenza tra prezzo di cessione e prezzo di carico è positiva si ha plusvalenza, se negativa una minusvalenza. Con le cessioni delle quote è possibile quindi compensare minusvalenze preesistenti. Maurizio Sala Bonus prima casa Bonus prima casa
Come per il “mutuo prima casa” anche il “bonus prima casa” rappresenta un’importante agevolazione fiscale a sostegno dei cittadini che acquistano per la prima volta un’abitazione. Infatti l’agevolazione bonus prima casa consiste nella riduzione delle imposte da versare allo Stato quando si acquista per la prima volta una casa. Senza agevolazioni, gli importi da pagare ammontano al massimo, invece usufruendo del bonus, le imposte subiranno una notevole riduzione. Infatti secondo l’Agenzia delle Entrate per chi compra casa da un privato è prevista la riduzione dell’imposta di registro dal 9% al 2%, l’imposta catastale e ipotecaria saranno fisse e pari a 50€ per chi compra invece da un’impresa, l’imposta di registro è del 4% e non del 10%, mentre l’imposta catastale e ipotecaria saranno fisse e pari a 200€ Inoltre chi vende casa e ne riacquista un’altra entro 12 mesi e col bonus, può
sottrarre dall’imposta da pagare quella già pagata con il precedente acquisto (credito di imposta) Con il bonus è possibile anche: applicare il sistema prezzo-valore all’immobile affidandosi ad intermediari immobiliari, detrarre ai fini Irpef il 19% sui compensi corrisposti all’agenzia stessa, per un importo massimo di 1.000 euro Bonus prima casa 2020: requisiti Come per gli anni precedenti, il bonus prima casa sopra descritto vale anche per il 2020. Naturalmente per poter usufruire dell’agevolazione bisogna soddisfare alcuni requisiti: L’abitazione deve appartenere alle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 ,A/7, A/11 escludendo perciò gli immobili di lusso. L’immobile deve trovarsi nel Comune in cui il compratore ha la residenza, oppure stabilirvi la residenza entro 18 mesi dall’acquisto; in alternativa l’acquirente deve dimostrare di lavorare nel Comune in cui intende acquistare casa Il compratore non deve essere proprietario di una seconda casa acquistata con l’agevolazione oppure può rivenderla entro un anno dall’acquisto della nuova casa col bonus Non deve possedere il diritto di uso, usufrutto o abitazione di un altro immobile nello stesso Comune in cui richiede l’agevolazione. Bonus prima casa 2020 come richiederlo Per richiedere l’agevolazione è necessario valutare primariamente le caratteristiche della casa che vuoi acquistare o eventualmente che vuoi vendere, e successivamente affidarti ad un notaio.
Se hai deciso di vendere casa a Milano e vuoi usufruire di tutte le agevolazioni fiscali di cui hai diritto, noi di KM Real Estate sapremo come aiutarti nel richiedere il bonus prima casa 2020: ti seguiremo in ogni step della compravendita, dalla valutazione della casa, al compromesso, fino all’atto notarile. Bonus prima casa giovani Quando si parla di bonus prima casa giovani ci si riferisce al Fondo di garanzia per i mutui per acquisto prima casa, rivolto ai giovani under 35 con contratti di lavoro atipici (es. determinato o part time) giovani coppie (di cui uno dei due under 35 anni) nuclei familiari monogenitoriali con figli minori a carico Queste persone infatti, hanno più difficoltà ad accedere ai mutui bancari, in quanto le garanzie lavorative e reddituali generalmente non soddisfano i requisiti bancari per richiedere un prestito; in assenza di un garante, come i genitori per
esempio, queste persone sono automaticamente escluse dal mercato del credito. Per rendere accessibile i mutui a queste categorie e incentivare l’acquisto o la ristrutturazione di prime abitazioni da parte di giovani, nel 2014 è stato creato il Fondo di garanzia mutui prima casa: si tratta di un fondo in cui lo stato interviene garantendo il 50% della quota capitale dei mutui richiesti. In questo modo il garante per il prestito è proprio il Fondo statale. Potrai presentare la richiesta al fondo direttamente sul sito del Dipartimento del Tesoro. Cos’è il bonus prima casa Per fare una sintesi di cos’è il bonus prima casa considera che: si tratta di importanti riduzioni sulle imposte da pagare allo Stato nel momento in cui acquisti o rivendi la tua prima abitazione si può richiedere il credito di imposta sull’abitazione da rivendere a fronte di un nuovo acquisto si può applicare il sistema prezzo-valore alla casa detrazioni dell’Irpef se ti sei affidato ad un’agenzia immobiliare Le eccezioni comunque esistono, per cui se hai dubbi sul bonus affidati a noi di KM Real Estate. Sapremo aiutarti a vendere o acquistare casa a Milano con tutti i vantaggi delle agevolazioni fiscali, mettendo a tua disposizione il nostro team di professionisti! Maurizio Sala
AGEVOLAZIONI PRIMA CASA Agevolazioni prima casa 2020 Quando si compra per la prima volta un immobile, le agevolazioni fiscali per la prima casa sono molteplici e riguardano principalmente le imposte dovute allo Stato. Infatti il bonus prima casa prevede di pagare imposte ridotte sull’atto di acquisto di un immobile. Come per gli anni passati, l’Agenzia delle Entrate fornisce le informazioni utili in merito alle agevolazioni prima casa, che anche per il 2020 saranno: se il venditore è un privato o un’impresa che vende in
esenzione Iva, l’acquirente verserà: l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2%, anziché del 9% l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro l’imposta catastale fissa di 50 euro se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si pagherà l’Iva ridotta al 4%, anzichè pagare il totale 10% l’imposta di registro fissa di 200 euro l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro l’imposta catastale fissa di 200 euro Inoltre, per godere del bonus è indispensabile non possedere un immobile acquistato con la medesima agevolazione e se lo si possiede, venderlo entro un anno dal nuovo acquisto. Agevolazioni prima casa requisiti Per poter usufruire delle agevolazioni sulla prima casa è necessario possedere dei requisiti: L’abitazione deve appartenere alle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5,A/6 ,A/7, A/11 ad esclusione quindi degli immobili di lusso. E’ possibile oltretutto applicare la riduzione delle imposte anche a C/2, C/6, C/7 (magazzini rimesse e tettoie), a patto che appartengano all’abitazione acquistata con l’agevolazione “prima casa”. L’abitazione deve trovarsi nel Comune in cui il compratore ha la residenza e non si deve essere i proprietari di una seconda casa acquistata con l’agevolazione. Non possedere il diritto di uso, usufrutto o abitazione di un altro immobile nello stesso Comune in cui si
richiede l’agevolazione. Esistono eccezioni e particolarità per ogni caso, dunque se sei in procinto di acquistare il tuo primo immobile o sei il proprietario di una prima casa senza aver usufruito dell’agevolazione, affidati a KM Real Estate. Tramite una consulenza personalizzata un team di esperti saprà valutare nel dettaglio le tue concrete possibilità, e indirizzarti all’acquisto della casa dei tuoi sogni con tutte i vantaggi delle agevolazioni fiscali. Agevolazione prima casa dopo 5 anni Attenzione a quando si rivende una casa acquistata usufruendo del bonus “prima casa”. E’ possibile vendere l’immobile senza perdere l’agevolazione prima casa, solo dopo 5 anni dal suo acquisto. Se la vendita avviene prima dei 5 anni si perdono le agevolazioni fiscali e si dovrà versare:
le imposte “risparmiate” gli interessi una sanzione del 30% a meno che, entro un anno, non si riacquista un altro immobile, anche a titolo gratuito, da adibire a propria abitazione principale. Agevolazione prima casa ristrutturazione Grazie al bonus ristrutturazione prima casa è possibile usufruire di importanti incentivi nel caso tu voglia ristrutturare la tua prima abitazione o se lo hai già fatto. Infatti le agevolazioni fiscali prima casa sugli interventi di ristrutturazione edilizia dal 26 giugno 2012 fino al 31 dicembre 2021 prevede una detrazione pari al 50 % con un tetto massimo di spesa di
96.000 euro. In tutto ciò rientrano non solo le spese di acquisto dei materiali, ma anche quelle di manodopera. Se sei alla ricerca del piano di ristrutturazione su misura per te e per la tua nuova casa, affidati a KM Real Estate, un team di professionisti nell’ambito dell’architettura e dei servizi immobiliari saprà aiutarti a dare forma ai tuoi progetti. Agevolazioni prima casa 2021 Come per il 2020 e gli anni precedenti, le agevolazioni prima casa del 2021 prevedono il pagamento di imposte ridotte sull’atto di acquisto di un immobile. Infatti le riduzioni sono eguali a quelle del 2020 e prevedono: se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione Iva, l’acquirente verserà: l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2%, anziché del 9% l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro l’imposta catastale fissa di 50 euro se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si pagherà l’Iva ridotta al 4%, anziché pagare il totale 10% l’imposta di registro fissa di 200 euro l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro l’imposta catastale fissa di 200 euro Maurizio Sala
Puoi anche leggere