The WEF Report Competitiveness and Perspectives of Kazakh Economy
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The WEF Report Competitiveness and Perspectives of Kazakh Economy No. 1 - September 2012 Author: IsAG - Programma Eurasia Language: Italiano Keywords: Global competitiveness Kazakhstan, economy World Economic Forum
ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE (ISAG), ROMA - REPORT 2 Abstract Kazakhstan's economic environment is making significant steps forward, and the country is affirming itself as one of the most competitive economy in the region. The World Economic Forum's 2012-2013 Global Competitiveness report has ranked Kazakhstan 51 in a range of144 countries in the world. The report, first published in 2005, bases its analysis on a comprehensive definition of competitiveness, which includes political and human development elements together with micro and macro economic aspects. Competitiveness is defined as the set of institutions, policies and factors that determine the level ofproductivity ofa country. According to this analysis, Kazakhstan moved back up to a position similar to the one it held few years ago, 51/144, climbing 21 positions from last year when it positioned 72th. While the overall outlook on world competitiveness seems fragile, Kazakhstan shows to have done most significant improvements among other countries assessed in the report. Data show that this positive result as been driven by a significant improvements in key areas such as technological readiness, which advanced from 87th to 55th, and most significantly by a good macroeconomic environment, ranked 16th in the world classificatory, labor market efficiency (19th) and high education and training (55th). Investments in the country are eased by the low level ofcrime and theft and by a stable political environment and government. Improvements, which mostly involved efficiency enhancer factors, mark the firm advance of the country from an efficiency-driven economy to an innovation-driven one. In the same group there are other 20 countries, among which, Russia Federation, Turkey, Argentina, Brazil. Further progress will be measured against the country's capacity to make improvement in those areas meaningful to prepare to the next stage, such as health and primary education, business sophistication, and innovation, which however remain reasons of concern. Although Kazakistan, according to EWF's report is doing better than Russian Federation and Republic of Kyrgyzstan (the only two other countries in the Region covered by the report), it still shows very limited progresses in these areas in which it ranks respectively 92th, 99th, 103 th. Author The Eurasia Program of the Rome Institute ofAdvanced Studies in Geopolitics and Auxiliary Sciences (IsAG) is devoted to study and research on post-Soviet countries. It is directed by Dario Citati and its members are: Eleonora Ambrosi, Sara Bagnato, Eliseo Bertolasi, Luca Bionda, Giuliano Luongo, Francesca Malizia, Roberto Ricci, Veronica Sheynina, Konstantin Zavinovskij. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org
ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE (ISAG), ROMA - REPORT 3 Report Nel Global Competitiveness Report 2012-2013 , pubblicato dal World Economic Forum, la Repubblica del Kazakhstan ha ottenuto un giudizio visibilmente positivo, salendo la graduatoria di ben 21 posizioni. Se nel rapporto dell’anno precedente Astana si classificava al 72° posto, quest’anno viene posizionata al numero 51, all’interno di una lista che prende in esame gli indicatori economici di 144 Paesi. Il giudizio ufficiale del rapporto recita in questo modo: “Kazakhstan moves back up to 51st, a similar position to the one it held a few years ago. This improvement reflects progress in a number of areas, but most importantly in macroeconomic stability, where the country ranks 16th, and technological readiness, where it advances from 87 th to 55 th. Despite the progress achieved, important challenges related to health and primary education (92nd), business sophistication (99 th), and innovation (103 rd) remain”1 . Nei diversi parametri di valutazione il Kazakhstan si è posizionato come segue: Rank (out of 144) Score (1-7) GCI 2012–2013 51 4.4 GCI 2011–2012 (out of 142) 72 4.2 GCI 2010–2011 (out of 139) 72 4.1 Basic requirements (39.3%) 47 4.9 Institutions 66 4.0 Infrastructure 67 4.0 Macroeconomic environment 16 6.1 Health and primary education 92 5.4 Efficiency enhancers (50.0%) 56 4.2 Higher education and training 58 4.4 Goods market efficiency 71 4.2 Labor market efficiency 19 5.0 Financial market development 115 3.5 Technological readiness 55 4.2 Market size 55 4.1 Innovation and sophistication factors (10.7%) 104 3.2 Business sophistication 99 3.6 Innovation 103 2.92 Il posizionamento al 51° posto nella graduatoria complessiva avvicina la competitività del Kazakhstan a quella di un altro Paese membro dell’Unione Doganale, la Russia, che si posiziona al numero 69 (la Bielorussia è invece assente dalla classifica); anche se resta ancora notevole il divario dal livello di competitività del grande vicino asiatico, la Cina (che occupa il 29° posto). Gli esperti internazionali di Kazakhstan hanno valutato positivamente questa crescita di Astana nella graduatoria. Ad esempio, Andrej Grozin, direttore del Dipartimento sull’Asia Centrale e il Kazakhstan dell’Istituto dei Paesi CSI della Federazione Russa, ha spiegato così l’innalzamento nel rating: “Il governo del Paese è riuscito in modo abbastanza soddisfacente ad uscire dalla crisi valutario-finanziaria così come da quella del settore abitativo e immobiliare. Sono del parere che il governo kazako abbia fatto il massimo possibile in una situazione difficile”3 . Secondo Sergej Micheev, Direttore del Centro russo di congiunture politiche, i miglioramenti dell’economia kazaka sono da attribuirsi ad una serie di misure legislative che hanno facilitato gl’investimenti di capitale straniero, semplificando le procedure burocratiche e il sistema di tassazione4. La valutazione positiva del Global Competitiveness Report non rappresenta un motivo di sorpresa. Per www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org
ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE (ISAG), ROMA - REPORT 4 richiamare i dati più recenti, basti pensare che nel periodo compreso fra gennaio e agosto 2012 la crescita del PIL si è attestata ad un 5,6%, secondo i dati ufficiali riportati dal responsabile dell’Agenzia Nazionale di Statistica del Kazakhstan Alichan Smailov5 . La stessa agenzia Ficht Ratings pronostica una crescita di almeno il 5% per tutto l’anno solare 2012. La scalata di 21 posizioni all’interno della classifica da un anno all’altro non deve però far pensare ad uno slancio improvviso dell’economia kazaka. Appare invece più opportuno comprendere le ragioni di questo innalzamento in una prospettiva di lungo periodo, analizzando i punti salienti che hanno condotto alla situazione attuale dall’indipendenza a oggi. Come in altri Paesi dell’ex Unione Sovietica, anche in Kazakhstan l’industria pesante e quella estrattiva rappresentano tradizionalmente il carro trainante dell’economia. Oltre alle esportazioni di petrolio, Astana dispone, nel sottosuolo del suo vasto territorio, di ingenti riserve di uranio, stimate tra le maggiori del pianeta. Parallelamente, l’industria agricola costituisce un fattore stabile sia per il fabbisogno interno che per le esportazioni verso l’estero: per produzione di grano, ad esempio, il Kazakhstan è il terzo produttore dei Paesi CSI dopo Russia e Ucraina. Le caratteristiche che spiegano il successo di questo Paese vanno però cercate altrove, e cioè in quelle misure che il governo di Astana ha adottato sin dalla metà degli anni Novanta per stimolare la produttività in diversi settori (imprenditoria in franchising, settore edilizio, attrazione di investimenti dall’estero) e garantire buone condizioni per le finanze pubbliche e per il capitale privato (riforma pensionistica, aumento di introiti fiscali, riassetto del sistema bancario) Una panoramica dell’impatto di questi fattori permette di spiegare meglio il significato del posizionamento di Astana nella classifica del WEF Report. Uno dei campi in cui si è verificata una crescita significativa è appunto quello del franchising, a cui ha contribuito l’istituzione di diverse strutture di supporto da parte dello Stato e dei privati. Tra queste occorre menzionare: • L’Istituto Nazionale della Proprietà Intellettuale (Kazapatent), deputato alla registrazione degli accordi sul franchising e alla concessione dei marchi commerciali; • L’Agenzia Centro-asiatica per lo sviluppo del franchising (CaFla), che si occupa di consulenze per gli imprenditori sulle licenze; • Il Damu “Entrepreneurship Development Fund”, istituto statale creato nel 1997 e deputato all’erogazione di credito e alla consulenza per i piccoli e medi imprenditori; • L’Associazione Indipendente degli Imprenditori, che si occupa di far crescere il franchising organizzando seminari ed eventi. L’istituzione di queste strutture ha determinato un buon rapporto tra presenza dello Stato e iniziativa privata dei singoli, favorendo la nascita di numerose attività, a cominciare dall’apertura, nel 1994, del primo albergo a 5 stelle Rahat Palace, entrato a far parte della catena in franchising di Hayatt Regency. Dall’Adidas alla Coca Cola sono state numerose le aziende, i negozi e le agenzie che hanno iniziato la loro attività in Kazakhstan a partire dalla fine degli anni Novanta. Lo sviluppo del franchising ha permesso così non soltanto un’ampia circolazione di merci d’importazione, ma soprattutto la partecipazione diretta di imprenditori e lavoratori kazaki al processo produttivo o all’erogazione di servizi, contribuendo alla crescita del PIL e all’aumento dell’occupazione6. Altra caratteristica che distingue il Kazakhstan dai Paesi dell’ex Urss e ne ha determinato la positiva immagine internazionale è il buon livello di amministrazione delle finanze pubbliche, che spiega sicuramente il posizionamento al 16° posto nella categoria “Macroeconomic Environment” del WEF Report 2012-2013 (la più alta classificazione di Astana in un singolo parametro) e si deve ad una politica lungimirante iniziata anch’essa già nella seconda metà degli anni Novanta. Il Kazakhstan è stato infatti il primo Stato della CSI a realizzare un’ambiziosa riforma del sistema pensionistico, che ha condotto al graduale passaggio da un sistema distributivo ad un sistema cumulativo che ha aumentato gli introiti per le casse dello Stato ottimizzandone le forme di reinvestimento. La riforma ha inoltre istituito una duplice tipologia di fondi pensione: gli Open Pension Funds, cui possono versare contributi indistintamente tutti i cittadini kazaki, e i Corporate Pension Fund, che riguardano invece dipendenti e proprietari di aziende. La Legge sulla previdenza pensionistica, entrata in vigore il 1 gennaio 1998, ha disposto l’innalzamento www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org
ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE (ISAG), ROMA - REPORT 5 dell’età pensionabile (da 55 a 58 anni per le donne, da 60 a 63 per gli uomini) e l’abolizione di pensioni di privilegio fino ad allora regolate da normative di epoca sovietica7. Il 12 giugno 1997 fu invece istituito l’ Accumulative Pension Fund del Kazakhstan che negli anni 1998-2002 ha assunto la funzione di Fondo di Garanzia (Default Fund), in cui vengono versati i contributi di tutti quei cittadini che per qualunque ragione non hanno scelto dei fondi pensione. L’ Accumulative Pension Fund rappresenta ormai da diversi anni uno dei più robusti istituti finanziari del Paese, con una riconosciuta credibilità internazionale: lo dimostra anche il fatto che già dal 31 maggio 2007 la European Bank for Reconstruction and Development è entrata a far parte dei suoi azionisti8. Il sistema del credito in Kazakhstan ha a sua volta fatto enormi passi avanti, in particolar modo nell’ultimo decennio. Dopo la crisi del 1998 il settore bancario è progredito grazie sia ad una serie di disposizioni tecniche e legislative, come la creazione di un sistema di Deposit Insurance (introdotto nel 1999 e reso obbligatorio nel 2004) e la Legge sul segreto bancario (varata nel 2000), sia ad un’opera complessiva di efficientamento che ha condotto alla temporanea ma drastica riduzione della quantità di istituti presenti. Tra 1998 e 2006 il numero di banche è infatti diminuito da 71 a 34 in ragione dell’introduzione di norme molto più severe per l’ottenimento di licenze e autorizzazioni9. L’effetto raggiunto da queste misure è stato almeno duplice: da una parte, è sensibilmente aumentato il credito a cittadini e imprese; dall’altra parte, le banche più grandi hanno iniziato a svolgere attività di investimento, compravendita nello stock market e operazioni immobiliari. La politica fiscale di Astana ha rappresentato un altro punto di forza nella stabilizzazione macroeconomica del grande Stato centroasiatico. Le entrate nel bilancio pubblico, sotto forma sia di tassazione diretta e indiretta che di introiti di altra provenienza (royalties etc.), sono passate dai 7,1 miliardi di tenge nel 1993 ai 3503,3 miliardi nel 2009, secondo quanto riporta un’analisi dell’economista kazako e rettore dell’Università “Turan” Rahman Alšanov, che ricostruisce molto bene come la situazione attuale vada interpretata come un percorso ventennale che ha permesso al Kazakhstan di far fronte a tre gravi crisi: la dissoluzione dell’URSS agli inizi degli Novanta, la crisi dei mercati asiatici nel 1998 e la crisi finanziaria mondiale del 2008 10. Secondo Alšanov, la peculiarità del percorso kazako è stata quella di optare per una privatizzazione “a tappe” (piccola impresa, microimpresa individuale, privatizzazione di massa), che gradualmente ha cambiato la stessa natura dell’intervento dello Stato, più attento alla creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo delle aziende, alle garanzie sociali e alla politica di bilancio che alla presenza diretta nell’economia (pur sempre forte nell’industria mineraria, petrolifera del gas). Il primo passo di questo percorso è stata comunque la rapida ripresa dei settori produttivi trainanti: industria petrolifera, metallurgica, dei trasporti e dell’agricoltura, che hanno permesso una stabilizzazione. Rispetto al petrolio, l’aumento di estrazione di idrocarburi si è rivelato particolarmente proficuo grazie alla realizzazione del programma statale che prevedeva la valorizzazione della costa kazaka del Mar Caspio. Il passo successivo è stato l’incentivo costante agli investimenti stranieri in Kazakhstan, sia diretti all’economia reale che finanziari, ma rivolti comunque in maniera prevalente proprio all’industria pesante. In seguito alla crisi internazionale del 2008 si è registrata una progressiva diminuzione degli investimenti, che però risulta ancora molto più alta che negli anni antecedenti al 2005. Un altro aspetto che occorre sottolineare è l’aumento non soltanto di questi indicatori macroeconomici, bensì anche di quei parametri che più direttamente concernono la vita delle persone. Secondo i dati riportati sempre da Alšanov, nel periodo tra il 1995 e il 2010 la spesa per il fabbisogno del cittadino kazako medio è aumenta di ben 17 volte, ossia con una media di 276.000 tenge all’anno. Questo aumento di massa monetaria per i cittadini, che al netto di un’inflazione comunque non bassa indica pur sempre una crescita notevole del potere d’acquisto, si è accompagnato anche a una diversificazione del consumo in direzione del benessere. Sono cresciuti infatti gli acquisti di automobili, di bevande alcoliche, di prodotti della telefonia e dell’informatica presso ampie fasce di popolazione. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un aumento costante di posti di lavoro e quindi delle fonti di reddito. In sei anni, tra il 2000 e il 2006, la percentuale di disoccupazione è infatti scesa dal 12,8% al 7,5%; l’Agenzia Nazionale di Statistica riporta che nel 2009 (quando la crisi finanziaria stava mettendo alla prova la solidità dei fondamentali dell’economia kazaka), il numero degli occupati nel Paese ammontava a 7,9 milioni di persone, in un Paese che complessivamente conta 16 milioni di abitanti11. Altro importante indicatore in cui si registra www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org
ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE (ISAG), ROMA - REPORT 6 un netto miglioramento di vita dei cittadini kazaki è quello relativo al settore edilizio. La costruzione di nuove abitazioni ha conosciuto un incremento del 26% dopo l’indipendenza del Paese: secondo i calcoli di Alšanov, più di 2 milioni di persone, cioè un ottavo della popolazione del Kazakhstan, ha migliorato le proprie condizioni di alloggio. E si tratta di una tendenza che sembra continuare a intensificarsi: l’Agenzia di Statistica della Repubblica del Kazakhstan riporta che nel primo semestre 2012 sono stati investiti 134 miliardi e 29 milioni di tenge nella costruzione di nuovi alloggi, prevalentemente nella regione di Almaty e ad Astana12. Dal quadro sin qui delineato si evince chiaramente perché lo storico russo Roj Medvedev, nel libro Nursultan Nazarbaev: Kazachstanskij proryv i evrazijskij proekt, abbia definito il Kazakhstan “un’isola di stabilità in Asia centrale”. Il rapporto del WEF evidenzia giustamente anche le lacune ancora da colmare, ma alla luce di quest’analisi è indubbio che la via kazaka possa dirsi in gran parte positiva e rappresenti forse quella percorso che ha avuto maggior successo tra tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica, grazie ad un passaggio ponderato e non traumatico all’economia di mercato e ad un’accorta amministrazione delle finanze pubbliche. Il prossimo stadio di questo cammino è sicuramente l’auspicabile ingresso di Astana nel WTO, in un contesto in cui il Kazakhstan gioca già insieme alla Russia un ruolo di primo piano nell’Unione Doganale Eurasiatica che può fungere da moltiplicatore delle opportunità create negli ultimi vent’anni. 1. WEF, Global Competitiveness Report 2012-2013 , p. 27. 2. WEF, Global Competitiveness Report 2012-2013 , p. 217. 3. http://www.ria.ru/world/20120913/749377096.html. 4. http://www.ria.ru/world/20120913/749377096.html. 5. http://www.newskaz.ru/economy/20120914/3944360.html. 6. Per approfondire, si veda B. KISIKOV, Frančaizing v Kazachstane, Almaty 2011. 7. A. ALIBAEV, Pensionnaja reforma v Respublike Kazachstan , www.world- pensions.org/docus/uno25.doc. 8. http://www.gnpf.kz/102. 9. O. KURMANOV, Êkonomika i finansovaja sistema Kazachstana: tekuščee sostojanie i perspektivy (Economy and Financial System ofKazakhstan: current situation and perspectives) , The 2nd Korea- Central Asia International Conference Seoul, November 20, 2009, http://www.hanyang.ac.kr/home_news/H5EAKB/0020/102/2009/11/paper_01.pdf, p. 23. 10. http://www.nomad.su/?a=4-201110100035. 11. O. KURMANOV, cit., p. 15. 12. http://www.zakon.kz/4502488-v-rk-v-zhilishhnoe-stroitelstvo.html. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org
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