VIETNAM NOTA CONGIUNTURALE - Ottobre 2015 - Assolombarda
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VIETNAM NOTA CONGIUNTURALE Ottobre 2015 Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 1 of 20
1. Congiuntura economica - Tendenze recenti dei principali indicatori Il Vietnam è un Paese di medie dimensioni con una popolazione di 90 milioni di abitanti, nel quale coesistono un sud più avanzato e industrializzato e un nord più popoloso e più dedito all’agricoltura. Il 25% della popolazione vietnamita ha meno di 15 anni e il 75% ha meno di 30 anni ed è quindi nato all’indomani del conflitto tra Vietnam e USA. La presenza di numerosissimi giovani in età scolare o all’inizio della propria vita lavorativa, che di per sé costituisce una risorsa fondamentale per il Paese, si inserisce nel contesto di un tasso di alfabetizzazione molto elevato e di un’attenzione particolare del singolo, delle famiglie e delle autorità verso il miglioramento del grado di istruzione. A dicembre 2014 il PIL reale del Vietnam è cresciuto del 6,50%, raggiungendo 185.8 miliardi di USD. Il reddito pro capite ha raggiunto 2,011 USD, superando la previsione del governo di portarne il livello a 1.100 USD entro il 2010. Nel 2013 il Vietnam è entrato a far parte dei Paesi a reddito medio, avvicinandosi così alla previsione governativa di trasformare il Paese in una nazione industrializzata entro il 2020. Di assoluto rilievo sono stati i risultati conseguiti nella riduzione dell’indigenza: la popolazione al di sotto della soglia di povertà (1 USD/giorno) è scesa dal 58% del 1993 al 12,6% nel 2011 in media, e dal 25% al 5,1% nelle aree urbane. Il Vietnam ha confermato la propria posizione di spicco tra le economie maggiormente dinamiche del continente asiatico, grazie principalmente all’incremento della produzione industriale e manifatturiera e nonostante il forte rallentamento congiunturale sperimentato dall’economia del Paese fin dal secondo trimestre del 2008. Nella prima meta' del 2014 il tasso di disoccupazione, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio centrale di statistica (GSO), si attestava al 2,14%. In particolare, il tasso di occupazione nelle zone urbane al 3,51%, mentre quello delle zone rurali all'1,56%. Sin dal gennaio del 2011, il Vietnam ha avviato di una serie di misure congiunturali di stabilizzazione dell’economia al fine di ridurre la crescita dell’inflazione, il cui dato finale per il 2011 era stato superiore al 18%. Tali interventi hanno compreso un aumento del tasso di sconto, un rigido tetto alla crescita del credito e una diminuzione degli investimenti pubblici. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 2 of 20
Oggi si può dire che la stabilità macroeconomica è stata ristabilita e che le misure attuate hanno ottenuto risultati concreti: a dicembre 2014 l'inflazione si e' fermata al 4,1%, in costante diminuzione rispetto al 4,4% di marzo 2014. Contestualmente, si e’ registrato un aumento delle riserve valutarie, il Dong e' stato ufficialmente svalutato dell'1% contro il dollaro USA e la bilancia commerciale si e' progressivamente riequilibrata. Tuttavia, il forte aumento del tasso di sconto e la riduzione del credito ha causato gli effetti collaterali tipici di questo tipo di interventi restrittivi. La crescita economica a fine 2014 si è attestata al 6% (in crescita rispetto al 5,% del 2013 e del 5,18% della prima meta' del 2014, ma sempre sotto la media degli ultimi 10 anni di oltre il 7%) e nei primi sei mesi del 2015 si è raggiunto il 6.3%. Le previsioni del Country Report dell’Economist Intelligence Unit (EIU) di Dicembre 2014 sono ancora positive per il Vietnam, con una previsione di crescita del PIL reale del 6,4% nel 2015 e del 6,5% nel 2016, ritenendo che il processo di liberalizzazioni avviato dalla Nazione inciderà positivamente sulla stabilità economica e le relazioni con gli stati occidentali. Nel 2014 alcuni settori, dopo contraccolpi negativi registrati nei due anni precedenti, hanno cominciato a dare segni di ripresa, a cominciare dal manifatturiero, cresciuto del'8% rispetto all'anno precedente. Nello stesso periodo la produzione industriale ha registrato una crescita del 7,6% anno su anno. La domanda interna resta modesta, con valori, ma con previsioni EIU di crescita costante (6,4% nel 2014 e 7,4% nel 2015). Continua a crescere costantemente l'export del Vietnam che, nonostante la congiuntura economica internazionale, sta riuscendo ad aumentare le proprie quote nei più importanti mercati di riferimento. Nel complesso, un quadro fatto di luci e di ombre, nel quale però la maggior parte degli osservatori ritengono di mettere l’accento, per una complessiva valutazione dell’andamento del Paese, sulla stabilizzazione del quadro macroeconomico, tanto più ragguardevole se valutata alla luce della difficile situazione congiunturale domestica e della situazione economica internazionale. Rimane necessario l'avvio di riforme strutturali in alcuni settori strategici, in particolare quello bancario e quello delle imprese di Stato (State Owned Enterprise – SOE), che possano consentire al Paese di mantenere il ritmo di sviluppo registrato nell’ultimo decennio, per raggiungere l’ambizioso obiettivo dichiarato dalle Autorità vietnamite, che e' quello di divenire un'economia industrializzata entro il 2020. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 3 of 20
Un aspetto centrale in questa strategia di modernizzazione è rappresentato dalla privatizzazione delle imprese pubbliche che, negli ultimi anni, hanno avviato rilevanti programmi di investimento, anche a carattere speculativo, facilitati da un accesso preferenziale al credito, che hanno portato in alcuni casi a esposizioni debitorie elevatissime. Tuttavia il processo di riforme in questo settore si è finora realizzato in misura limitata e con estrema lentezza, soprattutto per le forti resistenze sollevate dai gruppi di interesse legati alle SOE. Obiettivo del Governo e' la privatizzazione di 432 SOE tra il 2014 ed il 2015, ma nel corso del 2014 solo 143 societa' di stato sono state privatizzate con successo. Il modello di sviluppo del Vietnam è il “socialismo orientato al mercato”. Il settore privato svolge quindi un ruolo sempre più importante nell’economia, contribuendo a fornire la gran parte dei nuovi posti di lavoro, oltre un milione, necessari ogni anno. Sebbene sconti ancora un accesso limitato al credito e alla terra, il settore privato si trova ad affrontare condizioni gradualmente migliori nelle quali potrà più compiutamente esprimere il proprio elevato potenziale. La Borsa, istituita nel luglio del 2000, ha un ruolo in rapida espansione. Le imprese quotate sono passate da 282 alla fine del 2007 a 672 a fine 2013, con una capitalizzazione di mercato pari a 45.1 miliardi di Usd (25 miliardi in più del 2012). Il mercato azionario continua a essere, però, contrassegnato da poca trasparenza e scarsa attendibilità delle informazioni disponibili sulla situazione finanziaria e i risultati operativi delle società quotate, in assenza di una normativa sufficientemente stringente in tema di contabilità e revisione. A fine 2007 si contavano 155.030 imprese attive, di cui 2,3% possedute dallo Stato, 95% private e 2,7% di proprietà estera. Le registrazioni di imprese private sono andate aumentando in modo sempre più rapido negli ultimi anni. Con lentezza e vicende alterne, dovute fra l’altro a resistenze interne e di recente anche alla volatilità dei corsi azionari, prosegue il processo di riforma delle imprese di stato (State Owned Enterprise - SOE), che hanno sempre rivestito ruoli fondamentali in molti settori, detenendone in taluni casi il monopolio o il controllo assoluto. A fine 2013, infatti, si contavano 251,905 imprese attive, di cui statali solo l’1%, 80% private e 19% di proprietà straniera. Lo stato mantiene il controllo, con limitate eccezioni, dei settori petrolifero, dei servizi di pubblica utilità, comprese le reti di distribuzione dell’energia elettrica e le telecomunicazioni, e dei trasporti aerei e ferroviari, sebbene sia da tempo allo studio l’apertura al settore privato delle compagnie di telefonia mobile e del vettore aereo nazionale. Lo stato, inoltre, riserva per Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 4 of 20
sé almeno il 50% della proprietà delle imprese operanti nei settori di produzione di energia, infrastrutture e produzione di acciaio e cemento. Le aziende operanti in tali settori sono oggetto di riforme, che tendono ad aumentarne la competitività e vedono diminuire progressivamente i sussidi statali. Negli altri settori le politiche pubbliche puntano a creare una parità di trattamento tra imprese statali e private e alla privatizzazione delle aziende statali. Una prima fase di tale processo è la trasformazione delle SOE da imprese ancillari dei ministeri di riferimento in società di capitali (o equitization) che restano, però, possedute interamente dallo Stato. Tale processo è ancora in corso. In una seconda fase si passa alla vera e propria privatizzazione e il capitale viene venduto in tutto o in parte a investitori privati. Al di là delle differenziazioni settoriali, finora la seconda fase ha interessato solo una parte limitata del capitale delle SOE ed è parsa evidente la tendenza a lasciare in mano pubblica le aziende di dimensioni maggiori. Le difficoltà del mercato azionario hanno consigliato di rallentare i piani di privatizzazione. Non mancano, peraltro, opportunità per gli investitori stranieri di prendere parte a tale processo, anche grazie alla creazione di un’impresa a capitale pubblico incaricata di gestire le partecipazioni statali e le privatizzazioni con criteri manageriali, la State Capital Investment Corporation (SCIC). A consolidare la posizione netta sull’estero contribuiscono le rimesse dei lavoratori vietnamiti temporaneamente o stabilmente residenti all’estero che, secondo stime del Ministero degli Affari esteri, nei primi nove mesi del 2014 hanno raggiunto un nuovo massimo, 11,6 miliardi di USD, contro gli 11 miliardi di USD dell'intero 2013. Tale cifra è ragguardevole se confrontata con il PIL e con i flussi di investimenti esteri ed è pari a circa quattro volte l’ammontare di aiuto pubblico allo sviluppo che il Vietnam sborsa annualmente. Dal 2005 il governo emette titoli del debito pubblico denominati in USD; con la raccolta derivante dalla loro vendita vengono finanziate spese nei settori petrolifero, dei trasporti ed energetico. A causa delle difficoltà sui mercati finanziari sono state sospese alcune emissioni di obbligazioni in valuta da parte dell’armatore di proprietà statale Vinashin, già autorizzate dal governo, mentre continuano le emissioni da parte del Tesoro vietnamita, sia pure con esiti non sempre positivi. Il debito estero resta gestibile: nel 2013 (ultimi dati disponibili) ammontava a 59 miliardi di dollari USA (52,2% del PIL), con previsioni di scendere nuovamente al 48% nel corso del 2014. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 5 of 20
Nel 2014 nei rating delle agenzie specializzate il debito pubblico a lungo termine del Vietnam denominato in valuta straniera è stato quotato BB- da Standard and Poor’s con outlook stabile, B1 da Moody’s con outlook stabile (rispetto al Ba2 del 2013) e BB- da Fitch con outlook stabile (B1 nel 2013). L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) mantiene la propria valutazione del rischio di credito del Vietnam al livello 5 (su una scala di 7). SACE SpA, la società italiana di export credit che sostiene la competitività di banche ed imprese, adotta un atteggiamento di apertura senza restrizioni nei confronti del Vietnam classificandolo nella categoria di rischio 6, M3 (Medium 3), in una scala che va da 1 (rischio minimo) a 9 (rischio massimo). SACE ha progressivamente aumentato i propri impegni nel Paese, sostenendo in modo particolare la penetrazione delle banche italiane in Vietnam, con l’obiettivo di rendere le imprese più competitive. Nell’ultima rassegna della posizione del Paese sull’estero e dei conti pubblici il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto che il governo, mettendo in atto misure attive di stimolo dell’economia, ha saputo superare con buon successo la crisi globale. Contestualmente, ha sottolineato che il pacchetto di stimolo potrebbe avere l’effetto di aumentare il coefficiente di rischio macroeonomico, suggerendo di non allentare troppo le politiche monetarie e fiscali. Ha inoltre suggerito un consolidamento fiscale (soprattutto nell’ottica di una riduzione del deficit pubblico), di migliorare la capacità di gestione delle finanze pubbliche, di valutare, in una prospettiva di medio periodo, l’opportunità di una modifica del regime dei tassi di cambio, abbandonando l’aggancio al dollaro statunitense per basarsi invece su un paniere di valute, incluse quelli dei principali partner commerciali regionali. La determinazione da parte delle Autorità governative di perseguire un’economia orientata al mercato, di migliorare la corporate governance e di integrare il Vietnam nell’economia internazionale induce ad un prudente ottimismo circa le prospettive del Paese, nonostante le sfide poste dalle difficili congiunture interna ed internazionale. Oltre al progresso economico, sta intervenendo un processo più ampio di sviluppo e cambiamento che, benché lento ed eterogeneo da un punto di vista sociale e geografico, evidenzia esigenze nuove e provoca un rapido mutamento negli stili di vita e nei consumi. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 6 of 20
2. Commercio estero - Politiche commerciali Negli ultimi vent'anni il Vietnam si è orientato, attraverso una serie di importanti riforme, verso una progressiva apertura del sistema economico, con una sempre maggiore integrazione nei flussi di commercio internazionale. L'accessione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), nel 2007, ha rappresentato per il Vietnam il culmine di questo cammino, lento ma costante. Per soddisfare i requisiti di ammissione all'OMC, il Paese ha preso importanti impegni in materia di liberalizzazione dei servizi, riduzione delle barriere agli scambi e smantellamento del sistema di aiuti alle imprese di stato. Restano tuttavia alcune aree dove l'applicazione degli impegni è più lenta o le normative sono meno chiare e negli ultimi tempi si nota il riapparire di barriere non tariffarie, come ad esempio ostacoli burocratici allo svolgimento tempestivo delle pratiche doganali. Il Vietnam dal 1995 è membro dell'ASEAN. In tale ambito, partecipa a numerose aree di integrazione regionale: l’area di libero scambio dei dieci paesi ASEAN (AFTA) e quelle perfezionate fra l'ASEAN e paesi terzi: la Cina (2004), la Corea del Sud (2005), il Giappone (2008), l’India (2009) e l’Australia e la Nuova Zelanda (2009). Il processo di liberalizzazione mette di fronte alle imprese dell’area un mercato di oltre tre miliardi di persone dove la quasi totalità delle merci potrà circolare in esenzione di dazi doganali: gran parte del commercio all’interno dei dieci paesi ASEAN e le esportazioni dall’ASEAN verso la Cina, la Corea, il Giappone e i due paesi Oceanici sono già stati sostanzialmente liberalizzati. Inoltre, i quattro paesi meno sviluppati dell’ASEAN (tra cui il Vietnam) mantengono ancora restrizioni all’importazione e apriranno progressivamente i propri mercati ai partner. Gli accordi, infatti, consentono ai paesi partecipanti di eliminare i dazi secondo tempistiche differenti a seconda del loro grado di sviluppo (i 6 paesi ASEAN ed i paesi terzi hanno assunto obblighi di liberalizzazione più ravvicinati). Ciò crea asimmetrie tariffarie all’interno dell’area che, limitatamente ai dazi, consentono di individuare alcuni paesi (fra cui proprio il Vietnam) in grado di assumere il ruolo di vera e propria piattaforma produttiva per esportare determinati prodotti nell’area. Nell'agosto 2015, sette anni dopo l'inizio delle negoziazioni bilaterali, e' stato siglato un accordo di libero scambio tra Vietnam ed Unione Europea (EVFTA - Europe-Vietnam Free Trade Agreement). L'accordo entrera' in vigore l'1 gennaio 2018, a seguito di un periodo transitorio di messa a punto degli aspetti più tecnici del Trattato, per poi essere sottoposto al Consiglio degli Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 7 of 20
Stati Membri e al Parlamento Europeo. All'entrata in vigore dell'Accordo iniziera' l'abolizione graduale del 99% dei dazi doganali, che si concludera' entro 7 anni per l'UE e 10 per il Vietnam. Con gli Stati Uniti d'America (USA) nel giugno 2007 è stato siglato a Washington un Trade and Investment Framework Agreement che mira ad ampliare la portata del commercio fra i due Paesi, mentre nell'ottobre 2015 si e' stato sottoscitto un accordo per la conclusione del TPP - Trans Pacific Partnership, insieme ad altri Paesi dell’area pacifica (USA e Canada, l’Australia e Nuova Zelanda, Cile, Messico e Perù, Malesia, Singapore e Giappone). Anche tale partnerariato verrà avviato dopo un periodo di elaborazione degli elementi meramente tecnici. - Scambi Vietnam – mondo Nonostante le importazioni e le esportazioni di beni abbiano una percentuale molto alta sul Pil (entrambi all’80%, per la prima volta in pareggio nel 2012), il che denota un grado di apertura tra i più alti del Sud Est Asiatico, alcuni settori rimangono ancora assai protetti. Al momento dell’accessione all’OMC nel novembre 2006 la media semplice delle tariffe era del 17,4%. Tale livello è sceso al 17,2% al momento dell’accessione all’Omc (2007), con un impegno a ridurlo al 13,5% in un periodo tra i 5 e i 7 anni. Rimarrà elevato il livello medio dei dazi sui prodotti agricoli (dal 25,2% al momento dell’accessione scenderà al 21%), mentre sui prodotti industriali si passerà dal livello medio del 16,6% del gennaio 2007 al 12,6%. Il governo si è riservato la possibilità di sottoporre a dazi particolarmente elevati le bevande alcoliche, i prodotti a base di tabacco, il caffè solubile, gli autoveicoli nuovi e usati e alcuni materiali da costruzione. In alcuni settori, come ad esempio tabacco lavorato e derivati, petrolio e derivati, pubblicazioni periodiche, incisioni fonografiche e cinematografiche e aeromobili e loro parti, il commercio estero è soggetto a monopolio pubblico. L’importazione di altri prodotti, fra i quali armi, beni di consumo durevoli usati e alcune tipologie di pubblicazioni, è vietata. Si sono inoltre verificati casi non infrequenti di imposizione di dazi all’esportazione su prodotti intermedi o agricoli per evitare che gli stessi scarseggiassero sul mercato locale. Con la progressiva attuazione degli impegni presi in sede di accesso all’Omc non solo le barriere tariffarie ma anche quelle non tariffarie si ridurranno notevolmente. Nei 2014 (ultimi dati GSO) l'interscambio Vietnam-Mondo ha totalizzato un surplus di 2,13 miliardi di USD, pari all'1,42% dei proventi dell'export. Le importazioni del Vietnam hanno raggiunto 148 miliardi di USD e le esportazioni 150,1 miliardi di USD. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 8 of 20
Nel 2014 (dati GSO) i settori più importanti dal lato delle importazioni sono settori collegati alle industrie orientate all’esportazione: macchinari (22 miliardi di USD, +20,4%), materiale elettrico, elaboratori elettronici e parti (18,7 miliardi di USD, +5,8%), petrolio e altri combustibili (7,6 miiardi di USD, +9,7%), apparecchi telefonici e parti (8,4 miliardi di USD, +5,3%), acciaio e ferro (7,7 miliardi di USD, +16,8%), tessile e abbigliamento (9,4 miliardi di USD, +13,3%), prodotti chimici (3,3 miliardi di USD, +9,0%). Alla fine del 2014 oltre il 70% delle importazioni vietnamite proveniva ancora da 5 paesi asiatici, nell’ordine Cina, Corea del Sud, Tailandia, Taiwan, Giappone. Gli stessi Paesi risultavano anche i principali mercati di sbocco, ad eccezione degli Stati Uniti, che si posizionavano al settimo posto tra i fornitori ed al primo tra i mercati di sbocco. USA, Giappone, Australia, Unione Europea assorbivano il 60% delle esportazioni vietnamite. L’Italia si posizionava in sedicesima posizione nella graduatoria dei fornitori (decima nel 2013) ed in quindicesima in quella dei compratori (ventunesima nel 2013). Importazioni del Vietnam – Tavola 1 (Valori in milioni di Usd) Valori Controparte 2013 2014 Cina 36,954 43,867 Corea 20,697 21,736 Giappone 11,611 12,908 Taiwan 9,423 11,084 Tailandia 6,311 7,118 Singapore 5,702 6,827 Stati Uniti 5,231 6,284 Malesia 4,104 4,193 India 2,882 3,132 Indonesia 2,374 2,497 Totale 10 paesi 105,294 119,651 Mondo 129,004 148,000 Italia (16° posto) 1,172 1,338 Fonte: elaborazioni ICE su dati dell'Ufficio generale di statistica del Vietnam (GSO) Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 9 of 20
Esportazioni del Vietnam – Tavola 2 (Valori in milioni di Usd) Valori Controparte 2013 2014 Stati Uniti 23,869 28,655 Cina 13,259 14,905 Giappone 13,651 14,704 Corea 6,631 7,144 Germania 4,729 5,185 UAE 4,138 4,627 Australia 3,514 3,990 Malesia 4,925 3,930 Olanda 2,937 3,769 Regno Unito 3,699 3,652 Totale 10 paesi 85,462 95,767 Mondo 126,648 150,100 Italia (15° posto) 2,293 2,744 Fonte: elaborazioni ICE su dati dell'Ufficio generale di statistica del Vietnam (GSO) Dal lato delle esportazioni sono risultati particolarmente rilevanti: calzature (+22,9%), tessile e abbigliamento (+16,6%), mobili (11,4%), prodotti della pesca (+16,9%), apparecchi telefonoci e parti (+9,6%). - Scambi Italia – Vietnam L’Italia è uno dei principali partner commerciali del Vietnam tra i Paesi europei, con un interscambio che nel 2014 si è attestato a 2,9 miliardi di Euro(+12,1 rispetto al 2013) e nel periodo Gennaio-Luglio del 2015 ammonta a 2,2 miliardi di Euro, mostrando una marcata crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno passato (+79%) . Nel 2014 l’Italia si è posizionata al quindicesimo posto tra i Paesi fornitori ed al diciassettesimo tra gli acquirenti. Secondo i dati ISTAT, i settori merceologici delle importazioni italiane dal Vietnam non sono cambiati nel 2014, rispetto agli anni precedenti: elettronica ed elettromedicali (976,6 milioni di Euro, -13,8%), prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura (241,4 milioni di Euro, +6,3%), articoli in pelle, escluso abbigliamento (316,2 milioni, +22,9%), prodotti alimentari (117,8 milioni, +0%), abbigliamento (152,3 milioni, +41,1%). Anche i settori Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 10 of 20
delle esportazioni italiane in Vietnam rimangono invariati: macchinari (205,3 milioni di euro, +4,1%), articoli in pelle, escluso abbigliamento (142,1 milioni, +38,1%), prodotti chimici (81,5 milioni, +7,1%), prodotti tessili (49,8 milioni, +32%), farmaceutici (32,1 milioni, -6%). La natura degli scambi è prevalentemente intersettoriale, come è caratteristico della relazione tra due Paesi con un diverso grado di sviluppo. Esistono peraltro casi interessanti di commercio intrasettoriale. Ad esempio nel settore tessile l’Italia esporta in Vietnam non solo macchinari, ma anche fibre sintetiche e tessuti pregiati per poi importare prodotti finiti, quali articoli di vestiario e accessori, articoli di maglieria e prodotti semilavorati. Italia - Paese/Area: principali prodotti (ATECO3) esportati ed importati, valori in migliaia di euro e variazioni in percentuale Esportazioni Importazioni Saldi Saldi normalizzati % 2013 2014 Var 2013 2014 Var 2013 2014 2013 2014 % % gen-dic gen-dic gen-dic gen-dic gen-dic gen-dic gen- gen-dic dic AA - Prodotti 8.273 5.995 - 227.052 241.409 6,3 -218.779 -235.415 -93,0 -95,2 dell'agricoltura, pesca e 27,5 silvicoltura BB - Prodotti delle 851 891 4,7 1.846 2.516 36,3 -994 -1.625 -36,9 -47,7 miniere e delle cave CA10 - Prodotti 19.183 43.257 125, 117.896 117.886 0,0 -98.712 -74.630 -72,0 -46,3 alimentari 5 CA11 - Bevande 2.576 3.521 36,7 3.389 2.982 -12,0 -813 539 -13,6 8,3 CA12 - Tabacco . . . . . . .. . . . CB13 - Prodotti tessili 37.731 49.807 32,0 32.372 36.762 13,6 5.358 13.045 7,6 15,1 CB14 - Articoli di 8.765 10.858 23,9 107.945 152.356 41,1 -99.180 -141.498 -85,0 -86,7 abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) CB15 - Articoli in pelle 102.927 142.151 38,1 257.308 316.274 22,9 -154.381 -174.123 -42,9 -38,0 (escluso abbigliamento) e simili CC16 - Legno e 4.101 5.525 34,7 4.673 5.648 20,9 -572 -123 -6,5 -1,1 prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); articoli in Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 11 of 20
paglia e materiali da intreccio CC17 - Carta e prodotti 7.967 8.570 7,6 2.169 2.623 20,9 5.798 5.947 57,2 53,1 di carta CC18 - Prodotti della 67 1 - . . . 67 1 100,0 100,0 stampa e della 97,9 riproduzione di supporti registrati CD19 - Coke e prodotti 1.017 353 - . . . 1.017 353 100,0 100,0 derivanti dalla 65,3 raffinazione del petrolio CE20 - Prodotti chimici 76.080 81.515 7,1 12.329 22.385 81,6 63.751 59.130 72,1 56,9 CF21 - Prodotti 34.106 32.068 -6,0 1.790 1.929 7,8 32.317 30.139 90,0 88,7 farmaceutici di base e preparati farmaceutici CG22 - Articoli in 10.235 11.805 15,3 29.120 36.980 27,0 -18.885 -25.176 -48,0 -51,6 gomma e materie plastiche CG23 - Altri prodotti 7.273 12.107 66,5 9.333 11.721 25,6 -2.060 385 -12,4 1,6 della lavorazione di minerali non metalliferi CH24 - Prodotti della 12.594 15.619 24,0 28.016 37.658 34,4 -15.422 -22.039 -38,0 -41,4 metallurgia CH25 - Prodotti in 7.227 10.716 48,3 20.528 30.771 49,9 -13.301 -20.055 -47,9 -48,3 metallo, esclusi macchinari e attrezzature CI26 - Computer e 16.875 23.189 37,4 1.132.95 976.644 -13,8 - -953.455 -97,1 -95,4 prodotti di elettronica e 7 1.116.08 ottica; apparecchi 2 elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi CJ27 - Apparecchiature 89.415 29.558 - 44.984 60.524 34,5 44.431 -30.966 33,1 -34,4 elettriche e 66,9 apparecchiature per uso domestico non elettriche CK28 - Macchinari e 197.328 205.364 4,1 52.184 76.548 46,7 145.144 128.816 58,2 45,7 apparecchiature nca CL29 - Autoveicoli, 1.304 1.999 53,2 1.149 2.133 85,7 156 -134 6,4 -3,2 rimorchi e semirimorchi CL30 - Altri mezzi di 9.957 12.019 20,7 30.640 49.689 62,2 -20.683 -37.671 -50,9 -61,0 trasporto Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 12 of 20
CM31 - Mobili 4.698 11.576 146, 27.279 26.835 -1,6 -22.581 -15.260 -70,6 -39,7 4 CM32 - Prodotti delle 10.598 11.078 4,5 31.241 35.156 12,5 -20.644 -24.078 -49,3 -52,1 altre industrie manifatturiere DD35 - Energia . . . . . . .. . . . elettrica, gas, vapore e aria condizionata ZZ - Altri prodotti e 1.749 2.739 56,6 1.221 1.352 10,8 528 1.387 17,8 33,9 attività Totale: 672.89 732.279 8,8 2.177.4 2.248. 3,3 - - -52,8 -50,9 9 22 782 1.504.5 1.516.5 23 03 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT In Vietnam sono presenti Intesa San Paolo ed Unicredit, con uffici di rappresentanza, la prima ad Hochiminh City e la seconda ad Hanoi. Altre banche italiane corrispondono con banche vietnamite, mettendo talvolta a disposizione linee di credito commerciale di breve periodo. Nell’aprile del 2011 Generali ha aperto una Ufficio di rappresentanza ad Hochiminh City, che nel corso del 2012 è poi diventato una società assicurativa di diritto vietnamita, al 100% di proprietà italiana. 3. Investimenti diretti esteri Tra i Paesi asiatici il Vietnam è considerato, attualmente, quello con i costi più competitivi. Il motivo risiede in diversi fattori: buon livello dell’istruzione di base; manodopera giovane e motivata; elevata concentrazione di industrie e con un esperienza ormai consolidata; quadri intermedi, tecnici e dirigenti con una buona esperienza soprattutto a livello di fabbrica; disponibilità di parchi industriali ben organizzati e a costi contenuti. Un notevole vantaggio del Vietnam come destinazione di investimento è la sua forza lavoro, giovane, relativamente ben istruita e a buon mercato, se si guarda ai salari espressi nella valuta dei paesi occidentali. Per la legislazione vietnamita il salario medio mensile si attesta sui 200-300 USD per manodopera non specializzata, 300-500 per manodopera specializzata, 400- 800 per personale dotato di laurea breve (Bachelor of arts). Ugualmente attraenti sono le dimensioni del mercato interno, gli incentivi fiscali e la Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 13 of 20
stabilità politica e sociale, che fanno del Vietnam un’interessante alternativa ad altri paesi dell’area, fra i quali la Cina. L’ambiente economico è ancora afflitto da una serie di problemi con i quali il potenziale investitore deve confrontarsi. Sotto il profilo normativo, negli ultimi anni sono state avviate alcune importanti riforme e modifiche legislative, come il nuovo codice di procedura civile e le nuove norme riguardanti il settore finanziario, la contabilità, le costruzioni civili e i costruttori stranieri, l’arbitrato commerciale e la concorrenza. Le normative sugli investimenti sono state più volte emendate, da ultimo con l’entrata in vigore, il 1 luglio 2006, della nuova legge in materia di imprese ed investimenti, che mira a eliminare le disparità di trattamento tra imprese nazionali, statali e private, e imprese a capitale straniero. Tra le altre novità introdotte dalla legge si ricordano l’eliminazione di restrizioni non compatibili con gli impegni internazionali, la possibilità di risolvere eventuali dispute attinenti agli investimenti anche attraverso il ricorso ad un arbitrato internazionale e la possibilità per tutti gli investitori esteri di rinnovare la propria registrazione e il proprio statuto, rendendo quest’ultimo più flessibile. Nei mesi seguenti sono stati emanati cinque decreti attuativi, tra i quali il n. 108 del 22.9.2006 che disciplina l’emissione delle licenze da parte delle autorità locali e centrali e ridisegna il sistema di controllo sugli investimenti da parte delle autorità preposte. Il Vietnam applica un ampio spettro di incentivi per stimolare lo sviluppo economico e l’occupazione. Agli investitori stranieri localizzati nelle zone manifatturiere per l’esportazione e nei parchi industriali si applicano imposte sul reddito delle imprese inferiori rispetto alle aziende vietnamite, esenzioni dalle tasse di importazione sui macchinari, i mezzi di trasporto e i materiali utilizzati, tax holidays di diversa durata sul valore aggiunto e sui profitti rimpatriati. Esistono inoltre speciali incentivi agli investimenti nelle regioni svantaggiate. Nel gennaio 2004 è stata abolita la tassazione sul trasferimento all’estero dei profitti ed è stata unificata l’aliquota da pagare sugli stessi. Nel giugno 2008 il parlamento vietnamita ha approvato una nuova articolazione delle imposte, che prevedeva, a partire dal 1 gennaio 2009, una riduzione dal 28% al 25% di quelle sui redditi d’impresa. Alcuni degli incentivi attualmente concessi dovranno essere eliminati nei prossimi anni in quanto incompatibili con le regole dell’OMC in materia di sussidi. E’ del 2010 una normativa che regola il trasferimento di profitti all’estero. Gli investimenti esteri sono permessi sotto forma di impresa a capitale interamente straniero, di joint venture o di contratto di cooperazione commerciale: in base alla normativa sulle imprese essi possono assumere la Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 14 of 20
forma di ufficio di rappresentanza, filiale, subfornitura, acquisizione di una partecipazione in un’impresa vietnamita, società a responsabilità limitata (con uno o più soci), società per azioni o partenariato. Nel caso delle società per azioni, il limite alla partecipazione straniera è pari al 49% del capitale, con limiti inferiori in alcuni settori, come ad esempio quello creditizio. A fine 2008 si contavano 9.803 investimenti diretti esteri (IDE) in attività. Il valore delle relative licenze di investimento ammontava a 149,8 miliardi di Usd, ma gli investimenti realmente effettuati dal 1988, dopo l’entrata in vigore della legge in materia, erano stati pari a circa un terzo di tale somma. Sei anni dopo, a fine 2014, si contavano in Vietnam 17.768 investimenti diretti esteri (IDE) in attività. Il valore delle relative licenze di investimento ammontava a 252.7 miliardi di USD. Tra i principali Paesi di provenienza figurano ancora Giappone (33 miliardi di USD) e Corea (28 miliardi USD), seguiti da investimenti di Paesi asiatici, tra cui Hong Kong (12,5 miliardi di USD). L’Unione Europea si è posizionata all’ottavo posto tra gli investitori in Vietnam, con 46 nuovi progetti (oltre il 7% del totale) ed un capitale di 283.4 milioni di USD(pari al 4% del totale). Il 75% dei nuovi investimenti esteri, che contava per l’80% del capitale investito, era concentrato in dieci delle sessantaquattro province vietnamite: quattro meridionali (Ba Ria – Vung Tau, Ho Chi Minh City, Kien Giang e Dong Nai), tre settentrionali (Hanoi, Thanh Hoa e Bac Ninh) e due centrali (Phu Yen e Thua Thien Hue). L’Italia si colloca al ventottesimo posto, su scala mondiale, ed all’undicesimo in ambito europeo. Il valore degli investimenti italiani, benchè triplicati tra il 2008 e il 2014, rimane ancora lontano rispetto a quello di altri partner del Vietnam e rispetto alle opprotunità che i vantaggi strategici del Paese offrono. Secondo fonte vietnamita (FIA - Agenzia per gli investimenti diretti esteri), gli investimenti italiani a dicembre 2014 ammontavano a 301,42 milioni di USD, con 57 progetti, di cui 37 di proprietà italiana al 100% e 18 in JV con aziende locali. Nel 2014 sono stati registrati due investimenti italiani, con un capitale complessivo di 19,2 milioni di USD: Rehab Italian Design: USD 18 milioni, Steelflex: 3 milioni USD. In Vietnam si registrano 37 società italiane che hanno effettuato investimenti diretti oppure hanno realizzato joint ventures con partners locali. Tra queste: ENI, Piaggio, Datalogic, Ariston, Bonfiglioli, Perfetti Van Melle, Carvico, Merloni, Saipem, Mapei, Microlys, Coronet, Medexport. Le maggiori aziende hanno tutte incrementato significativamente l’investimento iniziale, confermando così la scelta di puntare sulle prospettive di sviluppo del Paese Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 15 of 20
e sulle sue credenziali di base produttiva regionale. L’ENI ha aquisito, tra il 2009 ed il 2014, quattro blocchi esplorativi di gas concludendo, nel 2013, un Memorandum di collaborazione con l’omologa Petrovietnam. Oltre agli investimenti diretti si rileva anche la presenza di 28 aziende con Uffici di rappresentanza, tra cui: Ansaldo, Danieli, Tenova, Iveco, Prysmian, Savio. FDI Mondo in Vietnam (Valori progetti validi fino al 31/12/2014) Total registered capital Number of projects (Mill. USD) (*) 1 Korea Rep. of 4,190.0 37,726.3 2 Japan 2,531.0 37,334.5 3 Singapore 1,367.0 32,936.9 4 Taiwan 2,387.0 28,468.5 5 British Virgin Islands 551.0 17,990.0 6 Hong Kong SAR (China) 883.0 15,603.0 7 United States 725.0 10,990.2 8 Malaysia 489.0 10,804.7 9 China, PR 1,102.0 7,983.9 10 Thailand 379.0 6,749.2 11 Netherlands 229.0 6,625.4 12 Cayman Islands 57.0 5,948.5 13 Canada 143.0 4,995.2 14 Samoa 122.0 4,270.2 15 France 426.0 3,324.5 16 United Kingdom 199.0 3,159.0 17 Fed. Russian 106.0 1,957.4 18 Switzerland 101.0 1,943.8 19 Australia 326.0 1,656.0 20 Brunei 160.0 1,624.4 21 Luxembourg 32.0 1,579.1 22 F.R Germany 247.0 1,359.7 23 British West Indies 7.0 992.2 24 Cyprus 13.0 960.2 25 Denmark 112.0 705.3 26 Belgium 56.0 419.8 27 Indonesia 42.0 386.4 28 Italy 61.0 384.9 29 Finland 10.0 325.3 Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 16 of 20
30 India 92.0 299.2 31 The Philippines 72.0 298.1 32 Mauritius 39.0 282.8 33 Slovakia 5.0 235.5 34 Bermuda 6.0 232.6 35 Cook Islands 3.0 191.0 36 Poland 12.0 138.8 37 United Arad Emirates 8.0 135.1 38 Norway 30.0 120.9 39 Channel Islands 14.0 114.0 40 Bahamas 3.0 108.7 41 Austria 21.0 94.2 42 New Zealand 25.0 82.1 TOTAL 17,768.0 252,716.0 Fonte: Agenzia per gli Investimenti vietnamita (FIA) INVESTIMENTI UNIONE EUROPEA (Valori progetti validi fino al 31/12/2014) Total registered capital Number of projects (Mill. USD) (*) 1 British Virgin Islands 551.0 17,990.0 2 Netherlands 229.0 6,625.4 3 France 426.0 3,324.5 4 United Kingdom 199.0 3,159.0 5 Fed. Russian 106.0 1,957.4 6 Switzerland 101.0 1,943.8 7 Australia 326.0 1,656.0 8 Luxembourg 32.0 1,579.1 9 F.R Germany 247.0 1,359.7 10 British West Indies 7.0 992.2 11 Cyprus 13.0 960.2 12 Denmark 112.0 705.3 13 Belgium 56.0 419.8 14 Italy 61.0 384.9 Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 17 of 20
INVESTIMENTI UNIONE EUROPEA (Valori progetti validi fino al 31/12/2014) 15 Finland 10.0 325.3 16 Slovakia 5.0 235.5 17 Poland 12.0 138.8 18 Norway 30.0 120.9 19 Austria 21.0 94.2 Fonte: Agenzia per gli Investimenti vietnamita (FIA) È proseguito il cambiamento qualitativo degli investimenti esteri: se in una prima fase riguardavano prevalentemente il settore delle costruzioni, dalla fine degli anni ’90 sono stati effettuati in misura crescente investimenti di carattere industriale, in particolare nell’industria leggera. Per valore delle licenze rilasciate nel 2014 il comparto manifatturiero resta prioritario, con il 60%, seguito dal settore energetico (3,86%), l’immobiliare (1,5%), il settore della distribuzione/retail (1,6%). Negli ultimi anni gran parte dei nuovi investimenti esteri sono stati effettuati nei parchi industriali ed export processing zones operanti nel Paese, dove è raticata la politica dello “sportello unico”, che snellisce le procedure burocratiche. L’Agenzia per gli Investimenti Diretti Esteri, creata dal Governo vietnamita con i compiti di promuovere gli IDE e di contribuire alla formulazione delle politiche in materia, ha indicato tra le aree prioritarie l’agricoltura, l’alta tecnologia, le industrie di trasformazione, le infrastrutture, l’ingegneria e le produzioni rivolte all’esportazione. Particolari incentivi sono previsti per le zone in condizioni socio-economiche più difficili. Un’altra agenzia di recente creazione, la già menzionata State Capital Investment Corporation (SCIC), è stata incaricata di gestire le partecipazioni statali e può rappresentare un utile punto di riferimento per chi intenda effettuare investimenti di portafoglio o acquisizioni di imprese preesistenti. 4. Previsioni La determinazione da parte delle Autorità governative di perseguire un’economia orientata al mercato, di migliorare la corporate governance e di integrare il Vietnam nell’economia internazionale induce a un moderato Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 18 of 20
ottimismo circa le prospettive di crescita del Paese, nonostante le sfide poste dalla difficile congiuntura interna e internazionale. Oltre al progresso economico, sta intervenendo un processo più ampio di sviluppo e cambiamento che, benché lento ed eterogeneo da un punto di vista sociale e geografico, evidenzia esigenze nuove e provoca un rapido mutamento negli stili di vita e nei consumi. Nel corso del 2014 il PIL reale del Vietnam è cresciuto del 6,5%, raggiungendo 185,8 miliardi di USD. Il reddito pro capite ha raggiunto 1.960 USD, superando la previsione del governo di portarne il livello a 1.100 USD entro il 2010 Secondo l’EIU, il rallentamento della domanda mondiale nei principali mercati di sbocco per il Vietnam e il rallentamento della crescita dei consumi e degli investimenti interni continueranno a frenare l’economia. La capacità delle autorità di sostenere la crescita economica attraverso una politica monetaria sarà limitata da forti pressioni sui prezzi per tutto il periodo 2013-2017. A controbilanciare i fattori ora evidenziati interverrà un volume crescente di investimenti pubblici, specialmente in infrastrutture. A fine 2014 l'inflazione si e' fermata al 4,1%. Il dong vietnamita ha continuato ad adattarsi alle condizioni del mercato, in continuo cambiamento. Dopo le svalutazioni del novembre 2009 e del febbraio 2011, che ridussero complessivamente del 13% il valore della valuta vietnamita nei confronti del dollaro USA, il calo dell’inflazione ha esercitato una pressione minore sul dong, riducendo in questo modo la necessità di svalutare. Con la riduzione dell’inflazione e l’aumento delle esportazioni il dong è rimasto stabile per tutto il 2013 ma la forte crescita nelle importazioni ha reso necessaria una svalutazione dell’1% nel 2014 e due, sempre dell'1%, nel 2015. 5. Evoluzione politica recente La forma di governo è la repubblica socialista. La costituzione del Vietnam definisce il modello di sviluppo economico come “economia di mercato orientata al socialismo”. Esistono una sola rappresentanza elettiva e un solo partito politico, anche se alcune altre organizzazioni possono presentare candidati alle elezioni. Le cariche più importanti del sistema politico- amministrativo sono il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro, il Presidente dell’Assemblea nazionale e il Segretario del Partito comunista del Vietnam e sono ricoperte, rispettivamente, dai signori Truong Tan Sang, Nguyen Tan Dung, Nguyen Sinh Hung e Nguyen Phu Trong. La stabilità politica è stata assicurata negli ultimi decenni dalla forte leadership del Partito comunista che, prima in quanto autore della Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 19 of 20
riunificazione del Paese e attualmente come promotore e attuatore di politiche di apertura economica, ha consolidato la propria legittimità nei confronti del popolo. Lo sviluppo economico, l’apertura del Paese ai rapporti con l’estero e la seppur iniziale nascita di una società civile hanno portato a cambiamenti graduali nelle prassi e nelle regole del governo, riflesse nelle modifiche apportate alla carta costituzionale. Tutte le organizzazioni della società civile fanno capo al Fronte Patriottico che, come l’Unione delle Donne, possiede un forte radicamento sul territorio. Entrambi hanno lo scopo di organizzare attività e implementare progetti per lo sviluppo della società vietnamita e costituiscono un’importante controparte del Partito comunista quando si tratta di formulare linee guida in merito alle principali tematiche sociali o di risolvere questioni specifiche. Nota congiunturale - ottobre 2015 Page 20 of 20
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