A Pasqua scegli l'albero giusto - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM COPIA GRATUITA ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 A Pasqua scegli l'albero giusto di don Gianni Antoniazzi La Pasqua comprende le vicende rinnegherai 3 volte» (Mc 14,27) e la Pietro ebbe fiducia nella miseri- di Giuda e di Pietro. Il primo è un profezia si realizzò. Un tradimento cordia di Cristo, Giuda no. Sul Cal- traditore patentato. Era nel nume- per certi aspetti peggiore perché vario ci fu un'analoga vicenda. Dei ro dei 12 apostoli ma rubava i sol- Pietro soltanto (con altri due) aveva due ladroni uno maledisse e morì di dalla cassa (Gv 12,5); prima del visto la trasfigurazione, la rianima- disperato; l’altro supplicò: «Ricor- Giovedì Santo s’era accordato per zione di una ragazza e la preghiera dati di me» ed entrò in paradiso consegnare Gesù e lui stesso gui- nell’orto degli ulivi. Ecco: Giuda e (Lc 23,43). dò i nemici al luogo della cattura. Pietro, entrambi traditori. Succede così: chi capisce il per- Pietro invece è “capo della Chie- Eppure l’esito fu diverso. Durante dono di Dio vive e si rinnova. La sa”, autorità indiscussa e primo la Passione Gesù rivolse lo sguar- Pasqua è l’esperienza personale di pontefice. Tuttavia non è migliore. do a Pietro (Lc 22,61) e con Giuda misericordia e vita. Un bambino Anzi: il suo “segretario”, l’Evange- fece di più: lo baciò. Pietro «uscito ha commentato: «Giuda ha sba- lista Marco, racconta il tradimento fuori, scoppiò a piangere» mentre gliato albero: si è impiccato ad un con ampiezza di dettagli. Gesù af- Giuda «andò a impiccarsi». fico, invece doveva appendersi al fermò: «Prima che il gallo canti mi Dov’è la differenza? Nel fatto che collo di Gesù».
Il bello della vita Resurrezione sia rinascita di Plinio Borghi Siamo al top del nostro percorso liturgico ed è chiaro che questi momenti non vanno solo celebrati, ma anche vissuti: ogni Pasqua deve diventare un nuovo inizio di vita Ormai siamo talmente abituati a gli stessi numeri anche nei giorni È pur vero che tutte le domeni- macinare feste su feste che, se precedenti, il cosiddetto Triduo. che celebriamo la Pasqua, come non prestiamo un po’ di attenzione Sfugge evidentemente alla mag- pure tutte le volte che si fa Messa alla differenza dell’una dall’altra, gior parte dei fedeli praticanti che per qualsiasi motivo, ed è quin- finiamo per limitarci all’oggettisti- vivere la Resurrezione equivale a di conseguente che ogni volta ne ca che le contraddistingue oppu- far luogo in noi a una vera e pro- dovremmo uscire “rigenerati”, se re a farcele passare sotto il naso pria rinascita, innanzitutto spiri- l’approccio e la partecipazione ri- come l’ennesima occasione per la tuale, non fosse altro che per la sultano corretti. C’è da aggiunge- scampagnata o l’uscita fuori por- garanzia che Essa costituisce per re, peraltro, che se manifestiamo ta. Lo stesso scambio di auguri di- la nostra vita eterna, ma anche fi- appieno, con gioia ed entusiasmo venta una pennellata folkloristica, sica ed emozionale, tale da influi- questa rinascita, in modo da farla della quale magari approfittare re sensibilmente sul nostro stesso percepire anche a coloro che sono per riagganciare qualche parente comportamento. Perciò ha biso- più distanti dalla fede praticata e o amico coi quali si sono sfilacciati gno di un’adeguata preparazione vissuta, l’effetto diventa conta- i rapporti. (e la Quaresima appena trascorsa gioso e si può tradurre in un ana- Certo che è triste ridurre la Pa- avrebbe dovuto contribuire a que- logo desiderio di dare un senso a squa a un bell’uovo vistosamente sto) che ci veda attivi in tutta la questo particolare momento che, incartato e a una colomba clas- Settimana santa, a partire dai pri- ripeto, racchiude più giorni. D’al- sica o farcita! Anche le massicce mi tre giorni di adorazione, anche tronde, perché perdere, anche dal partecipazioni alle Messe della questi ormai scemati al punto da punto di vista laico, un’occasione notte e del giorno cui si assiste- indurre molte parrocchie a ridur- come questa, se davvero provoca va un tempo (oggi ridimensionate ne drasticamente l’orario, e quin- tutta questa agitazione e tutta a una presenza un po’ più consi- di alle liturgie del Giovedì, Vener- questa euforia nei cristiani? Visto stente del solito) hanno sempre dì e Sabato santi, premesse per poi che la “faccenda” della Re- dato e danno la sensazione di un entrare con consapevolezza nel surrezione è uno degli aspetti più tradizionale adempimento a un grande mistero della Resurrezione difficili da digerire del complesso precetto per i sedicenti credenti, di Gesù, senza la quale tutto l’im- della proposta cristiana (e il lai- più che a un importante percor- pianto della nostra fede sarebbe co serio, non credente, sa che la so che dovrebbe realizzare quasi vano. fede è sicuramente un dono, che a lui non è dato di godere ma dal quale nessuno lo esclude), perché non approfittarne per andare più a fondo e cercare di capire? Se succede, anche questa è una botta di rinascita, ma soprattutto ci richiama alla nostra primaria re- sponsabilità: essere vere e proprie calamite per invogliare il fratello, che poi sarebbe l’azione missio- naria, pur spicciola, che il nostro Maestro ci ha imposto come man- dato. Resta inteso che se riuscissi- mo a convertirne anche uno solo, l’obiettivo sarebbe raggiunto, la vita non sarebbe trascorsa invano e la rinascita odierna acquistereb- be un valore incalcolabile. 2 ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023
Da sapere Perdonare il portiere di Matteo Riberto “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Anche chi non crede o pratica conosce queste parole. La Pasqua invita a riflettere sul concetto di perdono. Ma a chi giova? Chi ha giocato a calcio o lo segue no commesso e subìto dei torti. Chi vendetta, chi chiude i rapporti con per passione lo sa: il portiere è un non ha mai detto una bugia, chi non chi l’ha ferito e chi maschera ma in ruolo complicato. Un attaccante può si è mai comportato male con un realtà non riesce più a recuperare sbagliare quattro gol ma se all’ulti- amico, con il proprio partner o con il rapporto che prima lo legava a mo minuto segna la rete decisiva il proprio figlio? Credo che sia im- quella persona. verrà portato in trionfo. Il portiere possibile trovare qualcuno con il ve- Un caro amico, con cui parlavo di può invece salvare il risultato fino al stito completamente bianco e privo perdono anticipandogli che ne avrei novantesimo con parate spettacola- di macchie. Girando la moneta è si- scritto, mi suggeriva questa rifles- ri, ma se nel recupero fa la classica curamente vero anche il contrario. sione. Secondo lui un modo per papera e la squadra perde la parti- Chi non si è mai visto rispondere in riuscire a perdonare è cambiare ta, i tifosi ricorderanno solo quella. malo modo, chi non si è mai sen- prospettiva. Come vorremmo esse- E non lo perdoneranno, specie se la tito offeso nell’orgoglio, si è visto re trattati se fossimo noi gli autori partita era importante. negato aiuto quando ne aveva biso- dello sbaglio? Vorremmo che la per- La situazione del portiere è comune gno o ha visto tradire la sua fiducia? sona che abbiamo ferito ci perdo- a molti. Si può condurre un’esisten- Anche in questo caso – ovviamente nasse. È un ragionamento semplice, za rispettando le leggi, cercando di con gradazioni e gravità differenti ma credo efficace. Perdonare è poi essere gentili con gli altri – amici, – credo che nessuno possa dire di estremamente positivo per chi lo parenti, conoscenti e sconosciuti – non aver mai vissuto esperienze di fa. Significa, infatti, anche liberar- ma se si commette uno sbaglio molti questo tipo: così è la vita. Ma come si e lasciarsi alle spalle un dolore o si ricorderanno solo quello. Un mar- ci comportiamo quando subiamo un un trauma che ci portiamo dietro. E chio permanente. È una cosa triste, torto o ci confrontiamo con l’erro- togliersi un peso sicuramente aiuta non c’è dubbio. Chiaro, gli sbagli re commesso da qualcuno? Il risen- a camminare meglio. Certo, qual- non pesano tutti allo stesso modo: timento e la rabbia sono proprie cuno dirà che non si può perdona- un conto è usare una parola sgar- dell’uomo e non c’è da vergognarsi re sempre e ripetutamente. E che bata, un altro è un omicidio. Come a sentirle nel proprio animo. Credo perdonare non è cancellare quanto si può giudicare una persona che che il nocciolo della questione ruo- subìto, far finta che non sia accadu- non perdona l’assassino del fratello? ti intorno a come gestiamo questi to nulla. Sono d’accordo: il perdo- C’è chi ci riuscirebbe e chi no. Ma sentimenti, per quanto li facciamo no necessita di un confronto, di un soffermiamoci sulle esperienze co- albergare dentro di noi e in che “accordo” tra le parti nel desiderio muni. Tutti, nessuno escluso, han- azioni li traduciamo. C’è chi cerca che lo sbaglio non venga reiterato. Anche perché chi non impara dai propri errori non fa solo un danno agli altri, ma anche a sé. Fatto sta che togliersi un peso aiuta a cam- minare meglio, e magari a tornare a passeggiare con una persona che avevamo perso lungo il cammino. Molti portieri di calcio, per aiutare i colleghi a superare il “trauma” di una papera, gli ricordano le tante belle parate fatte. Forse, per per- donare qualcuno, basterebbe fare come i portieri e non come i tifosi. Soffermarsi sulle belle parate che il portiere che ci ha ferito ha fatto, e non solo sulle poche papere. Anche perché non c’è un portiere che non ne abbia mai fatta una in carriera. ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 3
Sottovoce La Vita vince 10 a uno di don Gianni Antoniazzi Sei giorni prima di Pasqua Gesù andò a Betania in casa di Lazza- ro. Durante la cena, Maria versò sui suoi piedi un profumo di puro nardo. Giuda protestò per lo spreco; disse che si poteva vendere quella boccetta per 300 denari e darli ai poveri. In effetti la ci- fra era da vertigine. Corrispondeva a un anno di buon stipendio. Bisogna sapere che il nardo cresceva solo sulla catena montuosa dell’Himalaya. Era una pianta di un metro con fiori arancioni. La parte sotterranea del suo fusto (rizoma), schiacciata e distillata, dava un olio profumato così nobile da essere ammesso tra le 11 erbe per l'incenso nel Tempio di Gerusalemme. Se si pensa alla spesa per il trasporto e il legittimo guadagno per tutti si com- prende il valore finale. Di tutta la vicenda teniamo a mente solo questo: un gesto di vita in casa di Lazzaro vale 300 denari. Il Vangelo va avanti e narra il tradimento di Giuda che consegnò Gesù per 30 denari. Per un credente si è trattato di un misfatto gravissimo perché il giusto, anzi, il Figlio di Dio venne consegna- to alla morte. Trenta denari era il prezzo di uno schiavo, poco più di uno stipendio mensile. Nel Vangelo è il valore della catti- veria umana. Si fa presto a fare i conti: nel percorso pasquale, la benevolenza vince il male di 10 volte. Ogni discepolo sa di essere rigenerato dalla Pasqua perché il Vangelo porta con sé una vita- lità molto superiore ad ogni peggiore cattiveria umana. Una curiosità Il fiore di nardo è simbolo di San Giuseppe ed è riportato nello stemma di Papa Francesco nello scudo in basso a destra. In punta di piedi Sollevare i figli Le persone esperte spiegano che quando un neonato co- Fin qui il movimento fisico. Veniamo ora al cammino spi- mincia a camminare compie operazioni molto complesse rituale, ben più complesso. Imparare l’arte quotidiana del al punto che il movimento armonico del corpo eretto è vivere è un affare serio. È normale che un uomo e una stato riprodotto dai robot soltanto negli ultimi anni e, donna possano cadere, anche in errori gravi, “peccati” o sembra, con enorme dispendio di microprocessori. tradimenti. Dio Padre non sta vicino per punire. È già la Torniamo al nostro bambino: il corpo deve anzitutto svi- vita in sé a presentare il conto. Non è un Dio sciocco e non luppare una muscolatura sufficientemente forte. Questo trova soddisfazione del nostro malessere. non basta. Serve il senso dell’equilibrio che non si acqui- Al rovescio: il Padre ci affianca per sollevarci e incorag- sta, dicono gli esperti, se non con qualche caduta. Que- giarci poco per volta a camminare; lo fa chiaramente ri- ste esperienze, temute dai genitori, sono fondamentali e spettando la nostra libertà ma anche offrendoci la forza alcuni ritengono nocivo il girello che impedisce al piccolo per riprendere il cammino con uno stile più maturo e di fare qualche ruzzolone. Cadere è una lezione decisiva: sereno. Questa è l’immagine che ci viene dai Vangeli. consente di capire lo spazio e la gravità, insegna i limiti La nostra Chiesa dovrebbe essere capace di realizzare del corpo, educa alla prudenza, migliora l’assetto e svi- questa presenza nella storia umana. Non dovrebbe mo- luppa il senso dell’equilibrio. strare anzitutto un volto severo, di punizioni e regole, Cosa fanno i genitori quando il figlio cade? Non stanno di diritto e norme morali. Quanto sarebbe importante certo lì a punirlo. Anzi: lo affiancano per rialzarlo, inco- che la nostra gente percepisse il volto di una Madre che raggiarlo, suggerirgli le soluzioni. solleva i figli. 4 ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023
Camminare insieme Pasqua a tavola di don Sandro Vigani Agnello, capretto, coniglio, uova, risotto con i bruscandoli, pevarada, insalata Un viaggio tra tradizioni culinarie, detti e credenze della società contadina Nel Basso Piave, per la gente con- cilmente, il capretto. Nel Veneto, mancare le uova colorate. Simbolo tadina, quello di Pasqua era un soprattutto in pianura, gli alleva- di fertilità e di vita, venivano di- giorno di gioia: dopo il mesto tem- menti di pecore erano pochi. Spes- pinte facendole bollire con erbe di po della Quaresima, fatto di rinun- so l’agnello pasquale veniva perciò campo o con la lana colorata. La ce e penitenza, finalmente si po- sostituito dal coniglio. In genere lo mattina di Pasqua, appena alza- teva far festa perché Cristo era ri- si arrostiva nel forno della cucina te, le donne bevevano l’uovo che sorto. Nessuno mancava alla messa economica o lo si cuoceva a fuoco la gallina aveva deposto il vener- pasquale, neppure quando durante vivo, dopo averlo fatto marinare dì Santo, contro el mal de panza. l’anno avevano partecipato soltan- per almeno una notte con gli odori Gli uomini invece quello del sabato to alla messa natalizia. Ma atten- (salvia, rosmarino, aglio, alloro…) e Santo, contro el mal de schena. Il zione, perché il parroco dall’alta- un bicchiere di aceto allungato con giorno di Pasqua si faceva un gio- re tuonava: “Natalini e Pasqualini acqua. Lo si accompagnava con la co: veniva collocato un uovo sodo all’inferno son vicini”. pevarada. Quella del Basso Piave nell’angolo della stanza, i compo- Per l’occasione il coro preparava era totalmente diversa dalla peva- nenti della famiglia si sfidavano canti particolari e l’organo suonava rada veronese. Si tratta una salsa lanciando una palanca sull’uovo. a tutto fiato le trombe. Tanta era dalle radici antiche (esisteva già Chi riusciva a ficcarla nell’uovo si la festa, che si usava dire, quando nel 1300) che nel Basso Piave ve- teneva uovo e moneta. Nei cam- una persona era particolarmente niva preparata con le frattaglie del pi spuntavano le erbe selvatiche felice: l’è contento come ‘na Pa- coniglio, una bella fetta di salame commestibili, che le donne racco- squa! Finalmente si poteva magnàr o soppressa, lardo, o pancetta, glievano e cuocevano: celebre il ri- de grasso, cioè mangiare la carne. aglio tritati finemente, verso fine sotto con i bruscandoli (i germogli Vera anche la triste usanza che, se cottura si aggiungeva il succo di un del luppolo selvatico, che a volte per Pasqua il padrone regalava ai limone e abbondante pepe. venivano chiamati anche asparagi mezzadri della carne, significava Man mano ci si avvicinava alla Pa- selvatici) e l’insalatina pasqualina. che a san Martino avrebbe rotto il squa la temperatura cominciava a Per Pasqua nella tavola contadina contratto: da qui il detto “ciapàr salire, perciò le galline cominciava- non poteva mancare la fugazza, a carne” che ha un significato ne- no a deporre le uova: “a Pasqua, un dolce semplice, fatto con uova, gativo. Cibo principe per il pranzo trista xe la polastra che no la faza farina, zucchero e lievito, lievitato pasquale era l’agnello o, più fa- el vovo”. Non potevano quindi per molte ore e rimpastato molte volte dalle massaie. Capitava che a volte la fugazza venisse donata dal moroso alla famiglia della fidan- zata con l’anello di fidanzamento nascosto nell’impasto. Un’usanza particolare: era vietato il giorno di Pasqua mettere piede nell’orto: così quell’anno l’orto non sarebbe stato invaso da formiche e insetti nocivi. Il lunedì dell’Angelo, Pa- squetta, si facevano scampagnate e pic-nic all’aperto, lungo l’argine del Piave o le rive dei tanti canali che irrigavano i campi. Il cibo che in questo caso veniva consuma- to era la frittata, accompagnata dall’insalatina verde da poco ger- mogliata e raccolta nell’orto. ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 5
La voce del Centro Il servizio pasquale di Edoardo Rivola Rinascita significa nuova vita: ripar- Non è una storia di rinascita: è la sto- presenta una grande opportunità per tire, cambiati, dopo una caduta, un ria di una persona che fa parte della Gianluca per poter generalizzare le tradimento, un errore, un momento nostra squadra. Nelle settimane pre- competenze che sta progressivamen- di difficoltà estrema. Non si rinasce cedenti ve ne ho raccontate alcune. te acquisendo a casa e sentirsi una in un secondo: come per tutte le Stavolta vi parlo di Gianluca, ragazzo persona uguale a tutte le altre. Per cose importanti, ci vuole tempo. Di- di 23 anni con la sindrome di down Gianluca il martedì pomeriggio ormai rei che la rinascita si articola in tre che da tre anni è seguito da Patrizia; è diventato “Vado a Mestre al Centro fasi: difficoltà, percorso per supe- una psicoterapeuta individuata dai a lavorare”. rarla, e rinascita vera e propria. Tre genitori per accompagnarlo nel suo fasi che possono essere considerate progetto di autonomia. Non voglio Quaresima 2.0 una sola. Solitamente, quando si ri- essere io a raccontare l’esperienza Avevo anticipato che domenica 26 esce a rinascere, si è più forti. Si ha di Gianluca al Centro. Credo che la marzo si sarebbe svolta l'esperien- infatti l’esperienza della difficoltà – seguente lettera inviataci da Patrizia za di servizio presso il Centro Papa che come detto può investire diversi sia il resoconto migliore. Francesco della Comunità Giovani- ambiti: lavoro, famiglia, amicizia – e "Purtroppo a febbraio del 2022 l'espe- le di Chirignago a cui dico subito un l’esperienza forgia. Il Centro di Soli- rienza passata dove Gianluca era oc- grande grazie! Dopo l'arrivo in bici darietà cristiana Papa Francesco ruo- cupato è venuta a concludersi per la e la partecipazione alla bella messa ta intorno al concetto di rinascita. chiusura del servizio. Nuovamente si celebrata da don Silvio dei Salesiani, Una rinascita che si vede, si tocca e si è presentata la difficoltà di trovare è seguita la divisione in 13 gruppi; vive sia tra i nostri utenti che soste- un luogo dove Gianluca potesse es- ognuno coordinato da un animatore niamo; sia tra chi ci aiuta a far gira- sere inserito anche per non perdere e dai nostri volontari presenti che re la macchina. Nella nostra squadra le abilità e le competenze acquisite hanno affiancato i ragazzi nei lavori ci sono infatti anche persone con un durante la precedente esperienza. effettuati nella nostra struttura. La- passato difficile, ragazzi accompa- Dopo diversi no, ci è stato indica- vori che si sono conclusi con un pran- gnati dal tribunale per fare servizi so- to il Centro di Solidarietà cristiana zo al sacco e un saluto finale. È stata cialmente utili, persone che proven- Papa Francesco. Dopo un colloquio un’esperienza bellissima: per il sorri- gono dal carcere. Devo dire che per conoscitivo con la presenza di Gian- so e la felicità espressa a parole e ne- molti di loro il servizio che fanno nel luca e il presidente Edoardo Rivola, gli sguardi. Grazie a tutti i ragazzi per nostro Centro è un primo passo im- e definendo degli obiettivi precisi e l’impegno profuso, grazie agli anima- portante per il reinserimento sociale. condivisi (ha un programma indivi- tori, a don Silvio e ai nostri volontari. dualizzato), è iniziato l'inserimento Anche in questo caso, invece che rac- Gianluca presso il Centro. Da settembre 2022 contare io l’esperienza, lascio la pa- L’esempio che voglio raccontare non Gianluca dà il suo contributo una rola a due ragazze che sono state tra ha a che fare con quelli citati prima. volta alla settimana come volontario le protagoniste di questa esperienza. (fa anche un corso di nuoto, logope- dia) con compiti diversi in base alle necessità: dal settore ortofrutta, a Centro di quello alimentare nella confezione Solidarietà cristiana dei sacchetti di caramelle/biscotti Papa Francesco che poi saranno messi a disposizione Vi invitiamo a visitare il Cen- all'interno del Centro. Gianluca si è tro di Solidarietà cristiana Papa subito inserito bene, comprendendo Francesco. È un ambiente acco- la mansione che ogni volta gli viene gliente, semplice, familiare, di- data. Ha imparato a conoscere gli al- verso dai supermercati ai quali tri volontari e questo lo sta aiutando siamo abituati. Desidera essere ad aprirsi maggiormente anche con un luogo di fraternità concreta: persone esterne alla sua famiglia. chi può dà una mano mentre chi Tutti lo hanno accolto senza precon- ha bisogno trova un soccorso. cetti e sono disponibili ad aiutarlo Al momento il Centro si occupa nelle difficoltà; questo ambiente di di raccogliere e distribuire abi- lavoro lo ha reso ancora più socievole ti, mobili usati, e alimenti an- e più aperto nel raccontare la propria che in prossimità di scadenza. esperienza. Questa esperienza rap- 6 ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023
La voce del Centro comunitaria ed esperienza di servi- zio. Domenica abbiamo dato corpo all'insegnamento ricevuto "lavatevi i piedi gli uni agli altri" svolgendo al- cune attività al Centro di Solidarie- tà cristiana Papa Francesco. Con la santa messa e la mattinata trascorsa serena ed operosa nei vari reparti, avevamo il cuore pieno di meraviglia e gratitudine per il tanto bene che i nostri occhi hanno visto. Con il ser- vizio e la cordialità i volontari del Centro hanno avuto cura di noi, con Chiara del Centro. Mi aspettavo una gior- garbo e fermezza ci hanno guidati nel "Sono Chiara, appartengo alla co- nata assieme ai miei amici, alla mia servizio. Ci siamo sentiti attesi, ac- munità parrocchiale di S. Giorgio di parrocchia e ai volontari del Centro: colti e valorizzati dalla cordialità dei Chirignago. La Quaresima 2.0 è un una mattinata intensa, immersa nel volontari che con garbo e fermezza ci progetto di due giorni, dove nel se- servizio per aiutare tutte le perso- hanno guidati nel servizio. Se il pen- condo abbiamo avuto modo di vive- ne in difficoltà. I miei tre aggettivi siero era quello di donare un po’ di re una vera e propria esperienza di per descrivere la giornata sono uni- tempo ed energia a chi è nel bisogno, servizio al Centro Papa Francesco. Ho ca, divertente e responsabile. Siamo in realtà è a noi che sono stati lavati svolto diverse attività sotto la guida stati accolti dai volontari che si son i piedi. Ci siamo salutati con la gioia dei volontari del Centro insieme al dimostrati gentili e disponibili fin da di avere vissuto un tempo buono e il gruppo a cui ero assegnata: attivi- subito. Si sono preoccupati per noi, desiderio di ritornare". tà suddivise in maniera eterogenea, erano i primi a dare una mano. Penso tra banco alimentare, vestiti, giochi, siano delle persone meravigliose per- Cara Katia, ti ringrazio. "Lavatevi i libri, caramelle, mobili, pulizia auto- ché regalano il loro tempo a chi ne piedi gli uni agli altri": non sono sta- mezzi e altro. Per quanto mi riguarda ha bisogno, non è assolutamente un ti lavati solo a Voi, ma anche a noi. il compito del mio gruppo insieme ad qualcosa di scontato. Mi porto a casa, Il caso vuole che erano 13 i gruppi, altre ragazze era quello della cernita oltre ai momenti insieme agli altri, il come i tredici apostoli. di vestiti, ovvero selezionare quelli gesto di servizio e la felicità nell'aiu- che si potevano riutilizzare per po- tare chi ha bisogno, divertendosi as- Buona Pasqua terli offrire a chi avrebbe potuto do- sieme agli altri". Non potevo concludere questo artico- nare loro una seconda vita. Se devo lo senza gli auguri di buona Pasqua. scegliere tre aggettivi sull'esperienza Katia e tutti gli educatori A tutti voi, ai nostri volontari, a don dico inclusiva, speciale, educativa. "Ogni comunità sceglie occasione Armando, Suor Teresa, don Gianni e a I volontari presenti al Centro sia al ed esperienze per vivere insieme e tutti i nostri residenti dei Centri don nostro arrivo che durante la nostra prepararsi alla Pasqua: quest'anno è Vecchi. Un augurio finale e speciale al permanenza mi hanno colpito per la stata la Quaresima 2.0, un momento nostro Santo Padre che in questi gior- loro disponibilità nei nostri confronti formativo per coniugare dimensione ni sta vivendo momenti di fragilità. e per il loro spirito di iniziativa. Alla fine sono stata sorpresa che durante il pranzo molti di noi si siano messi a parlare di cosa avessero fatto scam- biandosi opinioni e aneddoti, Non voglio dimenticare l'entusiasmo che pervadeva il Centro mentre ognuno prestava servizio senza sentirlo come peso ma come una scelta". Matilde "Abbiamo avuto la possibilità dopo la messa di "toccare" la povertà con le nostre mani. Ci siamo divisi in vari gruppi per svolgere le diverse attività e servizi, ogni gruppo era seguito da un nostro animatore e dai volontari ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 7
Succede ai Don Vecchi Una grande famiglia di Andrea Groppo Inauguriamo una nuova rubrica dedicata ai Centri don Cosa sono i centri don Vecchi? Vecchi della Fondazione Carpinetum. Partiamo quindi, Sono 7 residenze protette sulla terraferma veneziana per chi non li conoscesse, da una presentazione: qui di che accolgono persone in stato di necessità, per la seguito l’intervento del presidente della fondazione e maggior parte anziani. Tutti hanno a disposizione un a fianco l’intervista alla direttrice dei Centri, Cristina alloggio autonomo e la possibilità di partecipare alla Mazzucco. vita di comunità negli spazi comuni, tra i quali risto- "Mi chiamo Andrea Groppo, ho 56 anni e due figli. ranti e sale ricreative. Frequento la parrocchia di Carpenedo da sempre, pri- ma con il catechismo e poi come scout: una passione Quanti ospiti accolgono? che ho portato avanti fino a 24 anni, quando mi sono Attualmente quasi 550, oltre a 85 volontari. sposato. Fin dall’inizio ho partecipato al sogno di don Armando, spinto da uno spirito di servizio appreso Chi sono? nel periodo scout: forte dei miei studi di geometra, In maggioranza anziani di età tra i 65 e gli 85 anni, nel 1994 ho seguito la costruzione del primo Centro ancora autosufficienti. La valutazione delle nuove Don Vecchi. Così è stato naturale entrare a far parte emergenze abitative ci ha spinti ad accogliere anche della Fondazione Carpinetum, prima come consigliere altre categorie: genitori separati con figli minori, di- e poi, dal dicembre 2022, come presidente. Lo spirito soccupati, giovani coppie, persone con disabilità fisi- con cui sostengo le iniziative della Fondazione è lo ca, profughi ucraini e richiedenti asilo. C’è anche chi stesso da 29 anni. L’impegno come volontario è la mia è in difficoltà economica e ha bisogno di un alloggio offerta per una causa comune, la diffusione dei valori provvisorio, magari perché ha ricevuto uno sfratto. della fede e della solidarietà. Lo facciamo in modo Quanto si paga? concreto, andando incontro ai bisogni delle persone. Non facciamo pagare un affitto ma le spese condomi- Per questo, oltre ad accogliere le persone anziane, ci niali (pulizia, giardinaggio, manutenzioni) e le utenze. siamo mossi per rispondere a esigenze nuove: quelle Mediamente la quota mensile si aggira tra i 250 e i dei padri separati e di giovani coppie, ma anche di 300 euro. persone con disabilità e, più di recente, di rifugiati. Non abbiamo la pretesa di risolvere il problema ma In che modo si promuove la socialità? la voglia di sperimentare soluzioni che possano anche I don Vecchi sono delle comunità nelle quali gli in- fare da esempio. Mi rivolgo a voi lettori per chiede- quilini creano legami, aiutandosi a vicenda e facendo re il vostro appoggio, ricordando che solo con il so- a loro volta attività di volontariato. Ad esempio ge- stegno delle persone la Fondazione può continuare a stiscono, a turni, il punto ristoro, servono ai tavoli operare in modo incisivo. La nostra ricchezza è frutto nel ristorante o contribuiscono nelle attività di giar- del volontariato, senza il quale questa magia non sa- dinaggio. rebbe possibile. Chiudo nell’auspicio di vedere presto realizzato il nostro sogno più prossimo: il Centro Don Che atmosfera si respira? Vecchi 9. Nel frattempo, vi rivolgo l’augurio di una Innanzitutto l’amicizia e la fratellanza: gli ospiti stan- gioiosa Pasqua". no in compagnia, organizzano molte feste, fanno la tombola e le lotterie. È un contesto di vita attiva. Quali sono le iniziative comunitarie? Abbiamo i cori, piccole rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali. Un ex educatore comunale, ora in pensione, organizza incontri settimanali con discussio- ni attorno ai valori, "I saggi del Don Vecchi”. Sono previste attività per la Pasqua? Avremo senz'altro il pranzo di Pasqua, oltre alla Messa e alla lotteria: gli ospiti hanno messo a disposizione delle uova pasquali e vari premi, il ricavato andrà in beneficienza. (Intervista di Carlo Di Gennaro) 8 ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023
Vivere la comunità Quando sono Giuda? di Daniela Bonaventura Pasqua, per me, ha un sapore di- Crucis del Venerdì Santo per le vittoria della vita sulla morte e verso dal Natale. Il Natale è una strade della parrocchia, la messa trasmettere queste emozioni a festa per tutti: ci sono le luci per del giorno di Pasqua. chi mi è vicino. le strade, il pensiero dei regali, il Era tutto un susseguirsi di impe- Nelle letture del Giovedì e Vener- presepe e l’albero da preparare. gni intensi, vissuti in comunità e dì Santo incontriamo i discepoli, Ci si trova tutti insieme in Chiesa, preparati con cura. ed in particolare Giuda, Pietro, e in famiglia, con gli amici a cele- In quei tempi la preparazione del Giovanni, poi Caifa, Pilato, Simo- brare la gioia della nascita e della menù pasquale non era un mio ne di Cirene, Maria e le donne ai rinascita: è una festa corale, ad problema e quindi potevo vivere piedi della Croce, i due ladroni, ampio respiro. quei giorni in maniera, diciamo, Giuseppe di Arimatea. In ognuno Pasqua è una festa più intima, ci spensierata. di loro trovo una parte di me ed arrivi con un cammino interiore Diventata adulta, moglie e mam- è questo che mi fa riflettere e lungo sei settimane. ma, imparando a organizzarmi pensare: quando sono Giuda che Pasqua è la festa in cui l’uomo sono sempre riuscita a vivere in- tradisce o Pietro che rinnega? vecchio lascia posto all’uomo tensamente almeno il Triduo Pa- Quando sono Pilato e me ne lavo nuovo, la vittoria della vita sul- squale perché l’entusiasmo, la vo- le mani? Quando sono il ladrone la morte, la celebrazione di una glia di vivere fino in fondo questo crocifisso vicino a lui? Quando gioia che devi condividere con la particolare momento dell’anno sono Maria che piange ai piedi tua famiglia, con gli amici, con non sono cambiati rispetto a più della Croce e quando mi trovo ad la comunità, che nasce, però, da di trent’anni fa. essere il Cireneo costretto a por- un cuore nuovo che ritrova gioia È maturata, però, la mia fede ed tare una Croce non desiderata? grande nella consapevolezza di il mio “sentire” la Pasqua: non Tutte queste persone che trovano sentirsi amati. più solo voglia di cantare e di spazio dentro di me devono essere La Settimana Santa che precede condividere i momenti forti con conosciute, riconosciute ed ama- la gioia della Pasqua è intensa, la comunità ma un momento per te perché sono, comunque, anche piena di riti che rinnovano la no- rinnovare il mio vivere in Cristo. se negative, parte integrante del- stra fede. Ero ragazzina e vivevo Devo andare oltre il Crocifisso che la mia storia ma devono lascia- questo periodo con impegno e ricorda il grande amore di Gesù, re spazio ad una persona nuova, partecipazione. Le lodi al mat- devo camminare insieme a Lui ad una persona che si sente così tino, le prove di canto, le cele- ricordando gesti e momenti mol- amata da poter solo cantare: il Si- brazioni del Triduo Pasquale, la to intensi per arrivare alla gioia gnore è risorto, cantate con me, veglia del Giovedi Santo, la Via piena della Resurrezione, della egli ha vinto la morte, Alleluja! Editrice L’incontro Il settimanale L’incontro è pubbli- cato in 5 mila copie in distribuzio- ne gratuita in tutta la città, ma può essere letto anche con la versione digitale scaricabile dal sito inter- net www.centrodonvecchi.org. La nostra editrice pubblica inoltre: Sole sul nuovo giorno, un quader- no mensile utile per la meditazio- ne quotidiana; Favole per adulti, quindicinale di racconti di fantasia con una finalità morale; Il libro delle preghiere, delle verità e del- le fondamentali regole morali per un cristiano, edito in 8 mila copie. ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 9
Nuovi confini La Santa Sede nello Spazio dalla Redazione È stata Marica Padoan, studentes- diffondere ulteriormente il suo studente di Comunicazione dello sa dello Iusve (Istituto Universita- messaggio universale dando vita a Iusve, ha realizzato inoltre il vi- rio Salesiano Venezia) a disegnare diverse iniziative connesse. deo esplicativo della missione. il logo dello “Spei Satelles”: pro- Il logo ufficiale della missione è Partendo da illustrazioni che rac- getto che il prossimo 10 giugno appunto firmato dallo Iusve e in contano la Statio Orbis, il momen- prevede il lancio nello spazio di particolare dalla studentessa Ma- to di preghiera proposto da Papa un razzo contenente il nanolibro rica Padoan ha incontrato il favo- Francesco in piena pandemia, ha con il messaggio di speranza lan- re del gruppo di lavoro di «Spei narrato le tappe del progetto. “Il ciato da Papa Francesco nel 2020 Satelles». Tutto è cominciato nel laboratorio digitale che abbiamo per la fine della pandemia. gennaio 2023 quando Cube Radio, allestito all’interno di Cube Radio La missione spaziale è stata resa emittente accademica dello Iu- – spiega Marco Sanavio, direttore possibile dalla collaborazione del sve, ha raccolto una rassegna di dell’emittente dello Iusve - ci ha Dicastero della comunicazione opere d’ingegno prodotte in am- consentito di contribuire effica- della Santa Sede con l’Agenzia bito didattico denominata «Seeds cemente alla narrativa della spe- spaziale italiana, il Centro nazio- of hope», e ha selezionato oltre ranza della missione Spei Satel- nale delle ricerche, il Politecnico al logo di Marica, quelli di Anna les, che già avevamo iniziato con di Torino, l’Apostolato digitale e Betteti e Margherita Girardi per i nostri podcast il 27 marzo del lo Iusve. A tre anni dalle storiche un’ipotetica missione virtuale ri- 2020». immagini di Bergoglio sul sagra- guardante il lancio di un satellite. «L’essere stati coinvolti in questo to della Basilica, il “messaggio di Le caratteristiche della missione progetto – conclude don Nicola speranza per l’umanità” cercherà rispecchiavano, in parte, quelle Giacopini, direttore dello Iusve - così di raggiungere e coinvolgere di «Spei Satelles». «Ho progettato ci ha consentito di contribuire ad sempre più persone grazie a una il logo a partire da alcune sugge- una missione che porta speran- iniziativa congiunta dell’Agenzia stioni della Gestalt applicate al za anzitutto qui sulla terra, ol- Spaziale Italiana, del Consiglio disegno – spiega Marica Padoan - tre che proiettarla oltre i confini Nazionale delle Ricerche e del ho cercato un risultato complessi- dell’orizzonte. I nostri studenti e Dicastero vaticano per la Comu- vo che avesse più efficacia della laureati in Comunicazione hanno nicazione. Nel 2023, quel seme somma dei vari elementi inseriti. avviato forme di ascolto molto di speranza volerà nello spazio Il logo unisce la terra al cielo, la attivo per riuscire a esprimere in modalità del tutto inconsuete, fatica dei giorni vissuti durante la i concetti chiave della missione tecnologicamente molto avanza- pandemia alla speranza che non tramite la grafica, le immagini, la te e culturalmente inedite per ha confini». Manuel Masiero, uno comunicazione digitale». Emergenza Ucraina: adotta un buono Noi accogliamo più di 60 mam- me e bambini che scappano dalla guerra nella vicina Ucrai- na. Chi desidera aiutare que- ste persone può farlo tramite una donazione con bonifico o in busta chiusa. Il bonifi- co va fatto al seguente IBAN: IT88O 05034 02072 000 000 000 809 (la quinta lettera è una “O” maiuscola); Intestazione “As- sociazione Il Prossimo O.d.V.”; causale “Emergenza Ucraina”. Vengono consegnati n° 3 buoni mensili ad ogni nucleo famigliare censito e con i requisiti previsti. 10 ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023
Avventure missionarie Via Crucis in Africa di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Anche in Africa si vive la Settima- mo e allora io mi sono permesso alla messa. Per loro era un mo- na Santa e così nella parrocchia di di ricordare tutto questo. Un segno mento di gioia, di festa, di incon- Luvungi, si è pensato di fare la Via dal cielo? Non lo so. In ogni caso tro e di testimonianza di fede. Era Crucis vivente intorno alla chiesa. I mi ha fatto pensare. La natura non il giorno di mettersi i vestiti belli giovani e gli adulti si sono preparati è estranea alla vita dell’uomo, ma (lo facevamo anche noi tanti anni bene. Alcuni avrebbero rappresen- vive insieme con lui. E Gesù, che fa) per godere insieme della gioia tato i personaggi principali: Gesù, ha condiviso la nostra umanità, in dell’incontro. Si arrivava di solito gli apostoli, Maria, i soldati, il po- quel momento ce lo ha ricordato. prima dell’orario. Si scambiavano polo, i potenti, ecc… Cominciamo Poi, come venuto, l’acquazzone le notizie, ci si salutava e si entra- pian piano, tra le riflessioni, i canti smette di colpo e dopo alcuni mi- va nella piccola o grande chiesa e e i momenti di silenzio. Una sta- nuti ritorna il sole. L’acqua si era subito partivano i canti. Poi entra- zione dopo l’altra, girando intor- nascosta in mezzo alla terra. Ter- va la processione con i ministranti no al campo di calcio e passando miniamo con una preghiera e un e i sacerdoti. E la musica, accom- sotto i grandi alberi. La gente au- canto. Poi ognuno ritorna a casa pagnata dalla danza, riscaldava menta. Si prega e si pensa a quello sua, pensando a quello che insie- tutti. Nessuno guardava l’orologio. che si sta vivendo e come e perché me abbiamo condiviso. Poi nelle grandi feste (festa del Gesù abbia sofferto per ciascu- raccolto o ringraziamento, Pasqua, no di noi. Arriviamo quasi vicino La messa della domenica Natale, festa patronale…) c’erano alla chiesa. Siamo alla dodicesima Tutti più o meno siamo andati o altri momenti in cui ognuno dava stazione: la morte di Gesù. All’im- andavamo a messa la domenica. il suo contributo alla gioia. Come provviso il cielo si oscura, si sente Oggi, forse, si fanno altre scelte. la processione offertoriale, dove un forte vento e arriva una piog- Un giorno un bambino, alla doman- venivano portati i doni con quel- gia violenta. Ci precipitiamo tutti da se andava a messa la domenica, lo che ognuno poteva dare. Tutto nella chiesa. Siamo ben bagnati e mi ha risposto: “Mia mamma mi ha questo naturalmente danzando. E anche un po’ meravigliati. Ci viene detto che è il giorno del riposo. così pure al momento del ringra- da pensare che tanti anni fa, quan- Quindi rimango a casa, dopo aver ziamento. Mi ricordo sempre una do Gesù stava vivendo di persona faticato tutta la settimana”. Que- festa, quella del raccolto, (occa- questo momento (la sua morte) sto modo di ragionare non funzio- sione per contribuire in modo par- anche a Gerusalemme, il cielo si na in Africa. La prima cosa che mi ticolare alla vita della comunità era oscurato, vento, acqua e tutti ha colpito, quando sono arrivato parrocchiale): erano invitate tutti scappavano. Noi ce la siamo cava- in missione, è vedere la gente che i gruppi e anche i capi tradiziona- ta, rifugiandoci in chiesa. Ci sedia- faceva chilometri per partecipare li. La messa poi non finiva in chie- sa. Continuava anche fuori. Non si scappava a casa, ma ci si salutava, ci si dava l’arrivederci per la pros- sima volta. Se poi era un giorno di festa, si rimaneva per condivide- re il cibo, preparato dalle mamme volontarie. Insomma la vita con- tinuava, dentro e fuori (non era finita con la celebrazione). Anche nelle piccole comunità si vivevano le stesse esperienze. In particola- re quelle che erano sulle rive del lago. Li vedevi arrivare sulle pi- roghe, dopo aver remato a lungo. Non c’era la fatica sui loro volti, ma la gioia di ritrovarsi insieme e fare festa insieme. E questo faceva tanto bene al cuore. ANNO 19 - N° 15 / Domenica 9 aprile 2023 11
Punto di vista Pasqua del Signore di don Fausto Bonini I vicini si fanno lontani I lontani si fanno vicini Nel momento più tragico della vita di Gesù tutti i suoi Dopo la morte di Gesù, Giovanni, l’unico discepolo amici scappano. Hanno paura di fare la stessa fine del presente sul monte della crocifissione, racconta nel loro maestro. Ai piedi della croce c’è solo Giovanni, il suo Vangelo che un tale “Giuseppe d’Arimatea, che discepolo più giovane, il “discepolo che Gesù amava”. era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Pietro, il capo degli apostoli, non c’è. Anzi lo ha tra- Giudei”, chiede il permesso a Pilato di poter seppellire dito: “quell’uomo non l’ho mai conosciuto”, dirà a chi il corpo di Gesù in un sepolcro vuoto che c’era nelle vi- lo accusa di essere uno dei suoi discepoli. Giuda lo ha cinanze. Lo aiuta, è sempre Giovanni che racconta, un venduto per pochi denari e poi si è tolto la vita. Tutti altro personaggio, un fariseo di nome Nicodemo “quel- gli altri si sono dati alla latitanza. La folla, che lo ave- lo che in precedenza era andato da Gesù di notte” per va acclamato al suo ingresso a Gerusalemme, chiede a non farsi vedere perché aveva paura dei giudei. Ora gran voce a Pilato di metterlo a morte. “Crocifiggilo”, non ha più paura e aiuta Giuseppe d’Arimatea a far gridano in coro. Ai piedi della croce, assieme a Giovan- scendere il corpo di Gesù dalla croce e a metterlo nel ni, c’è anche Maria, la mamma, e qualche altra donna. sepolcro dopo averlo “avvolto in bende insieme con oli Fra di loro c’è anche Maria di Magdala, la grande pec- aromatici, com’è usanza di seppellire per i Giudei”. Gli catrice. Poi più nessuno. I vicini si sono fatti lontani. oli aromatici consistevano in “una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre”. Una quantità spropositata che dice la venerazione per Gesù di questi personaggi, lontani discepoli di Gesù che si fanno vicini nell’ora della sua morte. L’evangelista Giovanni ci fa sapere che tutto questo è avvenuto in un “giardino” dove c’era un sepolcro vuoto. Richiamo esplicito a quell’altro giardino, il co- siddetto “paradiso terrestre” dove Adamo ed Eva ave- vano fatto entrare la morte. Da questo giardino che si trova accanto al monte Calvario, che San Francesco di Sales definisce come “il monte degli innamorati”, nascerà una vita nuova. La grande peccatrice È la Pasqua di risurrezione, testimoniata da una don- na, Maria di Magdala, la grande peccatrice divenuta discepola di Gesù. Per amore. La donna dalla quale Gesù “aveva cacciato sette demoni”. È lei che, passato il sabato, si reca all’alba al sepolcro per ungere il cor- po di Gesù. È lei che scopre il sepolcro vuoto e corre dai discepoli a dire che hanno rubato il corpo di Gesù. È lei che per prima incontra Gesù che inizialmente aveva scambiato per il giardiniere e corre, ancora una volta, dai discepoli per annunciare: “Ho visto il Signo- re”. Una “lontana”, una donna, che si fa “vicina”. Ma- ria di Magdala, la grande peccatrice, da sempre rico- nosciuta come “apostola degli apostoli”, porta anche a noi l’annuncio pasquale: CRISTO È RISORTO. I lontani si fanno vicini. Nel giardino della risurrezio- ne, della vittoria sulla morte, c’è posto per tutti. An- che per noi. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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