LO STATO AZIONISTA E L'INVESTIMENTO PER L'INNOVAZIONE E LO SVILUPPO - Luigi Paganetto Presidente, Fondazione Economia Tor Vergata - FUET Docente ...
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LO STATO AZIONISTA E L’INVESTIMENTO PER L’INNOVAZIONE E LO SVILUPPO Luigi Paganetto Presidente, Fondazione Economia Tor Vergata - FUET Docente, Scuola Nazionale dell’Amministrazione 14 novembre 2018 Scuola Nazionale dell’Amministrazione
NADEF, investimenti pubblici e innovazione • La Nota di Aggiornamento del DEF dà priorità e centralità al rilancio degli investimenti: «Il rilancio degli investimenti è una componente importante della politica economica del Governo e uno strumento essenziale per perseguire obiettivi di sviluppo economico sostenibile». • Il rilancio degli investimenti è frenato non solo da vincoli di bilancio, ma anche da una serie di fattori di natura legale, burocratica e organizzativa che si sono accumulati nel corso degli anni. • È di vitale importanza per il Paese, continua il Nadef, investire sull’innovazione e sulla tecnologia, per recuperare un gap consistente sul digitale, sull’offerta di servizi, sulla penetrazione della banda larga, seppure con differenze territoriali e sulle competenze digitali. Luigi Paganetto 2
Investire in innovazione. Una strategia nazionale • Il Governo intende dunque promuovere una strategia nazionale per realizzare le sinergie che sono necessarie per creare valore nei settori della Ricerca e Sviluppo, della formazione di capitale umano e delle infrastrutture. La buona notizia è che il settore pubblico intende avere un ruolo trainante nel trasformare il nostro Paese in una Smart Nation. • È una scelta importante perché vi è una stretta relazione, dice il Nobel Phelps, tra la velocità della ripresa e il desiderio e la capacità di innovare. La sua proxy è la dinamica del TFP. Non va mai dimenticato che il TFP, in Italia, ha un andamento piatto dalla fine degli anni ‘90. • Ma come realizzare in concreto la scelta per l’innovazione? L’esperienza ci dice che non basta aumentare l’impegno su R&D, ma occorre intervenire su tutta la filiera dell’innovazione. Luigi Paganetto 3
Una Smart Nation • Sono gli investimenti ad essere portatori di innovazione. Una loro selezione appropriata è dunque essenziale perché si produca il circuito virtuoso investimenti-innovazione-sviluppo. Si tratta di una questione decisiva quanto la rimozione delle difficoltà burocratiche ed amministrative alla spesa in conto capitale della PA. • In che modo il settore pubblico può incidere sul deficit di innovazione del nostro sistema economico e trasformare il nostro Paese in una Smart Nation? Il problema è nostro, ma anche europeo. • Secondo il ranking 2018 del WEF, l’Italia si colloca al 7° posto per pubblicazioni scientifiche, ma siamo al 27° per R&D, al 22° per capacità innovative. • Ciò significa che non basta aumentare le spese in R&D (che sono certo più basse rispetto ai maggiori paesi) per avere più innovazione. • Sono poche le giovani imprese innovative in EU (e ancor meno in Italia) rispetto agli USA. Luigi Paganetto 4
Italia - capacità innovazione (Global Competitiveness Index 4.0 2018 edition, WEF) Fonte: World Economic Forum, The Global Competitiveness Report 2018. Nota: il punteggio è su una scala da 0 a 100, dove 100 rappresenta la situazione ottimale. Le frecce indicano la direzione del cambiamento di punteggio rispetto all’edizione precedente, ove disponibile. Luigi Paganetto 5
Giovani imprese ed innovazione Share Presence of yollies by region, 2007 (in %) EU US Japan RoW World %yollies in 20 52 1,5 53 34 firms % yollies in 7 35 0,5 27 19 R&D %yollies in 5 16 1,5 27 11 Net sales % yollies in 4 19 1,8 34 12 Employment Fonte: IPTS working paper on Corporate R&D and innovation - No. 07/2010, Young Leading Innovators and EU’s R&D intensity gap, Michele Cincera, Reinhilde Veugelers, ottobre 2010. Luigi Paganetto 6
Start up, venture capital e capacità innovativa • Le politiche per aumentare la capacità innovativa sono cresciute in questi anni in EU, in particolare per start up e venture capital. • In Francia le start up sono cresciute ad un ritmo vertiginoso, così come le iniziative a favore del venture capital. In Italia nel 2016 sono stati investiti 200 milioni in start up per un totale di 78 investimenti. • Il Regno Unito registra un numero di scaleup (società che nei primi anni di vita raggiungono i 10 milioni di dollari di fatturato) e investimenti superiori, rispettivamente, di 9 e 20 volte a quelli del nostro Paese; la Germania di 3 e 11 volte e la Francia di 4 e 7 volte (dati Tech Scaleup Europe Report a dicembre 2017). • L’Italia ha 0.3 scaleup ogni 100.000 persone, un risultato ben al di sotto sia della media europea (1 scaleup ogni 100 mila abitanti), che della media dell’Europa meridionale (che si ferma a 0.9). • Impressionante il ritardo del nostro Paese in materia di venture capital, dove siamo fanalino di coda (2$ pro-capite contro 120 in UK). Luigi Paganetto 7
Investimento venture capital pro-capite Venture capital investment per capita in 2017 (US dollars) Fonte: Dealroom.co Nota: excludes buyouts, secondary transactions, debt lending capital, ICOs. Average of Pitchbook and CB insights. Luigi Paganetto 8
Grandi imprese e innovazione • In tutta EU la spesa delle grandi imprese per innovazione è decisamente maggiore di quella delle PMI. Nella classifica europea ci piazziamo dietro a Germania, Danimarca, Svezia e Belgio, anche con le grandi imprese. • La spesa (dati OECD) nel nostro Paese è minore, anche perché le grandi imprese sono ormai poche e quasi esclusivamente a partecipazione pubblica. • Eni e Enel investono sui grandi megatrend, dell’efficienza energetica e del cambiamento climatico. Leonardo soprattutto su sicurezza, difesa e aerospazio. Hanno dato vita ad hub dell’innovazione, assicurando il raccordo con il mondo della ricerca e, in particolare, con CNR, Enea e Università. • L’importanza del loro ruolo sta nella filiera che esse sostengono. Si tratta di una filiera ad elevato moltiplicatore che vede la partecipazione di un gran numero di imprese che lavorano non solo in sub-commessa, ma anche come protagoniste di successo in nicchie tecnologiche importanti. • Occorrono perciò politiche industriali capaci di sostenere l’investimento in innovazione. Il modo di farlo non è quello di legarle ai settori, quanto piuttosto ai megatrend. Luigi Paganetto 9
Spese in innovazione (OECD) Expenditure on innovation, by firm size, 2006 (as a percentage of turnover) Large firms SMEs Canada (2004, manufacturing) Korea (2008, manufacturing) Estonia South Africa (2005) Luxembourg Germany Italy Denmark Sweden New Zealand Fonte: OECD, Working Party of National Ireland Experts in Science and Technology (NESTI) Belgium innovation microdata project based on CIS- China 2006, June 2009 and national data sources Czech Republic Iceland (2004) Netherlands United Kingdom Spain 0 2 4 6 8 10 % Luigi Paganetto 10
La missione dello Stato. Affrontare le sfide contemporanee • Intervenire in tutta la catena dell'innovazione per costruire una moderna strategia industriale è la scelta che prevale nelle politiche governative europee. Essa è realizzata con l’individuazione delle sfide, piuttosto che sui settori. È una scelta convincente e sempre più riconosciuta. • Un approccio che sia orientato alla «missione» UTILIZZA SFIDE SPECIFICHE PER STIMOLARE L’INNOVAZIONE tra i vari settori. Attraverso missioni focalizzate sulla soluzione di importanti sfide della società, come il cambiamento climatico e la qualità ambientale, economia circolare, salute e benessere, difesa e sicurezza, problemi di mobilità. E’ una linea cui e’ orientata non solo la EU ma anche l’ONU (Better Climate ,Better Growth)I Governi hanno la possibilità di determinare la direzione dei processi di innovazione, facendo investimenti strategici. • L’impegno di Enel, Eni e Leonardo, su molte di queste, sfide è legato alle proiezioni che si fanno a livello internazionale su ricadute tecnologiche ed innovazione che ne derivano nel breve-medio termine. Si tratta di un dato che emerge con evidenza dalle mappe tecnologiche elaborate per il SET-Plan e per l’ECONOMIA CIRCOLARE. Luigi Paganetto 11
Tecnologia ed innovazione. La sfida dell’energia • Le politiche europee per l’innovazione nel settore dell’energia hanno accompagnato questa direzione di marcia. • Il SET-Plan (Strategic Energy Plan), nel suo esordio nel 2007, faceva la previsione che tra le innovazioni realizzabili a medio termine (2020) ci sarebbero state quelle per la co-generazione e per l’efficienza energetica nell’industria, nei trasporti e negli edifici pubblici e privati. • Così è stato ed i Paesi che più hanno investito in questa direzione sono quelli che più hanno mostrato capacità d’innovazione. La Germania ha molto operato in questa direzione grazie anche all’azione del KfW, Istituto per la promozione dello sviluppo. • L’importanza delle tecnologie legate all’efficienza energetica, come generatrici di innovazione entro un orizzonte temporale breve, è stata confermata e rafforzata con le successive revisioni del SET-Plan, cui nel 2017 si è aggiunta la «Mission Innovation Challenge» sulle smart grid di energia rinnovabile, biofuel, energia solare, riscaldamento e raffreddamento degli edifici, la capture e storage di CO2. Luigi Paganetto 12
Mappa tecnologica del SET-Plan Il potenziale delle tecnologie e delle misure per l’efficienza energetica Luigi Paganetto 13
Economia circolare e innovazione • L’economia circolare è un altro potente vettore potenziale di innovazione. • La recente iniziativa di Confindustria offre interessanti possibilità a riguardo. • La riduzione degli impatti ambientali delle diverse fasi di produzione, a cominciare dall’estrazione delle risorse, evitando inquinamento, degrado del suolo, trasporti con emissione di CO2, rifiuti, sono potenti stimoli all’innovazione. • Riuso, riciclo e remanufacturing sono altrettanti «must» dell’economia circolare. Essi sono considerati tra le politiche prioritarie del Piano d’azione EU per l’economia circolare. • Se tale questione fosse affrontata con successo, il tasso di rendimento del capitale aumenterebbe e ciò determinerebbe un aumento degli investimenti e della produttività. Luigi Paganetto 14
A circular economy Outline of a circular economy Fonte: Ellen MacArthur Foundation, SUN, and McKinsey Center for Business and Environment; Drawing from Braungart & McDonough, Cradle to Cradle (C2C). Luigi Paganetto 15
Settore pubblico e Smart Nation • ll XXI secolo è caratterizzato dalla necessità che gli Stati rispondano alle principali sfide sociali, ambientali ed economiche legate al cambiamento tecnologico. Talvolta definite «grandi sfide», queste includono minacce ambientali come il cambiamento climatico, problemi demografici, di salute e di benessere e generano problemi interconnessi in presenza dei quali è difficile generare una crescita sostenibile e inclusiva. • I problemi dell’innovazione e della competitività vedono in campo lo Stato-imprenditore, sia attraverso società a partecipazione pubblica, che attraverso Istituzioni di promozione dello sviluppo, come sono diventate nel tempo KfW in Germania, la Caisse des dépôts et consignations in Francia, Finnvera in Finlandia, Nordic Investment Bank attraverso l’associazione dei paesi nordici e baltici dell’EU, Cassa depositi e prestiti in Italia. • È proprio a causa della natura a breve termine del finanziamento privato che il ruolo della finanza pubblica è così importante nel sostenere le parti della catena dell’innovazione soggette a lunghi tempi di conduzione e ad un’elevata incertezza. • Mentre in alcuni paesi il sostegno si è verificato attraverso le agenzie pubbliche, come DARPA e NIH, in altri la finanza paziente è stata fornita attraverso le banche di sviluppo pubblico, altrimenti note come banche di investimento di stato. Luigi Paganetto 16
KfW e la promozione dell’innovazione e dello sviluppo • L’obiettivo principale di KfW è la promozione dello sviluppo, rispettando i principi di sussidiarietà e sostenibilità. • La KfW affronta l’obiettivo principale della promozione concentrando le sue attività promozionali sui megatrend importanti dal punto di vista sociale ed economico dei «cambiamenti climatici e ambiente», «globalizzazione e progresso tecnico» e «cambiamento demografico». Le attività promozionali di KfW, in queste aree megatrend, devono essere quantificabili in linea con il principio di sostenibilità. • Questo quadro funge da riferimento centrale e vincolante per l’orientamento strategico di tutti i settori aziendali, con un orizzonte di cinque anni. • Dal bilancio risulta che su 81 miliardi vanno a energia e ambiente 10.7 miliardi, a start up e innovazione 10.7 miliardi, al sostegno all’export 16 miliardi. Da notare che è previsto pure un fondo per il sostegno alle politiche a favore dei rifugiati. Luigi Paganetto 17
Il Bilancio di KfW Promotional business volume of KfW Group, 2016 Fonte: KfW Luigi Paganetto 18
Megatrend. Clima e ambiente in KfW • In Germania KfW è un modello di come attuare una strategia integrata che affronti per «missioni» diversi settori e tecnologie dell’economia e realizzi processi di apprendimento bottom-up. • In relazione al megatrend «cambiamento climatico e ambiente», il KfW finanzia misure per combattere il cambiamento climatico, uscire dall’energia nucleare, migliorare la sicurezza energetica, sostituendo i combustibili fossili, sostenere le energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica, salvaguardare la biodiversità e prevenire e/o ridurre l’inquinamento ambientale. • È da notare che per affrontare questo megatrend, KfW ha stabilito un rapporto di impegno ambientale di circa il 35% del volume totale di nuovi impegni e questo obiettivo è stato effettivamente superato nel 2016, al 44% (35.3 miliardi di euro). • Promuovere l’efficienza energetica e utilizzare l’energia rinnovabile negli edifici è la chiave per combattere il cambiamento climatico. Nel 2016 KfW ha realizzato un volume record di impegni di 19 miliardi di euro, in collaborazione con il Ministero federale dell’economia e dell’energia («BMWi»), per investimenti nella ristrutturazione e costruzione di edifici residenziali e non residenziali a basso consumo energetico. Luigi Paganetto 19
KfW, tecnologia e demografia • C’è poi il megatrend «globalizzazione e progresso tecnologico» (14.5 miliardi di euro). KfW contribuisce a rendere le imprese tedesche più competitive a livello internazionale, concedendo prestiti in settori quali la ricerca e l’innovazione, progetti per garantire la fornitura tedesca di materie prime e infrastrutture e trasporto. • Rispetto al megatrend del «cambiamento demografico» (10 miliardi di euro), l’obiettivo del KfW è quello di affrontare le conseguenze derivanti da una popolazione in declino e dall’invecchiamento, comprese le seguenti aree focali: infrastrutture adeguate, formazione professionale e continua, politica familiare e assistenza all’infanzia. • Da notare che nei megatrend indicati quest’anno sono previsti, oltre a «cambiamento climatico e ambiente», anche «digitalizzazione» e «Africa». Luigi Paganetto 20
Cassa depositi e prestiti • Ha origine nel 1860 come strumento di finanziamento delle PPAA. • Governo e Parlamento hanno innescato, a partire dal 2003, un processo di graduale ma rapido incremento delle attività affidate a Cdp, per un secolo e mezzo limitate alla raccolta del risparmio delle famiglie, tramite gli sportelli postali e al suo impiego nel finanziamento degli investimenti delle PPAA e del debito statale. • Si è così avvicinata ai modelli delle altre grandi Casse europee. Con la trasformazione in società per azioni del 2003, Cdp è stata autorizzata a utilizzare, oltre al risparmio delle famiglie raccolto tramite prodotti garantiti dallo Stato e distribuiti dagli sportelli postali, anche risorse provenienti da emissioni obbligazionarie non garantite dallo Stato. Luigi Paganetto 21
Cosa fa Cdp • Cdp è classificata da Eurostat come Istituzione finanziaria e come operatore di mercato, i cui interventi a sostegno dell’economia non sono considerati di per sé aiuti di Stato. Le sue attività finanziarie e, in particolare, le passività, non sono consolidate nel debito pubblico italiano. • Le sue attività si rivolgono: 1) al finanziamento delle infrastrutture in project finance/PPP per operazioni d’interesse pubblico; 2) a sostenere l’export, fornendo alle banche sostegno finanziario, in presenza di assicurazione Sace; 3) provvedere alla gestione del fondo rotativo per il finanziamento di efficienza energetica e attività di innovazione, nonché il sostegno a medio termine per investimenti delle PMI. • Dal 2014 ha la possibilità di assumere partecipazioni in società di rilevante interesse strategico nazionale. Luigi Paganetto 22
Cdp e la sua missione • Cdp ha un mandato generale, quello di promuovere lo sviluppo. • Il suo Business Plan non indica il framework generale in cui intende sviluppare il suo mandato. Fa, piuttosto, una elencazione dei settori in cui interviene. • Essi sono il finanziamento della PA, di infrastrutture pubbliche, di operazioni di cooperazione internazionale, di sviluppo urbano, attraverso il suo patrimonio immobiliare, di sostegno all’export, di sostegno al venture capital e alle start up, nonché agli investimenti delle PMI. • Non individua, a differenza di KfW: 1) i megatrend in cui intende impegnarsi e le risorse che intende destinarvi; 2) la sua vision sul ruolo che intende assumere in materia di innovazione e sviluppo. • La notevole robustezza e solidità finanziaria e l’importante patrimonio di competenze di cui dispone sono messe al servizio di un approccio «a sportello», che nasce dalla sua tradizione di istituzione che eroga i suoi finanziamenti «a domanda», nell’ambito di quanto la normativa le consente. • C’è da chiedersi se questo sia un approccio sufficiente a promuovere lo sviluppo, o ci sia necessità di definire megatrend e/o un framework generale in cui collocare il suo mandato. Luigi Paganetto 23
Cdp - Business Plan Luigi Paganetto 24
Le imprese a partecipazione pubblica e le sfide contemporanee • Le partecipate pubbliche sono orientate ad affrontare le sfide contemporanee. Clima e ambiente, economia circolare, digitalizzazione, sicurezza, difesa sono presenti tra i megatrend oggetto del loro impegno sull’innovazione. • Cdp, con la sua attività di finanziamento d’impresa, può definire le sue missioni scegliendo tra i megatrend quelli che le assicurino meglio il rispetto del mandato di «promozione dello sviluppo», a cominciare da innovazione e sostenibilità indicando le risorse e le priorità ad esse destinate e le relative aspettative di ricaduta delle innovazioni. Ad esse possono essere ricondotti gli interventi di finanziamento delle imprese (anche attraverso lo strumento equity) e delle infrastrutture sul territorio. • Sarebbe importante, in un mondo in cui la geopolitica suggerisce a KfW di guardare ad un megaatrend territoriale, l’Africa, pensare per il nostro Paese ad una missione «Mediterraneo» su cui può innestarsi la nostra capacità di sviluppare servizi di trasporto innovativi, marittimi e non, legati alla «via della seta» e di investimenti su tecnologie appropriate per i paesi della costa Sud, come quelle legate all’energia solare. Luigi Paganetto 25
Investimenti pubblici, innovazione e sviluppo • Il Nadef ha dato centralità alla dinamica degli investimenti pubblici e dell’innovazione. È di certo una scelta i cui risultati vanno visti a medio termine. È un progetto comunque decisivo per lo sviluppo della nostra economia. Industria 4.0 è importante, ma non basta. • La riuscita della politica industriale per l’innovazione non dipende soltanto da quanto sarà capace di fare la politica economica del Governo. Dipende in maniera essenziale da quanto faranno le società partecipate del settore pubblico, anche per la loro influenza sull’intera filiera dell’innovazione. Le imprese partecipate hanno un ruolo diretto su investimenti e sviluppo. Cdp lo ha attraverso le sue scelte di finanziamento. • La condizione di efficacia per l’azione di entrambe è quella di un forte impegno in investimenti diretti ad affrontare le sfide contemporanee e l’adozione di un quadro di intervento che assegni le risorse a specifiche «missioni» focalizzate sulle sfide da affrontare, in aree in cui i megatrend si coniughino con innovazione e produttività. • Il rischio, altrimenti, è, nel caso di Cdp, che l’insieme degli interventi realizzati per settori non diano corpo a quella PROMOZIONE dello sviluppo che rappresenta il suo mandato. Luigi Paganetto 26
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