TEV nel paziente oncologico - Supporto al paziente con Tromboembolismo Venoso (TEV)
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TEV nel paziente oncologico Supporto al paziente con Tromboembolismo Venoso (TEV) Nome Cognome Età Tel. Medico curante Tel.
Il Tromboembolismo Venoso (TEV) Il Tromboembolismo Venoso (TEV) è determinato da un’attivazione Conoscere il problema della coagulazione del sangue nel sistema circolatorio venoso con formazione di trombi all’interno del vaso.1 Questo fenomeno ha origine, con maggior frequenza, nelle vene degli arti inferiori (Figura 1), ma può verificarsi anche in altri distretti venosi o nelle arterie polmonari.1 Nei pazienti oncologici il Tromboembolismo Venoso (TEV) ha una frequenza maggiore e dipende anche dal tipo, dallo stadio della malattia e dai trattamenti in corso. Per questa ragione si deve prestare ancora maggior attenzione nel malato con tumore.2,3 Vena iliaca comune Il Tromboembolismo Venoso (TEV) comprende due gravi Vena iliaca interna condizioni:4 Vena iliaca esterna la Trombosi Venosa Profonda (TVP), che consiste nella Vena femorale profonda formazione di un trombo Vena femorale in una vena profonda degli arti inferiori Vena poplitea l’Embolia Polmonare (EP), caratterizzata dall’ostruzione di uno o più vasi del circolo Vena peroneale polmonare da parte di un Vena tibiale embolo. posteriore/anteriore Figura 1. Sistema venoso dell’arto inferiore.5 Si definisce Trombosi Venosa Profonda (TVP) l’ostruzione completa o parziale di una o più vene profonde degli arti e/o dell’addome o del bacino.1 2
Con una certa frequenza il trombo può frammentarsi e trasferirsi dalla vena di origine verso le arterie polmonari, ostruendole (Figura 2) e creando, quindi, un’Embolia Polmonare (EP), situazione clinica di emergenza che richiede un tempestivo intervento medico.1 Figura 2. Fisiopatologia dell’embolia polmonare.6 L’Embolia Polmonare (EP) è causata dal distacco di un coagulo di sangue da un trombo venoso che determina l’occlusione parziale o totale delle arterie polmonari.1 3
Quali sono le cause? Il Tromboembolismo Venoso (TEV) si verifica quando Conoscere il problema più fattori predisponenti si presentano contemporaneamente.7 I fattori predisponenti possono essere permanenti, quando fanno parte delle caratteristiche del paziente, oppure temporanei, quando sono associati a particolari condizioni (Figura 3).8 FATTORI PREDISPONENTI NON ONCOLOGICI FATTORI PREDISPONENTI NON ONCOLOGICI Fattori • FATTORI PREDISPONENTI Età avanzata NON ONCOLOGICI individuali Fattori • Obesità Età avanzata individuali • Gravidanza, post-partum Fattori •• Obesità Età avanzata individuali •• Obesità Gravidanza, post-partum • Gravidanza, post-partum Malattie • Scompenso cardiaco • Insufficienza respiratoria Malattie •• Ictus paralitycus Scompenso cardiaco Malattie •• Precedente InsufficienzaTEV Scompenso cardiaco respiratoria •• Trombofilia Ictus paralitycus ••• Insufficienza Vene varicose Precedente respiratoria TEV Ictus paralitycus • Trombofilia • Vene varicose • Precedente TEV Chirurgia • Chirurgia generale maggiore e traumatologia Trombofilia • Chirurgia laparoscopica • Artroscopia ginocchio Chirurgia • Chirurgia generale maggiore Vene varicose • Traumi maggiori e traumatologia • Chirurgia laparoscopica • Fratture arti inferiori, femore • Artroscopia ginocchio • Lesioni spinali • Traumi maggiori • al Chirurgia Figura 3. Fattori predisponenti Catetere venoso centrale • Chirurgia TEV non generale maggiore oncologici. 8 Fratture arti inferiori, femore e traumatologia •• Chirurgia laparoscopica Lesioni spinali •• Artroscopia ginocchio Catetere venoso centrale • Traumi maggiori Farmaci • Terapia Frattureormonale sostitutiva arti inferiori, femore • Contraccezione Lesioni spinali orale Farmaci •• Catetere venoso centrale Terapia ormonale sostitutiva • Contraccezione orale Altro Farmaci • Allettamento prolungato •• Terapiaprolungati Viaggi ormonale sostitutiva Altro • Contraccezione orale • Allettamento prolungato • Viaggi prolungati 4 Altro • Allettamento prolungato
FATTORI PREDISPONENTI NON ONCOLOGICI Fattori • Età avanzata individuali • Obesità FATTORI PREDISPONENTI • NON ONCOLOGICI Gravidanza, post-partum FATTORI PREDISPONENTI NON ONCOLOGICI Fattori • Età avanzata Malattie individuali •• ScompensoObesità cardiaco Fattori • Età avanzata individuali ••• Gravidanza, Insufficienzapost-partum Obesità respiratoria • Ictus paralitycus • Gravidanza, post-partum • Precedente TEV FATTORI PREDISPONENTI • Trombofilia Malattie NON ONCOLOGICI •• Scompenso cardiaco Vene varicose Malattie •• Scompenso Insufficienzacardiaco respiratoria •• Ictus paralitycus Insufficienza respiratoria Fattori • Precedente Età avanzataTEV individuali ••• Ictus paralitycus Obesità Chirurgia ••• Trombofilia Chirurgia generale maggiore e traumatologia • Precedente Gravidanza, TEV post-partum •• Trombofilia Vene varicose Chirurgia laparoscopica • Vene varicose • Artroscopia ginocchio Malattie • Scompenso cardiaco Chirurgia • Chirurgia generale maggiore Traumi maggiori • Insufficienza respiratoria e traumatologia Chirurgia ••• Chirurgia generale Chirurgia laparoscopica maggiore Ictus paralitycus Fratture artiginocchio inferiori, femore e traumatologia •• Artroscopia Chirurgia laparoscopica • Precedente TEV •• Traumi Lesionimaggiori Artroscopia ginocchio spinali • Trombofilia •• Fratture Traumi arti inferiori, femore maggiori ••• Vene varicose Catetere Lesioni Fratture venoso spinali arti centrale inferiori, femore •• Cateterespinali Lesioni venoso centrale • Catetere venoso centrale Chirurgia Farmaci • Chirurgia generale maggiore Farmaci e traumatologia •• Terapia ormonale Chirurgia sostitutiva laparoscopica •• Terapia ormonale Contraccezione sostitutiva orale Farmaci • Artroscopia ginocchio • Terapia ormonale Traumi maggiori Contraccezione sostitutiva orale • Contraccezione orale femore Fratture arti inferiori, • Lesioni spinali Altro •• Catetere venoso Allettamento centrale prolungato Altro •• Viaggi prolungati Allettamento prolungato Farmaci • Viaggi prolungati • Terapia ormonale sostitutiva • Contraccezione orale Figura 3. Fattori predisponenti al TEV non oncologici.8 Altro • Allettamento prolungato • Viaggi prolungati 5
Quali sono le cause? In presenza di malattia oncologica, il tumore stesso Conoscere il problema e le terapie antitumorali concorrono ad aumentare il rischio di Tromboembolismo Venoso (TEV) (Figura 4).9 FATTORI DI RISCHIO PER TEV NEL FATTORI FATTORI PAZIENTE ONCOLOGICO PREDISPONENTI PREDISPONENTI NONONCOLOGICI NON ONCOLOGICI Tipo Tipo di di tumore tumore Rischio Rischio Rischio basso: basso: basso: mammella, mammella, mammella, prostata prostata prostata Rischio Rischio Rischio alto:alto: alto: pancreas, pancreas, pancreas, sistema sistema sistema nervoso nervoso nervoso centrale, centrale, centrale, ovaio, ovaio, ovaio, tumori tumori tumori ematologici, ematologici, ematologici, stomaco stomaco stomaco Terapia oncologica Terapia oncologica Parametro Parametro Parametro Rischio Rischio Rischio •• Radioterapia Radioterapia • Radioterapia 22 volte 2 volte volte •• Chirurgia Chirurgia • Chirurgia Chirurgia 2-4 2-4 volte 2-4 volte volte • Chemioterapia Chemioterapia • Chemioterapia 2-6 volte • Chemioterapia 2-6 2-6 voltevolte FATTORI PREDISPONENTI NON ONCOLOGICI • Inibitori FATTORI PREDISPONENTI dell’angiogenesi/ NON ONCOLOGICI • Inibitori Inibitori dell’angiogenesi/ • Inibitori dell’angiogenesi/ dell’angiogenesi/ 1,4-10 voltevolte 1,4-10 immunomodulatori immunomodulatori 1,4-10 volte Tipo di tumore immunomodulatori Rischio basso: mammella, prostata Tipo di tumore Rischio basso: • Eritropoietina Farmaci in grado mammella, prostata 1,6 volte • Eritropoietina • Eritropoietina 1,6 volte 1,6 volte volte Rischio alto: pancreas, di regolare sistema nervoso la produzione 1,6 Terapia oncologica Rischio Parametro alto: pancreas, sistema nervoso Rischio Terapia oncologica centrale, dei ovaio, globuli Parametro tumori ematologici, stomaco rossi Rischio Parametro centrale, ovaio, tumori ematologici, Rischio stomaco Terapia oncologica FATTORI Parametro FATTORIPREDISPONENTI PREDISPONENTI NONONCOLOGICI NON ONCOLOGICI Rischio Caratteristiche Parametro Rischio Terapia del oncologica tumore Parametro Rischio Tipo di tumore •Rischio basso: mammella, prostata Radioterapia 2 volte Alto con • Tempo alla diagnosi Rischio alto: pancreas, sistema tumore attivo nervoso • Chirurgia 2-4 volte •centrale, ovaio, Metastasi tumori ematologici, a distanza stomaco 20 volte • Chemioterapia 2-6 volte Terapia oncologica Altro •Parametro Inibitori dell’angiogenesi/ Rischio 1,4-10 volte immunomodulatori • Radioterapia Pregresso episodio 2 volte • Eritropoietina 6-7 1,6 volte volte di TEV • Chirurgia 2-4 volte Terapia oncologica • Ospedalizzazione/ Parametro Rischio 2-4 volte • Chemioterapia immobilizzazione 2-6 volte • Inibitori Altre malattie dell’angiogenesi/ 2 voltevolte 1,4-10 non oncologiche immunomodulatori •• Eritropoietina Fattori genetici 2-5 volte 1,6 volte TerapiaFigura oncologica 4. Fattori diParametro Rischio rischio per TEV nel paziente oncologico. Modificato da Eichinger S.9 6
Infatti, di tutti i casi di Tromboembolismo Venoso (TEV), il 20% circa si verifica nei pazienti oncologici.10 Il rischio di andare incontro a Tromboembolismo Venoso (TEV) dipende dai vari fattori elencati nelle Figure 3 e 4 e la presenza contemporanea di più fattori, aumenta le probabilità di avere un episodio di TEV.10 I motivi che contribuiscono allo sviluppo di questa condizione patologica sono riconducibili all’aumentata coagulabilità del sangue, ovvero a una maggior tendenza del sangue a formare trombi a causa della liberazione di sostanze che favoriscono la coagulazione.10 Le sostanze ad azione coagulante, nel corso della malattia oncologica, possono originare per più cause in quanto:10 vengono prodotte direttamente dalle cellule tumorali sono dovute all’uso di alcuni farmaci antitumorali vengono rilasciate in seguito alla radioterapia sono liberate in seguito a intervento chirurgico o al posizionamento di un catetere venoso centrale. Infine, altra condizione che favorisce l’aumento della coagulabilità è la stasi venosa, ovvero il rallentamento del flusso di sangue nel letto venoso dovuto a cause frequenti nel paziente oncologico come l’essere costretti a letto per tempi lunghi o per la compressione esercitata dalle masse tumorali sulle vene.10 Quando ai fattori di rischio permanenti tipici del paziente si aggiungono fattori di rischio temporanei, è più probabile sviluppare un Tromboembolismo Venoso (TEV).7 7
Quali sono i sintomi? Trombosi Venosa Profonda (TVP) Conoscere il problema Circa la metà delle persone colpite da Trombosi Venosa Profonda (TVP) non presenta alcun sintomo, soprattutto nei pazienti con pregressi interventi per rimozione di linfonodi tramite svuotamento del cavo ascellare o inguinale; quando la TVP è sintomatica, invece, nell’arto interessato dal fenomeno trombotico si manifestano uno o più dei seguenti sintomi:4 gonfiore dolore o indolenzimento arrossamento della pelle. La presenza anche di uno solo dei sintomi elencati dovrebbe indurre a consultare il proprio medico al più presto.2 8
Embolia Polmonare (EP) Anche l’Embolia Polmonare (EP), come la Trombosi Venosa Profonda (TVP), può essere asintomatica; quando l’EP è sintomatica si manifesta con uno o più dei seguenti sintomi:4 difficoltà a respirare (fiato corto) aumento del battito cardiaco o irregolarità dello stesso dolore o sensazione fastidiosa al torace che può peggiorare con un respiro profondo o con la tosse ansia tosse con emissione di sangue pressione arteriosa molto bassa con vertigini o svenimenti. In presenza dei sintomi elencati vi è immediata necessità di intervento medico.4 9
L’aderenza al trattamento Un’asserzione medica importante dice che Affrontare il problema “i farmaci non funzionano se non vengono assunti”.11 Pertanto, è importante l’aderenza al trattamento farmacologico prescritto dal medico. Molti studi sono stati fatti12 per aumentare l’aderenza ma l’importante è il coinvolgimento attivo, volontario e collaborativo del paziente affinché sia possibile ottenere il risultato medico atteso.11 Un’aderenza alla terapia non ottimale (es. saltare alcune somministrazioni, sospendere volontariamente l’assunzione, ridurre le dosi del farmaco, ecc.) è una causa importante di fallimento della terapia.11 Anche se il paziente oncologico assume in genere un numero alto di farmaci per il trattamento della sua malattia, per controllarne i sintomi e per minimizzare gli effetti delle terapie, è importante che non tralasci alcun farmaco. Questo sarà più facile nella misura in cui conosce il significato dei vari trattamenti e partecipa in prima persona alla scelta, quando possibile, delle modalità di cura. Nel caso del Tromboembolismo Venoso (TEV) vi sono varie modalità terapeutiche e in particolare quella con iniezioni o per bocca. Ognuna di queste ha dei vantaggi e degli svantaggi13 per cui è obbligatorio tenere conto delle preferenze dei pazienti per aumentare l’aderenza alla cura. 10
Rischio di sanguinamento I farmaci anticoagulanti possono aumentare il rischio di sanguinamenti gravi, poiché il sangue impiega più tempo per coagularsi rispetto al normale.14 È opportuno fare in modo che le attività giornaliere siano sicure per evitare contusioni, tagli e traumi (ad esempio, per la depilazione o la rasatura utilizzare un rasoio elettrico invece della lametta). Informare sempre medici, dentisti e farmacisti della terapia anticoagulante in corso. È importante chiamare immediatamente il medico se si osserva: SANGUE NELLE URINE O NELLE FECI SANGUINAMENTO DAL NASO O DALLE GENGIVE SANGUINAMENTO CUTANEO ECCESSIVO O PROLUNGATO COMPARSA FREQUENTE DI LIVIDI 11
Cosa fare se devo affrontare un intervento chirurgico? Informare sempre il chirurgo/odontoiatra della terapia anticoagulante in corso Odontoiatria Affrontare il problema Se si rendono necessarie un’estrazione dentale, la pulizia dei denti o la terapia canalare, è possibile continuare la terapia anticoagulante, a meno di un diverso parere medico. Durante e dopo l’intervento l’odontoiatra avrà cura di mettere in atto le procedure di emostasi del caso.15 Interventi chirurgici minori Ricadono in questo ambito gli interventi superficiali sulla cute, gli interventi oculistici per la rimozione di cataratta e le iniezioni intra-articolari di farmaci.15 In occasione di tali procedure, è possibile continuare la terapia anticoagulante secondo le indicazioni del medico. Durante e dopo l’intervento il medico avrà cura di mettere in atto le procedure atte a prevenire l’insorgere di un’eventuale emorragia. Qualora la terapia anticoagulante sia stata interrotta, il medico indicherà quando riprenderla dopo il termine della procedura. 12
Il medico valuterà i tempi di programmazione dell’intervento sulla base dell’ultima assunzione del farmaco. Qualora sia presente una condizione di insufficienza renale, il medico potrà prescrivere periodi di sospensione più prolungati.15 Altri interventi chirurgici Caso per caso, saranno gli specialisti chiamati a intervenire (chirurgo e anestesista) a definire le migliori modalità operative. In casi limite con elevato rischio emorragico è indicata la sospensione dell’anticoagulante prima, durante e dopo l’intervento. Come regola generale, nell’affrontare un intervento chirurgico, è sempre opportuno seguire le indicazioni del medico.16 13
Cosa fare per prevenire il Tromboembolismo Venoso (TEV)? Alcuni accorgimenti nella vita di tutti i giorni possono essere Pensare al futuro di aiuto nella prevenzione del Tromboembolismo Venoso (TEV).4 Movimento Il movimento è un alleato prezioso e quindi mantenersi attivi è molto importante; diventa obbligatorio farlo, particolarmente dopo essere stati costretti a letto per malattia, interventi chirurgici o traumi.2 Quando si deve star seduti per lunghi periodi di tempo, ad esempio quando si viaggia per più di 4 ore, si previene la formazione di trombi con semplici accorgimenti:4 alzarsi e camminare ogni 2 o 3 ore fare esercizi da seduti che mettano in movimento le gambe: alzare e abbassare i talloni, mantenendo le dita dei piedi sul pavimento alzare e abbassare le dita dei piedi, mantenendo i talloni sul pavimento contrarre e rilassare, in più sequenze, i muscoli delle gambe. Vestiario Tutto ciò che stringe e costringe deve essere evitato; bisognerà quindi indossare abiti comodi, evitando i capi di abbigliamento costrittivi (es. busti, corsetti), con elastici o l’uso di cinture/cinturini.4 14
Stile di vita sano Lo stile di vita incide in maniera considerevole sullo stato di salute! È necessario evitare la sedentarietà e andranno privilegiate quelle abitudini salutari (attività fisica e alimentazione sana ed equilibrata) che consentono di stare in forma.4 Consigli medici Infine, dopo un episodio di Tromboembolismo Venoso (TEV) è fondamentale attenersi alle raccomandazioni del medico e del personale addetto all’assistenza che ci è stato vicino durante la fase acuta della malattia. In particolare, dovremmo seguire le indicazioni terapeutiche sia di tipo farmacologico sia non farmacologico (es. uso di calze elastiche).4 15
Quali conseguenze per la salute può avere un Tromboembolismo Venoso (TEV)? Dopo un episodio di Trombosi Venosa Profonda (TVP), Pensare al futuro oltre al rischio di essere colpiti nuovamente da TVP, può svilupparsi una sindrome post-trombotica con sintomi che vanno dal dolore lieve, gonfiore occasionale ed ectasia venosa (rigonfiamento delle vene) fino a condizioni ben più gravi con dolore cronico, edema intrattabile, alterazioni cutanee e ulcerazioni alle gambe.17 Il fattore di rischio più importante per lo sviluppo della sindrome post-trombotica è la ricorrenza nello stesso arto di Trombosi Venosa Profonda (TVP).17 L’uso di calze elastiche dimezza il rischio di sviluppare la sindrome post-trombotica.17 A seguito di un episodio acuto di Embolia Polmonare (EP), nonostante gli interventi terapeutici del caso, si può verificare un’incompleta dissoluzione del trombo e il conseguente permanere di un’ostruzione parziale a livello delle arterie polmonari. La conseguenza è lo sviluppo di una grave complicanza, l’ipertensione polmonare.7 16
A cura di: Sandro Barni. Primario Emerito di Oncologia, ASST Bergamo Ovest. Antonio Gidaro. Dirigente medico UOC Medicina Generale, ASST Fatebenefratelli-Sacco, Presidio ospedaliero Luigi Sacco, Milano BIBLIOGRAFIA 1. Di Folca A, et al. SIAPAV: modello di percorso assistenziale della trombosi venosa profonda. Rev. 1.0 del 09/09/2013. [www.siapav.it]. 2. Lyman GH, et al. American Society of Hematology 2021 guidelines for management of venous thromboembolism: prevention and treatment in patients with cancer. Blood Adv. 2021;5:927-74. 3. Kakkos SK, et al. European Society for Vascular Surgery (ESVS) 2021 clinical practice guidelines on the management of venous thrombosis. Eur J Vasc Endovasc Surg. 2021;61:9-82. 4. Deep Vein Thrombosis (DVT)/Pulmonary Embolism (PE) – Blood Clot Forming in a Vein. Centers for Disease Control and Prevention. December 10, 2014. http://www.cdc.gov/ncbddd/dvt/facts. html [Accesso 11/05/2015]. 5. Jenkins JS, Michael P. Deep venous thrombosis: an interventionalist’s approach. Ochsner J. 2014;14:633-40. 6. Tapson VF. Acute pulmonary embolism. N Engl J Med. 2008;358:1037-52. 7. Konstantinides SV, et al. 2019 ESC Guidelines for the diagnosis and management of acute pulmonary embolism developed in collaboration with the European Respiratory Society (ERS). Eur Heart J. 2020;41:543-603. 8. Torbicki A. Pulmonary thromboembolic disease. Clinical management of acute and chronic disease. Rev Esp Cardiol. 2010;63(7):832-49. 9. Eichinger S. Cancer associated thrombosis: risk factors and outcomes. Thromb Res. 2016;140 Suppl 1:S12-S17. 10. Maurea N, Riva L. Tromboembolismo venoso e fibrillazione atriale nel paziente oncologico. G Ital Cardiol. 2018;19(9 Suppl.1):3S-6S. 11. Ho PM, et al. Medication adherence. Its importance in cardiovascular outcomes. Circulation. 2009;119:3028-35. 12. Kini V, Ho PM. Interventions to improve medication adherence. A review. JAMA. 2018;320:2461-73. 13. Sebuhyan M, et al. Drug-drug interaction (DDI) with direct oral anticoagulant (DOAC) in patients with cancer. J Med Vasc. 2020;45(Suppl.6):6S31-6S38. 14. Di Pasquale G, et al. Fibrillazione atriale e nuovi anticoagulanti: rivoluzione terapeutica? G Ital Cardiol. 2013;14(3 Suppl. 1):69S-75S. 15. Douketis J, et al. Approach to the new oral anticoagulants in family practice. Part 2: addressing frequently asked questions. Can Fam Physicians. 2014;60:997-1001. 16. AIFA. Nota AIFA 97 per la prescrizione della terapia anticoagulante orale nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (FANV). https://www.aifa.gov.it/nota-97 [Accesso 23/06/2021]. 17. Stain M, et al. The post-thrombotic syndrome: risk factors and impact on the course of thrombotic disease. J Thromb Haemost. 2005;3:2671-6. 17
NOTE
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