Il Piano Voucher tra sostegno alla domanda e competitività

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Il Piano Voucher tra sostegno alla
domanda e competitività
Policy Brief
Gennaio 2021

                                                Autori
                                  Stefano da Empoli, Giusy Massaro

       Abstract
       L’emergenza epidemiologica ha dato un’enorme spinta al Piano Voucher, di cui si discute
       da anni ma al quale non si era mai dato avvio. L’esigenza di tenere connessa buona parte
       della popolazione e di garantire diritti essenziali – quali quelli allo studio e al lavoro –
       tramite la connettività ha rappresentato un giro di volta ed in pochi mesi si è reso
       operativo il piano di sostegno alla domanda di servizi di connettività.

       Si tratta di un piano dalle molteplici finalità. Una finalità assistenziale che, insieme a quella
       di carattere emergenziale, si pone l’obiettivo di sostenere le famiglie più disagiate, così da
       garantire loro l’accesso ad un servizio che a pieno titolo va oramai annoverato tra quelli
       essenziali. A questa finalità è dedicata la Fase 1 del Piano.

       In questo documento vengono analizzate le premesse di questa prima fase – in termini di
       basso grado di penetrazione della banda ultralarga e scarso utilizzo sia di Internet che dei
       pc, che sono sicuramente gli elementi che hanno mosso il Governo in questa direzione –
       le sue caratteristiche e lo stato di adozione, ad oggi, dei voucher disponibili.

       A questa seguirà una seconda fase, rivolta alle famiglie appartenenti a fasce di reddito più
       elevato e alle imprese, dove verrà meno la forma di assistenzialismo caratteristica della
       Fase 1 e si punterà, piuttosto, a perseguire una finalità di indirizzo della domanda verso
                                               Abstract
       scelte di consumo considerate meritorie dal punto di vista collettivo. Molto importante
       appare dunque avviare un processo di verifica dell’operatività della Fase 1, al fine di
       individuare eventuali criticità o punti deboli, che possano essere superati all’avvio della
       Fase 2.

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

1. Introduzione

L’importanza della digitalizzazione nel corso dell’ultimo decennio e, più che mai dell’anno appena
trascorso, è diventata un fattore innegabile. Nella gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19
il settore digitale si è dimostrato l’asse portante di ampi segmenti del sistema economico e sociale,
facendo emergere anche tutti i limiti della presente situazione del nostro Paese.
Infatti, affinché si possa parlare realmente di processo di digitalizzazione, non sono sufficienti i soli
interventi di realizzazione delle infrastrutture, ma è imprescindibile che anche la domanda di digitale
faccia importanti passi in avanti. È proprio da questa consapevolezza che emerge la necessità di
intervenire anche sul piano della domanda, stimolando la capacità di spesa di famiglie e imprese, con
strumenti che incentivino l’effettiva adesione degli utenti ai servizi ultra-broadband.

Il Piano voucher – approvato lo scorso maggio dal Comitato per la diffusione della banda ultralarga
(Cobul) – ha messo a disposizione oltre un miliardo di euro per l'erogazione di voucher per la
connessione a banda ultralarga destinati a 2,2 milioni di famiglie e a 450.000 imprese in tutta Italia.
L’operazione interesserà, dunque, fino all‘8,5% delle famiglie italiane e al 9,8% delle imprese.

Si tratta di un piano di incentivazione alla domanda di connettività a banda ultralarga in favore di famiglie
e imprese – cui si affianca un secondo piano indirizzato alle scuole – che prevede l’erogazione di un
voucher per l’acquisto di un dispositivo (PC o tablet) e servizi di connettività ad almeno 30 Mbps. Tale
strumento, coerente con la Strategia Italiana per la banda ultralarga che detta i principi in base ai quali
sono adottate le iniziative pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultralarga in Italia, è
oggetto di discussione da molto tempo, ma l’emergenza Covid-19 ha certamente contribuito ad
accelerarne l’adozione.

Il Piano è articolato in due fasi: una prima fase, dedicata esclusivamente alle famiglie in condizioni
economiche più disagiate, per le quali è previsto l’acquisto contestuale di un servizio di connettività e di
un dispositivo (pc/tablet); una seconda fase, aperta anche alle famiglie più abbienti e alle imprese, per
le quali il bonus offerto riguarda solo la sottoscrizione di un abbonamento Internet.

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

In questo contesto deve inoltre tenersi conto che con la legge di Bilancio per il 2021, approvata dal
Parlamento lo scorso 30 dicembre, è stato approvato il cosiddetto kit digitalizzazione. La misura prevede
che ai nuclei familiari con un reddito ISEE non superiore a 20.000 euro annui, con almeno uno dei
componenti iscritti a un ciclo di istruzione scolastico o universitario non titolari di un contratto di
connessione internet o di un contratto di telefonia mobile, che si dotino del sistema pubblico di identità
digitale (SPID), sia concesso in comodato gratuito un dispositivo elettronico dotato di connettività per
un anno o un bonus di valore equivalente. L’obiettivo della disposizione è presto detto, come recita
testualmente il testo della legge di Bilancio. Ovvero “ridurre il fenomeno del divario digitale e favorire la
fruizione della didattica a distanza”.

2. Lo stato dell’arte: penetrazione della banda larga e utilizzo dei pc in Italia

Come anticipato, il nostro Paese ha fatto grossi passi in avanti, nel corso dell’ultimo decennio, sul piano
infrastrutturale, ma sconta uno storico ritardo per quel che riguarda la domanda di digitale.

Se si considera il grado di utilizzo di Internet, nel 2019 solo il 74% degli italiani lo ha utilizzato almeno
una volta alla settimana (Fig. 1). Pur registrando, nel panorama europeo, uno degli incrementi più
consistenti nell’ultimo quinquennio (+15 punti percentuali), l’Italia è solo 24a, con un distacco di 10 punti
percentuali (p.p.) dalla media europea. Meglio solo di Bulgaria, Romania e Portogallo.

A livello nazionale, Internet è meno utilizzato nel Mezzogiorno, mentre è relativamente più usato nelle
regioni centro-settentrionali, con in testa, e tra loro allineate, Lazio, Friuli V.G. e Marche (73,2% nel 2019,
con un incremento di 14,3 p.p. per le prime due e 15,9 p.p. per la terza), oltre 5 p.p. in più rispetto al
dato medio nazionale1. In fondo alla classifica troviamo, invece, Sicilia e Calabria, con una percentuale
intorno al 60% (-8 p.p. rispetto alla media del Paese).

1 Il dato nazionale (pari al 68% per il 2019 e al 54,1% per il 2014) è di qualche punto percentuale inferiore al dato presente
nella figura 1, in quanto Eurostat considera il grado di utilizzo tra le persone di età pari o superiore a 15 anni, mentre il dato
Istat commentato nella figura 2 è relativo alle persone di età pari o superiore a 6 anni.

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Fig.1: Persone* che utilizzano Internet almeno una volta a settimana nell’UE (%)
            100
             90                                          84
             80                                         72                       74
             70                                                                 59
             60
             50
             40
             30
             20
             10
              0

                      Ungheria
                         Spagna

                        Slovenia

                          Grecia

                       Romania
                         Francia
                         Austria

                        Lituania
                        Lettonia

                        Bulgaria
                         Estonia

                           Cipro

                            Italia
                     Portogallo
                          Belgio

                      Rep. Ceca

                     Slovacchia
                         Irlanda

                         Polonia
                           UE 27
                          Svezia
                    Paesi Bassi

                           Malta
                  Lussemburgo
                       Finlandia
                    Danimarca

                      Germania

                         Croazia
                                               2014   2019

Fonte: Eurostat
*Di età pari ad almeno 15 anni

Fig.2: Persone* che utilizzano Internet almeno una volta a settimana in Italia, per regione
(%)
                  100

                   80

                   60

                   40

                   20

                    0

                                               2014   2019

Fonte: Istat
* Di età pari ad almeno 6 anni

Questo ritardo si riflette anche nel grado di diffusione della banda ultralarga (Fig. 3). In termini di
abbonamenti con una velocità di connessione pari ad almeno 30 Mbps, l’Italia, sebbene abbia seguito
sostanzialmente lo stesso trend europeo nel tempo, non è mai riuscita a colmare il gap col resto

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

d’Europa: meno di un terzo delle famiglie italiane (30,6%) ha sottoscritto un abbonamento in banda
larga veloce, a fronte della media europea del 48,7%. Non va meglio per gli abbonamenti di connessione
ultraveloce (oltre 100 Mbps), per i quali il gap col resto d’Europa resta importante: se circa il 26% delle
famiglie europee possiede un abbonamento ultraveloce, solo poco più della metà viaggia in rete in Italia
a velocità comparabili.

    Fig.3: Penetrazione delle connessioni in banda ultralarga (% di famiglie)

                                               BB ad almeno 30 Mbps
                            60
                            40
                            20
                             0
                                   2014       2015       2016       2017       2018       2019

                                                           Italia      UE

                                              BB ad almeno 100 Mbps
                            30
                            20
                            10
                             0
                                    2014       2015      2016       2017       2018       2019

                                                           Italia      UE

    Fonte: Commissione Europea

In entrambi i casi, il nostro Paese è solo 24° nel ranking europeo.

Come detto, una caratteristica del nostro Paese è la divergenza tra offerta di digitale (rispecchiata dalla
disponibilità di infrastrutture) e domanda digitale. A tal proposito, una misura di sintesi è offerta dall’IBI
(I-Com Broadband Index), un indice che racchiude in sé diverse variabili2 (e non solo il grado di copertura

2L’IBI lato domanda è costruito sulla base del grado di penetrazione della banda larga e delle connessioni con una velocità
almeno pari a 100 Mbps, il grado di sviluppo dell’e-commerce e l’accesso giornaliero ad Internet. L’IBI lato offerta è costruito
sulla base del grado di copertura della banda larga nelle aree rurali, il grado di copertura della banda ultralarga (connessioni
pari o superiori a 30Mbps), il grado di copertura o disponibilità di connessioni in tecnologia FTTP (fiber-to-the-premises), il
grado di copertura 4G (LTE).

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

e penetrazione della banda larga) e che, nella sua duplice versione domanda/offerta, mostra
chiaramente la situazione italiana rispetto agli altri Paesi europei. Come si evince dalla figura 4 l’Italia si
pone più o meno al livello di Paesi quali Slovacchia, Romania, Cipro, Crazia, Grecia e Bulgaria,
caratterizzati anch’essi dal forte divario tra offerta e domanda digitale.

    Fig.4: L’I-Com Broadband Index 2020
                    100
                     90
                     80
                     70
                     60
                     50
                     40
                     30
                     20
                     10
                      0
                                 Spagna

                              Ungheria

                                   Cipro
                                 Austria

                                  Grecia
                                 Francia

                                Lituania

                               Romania

                                Bulgaria
                             Portogallo
                                  Belgio

                                 Estonia

                              Rep. Ceca

                                    Italia
                                 Irlanda

                                 Polonia

                             Slovacchia
                                Slovenia
                                  Svezia
                            Paesi Bassi

                                   Malta
                            Danimarca

                                Lettonia
                          Lussemburgo
                               Finlandia

                              Germania

                                 Croazia

                                                       Domanda       Offerta

    Fonte: I-Com

A livello nazionale, questo divario è riscontrabile in maniera piuttosto diffusa (Fig. 5): in tutte le regioni,
a fronte di una buona copertura della banda ultralarga (>30 Mbps) – si va dal 53,7% delle famiglie
molisane al 95,4% delle famiglie calabresi3 – molto più basso è il grado di penetrazione, ossia la
percentuale di famiglie che hanno sottoscritto un abbonamento con una velocità di connessione di 30
Mbps o superiore, per il quale si passa dal 44,2% del Lazio a solo il 20,7% del Molise. Il divario tra
copertura e penetrazione supera persino i 60 punti percentuali (p.p.) in Calabria e nelle Marche.

3Dall’ultima mappatura avviata da Infratel, e conclusasi lo scorso 31 luglio, le coperture regionali vanno dal 66,1% dei civici
della Calabria al 95,2% dei civici del Piemonte. Tuttavia, essendo la mappatura eseguita appunto sui civici e non sulle famiglie,
non è stato possibile utilizzare questi dati per una questione di comparabilità tra i due indicatori (grado di copertura e grado
di penetrazione).

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Complessivamente, sebbene quasi il 90% delle famiglie italiane potrebbe accedere a una connessione
veloce, solo il 37% circa decide di farlo (fonte: AGCOM, 2020) 4. In effetti, anche l’AGCOM, nel suo ultimo
Osservatorio Comunicazioni 5, osserva che la domanda dei servizi di connettività a banda ultralarga ad
almeno 30 Mbps, sebbene aumentata enormemente negli ultimi anni, ammonti a 10,4 milioni di accessi
ad internet, su un totale di 17,9 milioni totali6. Di questi, la parte del leone sono accessi in FTTC (Fiber to
the Cabinet), pari a 8,81 milioni (+16% dal settembre 2019 al settembre 2020), mentre cresce ma rimane
ampiamente minoritario il più performante FTTH (Fiber to the Home), con 1,57 milioni di accessi (+41,7%
nello stesso periodo).

    Fig.5: Copertura e penetrazione della banda ultralarga (% di famiglie)
                       BUL ad almeno 30 Mbps
                                                                                    Gap copertura-penetrazione
        100
                                                                     Trentino A.A.
                                                                             Molise
         80                                                          Valle d'Aosta
                                                                           Abruzzo
                                                                          Sardegna
         60
                                                                            Marche
                                                                          Piemonte
         40                                                                 Umbria
                                                                               Lazio
                                                                         Friuli V.G.
         20                                                        Emilia Romagna
                                                                        Lombardia
                                                                         Campania
          0                                                                   Puglia
                       Veneto
                         Sicilia
                          Lazio

                      Toscana

                      Abruzzo

                Trentino A.A.
                     Piemonte

                     Sardegna
              Emilia Romagna

                     Basilicata

                Valle d'Aosta
                         Puglia

                        Liguria

                       Marche

                        Molise
                    Campania

                       Umbria

                    Friuli V.G.

                      Calabria
                   Lombardia

                                                                           Toscana
                                                                             Liguria
                                                                          Basilicata
                                                                            Veneto
                                                                              Sicilia
                                                                           Calabria
                         Penetrazione   Copertura                                       0    20      40          60   80

    Fonte: AGCOM

4 Il dato è contenuto nel documento “Le comunicazioni nel 2020” predisposto da Infratel, che chiarisce che la percentuale di
diffusione dei servizi in BUL deriva dai dati aziendali, plausibilmente più aggiornati e puntuali di quelli mostrati nella
precedente Fig. 3.
5 Pubblicato il 14 gennaio 2021.
6 Il dato, aggiornato al settembre 2020, esclude la tecnologia FWA (alla quale si riferiscono ulteriori 1,44 milioni di accessi),

per la quale non si dispone della scomposizione tra banda larga e ultralarga.

                                                               7
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Passando dall’accesso effettivo a Internet alle tipologie di utilizzo dei dispositivi che, tra le altre
caratteristiche, consentono una piena fruizione delle opportunità offerte dalla rete, a oggi quasi un
italiano su due non fa uso o utilizza solo qualche volta all’anno un pc, con valori regionali che oscillano
tra il 37,4% del Trentino A.A. e il 55,7% della Campania (Fig. 6). Non solo, in tutte le regioni italiane
questa percentuale risulta aumentata nell’ultimo quinquennio. Fa eccezione solo l’Emilia Romagna,
l’unica regione che registra nel periodo in esame un aumento (pari a 2,6 p.p.) nel grado di utilizzo dei pc.

Un dato del genere dà l’idea dell’inadeguatezza del processo di alfabetizzazione digitale del nostro
Paese. Ad esempio, a livello europeo, nel 2017, ben il 77% dei cittadini europei aveva utilizzato un pc nel
corso degli ultimi 3 mesi, a fronte di solo il 58% degli italiani, ultimi in Europa. Se è vero che il personal
computer non è l’unico strumento per svolgere attività online, è pur vero che si tratta di uno strumento
che consente di condurre un maggior numero di attività e di maggior complessità (ad esempio,
un’attività professionale).

Fig.6: Persone che non usano il PC o lo usano qualche volta all’anno, per regione (%)
               60

               50

               40

               30

               20

               10

                0

                                                   2014   2019

Fonte: Istat

A conferma di questa tendenza sono i dati che Anitec-Assinform fornisce sul mercato dei pc client (Fig.
7). Dall’ultimo rapporto dell’associazione si evince come il mercato italiano sia in calo, sostanzialmente

                                                      8
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

in tutti i segmenti: nel 2019 le vendite sono diminuite del 22,2% rispetto al 2014, un decremento trainato
principalmente dai notebook (-28,6%), seguiti dai desktop (-22,1%) e, infine, dai tablet (-15,1%).

    Fig.7: Mercato Italiano dei PC client (2014-2019)

                        4,000

                        3,000

                        2,000

                        1,000

                           0
                                        Tablet               PC Notebook              PC Desktop

                                                           2014    2019

    Fonte: Anitec-Assinform

3. Il Piano voucher per la connettività in banda ultra larga di famiglie e imprese
La misura prevede l’erogazione, nel periodo 2020-2022, di voucher sotto forma di sconto sul prezzo di
attivazione e sull’importo dei canoni di connessione. L’operatore dovrà garantire l’erogazione del
servizio per almeno un anno e, per alcune classi di famiglie (con ISEE fino a 20.000 euro), anche un tablet
o personal computer.

Possono beneficiare del voucher:
       1) famiglie con ISEE al di sotto della soglia di 20.000 euro (Famiglie A), alle quali sarà erogato un
           contributo massimo di 500 euro, che consentirà di ottenere, con qualsiasi tecnologia disponibile
           presso le relative unità immobiliari, servizi di connettività ad almeno 30 Mbps e l’acquisizione di
           un tablet o di un PC fornito dall’operatore 7;

7   Il bonus di 500 euro dovrà essere così ripartito:
        • 200-400 euro per lo sconto sui servizi di connettività per una durata non inferiore a 12 mesi;
        • 100-300 euro sulla fornitura di un personal computer o tablet che è vincolato al contratto di connessione ma diventa
            di proprietà dopo i 12 mesi.

                                                               9
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

    2) famiglie con ISEE fino alla soglia di 50.000 euro (Famiglie B), alle quali sarà erogato un contributo
        massimo di 200 euro che consentirà di ottenere, con qualsiasi tecnologia disponibile presso le
        relative unità immobiliari, servizi di connettività ad almeno 30 Mbps;
   3) imprese, alle quali sarà erogato un contributo di 500 euro fino a 2.000 euro, che consentirà loro
       di ottenere, rispettivamente, servizi di connettività ad almeno 30 Mbps o a 1Gbps, in base alla
       tipologia di rete presente nelle relative sedi. La scelta di attribuire un valore del voucher più
       elevato per le imprese, rispetto a quello delle famiglie, deriva dalla circostanza che le offerte ai
       clienti business, attualmente presenti sul mercato, hanno mediamente prezzi più elevati, a fronte
       di una maggiore banda minima garantita a tali clienti. Il valore del voucher per le imprese che si
       collegano ad 1 Gbps è variabile in ragione della dimensione delle sedi delle imprese e del numero
       dei dipendenti.

Alla prima categoria di beneficiari è stata dedicata la Fase 1 del Piano, con la quale il Governo ha inteso
fronteggiare con maggiore urgenza gli effetti dell’emergenza sanitaria, con particolare riguardo alla
necessità di garantire servizi di connessione idonei a dare continuità alle attività scolastiche e lavorative
dei componenti delle famiglie con minori disponibilità economiche, prive del tutto di servizi di
connettività o con servizi di connettività inferiore a 30 Mbps. Questa fase si propone di intercettare la
più ampia fetta di famiglie meno abbienti (circa 400.000). Va precisato che alcune regioni (Emilia
Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria e Toscana) hanno richiesto di limitare la misura voucher ai
cittadini residenti in determinati territori.

A questa prima fase seguirà una seconda – che dovrebbe partire entro la fine del primo trimestre 2021
– che riguarderà anche le famiglie con ISEE più elevato e le imprese.

La condizione per avvalersi del voucher è, per quanto riguarda la Fase 1, l’attivazione di una nuova
utenza di rete fissa contestuale all’acquisto di un dispositivo mentre, per quanto riguarda la Fase 2, un
aumento qualitativo dei servizi di connettività, realizzato sia aderendo a offerte del proprio attuale
fornitore del servizio (stipulando un nuovo contratto o modificando quello esistente), sia rivolgendosi a
un nuovo operatore secondo le seguenti modalità:

                                                     10
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

1) passaggio a servizi di connettività NGA ad almeno 30 Mbps, nei casi in cui i beneficiari non abbiano
ancora alcun contratto a banda ultralarga;
2) passaggio a servizi di connettività fino a 1 Gbps, nei casi in cui i beneficiari siano già utenti di servizi di
connettività ad almeno 30 Mbps.

Tuttavia, laddove a servizio dell’unità immobiliare sia presente più di un’infrastruttura a banda ultralarga
(ad esempio a 30 Mbps, 100 Mbps o 1 Gbps), il voucher verrà erogato soltanto per la sottoscrizione
dell’offerta più performante disponibile. A tal fine, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
(AGCOM), lo scorso 23 ottobre, aveva fornito la Broadband Map che consentiva agli utenti di visualizzare
la disponibilità della banda larga presso oltre 30 milioni di indirizzi su tutto il territorio nazionale. Dallo
scorso 17 dicembre, è disponibile una nuova versione della Broadband Map8, che consente di analizzare
lo sviluppo dell’offerta di accesso a Internet al singolo indirizzo e di effettuare valutazioni comparative
sulle diverse tecnologie e velocità. La nuova Broadband Map, che deve essere utilizzata dagli operatori
per verificare le tipologie di connessioni presenti a un dato numero civico e, quindi, acquisire il cliente
valutando se in quel punto siano in grado di fornire la connessione più veloce tra quelle disponibili, è in
grado di dare informazioni con un rilevante livello di dettaglio, grazie alla suddivisione del territorio
italiano in 750 milioni di punti. La mappa è a disposizione anche di tutti i cittadini che vogliano verificare
la qualità delle connessioni disponibili al proprio indirizzo civico, con riferimento alle tecnologie di rete
fissa FTTH, FTTC e FWA.

Nel complesso, come si è già detto, l’iniziativa riguarderà fino all’8,5% delle famiglie italiane (quasi 2,2
milioni) e al 9,8% delle imprese (circa 430.000): idealmente il grado di penetrazione nazionale potrebbe
passare dall’attuale 37,2% a circa il 46% 9, consentendo una riduzione significativa del gap medio con gli
altri Paesi europei, nelle condizioni più favorevoli fino a soli 2,7 p.p.10.

8 https://maps.agcom.it/
9 Questo vale nell’ipotesi in cui le connessioni attivate grazie al voucher siano tutte nuove connessioni in BUL (dunque prima
inesistenti o con una banda inferiore a 30 Mbps). Siccome per la Fase 2 il voucher è attivabile anche per il passaggio da 30
Mbps o 100 Mbps a 1 Gbps, l’aumento del grado di penetrazione della BUL sarà con ogni probabilità inferiore a quello stimato.
10 Va tuttavia ricordato che il dato di partenza qui considerato (37,2%) è significativamente più elevato di quello riportato

nelle statistiche ufficiali della Commissione Europea (30,6%), dunque è probabile che il divario Italia-UE potrebbe attestarsi
su livelli più elevati.

                                                             11
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Le risorse messe a disposizione dal Governo ammontano a oltre 1,1 miliardi di euro, di cui 200 milioni di
euro per la fase 1 e circa 920 milioni di euro per la fase 2. Il 26% del budget allocato è destinato alle
famiglie con scarse possibilità economiche e il 28% alle famiglie in condizioni relativamente più agiate
(Fig. 9). Alle imprese spetta il restante 46%, pari a un plafond di 515,8 milioni di euro, l'80% del quale
sarà destinato alle regioni del Mezzogiorno, trattandosi di risorse del Fondo sviluppo e coesione.

I voucher saranno articolati in tre fasce distinte in base alla velocità di connessione:
    •   fascia 1: bonus di 300 euro per velocità da 30 a 300 Mbps (con una durata minima della
        sottoscrizione di 18 mesi)
    •   fascia 2: bonus di 500 euro, elevabili fino a 1.000 euro se ci sono anche costi di allaccio, per
        velocità superiori a 300 Mbps e fino a 1 Gbps (con una durata minima della sottoscrizione di 18
        mesi)
    •   fascia 3: bonus di 2.000 euro, elevabili fino a 2.500 euro se ci sono costi di allaccio, per velocità
        superiore a 1 Gbps (con una durata minima di 24 mesi) .
Il 30% del plafond è rivolto alla fascia 1, il 60% alla fascia 2 e il 10% alla fascia 3.

Fig.8: L’impatto del piano su famiglie e imprese

                              Famiglie                                              Imprese
                                             4%

                                       10%                                                  17%

                             86%                                                   83%

        Famiglie A   Famiglie B    Famiglie non interessate dal piano   Imprese   Imprese non interessate dal piano

Fonte: Elaborazione I-Com su dati Istat e Infratel

                                                                 12
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Fig.9: Le risorse allocate

                                                 18%
                                                                              Famiglie A (Fase1)
                                 46%                    8%                    Famiglie A (Fase2)
                                                                              Famiglie B
                                                                              Imprese
                                                  28%

Fonte: Infratel

Gli operatori che all’11 gennaio risultano ufficialmente accreditati sono 158 e risultano quindi idonei a
partecipare alla fase operativa della misura, mentre sono 99 quelli con offerte approvate.
Complessivamente, finora sono state presentate oltre 1.160 offerte, di cui circa il 45% è stato rifiutato a
causa di clausole contrattuali difformi da quanto indicato in convenzione (es. rinnovo tacito alla scadenza
del contratto), livelli di servizio non sufficienti (con riferimento ad esempio alla banda upload), dispositivi
Tablet/PC non in linea con le specifiche tecniche minime richieste, difformità tra i documenti presentati
e i dati caricati sul Portale Voucher.

Non mancano alcuni aspetti critici: il primo è stato sollevato dagli operatori chiamati ad attuare la fase
operativa del piano, ai quali è demandata la responsabilità del processo di verifica dei requisiti soggettivi
del cliente che chiede di aderire. Si tratta non solo di una procedura laboriosa, ma anche rischiosa: infatti,
l'utente deve autocertificare all'operatore di avere i requisiti ma qualora dovessero successivamente
essere riscontrate delle incongruità da parte di Infratel, chiamata a effettuare controlli a campione, non
solo l'operatore perde il rimborso statale ma spetterà a lui gestire la controversia con l'utente.

Un secondo aspetto di criticità, sollevato dall’Antitrust, riguarda i rischi di distorsione concorrenziale del
mercato: le attuali regole rischiano infatti di alterare gli equilibri competitivi ai danni dei piccoli
operatori, incapaci di erogare un voucher sui prodotti, e dei negozi di elettrodomestici, incapaci, al

                                                       13
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

contrario, di offrire servizi di connettività11. Questo, a sua volta, rischia di limitare la libertà di scelta degli
utenti: ad esempio, osservando le offerte dei principali operatori è molto difficile trovare un computer
invece di un tablet. Alcune associazioni dei consumatori hanno inoltre espresso timori rispetto al
cosiddetto “bundle” tra servizi e device – che lega l’acquisto di un dispositivo come tablet o pc alla
sottoscrizione di un contratto di connettività con l’operatore – e i conseguenti rischi di lock-in che
potrebbero limitare il consumatore nell’eventuale cambiamento di fornitore in futuro. Un ulteriore
punto di attenzione, che richiederà un attento monitoraggio da parte delle autorità preposte,
soprattutto in vista della Fase 2, dovrà essere rivolto ad assicurare una concorrenza leale tra gli operatori
tlc, evitando vantaggi immotivati o rendite di posizione.

Un ulteriore profilo riguarda, quantomeno con riferimento alle c.d. famiglie di tipo A, l’entità del bonus
erogato, troppo esiguo se si considerano le (scarse) capacità economiche della platea cui il voucher è
rivolto e, al contempo, i livelli prestazionali12 richiesti ai fini dell’erogazione del voucher. Questo, unito
all’obbligo di fornire insieme dispositivo e servizio di connettività sta costringendo gli operatori ad
accaparrarsi sul mercato quei pochi dispositivi compatibili con i requisiti ministeriali e che al tempo
stesso non prevedano un esborso elevato per l’utente. Ciò sta provocando rallentamenti nell’azione
commerciale degli operatori.

Con riferimento alla Fase 1, a partire dal 9 novembre le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro possono
richiedere i voucher per Internet, PC e tablet.

Infratel ha messo a disposizione un’apposita piattaforma dove è possibile consultare lo stato delle
prenotazioni e attivazioni con aggiornamenti quotidiani. Al 19 gennaio 2021, risultavano pervenute
complessivamente oltre 101.000 richieste, pari al 25% del totale disponibile. Di queste circa 51.200 sono
richieste già attivate (quasi il 13% del totale), per complessivi 25,6 milioni di euro. Le prime 4 regioni per

11  In proposito, è bene ricordare che AIRES (Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati) e ANCRA
(Associazione Nazionale Commercio Radio Televisione Elettrodomestici Dischi e Affini) hanno presentato un ricorso al Tar del
Lazio, chiedendo la sospensione urgente del decreto del MISE che ha avviato l'intervento. Lo scorso 23 novembre il Tar si è
pronunciato respingendo la sospensiva, giudicando il bundle coerente col carattere emergenziale della misura e
considerando che il pregiudizio economico lamentato dalle parti ricorrenti appare recessivo a fronte dell’interesse pubblico
alla sollecita erogazione del contributo in favore delle fasce economicamente più deboli. Si è in attesa della sentenza di
merito.
12 I livelli di servizio sono indicati agli allegati A e B del Manuale Operativo redatto da Infratel.

                                                            14
IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

numero di richieste pervenute sono Campania, Sicilia, Puglia e Calabria – cui è destinato il 60% delle
risorse programmate (Fig. 10). Queste 4 regioni, da sole, contano attualmente quasi 33.600 richieste
(circa il 28% del totale disponibile in quelle regioni ed il 66,3% delle richieste complessivamente finora
pervenute), di cui quasi 17.000 già attivate.

In termini percentuali, tuttavia, solo in Lombardia il 65% delle famiglie cui la misura è rivolta ha già fatto
richiesta del voucher e un terzo di esse lo ha già ricevuto. Marche e Piemonte seguono con percentuali
superiori al 40%. Le regioni che al momento mostrano il minor grado di adesione sono Liguria, Friuli V.G.,
Emilia Romagna, Lazio, Molise e Toscana, dove le richieste pervenute sono inferiori al 10% dei voucher
disponibili. Va evidenziato che, ad eccezione del Molise, si tratta delle regioni che hanno posto dei limiti
all’erogazione del voucher, prevedendola solo per i cittadini residenti in alcuni territori. Un altro punto
a nostro avviso meritevole di essere attentamente monitorato, in vista della fase 2 e di altre azioni di
policy che dovessero essere intraprese in futuro.

Fig.10: Stato delle richieste della Fase 1 del Piano voucher, per regione (19 gennaio
2021)

     25,000                                                                                         100%

     20,000                                                                                         80%

     15,000                                                                                         60%

     10,000                                                                                         40%

      5,000                                                                                         20%

         0                                                                                          0%

                                   Prenotato    Attivato    Prenotato + Attivato (%)

Fonte: Infratel

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

4. Confronto con altri servizi pubblici e scenari futuri
L’applicazione di uno sconto volto a gestire situazioni di disagio economico e, al tempo stesso,
convogliare la domanda nella giusta direzione non è una novità. Anzi, per la verità, tra i settori a rete,
quello delle telecomunicazioni è l’ultimo ad esservi approdato.

Idee simili, infatti, sono già state applicate nei settori energia, idrico e dei trasporti.

Nel settore energetico, vengono erogati stabilmente il bonus elettrico e il bonus gas: si tratta, in
entrambi i casi, di uno sconto sulla bolletta, introdotto dal Governo e reso operativo dall'Autorità di
regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) con la collaborazione dei Comuni, per assicurare un
risparmio sulla spesa per l'energia elettrica e per il gas alle famiglie in condizione di disagio economico
e fisico e alle famiglie numerose. In particolare, lo sconto sulla bolletta elettrica, per il 202013, va da 125
euro a 173 euro (a seconda del numero di figli); per quanto riguarda il gas, sempre per il 2020, l’importo
varia da 32 euro a 264 euro per punto di riconsegna, a seconda della categoria d'uso associata alla
fornitura di gas14, alla zona climatica di appartenenza del punto di fornitura e al numero di componenti
della famiglia.

L’importo medio della spesa delle famiglie italiane nei servizi di energia è stato pari, nel 2019, a 51,22
euro mensili per l’energia elettrica e 57,82 euro mensili per il gas15. Se consideriamo l’importo medio
del contributo statale (dunque, 149 euro per l’energia elettrica e 148 euro per il gas), in termini
percentuali lo sconto ammonta a circa il 24% della bolletta dell’elettricità e circa il 21% di quella del gas.
I due bonus sono erogati alle famiglie con ISEE inferiore a 8.265 euro, alle famiglie con ISEE maggiore di
8.265 euro e inferiore a 20.000 euro con almeno 4 figli a carico e alle famiglie che percepiscono reddito
di cittadinanza o pensione di cittadinanza.

Stessi parametri sono fissati per l’erogazione del bonus idrico, che garantisce la fornitura gratuita di
18,25 metri cubi di acqua su base annua (pari a 50 litri/abitante/giorno) per ogni componente della

13 Gli importi vengono aggiornati annualmente dall’ARERA.
14  Le due categorie d’uso sono “Acqua calda sanitaria e/o Uso cottura” e “Acqua calda sanitaria e/o Uso cottura +
Riscaldamento”.
15 Fonte: Istat

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famiglia anagrafica dell'utente. Questo si traduce in uno sconto sulla bolletta variabile a seconda del
territorio in cui si trova la fornitura, in quanto le tariffe idriche non sono uniche a livello nazionale.
Queste 3 forme di sostegno alle famiglie vengono definite, nel loro complesso, bonus sociale, che dal
2021 diventerà automatico (non sarà, cioè, più necessario presentare la richiesta al Comune)16.

Al bonus sociale si è affiancato il bonus bollette Covid, a carattere emergenziale e per soli 3 mesi (da
maggio a luglio 2020), per i clienti non domestici n bassa tensione (PMI, bar, ristoranti, piccoli esercizi
commerciali ecc.), che sono stati colpiti più pesantemente delle misure di contenimento dell’epidemia.
Lo sconto previsto va dal 20% al 70%.

Per quanto riguarda il settore dei trasporti, dal 2019 è stato reintrodotto un bonus trasporti pubblici,
nella forma di una detrazione pari al 19% su una spesa massima di 250 euro. Si tratta di un incentivo
all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico anziché dei mezzi privati. In direzione diversa (e per certi versi
opposta, data l’emergenza pandemica) va, invece, il bonus mobilità, introdotto con il Decreto Rilancio
del maggio 2020, pari al 60% della spesa sostenuta (e comunque non superiore a 500 euro) per l’acquisto
di biciclette, anche a pedalata assistita, di veicoli per la mobilità personale a propulsione
prevalentemente elettrica (segway, hoverboard, monopattini e monowheel) o l’utilizzo dei servizi di
mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture. Come il Bonus bollette Covid,
si tratta, anche in questo caso, di una misura una tantum e a carattere emergenziale, evidentemente
volta a incoraggiare l’utilizzo di forme di mobilità sostenibile alternative al trasporto pubblico locale
(dove si può registrare maggiore affollamento) che garantiscano il diritto allo spostamento delle persone
nelle aree urbane: la misura è infatti rivolta solo ai residenti nei capoluoghi di regione, nelle città
metropolitane, nei capoluoghi di provincia o nei comuni con più di 50.000 abitanti.

Infine, con la legge di bilancio 2019 è stato introdotto il cosiddetto “ecobonus” per l’acquisto di veicoli
a ridotte emissioni: si tratta di un contributo statale che va da 750 euro a 6.000 euro, a seconda della
categoria del veicolo, della classe ambientale, della prestazione in termini di emissioni di CO 2 e della
scelta o meno di rottamare un altro veicolo.

16   Dl n. 124 del 26 ottobre 2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 157 del 19 dicembre 2019.

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

Gli obiettivi perseguiti con forme di sostegno qui illustrate sono sostanzialmente tre. Da un lato, si attua
una forma di assistenza volta a sostenere le famiglie più disagiate, così da garantire loro l’accesso a
servizi essenziali (es. elettricità, gas, acqua), in un’ottica di inclusività, come nel caso del bonus sociale.
Dall’altro lato, si tratta di convogliare la domanda verso scelte di consumo considerate meritorie dal
punto di vista collettivo: è questo il caso dell’ecobonus e del bonus trasporti pubblici.

Infine, vi sono misure adottate per far fronte a situazioni eccezionali, come avvenuto col bonus bollette
Covid e col bonus mobilità, introdotti per far fronte ad una situazione di emergenza.

In questo contesto, si può affermare che il voucher per la banda ultra larga abbia la peculiarità di essere
caratterizzata da tutte e tre le finalità descritte. O, almeno, l’auspicio è che il carattere emergenziale
della misura possa essere usato come un primo importante passo verso una politica più strutturale, che
miri, da un lato, a indirizzare le scelte di consumo degli utenti ovviando al ritardo culturale che rischia di
ostacolare una vera ed efficace digitalizzazione di massa e, dall’altro, a fornire il necessario supporto alle
famiglie in disagio economico, accettando e diffondendo quindi l’idea che l’accesso a Internet è un diritto
che va garantito a tutti, in quanto servizio essenziale – alla stessa stregua dell’acqua o dell’energia.

5. Conclusioni
La scarsa alfabetizzazione digitale degli italiani rappresenta senza dubbio un problema radicato che
andrebbe affrontato con misure dirette, attraverso, ad esempio, piani mirati di formazione promossi
dallo Stato, con il supporto delle università e del servizio pubblico radiotelevisivo, allo scopo di
incrementare le competenze digitali di base ed estenderle idealmente all’intera popolazione, sulla
falsariga di quanto avvenuto con la campagna di alfabetizzazione durante gli anni ’50-‘60.

Tuttavia, il Piano voucher rappresenta sicuramente uno step importante cui va riconosciuto il merito
non solo di poter ridurre il gap esistente tra offerta e domanda di servizi di connettività di qualità, ma
anche di aver indotto alcuni effetti positivi indiretti, quale è stato il raggiungimento di una mappatura
dettagliata e puntuale delle reti di accesso ad Internet civico per civico.

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IL PIANO VOUCHER TRA SOSTEGNO ALLA DOMANDA E COMPETITIVITÀ

In effetti, un tema forse trascurato anche per le tempistiche ravvicinate dell’avvio della Fase 1 del piano,
e che si riproporrà anche per la seconda fase, ha a che fare con l’opportunità di avviare un efficace piano
di comunicazione e promozione dei voucher: le policy rivolte ai consumatori, infatti, funzionano solo se
sostenute con adeguate campagne di promozione, altrimenti rischiano di non raggiungere l’obiettivo
per cui nascono, a causa della scarsa informazione dei soggetti coinvolti, che sono per natura quelli più
difficili da raggiungere e più refrattari ad abbracciare servizi innovativi.

In vista del lancio della Fase 2, inoltre, ulteriori riflessioni appaiono d’obbligo: se per la prima fase,
l’obiettivo principale è stato quello di ampliare la platea degli utilizzatori della BUL, sostenendo
attraverso i voucher una domanda rallentata da scarse capacità economiche, con la fase 2 l’obiettivo
del Governo dovrebbe essere quello di compiere un salto tecnologico, in direzione degli obiettivi posti
dalla Gigabit Society, e peraltro in accordo con le indicazioni provenienti dalla Commissione Europea.
Sarebbe, infatti, paradossale utilizzare risorse pubbliche per incentivare tecnologie considerate oramai
obsolete. Gli interventi pubblici, infatti, sebbene debbano giustamente osservare il principio della
neutralità tecnologica, devono tuttavia andare a promuovere servizi di qualità, affinché l’impiego di
risorse pubbliche possa dirsi razionale. Salvo casi ben delimitati, questo cambio di passo dovrebbe
tradursi nell’esclusione dall’incentivo delle connessioni con una velocità di 30 Mbps, ormai non più in
linea con gli obiettivi della Gigabit Society. Inoltre, pare rilevante che l’incentivo sia destinato anche a
chi – già in possesso di una connessione con velocità superiore ai 30 Mbps – scelga di fare un upgrade
verso una connessione più performante, proprio al fine di perseguire l’auspicato salto tecnologico.

Come già ricordato, occorre inoltre monitorare con attenzione quanto avvenuto nella Fase 1 al fine di
evitare distorsioni concorrenziali e l’abuso di indebite rendite di posizione da parte di alcuni operatori.
Sarebbe del tutto paradossale che ciò avvenisse con l’aiuto di denari pubblici, in violazione dei principi
antitrust europei e nazionali. A tal proposito, appare pertanto utile rendere liberamente accessibili i dati
sulla distribuzione delle attivazioni per tipologia di connessione e per operatore, in aggiunta a quelli
esistenti sulla distribuzione regionale, al fine di valutare tanto il livello di prestazioni raggiunto quanto
eventuali distorsioni competitive.

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Infine, sebbene il Piano voucher non nasca per essere una misura strutturale, sarebbe utile valutare
l’idea di stabilizzare la misura nella forma di un bonus connettività – alla stessa stregua di quanto fatto
per energia, gas e luce – riconoscendo la connettività a tutti gli effetti come un servizio essenziale e uno
strumento di inclusione sociale, nonché considerare l’ipotesi di promuovere una misura simile per i
prossimi step tecnologici che ci attendono, primo fra tutti il 5G.

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