Voices on Europe collection - Aride Rossi Interview with
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Aride Rossi Cassetta 1, inizia lata A Maria Eleonora Guasconi: Ci troviamo Aride Rossi ed io Maria Eleonora Guasconi presso la Fondazione Nuova Ricerca aRoma, il 10 luglio 1998, per raccogliere il racconto del Senatore Aride Rossi relativo alIa sua partecipazione alIa costruzione europea sotto il profilo della politica sociale del Comitato Economico e Sociale. UE Senatore permette la registrazione di questa intervista? AH Aride Rossi: Si. M.E.G. In che modo e in quale occasione ha avuto inizio il suo coinvolgimento EU nelle vicende europee? HA A.R. Fin dagli anni '50 come giovane dirigente sindacale, impegnato anche nella politica, ho partecipato a molti convegni del Movimento Federalista Europeo sia in Francia che in Germania. Con il Movimento Federalista Europeo siamo UE stati coinvolti nelle discussioni che all'epoca si svolgevano sulla costruzione dell'Europa. Provenendo da una forza politica che ha avuto, con il suo AH ispiratore e formatore Giuseppe Mazzini, sempre una forte idea di unire l'Europa. E' con la Giovane Europa che Mazzini lancia contemporaneamente la EU necessita di realizzare l'unita d'Italia. Per chi appartiene a questa cultura politica, l'idea dell'Europa era parte integrante dell'agire politico. HA M.E.G. Come si e sviluppato il suo impegno europeo? A.R. Come ho detto fin da giovane partecipavo a molti convegni e conferenze in giro per l'Europa. Ne ricordo una in Germania dove tenni una relazione sulla riforma agraria in Italia: eravamo negli anni 1954-1955. Ne ricordo un'altra all'Universita di Wageningen in Olanda dove, per la prima volta, conobbi l'allora ministro dell'Agricoltura olandese, che divenne poi il vice-presidente della Comunita Europea, Sicco Mansholt. Li tenemmo un bel dibattito sui problemi dell'Europa e su come arrivare alIa costruzione dell'Europa. Sempre 1 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi con il Movimento Federalista Europeo ho partecipato a conferenze e convegni in Francia, sulle coste della Normandia. Aggiungo, inoltre, che questa sensibilita alle tematiche europee mi proviene non solo dalla parte politica nella quale militavo, ma anche da questo stretto impegno che ho avuto sempre nel Movimento Federalista Europeo e dal rapporto che sin da quegli anni ho avuto con Altiero Spinelli, del quale movimento facevo parte. M.E.G. Quali sono Ie personalita europee alIa quali si e sentito pili vicino? In quali occasioni? UE A.R. Direi in primo luogo il ministro degli Esteri francese Robert Schuman, AH l'uomo che lancio l'integrazione della siderurgia, del carbone e dell'acciaio e poi successivamente l'integrazione europea. In quegli anni conobbi meglio e pili da vicino il ministro degli Esteri italiano, che era Carlo Sforza, il quale d'accordo EU con De Gasperi, COS! mi fu confidato da Pacciardi (altro protagonista delle vicende dell'epoca), mando un telegramma di adesione dell'Italia alIa proposta HA di Schuman, cosa che qualcuno rimprovero a De Gasperi e Sforza dicendo: liMa non ne avete parlato nel Consiglio dei Ministri". Questo perche non era affatto scontata nel Consiglio dei Ministri l'adesione all'Europa. Evidentemente De UE Gasperi, grande protagonista della costruzione europea, e Sforza avevano scelto questa strada per preparare il terreno e per non perdere l'occasione di AH aggancio dell'Italia all'Europa. Anche questa serviva per far maturare Ie decisioni politiche all'intemo dell'Italia, decisioni che non erano affatto scontate. EU In seguito ho conosciuto due personaggi che mi hanno colpito profondamente per illoro impegno: in primo luogo Jean Monnet. Sono andato a molte riunioni promosse dal Comite d'Action di Jean Monnet, dove erano rappresentati i HA partiti e i sindacati. Ricordo un'occasione nella quale il contributo del Comite d'Action aiuto la Commissione a sbloccare la prima grande trattativa della politica agricola comune. In un albergo di Bruxelles, mi pare l'Hotel Astoria, ci riunimmo in diciassette diciotto persone (quella non era una riunione dei partiti ma dei sindacati, dei lavoratori e degli imprenditori) e tirammo fuori una mozione, un documento che aiuto moltissimo la Commissione e il Consiglio dei Ministri per fare il primo grande accordo sulla politica agricola europea. L'idea del fondo per la riforma delle strutture nasce da que1 Comitato, fu un'idea nostra e del Comite d'Action e io fui modestamente tra colora che la sostennero, ma non tutti erano d'accordo. Gli agricoltori tedeschi, una parte 2 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi degli agricoltori italiani e francesi non volevano che la Comunita europea si occupasse di Politica delle strutture, rna soltanto della politica dei mercati. L'altra personalita che ho conosciuto e stimato molto e stato Sicco Mansholt, l'artefice della prima grande politica comune, creata dopo la costituzione della CEE. Era un uomo molto concreto e solido, che aveva una visione moderna dell'agricoltura europea e mondiale. Mansholt riuniva un paio di volte l'anno una ventina di esperti (che sceglieva lui dentro e fuori Ie istituzioni) nel castello dove fu elaborato il Trattato di Roma, detto di Val Duchesse. Qui, con i suoi collaboratori, delineava Ie grande strategie della politica agricola europea e UE preparava i gruppi dirigenti dei sindacati, dei lavoratori, degli agricoltori e degli industriali. Questa azione di preparazione, diciamo pure la parola esatta di AH formazione, che egli ha svolto sulle categorie sociali ed economiche ha consentito poi al Comitato Economico e Sociale di avvicinare Ie posizioni e di poter dare un sostegno alIa Commissione per portare avanti i propri progetti, EU sostegno che era quanta mai necessario perche all'epoca la solidarieta tra i membri del Consiglio dei ministri europei non c'era. I ministri andavano Ii con HA delle missioni tipicamente nazionali, chiuse e non riuscivano a mettersi d'accordo. L'azione del Comitato Economico e Sociale e pili in generale delle categorie economiche, secondo me, ha contribuito moltissimo a creare quella UE convergenza di posizioni sulla politica agricola, che era stato storicamente un settore abbastanza protetto. Bisognava quindi sbloccare la situazione e avviarsi AH verso una politica comune che fosse pili libero-scambista. L'azione di Mansholt, l'azione del Comitato Economico e Sociale mi ha aiutato molto a capire meglio i EU problemi dell'agricoltura italiana ed europea e a dare un contributo sia a livello europeo, rna soprattutto in Italia. Ho fatto circa cento conferenze e convegni in giro per l'Italia per spiegare la politica agricola europea e trovavo sempre delle HA fortissime resistenze, opposizioni corporative a destra come a sinistra, opposizioni politiche a sinistra e opposizioni corporative e politiche da destra. Devo dire che anche grazie a questo lavoro, questa collaborazione che avevo con Ie altre categorie a livello europeo, con i funzionari della Commissione, mi e stato possibile conoscere i problemi molto pili in profondita, di essere un precursore della politica di mercato nel nostro nel nostro Paese. In Italia non c'era mai stata una politica di mercato come era intesa a Bruxelles e nel mondo: anche l'America di Delano Roosevelt aveva una politica agricola con i prezzi fissati dall'alto e non solo durante la guerra. Era una politica 3 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi dirigista. (altro che liberismo) Illiberismo selvaggio nell'agricoltura degli Stati Uniti non c'era... era una politica dei prezzi, una politica di mercato. Ma ritomando all'Europa c'e un altro personaggio che ha contribuito molto, a mio parere, suI piano politico a portare avanti il lavoro della Commissione, perche non ci si limitasse a semplici coordinamenti delle politiche agricole, rna si creasse realmente una politica agricola europea, con strutture che consentissero di governare il mercato da Bruxelles. E' stato Walter Hallstein, il primo presidente della Commissione europea. Una sera, durante la Conferenza sui problemi sociali dell'agricoltura che si UE tenne a Roma nella prima meta degli anni '60, Hallstein mi chiese di andare a cena con lui perche voleva parlare con me della riforma dei patti agrari. Lui era AH un professore di diritto agrario ed era interessato ai problemi della mezzadria e a questo grande dibattito che si faceva in Italia. L'osservazione che veniva mossa all'Italia da Bruxelles, da Mansholt, da Hallstein come da altri era che in EU Italia si parlava molto di riforme strutturali, rna non si attuavano e non si parlava di politica di mercato. Cioe la politica agricola italiana e stata bloccata HA per quindici anni sulla riforma dei patti agrari. Sono caduti tre 0 quattro govemi in Italia, il governo Scelba, il governo Segni ... sulla riforma dei patti agrari. La riforma agraria ha tenuto acceso il dibattito in Italia per anni. 10 sono UE stato un collaboratore di Giuseppe Medici nell'attuazione della riforma agraria, e quando la riforma agraria, che ha sconfitto illatifondo, e andata in porto sia AH pure con qualche errore e qualche lacuna, c'e stato un attacco politico da destra e da sinistra fortissimo, perche tutta la politica agricola in Italia negli anni '50 EU fino alIa meta degli anni '60 era intesa come politica di riforma dei patti agrari e non c'era una concezione della politica di mercato. HA M.E.G. Quale legame vi e stato a suo giudizio tra la scelta europea di Roma e il processo di modernizzazione della societa italiana? A.R. Fondamentale. Lo farei risalire agli anni precedenti la Comunita economica europea, che hanno preparato l'Italia ad inserirsi nell'economia europea e mondiale. Fra queste scelte ci metto la politica di liberalizzazione degli scambi attuata dal IV governo De Gasperi nel 1950. Quella politica fu opera di due ministri del governo De Gasperi: Ugo La Malfa, che era ministro del Commercio Estero, ed Ezio Vanoni che era ministro del Bilancio. Quella politica, bisogna ricordarlo agli smemorati, a coloro che vogliono darci lezioni 4 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi oggi, come il giovane presidente della Confindustria Fossa, in un convegno che si svolse a Venezia nel 1953 0 1954, fu contrastata duramente dalla maggioranza della Confindustria. Ernesto Rossi, che ando a quel convegno per sostenere la politica del governo, la politica di Ugo La Malfa di liberalizzazione degli scambi, fu fischiato, non gli consentirono di parlare. Sostenevano che la politica di liberalizzazione degli scambi avrebbe rovinato l'economia e !'industria italiana, che l'Italia non avrebbe pili avuto una siderurgia. Quello invece era il primo atto che preparava l'economia italiana alla competizione europea e mondiale. Cera allora una concezione corporativa e fortemente UE protezionista. Nel '64-'65 l'Italia, merce quella politica, merce il Piano Sinigaglia per la AH siderurgia, ne risulto avvantaggiata, tanto che negli anni '60 aveva una siderurgia che era temuta dai francesi e dai tedeschi, che erano i pili forti in Europa in questo campo. EU Noi siamo usciti dalla guerra con un'industria molto protetta, di poco peso, basti pensare a quello che era il mercato dell'automobile italiano, e invece la HA politica di liberalizzazione degli scambi che ha preceduto la costruzione europea e stata il grande propulsore, il volano per rimodernare l'economia, l'industria e l'agricoltura italiana. Quegli uomini politici avevano gia in mente l'Unione UE Europea: erano dei politici illuminati. Del resto, facendo un saIto in avanti, senza Maastricht ho i miei dubbi che l'Italia AH sarebbe riuscita ad avviare il risanamento della sua finanza pubblica. L'Europa, gli impegni per costruire l'Europa, secondo me in questo paese, sono stati pili EU che in ogni altro paese fondamentali per rimodernare il nostro sistema economico e per avviare il risanamento delle nostre finanze. Perche in Italia e HA forte il sentimento europeo, forse e il paese dove l'opinione pubblica e pili favorevolmente orientata verso l'Europa. Non e COS! ne in Francia ne in Germania. M.E.G. In base alIa sua esperienza quale e stato il ruolo dell'industria italiana nel processo di costruzione europea ? A.R. Devo dire che la Confindustria e gli industriali italiani, superato quel momento di crisi, di sbandamento che ebbero a Venezia rispetto alla liberalizzazione degli scambi , in seguito furono tra i pili favorevoli a una politica quale quella europea, che ha cercato di favorire la liberalizzazione degli 5 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi scambi. Essendosi nel frattempo, in virtu anche della liberalizzazione degli scambi, creata un'industria piu forte e competitiva in Italia, l'industria italiana si e attrezzata e devo dire che nei consessi europei del Comitato Economico e Sociale, di cui ho fatto parte per quindici anni, quando discutevamo di politica agricola (io spesso parlavo a nome del gruppo dei lavoratori dei sei paesi), ho trovato generalmente gli industriali sempre d'accordo sulle posizioni che io 0 altri colleghi del gruppo illustravamo. Sostenevamo, ad esempio, che era giusto trovare un modo per assicurare un reddito adeguato agli agricoltori, rna che questa non doveva avvenire a discapito della libera circolazione delle merci. UE Perche l'Europa, essendo un'area fortemente industrializzata, non poteva non essere interessata fortemente allibero scambio, con i paesi in via di sviluppo, AH rna anche con i paesi industrializzati. L'Europa e un continente che importa molte derrate alimentari e devo dire che gli industriali nel gruppo del Comitato Economico e Sociale si sono trovati sempre molto d'accordo sulle posizioni che EU il gruppo lavoratori esprimeva. Erano posizioni non di un libero scambio che non tenesse conto delle minime esigenze dell'agricoltura europea, rna di questa HA necessita di accelerare gli scambi perche l'agricoltura europea non era in grado di garantirci tutti i prodotti alimentari di cui l'Europa aveva bisogno. L'Europa era il primo grande importatore di prodotti agro-alimentari nel mondo, dopo UE di noi veniva il Giappone. Quindi tutto questa favoriva gli scambi commerciaIi e gli industriali, anche quelli italiani, avevano cambiato opinione. AH M. E.G. Sempre in base alIa sua esperienza quale e stato il ruolo che il sindacato EU italiano ha svolto nel processo di costruzione europea? HA A.R. E' stato un ruolo positivo. All'inizio questo ruolo fu svolto essenzialmente da UIL e CISL, perche la CGIL non era nelle istituzioni e aveva ancora delle riserve nei confronti dell'Europa. Poi quando in seguito Ie istituzioni si sono allargate, ricordo quando entrarono nel Consiglio dell'Economia e del Lavoro europeo anche i rappresentanti della CGIL, ci fu una maggiore attenzione e disponibilita. Agli inizi, comunque, il ruolo essenziale in Italia fu della UIL e della CISL, rna devo dire che successivamente anche la CGIL e entrata pienamente in questo ruolo senza riserve. Jean Monnet 10 considerava fondamentale per la costruzione europea il ruolo dei sindacati. Quella sera di cui ho parlato, quando ci trovammo agricoltori e lavoratori, c'era anche qualche industriale, rna eravamo soprattutto agricoltori 6 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi e lavoratori, tre per ogni paese, eravamo diciotto persone. Mi ricordo quando Jean Monnet chiuse la riunione ringraziandoci per il contributo dato e per la collaborazione che aveva consentito di elaborare una nostra posizione su due 0 tre punti chiave, di grande appoggio politico alIa Commissione, disse : " 10 devo ringraziare - disse rivolto agli agricoltori- in particolare i sindacati dei lavoratori europei. IIloro appoggio, illoro contributo e stato di grande aiuto, di grande sostegno politico alIa Commissione e alIa elaborazione di una politica comune in Europa." Perche il cementa principale fu la politica agricola. Non c'era niente in comune. E la forzatura di Mansholt, che era un convinto europeista, fu UE proprio di carattere strategico. In alcuni colloqui che lui ebbe in Italia, nei quali io 10 accompagnai, incontro, una volta che venne in Italia nel1965 01966, Ugo AH La Malta, Giuseppe Saragat, e Pietro Nenni e disse: "10 ho presentato una proposta di politica agricola comune, voi sapete che mi e stata avversata dal Consiglio dei Ministri, che c'e stato un lungo negoziato e poi abbiamo EU raggiunto finalmente due importanti accordi. Questo ci ha consentito di gettare Ie basi di una politica agricola comune. Non ho mollato, ho forzato perche HA ritenevo che questa fosse il primo legame, che noi creavamo fra i sei paesi." Prima i fondi comuni, che rappresentavano in quegli anni il 90% del bilancio della Comunita. Quindi aveva creato questo legame di politiche comuni, il UE mezzo da utilizzare per gestire queste politiche ha avuto un ruolo strategico nella costruzione della CEB. AH M.E.G. II PRI e stato uno dei partiti pili impegnati nella costruzione europea. EU Quale valutazione darebbe della politica repubblicana in questo ambito? A.R. Una valutazione molto positiva. Sia Oronzo Reale prima, che fu segretario HA negli anni '50 fino al '64, sia Ugo La Malta, che fu segretario dal '64 al '78, sia Giovanni Spadolini, che fu segretario dal '79 all'87, erano tre europeisti convinti e hanno lavorato e hanno spinto in direzione dell'Europa. Ugo La Malta faceva parte del Comite d'Action di Jean Monnet, era molto amico di Jean Monnet e si stimavano. Sicco Mansholt quando veniva in Italia non mancava di andare a trovare La Malta 0 Saragat. Credo che il contributo dei repubblicani sia stato fondamentale. Non c'e stato mai fra di noi uno che dicesse no, che richiedesse pili cautela. E' stato sempre un apporto generoso, di grande slancio, di grande convinzione. E ricordo la frase di Ugo La Malta quando diceva:" Bisogna che noi teniamo ben salda l'Italia aIle Alpi, se vogliamo bene al nostro paese." E 10 7 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi diceva in chiave di istituzioni, diceva: "Noi ci dobbiamo tenere ben saldi alle democrazie europee, alle istituzioni europee e all'Europa perche la nostra economia, Ie nostre istituzioni traggono solo vantaggi da questa inserimento dell'Italia nella nascente comunita, fondata su valori costituzionali, politici ed economici." M.E.G. Quali sono gli esponenti europeisti italiani che ha avuto modo di conoscere? Quale opinione darebbe della loro azione? UE A.R. 10 ho conosciuto diversi esponenti politici italiani e devo dire che ho dato ed ho di lora un giudizio altamente positivo. Mettiamoci prima di tutto gli AH uomini che hanno contribuito a questa slancio nei confronti della costruzione europea: ci metto De Gasperi, Sforza, La Malfa, Pacciardi, Einaudi... io non ho conosciuto personalmente tutte queste persone, rna ho seguito da vicino la loro EU opera e sono stati gli uomini che hanno dato un grande contributo, un contributo convinto. Mettiamoci anche Martino, il ministro degli Esteri che HA negozio l'ingresso dell'Italia. In quel periodo, questa e un particolare che vorrei segnalare, quando inizio il negoziato per il Trattato di Roma del 1957, dopo ogni sessione 0 dopo due sessioni di negoziati a Bruxelles, il governo e il UE ministro degli Esteri ci chiamava e ci informava dei problemi che venivano fuori. Consultava la UIL e la CISL naturalmente. Ci incontravamo sempre con il AH Direttore Generale del ministero degli Esteri, 0 con il negoziatore e abbiamo seguito la costruzione europea fin dal negoziato che ha portato ai Trattati di EU Roma. Oltre a questi devo dire che, salvo pochissime eccezioni, la spinta proveniva dalle forze di governo; in quella fase dobbiamo parlare delle forze centriste, HA perche i socialisti ancora non erano pronti, i comunisti men che meno e la destra missina era chiusa. Le quattro forze politiche di centro, i loro uomini, salvo pochissime eccezioni, sono stati uomini che hanno dato un grandissimo contributo. Ho conosciuto molto da vicino Emilio Colombo, come ministro degli Esteri, del Tesoro e del Bilancio. Questa e una sottolineatura che desidero fare: il ministro Colombo era considerato a Bruxelles l'uomo pili efficace a presentare Ie ragioni dell'Italia nelle riunioni. Perche era un uomo molto pacato, molto calma, che si studiava i documenti. Non sempre noi italiani li studiamo. E spesso invocavano la sua presenza anche per questioni che non riguardavano il settore, 0 un problema di sua competenza. Quando ci fu il grande negoziato 8 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi per la politica agricola europea, Colombo era ministro del Bilancio, Rumor era ministro dell'Agricoltura. Colombo ci mando un telegramma e ci convoco a Bruxelles per scambiarci un po di idee sulle proposte. Naturalmente in quel periodo eravamo solo io per la UIL e un esponente della CISLo 10 ero fresco, fresco della riunione con Jean Monnet di cui ho parlato, e gli dissi: "10 come italiano e come europeo concordo con questa documento, ho collaborato alIa sua stesura, se il governo italiano fa proprie queste posizioni, credo sia nel nostro interesse." Devo dire che Colombo disse subito: " Ti ho convocato per questo. Sapevo di questa e volevo avere da te e dalla CISL il sostegno a questa UE iniziativa." Colombo e l'uomo che ha fatto la battaglia perche passasse il Fondo per la riforma delle strutture. Nel momenta in cui si dava vita a una politica AH agricola europea, se si fosse basata solo sull'organizzazione dei mercati, l'Italia che non aveva ancora un'organizzazione dei mercati, avrebbe pagato un prezzo alto in termini di costo, senza avere neanche un vantaggio di ritorno EU attraverso la politica di riforma delle strutture. Noi italiani non sempre riusciamo a utilizzare i fondi europei e questo e avvenuto anche per la politica HA delle strutture. Creiamo gli strumenti, che poi vengono utilizzati dagli altri e non da noi. Questi due uomini hanno dato un contributo notevole. Non tutti, pero, hanno dato questa contributo, perche spesso per ragioni interne di UE partito si mettono al governo ministri, magari bravissimi in altri campi, rna che non conoscono il ministero al quale vengono assegnati. Conosco almena due AH ministri italiani dell'Agricoltura, che quando parlavano a Bruxelles nel Consiglio dei Ministri, gli altri si toglievano la cuffia per non sentire. Questa e la EU dimostrazione che non interessava quello che dicevano e spesso non sapevano neanche parlare in modo da farsi capire. Una delle ragioni del successo di Colombo non era solo quella di studiare i documenti, rna anche quella di HA parlare pacatamente in modo che Ie interpreti potessero tradurre. Capita troppo spesso che l'Italia metta in posti importanti, 0 per richiamarci alIa questione europea, mandi a Bruxelles rappresentanti, ministri, 0 altri personaggi in ruoli importanti, pili con l'idea di dare lora un contentino, che di mandare la persona adatta per quell'incarico. Questo non solo per il governo; qualche volta anche il sindacato mandava a Bruxelles uomini a cui si voleva dare un contentino e magari erano uomini che non si erano mai occupati di questioni europee. Un'altra persona che voglio ricordare e stato ed e il Prof. Petrilli. Petrilli, che e stato Presidente del Movimento Federalista Italiano, e stato anche commissario 9 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi europeo. In qualita di commissario europeo per gli affari sociali varo il primo tentativo di armonizzazione delle politiche sociali. Quel progetto non ha avuto da subito un grande successo, a causa delle differenze delle condizioni sociali italiane rispetto agli altri paesi, che, sia pure attenuate, sono ancora presenti. In campo sociale in alcuni paesi c'e pili considerazione per i problemi della famiglia e meno per certe categorie assistite. Comunque qualche passo in avanti e stato fatto. M.E.G. Quale e la sua valutazione complessiva dell'esperienza italiana nel UE processo di costruzione europea dal punto di vista economico-sociale? AH A.R. Se dal punto di vista politico il contributo italiano alIa costruzione europea e stato fondamentale e forse il pili stimolante e pili generoso grazie all'adesione quasi generale dell'opinione pubblica italiana, suI piano economico e sociale il EU nostro contributo non e stato sempre cosi elevato. Vuoi perche la nostra cultura in campo economico, agricolo e in altri campi, almeno fino a un certo HA numero di anni fa, non era cosi modema, diciamo avanzata come quella di altri paesi. 10 trovo che abbia ragione il governatore della Banca centrale tedesca quando dice che la migliore politica di concertazione sociale la fanno gli UE olandesi. Gli olandesi, dal punto di vista della politica di concertazione sociale, hanno il sistema pli efficace da molti anni. L'Olanda e un paese che non ha i AH disoccupati che hanno altri paesi, che riesce con l'apporto dei sindacati e delle altre categorie economiche a utilizzare al meglio Ie risorse. Loro fanno degli EU incontri e delle conferenze annuali nel corso delle quali decidono quanta destinare all'incremento dei consumi, quanta agli investimenti e quanta alIa HA spesa sociale. Tutto questa ha creato un equilibrio e meno conflitti sociali, non hanno scioperi non so da quanti anni. Lo stesso sistema tedesco che non era male, prima che la riunificazione della Germania sconvolgesse la situazione, non e cosi perfetto come quello olandese. E io che ho conosciuto un po tutti i leader del sindacato, degli imprenditori e degli agricoltori olandesi, devo dire che nelle riunioni in genere erano molto preparati e nella politica economica, nella politica sociale, nella concertazione sociale davano un contributo importante. Proprio perche io ho partecipato a tutti gli incontri tra governo e sindacati dal '64 fino al '78 so come alcuni ministri sorridevano, sghignazzavano, commentando sfavorevolmente i discorsi che qualche ministro pili preparato di 10 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi loro faceva sulla politica dei redditi e sulla politica della concertazione sociale. Ricordo una riunione nella quale Ugo La Malta, che era vice presidente del Consiglio nel govemo Moro, aveva parlato ai sindacati con grande fermezza e impegno, come sapeva fare lui, della necessita di introdurre anche in Italia questa politica ( di concertazione sociale n.d.r.) e qualche ministro conversava con un sindacalista contrario, e si divertivano dicendo: "Questi pazzi!" . Ma non e capitato solo a La Malta, e capitato anche a Colombo. Colombo, era uno degli uomini che aveva pili rapporti con l'Europa, che studiava queste cose, era pronto alIa politica di concertazione sociale, rna non gliel'hanno mai consentito. UE Oggi e cresciuta la situazione nel campo delle imprese e del sindacato pero si fanno ancora tante guerre ideologiche. II momenta della caduta delle ideologie AH e venuto anche per i sindacati e per gli imprenditori: questo paese non riesce ancora a liberarsene del tutto ed e l'aspetto peggiore delle ideologie, perche quando parliamo di caduta delle ideologie, parliamo appunto di posizioni EU chiuse, di posizioni che non tengono conto di quanta succede nelle altre parti del mondo, dove c'e una concertazione molto pili ampia che da noi, ed e grave HA che cio avvenga in una fase di globalizzazione di tutti i processi. Laddove non c'e, come nell'economia americana, assistiamo allo spettacolo di un'economia seppur forte nel mondo e con grande capacita concorrenziale, che lascia suI UE lastrico senza adeguata assistenza sociale Ie categorie pili deboli della societa. II sistema economico americana e molto duro. Con Ie risorse che hanno se anche AH loro riuscissero a introdurre una politica menD selvaggia, a correggere gli effetti perversi del mercato non sarebbe male. Gli americani dicono:" Noi in questi EU venti anni abbiamo perso 5.000.000 di posti di lavoro, rna ne abbiamo creati 10.000.000." Questo e vero, pero quei 5.000.000 che rimangono fuori, per quelli che rimangono fuori dal sistema produttivo e dura la vita in una societa come HA quella americana. Ci sono delle cadute di tenore di vita, che qualche volta scendono al di sotto del minima indispensabile: il discorso di Kennedy del '64 sulle "nuove poverta" non e un discorso che nasce a caso, nasce da una valutazione seria. Da questo punto di vista l'Europa avra ancora qualche rigidita di troppo nei rapporti di lavoro, rna ha maggiore attenzione per i problemi di chi rimane senza lavoro e per Ie persone in eta pensionabile. M.E.G. Quale e la sua valutazione complessiva sull'esperienza italiana nel processo di costruzione europea dal punta di vista politico? 11 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi A.R. Dal punta di vista politico la spinta generale, come ho detto ripetutamente, e stata forte, fortissima, pili che in qualsiasi altro paese. Spesso pero questa spinta non e stata utilizzata a dovere, per avere un po pili di iniziativa nella politica europea, perche, a parte poche eccezioni, Ie grandi iniziative in materia di costruzione europea spesso sono partite dai tedeschi e dai francesi. Nell'Europa dei sei l'Italia era la terza potenza, per popolazione, per reddito per tutto. Ad un certo momenta si era avvicinata moltissimo sia alIa Germania che alIa Francia, ma non ha avuto peso politico forse anche in virtli del fatto che tedeschi e francesi con illoro patto di consultazione, ci costringevano a giocare UE pili sulla difensiva che sull'iniziativa politica vera e propria. La mia seconda osservazione e che non sempre aIle parole e alIa volonta, allo AH spirito che abbiamo dimostrato sempre in ogni momenta a favore della costruzione europea, ha corrisposto poi l'impegno suI piano nazionale. Nel lavoro di adeguamento delle strutture, di preparazione siamo sempre gli ultimi EU ad applicare i regolamenti comunitari, a recepirli nella nostra legislazione. Creiamo i fondi sociali, i fondi strutturali e poi siamo sempre gli ultimi nelloro HA utilizzo. Quindi la spinta verso l'Europa e stata fortissima, e una spinta politica che ci viene dal consenso della gente, che ci viene dalle scelte coraggiose di De Gasperi, di Sforza, degli uomini che dal '48 -'49 -'50, a pochi anni dalla fine della UE guerra hanno lanciato l'Italia e hanno subito aderito a queste iniziative, ma non si e preparato il paese adeguatamente. Buona parte dei politici e degli AH amministratori locali e regionali non e preparata ai problemi europei. 10 credo che da questa punta di vista, al di la dei gemellaggi che si stringono tra comuni EU itaIiani, francesi 0 tedeschi, vorrei sapere quanti amministratori pubblici italiani conoscono Ie leggi europee, perche se Ie conoscessero bene saprebbero come HA utilizzare di pili questi fondi a disposizione. Spesso si lamenta che non vi sono fondi per la formazione professionale, questa dimostra 0 che c'e ignavia, mancanza di iniziativa 0 che non conoscono Ie leggi. 10 propendo pili per questa seconda ipotesi: non sanno quello che si fa in Europa. Cioe non c'e stata nel paese, nei confronti della classe dirigente del paese, quel lavoro di preparazione che andava fatto per sensibilizzare gli amministratori locali. I dirigenti sindacali, i rappresentanti del mondo imprenditoriale questa preparazione se la sono fatta andando a Bruxelles, stando nel Comitato a Bruxelles, seguendo i problemi dei vari prodotti nei comitati di gestione. E direi che da questa punto di vista sono a un livello pili avanzato, quanta menD sono pili informati sia i dirigenti d'azienda, della Confindustria, della 12 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
Aride Rossi Confcommercio, dell'artigianato, del sindacato. Perche Bruxelles per loro e stata una scuola. Vorrei concludere dicendo una cosa che mi riguarda. 10 non sono laureato, ho un impegno politico che dura da quando avevo sedici anni e ho fatto una lunga esperienza e sono uno che ha letto tantissimo, anche se in modo disordinato. La mia Universita e stata Bruxelles! In quindici anni nei quali sono andato avanti e indietro mi sono confrontato con gli uomini delle istituzioni comunitarie, con gli industriali, i sindacalisti, gli agricoltori, gli artigiani, i commercianti europei. Quando tornavo in Italia sia come sindacalista che come politico quel tanto 0 UE poco che riuscivo ad apprendere dal confronto con altri cittadini europei mi consentiva, non sono un immodesto, di essere pili puntuale e brillante di altri AH sui temi in discussione. E questo non perche io fossi pili bravo, rna perche gli altri non sapevano niente. EU M.E.G. La ringrazio a nome della Prof.ssa Melchionni e del Prof. Varsori per il contributo che ha dato allo svolgimento di questa progetto di ricerca. HA UE AH EU HA Cassetta 1, fine lata A 13 © Archives historiques de l'Union européenne © Historical Archives of the European Union
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