Acquisto prima casa under 36 - Il decreto sostegni bis: acquisto prima casa under 36 - KM Real Estate

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Acquisto prima casa under 36 - Il decreto sostegni bis: acquisto prima casa under 36 - KM Real Estate
Acquisto prima casa under 36

Il decreto sostegni bis: acquisto
prima casa under 36
Il decreto Sostegni bis promosso da Mario Draghi nel 2021, ha
introdotto una serie di agevolazioni atte a fronteggiare la
crisi da covid-19. Tra le tante, il bonus acquisto prima casa
rivolto agli under 36 è sicuramente uno dei più interessanti.

Infatti grazie a questa misura i giovani under 36 e con un
ISEE inferiore a € 40.000 potranno richiedere in banca (fino
al mese di giugno del 2022) un mutuo per l’acquisto della
prima casa e ottenere un prestito di importo massimo all’80%
del prezzo dell’abitazione. Questa importante agevolazione
permette ai giovani liberi professionisti o con contratti di
lavoro non stabili, atipici, e non in grado di offrire alle
banche le garanzie richieste per l’erogazione di un mutuo,
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l’accesso    al credito. Infatti è proprio lo Stato che fa da
garante e     da garanzia per il prestito, permettendo così
l’accesso    al credito a questa categoria che nei fatti ne
rimarrebbe   invece esclusa.

Inoltre il fondo prevede condizioni contrattuali agevolate sul
mutuo, esenzione dal pagamento delle imposte di registro,
ipotecarie e catastali, e possibilità di detrarre l’IVA nel
caso di acquisto della prima abitazione da una ditta di
costruzione.

Acquisto casa under 36: categorie
Il fondo di garanzia per l’acquisto casa è indirizzato agli
under 36 che voglio acquistare una prima abitazione, ma può
essere richiesto anche da altre categorie prioritarie ovvero
dalle:

     Coppie coniugate o conviventi in cui almeno uno dei
     richiedenti abbia meno di 36 anni
     Famiglie monogenitoriali con figli minori
     Conduttori di case popolari

Bisogna precisare che la richiesta presentata dai giovani
under 36 è valida se gli stessi non hanno ancora compiuto 36
anni nell’anno in vigore in cui si richiede il finanziamento.
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La domanda di accesso al fondo va presentata direttamente alla
finanziaria o banca che erogherà il mutuo compilando il modulo
sul sito Consap o eventualmente messo a disposizione del
cliente in filiale. Consap inoltre aggiorna sempre la lista
completa delle banche e finanziarie aderenti al fondo garanzia
prima casa.

Acquisto prima casa under 36 iva
Nel caso in cui l’acquisto della prima casa per gli under      36
sia soggetta ad iva (l’immobile proviene da una ditta          di
costruzione) il giovane acquirente beneficia di un credito     di
imposta pari all’iva versata per l’acquisto della casa.        Il
credito d’imposta può essere utilizzato in diversi modi come

     in diminuzione delle imposte da pagare allo stato in
     caso di successioni, donazioni, vendita o denunce
     in diminuzione dell’IRPEF nella dichiarazione dei
     redditi.
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Decreto acquisto casa under 36
Il fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa Sostegni
bis, rappresenta il decreto acquisto casa under 36 emanato dal
governo Draghi nel 2021. Esso non è altro che un miglioramento
del Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa giovani, emanato con la
Legge 27 dicembre 2013 ( n. 147, art. 1 comma 48 lett. c).

Quest’ultimo prevedeva la garanzia statale a copertura del 50%
della quota capitale del mutuo richiesto alla banca per
l’acquisto della prima casa. Col decreto sostegni bis 2021 la
garanzia è invece salita all’80% per i giovani under 36 e
altre categorie prioritarie.

Requisiti
Per richiedere il fondo di garanzia per l’acquisto prima casa,
ai giovani under 36 viene richiesto di soddisfare dei
requisiti:

     essere cittadini italiani o stranieri con permesso di
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soggiorno in Italia
     non aver compiuto 36 anni, nell’anno in vigore in cui si
     richiede il finanziamento
     possedere un ISEE inferiore a € 40.000
     adibire l’immobile a prima abitazione
     il finanziamento richiesto non deve superare i € 250.000
     non bisogna possedere altri immobili ad uso abitativo
     ricevuti in precedenza con il bonus. Diversamente
     bisognerà cederli.
     se si è titolari, anche per quote, di una abitazione
     nello stesso Comune di quella da acquistare, questa
     andrà ceduta entro 1 anno dal rogito. Bisogna spostare
     la residenza.
     l’abitazione non deve essere di lusso, ovvero non può
     essere A/8 e A/9.

Maurizio Sala

Usufrutto cos’è

Usufrutto cos’è
Usufrutto cos’è: ti sarà senz’altro capitato di sentir parlare
di usufrutto, magari in riferimento ad una casa.
Molte persone, soprattutto in età anziana, ricorrono alla
vendita della loro proprietà mantenendo comunque il diritto di
continuare a vivere nell’abitazione. Questo è un esempio di
usufrutto nel contesto immobiliare.

Eppure l’usufrutto in senso più ampio, cos’è? Non è altro che
il diritto di un soggetto (usufruttuario) di godere di un bene
di proprietà di un altro soggetto (nudo proprietario) e di
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trarne da essa tutte le utilità, con l’obbligo però di
rispettarne la destinazione economica.

L’usufrutto è regolamentato a partire dall’articolo 978 del
codice civile che ne disciplina termini e durata.
All’usufruttuario è riconosciuto il diritto di usufrutto in
virtù di un contratto stipulato tra le due parti dinanzi da ad
un notaio.

Si può accedere all’usufrutto anche per testamento, per legge
o per usucapione.

Usufrutto di un immobile
Tra i vari casi disciplinati dalla legge italiana l’usufrutto
di un immobile è forse il più comune.
Partiamo da un semplice esempio: io Paolo sono il proprietario
di una casa in campagna, ma riconosco l’usufrutto della stessa
a mio figlio. Paolo conserverà la proprietà, ma non potrà
utilizzarla né affittandola né vivendoci. E’ invece il figlio
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che acquisisce, tramite l’usufrutto, il diritto di trarre i
frutti del bene, ovvero il diritto a viverci e anche ad
affittarla, purché ne rispetti la destinazione economica (non
può trasformare la casa in un locale commerciale per esempio).

Le caratteristiche di questo tipo di usufrutto sono:

     Deve avere una scadenza
     Il diritto all’usufrutto non può essere tramandato agli
     eredi
     L’usufrutto non vieta la vendita del bene:
     l’usufruttuario resta comunque colui che ne raccoglierà
     i frutti anche se l’immobile viene venduto

I diritti e doveri dell’usufruttuario sono:

     godere dei frutti del bene, senza alterare la
     destinazione economica
     potrà cedere i propri diritti di usufrutto a terzi, con
     ipoteca (ma non per successione ereditaria) chiarendolo
     al proprietario
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l’usufruttario è tenuto al pagamento delle tasse, come
     l’Imu e Tasi, oltre alle spese di mantenimento ordinarie
     del bene
     alla scadenza del termine dell’usufrutto, dovrà cedere
     il bene al proprietario

Al nudo proprietario spetta invece l’obbligo di pagare gli
interventi straordinari. Non spetta invece l’obbligo di pagare
le tasse.

Usufrutto di una casa
Scendendo nei dettagli, l’usufrutto di una casa è spesso
utilizzato per varie ragioni:

     un anziano che non ha eredi può vendere la nuda
     proprietà attraverso l’usufrutto: infatti ricaverebbe
     per tempo del denaro e continuerebbe a vivere nella casa
     fino alla fine dei suoi giorni.
     I genitori potrebbero acquistare una nuda proprietà, e
     una volta terminato l’usufrutto potrà essere donata ai
     figli.
     un investitore che ha del denaro a disposizione può
     investire su nude proprietà, acquistandole ad un prezzo
     inferiore, senza il dovere di attestarne la condizione
     al fine dei redditi.

Infatti i vantaggi dell’acquisto di una nuda proprietà con
riserva di usufrutto è proprio:

     il prezzo inferiore
     il proprietario non paga le tasse fino alla scadenza
     dell’usufrutto
     il proprietario non è tenuto a dichiarare il suo status
     nella dichiarazione dei redditi
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Usufrutto 2021
Per il calcolo dell’usufrutto al 2021 si procede tenendo conto
dei dati presenti nella tabella qui aggiornata.
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I dati hanno la funzione di calcolare vari parametri (per
facilitare il pagamento delle imposte di registro, ipotecaria
e catastale) nei casi di vendita e donazione con usufrutto
oppure rinuncia al diritto di usufrutto su di un immobile.
Infatti il valore dell’usufrutto vitalizio (a vita intera
della persona) cambia sulla base dell’età dell’usufruttuario.

Usufrutto casa quando decade
I casi in cui l’usufrutto sulla casa decade, si verificano
quando:
● Si ha la morte dell’usufruttuario
● Scadenza dei tempi dell’usufrutto, stabilito nel contratto
● Prescrizione, quando l’usufruttuario non esercita il diritto
per venti anni
● Se usufruttuario e nudo proprietario sono la stessa persona
● Se l’usufruttuario rinuncia al beneficio

In tutti questi casi, l’usufrutto non vige più, e il bene
passa automaticamente nelle mani del proprietario effettivo,
che ne trarrà tutte le utilità.

Maurizio Sala

Credito d’imposta locazioni

Credito d’imposta locazioni
Credito d’imposta locazioni: grazie al decreto Ristori e
Ristori bis, nonché al decreto Sostegni, il Governo ha
introdotto delle misure agevolative stanziando dei contributi
a fondo perduto a favore di tutti i soggetti che svolgono
attività d’impresa, di reddito agrario, liberi professionisti
e attività in settori turistici e della ristorazione, sotto
forma di credito di imposta sulle locazioni. Si tratta proprio
di uno sgravio fiscale dei canoni mensili versati per le
locazioni di immobili a uso non abitativo in risposta alla
crisi pandemica.
In particolare è possibile utilizzare il credito d’imposta
sulle locazioni, in misura pari al

     60 % del canone mensile dell’affitto, del leasing o
     della concessione di immobili ad uso non abitativo
     destinati allo svolgimento dell’attività industriale,
     commerciale, artigianale, agricola, di interesse
     turistico, alberghiera e istituzionale (enti non
     commerciali, del terzo settore e gli enti religiosi
     civilmente riconosciuti) o all’esercizio abituale e
     professionale dell’attività di lavoro autonomo
     al 30% dell’ammontare mensile dei canoni versati in caso
     di affitto per le aziende.

Stando all’ultima bozza del decreto, per beneficiare del
credito d’imposta bisogna:

     aver registrato   un calo pari almeno al 30 per cento del
     fatturato e dei   corrispettivi nel periodo 1° aprile 2020
     – 31 marzo 2021    rispetto a quello del periodo 1° aprile
     2019 – 31 marzo   2020
aver ricevuto ricavi o compensi non superiori a 10
        milioni di euro

Tali requisiti invece, non sono necessari per i soggetti che
hanno aperto la propria attività a partire dal 1° gennaio
2019.

Credito d’imposta affitto
E’ dunque possibile utilizzare il credito d’imposta per
l’affitto in diversi modi:

        in compensazione nel modello F24
        nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo
        d’imposta in cui la spesa è stata sostenuta,
        può essere ceduto, anche in parte, ad altri soggetti,
        incluso al locatore, in cambio di uno sconto di pari
        cifra sul canone mensile da versare

Il bonus affitti non incide sulle imposte dei redditi né ai
fini dell’Irap e copre i 5 mesi di locazione da Gennaio a
Maggio 2021. Si tratta dunque di un’importante agevolazione a
sostegno della produttività, in un periodo di forte crisi
globale.
Le caratteristiche del credito di imposta sulle locazioni
dipendono dalla tipologia di attività condotta. Infatti il
bonus può essere richiesto dalle attività presenti negli
allegati 1 Ristori, allegato 1 ristori Quarter, allegato 2
Ristori bis, con requisiti diversi. Per ulteriori dettagli
puoi consultare la scheda sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Credito d’imposta affitto 2020
Le prime versioni del credito di imposta risalgono al mese di
marzo 2020.

Successivamente Il decreto è stato modificato più volte
aggiungendo ulteriori disposizioni.

In riferimento al credito d’imposta per l’affitto del 2020,
esso è commisurato all’importo dei canoni versati dai
beneficiari nel periodo di imposta 2020 con riferimento a
ciascuno dei mesi di marzo, aprile, maggio e per le strutture
turistico ricettive con attività solo stagionale con
riferimento a ciascuno dei mesi di aprile, maggio, giugno e
luglio 2020. Da agosto le modifiche hanno esteso il credito
d’imposta fino al 31 dicembre 2020 per le imprese turistico-
ricettive.

Per beneficiare del credito il decreto prevedeva i seguenti
requisiti:

     calo del fatturato del 50% rispetto al 2019
     aver ricevuto ricavi non superiori ai 5 milioni di euro.

Grazie al decreto sostegno bis il fatturato medio mensile
adesso dovrà corrispondere ad un calo di almeno il 30%
rispetto a quello del periodo 1.4.2019 – 31.3.2020 con ricavi
e compensi non superiori a 10 milioni di euro.

Credito d’imposta sugli affitti

Per fare una sintesi, il credito di imposta sugli affitti è
un’agevolazione emanata dal governo col decreto Rilancio,
Sostegni e Sostegni bis, per far fronte alla crisi economica
da Covid-19 rilanciando le imprese e sostenendo i lavoratori
autonomi. Prevede uno sgravio del 60% sui canoni di locazione
di 5 mesi da Gennaio a Maggio, ed è utilizzabile in
compensazione con il modello F24, nella dichiarazione dei
redditi o cedendolo a terzi, come per esempio al locatario.

Maurizio Sala

Cos’è il credito di imposta

Cos’è il credito di imposta
In   questo periodo di crisi, sono molteplici gli strumenti che
lo   Stato ha messo a disposizione dei privati e dei cittadini
al   fine di risollevare l’economia, e uno di questi è proprio
il   credito di imposta ottenuto dalle agevolazioni.

Ma che cos’è il credito di imposta? Si tratta proprio di una
somma che una persona fisica o un’impresa vanta nei confronti
dello Stato (o di un ente pubblico come l’Inps o Inail).
Questa situazione si verifica per esempio quando:

     i versamenti effettuati o le somme addebitate dallo
     Stato sono in misura maggiore rispetto alle reali tasse
     dovute dal soggetto
     in presenza della detrazione dell’IVA
     in presenza di agevolazioni che operano con il credito
     d’imposta, si pensi per esempio al superbonus 110% per
     le imprese oppure al bonus prima casa.

Il credito di imposta dunque, viene utilizzato per ridurre
debiti o imposte da versare obbligatoriamente allo Stato, e in
alcuni casi potrà anche venire rimborsato con la dichiarazione
dei redditi.

Credito d’imposta acquisto prima
casa
Un’importante agevolazione concessa dallo Stato è proprio il
bonus prima casa, che può essere richiesto per l’acquisto di
una prima abitazione.

Grazie al bonus le imposte da pagare allo Stato subiranno una
notevole riduzione.

Quello che molti non sanno è che lo Stato riconosce il credito
d’imposta sull’acquisto di un’altra prima casa quando si
decide di vendere l’immobile comprato col bonus, ed entro un
anno se ne riacquista un altro. Di conseguenza non solo si ha
il mantenimento dell’agevolazione prima casa sul secondo
acquisto ma è possibile scalare da quest’ultimo le imposte
indirette pagate nel primo acquisto.

Il credito d’imposta ottenuto non potrà essere rimborsato, ma
può essere utilizzato per scalare l’imposta di registro del
secondo immobile. In alternativa può essere utilizzato:

     per scalare le imposte di registro, ipotecarie e
     catastali dovute sulle successioni, donazioni, sugli
     atti e sulle denunce avvenute dopo l’ottenimento del
     credito
in compensazione per il pagamento di         contributi
     previdenziali o ritenute d’acconto
     in diminuzione dalle imposte sui redditi

Credito         d’imposta           vendita         prima
casa
Se decidi di vendere l’immobile che hai acquistato col bonus
prima casa, ed entro un anno ne acquisti un altro, potrai
ottenere il credito di imposta sulla vendita della prima casa
da utilizzare sul secondo acquisto. In tal modo è possibile
scalare dal secondo acquisto le imposte indirette pagate nel
primo.

In sostanza ogni qualvolta un soggetto acquista una “prima
casa” lo Stato intende liberare il contribuente dal pagamento
di un importo pari a quello già versato nell’acquisto
precedente. Basterà renderlo noto al notaio che in sede di
rogito valuterà i versamenti ed effettuerà i relativi conteggi
delle imposte.

Ricordiamo che i requisiti per ottenere il credito di imposta
sono:

     acquistare una prima abitazione col bonus prima casa,
     venderla e acquistarne un’altra entro un anno, con le
     stesse caratteristiche
     non decadere dall’agevolazione prima casa per il primo
     acquisto.

Se hai deciso di vendere casa a Milano, affidati a noi di KM
Real Estate. Grazie alla nostra pluriennale esperienza del
mercato immobiliare milanese sapremo valutare accuratamente il
tuo immobile e venderlo ai migliori acquirenti in modo rapido
e senza svalutazioni!

Maurizio Sala
Valore catastale immobile

Valore catastale immobile
Per la legge italiana, chi possiede un immobile di qualsiasi
tipo, oppure ne acquisisce uno tramite compravendita, eredità
o successione è tenuto a pagare delle imposte allo stato,
infatti il valore catastale di un immobile non è altro che il
valore fiscale dell’immobile stesso e nella pratica è
utilizzato per calcolare le seguenti imposte immobiliari da
versare:

   1. imposta di registro, ipotecaria e catastale, ovvero le
      tasse da pagare quando si acquista casa
   2. imposta di successione, la tassa applicata agli immobili
      ereditati tenendo conto del grado di parentela tra le
      due parti
   3. imposta di donazione, pagata da chi beneficia della
      donazione tenendo conto del tipo di parentela tra le due
      parti
   4. imposta municipale sugli immobili, il valore catastale è
      la base imponibile per il calcolo dell’IMU

Inoltre il valore catastale non deve essere confuso né con la
rendita catastale e nemmeno con il valore di mercato.
La rendita catastale, infatti è un valore di reddito che
l’Agenzia delle Entrate attribuisce ad ogni bene immobile,
fabbricato, terreno o abitazione e che produce nel suo essere
un reddito.

Esso si calcola moltiplicando la dimensione dell’immobile per
la tariffa di estimo della categoria catastale di appartenenza
e definita dall’Ufficio del Territorio di riferimento.

Il valore di mercato rappresenta l’importo stimato a cui viene
venduto un immobile considerando gli andamenti del mercato
immobiliare locale.

Per quest’ultima operazione affidati sempre a degli esperti
agenti immobiliari. Noi di KM Real Estate operando a Milano
sapremo aiutarti con la nostra professionalità ed esperienza a
vendere o acquistare la casa dei tuoi sogni senza il rischio
di svalutarla!

Il calcolo
Per calcolare il valore catastale di un immobile è necessario
conoscere la rendita di cui abbiamo parlato in precedenza e il
coefficiente catastale dell’immobile stabilito per legge.
Infatti il calcolo del valore catastale di un immobile è
proprio:

valore catastale = rendita catastale rivalutata del 5% x
coefficiente catastale dell’immobile

Dunque, assicurati primariamente di conoscere la rendita
catastale.

Se ne sei sprovvisto potrai visualizzare il dato sul sito
dell’Agenzia delle Entrate qualora l’immobile sia dichiarato
al catasto. In caso contrario bisognerà procedere con il
calcolo della rendita catastale presunta.

Invece i coefficienti catastali degli immobili sono dei valori
fissi e ciascuna categoria catastale ha i propri, stabiliti
per legge.

Essi sono:

   1. Prima casa: 115,5
2. Fabbricati di categorie catastali A e C (ad esclusione
      di A/10 e C/1): 126
   3. Fabbricati di categoria catastale B: 176,4
   4. Fabbricati in categoria catastale A/10 (uffici) e D: 63
   5. Fabbricati di categoria catastale C/1 (negozi e
      botteghe) e gruppo E: 42,84
   6. Terreni agricoli: coefficiente 112,5 da moltiplicare al
      reddito dominicale

 Successione
Le persone che ricevono in eredità dei beni immobili hanno
l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e
pagare, se dovuta, la relativa imposta.

L’imposta di successione, quando dovuta, dipende dal valore
catastale dell’immobile in successione e dalle diverse
aliquote definite dal grado di parentela.

Il valore catastale si calcola con la stessa formula
precedentemente descritta, mentre le aliquote da considerare
sono:
L’imposta di successione è da versare tramite il Modello F24,
e da pagare presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate o
telematicamente sul loro sito. Per ulteriori chiarimenti
visita il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Valore catastale immobile: cos’è
In sintesi, che cos’è il valore catastale di un immobile? Il
valore catastale è il valore fiscale dell’immobile e, viene
utilizzato per calcolare diverse imposte obbligatorie dovute
allo stato, quando si viene in possesso di un’abitazione,
terreno o fabbricato.

Si utilizza anche per il calcolo dell’IMU.

Maurizio Sala

Bonus   casa  e                         Legge           di
Bilancio 2021

BONUS CASA E LE MISURE PER
L’EDILIZIA INTRODOTTI DALLA
LEGGE DI BILANCIO 2021
Con la Gazzetta Ufficiale è stata resa pubblica la Legge di
Bilancio 2021, la quale tiene conto del Decreto Rilancio e
prevede nuovi bonus per la casa (o prolunga la loro durata) e
per il settore edilizio.
In questo paragrafo le principali novità del bonus casa e
legge di bilancio 2021.

LEGGE BILANCIO/ECOBONUS                          (Bonus
casa):
a. PROROGA DEL BONUS 110%:
I contribuenti possono usufruire di questa detrazione fino al
30 giugno pertanto chi ha già cominciato i lavori può
sfruttarlo entro il 31 dicembre.
b. ECOBONUS NEL 2021:
I contribuenti possono avvalersi dell’incentivo per la
riqualificazione energetica degli edifici attraverso una
detrazione con aliquota dal 50% al 75%.
c. PROROGA DEL BONUS VERDE:
Questa riduzione è destinata a riqualificare gli ambienti
degli edifici, rendendoli ricchi di piante. La detrazione del
36% sulle spese non si avvarrà però dello sconto in fattura o
della cessione di credito.
LEGGE BILANCIO/BONUS AFFITTI:
a. AFFITTI BREVI:
Agli affittuari privati è permesso applicare la cedolare secca
sulle locazioni brevi solamente per l’affitto di massimo n.4
immobili. Pre riassumere è concesso solo alle attività di
impresa di dare in loco più di 4 immobili con questo tipo di
cedolare.
b. STUDENTI FUORI SEDE NEL 2021 E BONUS AFFITTO:
Soprattutto studenti immatricolati in atenei statali che
possiedono requisiti ben definiti possono essere agevolati per
l’affitto di un immobile.
c. PROROGA DEL CREDITO D’IMPOSTA PER L’ AFFITTO:
Viene prorogato fino al 30 aprile 2021 il credito d’imposta
del 60% sugli affitti di edifici (o porzioni di essi) a scopo
non abitativo. Il tax credit sui canoni di locazione comprende
anche le agenzie di viaggio e i tour operator.

LEGGE BILANCIO/NOVITÀ SULL’IMU.
Il decreto di Rilancio prevede che si possa estendere la prima
rata dell’Imu nel 2021 per proprietari con determinate
caratteristiche, colpiti dall’emergenza Covid.

LEGGE BILANCIO/PROROGA                  DELL’INCENTIVO
SULLE RISTRUTTURAZIONI.
il bonus consente ai contribuenti di sfruttare una detrazione
del 50% sui lavori di ristrutturazione edilizia delle case e
degli ambienti comuni nei condomini.

LEGGE BILANCIO/PROROGA DEL BONUS MOBILI.
La riduzione è una detrazione sui costi sostenuti per comprare
elettrodomestici e mobili da utilizzare per ammobiliare
ambienti soggetti a ristrutturazione. La novità relativa a
questo bonus consiste nell’aumento del budget da 10mila euro a
16mila euro.

LEGGE BILANCIO/BONUS FACCIATE
Già utilizzato due anni fa, questo incentivo permette di
giovarsi di una detrazione del 90% sui costi di rifacimento e
rinnovamento delle facciate esterne e balconi di palazzi.
LEGGE BILANCIO/BONUS IDRICO
Detto anche bonus rubinetti e bagno: è stato introdotto per la
sostituzione di rubinetti, soffioni doccia e sanitari al fine
di risparmiare acqua. L’agevolazione consente alle famiglie di
venir rimborsate di 1000 euro e ai pubblici esercizi di 5000
euro.

Maurizio Sala

Fiscalità immobiliare 2020
Fiscalità immobiliare 2020

La crisi del 2008 e l’attuale pandemia hanno messo a dura
prova il mercato immobiliare italiano.
L’importanza del settore immobiliare ha indotto il Governo a
introdurre nella Legge di Bilancio alcune misure per
rilanciare il settore edilizio, come ad esempio il Superbonus
110%, migliorando così la fiscalità immobiliare nel 2020.
Ad oggi la tassazione degli immobili in Italia prevede il
pagamento di imposte dirette e indirette allo Stato per la
detenzione di immobili, la loro messa a reddito o la loro
cessione:

Per il trasferimento di immobili mediante compravendita andrà
pagata:

     L’imposta di registro (in alternativa, l’IVA) e
     L’Imposta Ipotecaria e Catastale Per la donazione (o
     successione) sono dovute le imposte indirette:
     L’imposta di successione e di donazione, che varia a
seconda del rapporto di parentela o di coniugio tra il
     disponente e i beneficiari, e le imposte ipotecaria e
     catastale

La messa a reddito dell’immobile mediante locazione genera
imposte dirette da pagare:

     come IRPEF, oppure come Cedolare Secca

Il possesso di beni immobili è soggetto al versamento dell’Imu
o della Tasi:

     L’IMU è dovuta su tutti gli immobili posseduti a titolo
     di proprietà o di altro diritto (come usufrutto, uso,
     abitazione) tranne per l’abitazione principale non di
     lusso, mentre quest’ultime sono comunque soggette alla
     Tasi

Sono molteplici le particolarità di ciascun punto e
soprattutto le possibilità di detrazioni fiscali. Per
qualsiasi chiarimento affidati a dei consulenti esperti in
materia.

Tassazione compravendita immobiliare

Quando si parla di tassazione di compravendita immobiliare è
necessario distinguere se il venditore è soggetto all’IVA
oppure no :

Infatti se il venditore è un privato o un’impresa che vende in
esenzione Iva, l’acquirente verserà:

     l’imposta di registro proporzionale nella misura del 9%
     del prezzo o del valore catastale, mentre del 2% se si
     usufruisce del bonus prima casa
     imposta ipotecaria fissa di 50 euro
     l’imposta catastale fissa di 50 euro

se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si
pagherà
l’Iva del 10%, ridotta invece al 4% col bonus prima casa
     l’imposta di registro fissa di 200 euro
     imposta ipotecaria fissa di 200 euro
     l’imposta catastale fissa di 200 euro

La casistica delle situazioni di compravendite per i venditori
soggetti a IVA è piuttosto vasta. Affidati sempre ad agenzie
immobiliari serie ed affidabili in grado di fare chiarezza
sulla tua situazione.

Se vuoi vendere casa a Milano, contattaci! Noi di KM Real
Estate con il nostro team di professionisti e la nostra
pluriennale esperienza, saremo in grado di aiutarti con
serietà e affidabilità per tutto il processo di compravendita,
valutando con attenzione il tuo caso particolare.

Tassazione plusvalenza immobiliare
2020
La plusvalenza è il profitto che il venditore ricava a seguito
della vendita di un immobile.
La plusvalenza perciò non è altro che la differenza tra il
prezzo di vendita dell’immobile e il prezzo originario a cui
l’immobile era stato acquistato. La tassazione sulla
plusvalenza immobiliare al 2020 è pari al 26% della
plusvalenza.

Non si paga la tassa sulla plusvalenza quando:

     l’immobile in questione è stato ereditato e si decide di
     metterlo in vendita
     se si vende l’immobile dopo 5 anni dal suo acquisto

Pertanto negli altri casi si pagherà una tassa del 26% sulla
plusvalenza come previsto dall’art. 67- 68 TUIR.

Fiscalità fondi immobiliari
Per gli investitori che detengono quote in misura non
superiore al 5% del patrimonio del fondo, la fiscalità dei
fondi immobiliari, prevede che:
la tassazione sia a carico di chi possiede le quote al
     momento della percezione di proventi, della liquidazione
     delle quote e per la vendita delle stesse sul mercato.

Inoltre:

     Sui proventi è applicata una ritenuta del 26% a titolo
     di imposta.
     Per la liquidazione viene effettuata una ritenuta del
     26% sulla differenza tra valore di liquidazione e prezzo
     di carico, quando positivo. In caso di perdita viene
     generato un reddito diverso (minusvalenza).
     Per la cessione delle quote sul mercato invece: se la
     differenza tra prezzo di cessione e prezzo di carico è
     positiva si ha plusvalenza, se negativa una
     minusvalenza. Con le cessioni delle quote è possibile
     quindi compensare minusvalenze preesistenti.

Maurizio Sala

Bonus prima casa
Bonus prima casa
Come per il “mutuo prima casa” anche il “bonus prima casa”
rappresenta un’importante agevolazione fiscale a sostegno dei
cittadini che acquistano per la prima volta un’abitazione.

Infatti   l’agevolazione   bonus   prima   casa   consiste   nella
riduzione delle imposte da versare allo Stato quando si
acquista per la prima volta una casa.

Senza agevolazioni, gli importi da pagare ammontano al
massimo, invece usufruendo del bonus, le imposte subiranno una
notevole riduzione. Infatti secondo l’Agenzia delle Entrate

     per chi compra casa da un privato è prevista la
     riduzione dell’imposta di registro dal 9% al 2%,
     l’imposta catastale e ipotecaria saranno fisse e pari a
     50€
     per chi compra invece da un’impresa, l’imposta di
     registro è del 4% e non del 10%, mentre l’imposta
     catastale e ipotecaria saranno fisse e pari a 200€

Inoltre chi vende casa e ne riacquista un’altra entro 12 mesi
e col bonus, può
sottrarre dall’imposta da pagare quella già pagata con
     il precedente acquisto (credito di imposta)

Con il bonus è possibile anche:

     applicare il sistema prezzo-valore all’immobile
     affidandosi ad intermediari immobiliari, detrarre ai
     fini Irpef il 19% sui compensi corrisposti all’agenzia
     stessa, per un importo massimo di 1.000 euro

Bonus prima casa 2020: requisiti

Come per gli anni precedenti, il bonus prima casa sopra
descritto vale anche per il 2020. Naturalmente per poter
usufruire    dell’agevolazione     bisogna   soddisfare   alcuni
requisiti:

     L’abitazione deve appartenere alle categorie catastali
     A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 ,A/7, A/11 escludendo perciò gli
     immobili di lusso.
     L’immobile deve trovarsi nel Comune in cui il compratore
     ha la residenza, oppure stabilirvi la residenza entro 18
     mesi dall’acquisto; in alternativa l’acquirente deve
     dimostrare di lavorare nel Comune in cui intende
     acquistare casa
     Il compratore non deve essere proprietario di una
     seconda casa acquistata con l’agevolazione oppure può
     rivenderla entro un anno dall’acquisto della nuova casa
     col bonus
     Non deve possedere il diritto di uso, usufrutto o
     abitazione di un altro immobile nello stesso Comune in
     cui richiede l’agevolazione.

Bonus prima casa 2020 come richiederlo

Per richiedere l’agevolazione è necessario valutare
primariamente le caratteristiche della casa che vuoi
acquistare o eventualmente che vuoi vendere, e successivamente
affidarti ad un notaio.
Se hai deciso di vendere casa a Milano e vuoi usufruire di
tutte le agevolazioni fiscali di cui hai diritto, noi di KM
Real Estate sapremo come aiutarti nel richiedere il bonus
prima casa 2020: ti seguiremo in ogni step della
compravendita, dalla valutazione della casa, al compromesso,
fino all’atto notarile.

Bonus prima casa giovani

Quando si parla di bonus prima casa giovani ci si riferisce al
Fondo di garanzia per i mutui per acquisto prima casa, rivolto
ai

     giovani under 35 con contratti di lavoro atipici (es.
     determinato o part time)
     giovani coppie (di cui uno dei due under 35 anni)
     nuclei familiari monogenitoriali con figli minori a
     carico

Queste persone infatti, hanno più difficoltà ad accedere ai
mutui bancari, in quanto le garanzie lavorative e reddituali
generalmente non soddisfano i requisiti bancari per richiedere
un prestito; in assenza di un garante, come i genitori per
esempio, queste persone sono automaticamente escluse dal
mercato del credito.

Per rendere accessibile i mutui a queste categorie e
incentivare l’acquisto o la ristrutturazione di prime
abitazioni da parte di giovani, nel 2014 è stato creato il
Fondo di garanzia mutui prima casa: si tratta di un fondo in
cui lo stato interviene garantendo il

50% della quota capitale dei mutui richiesti. In questo modo
il garante per il prestito è proprio il Fondo statale.

Potrai presentare la richiesta al fondo direttamente sul sito
del Dipartimento del Tesoro.

Cos’è il bonus prima casa

Per fare una sintesi di cos’è il bonus prima casa considera
che:

       si tratta di importanti riduzioni sulle imposte da
       pagare allo Stato nel momento in cui acquisti o rivendi
       la tua prima abitazione
       si può richiedere il credito di imposta sull’abitazione
       da rivendere a fronte di un nuovo acquisto
       si può applicare il sistema prezzo-valore alla casa
       detrazioni dell’Irpef se ti sei affidato ad un’agenzia
       immobiliare

Le eccezioni comunque esistono, per cui se hai dubbi sul bonus
affidati a noi di KM Real Estate. Sapremo aiutarti a vendere o
acquistare casa a Milano con tutti i vantaggi delle
agevolazioni fiscali, mettendo a tua disposizione il nostro
team di professionisti!

Maurizio Sala
AGEVOLAZIONI PRIMA CASA

Agevolazioni prima casa 2020
Quando   si   compra   per   la   prima   volta   un   immobile,   le
agevolazioni fiscali per la prima casa sono molteplici e
riguardano principalmente le imposte dovute allo Stato.

Infatti il bonus prima casa prevede di pagare imposte ridotte
sull’atto di acquisto di un immobile.

Come per gli anni passati, l’Agenzia delle Entrate fornisce le
informazioni utili in merito alle agevolazioni prima casa, che
anche per il 2020 saranno:

se il venditore è un privato o un’impresa che vende in
esenzione Iva, l’acquirente verserà:

     l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2%,
     anziché del 9%
     l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro
     l’imposta catastale fissa di 50 euro

se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si
pagherà

     l’Iva ridotta al 4%, anzichè pagare il totale 10%
     l’imposta di registro fissa di 200 euro
     l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro
     l’imposta catastale fissa di 200 euro

Inoltre, per godere del bonus è indispensabile non possedere
un immobile acquistato con la medesima agevolazione e se lo si
possiede, venderlo entro un anno dal nuovo acquisto.

Agevolazioni prima casa requisiti
Per poter usufruire delle agevolazioni sulla prima casa è
necessario possedere dei requisiti:

     L’abitazione deve appartenere alle categorie catastali
     A/2, A/3, A/4, A/5,A/6 ,A/7, A/11 ad esclusione quindi
     degli immobili di lusso.

E’ possibile oltretutto applicare la riduzione delle imposte
anche a C/2, C/6, C/7 (magazzini rimesse e tettoie), a patto
che appartengano all’abitazione acquistata con l’agevolazione
“prima casa”.

     L’abitazione deve trovarsi nel Comune in cui il
     compratore ha la residenza e non si deve essere i
     proprietari di una seconda casa acquistata con
     l’agevolazione.
     Non possedere il diritto di uso, usufrutto o abitazione
     di un altro immobile nello stesso Comune in cui si
richiede l’agevolazione.

Esistono eccezioni e particolarità per ogni caso, dunque se
sei in procinto di acquistare il tuo primo immobile o sei il
proprietario di una prima casa senza aver usufruito
dell’agevolazione, affidati a KM Real Estate.

Tramite una consulenza personalizzata un team di esperti saprà
valutare nel dettaglio le tue concrete possibilità, e
indirizzarti all’acquisto della casa dei tuoi sogni con tutte
i vantaggi delle agevolazioni fiscali.

Agevolazione prima casa dopo 5 anni
Attenzione a quando si rivende una casa acquistata usufruendo
del bonus “prima casa”.

E’ possibile vendere l’immobile senza perdere l’agevolazione
prima casa, solo dopo 5 anni dal suo acquisto. Se la vendita
avviene prima dei 5 anni si perdono le agevolazioni fiscali e
si dovrà versare:
le imposte “risparmiate”
     gli interessi
     una sanzione del 30%

a meno che, entro un anno, non si riacquista un altro
immobile, anche a titolo gratuito, da adibire a propria
abitazione principale.

Agevolazione                      prima                casa
ristrutturazione
Grazie al bonus ristrutturazione prima casa è possibile
usufruire di importanti incentivi nel caso tu voglia
ristrutturare la tua prima abitazione o se lo hai già fatto.

Infatti le agevolazioni fiscali prima casa sugli interventi di
ristrutturazione edilizia

dal 26 giugno 2012 fino al 31 dicembre 2021 prevede una
detrazione pari al 50 % con un tetto massimo di spesa di
96.000 euro.

In tutto ciò rientrano non solo le spese di acquisto dei
materiali, ma anche quelle di manodopera.

Se sei alla ricerca del piano di ristrutturazione su misura
per te e per la tua nuova casa, affidati a KM Real Estate, un
team di professionisti nell’ambito dell’architettura e dei
servizi immobiliari saprà aiutarti a dare forma ai tuoi
progetti.

Agevolazioni prima casa 2021
Come per il 2020 e gli anni precedenti, le agevolazioni prima
casa del 2021 prevedono il pagamento di imposte ridotte
sull’atto di acquisto di un immobile. Infatti le riduzioni
sono eguali a quelle del 2020 e prevedono:

se il venditore è un privato o un’impresa che vende in
esenzione Iva, l’acquirente verserà:

     l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2%,
     anziché del 9%
     l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro
     l’imposta catastale fissa di 50 euro

se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, si
pagherà

     l’Iva ridotta al 4%, anziché pagare il totale 10%
     l’imposta di registro fissa di 200 euro
     l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro
     l’imposta catastale fissa di 200 euro

Maurizio Sala
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