TEST PER GLI STUDENTI - Domande a scelta multipla a supporto del manuale Daft R., Organizzazione aziendale, quinta edizione, Apogeo, Milano, 2013.

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TEST PER GLI STUDENTI - Domande a scelta multipla a supporto del manuale Daft R., Organizzazione aziendale, quinta edizione, Apogeo, Milano, 2013.
TEST PER GLI
   STUDENTI
   Domande a scelta multipla a
   supporto del manuale Daft R.,
   Organizzazione aziendale,
   quinta edizione, Apogeo,
   Milano, 2013.

©2013 Apogeo srl
CAP 1. ORGANIZZAZIONI E TEORIA ORGANIZZATIVA
1. Un sistema aperto:
a.   Deve interagire con l’ambiente per sopravvivere.
b.   Non si adatta all’ambiente.
c.   È’ autonomo
d.   Rende più efficace l’organizzazione attraverso un’accurata progettazione interna.

2. Con il termine "organizzazione" si intende:
a.   Un’entità guidata da obiettivi che vengono definiti dai sui membri e raggiunti attraverso una pianificazione
     strategica.
b.   Un’entità con confini identificabili e permanenti.
c.   Un’entità sociale guidata da obiettivi, progettata come sistema di attività deliberatamente strutturato e
     coordinato che interagisce con l’ambiente esterno.
d.   Un’azienda che svolge attività professionali e contribuisce alla sua società attraverso l'impiego di persone.

3. Le organizzazioni esistono per svolgere tutte le seguenti attività tranne:
a. Mettere insieme risorse per raggiungere gli obiettivi e i risultati desiderati.
b. Creare un ambiente stabile ed immutabile.
c. Facilitare l’innovazione.
d. Creare valore per azionisti, clienti e dipendenti.

4. Quale delle seguenti definizioni descrive le caratteristiche interne di un’organizzazione?
a. Dimensioni contestuali.
b. Analisi delle contingenze.
c. Dinamiche organizzative.
d. Dimensioni strutturali.

5. Lo Scientific management era:
a.   Sostenuto da Henri Fayol.
b.   Uno sviluppo degli studi di Hawthorne che avevano portato alla conclusione che le persone raggiungono

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risultati migliori in un ambiente in cui i compiti sono chiaramente specificati e definiti.
c.   Basato sull’efficacia piuttosto che sull’efficienza.
d.   Efficace nell’incrementare l’output, in parte attraverso l’uso di sistemi di incentivi.

6. Il grado in cui i compiti organizzativi vengono suddivisi tra posizioni lavorative separate viene indicato
come:
a. Formalizzazione.
b. Specializzazione.
c. Professionalità.
d. Centralizzazione.

7. Gli elementi chiave di un’organizzazione sono
a.   I suoi edifici e le sue politiche.
b.   Le persone e le loro relazioni.
c.   I profitti.
d.   Gli impianti di produzione.

8. _________ è il grado in cui un’organizzazione raggiunge i suoi obiettivi.
a. Efficacia.
b. Efficienza.
c. Strategia organizzativa.
d. Soddisfazione degli stakeholder.

9. __________ si riferisce alla quantità di risorse impiegate per raggiungere gli obiettivi
dell’organizzazione
a. Approccio degli stakeholder.
b. Efficacia.
c. Efficienza.
d. Gestione delle risorse.

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10. Il termine “contingenza” esprime il fatto che:
a.   Le organizzazioni dovrebbero essere strutturate in maniera indefinita.
b.   La struttura di management è determinata dall’epoca o periodo.
c.   Una cosa dipende da altre cose, così come la struttura dipende dall’ambiente.
d.   Il gruppo chiave di lavoratori dovrebbe essere composto da laureati.

CAP 2. STRATEGIA, PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA ED EFFICACIA
1. Le scelte che i top manager fanno relativamente agli obiettivi, strategie e progettazione organizzativa
hanno un forte impatto su:

a. Redditività aziendale.

b. Efficienza organizzativa.

c. Efficacia organizzativa.

d. Quota di mercato.

2. Il termine “missione” indica:

a. Obiettivi operativi.

b. Linee guida decisionali.

c. Obiettivi ufficiali.

d. Standard di performance.

3. Un piano per l’interazione con l’ambiente competitivo volto a raggiungere gli obiettivi organizzativi è:

a. La strategia.

b. Il progetto.

c. La cultura.

d. La struttura .

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4. Gli obiettivi ufficiali forniscono ____________, mentre gli obiettivi operativi e le strategie forniscono
__________.

a. Obiettivi misurabili, legittimità.

b. Legittimità, direzione ai dipendenti.

c. Direzione ai dipendenti, linee guida per le decisioni.

d. Linee guida per le decisioni, legittimità.

5. I modelli per la formulazione di strategie organizzative includono:

a. La tipologia di Perrow ed il modello di Porter.

b. Il modello di Daft e la tipologia di Pfeiffer.

c. Il modello di Porter e la tipologia di Miles e Snow.

d. La tipologia di Bowerman ed il modello di Miles e Snow.

6. L’approccio basato sulle risorse enfatizza:

a. Gli input nelle organizzazioni.

b. Gli output delle organizzazioni.

c. Il conseguimento della redditività.

d. L’efficace funzionamento dei processi interni.

7. Secondo il modello delle strategie competitive di Porter, quale strategia dovrebbe perseguire
un’azienda che ha un vantaggio competitivo di costi bassi e un ambito competitivo ristretto?

a. Leadership di costo.

b. Differenziazione.

c. Leadership di costo focalizzata.

d. Differenziazione focalizzata.

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8. Quale delle seguenti, fra le tipologie strategiche di Miles and Snow, si adatta meglio con forti capacità
di ricerca, una struttura decentrata, ed un’enfasi sulla flessibilità?

a. Impresa reattiva.

b. Leadership di costo.

c. Impresa esploratrice.

d. Impresa analitica.

9. Quale delle seguenti affermazioni è vera rispetto all’approccio degli obiettivi?

a.   Una completa misurazione dell’efficacia dovrebbe considerare contemporaneamente diversi obiettivi, poiché
     l’elevato raggiungimento di un obiettivo potrebbe voler dire il basso raggiungimento di un altro.

b.   La definizione delle priorità richiede che solo un obiettivo per volta venga raggiunto.

c.   Non c’è spazio per la valutazione soggettiva del raggiungimento degli obiettivi nelle organizzazioni di oggi.

d.   L’obiettivo più comune nelle aziende oggi ha a che fare con lo sviluppo del management.

10. Quale delle seguenti espressioni indica qualcosa che l’organizzazione fa particolarmente bene rispetto
ai suoi concorrenti?

a. Obiettivo operativo.

b. Obiettivo organizzativo.

c. Competenza distintiva.

d. Balanced score card.

CAP 3. ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
1. Quale delle seguenti affermazioni è vera rispetto alle informazioni all’interno delle organizzazioni?
a. Le informazioni dovrebbero fluire orizzontalmente, ma non verticalmente.

b.   Le informazioni dovrebbero fluire verticalmente, ma non orizzontalmente.

c.   L’organizzazione dovrebbe essere progettata per soddisfare le esigenze informative.

d.   Non è possibile dare alle persone troppe informazioni.

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2. Quale fra questi non è un meccanismo strutturale usato per ottenere collegamenti verticali?
a. Regole e piani.

b.    Task forces.

c.    Sistemi informativi verticali.

d.    Riporto gerarchico.

3. ________ significa che l’autorità decisionale è assegnata ai livelli inferiori dell’organizzazione.
   a.      Processo decisionale accentrato.

     b.          Collegamenti orizzontali.

     c.          Processo decisionale decentrato.

     d.          Collegamenti verticali.

4. I meccanismi di collegamento orizzontale:
 a. Provocano nei dipendenti un senso di confusione per l’assenza di un’unità di comando.

 b.       Devono essere aggiunti alle strutture divisionali per il coordinamento tra aree funzionali.

 c.       Dovrebbero essere evitati poiché confondono i collegamenti verticali.

 d.       Permettono alle persone che lavorano in unità organizzative differenti di scambiarsi informazioni e
          coordinarsi.

5. Quale fra i seguenti è un comitato temporaneo composto da rappresentanti di ogni unità interessata da
un problema?
 a. Top management team.

 b. Team virtual.

 c.       Task force.

 d. Team funzionale.

6. Quale fra i seguenti NON è un punto di forza di una struttura funzionale?
a.   Facilita le economie di scala all’interno delle unità funzionali.

b.        È’ da preferire in presenza di un solo prodotto o pochi prodotti.

c.        Permette lo sviluppo di conoscenze e capacità approfondite.

d.        Porta alla soddisfazione del cliente perché le responsabilità sul prodotto e i punti di contatto sono chiari.

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7. Un’azienda che voglia mantenere una struttura funzionale ma sta avendo difficoltà di coordinamento
tra unità funzionali a causa della crescita:
  a. Dovrebbe instaurare collegamenti orizzontali.

 b. Dovrebbe abbandonare la struttura funzionale per una a matrice.

 c.    Potrebbe abolire i ruoli di collegamento.

 d. Dovrebbe aggiungere altre unità funzionali.

 8. La struttura per prodotto o divisionale:
 a.   Non è indicata in caso di rapidi cambiamenti in un ambiente instabile.

 b.     Accentra il processo decisionale.

 c.     Facilita l’integrazione e la standardizzazione tra linee di prodotto.

 d.     Permette alle unità di adattarsi a differenze di prodotto, geografiche, di clientela.

 9. La struttura a matrice:
 a.     Mantiene sempre rapporti di duplice autorità.

 b.       Dovrebbe essere considerata solo in un ambiente stabile.

 c.       È’ progettata per essere utilizzata all’interno di una burocrazia.

 d.       E’ conosciuta per la sua qualità di centralizzazione delle decisioni chiave per il controllo.

 10. Nella struttura orizzontale:
  a.     I process owner hanno la responsabilità di ogni processo chiave nella sua interezza.

  b.        Poiché i membri di un team vengono riconosciuti come esperti solo in una singola area, la formazione
            interfunzionale che caratterizza altre forme organizzative è limitata.

  c.        I confine tra le unità sono chiaramente definiti per garantire l’expertise funzionale.

  d.        Se l'organizzazione si è radicata in una rigida struttura verticale e gerarchica, è pronta per una immediata e
            rapida implementazione della struttura orizzontale.

CAP 4. L’AMBIENTE ESTERNO
1. L’ambiente di un’organizzazione include tutti i seguenti elementi eccetto:
a. Mercato del lavoro.

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b. Città, stati, leggi.
c. Concorrenti.
d. Processi produttivi.

2. I settori dell’ambiente che non hanno un impatto diretto sulle attività quotidiane di un’organizzazione
ma la influenzano indirettamente sono chiamati:
a. Ambiente generale.
b. Contesto internazionale.
c. Ambiente di riferimento.
d. Area di influenza.

3. La valutazione dell’incertezza ambientale di un’organizzazione si basa principalmente sull’analisi di
due dimensioni, che sono:
a.   Il bisogno di ottenere informazioni sull’ambiente e il bisogno di ottenere risorse dall’ambiente.
b.   Il numero di settori e la nicchia organizzativa.
c.   Il grado di turbolenza e la quantità di risorse disponibili.
d.   Differenziazione ed integrazione.

4. In quale tipo di ambiente l’organizzazione incontra il massimo grado di incertezza?
a. Complesso, stabile.
b. Complesso, instabile.
c. Semplice, instabile.
d. Semplice, stabile.

5. La diversità degli orientamenti cognitivi ed emotivi tra i manager di differenti unità funzionali e nella
struttura formale tra tali unità è chiamata:
a. Integrazione.
b. Dipendenza da risorse.
c. Cooptazione.
d. Differenziazione.

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6. ____________ è la qualità del coordinamento tra unità.
a. Differenziazione.
b. Integrazione.
c. Incertezza.
d. Cooptazione.

7. Le organizzazioni in ambienti in rapido mutamento tendono ad avere processi di management
______________.
a. Differenziato.
b. Meccanico.
c. Organico.
d. Dipendente.

8. Quale delle seguenti NON è una caratteristica dei processi di management meccanici?
a.   La conoscenza e il controllo relativi ai compiti sono accentrati ai vertici dell’organizzazione.
b.   I compiti sono rigidamente definiti.
c.   C’è una rigida gerarchia di autorità e controllo.
d.   La comunicazione è orizzontale.

9. Ognuno dei seguenti, eccetto ____________, sono modi in cui un’alta-moderata incertezza ambientale
influenza le caratteristiche organizzative.
a. Struttura meccanica: formale, centralizzata.
b. Pochi ruoli di integrazione.
c. Orientamento alla pianificazione; risposta rapida.
d. Poche unità organizzative, molte attività di confine.

10. ____ significa che le organizzazioni dipendono dall’ambiente, ma cercano di ottenere il controllo sulle
risorse per minimizzare tale loro dipendenza.
a. Integrazione.
b. Dipendenza dalle risorse.
c. Processo organico.
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d. Cooptazione.

CAP 5. RELAZIONI INTERORGANIZZATIVE
1. Un sistema formato dalle interazioni di una comunità di organizzazioni e dei loro rispettivi ambienti è
chiamato:
a. Relazioni interorganizzative.
b. Ecosistema organizzativo
c. Network collaborativi.
d. Ambiente istituzionale.

2. Quale fra i seguenti NON appartiene al modello delle relazioni interorganizzative?
a. Ecologia delle popolazioni.
b. Istituzionalismo.
c. Network collaborativo.
d. Competizione condivisa.

3. Quale teoria sostiene che le organizzazioni cercano di minimizzare la loro dipendenza da altre
organizzazioni riguardo l’acquisizione di risorse importanti e di influenzare l’ambiente per ottenere la
disponibilità di tali risorse?
a. Teoria interorganizzativa.
b. Teoria economica classica.
c. Teoria della dipendenza dalle risorse.
d. Teoria della domanda.

4. In quale delle seguenti prospettive le aziende si uniscono allo scopo di diventare maggiormente
concorrenziali e di condividere risorse scarse?
a. Network collaborativo.
b. Dipendenza dalle risorse.
c. Ecologia delle popolazioni.
d. Istituzionalismo.

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5. Quale delle seguenti non è una delle principali motivazioni che spingono verso la collaborazione
interorganizzativa?
a.   Condivisione dei rischi quando si entra in nuovi mercati.
b.   Intraprendere nuovi e onerosi programmi riducendo i costi.
c.   Migliorare la posizione dell’organizzazione in determinati settori o tecnologie.
d.   Fattori interpersonali.

6. Un assunto di base dell’approccio dell’ecologia delle popolazioni è che:
a.   Le competenze manageriali rappresentano il fattore più importante nella sopravvivenza delle organizzazioni.
b.   L’ambiente determina quali organizzazioni sopravvivono e quali muoiono.
c.   I principi dell’evoluzione non sono applicabili alle organizzazioni perché il più adattato non sopravvive.
d.   Una comunità di organizzazioni è un sistema chiuso.

7. Cosa è composto da norme e valori propri dei diversi stakeholder?
a. Ambiente istituzionale.
b. Nicchia di mercato.
c. Ecosistema organizzativo.
d. Isomorfismo istituzionale.

8. Cosa è definito come la percezione che le azioni di un’organizzazione sono desiderabili, opportune e
appropriate nel contesto del sistema ambientale di norme, valori e credenze?
a. Strategia generalista.
b. Legittimità.
c. Nicchia.
d. Network collaborativo.

9. Un esempio di forza mimetica è:
a. Reengineering.
b. Standard contabili.
c. Controllo dell’inquinamento.

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d. Formazione consulenziale.

10. Un evento di forza coercitiva è:
a. Professionalità.
b. Certificazione.
c. Visibilità delle innovazioni.
d. Legge.

CAP 6. PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA PER L’AMBIENTE INTERNAZIONALE
1. Quale fra i seguenti NON è uno dei principali fattori che spingono le aziende verso l’espansione
internazionale?
a. Fattori di produzione a basso costo.
b. Minor numero di canali distributivi.
c. Economie di scala.
d. Economie di gamma.

2. ___________ si riferisce al numero e alla varietà dei prodotti e servizi offerti da un’azienda, e al numero
e alla varietà delle regioni, dei paesi e dei mercati da essa serviti.
a. Economie di scala.
b. Mercato potenziale.
c. Gamma.
d. Fase di sviluppo.

3. Nello stadio _________ dello sviluppo internazionale, si verifica un esplosione del business con il
decollo delle attività internazionali.
a. Globale.
b. Domestico.
c. Multinazionale.
d. Internazionale.

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4. Quale fra queste opera in maniera realmente globale e l’intero mondo è il suo mercato di riferimento?
a. Azienda multidomestica.
b. Azienda nazionale.
c. Agenzia governativa.
d. Azienda globale.

5. Nello stadio _________, l’unità dedicata all’export è stata sostituita da una divisione internazionale e
sono state assunte persone specializzate per gestire le attività rivolte all’estero per quanto riguarda vendite,
servizi e magazzini.
a. Domestico.
b. Internazionale.
c. Globale.
d. Multinazionale.

6. La struttura globale per prodotto lavora meglio quando le divisioni si occupano di prodotti che:
a. Sono tecnologicamente dissimili.
b. Possono essere standardizzati per tutti i mercati.
c. Sono obsoleti in una nazione ma non in un’altra.
d. Sono economici e facili da produrre.

7. La struttura globale divisionale geografica:
a. E’ molto utile per nuove linee di prodotto.
b. Funziona bene per i prodotti con rapida evoluzione delle tecnologie.
c. Funziona meglio se vi sono esigenze simili per il prodotto in tutti i paesi.
d. Presenta difficoltà nelle attività di pianificazione su scala globale.

8. La struttura globale a matrice:
a.   Aumenta il coordinamento orizzontale, ma diminuisce il coordinamento verticale.
b.   Funziona al meglio quando la pressione sui processi decisionali bilancia gli interessi relativi sia alla
     standardizzazione di prodotto sia alla localizzazione geografica.
c.   Aumenta il coordinamento verticale, ma diminuisce il coordinamento orizzontale.
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d.   È tipica nelle aziende che hanno raggiunto lo stadio internazionale nel processo di espansione internazionale.

9. ___________ sono tipiche degli ambienti altamente instabili.
a. Strutture ibride.
b. Strutture globali geografiche.
c. Strutture globali a matrice.
d. Strutture transnazionali.

10. Il modello ____________, costituisce l’esempio migliore sia in termini di complessità organizzativa,
comprendendo un gran numero di unità diverse, sia in termini di coordinamento organizzativo,
prevedendo meccanismi per integrare le varie parti.
a. Trasformativo.
b. Transnazionale.
c. Globale.
d. Multidomestico.

CAP 7. TECNOLOGIE PER LA PRODUZIONE MANIFATTURIERA E PER I SERVIZI

1. La _______________è il processo di lavoro che è direttamente correlato alla missione
dell’organizzazione.
a. Core technology.
b. Tecnologia di mediazione.
c. Tecnologia di concatenamento.
d. Tecnologia ausiliaria.

2. La classificazione di Woodward basata sul sistema di produzione (in tre gruppi di tecnologie di base)
era basata su una scala che misurava:
a. L’ampiezza del controllo gerarchico.
b. L’interdipendenza dei compiti.
c. La complessità tecnica del processo manifatturiero.
d. La varietà ed analizzabilità dei compiti in ogni unità.

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3. Quale delle seguenti tecnologie di produzione rappresenta un passo ulteriore rispetto alla
meccanizzazione e alla standardizzazione che caratterizzano una linea di assemblaggio?
a. Processo continuo.
b. Grandi lotti.
c. Complessità tecnica.
d. Piccoli lotti.

4. Quale dei seguenti sistemi mette in rete componenti della produzione manifatturiera che operavano
precedentemente in maniera isolata?
a. Sistemi a processo continuo.
b. Sistemi manifatturieri flessibili.
c. Sistemi tecnologici avanzati.
d. Sistemi computerizzati.

5. Il cuore della____________ non sono le macchine, ma il coinvolgimento dei lavoratori.
a. Personalizzazione di massa.
b. Produzione flessibile.
c. Produzione snella.
d. Standardizzazione.

6. Le caratteristiche delle tecnologie per i servizi sono tutte le seguenti tranne:
a. Sono accettabili tempi di risposta lunghi.
b. Labor- and knowledge-intensive.
c. L’interazione con il cliente è generalmente alta.
d. La qualità è percepita e difficile da misurare.

7. A quale dei seguenti aspetti è più interessato Perrow?
a.   Due dimensioni della tecnologia: varietà e analizzabilità.
b.   Due tipi di struttura che sembrano stabilire quale tecnologia sia migliore.
c.   Due aspetti dell'ambiente che richiedono una particolare struttura.

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d.   Due tipi di struttura che sembrano stabilire quale ambiente dovrebbe essere attuato.

8. _________________ è il livello più alto di interdipendenza ed esiste quando l’output dell’operazione A
costituisce l’input dell’operazione B e l’output dell’operazione B costituisce a sua volta l’input
dell’operazione A.
a. Interdipendenza reciproca.
b. Interdipendenza generica.
c. Interdipendenza sequenziale.
d. Interdipendenza routinaria.

9. Quale delle seguenti espressioni indica che la mansione offre un livello maggiore di responsabilità, di
riconoscimento e di opportunità per la crescita e lo sviluppo?
a. Arricchimento della mansione.
b. Rotazione delle mansioni.
c. Progettazione della mansione.
d. Semplificazione delle mansioni

10. Lo scopo dell’approccio dei sistemi socio-tecnici è:
a.   Applicare la teoria dell’allargamento della mansione.
b.   Fornire management qualificato all’organizzazione in un ambiente turbolento.
c.   Offrire il sistema IT più avanzato disponibile per massimizzare la competitività organizzativa.
d.   Combinare le necessità delle persone con la necessità di efficienza tecnica nella progettazione della mansione.

CAP 8. TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE, CONTROLLO E COORDINAMENTO
1. Quale fra le seguenti categorie è tipicamente interessata a problemi ben definiti riguardanti l’operatività
e la produzione?
a. Top management.
b. Management di primo livello.
c. Dipendenti.
d. Integratori full-time.

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2. I sistemi che automatizzano le transazioni routinarie e giornaliere come le vendite o gli acquisti dai
fornitori sono chiamati:
a. Transaction processing systems.
b. Sistemi di analisi automatizzata.
c. Inventory control systems.
d. Sistema di supporto alle decisioni.

3. L’utilizzo di grandi database che riuniscono tutti i dati relativi all’azienda e permettono agli utenti di
accedere direttamente ai dati, creare report e ottenere risposte a interrogazioni di tipo what-if vengono
chiamati:
a. Data mining.
b. Data processing.
c. Transaction processing systems.
d. Data warehousing.

4. ______________ permette di compiere una sofisticata analisi dei dati di un’impresa allo scopo di
migliorare il processo decisionale strategico.
a. Data warehousing.
b. Data mining.
c. Transaction processing.
d. Business intelligence.

5. Qual è il più alto livello di applicazione delle tecnologie?
a. Controllo interno.
b. Applicazioni esterne per nuove forme di business.
c. Arma strategica.
d. Networking.

6. Quale fra i seguenti è un sistema interattivo di decisione progettato per aiutare i manager di tutti i
livelli a prendere decisioni mediante database integrati in cui possono essere poste una serie di domande
del tipo what-if ?
a. Sistema di supporto alle decisioni.

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b. Transaction processing systems.
c. Sistema informativo di gestione.
d. Enterprise resource planning.

7. Quale fra i seguenti è un sistema di controllo di gestione generale che bilancia le tradizionali
misurazioni di tipo finanziario con misure operative legate ai fattori critici di successo dell’azienda?
a. Benchmarking.
b. Balanced scorecard.
c. Management control system.
d. Six Sigma.

8. Quale fra le seguenti NON è una prospettiva della balanced scorecard?
a. Performance finanziaria.
b. Capacità dell’organizzazione di apprendere e crescere.
c. Servizio ai clienti.
d. Controllo qualità.

9. _____________ è lo sforzo sistematico di trovare, organizzare e rendere disponibile il capitale
intellettuale di un’azienda e di alimentare una cultura di apprendimento continuo e condivisione della
conoscenza di modo che le attività organizzative possano costruire sulle conoscenze già acquisite.
a. ERP.
b. Six Sigma.
c. Knowledge management.
d. Benchmarking.

10. Un aspetto importante nell’integrated enterprise è:
a. Six Sigma.
b. Networking.
c. Sistemi di supply chain management.
d. Intranet.

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CAP 9. DIMENSIONI ORGANIZZATIVE, CICLO DI VITA E DECLINO
1. Le organizzazioni di grandi dimensioni possiedono tutte le seguenti caratteristiche tranne:
a. Gerarchia verticale.
b. Complessità.
c. Economie di scala.
d. Ricerca della nicchia.

2. Quale caratteristica, fra le seguenti è propria delle organizzazioni di piccole dimensioni?
a. Meccaniche.
b. Complesse.
c. Portata globale.
d. Ricerca della nicchia.

3. In quale stadio del ciclo di vita di un’organizzazione vengono stabilite le unità organizzative, insieme a
una gerarchia di autorità, alla definizione dei compiti e ad una prima divisione del lavoro?
a. Imprenditoriale.
b. Formalizzazione.
c. Collettività.
d. Elaborazione.

4. Quali fra le seguenti caratteristiche è riconducibile allo stadio della formalizzazione nel ciclo di vita di
un’organizzazione?
a. Comunicazione meno frequente e più formale.
b. La direzione generale comincia ad interessarsi di strategia e pianificazione.
c. Vengono implementati sistemi di incentivi basati sui profitti per i manager.
d. Tutte le precedenti.

5. Quale delle seguenti NON è una dimensione della burocrazia secondo Weber?
a. Regole e procedure.
b. Specializzazione e divisione del lavoro.
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c. Gerarchia dell’autorità.
d. Formazione dei dipendenti.

6. Regole e procedure standard, come teorizzato da Weber, dovevano:
a. Aiutare i manager a tenere una linea dura con i dipendenti svogliati.
b. Mantenere i manager nella loro posizione di controllo e potere.
c. Permettere di eseguire le attività organizzative in modo prevedibile e routinario.
d. Punire chiunque oltrepassi i limiti.

7. L’autorità _____________ è basata sulla devozione nei confronti del carattere esemplare o dell’eroismo
di una persona fisica e dell’ordine da questa stabilito.
a. Razionale-legale.
b. Tradizionale.
c. Carismatica.
d. Informale.

8. ______________ consiste nell’uso di fattori sociali, come i valori condivisi, l’impegno, le tradizioni e le
opinioni, per controllare il comportamento.
a. Controllo di mercato.
b. Controllo burocratico.
c. Controllo tradizionale.
d. Controllo di clan.

9. Quale fra le seguenti NON è una delle cause del declino organizzativo?
a. Vulnerabilità.
b. Aumento del prezzo dei prodotti.
c. Declino ambientale o competizione.
d. Atrofia organizzativa.

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10. Nelle fasi di ridimensionamento, queste tecniche possono agevolare tale processo ed alleviare la
tensione dei dipendenti che lasciano l’azienda e di quelli che vi rimangono, eccetto:
a. Aiutare i “sopravvissuti” a prosperare.
b. Aumentare la comunicazione, non diminuirla.
c. Fornire assistenza ai lavoratori licenziati.
d. Lasciare che i lavoratori affrontino la situazione da soli e a modo loro.

CAP 10. CULTURA ORGANIZZATIVA E VALORI ETICI
1. La cultura organizzativa:
a. Solitamente è in forma scritta.
b. Fornisce ai membri un senso di identità.
c. Genera commitment per incrementare la quota di mercato.
d. Tutte le precedenti.

2. ___________________ si riferisce a come l’organizzazione raggiunge gli obiettivi e si relaziona con
entità esterne.
a. Adattamento interno.
b. Cultura della missione.
c. Integrazione interna.
d. Adattamento esterno.

3. Quale tipo di cultura esiste in un ambiente stabile con un focus strategico esterno?
a. Adattiva.
b. Burocratica.
c. Di clan.
d. Della missione.

4. La cultura _______________è caratterizzata da è caratterizzata da un focus strategico sull’ambiente
esterno che si traduce in flessibilità e cambiamento allo scopo di soddisfare le necessità dei clienti.
a. Adattiva.
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b. Della missione.
c. Di clan.
d. Burocratica.

5. La cultura ___________ ha un focus interno e un orientamento coerente con un ambiente stabile.
a. Organica.
b. Di clan.
c. Tradizionale.
d. Burocratica.

6. Lo sviluppo di _____________ è la manifestazione di problemi comuni, obiettivi ed esperienze
condivise dai membri di un gruppo, di un reparto o di un’altra unità organizzativa.
a. Learning organization.
b. Comitati etici.
c. Sottoculture.
d. Linee guida etiche.

7. Nelle learning organization le persone condividono una cultura organizzativa forte caratterizzata
dall’idea che:
a.   Il tutto è più importante delle singole parti e i confini tra le parti sono ridotti al minimo.
b.   Rigidità e stabilità sono la chiave della redditività a lungo termine
c.   Deve essere garantito l’impiego a vita per i lavoratori di tutti i livelli
d.   Lo status quo non deve mai essere messo in discussione.

8. _______ consiste in principi che guidano le decisioni e i comportamenti dei manager in merito al fatto
che essi siano giusti o sbagliati sotto l’aspetto morale.
a. Etica manageriale.
b. Responsabilità sociale.
c. Codice etico.
d. Cultura organizzativa.

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9. ___________ è un’estensione del concetto di etica manageriale e si riferisce al dovere da parte
del management di effettuare scelte e intraprendere iniziative che contribuiscano al benessere e
all’interesse di tutti gli stakeholder dell’organizzazione.
a. Norma di legge.
b. Leadership basata sui valori.
c. Responsabilità sociale d’impresa.
d. Adattamento esterno.

10. Un rapporto tra il leader e gli altri membri del gruppo fondato su ideali condivisi e fortemente
interiorizzati che sono difesi e applicati dal leader viene definito:
a. Cultura della missione.
b. Leadership basata sui valori.
c. Cultura di clan.
d. Leadership domestica.

CAP 11. INNOVAZIONE E CAMBIAMENTO
1. Le quattro tipologie strategiche di cambiamento includono le seguenti categorie tranne:
a. Tecnologia.
b. Prodotti e servizi.
c. Strategia e struttura.
d. Stadio del ciclo di vita.

2. L’adozione di un concetto o di un comportamento che è nuovo per il settore, il mercato o l’ambiente
generale relativi a un’organizzazione viene definito:
a. Approccio ambidestro.
b. Approccio duale.
c. Cambiamento di strategia e struttura.
d. Innovazione organizzativa.

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3. ___________ si verifica quando i membri dell’organizzazione utilizzano effettivamente una nuova idea,
tecnica o comportamento.
a. Coordinamento.
b. Valutazione.
c. Formulazione.
d. Implementazione.

4. Con “approccio ambidestro” si intende:
a.   L’implementazione di strutture e processi di gestione che siano appropriati sia per la creazione
     dell’innovazione, sia per la sua implementazione.
b.   L’introduzione di parti di una nuova procedura mantenendo contemporaneamente parti della vecchia
     procedura.
c.   L’assenza di collegamenti interfunzionali fra varie unità.
d.   Il coinvolgimento di personale altamente specializzato per implementare il cambiamento.

5. L’imprenditorialità aziendale interna:
a.   Tenta di liberare l’energia creativa di tutti i dipendenti.
b.   Di solito si traduce in un minor numero, anche se di qualità superiore, di innovazioni.
c.   Sostituirà le unità creative ed i venture team.
d.   Porta all’idea dei champion intellettuali che sono i supervisori del processo produttivo.

6. Tre componenti chiave della progettazione organizzativa per l’ottenimento di un’innovazione di
prodotto sono:
a. Specializzazione, ruoli di confine e coordinamento orizzontale.
b. Formalizzazione, gerarchia e struttura organica.
c. Specializzazione, formalizzazione e standardizzazione.
d. Processi duali, supporto del top management e cambiamento incrementale.

7. ________ implica l’estensione della ricerca e commercializzazione di nuovi prodotti al di là dei confini
dell’organizzazione, e addirittura al di là delle frontiere del comparto.
a. Innovazione aperta.

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b. Innovazione organizzativa.
c. Intervento su grandi gruppi.
d. Monitoraggio tecnologico.

8. Le organizzazioni possono essere viste come dotate di due nuclei:
a. Nucleo gestionale; nucleo flessibile.
b. Nucleo tecnico; nucleo gestionale.
c. Nucleo adattabile; nucleo tecnico.
d. Nucleo innovativo; nucleo gestionale.

9. Quale delle seguenti NON è una forza per il cambiamento culturale?
a. Learning organization.
b. Diversità della forza lavoro.
c. Intervento su grandi gruppi.
d. Reengineering e organizzazione orizzontale.

10. ______________ si concentra sugli aspetti umani e sociali dell’organizzazione come strumenti per
migliorare la capacità dell’organizzazione di adattarsi e risolvere i problemi.
a. Innovazione organizzativa.
b. Cambiamento organizzativo.
c. Processo di cambiamento.
d. Sviluppo organizzativo.

CAP 12. PROCESSI DECISIONALI
1. In quale stadio del processo decisionale si prendono in considerazione i possibili percorsi di azione e si
sceglie e si realizza un’alternativa?
a. Stadio del consenso sul problema.
b. Stadio della identificazione del problema.
c. Stadio della soluzione del problema.

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d. Stadio della generazione del problema.

2. Le ____________ sono ripetitive e ben definite, ed esistono procedure per la risoluzione del problema.
a. Decisioni programmate.
b. Decisioni incrementali.
c. Decisioni non programmate.
d. Decisioni irrazionali.

3. L’approccio decisionale razionale coinvolge tutti i seguenti step tranne:
a. Definire il problema.
b. Valutare le alternative.
c. Implementare un’alternativa per testare la sua fattibilità.
d. Diagnosticare il problema.

4. Le decisioni intuitive vengono prese facendo uso di:
a. Logica.
b. Giudizio.
c. Ragionamento esplicito.
d. Approccio sistematico.

5. L’approccio decisionale delle scienze manageriali è un eccellente strumento quando:
a.   I problemi non sono analizzabili e il consenso sul problema è alto.
b.   I problemi sono analizzabili e quando le variabili possono essere identificate e misurate.
c.   La conoscenza della soluzione è bassa e il consenso sul problema è basso.
d.   La conoscenza della soluzione è bassa e i problemi non possono essere strutturati logicamente.

6. Il modello Carnegie di processo decisionale organizzativo afferma che le decisioni organizzative:
a. Coinvolgono pochi manager a causa della semplicità con cui le decisioni sono prese.
b. Si basano su coalizioni per la scelta finale.

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c. Evita la trappola della “ricerca per problemi”.
d. Si basano su coalizioni solo ai livelli inferiori di management.

7. Il modello del processo decisionale incrementale enfatizza:
a. Fattori politici.
b. Fattori sociali.
c. Sequenza strutturata di attività nel processo decisionale.
d. Processi intuitivi.

8. Quali fra le seguenti sono caratteristiche delle anarchie organizzate?
a. Problemi chiaramente definiti, tecnologia non chiara e turnover.
b. Tecnologia non chiara, turnover e preferenze problematiche.
c. Cambiamento lento, ambiente non burocratico e turnover.
d. Rapido cambiamento, obiettivi ambigui e turnover.

9. Nel modello del contenitore dei rifiuti:
a. Le soluzioni possono essere proposte anche quando i problemi non esistono.
b. Le scelte possono essere fatte solo per risolvere i problemi.
c. Vengono risolti molti problemi.
d. Le decisioni organizzative sono ordinate.

10. L’accordo tra i manager sulla natura di un problema o di un’opportunità e su quali obiettivi e risultati
perseguire è definito:
a. Processo decisionale organizzativo.
b. Ricerca per problemi.
c. Anarchia organizzata.
d. Consenso sul problema

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CAP 13. CONFLITTO, POTERE E POLITICA
1. ________è il comportamento che si verifica tra gruppi di un’organizzazione quando i partecipanti si
identificano con un gruppo e hanno la percezione che un altro gruppo possa bloccare il raggiungimento (o
le attese di raggiungimento) dei loro obiettivi.
a. Incompatibilità di obiettivi.
b. Conflitto intergruppo.
c. Conflitto politico.
d. Differenziazione.

2 Quando gli obiettivi sono allineati, c’è una differenziazione minima, le unità sono caratterizzate da
interdipendenza generica e le risorse sembrano abbondanti, I manager possono utilizzare
________________ di organizzazione.
a. Un modello politico.
b. Il potere di riferimento.
c. L’autorità formale.
d. Un modello razionale.

3. ____ è la capacità di una persona o di un’unità in un’organizzazione di influenzare altre persone per
conseguire i risultati desiderati.
a. Cooperazione.
b. Collaborazione.
c. Potere.
d. Posizione personale.

4. Il potere legittimo deriva da:
a. Posizione formale nell’organizzazione.
b. Capacità o conoscenze.
c. Caratteristiche personali.
d. Risorse controllate dai manager.

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5. Relativamente al potere, il concetto di autorità formale:
a. È più limitata nell’ambito di applicazione.
b. È un termine ombrello che racchiude tutti i tipi di potere.
c. Indica la stessa cosa.
d. È maggiormente dipendente dalla personalità.

6. Le fonti principali di potere verticale sono tutte le seguenti tranne:
a. Controllo delle premesse decisionali.
b. Centralità nella rete.
c. Posizione formale.
d. Manipolazione.

7. ____ significa condivisione e delega di potere o autorità ai subordinati all’interno di un’organizzazione.
a. Empowerment.
b. Confronto.
c. Dipendenza.
d. Fonte di potere.

8. Le contingenze strategiche si riferiscono a:
a.   Eventi e attività essenziali per l’ottenimento degli obiettivi organizzativi.
b.   Fattori ambientali che hanno un’influenza indiretta sul raggiungimento degli obiettivi organizzativi.
c.   Piani strategici alternativi per gestire possibili cambiamenti ambientali.
d.   Concorrenti che possono danneggiare la posizione dell’organizzazione.

9. ________è un meccanismo per raggiungere il consenso quando l’incertezza è alta e c’è disaccordo sugli
obiettivi o sulle priorità del problema.
a. Potere.
b. Autorità.
c. Politica.
d. Premessa decisionale.

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10. La strategia di negoziazione vincere-vincere:
a. Usa le minacce.
b. Trova accordi creativi che soddisfino entrambi i gruppi.
c. Incoraggia ogni gruppo a perseguire risultati individuali.
d. Comunica rigidità.

TEST GENERALE
1. Ognuna delle seguenti è un punto di forza della struttura organizzativa divisionale, eccetto:
a. Permette alle unità di adattarsi a differenze di prodotto, geografiche, di clientela.
b. Genera un alto grado di coordinamento tra le funzioni.
c. Accentra il processo decisionale.
d. È da preferire in organizzazioni di grandi dimensioni con molti prodotti.

2. Una barriera organizzativa al cambiamento è:
a. Evitare l’incertezza.
b. Paura di perdere.
c. Rischio troppo basso.
d. Eccessiva attenzione ai costi.

3. ______________ significa che i membri sviluppano un’identità collettiva e sanno come lavorare insieme
in maniera efficace.
a. Adattamento esterno.
b. Socializzazione.
c. Integrazione interna.
d. Identità culturale.

4. I settori dell’ambiente che hanno un impatto diretto sull’organizzazione sono chiamati:
a. Ambiente di riferimento.
b. Ambiente generale.

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c. Unità cuscinetto.
d. Ambiente internazionale.

5. Quale fra le seguenti strategie indica che la progettazione del prodotto, la produzione e la strategia di
marketing sono standardizzate in tutto il mondo?
a. Strategia di globalizzazione.
b. Strategia di standardizzazione.
c. Strategia multi domestica.
d. Strategia transnazionale.

6. Tra le cinque componenti base di un’organizzazione individuate da Mintzberg rientrano tutte le
seguenti tranne una. Quale?
a. Staff di supporto.
b. Linea intermedia.
c. Tecno-struttura.
d. Infrastruttura IT.

7. Quale tra i seguenti gruppi di tecnologie di base si basa molto sull’apporto umano e non è altamente
automatizzato?
a. Produzione a grandi lotti.
b. Personalizzazione di massa.
c. Produzione a processo continuo.
d. Produzione a piccoli lotti.

8. L’impatto dell’information technology sulla progettazione organizzativa include:
a. Organizzazioni più grandi.
b. Strutture organizzative decentrate.
c. Difficoltà nel coordinamento interno ed esterno
d. Diminuzione del livello di partecipazione dei dipendenti.

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9. Quale delle seguenti NON è una delle cinque forze di Porter?
a. Minaccia di nuovi entranti.
b. Potere dei dipendenti.
c. Potere dei fornitori.
d. Minaccia di prodotti sostitutivi.

10. Quale fra le seguenti NON è una strategia di controllo organizzativo?
a. Tecnico.
b. Di clan.
c. Di mercato.
d. Burocratico.

11. _________è difficile da misurare poiché non è definito dall’organigramma.
a. Contingenze strategiche.
b. Potere orizzontale.
c. Dipendenza.
d. Premessa decisionale.

12. Un’azienda che usa diffusamente un sistema computerizzato nel suo processo di produzione, partendo
dalla progettazione passando attraverso l'ordine automatico delle materie prime fino ad arrivare alla
gestione della distribuzione, quale tipo di modello decisionale organizzativo starebbe utilizzando?
a. Modello del contenitore dei rifiuti.
b. Modello del processo decisionale incrementale.
c. Modello Carnegie.
d. Approccio delle scienze manageriali.

13. Flussi, transazioni e collegamenti relativamente durevoli, che hanno luogo tra due o più
organizzazioni sono definiti:
a. Intranet.
b. Relazioni interorganizzative.
c. Dipendenza dalle risorse.
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d. Ambiente istituzionale.

SOLUZIONI

            CAPITOLO 1                      CAPITOLO 2                  CAPITOLO 3

  DOMANDA              RISPOSTA   DOMANDA                 RISPOSTA   DOMANDA      RISPOSTA

        1                    A          1                    C          1                C
        2                    C          2                    C          2                B
        3                    B          3                    A          3                C
        4                    D          4                    B          4                D
        5                    D          5                    C          5                C
        6                    B          6                    A          6                D
        7                    B          7                    C          7                A
        8                    A          8                    C          8                D
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       10                    C         10                    C         10                A

            CAPITOLO 4                      CAPITOLO 5                      CAPITOLO 6

  DOMANDA              RISPOSTA   DOMANDA                 RISPOSTA   DOMANDA      RISPOSTA

        1                    D          1                    B          1                B
        2                    A          2                    D          2                C
        3                    A          3                    C          3                C
        4                    B          4                    A          4                D
        5                    D          5                    D          5                B
        6                    B          6                    B          6                B
        7                    C          7                    A          7                D
        8                    D          8                    B          8                B
        9                    A          9                    A          9                A
       10                    B         10                    D         10                B

                                  33
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CAPITOLO 7                   CAPITOLO 8                      CAPITOLO 9

DOMANDA        RISPOSTA   DOMANDA                 RISPOSTA   DOMANDA      RISPOSTA

   1                 A          1                    B          1                D

   2                 C          2                    A          2                D

   3                 A          3                    D          3                C

   4                 B          4                    D          4                D

   5                 C          5                    C          5                D

   6                 A          6                    A          6                C

   7                 A          7                    B          7                C

   8                 A          8                    D          8                D

   9                 A          9                    C          9                B

  10                 D         10                    C         10                D

       CAPITOLO 10                  CAPITOLO 11                 CAPITOLO 12

DOMANDA        RISPOSTA   DOMANDA                 RISPOSTA   DOMANDA      RISPOSTA

   1                 B          1                    D          1                C

   2                 D          2                    D          2                A

   3                 D          3                    D          3                C

   4                 A          4                    A          4                B

   5                 D          5                    A          5                B

   6                 C          6                    A          6                B

   7                 A          7                    A          7                C

   8                 A          8                    B          8                B

   9                 C          9                    C          9                A

  10                 B         10                    D         10                D

       CAPITOLO 13              TEST GENERALE

DOMANDA        RISPOSTA   DOMANDA                 RISPOSTA

   1                 B          1                    C

   2                 D          2                    D

   3                 C          3                    C

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4    A         4                 A

5    A         5                 A

6    D         6                 D

7    A         7                 D

8    A         8                 B

9    C         9                 B

10   B        10                 A

              11                 B

              12                 D

              13                 B

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