Official Journal of the International Hair Research Foundation
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N Vol. 1, 2, 2010 IO RS Official Journal VE of the International Hair EB Research Foundation W Our experience with platelet rich plasma and hair restoration Joseph F. Greco, Robert Brandt Aromatherapy in alopecia areata Roberto d’Ovidio Hair and scalp cosmetic protection Stefano Bugliaro, Silvia Zanetti Psychogenic alopecia Daniele Campo, Angela Pisani 2, 3, 4, 5: All the numbers of minoxidil Elisabetta Sorbellini Frontal fibrosing alopecia Periodico quadrimestrale - Spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Milano Mauro Barbareschi, Alessandra Ferla Lodigiani Hair follicle cycle: Why bothering to study hair follicle cycling? Paola Bezzola In caso di mancata consegna restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Clinical case n. 1: Julius Caesar. The fight against baldness dates back to ancient times Fabio Rinaldi
Vol. 1, 2, 2010 Editoriale Fabio Rinaldi Presidente International Hair Research Foundation La International Hair Research Foundation sta crescendo giorno per giorno da 3 anni, e con l’uscita del secondo numero di Human Trichology abbiamo fatto un altro passo avanti: siamo molto orgogliosi di aver fatto nascere una rivista scien- tifica che ha lo scopo di fare divulgazione in un campo, la tricologia, abbastanza settoriale nel mondo medi- co e soprattutto dermatologico. Sforzo non da poco perché abbiamo scelto di farlo doppio: HT è una rivista scientifica in italiano in forma cartacea, e contemporaneamente è presente la versione on line in inglese per- ché possa essere letta e consultata da migliaia di colleghi nel mondo. Sforzo non da poco, fatto per garantire la maggior diffusione possibilie e per arrivare ad ottenere la indicizzazione nel periodo più breve possibile, a riconoscimento della qualità del nostro lavoro. Crediamo che sia importante riuscire a dimostrare come i capelli siano un organo così complesso che, stu- diandoli, si possa arrivare ad aumentare le proprie conoscenze mediche e scientifiche. Per questo, nel nume- ro precedente di HT, siamo orgogliosi di aver pubblicato tra gli altri un articolo di Desmond Tobin, uno dei più autorevoli ricercatori mondiali di questo argomento, sul ruolo dei melanociti nella fisiologia e nella pato- logia dei bulbi, un’ulteriore chiarimento sul più probabile meccanismo d’azione del minoxidil nato da uno studio congiunto di Elisabetta Sorbellini e di Eduardo Reyes, una revisione della clinica e della diagnosi dif- ferenziale della dermatite seborroica di Mauro Barbareschi, e di aver affrontato il ruolo del privilegio immu- nologico dei bulbi dei capelli con tutte le possibili implicazioni sulle conoscenze etiologiche e terapeutiche che questi studi potrebbero portare. Argomenti complessi, spesso poco affrontati, e soprattutto non molto commerciali, ma di una grande impor- tanza biologica. In questo secondo volume affrontiamo altri argomenti complessi: cominciamo a parlare del ruolo dei fattori di crescita piastrinici nella cura della alopecia androgenetica e dell’alopecia areata di cui si parlerà moltissi- mo, con un lavoro scientifico originale di Joseph Greco e Robert Brandt, (che hanno tra l’altro vinto il primo grant di 10.000 $ sponsorizzato proprio da IHRF in collaborazione con la ISHRS); puntualizziamo alcuni aspetti della biologia del ciclo del bulbo del capelli dove Paola Bezzola analizza le modificazioni che hanno risvolti fondamentali per capire qualcosa di più di cosa succede quando si altera il ciclo fisiologico del capel- lo; presentiamo una considerazione molto importante sulla alopecia psicogena di Daniele Campo; una pro- posta molto dotta di terapia dell’alopecia areata con principi attivi di aromaterapia realizzata da Roberto d’Ovidio; in più tanti altri aspetti utili per chi voglia conoscere e lavorare meglio nel campo tricologico. HT non è solo “scienza”, ma anche cultura e curiosità: sul numero scorso si è parlato di un Renoir molto poco conosciuto, in questo numero di archeologia cosmetica con un “caso clinico” di un personaggio antico molto particolare. Per concludere devo ringraziare tutti gli amici e colleghi che ci aiutano a realizzare questo impegno, e Edward Epstein, Presidente della International Society of hair Restoration Surgery (ISHRS), che ha realiz- zato un link diretto tra il sito della società internazionale e la versione on line di HT. I
Vol. 1, 2, 2010 Human Trichology Official Journal of the International Hair Research Foundation Editor Indice Fabio Rinaldi (Italy) Editor in Chief Mauro Barbareschi (Italy) ORIGINAL ARTICLE Co-Editors pag. 49 Our experience with platelet rich plasma Francisco Jimènez Acosta (Spain) and hair restoration Gaetano Agostinacchio (Italy) Joseph F. Greco, Robert Brandt Paola Bezzola (Italy) pag. 55 L’aromaterapia nell’alopecia areata Daniele Campo (Italy) Roberto d’Ovidio Vincenzo Gambino (Italy) Marcella Guarrera (Italy) pag. 59 Trattamento cosmetologico protettivo Andrea Marliani (Italy) dei capelli e del cuoio capelluto Paolo Piazza (Italy) Stefano Bugliaro, Silvia Zanetti Piero Rosati (Italy) Elisabetta Sorbellini (Italy) REVIEW ARTICLE Piero Tesauro (Italy) Desmond Tobin (United Kingdom) pag. 66 Alopecia psicogena Marco Toscani (Italy) Daniele Campo, Angela Pisani pag. 71 2, 3, 4, 5: i numeri del minoxidil Managing Editor Elisabetta Sorbellini Antonio Di Maio (Italy) IHRF Secretary Staff CASE REPORT Alessandra Ferretti (Italy) pag. 74 Alopecia frontale fibrosante Assunta Preite (Italy) Mauro Barbareschi, Alessandra Ferla Lodigiani TRICHOLOGICAL EVALUATION pag. 77 Il ciclo del follicolo pilifero: perché annoiarsi a studiare il ciclo del capello? International Hair Research Foundation Paola Bezzola Viale Bianca Maria, 19 - 20122 Milano Tel. +39 02780061 E-mail: segreteria@ihrf.eu CULTURE pag. 81 Clinical case n. 1: Julius Caesar. The fight against baldness dates back to ancient times Fabio Rinaldi Scripta Manent s.n.c. Direttore Responsabile Pietro Cazzola Direttore Generale Armando Mazzù Direttore Marketing Antonio Di Maio Consulenza Grafica Piero Merlini Impaginazione Stefania Cacciaglia Via Bassini, 41 - 20133 Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 42 del 01/02/2010 Tel. 0270608060 Fax 0270606917 È vietata la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, di articoli, illustrazioni e fotografie pubblicati E-mail: scriman@tin.it su Human Trichology senza autorizzazione scritta dell’Editore. www.salutepertutti.it L’Editore non risponde dell’opinione espressa dagli Autori degli articoli. III
Vol. 1, 2, 2010 ORIGINAL ARTICLE Joseph F. Greco Robert Brandt Our experience with platelet rich plasma Sarasota, Florida, USA and hair restoration Our experience with platelet rich plasma and hair restoration Joseph F. Greco The initial use of platelet rich plasma (PRP) in hair restoration surgery demonstrated an increased yield when utilized as a graft storage medium. When bathed in activated PRP the growth factors attach to the stem cells in the bulge area of the dissected follicular unit, thus increasing the yield of newly transplant- ed follicles1. The authors suggested expanding the use of PRP in hair restoration surgery: 1) to enhance donor site wound healing, 2) to decrease the incidence of infection, 3) to reduce donor scaring, 4) to increase donor scar tensile strength 5) to promote vascularization of transplanted grafts in the recipient site 6) increase the density of non-transplanted follicles2. Additionally, PRP may also be used as an effective treatment in cases of wound dehiscence or post surgical infection. Key words: PRP, Growth factors, Protein, Hair Definition of PRP The definition of platelet rich plasma (PRP) deri- processed where platelet’s concentration is sub-therapeu- ved from Wikipedia; “not all PRP is the same. The strict defi- tic, less than four times baseline 4. nition of PRP is platelet concentration above baseline While this Author and colleagues have developed techno- (published by Marx or 4x baseline). PRP may or may not logy that produces a cytokine rich plasma (CRP) in a clo- contain increased concentrations of white blood cells”. sed system that is devoid of RBC’s, WBC’s and platelets, Because most individuals have a baseline platelet count of discussion of our experience thus far is limited to standard 200,000+ or - 75,000/ L, a platelet count of 1,000,000 L PRP preparation of therapeutic concentrations (4 times as measured in the standard 6 ml aloquat has become the baseline) established by Marx. benchmark for “therapeutic” concentrated PRP 3. Discussion of PRP It is important to realize that not all PRP is the same and there are many ways to process PRP. The problem in doing studies with autologous platelets is variability. Because pla- Whole blood is drawn and centrifuged to sepa- telet levels vary and will vary daily in each individual. rate the blood components; RBC’s, WBC’s, proteins and Currently, no one knows what the optimum levels of platelets. Essentially, the percentage of platelets and RBC’s cytokines should be regarding hair restoration and hair are reversed so that PRP contains over 90% platelets and growth. Some practitioner’s suggest using physiologic about 4% RBC’s when compared to whole blood, hence levels of cytokines with minimal RBC’s and WBC’s or PRP the name platelet rich plasma. Platelets are really only cell 49
Vol. 1, 2, 2010 fragments, derived from the megakaryocyte, but when Yano et al., 2001 provided the first direct evidence that activated, will release cytokines or (growth factors) that VEGF improved follicle vascularisation, promoted hair regulate the entire wound healing cascade. In PRP, there growth and increased follicle and hair size 6. Studies by are concentrated platelets with seven fundamental protein Rinaldi, demonstrate that VEGF accelerated revasculariza- growth factors; Platelet Derived Growth Factor PDGF (AA, tion and increased the size of the follicular unit 7. BB), Epidermal Growth Factor (EGF), Transforming Growth Factor (TGF beta 1, beta 2), Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), Insulin Derived Growth Factor (IGF), Fibroblastic Growth Factor (FGF) and Platelet Derived Angiogenesis Factor (PDAF). Our experience Our interest utilizing PRP in hair restoration Additionally, PRP also contains three proteins known to act came with the treatment of the below equine athlete. The as cell adhesion molecules: fibrin, fibronectin and vitronec- horse suffered a severe wound on the lower hock of its right tin. These proteins are essential components for osteocon- front foreleg and attempts by Veterinarians to close the duction and as a matrix for bone, connective tissue and wound failed (Figure 1). Figure 2 is two weeks after the epithelial migration. (Note: It is our theory that, since hair is initial PRP treatment and Figure 3 is 8 weeks after the made of protein, concentrating these essential proteins along second treatment demonstrating complete healing and hair with the growth factors works synergistically to promote hair re-growth. growth and hair canal formation). Platelet derived growth factors’ main function is to stimula- te cell replication (mitogenesis) of healing capable stem cells. It also stimulates cell replication of endothelial cells. This will cause budding of new capillaries into the wound (angiogenesis), a fundamental part of all wound healing. Growth factors, proteins and hair Growth factors are present in the follicular bulge area, where stem cells are found, and they interact with cells of the matrix, thus activating the proliferative phase of the Figure 1. Figure 2. Figure 3. hair. Stem cells are more primitive and of ectodermal origin; they give origin to the epidermal cells and the sebaceous glands. Cells of the dermal papilla, which are found at the capillary base, are of mesenchymal origin. Both cells are This rapid healing and hair growth was due largely to the reliant on each other, and thus, when they interact throu- powerful anti inflammatory effects of PRP. Following the gh the stimulation of various growth factors, they give rise application of platelet gel, there is a pro-inflammatory to the future follicular unit. phase when the platelets cause a heightened immune reac- While some GF’s are pro inflammatory and have negative tion lasting 24 to 48 hours followed by a powerful anti- effects on hair, other growth factors such as PDGF and inflammatory phase. The proliferation phase begins and VEGF are important for hair formation and follicle size. within the next two weeks, fibroblasts migrate to the inju- PDGF signals are involved in both epidermis-follicle inte- red area laying down new collagen. Finally the remolding raction and the dermal mesenchyme interaction required phase completes the healing sequence. for: hair canal formation and the growth of dermal mesen- The powerful anti inflammatory effects allow the wound to chyme 5. heal rapidly producing less scar collagen with rapid visuali- In 2001, McElwee was the first to perform functional assays zation, thus promoting hair growth. It was established that on hair follicle growth under the influence of VEGF. This wounds treated with PRP gel exhibited not only enhanced growth factor has an important role in controlling hair bio- wound repair compared to control, but possess more orga- logy and in fact, hair follicle size is partly dependant on nized collagen than control tissues, without excessive depo- VEGF induced angiogenesis. sition of connective tissue or scar formation 8 (Figure 4). 50
Vol. 1, 2, 2010 Figure 8. Figure 9. An average of 10 hairs was measu- Figure 4. red by micrometer in both groups 1 For these reasons the authors began using platelet rich pla- cm from the base. sma gel in the donor site of transplanted patients for more 60 cc’s of blood rapid healing and less scaring (Figure 5). Grafts are bathed in was drawn from all activated PRP 1 (Figure 6), and then PRP is injected into the patients and all scalp to promote recipient site vascularization (Figure 7). participants were stimulated with Figure 10. Figure 11. micro needling roller. The syringes were covered (blinded) and the treatment group received PRP while the control group received normal saline. The results revealed an increase of 9.7% in average shaft diameter at 4 months in the treatment group, and 6.1% at Figure 5. Figure 6. 8 months in the TG compared to 2.8% at 4 months and 3.5% decrease average diameter in the control group at 8 months 9 (Figure 12). Over the past three years and 200 plus Figure 12. bio-surgical hair trans- plantation procedures Treated vs control Figure 7. the authors have wit- nessed hair growth sooner in grafted hairs, more mature growth sooner and an 0.0440 - 0.0437 increased overall aesthetic density when compared to hair 0.0430 - transplantation without PRP. The 42 year old patient below 0.0420 - 0.0423 had one bio-surgical hair transplantation of 1,836 follicular 0.0409 units in the frontal half of his scalp and PRP stimulated and 0.0410 - 0.0401 injected in his crown (no transplants). These photos are 10 0.0400 - 0.0397 0.0395 months post treatment (Figures 8, 9, 10, 11). 0.0390 - After seeing more patients return with increased aesthetic 0.0380 - results the authors proposed to study the effects of stimu- lation and infusing concentrated amounts of various 0.0370 - Before 4 Months 8 Months growth factors on non transplanted miniaturized hair. 51
Vol. 1, 2, 2010 Independent studies concludes that “GF/ECM complexes may well be the most effective and efficient method to sti- mulate cell proliferation, as well as tissue healing or rege- neration” 11. The Authors use a patented protein matrix that when pro- cessed and mixed with PRP provides a cellular protein scaffold. The purpose of the matrix is to provide a biological scaffold for the new cells to attach and proliferate. Figure 18 is a low resolution SEM view of the concentrated protein matrix and Figure 13. Figure 14. Figure 19 is a high resolution SEM view. Since it takes the body longer to break down the concentrated The above patient is a 26 year old male in the study. Figure protein, the growth factors remain in the area of injury longer, 13 and Figure 14 is 8 months later after one PRP treatment. promoting angiogenesis and mitogenesis. The authors also completed a second research grant to study While this synergistic complex promotes regeneration of soft the effects PRP and various growth factors in treating Alopecia tissue and bone it has obvious advantages in hair growth due Areata patients. A total of 18 patients were treated. 11 of 18 to the high concentrations of protein. Figure 15. Figure 16. or 60% grew hair: 7 of 10 or Figure 18. 70% were successful in growing hair in a single isola- ted area of AA and 4 of 8 or 50 % were successful in growing hair in diffuse AA of three or more areas. All patients in this study were treated with a combination of therapeutic Figure 17. levels of PRP and protein matrix 10 (Figures 15, 16, 17). Extra cellular matrix – growth factor complexes The next generation of autologous PRP is the Figure 19. addition of extracellular “matrix” (ECM). 52
Vol. 1, 2, 2010 present after the lyophilization process. The authors have patent pending technology that protects the cytokines during the lyophilization process so the end product yields pure cytokines in plasma (Figure 21). The cytokines are preserved for up to two years in this process and can easily be reconstituted by adding sodium chloride. Lyophilized CRP is currently undergoing animal studies and will be introduced shortly in veterinary medicine, but will require FDA approval prior to use in humans. One published human study, utilizing this lyophilized CRP, has already demonstrated 100 % wound closure within 52 days on chronic diabetic ulcers 12. In the final analysis, the primary advantage with this techno- Figure 20. logy other than speed, ease of use and no blood draw is that cytokines levels can be controlled. Once studies determine what the optimum cytokine levels should be, specific doses can be achieved with this method. References 1. Uebel CO. Presented at the Annual Scientific Meeting of the American Society of Plastic Surgeons, in Philadelphia, Pennsylvania, Oct 9th through 13th, 2004. 2. Greco J, Brandt, R. Preliminary experience and extended applications for the use of autologous platelet rich plasma in hair transplant surgery. Hair Trans Forum Int 2007; 17:131-133. 3. Marx RE. Platelet-rich plasma (PRP): What is PRP and what is not PRP? Implant Dent 2001; 10:225-8. 4. Reese R. Autologous platelet rich plasma (PRP): what do we know? Important concepts in surgery. Hair Transplant Forum Int’l 2010; 20:14-17. 5. Takakura N, Yoshida H, Kunisada T, et al. Involvement of Platelet Derived Growth Figure 21. Factor Receptor-a in Hair Canal Formation. J Invest Dermatology 1996; 107:770-777. 6. Yano K, Brown L, Detmar M. Control of hair growth and follicle size by VEGF- mediated angiogenesis. J Clin Invest, 2001; 107:409-417. T 7. Rinaldi F, et al. Improving the vascularizatione of transplanted follicles through the he future of growth factors and hair up regulation of angiogenic growth factors. Hair Transplant Forum Int’l. 2005; 17:117- 126. Extra cellular matrix complexes of autologous 8. Carter CA, Jolly DG, Worden CE. Plate-rich plasma gel promotes differentiation and protein or acellular matrix and cytokines in combination regeneration during equine wound healing, Exp Mol Pathol 2003; 74:244-255 with stem cells and cultured hair cells are currently being 9. Greco J, Brandt R. The effects of autologous platelet rich plasma and various growth studied in the pursuit of hair multiplication. factors on non-transplanted miniaturized hair. Hair Transplant Forum Int’l, 2009; 19:49-50. The Authors have developed a disposable device that can 10. Greco J, Brandt R. Presentation. A Research Grant Report on the Effects of PRP and extract cytokines from whole blood without the use of Various Growth Factors in Alopecia Areata. ISHRS Annual Meeting, Amsterdam, The thrombin. In less than 10 minutes, it yields a cytokine rich Netherlands, Aug, 2009. plasma (gold in color) devoid of RBC’s, WBC’s and plate- 11. Clark R, et al. Synergistic signaling for extracellular matrix- growth factor lets. The cytokine levels produced by this device are higher complexes. J of Investigative Derm 2008; 128:1355.doi:1038/jid.2008.75. than all current technology on the market. 12.Walker M. A Comparative Study of the use of Exsikines and other Advanced Wound The future of PRP may be lyophilized homologus rich plasma Care Products/Modalities in the Treatment of Various Wound Types in Efficacy. (Figure 20). While PRP may be lyophilized, cytokines are not International Journal for Prevention and Healing 2008; 21:218-223. 53
Vol. 1, 2, 2010 Commento I criteri ematologici definiscono il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) un plasma che contiene più di 300.000-350.000 piastrine /uL. Le piastrine sono frammenti citoplasmatici dei megacariociti, cellule giganti prodotte dal midollo spinale. Oltre all’azione emostatica data dalle loro funzioni pro-coagulanti, le piastrine svolgono la funzione di carrier di altissime quantità di Fattori di Crescita (GFs) che rilasciano nelle aree del corpo in cui è avvenuto un danno tessutale. I fattori infiammatori provocate dal trau- ma o dal danno del cellulare richiamano e attivan la de granulazione piastrinica e il rilascio dei GFs in loco, per permettere la rige- nerazione del tessuto. I GFs sono secreti dai megacariociti e immagazzinati nei granuli delle piastrine. Tra gli altri, i fattori di crescita più rap- presentati sono il PDGF, TGF -1, EGF, VEGF e IGF-I. Questi GFs sono i regolatori della riparazione cellulare nei tessuti danneg- giati. Il PRP però contiene anche altre proteine contenute nel plasma come la fibrina, la fibronectina e la vitronectina. In pratica, tutte le sostanze utili per sovra esprimere il segnale di attività delle cellule. Sin dai primi anni del 1990 l’uso del PRP in campo odontoiatrico, neurologico, ortopedico, dermatologico (ulcere cutanee cro- niche) è stato descritto con studi scientifici che hanno dimostrato una buona efficacia terapeutica in molte patologie. E in campo tricologico? Lavori recenti di Reese e Greco hanno evidenziato una possibile efficacia del PRP di stimolare l’attività dei bulbi pilife- ri in vivo. Al XIII Congresso della ISHR di Capri (20-22 maggio 2010) una intera sessione è stata dedicata al PRP abbinato al micro- autotrapianto di capelli. La casistica è ancora scarsa, gli studi scientifici spesso non seguono protocolli standardizzati che permettano analisi (o meta- analisi) precise, tuttavia l’esperienza dei ricercatori che utilizzano questa pratica sembra essere molto positiva. Non è ancora chiaro quale possa essere la strumentazione più indicata, né quale sia la concentrazione più efficace di piastrine nel PRP (Reese ritiene che una concentrazione maggiore di quella fisiologica abbia addirittura effetti inibenti, altri ricercatori indicano una concentrazione di 3- 6 volte come quella più utile), né quanti trattamenti siano utili. Tutti però considerano il PRP una importante potenzialità futura. Non è neanche certo il ruolo del PRP nella terapia tricologica: oltre ai trapianti, è possibile curare forme di alopecia androge- netica e di alopecia areata con il plasma ricco di GFs? La nostra esperienza, molto iniziale, direbbe di sì, ma certamente anche in questo caso servono ulteriori studi. Sembra sufficientemente chiaro che il PRP non abbia rischi certi di effetti collaterali, e nessun lavoro ha mai dimostrato il paventato rischio di carcinogenesi (soprattutto di melanoma) in seguito a con PRP. Ma qualsiasi segnalazione documentata sarà (o, speriamo, sarebbe) assolutamente valutata e fonte di grande attenzione. E poi c’è l’aspetto legale, molto complicato in Italia, dove la quasi totalità delle regioni italiane permette l’uso del PRP solo in centri trasfusionali pubblici, tranne in Lombardia, l’unica regio- ne che ammette il decentramento e l’accreditamento di centri privati in regola con le norme sanitarie. Altro dubbio: l’applicazione topica è considerata quella con gel, ma ci sono evidenze che definiscono topico anche la somministrazione con iniezioni dermiche. La confusione quindi è anche a livello normativo. Credo che valga la pena continuare a studiare in modo standardizzato e scientifico l’effetto del PRP in campo tricologico, valu- tando tutte le esperienze di chi lo effettua. Sarà determinante riunire le singole esperienze, valutarle, criticarle, ma senza pre-con- cetti. Per questo motivo HT pubblica uno dei primi lavori originali sull’efficacia del PRP in campo tricologico. Fabio Rinaldi
Vol. 1, 2, 2010 ORIGINAL ARTICLE Roberto d’Ovidio Coordinatore Nazionale del Gruppo AIDA-Tricologia L’aromaterapia nell’alopecia areata Aromatherapy in alopecia areata Roberto d’Ovidio The proposals for the treatment of severe forms of alopecia areata are scanty. Ayurvedic and Mediterranean medicine suggested for millennia some natural remedies such as aro- matherapy, with botanical essences that appear active in the hair follicle growth. The use of these prepa- rations had no official support until the publication in 1998 of a Scottish double-blinded trial that demon- strated the effectiveness. There are not many subsequent confirmations of its usefulness. In this minire- view I will provide some results of my personal experience. Key words: Alopecia areata, Aromatherapy La difficoltà di individuare gli effettivi fattori etiologici dell’a- porto psicologico e/o psicofarmacologico 3. Essendo il de- lopecia areata (AA) ha finora condotto alla sperimentazione corso dell'alopecia areata abbastanza “capriccioso”, con un'al- soprattutto empirica di diversi schemi di trattamento con ternanza di remissioni spontanee e di recidive – ricordan- risultati spesso non soddisfacenti, soprattutto nei casi più dosi però della possibile e prevedibile recidività stagiona- severi. Non esiste a tutt’oggi una terapia specifica per questa le 4 –, un’eventuale ricrescita potrebbe attribuirsi non ad una malattia a patogenesi autoimmune, ma in cui sembra molto reale efficacia della terapia, bensì al decorso naturale della importante il coinvolgimento del sistema neuroimmunoen- malattia o all’effetto placebo e questo comporta grosse diffi- docrino. Il trattamento “gold standard” è attualmente ancora coltà nel realizzare protocolli terapeutici rispettosi dei cano- l’immunoterapia topica con difenciprone o dibutilestere del- ni della Evidence Based Medicine (EBM) 5. Del resto l’utilità l’acido squarcio (SADBE), poco maneggevole e spesso con dell’effetto placebo non va assolutamente sottovalutata, dato effetti collaterali anche seri (angioedema, ipo- ed iperpig- che ci troviamo di fronte ad una patologia in cui i fattori mentazioni, eczematizzazioni persistenti ed a distanza etc.) emotivi giocano spesso un ruolo determinante sia nello sca- che ne rendono sconsigliabile l’uso nei bambini, dove peral- tenamento che nel mantenimento dei processi patologici 3. tro sono risultati pochi i casi con effetti terapeutici duraturi. Anche se in questi casi è estremamente improbabile che si Bisogna ricordare che questa patologia, sebbene sia di natu- possa praticare uno studio basato sui criteri EBM, non è ra benigna, può creare nel paziente, nel suo entourage fami- infatti da trascurare l’eventuale associazione di trattamenti liare ed anche medico un notevole stress e disagio psicolo- psicofarmacologici alle classiche terapie dermatologiche 6-8. gico che può influire in modo negativo sulla qualità della Ad oggi quindi la scelta del regime terapeutico della alopecia vita e nei meccanismi di adattamento allo stress 1. Spesso i areata si basa principalmente su criteri empirici più o meno pazienti sono persone con bassa autostima ed introverse, a codificati che tengono conto dell'età del paziente e della per- volte soggette a veri stati di panico, probabilmente da ricol- centuale di cuoio capelluto interessato (+ o - del 50%) 9. legarsi a disturbi dell’attaccamento (personalità insicure-evi- Recentemente noi abbiamo proposto un ulteriore indicatore tanti) 2. Soprattutto le donne si sentono colpite nella propria utile per la scelta dei trattamenti ed in grado di spiegare la attrattività. In questi casi è da consigliare senz’altro un sup- mancanza di omogeneità nei risultati terapeutici: il parame- 55
Vol. 1, 2, 2010 Tabella 1. Proposta di un algoritmo terapeutico derivato da quello di Shapiro 9, con l’introduzione del parametro “attività della patologia”. Alopecia areata Considerare una PROTESI in caso di estensione > 50% < 10a Età > 10a Estensione Attività < 50% > 50% Attiva Non attiva Stereoidi topici Ditranolo Attività Attività Steroidi topici Ditranolo NR Minoxidil topico Attiva Non attiva Attiva Non attiva Immunosoppressori Revulsivi topici anti H1 Aromaterapia Immunoterapia topica Ditranolo Stereoidi topici ed Ditranolo Minoxidil topico intralesionali Stereoidi topici Stereoidi topici Steroidi topici Steroidi sistemici Ditranolo non revulsivo Aromaterapia Immunoterapia Ditranolo NR anti H1 Steroidi sistemici topica Minoxidil topico Immonosoppressori Immunosoppressori Aromaterapia topici Revulsivi Revulsivi PUVA tro “attività” della patologia (Tabella 1), che si può valutare – sentare controindicazioni e limitazioni anche legali. Per oltre che con il poco pratico e tardivo reperto istopatologi- quanto riguarda l’immunoterapia topica ad esempio, nono- co – attraverso semplici metodiche clinico-strumentali come stante il suo uso quasi trentennale e forse per gli scarsi inte- il pull-test, il tricogramma, la dermoscopia. Attualmente ressi economici a suo sostegno, la si considera tuttora terapia negli USA non esiste nessuna terapia specifica per l’AA “sperimentale”, con tutti i rischi connessi. D’altro canto, forse approvata dall’FDA ed anche in Europa non esistono linee per le stesse ragioni economiche probabilmente non si è data guida terapeutiche universalmente accettate. I criteri molta risonanza ad una sperimentazione scozzese in doppio dell’EBM nella migliore delle ipotesi danno una certa rile- cieco su forme anche severe di alopecia areata, di non recen- vanza di efficacia con effetti collaterali accettabili solo all’im- te insorgenza, trattate con una mistura di 4 oli essenziali uti- munoterapia topica con difenciprone o acido squarico e alla lizzati da millenni per il trattamento delle alopecie 12. I risul- terapia steroidea intralesionale e topica con steroidi molto tati positivi nel 44% dei casi , rispetto al 15% ottenuto con il potenti 11. Anche queste terapie possono però fallire, soprat- placebo alla fine dei 7 mesi di sperimentazione, rappresenta- tutto se praticate nelle fasi più attive della malattia e addirit- no dati paragonabili a quelli ottenuti con l’immunoterapia tura attraverso il fenomeno di Koebner, mediato da traumi topica, ma in assenza di effetti collaterali di rilievo. fisici o chimici- possono aggravarla 10. Inoltre possono pre- L’aromaterapia è un settore particolare della fitoterapia che 56
Vol. 1, 2, 2010 utilizza oli essenziali. Attraverso il senso dell'olfatto, legato ta anche “Medicina aromatica”, sviluppatasi in base all’ap- alla memoria, questi profumi risvegliano nella psiche parti- proccio scientifico del ricercatore francese R.M. Gattefossé, gli colari memorie, energie e atteggiamenti psicologici. Negli oli essenziali vengono valutati dal punto di vista della loro anni Sessanta, il lavoro divulgativo del medico Jean Valnet ha composizione molecolare e il loro utilizzo viene codificato in favorito la rinascita dell'interesse scientifico nelle possibilità base ad un ragionamento farmacologico razionale/scientifico farmacologiche dell'aromaterapia, oggi insegnata anche in simile a quello utilizzato nella farmacologia classica e questo alcune università francesi. Con l’osmoterapia, la stimolazio- dovrebbe tranquillizzare i dermatologi che dell’applicazione ne aromatica agisce principalmente sul sistema nervoso con topica di principi attivi sono i principali esperti e che non notevoli effetti psichici e immediati benefici, sia sull'umore dovrebbero paventarne eccessivamente i possibili rari effetti che sullo stato d'animo. Nella osmo o profumo-terapia non collaterali (follicoliti, eczematizzazioni). Nella fitoterapia è la sostanza aromatica che agisce bensì il suo odore. Gli sti- occidentale, ma già nella medicina ayurvedica, alcune essen- moli olfattivi di particolari odori attiverebbero il sistema neu- ze vegetali come la lavanda ed il timo ed il rosmarino sono roendocrino, stimolandolo a produrre neuromediatori (adre- state utilizzate per problemi tricologici. Le potenzialità anti- nalina, endorfina, etc.) che regolano il nostro stato di equili- settiche ed antinfiammatorie/antiallergiche di queste essenze brio psicofisiologico. Invece per la scuola “Razionale”, defini- sono state recentemente sperimentalmente confermate 13. Il rosmarino ed il timo possiederebbero inoltre un effetto psi- costimolante, mentre la lavanda avrebbe un effetto sedativo Figura 1. oltre ad un effetto antidegranulante sui mastociti in vivo, con Alopecia areata dall’età di 2 anni: inibizione del rilascio di istamina e TNF-α 14. L’olio essenzia- dopo 4 mesi di aromaterapia galenica (4 anni). le di cedro possiederebbe un potere antiparassitario superio- re al benzoato di benzile ed un potere risolvente sulle infe- zioni croniche 15. Il razionale dell’approccio osmoterapico potrebbe basarsi sul fatto che alcuni pazienti manifestano stasi ansiosi o depressivi che possono precedere o accompa- gnare la malattia e sono in sé uno dei principali problemi, soprattutto se non sono presenti condizioni ambientali rassi- curanti e che inoltre possono costituire un possibile fattore di cronicizzazione/aggravamento della patologia attraverso il circuito psico-neuro-immuno-endocrino 2. La sintomatolo- gia soggettiva (prurito, bruciore, sensazioni puntorie, trico- dinia), presente in molti pazienti soprattutto nelle fasi inizia- li della malattia suggerisce la possibile utilità dei principi atti- vi antinfiammatori presenti nella combinazione di essenze Figura 2. proposte. Alopecia ofiasica pediatrica da 16 mesi a 3 mesi La decennale esperienza personale con questa modalità di aromaterapia galenica. terapeutica, all’inizio nella sua formulazione classica galeni- ca (Figure 1, 2) e poi nelle più recenti e standardizzate for- mulazioni industriali (Figure 3, 4), mi ha confermato l’uti- lità di questo trattamento anche nelle forme di severità medio-grave (alopecia ofiasica e sub-totale anche di non recente insorgenza). La risposta terapeutica si ha in circa la metà dei casi e generalmente compare entro 3 mesi. Il mas- simo di efficacia dipende – come suggerito dall’esperienza scozzese – da un buon assorbimento del preparato e per questo sembra funzionare meglio in occlusiva, d’estate ed in individui con pelle più sottile, come i bambini. Forse anche per questa ragione ho osservato una buona sinergia con il trattamento topico steroideo (Figura 5). Nelle prepa- razioni industriali è presente una “Fase 1”, revulsiva che a 57
Vol. 1, 2, 2010 Figura 3. mio parere non va utilizzata nelle sempre possibili fasi di Alopecia areata ofiasica da 16 mesi. riattivazione della patologia, onde evitare possibili fenome- 3 mesi di aromaterapia industriale. ni di koebnerizzazione 10, dovuti al rilascio di sostanza P da parte della capsaicina 15, ma piuttosto andrebbe applicata qualche minuto prima della “Fase 2” nelle forme “torpide”, stabilizzate della malattia. In conclusione non andrebbe sottovalutata la disponibilità un trattamento dimostratosi relativamente efficace, innocuo, non sgradevole ed utilizza- bile anche e forse soprattutto nei bambini (Figure 2, 3), dove anche i criteri dell’EBM inglese – più possibilisti di quelli americani 11, 12 – non lasciano molte alternative. Bibliografia 1. Garcia Hernandez MJ, Ruiz Doblado S, Rodriguez A, et al. Alopecia Figura 4. areata, stress and psychiatric disorders: a review. J Dermatol 1999; 26:625-32. Grave alopecia areata da 24 mesi. 2. Picardi A, Pasquini P, Cattaruzza MT, et al. Psychosomatic factors in first-onset 3 mesi di aromaterapia industriale. alopecia areata. Psychosomatics 2003; 44:374. 3. Güleç T, Tanrıverdi N, Dürü C, et al. The role of psychological factors in alopecia areata and the impact of the disease on the quality of life. Int J Dermatology 2004; 43:352-356. 4. d’Ovidio R, d’Ovidio F. Recidive stagionali nell’alopecia areata. G It Dermat Venereol 1995; 295:130-134. 5. Delamere F, Sladden M, Dobbins H, et al. Interventions for alopecia areata. Cochrane Database Syst Rev 2008; 16:CD004413 6. Teshima H, Sogawa H, Mizobe K, et al. Application of psycho immunotherapy in patients with alopecia universalis. Psychother Psychosom 1991; 56:235-41. 7. Ricciardi A, Ruberto A, Garcia-Hernandez MJ, et al. Alopecia areata with comorbid depression: early resolution with combined paroxetine-triamcinolone treatment. J Eur Acad Dermatol Venereol 2006; 20:1000-1. 8. Willemsen R, Vanderlinden J, Deconinck A, et al. Hypnotherapeutic management of alopecia areata. J Am Acad Dermatol 2006; 55:233-7. 9. Chantal B, Shapiro J. The treatment of alopecia areata. Dermatologic Therapy 2001; 14:306-316. Figura 5. 10. d’Ovidio R, Di Prima T, Claudatus J. The therapy of AA: what, who, when, why and Subtotale da 28 mesi: how? JEADV 2003; 17(Suppl. 3):331. alla terapia topica steroidea già in atto 11. McDonald-Hull SP, Wood ML, Hutchinson PE, et al. Guidelines for the è stata aggiunta l’aromaterapia. Risultati a 4 mesi. management of alopecia areata. Br J Dermatol 2003; 149:692-699. 12. Hay IC, Jamieson M, Ormerod A. Randomized Trial of Aromatherapy-Successful Treatment for Alopecia Areata. Arch Dermatol 1998; 134:1349-1352. 13. Levin C, Maibach H. Exploration of “Alternative” and “Natural” Drugs in Dermatology. Arch Dermatol 2002; 138:207-211. 14. Kim H-M, Cho S-H. Lavender oil inhibits immediate-type allergic reaction in mice and rats. J Pharm Pharmacol 1999; 51:221-226. 15. Sharma DK, Saxena VK, Sanil VK, et al. Evaluation of oil of Cedrus deodara and benzyl benzoate in sarcoptic mange in sheep. Small Ruminant Research 1997; 26:81- 85. 15. Siebenhaar F, Sharov AA, Peters EM, et al. Substance P as an immunomodulatory neuropeptide in a mouse model for autoimmune hair loss (alopecia areata). J Invest Dermatol 2007; 127:1489-97. 58
Vol. 1, 2, 2010 ORIGINAL ARTICLE Stefano Bugliaro1 Silvia Zanetti2 Trattamento cosmetologico protettivo 1Cosmetologo, 2Biotecnologa, Keminova Italiana Srl Cellatica (BS) dei capelli e del cuoio capelluto Hair and scalp cosmetic protection Stefano Bugliaro The effect of solar rays determines chemical and structural modifications both in healthy and pathologi- cal hair, whether or not subjected to cosmetic treatment. The damage manifests itself in any age group. The damage induced by UV rays to the structure of the hair can be summarized in a change to its chem- ical composition, which undergoes photo oxidization. The formulated product, in the form of a non-gaseous atomizer spray, contains an innovative solar filter, developed especially for the protection of the hair and scalp. The molecule, dimethylpabamidopropyl lau- rdimonium tosylate, protects the disulfide bonds, protects the hair from photodegradation of tryptophan and safeguards the scalp from irritations and damages from free radicals. The special formulation, made with utmost care for skin and hair, has demonstrated optimal tolerance levels even in subjects with the highest sensibility. When tested on the scalp and bust, even during post-irradiation demonstrated great soothing and re-epi- thalizing effects on the skin and in the conditioning of the hair. Key words: Damage from UV rays, Hair and skin protection, Innovative cosmetic treatment Struttura del capello La sezione del capello. Tagliando un capello in Figura 1. Sezione del capello. senso orizzontale se ne può osservare la struttura, suddivi- sibile in tre parti (Figura 1): Cuticola Esterna, formata da un’unica fila di cellule trasparenti e sot- tili (spessore 0,2-0,5 micron) disposte in fila verticale a livello della radice e invece obliquamente, “a scaglie”, con l’estremità inferiore attaccata alla corteccia e quella supe- riore staccata (tipo “spiga di grano”) a livello del fusto. Data la posizione in cui si trova, la cuticola è la prima ad essere danneggiata quando il capello viene maltrattato (shampoo inadeguati, permanenti, spazzolature vigorose, ecc). Corteccia Intermedia, è la parte più abbondante; è formata da cellule più grosse, di forma fusata, lunghe 90 micron e larghe 5 59
Vol. 1, 2, 2010 micron (1 micron = 1 millesimo di millimetro), disposte ben protetta dalla luce dalla presenza dei capelli; e da una verticalmente in file parallele; contengono un pigmento parte più profonda, dermica, nella quale sono presenti fit- colorato, la melanina, che tende a ridursi con l’età facendo tissimi i bulbi dei capelli. Ad ogni bulbo corrisponde lo diventare il capello bianco (processo di incanutimento). Da sbocco di una ghiandola sebacea. Dalla maggiore o minore quanto detto, risulta evidente, che per decolorare il capello attività di quest’ultima deriva una particolare caratteristica (ad esempio con acqua ossigenata) è necessario che le rea- della capigliatura. Infatti se le ghiandole sebacee sono zioni chimiche avvengano a livello della corteccia dato che molto attive, i capelli risulteranno grassi, ricoprendosi facil- la cuticola, più esterna, non è colorata; quest’ultima infatti, mente con un secreto untuoso; se l’attività è al contrario se il capello viene esaminato al microscopio a forte ingran- ridotta si avranno capelli secchi. Epidermide e derma sono dimento dopo una decolorazione, si presenta gravemente nettamente distinguibili a livello della loro superficie di danneggiata o addirittura scomparsa. contatto per la presenza di rilievi connettivali (papille der- miche) e zaffi epiteliali. Il derma invece trapassa nell’ipo- Midollo derma senza un limite preciso (Figura 2). Interno, formato da cellule arrotondate, disposte a colonne, generalmente separate fra loro da spazi d’aria (l’aria tratte- Danni dei raggi UV nuta ha funzione determinante per la protezione dal freddo e per questo motivo il midollo supera negli animali il 50% dello spessore totale del pelo mentre è scarsamente rappre- sentato, talora assente nella specie umana). L’azione delle radiazioni solari non agisce unica- mente sulla pelle, ma anche, e soprattutto, sui capelli. Solo da pochi anni il rapporto capelli/sole è stato in buona parte chiarito. Il modo in cui la luce interagisce con le fibre Struttura del cuoio capelluto Il cuoio capelluto è strettamente ancorato, con del capello è fondamentale per determinarne la lucentezza, poiché essa viene sia riflessa che assorbita dalla superficie del capello, la cuticola, che per prima subisce i danni cau- interposizione di scarsissimo tessuto connettivo, alla galea sati dai fattori esterni ambientali, fisici e chimici, lasciando capitis, che è l’aponeurosi che riveste direttamente le ossa progressivamente scoperta la corteccia. del cranio. È costituito da una parte superficiale, epidermi- Il colore dei nostri capelli, invece, è determinato da due ca, assai povera di pigmento, anche perché normalmente pigmenti, uno giallo, la feomelanina, e uno bruno scuro, l’eumelanina. Tali pigmenti si trovano nella corteccia del capello e la luce, attraversando gli strati della cuticola, inte- Figura 2. ragisce con essi, rivelandone il particolare colore. Le condi- Struttura del cuoio capelluto. zioni della superficie capillare risultano dunque fondamen- tali nel riflettere il colore e la brillantezza del capello. I fat- tori ambientali, i traumi, le fonti di calore, le sostanze chi- miche possono arrecare danni al capello: determinando una perdita della brillantezza del colore o addirittura una rottura. Durante l’esposizione al sole, gli aminoacidi, che costituiscono la cheratina, vengono danneggiati. Conseguentemente i capelli appaiono opachi, più secchi, fragili e più chiari. L’eccessiva esposizione alle radiazioni solari provoca un’ossidazione, o meglio una foto-ossidazio- ne, che libera i radicali liberi, nocivi per la matrice proteica e aumenta la porosità della cuticola. Le modificazioni sul colore erano già note nel 1500, quan- do le “belle signore veneziane” esponevano le chiome, sulle famose altane, alle radiazioni solari per diverse ore, otte- nendo con l’aggiunta di una serie di sostanze, il famoso “biondo tiziano”. Il pigmento melanico, eccessivamente ossidato, può solubiliz- 60
Vol. 1, 2, 2010 zarsi ed essere totalmente eliminato. Viene quindi a mancare Un altro grande capitolo della fotoprotezione è legato all’u- una difesa al capello, che è sottoposto a facile deteriorazione. so di copricapo che sono sicuramente pratici e confortevo- Così, la fotoprotezione non sembra essere importante, ma li durante la normale vita all’aria aperta non costringendo a sempre più pazienti si rivolgono allo specialista per avere ripetute applicazioni, ma un grosso limite che presentano consigli utili circa la protezione della propria capigliatura, riguarda la scelta di tessuti che, dovendo essere tassativa- per difenderla tutto l’anno dalle aggressioni ambientali, per mente antitraspiranti, non permettono una situazione di mantenere il suo splendore o per migliorarlo. A maggior benessere in condizioni climatiche fastidiose. ragione durante il periodo estivo, come conseguenza del- l’intensa esposizione solare. Il danno cellulare provocato dai raggi UV è ben noto a livel- lo cutaneo (photoaging), ma comincia ad esserlo sempre di più anche a livello del bulbo dei capelli. Protezione dai danni UV In questo studio, si è voluta focalizzare l’attenzio- Sono oggi numerevoli gli studi dei segni biochimici e istolo- ne, alla protezione dai danni UV, grazie all’utilizzo di un gici, del danno provocato da raggi UV al bulbo dei capelli 1. trattamento cosmetico, multi attivo, in grado di proteggere Un lavoro di Camacho 2 riporta, come in seguito ad esposi- capelli e cuoio capelluto, ripararli e riattivare il loro nor- zione solare, il danno cellulare che si genera sia cronico e male ciclo vitale. causa di numerose altre degenerazioni. La scelta della formulazione è fondamentale perché il filtro I meccanismi biologici alla base del danno al capello sono deve depositarsi in quantità adeguata sul fusto (deve per- da riconoscere nell’induzione dell’apoptosi e della morte tanto essere incorporato in prodotti con affinità particolare) cellulare provocato dalle radiazioni al DNA in varie zone e rimanervi un tempo adeguato. In tal senso sarebbero le del bulbo, anche se i meccanismi molecolari, non sono formulazioni spray oil-shine quelle più indicate perché ancora del tutto noti. dotate di alta affinità. È noto che molti prodotti, sia natura- I sistemi di difesa e riparazione tessutale, intrinseci ad ogni li che di sintesi, per effetto della radiazione solare subisca- cellula, possono portare ad una parziale riparazione del no una fotodegradazione. Questo processo, al di là della danno cellulare, ma questo non basta per riportare a una perdita dell’azione vantata dai singoli prodotti, può provo- situazione perfettamente sana 3. care effetti indesiderati, ad esempio: il retinil palmitato Studi di Kim 4 sembrano dimostrare la possibilità di ridurre (presente in molte formulazioni) si foto-ossida, perdendo la morte cellulare del follicolo indotto da radiazioni, median- quindi la sua attività antirughe e antiradicali; inoltre, per te trattamenti preventivi (12-36 ore prima della radiazione) effetto della foto ossidazione, produce esso stesso radicali con DDC (Diethyl-Dithiocarbamato) e the verde. liberi, inducendo una cattiva tollerabilità cutanea. I filtri proposti sono l’octilmetossicinnamato, il benzofeno- Analogamente i filtri solari sono notoriamente poco stabili ne 3 e derivati quaternari come il cinnamidopropyl trime- alla radiazione UV in genere e si comportano genericamen- tilammoniocloridro. te proprio come il retinil palmitato. Vi sono studi di valutazione di efficacia anche dell’aggiunta ai filtri per capelli di sostanze free-radical scavengers, che si Formulazione sarebbero dimostrate vantaggiose nel contrastare la produ- La struttura formulativa è stata scelta in base alle caratteri- zione di radicali liberi UV correlati. stiche del prodotto e delle sue finalità nell’applicazione su La strategia da utilizzare per una corretta fotoprotezione è cuoio capelluto e capelli. Si tratta di un emulsione fluida di comunque poco chiara, in quanto i filtri per capelli presen- tipo olio in acqua, cationica, compatibile con il pH epicu- tano problemi di formulazione che li rendono meno effica- taneo e del capello, che è stato attestato quindi attorno a 6. ci di quelli impiegati per la protezione della cute. Infatti essi La particolare reologia di questa emulsione, che sviluppa devono essere in grado di ridurre la quantità di raggi che un SPF 30, permette una perfetta erogazione spray, ren- colpiscono i capelli e modificare l’ambiente chimico che dendo il prodotto di facile e comodo utilizzo. favorisce la fotodegradazione del triptofano e quindi inne- Una particolare attenzione è stata posta nella scelta di non sca la modificazione del fusto 5, 6. utilizzare molecole conservanti e agenti allergizzanti; que- Non meno importante d’altra parte è la gradevolezza sto per minimizzare qualsiasi tipo di intolleranza e anche cosmetica del prodotto, che deve essere facilmente pettina- per evitare la fotodegradazione, che per certi conservanti bile e distribuibile sui fusti con impatto esteticamente e può risultare potenzialmente dannosa. funzionalmente accettabile. Pertanto occorre trovare un sistema di fotoprotezione, con 61
Vol. 1, 2, 2010 lo scopo di stabilizzare i filtri solari includendoli in struttu- Figura 3. re stabili. Il prodotto è anche cosmeticamente piacevole da Struttura del dimethylpabamidopropyl utilizzare, poiché sia sul capello che sul cuoio capelluto, laurdimonium tosylate. non risulta né pesante, né appiccicoso. Oltre alla protezio- ne solare demandata ai filtri UV, sono stati introdotti prin- cipi attivi e funzionali, che concorrono alla protezione della cuticola, alla salvaguardia dalla perdita d’acqua transepi- dermica (TEWL) del cuoio capelluto, all’attivazione della proliferazione cellulare. Principi attivi Nel prodotto formulato, sono stati utilizzati filtri chimici Figura 4. con specifica attività di protezione UVA/UVB che normal- Il trattamento con dimethylpabamidopropyl mente vengono inseriti in prodotti solari, per la protezione laurdimonium tosylate. della pelle. Questo garantisce un’elevata protezione per cute e capelli.Unitamente ai filtri chimici, sono state inseri- 100 - No treatment Protective conditioner 10976-36-A te nel prodotto, molecole specificamente attive su capelli e 90 - cuoio capelluto; con attività antiossidante, hydrolyzed wal- 80 - % tryptophan remaining nut extract; preventiva contro i danni dei raggi UV, 70 - dimethylpabamidopropyl laurdimonium tosylate; idratante 60 - ristrutturante, anhydroxylitol, xylitol, xylitylglucoside; bio- 50 - protettiva trealosio; antiradicalica, tocopherol, vitis vinifera 40 - 76 seed extract; energetica, betain; proliferazione cellulare, 30 - 62 octapeptide-2; fortificante, hydrolyzed sericin. 20 - 10 - 0- 1. Dimethylpabamidopropyl % tryptophan remaining post 32-hrs irradiation laurdimonium tosylate Grazie alla sua struttura, è in grado di ridurre i danni indotti dai raggi Figura 5. UV e soprattutto UVB: monitorati Confronto tra capelli trattati con dimethylpabamidopropyl laurdimonium tosylate, studiando il livello di degradazio- (linea blu), rispetto al controllo, con nessun trattamento (linea arancio), ne del triptofano (Figura 3). e rispetto ad un trattamento con behenyltrimetylammonium chloride (linea verde). I capelli sono molto suscettibili, ai cambiamenti chimici che avvengo- no durante l’esposizione al sole. La degradazione del triptofano indica, il danno subito dai capelli indotto dai raggi UV, che rompono i legami disolfuro; tale degradazio- ne può essere misurata attraverso un’analisi spettrofluorometrica, il triptofano assorbe nell’UV a 290 nm, ed emette fluorescenza a 340 nm; e attraverso un’analisi del capello stesso, che si presenta più poroso, ed opaco. In questo esperimento si è messa a confronto la percentuale di tripto- fano in capelli irradiati per 32 ore, 62
Vol. 1, 2, 2010 Figura 6. danneggiate, ma rimangono perfetta- Il trattamento con shampoo, balsamo e olio protettivo, mente integre. Questo è evidenziato dal- viene poi rimosso da cute e capelli, mentre il trattamento con spray resta. l’estrema pettinabilità dei capelli (linea blu), rispetto al controllo, non trattato (linea arancio), e paragonato anche ad un trattamento con behenyltrimetylam- monium chloride (linea verde). Ulteriori studi, hanno dimostrato, come, la forma cosmetica di maggiore efficienza, per il trattamento con dimethylpabamidopropyl laurdimo- nium tosylate, sia uno spray leave-in, come mostrato in Figura 6. L’attività protettiva, viene valutata via fluorescenza, per cui si ha il massimo di misurazione a 360 nm. 2. Hydrolyzed walnut extract Estratto dal mallo di noce, ricchissimo di particolari strutture fenoliche, è in grado di legare in forme stabili ed omo- genee le proteine di pelle e capelli, creando sulle stesse una protezione e in capelli irradiati per lo stesso tempo, ma pre-trattati con contro raggi UV ed inquinamento (Figura 7). un’emulsione contenente dimethylpabamidopropyl laurdi- Inoltre questa molecola esplica un’importante azione monium tosylate (Figura 4). La protezione risulta essere antiossidante, che riesce ad impartire a capelli e cuio capel- pari al 21%. luto, riparando i danni indotti dai radicali liberi (Figura 8). In un altro test dimostrato in Figura 5, si è valutato il pote- re protettivo dello spray contenente 1% di dimethylpaba- midopropyl laurdimonium tosylate, applicato su capelli irradiati per 15 ore. Figura 8. Il trattamento con dimethylpabamidopropyl laurdimonium Attività protettiva antiossidante tosylate, dimostra che le squame del capello, non vengono dell’hydrolyzed walnut extract sul capello. Figura 7. Capacità dell’hydrolyzed walnut extract di legare le proteine. 63
Vol. 1, 2, 2010 Figura 9. cremento delle riserve di acqua (aumento dei GAGs), che Capacità antiossidante dell’hydrolyzed walnut extract. sulla riduzione della sua perdita (incremento del livello di ceramidi); inoltre, attraverso un effetto idratante e ristrut- More effective where needed most turante, normalizza la desquamazione. Placebo 4. Tocopherol, Vitis vinifera seed extract Natural 450 - Dyed È una miscela antiossidante basata su un estratto del seme 400 - dell’uva con procianidine e combinato con i tocoferoli natu- Increase of ORAC % 350 - rali. Viene utilizzato in applicazioni skin care e hair care 7. 300 - Protegge i lipidi della pelle, quale squalene dalla formazio- 250 - 200 - ne di perossidi pericolosi, riduce le irritazioni, ha un’attività 150 - anti radicalica in prodotti sun care e anti aging. 100 - 50 - 5. Betaina 0- 1% 3% 5% Estratto da barbabietola di zucchero, è una molecola estre- Pro-structure concentration mamente versatile. Si comporta come agente regolatore della pressione osmotica e donatore di metile. La betaina può anche avere effetto positivo sui capelli, aumentandone Figura 10. la forza 8. Una delle più interessanti azioni della betaina è Attività di protezione quella di neutralizzare un veleno che si forma nel nostro dell’hydrolyzed walnut extract, nel tempo. organismo: l'omocisteina, la principale responsabile dell'in- vecchiamento di vene ed arterie, trasformandola nell’utilis- Binds and protects hair for 3 days simo aminoacido metionina, sempre scarso nell’alimenta- Dyed zione. Nell’organismo la betaina (chimicamente una trime- Natural tilglicina) perde il metile e si trasforma in dimetilglicina, la 450 - 400 - Placebo nota vitamina B15: in questo passaggio si ha una produzio- ne di energia. Sembra che sia proprio questo alla base dei Increase of ORAC % 350 - 300 - positivi effetti della betaina. 250 - 200 - 6. Octapeptide-2 150 - È un peptide costituito da otto aminoacidi, chimicamente 100 - 50 - sintetizzato con un peso molecolare di 1017.2 Da. L’attività 0- di questo peptide sintetico, si esplica sull’attivazione della 0 24 48 72 proliferazione dei fibroblasti e sulla regolazione dell’espres- Hours from treatment sione di collagene, fibronectina ed elastina. 7. Trealosio In questo esperimento si è valutato l’aumento dell’efficien- Si tratta di uno zucchero che ha capacità bioprotettive. za antiossidante, auto protettiva, di capelli colorati e natu- Concorre a formare una matrice idratante ricavata da poli- rali trattati con hydrolyzed walnut extract, a diverse con- saccaridi vegetali, che agiscono soprattutto sui tessuti disi- centrazioni (Figura 9). L’attività di protezione continua sul dratati, sostituendosi all’acqua. La sua attività a livello dei capello per lungo tempo ed è ancora attiva dopo 72 ore capelli, si esplica anche attraverso una protezione da infe- (Figura 10). zioni 9. 3. Anhydroxylitol, xylitol, xylitylglucoside 8. Hydrolyzed sericin Complesso polisaccaridico di origine vegetale, studiato per È un idrolizzato proteico ottenuto dalla sericina. Grazie alle riequilibrare il bilancio idrico della pelle, agisce sia sull’in- sue proprietà, rappresenta un sistema innovativo per il trat- 64
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