Tecnica dei Trasporti: Trasporto Marittimo - Docente: Stefano Ricci Sapienza Università di Roma
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1st SUMMER SCHOOL SIDT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO (SA) Mercoledì 5 – Mercoledì 12 Settembre 2018 Tecnica dei Trasporti: Trasporto Marittimo Docente: Stefano Ricci Sapienza Università di Roma 06 settembre 2018
Contenuti • Vie d’acqua • Nozioni di oceanografia e caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua • Moti delle masse marine e moto ondoso • Natanti • Sostentazione e stabilità • Architettura: struttura, materiali e dimensioni • Locomozione: resistenze al moto, motori e propulsori • Navigazione • Distanze di sicurezza, capacità di una rotta, controllo e gestioneDEGLI UNIVERSITÀ del traffico STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Fondamenti di oceanografia: acque marine sulla Terra Superficie terrestre 70.8% mare (circa 361 miliardi di km2) - 80.9% nell’emisfero Sud - 50.7% nell’emisfero Nord 29.2% terre emerse (circa 149 miliardi di km2) Oceani Vasti, profondi e non circondati da masse continentali Mari Marginali, connessi agli Oceani da ampi e profondi bracci di mare (Mare del Nord, Mare del Giappone, Golfo di California, ecc.) Mediterranei, circondati da continenti, connessi agli Oceani da bracci di mare stretti e poco profondi (Mar Mediterraneo, Mar Baltico, Golfo Persico, ecc.) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Fondamenti di oceanografia: fondali marini Profondità < 200 m: d’interesse per la navigazione > 200 m: d’interesse a fini oceanografici (indagini batimetriche via Piattaforma continentale Estensione variabile a seconda della geomorfologia In Italia - Adriatico: > 500 km - Tirreno: pochi km UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Fondamenti di oceanografia: livelli marini Variabili nello spazio e nel tempo - Maree - Correnti - Onde Variabilità di breve periodo attorno a livello medio - Navigazione in acque basse - Progetto e costruzione dei porti - Gestione delle coste Variabilità di lungo periodo (ad esempio fra Atlantico e Pacifico) - Differenze di salinità e densità - Correnti e venti Necessità di un livello di riferimento - Carte nautiche riferite prudenzialmente a MLWS o LAT - In Italia anche utilizzata la differenza MLW-MLWS UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua ed effetti sulla navigazione Densità Crescente con la salinità e decrescente con la temperatura Valore medio relativo in mare (salinità 34‰): 1,026 kg/dm3 Pressione idrostatica Densità crescente con la profondità Circa +1 bar ogni -10 m Moti delle acque profonde generati da maree e correnti Maree: rilevanti per la navigazione in acque basse e la gestione dei porti (altezze massime: 10÷12 m, periodo: 12÷24 h) Correnti: modesti effetti sulla navigazione in mare con eccezioni locali Moti superficiali generati dal vento Moti ondosi di rilievo per la navigazione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Moto ondoso: generazione e morfologia Onde generate dal vento Generate per velocità del vento > 1 m/s - Lunghezza iniziale: 5÷10 cm - Altezza iniziale: 1÷2 cm - Periodo di oscillazione < 30 s Dimensioni e periodo crescenti con: - Velocità del vento - Estensione e profondità dell’area investita dal vento Permanenti anche in assenza locale di vento (onde di mare morto: swells) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Moto ondoso: effetti sui natanti Possibili situazioni a) L > λ Carena che taglia le onde poggia su diverse di esse, situazione simile a quella di superficie liscia c) d) L ~ λ Nave che passa da condizioni di trave appoggiata agli estremi a condizioni di trave appoggiata al centro (sollecitazioni di taglio e flessione) con fatica strutturale e deformazioni elevate se la frequenza delle sollecitazioni esterne uguaglia la frequenza propria UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: sostentazione Idrostatica Spinta generata dallo spostamento della massa d’acqua a seguito dell’immersione dello scafo, secondo il principio di Archimede - Differenza di peso specifico del materiale rispetto a quello dell'acqua (zattera) - Forma cava del corpo, parzialmente occupato da aria, tale che il volume dell'acqua spostata dalla carena sia maggiore del volume complessivo del corpo (nave) Idrodinamica Spinta generata dalle azioni dinamiche risultanti dal movimento relativo fra carena e acqua a seguito della variazione della quantità di moto delle particelle d’acqua Cuscino d’aria Spinta generata dalla pressione dell’aria fra veicolo e superficie dell’acqua in un volume ristretto al di sotto della carena UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: galleggiamento e immersione G = baricentro C = centro di spinta (baricentro del volume immerso) Immersione crescente fino a raggiungere l’equilibrio fra peso P e spinta idrostatica S Se P < S e i < H (corpo galleggiante = natante) Se P > S e i ≥ H (corpo completamente immerso = sommergibile) Il corpo affonda finché: - La pressione idrostatica ristabilisce l’equilibrio - Si raggiunge il fondo UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: stabilità trasversale Inclinazione trasversale a seguito di un moto di rollio Per ogni piano di fluttuazione - Volume immerso costante - Cambio della forma del volume immerso - Cambio della posizione del centro di spinta C - Cambio della posizione del falso metacentro Mf Equilibrio per tutti i piani di fluttuazione - Stabile se Mf è al di sopra di G - Instabile se Mf è al di sotto di G Angolo limite di stabilità Energia stabilizzante proporzionale all’area compresa fra le curve di Mf e G UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: struttura Scheletro Trave longitudinale principale (chiglia) e travi curve trasversali (costole) Resistenza a forze esterne (acqua) e interne (carichi) Fasciame Resistenza alla sola pressione dell’acqua Contributo alla rigidità globale dello scafo Guscio rigido resistente e non sommergibile Fattori che influenzano la forma dello scafo Riduzione della superficie bagnata per limitare le resistenze al moto Riduzione delle interazioni carena-acqua sotto l’azione del moto ondoso Incremento del dislocamento per aumentare la capacità di carico Forma tipica risultante Solido a doppia DEGLI UNIVERSITÀ curvatura (cilindro) STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: materiali costruttivi Legno Piccole navi e imbarcazioni da diporto Costruzione prevalentemente manuale molto costosa Acciaio Resistente alla corrosione in leghe con altri metalli Resiliente per assorbire le deformazioni dovute all’impatto con le onde Saldabile all’arco elettrico Plastica Imbarcazioni piccole e leggere e sovrastrutture Calcestruzzo armato Chiatte economiche ma poco resistenti agli urti Leghe leggere Sovrastrutture per ridurre il peso complessivo della nave UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Natanti: dimensioni e carichi Stazza (Tonnage) 1 Tonnellata = 100 ft3 = 2.832 m3 (1 ft = 0,304 m) Stazza Lorda (Gross Tonnage) Volume di tutti i locali chiusi Stazza Netta (Net Tonnage) Volume disponibile per il carico pagante Dislocamento Volume d’acqua spostato dalla carena dipendente dalle condizioni di carico Dislocamento Leggero Navi vuote Dislocamento Lordo Navi a pieno carico Carico pagante lordo Dislocamento Lordo – Dislocamento Leggero Dislocamento / Stazza Lorda ≈ 1 ÷ 2 (passeggeri ÷ merci) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Resistenze al moto: tipologie Forze da vincere per il movimento di un veicolo dislocante Attrito con acqua Ra + vortici Rv Onde Ro Altri fenomeni: aerodinamica, viscosità, interazione con i fondali, forme anomale della carena e della scabrezza, ecc. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Resistenze al moto: attrito con acqua e vortici Espressione di Tideman Ra v fSv1,829 f = coefficiente crescente con la scabrezza del materiale e decrescente con la lunghezza L della carena (mediamente pari a 0,145) δ = densità relativa dell'acqua (=1 per acqua dolce e =1,026 per acqua di mare) V = velocità del natante [m/s] S = superficie bagnata [m2] UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Resistenze al moto: generazione Espressione di Taylor di onde δ = densità relativa dell'acqua (=1 per acqua dolce e =1,026 per acqua di mare) Φ = coefficiente di finezza (o di snellezza) totale D = dislocamento [t] V = velocità del natanti [nodi] L = lunghezza della carena [m] Possibile riduzione grazie a un bulbo sempre sommerso a prua (bulbo di Taylor) capace di migliorare la penetrazione idrodinamica dello scafo attenuando gli effetti dissipativi delle onde divergenti di prua UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Motori marini: requisiti e Requisiti di progetto per le navi commerciali tipologie Massimo rapporto affidabilità / costi operativi 1) Elevata affidabilità per prevenire le conseguenze delle avarie in mare Ritardi e rischi potenziali Immobilizzazione di grandi quantità di merci Immobilizzazione della nave stessa (fattore di produzione chiave) 2) Bassi costi operativi per competere nel libero mercato internazionale Requisiti di progetto per i motori Esercizio semplice Manutenzione semplice e a basso costo Consumo ridotto di carburanti a basso costo Tipologie Generatori di potenza - Alternativi (vapore, combustione interna) - Turbine (vapore, gas) Generatori di spinta - Aeroreattori - Idroreattori UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Motori marini: alternativi a vapore Origini 1771: Invenzione di Watt Inizio XIX secolo: installazione sulle navi Caratteristiche Caldaia a tubi di fumo (come le locomotive) alimentata da carbone o nafta Fino a 4 cilindri in serie per massimizzare le espansioni del vapore Raffreddamento per recuperare il vapore esausto e ritrasformarlo in acqua Accoppiamento diretto all’asse del propulsore Prestazioni Elevata semplicità Impiego attuale Limitato a dove i combustibili solidi abbondano (Russia, Africa, Sudamerica) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Motori Origini marini: alternativi Diesel 1912: installazione sulle navi Caratteristiche Ciclo a quattro o due tempi con avviamento ad aria compressa Raffreddamento ad acqua Possibile sovralimentazione con compressori elettrici o turbine a gas di scarico Combustibili economici come la nafta Presa diretta su albero dell’elica (diesel lenti) o impiego di dispositivi di riduzione Retromarcia possibile con arresto e avviamento in senso inverso Prestazioni Affidabilità Basso consumo Manutenzione e sorveglianza limitate Impiego attuale UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Motori marini: turbine Caratteristiche Necessità di riduttore fra albero motore e albero dell’elica Necessità di apposita turbina per la retromarcia Adattabili a essere collocate all’interno dello scafo: costituite da gruppi separabili Tipologia a gas di derivazione aeronautica senza caldaia adattata a uso navale Massima potenza disponibile entro qualche minuto dalla messa in moto Prestazioni Potenza elevata Volume minore e meno vibrazioni dei Diesel Possibile sovralimentazione (fino al 50%) senza rischi di avarie Alte velocità di rotazione (migliaia di giri/minuto) Costi di costruzione elevati: materiali più resistenti e costosi Più voluminose e pesanti dei motori diesel Impiego attuale Grandi navi UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Propulsori: primi sistemi meccanici Remi Pagaie Vele Ruote a pale Utilizzate nelle prime applicazioni dei motori a vapore Cattivo funzionamento con onde e immersione variabile Impiego attuale Navigazione in acque calme (laghi, fiumi, canali) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Propulsori: Caratteristiche elica marina Pale corte e spesse Bassa velocità di rotazione per limitare la velocità periferica ≥3 pale Passo fisso o variabile Costruzione in bronzo o ghisa (meno costosa) Prestazioni Diametro ridotto per limitare emersione e pressione sulle pale Eliche multiple per produrre alta potenza Eliche ausiliarie in tubi di prua per manovre trasversali (rotazione fino a 360°) Impiego attuale Larga maggioranza delle imbarcazioni motorizzate UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Propulsori: elica aerea Caratteristiche Pale lunghe e sottili Elevata velocità di rotazione ≤3 pale Passo fisso Costruzione in acciaio o leghe leggere Impiego attuale Idroscivolanti (airboats), aliscafi (hydrofoils) e veicoli a cuscino d’aria (hovercraft) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Architetture di sistemi di trazione: motori + propulsori UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Origini Propulsione elettrica Inizio XX secolo: applicazioni su navi militari (ridotti rumore e vibrazioni) Caratteristiche Motori elettrici alimentati da generatori Diesel Corrente continua o motori asincroni (dagli anni ‘80) Prestazioni Semplicità di manovra Rendimento elevato del motore elettrico Gestione degli spazi interni facilitata: struttura compatta senza ingranaggi e cavi Capacità di produrre la coppia nominale a tutte le velocità Ridotta emissione di rumore e vibrazioni Ridotto fabbisogno di manutenzione: minor numero organi in rotazione Affidabilità per ridondanza grazie alla versatilità dei gruppi UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Utilizzo degli spazi su una nave da crociera con propulsione elettrica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Navigazione in rotta: principi di sicurezza e distanza d’arresto Principi di sicurezza Navi succedentesi lungo una rotta all’interno di una marevia dedicata Distanza nave-nave compatibile con le manovre di arresto Arresto improvviso potenzialmente dovuto a cause volontarie o accidentali (perdita di controllo, avaria ai motori, ecc.) Fattori rilevanti per la distanza d’arresto Velocità Stazza lorda Lunghezza e forma dello scafo Manovrabilità Formula approssimata del PIANC Da = 4 L (v / 2.5) 0.75 + L Da = Distanza d’arresto [m], L = lunghezza [m], v = velocità [m/s] UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Navigazione in rotta: dalla distanza d’arresto alla capacità della rotta Ulteriori fattori rilevanti per la distanza di separazione Ds Eventi meteo-marini (onde, vento, correnti concordi con la rotta): up to + 50% Errori nella misura della velocità: up to +40% Correzione addizionale di sicurezza: +20% Minima distanza di sicurezza Ds = 2.52 Da Calibrazione su dati reali di canali regolati da schemi di separazione del traffico (Canale di Suez, Stretto di Messina, ecc.) Capacità Massimo numero unità in navigazione sicura senza congestione in tempo definito Φ (v) = v / (Ds + τ v + L) [navi/h] τ = intervallo fra la decelerazione delle navi in rotta (percezione rallentamento) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Controllo e gestione del traffico: Vessel Traffic System (VTS) Trasmissione d’informazioni utili alla navigazione Situazione del traffico marittimo e fattori di potenziale influenza (condizioni meteo, Situazione maree, possibile congestione) Organizzazione del traffico Schemi di separazione e rotte comuni per prevenire incidenti Aree VTS differenziate in zone e rotte (navi obbligate a utilizzarle) Accordo su tempi di arrivo e partenza Fra comando nave e autorità (basati su informazioni sulla situazione traffico) Assistenza alla navigazione Info su velocità e direzione nave, identità e posizione navi vicine (prevenzione di potenziali collisioni) Comunicazioni Radar a breve, medio e lungo raggio supportato da triangolazioni terra- naviUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Controllo e gestione del traffico: Automatic Identification System (AIS) Continuous identification and communication with ships Passive GPS transponders providing basic information (Similar to those mounted on planes) Colloquium between VTS stations and ships within 15 nm covered by VHF radio (direct or by bridging on surrounding vessels) https://www.marinetraffic.com/en/ais/home UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
Riferimenti bibliografici • Berarducci L., Borzani G., Esu F., Franco L., Noli A., Petrossi U., Piciocchi A., Serra M., Toniolo A. – Calate portuali e terminali marittimi. Criteri generali di pianificazione e costruzione – ESA, Roma, 1984 • Cantarella G.E. (a cura di) - Sistema di trasporto: Tecnica ed Economia - UTET Edizioni Tecniche, Torino, 2007 • International Maritime Organisation – International Regulations for Preventing Collisions at Sea – London, 1981 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO, FISCIANO, 5 – 12 settembre 2018
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