Missione in Nepal a seguito del terribile terremoto il 25 aprile 2015 Dott. Franco De Giorgi
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Missione in Nepal, Dhulikhel Hospital Nepal Dott. Franco De Giorgi Maggio 2015 Missione in Nepal a seguito del terribile terremoto il 25 aprile 2015 Dott. Franco De Giorgi 1.6.2015 Ieri, sabato, abbiamo raggiunto dopo infinita, scassatissima pista la piana di Nouwakot e il dispensario di Thangsing. E’ una vallata “ricca”, perché sfruttata a risaie. Sono piccoli fazzoletti di terra, che si affastellano gli uni agli altri, digradanti dall’alto al basso, verdissimi, perché il riso è già quasi maturo. Invece sulle montagne devono ancora seminarlo e spesso non possono nemmeno per mancanza di acqua. Allora coltivano le terrazze intensivamente a mais, come per esempio a Bolde. Lungo la pista, a destra e sinistra, sfila una teoria di case distrutte, circa 800 qui i morti, finchè arriviamo al Centro di Salute, danneggiato in maniera importante e probabilmente da abbattere e ricostruire, ma per ora, puntellato con travi e bambù, comunque funziona. Di notte però, ad ogni buon conto, gli infermieri dormono in tenda (a proposito, anche 'stanotte alle 03:45 una bella scossetta con il letto che trema). Ci spostiamo poi a Kakani, dove nella scuola si svolge solo per oggi un “camp”. Chiamano così delle spedizioni (una al mese) effettuate dagli specialisti dell’Ospedale che si rendono gratuitamente disponibili per visitare tutti i pazienti della zona, nel frattempo già organizzati dagli infermieri del posto. Vediamo così in azione un neurologo, un ortopedico, un ginecologo, un pediatra e un oculista, letteralmente sommersi da 2-300 pazienti. Oggi, lunedì, giornata tranquilla. Partecipo al meeting del mattino con tutto il personale dell’Ospedale e il dr. Ram mi prega di illustrare i risultati della missione. Ne approfitto anche per spiegare come la nostra Associazione pensa di impegnarsi qui nel prossimo futuro e per ringraziarli dell’ospitalità e dell’amicizia che mi hanno dimostrato. Poi, con Horst, rivisitiamo tutti i reparti dell’ospedale e intervistiamo medici, infermieri e malati. Raccogliamo una vasta documentazione fotografica, che mi piacerà mostrarvi appena possibile. Domani con Horst e Ursula rientriamo a Kathmandu, la missione è finita e lascio il Nepal mercoledì mattina. Tutti qui salutano chi già conoscono, Helmut, Helga, Monika, e ringraziano di cuore i “Medici dell’Alto Adige per il Mondo”, anche se loro ci chiamano sempre “World Doctors”. Seite 1
30.5.2015 Oggi è stata una giornata straordinaria, tragica, toccante e insieme meravigliosa. Siamo partiti in elicottero da Dhulikhel al mattino presto e abbiamo raggiunto la vallata del famoso “trekking del Langtang”, epicentro della prima grande scossa. L’abbiamo sorvolata tutta, sfiorando i fianchi del Langtang Lirung e raggiungendo il Shisha Panga, montagne immense, bianche di neve e di ghiaccio, indifferenti alla tragedia, che si era consumata ai loro piedi. Mentre l’elicottero risaliva lungo il torrente, vedevamo il tortuoso sentiero passare da un cumulo di macerie all’altro: interi villaggi, alberghi e rifugi, stupa e luoghi di preghiera completamente afflosciati o cancellati da valanghe di migliaia di metri cubi di roccia, ghiaccio e fango. Qui sono rimasti “dispersi” 108 turisti, si conosce il loro numero perché si registravano ai checkpoint del parco e non si sono più presentati, non così i nepalesi, che sono forse 500, tra residenti e portatori e li ricordano solo i loro famigliari. Siamo atterrati e quando le pale si sono fermate c’era solo un infinito silenzio, tra il paradiso delle cime e l’inferno della valle. Non c’è più nessuno nel Lantang, i pochi superstiti e i feriti sono stati subito evacuati con gli elicotteri, la strada e poi il sentiero sono interrotti da decine di frane e i ponti sospesi sono stati spazzati via. Ci siamo poi spostati per atterrare e visitare altri villaggi e centri di salute a quote molto più basse: Solombhu, Kharikhola, Romechhap, Singhati, Dorpu, da ultimo Hindi, epicentro della seconda scossa. I dispensari sono tutti danneggiati, l’ultimo distrutto. La popolazione, quelli che potevano permetterselo, è scappata e vive nei campi di tende a Kathmandu, i più poveri sono rimasti. Hanno costruito ripari e rifugi tra i mucchi di detriti e sopravvivono con i viveri portati dagli elicotteri (molto saltuariamente), perché l’infinita rete di piste, che ricama queste montagne e collegava i villaggi, è impercorribile. Mi chiedo quanti anni dovranno passare prima che la vita possa rifiorire e scorrere con qualche comodità. Ma le difficoltà certo non li spaventano, sanno che in fin dei conti possono contare solo su sé stessi e lavorano duro e in fretta prima del monsone. Come sempre ci accolgono festosi, con i fiori e le sciarpe di seta (pura plastica cinese). Non si aspettano nulla da noi oggi, ma sanno bene che siamo “quelli del Dhulikhel Hospital”, che ha già promesso di occuparsi di tutti i poveri delle zone di sua competenza: ci saranno viveri, micro credito e i materiali per costruire una quarantina di piccole casette. L’elicottero dopo 7 ore rientra infine a Dhulikhel. Siamo Horst, Ursula, Heiner, che è un ortopedico tedesco, io e Roshan, la nostra “guida” di questi giorni, che è il responsabile per le iniziative sul territorio dell’ospedale. Siamo silenziosi, abbiamo visto panorami sconfinati ma anche tanta sofferenza. Seite 2
29.5.2015 Avevamo previsto di muoverci oggi in elicottero per raggiungere alcuni villaggi e centri di salute vicini all'epicentro e completamente distrutti ma le condizioni del tempo (molta foschia e previsti temporali), ci hanno costretto a rimandare a domani (speriamo). Oggi con Horst abbiamo allora raggiunto il Centro di Salute di Chhatre Deurali (Dhading District), che è uno dei più lontani, sulla strada per Pokhara e poi dentro, in una vallata laterale, fino a 2.000 metri. Il dispensario era stato recentemente rialzato di un piano e proprio questa parte ha ceduto alla seconda scossa di terremoto, la struttura è peraltro in funzione con un’affluenza media attuale di 20 pazienti al giorno. La scuola è totalmente inagibile e abbiamo visto le case del centro del paese afflosciate su sé stesse. Solo qui ci sono stati 850 morti e il dispensario, ha trattato nel mese scorso più di 317 feriti, dei quali 7 sono stati evacuati. Le scuole riaprono proprio domani in tutto il Nepal e qui ci sono una decina di tende blu, montate a regola d’arte con geometria militare, pronte ad accogliere tutti gli scolari. Passeranno 2 o 3 anni prima che a Chhatre venga costruita una scuola nuova. Sulla via del ritorno ci siamo fermati a Kathmandu, al santuario di Swayambhu, da cui si vede tutta la città immersa nella caligine grigia di uno smog soffocante. Anche il santuario buddista è stato in parte danneggiato dal terremoto ma anche qui innumerevoli nepalesi sono già al lavoro per ripulire il sito. 28.5.2015 Ieri (mercoledì), dopo un lungo percorso su piste terrificanti (simili a quelle per raggiungere Bolde), siamo arrivati al paese e al Centro di Salute di Dhunkharka. Il dispensario è sul fondo di una valle (1.500 mt) ma le case e una parte del paese si trovano fino a 2.000-2.500 mt di quota. Anche in questo caso il Centro, costruito recentemente e di buona struttura non ha subito nessun danno, invece la casa dove abitava il personale (struttura tradizionale) è inabitabile e sarà da abbattere. Al contrario, a mano a mano che si sale in quota le case sono sempre più gravemente danneggiate. La popolazione vive attualmente quasi solo in rifugi d’emergenza. Seite 3
Il dispensario è in piena efficienza e il personale al lavoro, le scuole invece sono chiuse (come in tutto il Nepal) in attesa che ne venga valutata l’abitabilità da commissioni apposite. Considerata la natura del terreno e la difficoltà delle piste, che sarà ben presto aggravata dal monsone, mi chiedo quando le commissioni finiranno il loro lavoro (1 anno? 3 anni?). La giornata di oggi è stata dedicata al lavoro con gli ingegneri e con gli amministratori dell’ospedale, per valutare i danni, i preventivi delle riparazioni, le priorità e le possibilità che abbiamo noi, assieme a “Namastè Foundation”, di intervenire in maniera saggia e concordata nell’immediato e nel medio periodo. Da domani si riprendono le visite sul terreno. Cercheremo di raggiungere proprio l’epicentro del terremoto, dove i villaggi e i centri di salute (anche uno inaugurato nel 2013), sono completamente collassati. 26.5.2015 Siamo partiti ieri mattina (lunedì) presto con Horst, Ursula e Tilak per Bolde, che abbiamo raggiunto dopo alcune soste per visite a villaggi verso le 14. Accoglienza festosa e poi subito visita alla scuola e poi al Kindergarten (the “Helmut’s Kindergarden” sagen alle Leute hier). Assieme ad alcuni anziani e responsabili del villaggio abbiamo esaminato ogni crepa e poi le altre case. Abbiamo pregato per il Nepal, ognuno dentro di sé, al tempio che Helmut e Helga ben conoscono. Questa mattina ancora sveglia alle 6 e camminata fino al paese in cresta, sopra a Bolde (Mohure). Poi ritorno al Centro di Salute e rientro a Dhulikhel lungo un’altra strada che passava prima lungo il fiume e poi lungo le creste. Abbiamo così potuto vedere i danni terribili che hanno subito i villaggi più in alto, perché più si sale in quota e più gli effetti delle scosse sono stati devastanti: interi villaggi ridotti a cumuli di macerie e fango (con tanti morti). Bolde invece, relativamente bassa, ha subito danni minori. Il centro di salute è intatto, il Kindergarten ha subito danni minimi, che Tilak è sicuro di poter riparare senza problemi. Per il momento bisognerà rimandare ma dopo il monsone il comitato del villaggio e lui (insieme a Helmut) potranno programmarne la costruzione. Comunque, anche se non distrutte, tante case sono lo stesso danneggiate, qualche volta inabitabili. Per adesso tutti, assolutamente tutti, dormono ancora in tenda, perché si aspettano la “terza” scossa e hanno troppa paura. Questo è un problema perché anche Tilak non sa se le tende e i ripari provvisori potranno reggere alle piogge battenti del monsone. Seite 4
24.5.2015 Ho passato tutta la giornata con Horst. Alle 8 meeting di tutto il personale medico + caposale + ospiti stranieri (2 americani, un ortopedico germanico, Horst e io), in assenza di Ram. Durante le presentazioni anch’io ho brevemente illustrato il senso della mia presenza qui e gli scopi della nostra associazione. Dopo il meeting, lungo incontro con il Direttore Amministrativo, Dr. Rajeandra Koju. In accordo con Horst e con il Direttore, abbiamo definito queste priorità: 1. Riabilitazione dell’ospedale centrale al 100% 2. Riabilitazione o costruzione ex novo di centri di salute e scuole (visite in loco nei prossimi giorni) 3. Interventi mirati su popolazione di Bolde, su tutti i pazienti molto indigenti a copertura di tutte le spese e sul personale ospedaliero Dopo il colloquio abbiamo visitato tutto l’ospedale con il Direttore e l’ingegnere responsabile dei lavori di riabilitazione. 4 ore di riprese video professionali e interviste a pazienti, parenti, infermiere e medici e particolare attenzione ai segni del terremoto. Domani si partirà per Bolde (2 giorni), credo che il prossimo aggiornamento potrò inviarlo solo mercoledì. Seite 5
23.5.2015 Sono arrivato regolarmente a Kathmandu questa mattina alle 7:00. Ad aspettarmi una vettura di GVC che poi mi ha accompagnato nel pomeriggio a Dhulikhel. Briefing con GVC e altre due ONG italiane (ASIA e Hanuman), che mi hanno illustrato la situazione generale dei soccorsi. Alle 11:00 mi sono sganciato e ho visitato prima il centro monumentale di Kathmandu e poi quello di Bhaktapur. Le due città vecchie o per lo meno tutto quello che era costruito in mattoncini è distrutto o gravemente danneggiato, le altre costruzioni più moderne hanno tenuto. Ogni buco libero è occupato da tende di sfollati o semplicemente da chi ha visto la sua casa ridursi a un cumulo di macerie a pochi metri dalla tenda. Però ho avuto l’impressione di una popolazione molto tranquilla e laboriosa, che sta reagendo alla catastrofe: lavorano tutti e dappertutto, uomini donne e bambini, a raccogliere i mattoni recuperabili, eliminare le macerie e spazzare le strade. Alle 15:00 sono arrivato al Dhulikhel Resort Lodge e alle 16:00, come da accordo, è arrivato Horst con Ursula ma anche il dr. Ram e Andrea. Presentazioni e scambio di saluti, personaggi tutti molto autentici, coinvolti e motivati: gente molto bella. A Dhulikhel non ho ancora visto tracce del terremoto ma Horst tornava dalla visita a un villaggio lontano sulle montagne, completamente distrutto con centinaia di vittime dopo la prima e la seconda scossa. Era molto provato da quello che aveva visto e teme che lo stesso triste spettacolo si ripeterà in ogni villaggio che visiteremo. Il programma dei prossimi giorni è già pronto. Domani (domenica) è dedicato all’ospedale, cominciamo alle 8:00 con l’incontro con tutto il personale medico e poi visita ai reparti. Da lunedì visite sul terreno ai villaggi anche molto lontani e alle strutture sanitarie, andremo anche a Bolde. Unico piccolo problema: non c’è connessione internet, che, mi conferma Horst, è spesso interrotta Seite 6
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