EAST COAST OF AUSTRALIA - Queesland Capitolo 4 F

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EAST COAST OF AUSTRALIA - Queesland Capitolo 4 F
EAST COAST OF AUSTRALIA

                                      Queesland
                                      Capitolo 4 F

   ZOO DI BRISBANE                     NOOSA HEADS                   FRASER ISLAND

Durante il nostro viaggio in Australia ci era stato detto più volte che i canguri erano molto molto
numerosi e che vi erano zone, soprattutto nell'East Coast, dove si potevano vedere i Koala.
In realtà, se si esclude quella zona di Margaret River dove avevamo visto i canguri allo stato
naturale, eravamo piuttosto delusi per non aver visto altro e tanto meno Koala. Così siamo andati al
"Sanctuary" (riserva) di Brisbane, parola con la quale gli australiani intendono indicare uno Zoo.
E così, appena siamo entrati subito abbiamo visto aggrappati agli alberi, da soli, in gruppo, con i
piccoli, questi buffi animali. Sono buffi e fanno una certa tenerezza, anche a me, che non sono
propriamente un animalista, perché sono così paffuti e inoffensivi. Nelle 4 fotografie che riporto
(foto 1,2,3,4) mi sembra che si colga bene questo aspetto. Naturalmente, con sovrapprezzo molti
visitatori si facevano fotografare con il Koala in braccio. Io, naturalmente, non sono arrivato fino a
questo!!
Oltre ai numerosi Koala c'erano anche molti Canguri, anch'essi abituati alla continua presenza
dell'uomo e, sebbene mantenessero quell'aria sempre incuriosita, non solo si facevano avvicinare
ma non disdegnavano neppure di essere un pò "viziati", come ha fatto Caterina, molto più
animalista di me (foto 5,6,7). Siccome questo era uno zoo dedicato agli animali australiani c'erano
anche i Dingo,cani selvatici e non addomesticabili che avremo modo di ritrovare allo stato selvatico
più avanti. Una sorta di cane di colorito giallastro, di taglia relativamente piccola (foto 8). Ancora
più interessante mi è parso quel terribile, feroce e molto aggressivo animaletto che prende il nome
di "il Diavolo di Tasmania", una sorta di miscela di cane e topo, dall'aspetto orribile che però viene
tenuto in grande considerazione perché in via di estinzione. Nella gabbia dove è contenuto non
perde occasione di mostrare la sua aggressività nei confronti dei visitatori (foto 9).
L'ultima particolarità del mondo animale di tale riserva è il Crosswerry, una specie di grande
tacchino con una grossa protuberanza cornea sulla testa e penne verdi- azzurre sul collo, anch'esso
tipico animale australiano che però non si è mai riusciti a "domesticare" e pertanto viene tenuto
contenuto all'interno di una gabbia. Purtroppo le caratteristiche della gabbia e la luce che andava
scemando non hanno consentito di fare una fotografia che consentisse di far vedere bene la bestia
(foto 10).
Liberi sugli alberi coloratissimi pappagalli "inseparabili" foto 11) allietavano la vista ed il cuore
dopo la feroce immagine del Diavolo di Tasmania.
Purtroppo non abbiamo potuto apprezzare nel modo dovuto Brisbane ed i suoi dintorni perché il
tempo nuvoloso e lo scarso sole ce lo hanno impedito.
Siamo ripartiti verso nord avendo come meta un'altra nota stazione turistica: Noosa Heads, che
dista poco più di 250 km da Brisbane ed è una cittadina (36.400 ab) di insediamento turistico della
costa che qui prende il nome di Sunshine Coast (foto 12). Comprende uno sperone collinoso
(m.147) sul quale cresce un folto bosco di Tee Tree, alberi particolari la cui linfa viene usata come
crema insetticida. per la pelle. Su una parte della collina sono state costruite le ville che si vedono
nelle foto 13 e14). A titolo squisitamente organizzativo va detto che "wotif" per la sistemazione
alberghiera aveva offerto come "Mystery Deal" (affare misterioso) per 90 A$ /day una camera che
doveva essere prenotata senza avere la possibilità di vederla. Per fare anche questa esperienza
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abbiamo accettato ed abbiamo avuto la soddisfazione di disporre di una ampia stanza, nella quale
c'era anche una grande vasca da bagno "jacuzzi", un salottino che dava in un giardino interno e
naturalmente l'uso di cucina che non manca mai nelle stanze d'albergo in Australia. Le condizioni e
le premesse erano dunque ottime ma non altrettanto si è potuto dire del tempo che ha continuato ad
essere incerto e nuvoloso. La cittadina
si estende oltre la collina fino alla foce del Noosa River ed è divisa in tre parti: Noosa Heads che è
la parte più vicina alla collina e nella quale era il nostro albergo, Noosa Junction che corrisponde al
centro commerciale con i negozi ed i ristoranti e dalla quale si accede alle spiagge più frequentate
(foto 15,16, 17,20) ed infine Noosaville dove la foce del Noosa River forma una serie numerosa di
canali sui quali si affacciano ricche ville (foto 18,19). I numerosi canali e le ville rendono
l'ambiente non dissimile da quello di Main Beach, vicino a Surfise Paradise.
Malgrado il tempo fosse incerto le spiagge erano abbastanza frequentate e nel complesso si può dire
chequesta East Australia, già nel NSW e poi nel Queesland rispetto al WA ha una natura è molto
diversa, c'è molto più verde e ci sono molti fiumi. Quando eravamo a Noosa Heads abbiamo saputo
che da Rockhampton a Mackay la strada era allagata e non si poteva passare in macchina. I nostri
progetti di arrivare fino a Cairns (oltre 2.000 km più a nord) e di andare in una delle isole del Mar
dei Coralli diventavano quasi impossibili da realizzare. Ma a parte queste difficoltà l'aspetto più
negativo era il tempo, incerto, spesso piovoso. La natura senza il sole ed il cielo azzurro non può
essere apprezzata nella sua piena bellezza. Ed io, che venivo dall'esperienza di un viaggio nel WA
sempre con il sole, non avrei potuto apprezzare nel modo giusto tutte le bellezze che Caterina, che
conosceva bene la costa orientale, mi decantava. Anche l'ipotesi di andare in una isola della barriera
corallina, nota per la sua bellezza, Hamilton Island, dopo lunga riflessione è stata scartata perché
affrontare tanti chilometri in macchina, eventuali disagi per la strada e poi passare una settimana
con le nuvole o la pioggia più volte al giorno mi toglieva ogni interesse. Già mi era accaduto
nell'agosto 2006 di passare 2 settimane alle Isole Seychelles senza avere mai un giorno intero di
sole e cielo azzurro.
In conclusione siamo andati all'Information Office ed abbiamo saputo che due giorni dopo ci
sarebbe stata una bella giornata e così abbiamo deciso di andare a vedere Fraser Island, (foto 21) la
più grande isola tutta di sabbia dell'Australia, lunga oltre 120 km, e situata a nord di un'altra lunga
spiaggia sabbiosa la Cooloola Great Sandy NP (Cooloola G S NP) (foto 23).
La gita organizzata prevedeva di salire in un pulmino (4WD) (foto 22) per 10 persone, percorrere
50 km circa lungo la battigia (foto 24) , durante la bassa marea fino ad arrivare a Rainbow Beach
ed in particolare a Inskip Point dove un traghetto ci avrebbe portato in brevissimo tempo dall'altra
parte dello stretto che divide Inskip Pt da Hook Point sulla spiaggia della Fraser Island.
Durante il viaggio sulla battigia della Cooloola G S che è un National Park di oltre 54.000 ettari ci
siamo imbattuti in una serie di montagnole o pinnacoli di sabbia rossa veramente suggestivi
(foto 25,26,29).
I cartelli posti sul luogo (foto 27,28) informano che essi sono la conseguenza di fenomeni
antichissimi. ( ultimi due milioni di anni). Queste "rupi" di sabbia sono un esempio di stadi
successivi di degrado delle dune provocato dall'erosione dell'acqua e del vento nel periodo
Quaternario, ( ultimi due milioni di anni).
In esse si possono riconoscere anche gli ultimi due livelli raggiunti dal mare e corrispondenti
all'ultima era interglaciale , 100.000 anni fa e l'Holocene , circa 6000-3000 anni fa.
Il vento ha eroso la sabbia costituita da quarzo e ferro rivelando un acceso colore ocra.
Insomma questo continente non smette mai di sorprendere per le sue bellezze che tradiscono una
terra che nell'evoluzione geologica appare tra le più antiche del pianeta.
Giunti a Inskip Pt abbiamo atteso l'arrivo del piccolo ferry (foto 30) che fa servizio con l'altra
estremità dello stretto e siamo approdati alla Fraser I.(foto 31).
La guida della gita ed i libri in mio possesso mi consentono di raccontare l'interessante origine del
nome non aborigeno di quest'isola.
Nel 1836 naufragò sull'isola la nave Stirling Castle con a bordo il Cpt. Fraser e la moglie Eliza ed il
suo equipaggio. Essi furono fatti prigionieri dalle tribù di aborigeni Nglulungbara, Batjala e
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Dulingbra. Un pò alla volta uomini ed il marito di Eliza Fraser vennero uccisi ed essa rimase
prigioniera e oggetto di ripetute violenze per 52 giorni. La storia di Eliza Fraser è stata oggetto di
libri , storie romanzate e film. Anche la sua liberazione è incerta: pare sia stata salvata da un
"convict" scappato dalla detenzione e deciso a vivere con gli aborigeni piuttosto che tornare
nell'inferno della prigione. Alla fine si decise ad aiutare Eliza a scappare. Ma altre versioni
riferiscono che la libertà venne ottenuta quando lo stato si decise a pagare un lauto riscatto. Eliza
Fraser pubblicò poi un libro "Deliverance from the Savages" che ebbe molto successo in Inghilterra
dove essa venne accolta con grande interesse e raccontò in numerose conferenze (probabilmente
non gratuite) anche ad Hyde Park Corner la sua avventurosa esperienza. In ricordo di tutto questo
l'isola prese il nome dalla sopravvissuta Eliza Fraser.
L'isola è praticamente deserta e tenuta come un NP: vi è lo spazio limitato per un campeggio, vi
sono pochissime strade impervie che richiedono mezzi adatti ed autisti capaci e conoscitori delle
piste altrimenti ci si perde perché l'isola è molto grande. Al suo interno vi sono laghi, di cui il
Mackenzie ripreso nelle fotografie 32 e 33, è uno dei tanti. Le sue acque vengono considerate
pulitissime perché filtrate dalla sabbia. In esse infatti non ci sono pesci. La vegetazione è fittissima,
di tipo tropicale con alberi di numerose specie e ruscelli con acque limpidissime ( foto 34,35,36).
Nel luogo dove ci siamo fermati per il picnic eravamo stati avvertiti di fare attenzione a non
allontanarsi perché giravano i dingo. E infatti ne abbiamo visto uno, dall'aria apparentemente
inoffensiva che ha gironzolato tra i pulmini proprio nella zona del picnic (foto 37,38). L'autista
durante il viaggio di ritorno ha raccontato una lunghissima storia a proposito della scomparsa,
alcuni anni prima, di una bambina e attribuita ai dingo. L'autista ha cosi sollecitato l'immaginario
degli ascoltatori che il ritorno da Fraser I., non più sulla battigia di Cooloola G S Np a causa
dell'alta marea , che tutti, forse anche per la stanchezza, si sono addormentati.

Avendo deciso di non proseguire verso la costa nordorientale del Queesland a causa del tempo
incerto abbiamo deciso di andare dove la metereologia indicava sole stabile e quindi siamo tornati a
Brisbane per restituire la macchina e prendere l'aereo per Adelaide (South Australia).
La mattina prima di partire ci è stato detto che nel bosco di Tee Tree a Noosa Hill si potevano
vedere i Koala sugli alberi. Abbiamo girato tutta la mattina nel bosco e, a parte alcune spiagge
carine (foto 39) e i fitti alberi di Tee (foto 40), non siamo riusciti a vedere assolutamente nessun
Koala.
Con questa delusione aggiunta a quella del tempo ce ne siamo andati dall'East Australia non senza
aver preso un ennesimo acquazzone una volta arrivati a Brisbane.
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Fotografia 1

Fotografia 2
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Fotografia 3

Fotografie 1,2,3,4 I Koala allo Zoo di Brisbane
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Fotografia 5 Canguri in un prato a contatto con il pubblico allo Zoo di Brisbane

Fotografia 6 Davanti ai canguri dello Zoo
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Fotografia 7 Caterina dà da mangiare ad un socievole canguro dello Zoo di Brisbane

Fotografia 8 Il Dingo, cane non addomesticabile dell'Australia
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Fotografia 9 Il feroce "diavolo di Tasmania"

Fotografia 10 Si intravede il Cassowary con la testa verde-azzurro
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Fotografia 11   Gli "inseparabili" liberi sugli alberi allietavano la vista
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Fotografia 12 La mappa di Noosa Heads

Fotografia 13 Una veduta di Noosa Heads dall'alto
Fotografia 14 Le ville costruite su una parte del promontorio di Noosa Heads

Fotografia 15 La spiaggia di Noosa Heads vista dalla parte più orientale
Fotografia 16

Fotografie 16 e 17 Le spiagge molto frequentate in una giornata non molto soleggiata
Fotografia 18

Fotografie 18 e 19 Le ville lungo i canali di Noosaville
Fotografia 20 Sulla spiaggia di Noosa Heads

Fotografia 21 La mappa di Fraser Island e dintorni
Fotografia 22 Il profilo del Cooloola G S NP

Fotografia 23 Il pulmino 4WD con il quale abbiamo fatto la gita.
Fotografia 24 Una immagine della battigia del Cooloola G S NP che abbiamo percorso durante la bassa marea del
mattino

Fotografia 25 Pinnacoli di sabbia rossa
Fotografia 26 Caterina in una suggestiva fotografia tra i pinnacoli del Cooloola G S NP che si ergono a ridosso della
battigia
Fotografia 27

Fotografie 27 e 28 Le tabelle informative sull'origine di queste formazioni di sabbia colorata
Fotografia 29 Ancora una immagine del luogo delle rocce rosse

Fotografia 30 Sta arrivando il ferry che ci porta sulla sponda della Fraser I
Fotografia 31 La mappa illustrativa delle caratteristiche della Fraser I.

Fotografia 32 Un bagno nelle limpidissime e pulitissime acque del Mackenzie Lake
Fotografia 33 Turisti della gita che si bagnano sul Mackenzie L. e prendono il sole: sabbia bianchissima e vegetazione
lussureggiante attorno al lago
Fotografia 34 Un esempio di vegetazione tropicale ed un ruscello di acqua pulitissima perché filtrata dalla sabbia delle
colline di sabbia
Fotografia 35 Un albero preda di una pianta rampicante che lo "strozzerà".
Fotografia 36 Una pianta (eucaliptus ?) altissima nella foresta tropicale di Fraser I.
Fotografia 35

Fotografia 38 Un Dingo si aggira nella zona del picnic in cerca di cibo
Fotografia 39 Una spiaggia di Noosa Head vista dal bosco di Noosa Hill
Fotografia 38 A Noosa Hill, la foresta di Tee Tree, alberi la cui linfa spalmata sulla pelle ha proprietà insetticide
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