STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...

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STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...
STRESS LAVORO
                                                    CORRELATO

“Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti.
In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se non tre o quattro insegnanti?”
D. Pennac
STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...
   Introduzione allo Stress Lavoro
                correlato

Programma      Difficoltà di comunicazione dei
                docenti con le diverse figure:
                genitori, alunni (anche extra-
                comunitari: difficoltà di lingua
                e cultura) e dirigenti scolastici

               Essere felici a Scuola: buone
                prassi di prevenzione del
                Bullismo
STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...
Introduzione
alle Stress
lavoro
correlato
STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...
Stress e Stress lavoro correlato
   Reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni
    che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche
    di natura adattiva (Galimberti,2006);

   Reazione aspecifica dell’organismo a quasi ogni tipo di
    esposizione, stimolo e sollecitazione”(Seyle1936);

   Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano
    quando le richieste lavorative non sono commisurate alle
    capacità, risorse o esigenze del lavoratore” (National
    Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH 1999)
STRESS LAVORO CORRELATO - "Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola ...
Introduzione allo Stress lavoro correlato
   In letteratura l’esperienza di stress sul lavoro viene considerata come “associata
    all’esposizione a determinate condizioni di lavoro, sia fisiche che psicosociali, e
    alla consapevolezza del lavoratore di avere delle difficoltà nel fronteggiare
    importanti aspetti del proprio lavoro. Di norma l’esperienza di stress è
    accompagnata da tentativi per fronteggiare il problema di fondo (coping) e da
    cambiamenti cognitivi, comportamentali e fisiologici”.

   È quindi nella relazione con l’ambiente e in particolare nella valutazione che
    viene fatta dello stesso che si sviluppa l’esperienza soggettiva di stress. La
    valutazione dell’ambiente è il momento in cui il soggetto consapevolmente
    valuta se riuscirà a far fronte, se avrà le risorse necessarie – emotive, cognitive,
    professionali… - alle richieste che l’ambiente gli rivolge.

   Nel caso in cui il soggetto si renda conto di non riuscire a far fronte alle
    richieste di lavoro dell’ambiente si produce l’esperienza soggettiva di stress,
    proprio come uno “stato psicologico che si verifica in presenza di uno squilibrio
    individuale significativo oppure di una mancanza di adattamento tra ciò che una
    persona prova in relazione alla richieste che le sono state fatte e la capacità che
    ritiene di avere di fronte a tali richieste (Lazarus & Folkman)”.
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Stress lavoro correlato
   Nel momento in cui il soggetto percepisce una distanza tra le richieste
    dell’ambiente e le proprie capacità di farvi fronte si manifestano dei
    cambiamenti fisiologici ed emotivi (irritabilità, rabbia…) definendo l’esperienza
    di stress per la persona.

   Tra i cambiamenti che la valutazione del gap tra richieste e capacità/risorse
    produce, vi sono anche le strategie di coping, intese come processo messo in
    atto per intervenire direttamente sulla fonte di stress “adattamento
    dell’ambiente” e/o per attenuare l’esperienza emotiva legata allo stress
    “adattamento all’ambiente”.

   Evidentemente, seguendo un approccio sistemico, le strategie di coping
    forniranno un feedback positivo o negativo allo stato iniziale di stress.

   Altre variabili che influiscono sulla valutazione dell’ambiente e quindi sulla
    percezione dello stress sono:
      Il controllo che una persona pensa di esercitare sull’ambiente, in termini di
        autonomia decisionale
      Il supporto sociale inteso come tutti i livelli di interazione sociale utili
        disponibili da parte di colleghi e superiori
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Stress lavoro correlato
   Lo stress si configura dunque come un’esperienza squisitamente soggettiva, mediata dal modo con cui
    le persone si rappresentano, si costruiscono la realtà organizzativa che li circonda, ma anche dal modo
    con cui si rappresentano e vivono il proprio ruolo e la propria professionalità, ed infine dalla qualità
    delle relazioni professionali in cui la persona è inserita, tutto questo a partire da un contesto
    organizzativo e da un contenuto di ruolo dato, in qualche modo “oggettivo”.
   Affrontato attraverso questa prospettiva organizzativa, il tema dello stress correlato al lavoro porta a
    cercare di individuare le possibili caratteristiche stressanti dell’ambiente in termini di contesto
    lavorativo e contenuto del lavoro (vedi slide successiva), quindi guardando alle strategie di intervento
    sull’ambiente, piuttosto che sull’individuo in termini di adattamento di quest’ultimo alle richieste
    ambientali.
   Anche guardando agli effetti dello stress, ci si rende conto che la sola prospettiva individuale non è
    sufficiente per affrontare tale fenomeno. Difatti oltre ai noti effetti fisici (aumento consistente
    dell’adrenalina e del cortisolo - ormoni dello stress - verificarsi di risposte fisiologiche che possono
    contribuire all’insorgere di patologie anche croniche ) e psicologici (influenza negativa su alcuni
    comportamenti per la promozione della salute; alterazione del comportamento sociale ;
    deterioramento delle relazioni sociali ) esistono i forse meno noti effetti organizzativi, che determinano
    impatti importanti.
        Ridotta disponibilità al lavoro che richiede un’elevata turnazione
        Assenteismo, scarso mantenimento dei tempi di lavoro
        Peggioramento nella produttività e nel rendimento
        Aumento dei reclami manifestati dalla clientela
        Aumento delle richieste di indennizzo da parte dei lavoratori
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Stress lavoro correlato
   Lo stress si configura dunque come un’esperienza squisitamente soggettiva,
    mediata dal modo con cui le persone si rappresentano, si costruiscono la
    realtà organizzativa che li circonda, ma anche dal modo con cui si
    rappresentano e vivono il proprio ruolo e la propria professionalità, ed infine
    dalla qualità delle relazioni professionali in cui la persona è inserita, tutto
    questo a partire da un contesto organizzativo e da un contenuto di ruolo dato,
    in qualche modo “oggettivo”.

   Affrontato attraverso questa prospettiva organizzativa, il tema dello stress
    correlato al lavoro porta a cercare di individuare le possibili caratteristiche
    stressanti dell’ambiente in termini di contesto lavorativo e contenuto del
    lavoro, quindi guardando alle strategie di intervento sull’ambiente, piuttosto
    che sull’individuo in termini di adattamento di quest’ultimo alle richieste
    ambientali.
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Riconoscimento
del proprio ruolo
Un tempo la scuola e la professione
dell’insegnate godevano di
prestigio.
Nei paesi le persone «importanti»
erano il sacerdote, il medico /
farmacista e l’insegnante.
Oggi, invece, la figura del docente
è svalutata, spesso viene a
mancare il riconoscimento dei loro
meriti e prevale disistima da parte
dell’opinione comune.
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Coping

Due soluzioni di coping normalmente attuate dai soggetti sotto stress:
   Coping centrato sul problema (es. non ce la faccio con il mio lavoro e chiedo
    aiuto a un collega): si cerca una soluzione per ridurre il problema
   Coping centrato sulle emozioni (cerco di ridurre / controllare le conseguenze
    del problema (es. faccio sport dopo il lavoro, faccio l’orto, vado in
    montagna). Non cambio il problema – non posso farlo – ma cerco di attenuare
    la sensazione di fastidio e controllare la mi reazione. A volte si arriva a
    cercare di dimentica tutto, di vedere il lato positivo, “non tutto il male viene
    per nuocere”.
Stress lavoro correlato
                    Categoria                                                     Condizioni di definizione del rischio

                                                             Contesto lavorativo
                                              Scarsa comunicazione, livelli bassi di appoggio per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale,
Funzione e cultura organizzativa
                                              mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione         Ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità di altre persone
                                              Incertezza o fase di stasi per la carriera, promozione insufficiente o eccessiva, retribuzione bassa
Evoluzione della carriera
                                              insicurezza dell’impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro
                                              Partecipazione ridotta al processo decisionale, mancanza di controllo sul lavoro (il controllo, inteso
Autonomia decisionale/controllo               soprattutto come partecipazione, rappresenta una questione organizzativa e contestuale di ampio
                                              respiro)
                                              Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di supporto
Rapporti interpersonali sul lavoro
                                              sociale
                                              Richieste contrastanti tra casa e lavoro, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia
Interfaccia casa/lavoro
                                              carriera
                                                            Contenuto del lavoro
                                              Problemi inerenti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la manutenzione o la riparazione di strutture ed
Ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro
                                              attrezzature di lavoro
                                              Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentari o inutile, sottoutilizzo delle capacità, incertezza
Pianificazione dei compiti
                                              elevata
                                              Carico di lavoro eccessivo o ridotto, mancanza di controllo sul ritmo, livelli elevati di pressione in
Carico di lavoro/ritmo di lavoro
                                              relazione al tempo

Orario di lavoro                              Lavoro a turni, orari di lavoro senza flessibilità, orari imprevedibili, orari di lavoro lunghi
Stress lavoro correlato
Oggi si parla molto di stress lavoro-correlato, ma partendo spesso da
un’analisi distorta della realtà.
Lo stress è qualcosa di connaturato nella vita dell’uomo. La vita inizia
con il parto, che è lo stress più violento che un essere umano potrà
sperimentare nell’arco della propria vita: si tratta di uno stress sia fisico
che psichico. Ma è uno stress «buono», necessario alla vita.
E nel corso della nostra esistenza sperimenteremo sia lo stress negativo
che quello positivo, in molteplici occasioni.

                                                                    Stress negativo!
              Stress positivo!
Di che stress parliamo?
   Esistono tre tipi differenti di stress:

Stress negativo
                                                  Stress positivo

                                Risposta neutra
«La completa libertà dallo stress è la morte.
         Contrariamente a quanto si pensa di solito, non
         dobbiamo e, in realtà, non possiamo evitare lo
         stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace e
Stress   trarne vantaggio imparando di più sui suoi
         meccanismi»

         (H. Selye, 1974)
Curva dello stress
Lo stress è un problema di transazione, di interscambio: fisico, ambientale,
mentale…
Dipende da come riesco a gestirlo e farlo diventare «grande» o «piccolo».
Per lo stress non vale la valutazione dosica (come nel caso dei decibel,
dell’alcool, degli acidi… oltre una certa soglia diventano sicuramente nocivi).
Generalmente la prima volta che si affronta un problema lo stress è altro,
quando lo stesso problema si ripresenta più volte, so già come risolverlo.
Curva dello stress

A seconda di come io interpreto la situazione di stress (buona o cattiva) scatta la
mia reazione positiva o negativa.

La maggior parte delle attività lavorative implicano piccole dosi di stress
costanti. Lavori ad alto rischio di rapina, controllore di voli, pompieri… sono
considerati eccezioni.

Lo stress è lo squilibrio percepito tra un eccesso di sollecitazione e la capacità
della persona di farvi fronte.
Troppo lavoro causa stress, ma anche la perdita del lavoro (troppo poco) causa
stress. La situazione diventa patogena se lo stressor agisce con particolare
intensità per periodi di tempo sufficientemente lunghi.

In natura una specie sopravvive solo se riesce sa far fronte allo stress.
Lo stress è caratterizzato da 3 fasi:

Gestione dello   1 fase ALLARME. Il corpo è esposto a una minaccia e risponde
                 con meccanismi di attacco, fuga o freezing (mi blocco – istinto
                 animale che si finge morto perché pochi predatori mangiano le

stress –
                 carogne)
                 2 fase RESISTENZA. Con una ripetuta esposizione all’agente
                 stressante l’organismo opera sopra il livello di attivazione

Elementi di      omeostatico e recupera risorse sottraendole alle altre funzioni
                 (digestione, sistema immunitario, ecc.). Il corpo produce
                 cortisolo, se questo avviane a lungo o in quantità eccessive ne

psicosomatica
                 risente il sistema immunitario (l’influenza – magari sempre
                 durante il weekend – può essere una risposta a picchi di ansia).
                 3 fase ESAURIMENTO. Si manifestano squilibri funzionali e

nella            alterazioni organiche.

prevenzione      H. Selye (1936-1982) identificò per primo la Sindrome Generale
                 di Adattamento (GAS): modifiche ormonali mediate dall’asse
                 ipotalamico – pituitario (ipofisi) – adrenalinico.

dei rischi       Ipotalamo: controlla e gestisce il sistema nervoso centrale =
                 encefalo + midollo spinare. Il sistema nervoso centrale, a sua
                 volta, controlla il sistema nervoso autonomo (respiro ecc.),
(AIFOS)          l’ipofisi, le emozioni e gli ormoni. Può anche modificare il
                 rapporto sonno-veglia, la temperatura corporea, il bilancio
                 idrosalino, la mobilità viscerale, il sistema endocrino e
                 l’appetito.
Stress lavoro correlato nei docenti
Secondo Gilles Ferry la figura del docente è sottoposta a quattro ruoli ben
definiti
   1.   l’insegnante come “mediatore di cultura”;
   2.   l’insegnante come “valutatore”;
   3.    l’insegnante come “esperto di programmazione didattica”;
   4.    l’insegnante come “genitore alternativo”.
Le persone che ricoprono il ruolo di docente devono quindi adempiere ad una
pluralità di mansioni, e già questo è, almeno in via potenziale, fonte di stress.
Nessuno di noi è nato per essere multitasking e multiruolo.
Burn out
Gli insegnanti sono spesso stressati dalle responsabilità, trascurati da chi dovrebbe
motivarli, ostaggio del precariato che accresce i fattori d’ansia e, come dimostra la
cronaca attuale, oggi anche bersaglio di atti di bullismo da parte degli studenti,
oltre che contestati o minacciati dai genitori dei loro allievi.
Gli insegnanti sono le nuove vittime della sindrome da “burnout”, che indica
l’esaurimento da lavoro. Una condizione che si presenta inizialmente come uno
stato di logorio psicofisico con stanchezza cronica e poi determina importanti cali
di concentrazione, demotivazione, esaurimento delle energie interiori,
disinteresse e inefficienza nell’attività di tutti i giorni e nella gestione delle
relazioni, fino alla depressione nei casi più estremi.

L’insegnamento è considerato tra le professioni più predisposte allo sviluppo di
problemi di salute mentale (ansia, depressione, rabbia, etc.), malattie fisiche
(mal di testa, ulcera, reattività cardiovascolare, etc.), o sintomi
comportamentali (assenza per malattia, minore impegno, assenteismo, etc.),
(Pulido-Martos, Lopez-Zafra, Estévez-López, e Augusto-Landa, 2016).
Il termine Burn out fu utilizzato per la prima volta nel 1974
           da Freudenberger (psicologo, 1927-1999).
           Esso indica una condizione di distress lavorativo tipica delle
           attività che si caratterizzano per il mandato implicito di
Burn out   prestare aiuto (helping professions o professioni di aiuto):
           insegnanti, educatori, medici, infermieri, sacerdoti…
Burn out: alcuni dati tratti dallo studio
GETSEMANI
➢   INSEGNANTI (n.696) patologie psichiatriche nel 49,2%

➢   IMPIEGATI (n.595) patologie psichiatriche nel 34,9% ( = 26,5 p
Burn out: alcuni dati tratti dallo studio GETSEMANI
Classificazione patologie psichiatriche (869 casi su 3.049 totali)
                                                Insegnanti   Impiegati   Collaboratori   Sanitari

      Disturbi dell’umore                          133          68            65           35

      Disturbo dell’adattamento                    82           47            54           19

      Disturbi d’ansia                             29           30            21           17

      Disturbi di personalità                      40           18            15            8

      Schizofrenia ed altri disturbi               38           29            37           22
      psicotici
      Demenze ed altri disturbi cognitivi           8           5             5             3

      Disturbi dissociativi                         4           3             2             3

      Disturbi somatoformi                          3           1             1             3

      Abuso di sostanze                             1           2             5

      Anoressia nervosa                             2           2

      Ritardo Mentale                               1                         2

      Dist. controllo degli impulsi                 1           1             1

                                       totale      342         207           210           110
Burn out: confronto insegnanti verso altre
categorie professionali
                     INSEGNANTI                                            PERSONALE SANITARIO
                              49,21

                                        patologia                                     26,52
                                        psichiatrica                                             patologia
                                        altre patologie                                          psichiatrica
                                                                                                 altre patologie
     50,79

                                                           73,48

                       IMPIEGATI                                                OPERATORI
                                34,97
                                                                                     15,71
                                         patologia
                                         psichiatrica                                             patologia
                                         altre patologie                                          psichiatrica
                                                                                                  altre patologie

                                                                   84,29
             65,03
Burn out: i percorsi possibili
                                                              Esclusione/
                                 Isolamento
                                                            Espulsione sociale
                    Patologia Psichiatrica

                    Imbarazzo - Regressive
                      Coping Strategies
                                   Supporto Sociale                Recupero/
                 BURNOUT         Pos. Coping Strategies           Reinserimento

        EUSTRESS/DISTRESS              Bassa capacità
        Reiterati / Protratti        reattiva individuale

                          Eustress       Alta capacità
                                                                       Normalità
                                      reattiva individuale
Difficoltà di
comunicazione dei
docenti con le diverse
figure: genitori, alunni
(anche extra-
comunitari: difficoltà di
lingua e cultura) e
dirigenti scolastici
Gestire i conflitti a scuola

Oggi la scuola non è più un sistema
relativamente semplice nel quale interagiscono
essenzialmente docenti e alunni. L’interazione è
più complessa e avviene a diversi livelli: tra
studenti e studenti, tra studenti e docenti, tra
docenti e docenti, tra docenti e genitori, tra
«scuola» e apparati del sistema gerarchico del
Ministero della Pubblica Istruzione…

Questa diversificazione di relazioni facilita
inevitabilmente il sorgere di possibili
conflitti di varia natura ed entità
Gestire i conflitti a scuola
Rispetto a essi molti insegnanti si percepiscono oggi in una condizione di grande
isolamento e disagio, in difficile equilibrio fra le proprie esigenze personali e
professionali e le richieste degli studenti, dei genitori e delle istituzioni, soli di
fronte a questioni educative sempre più pesanti

Schiacciati da status dell’istituzione e ripetizione di schemi unidirezionali, dei quali,
inutile negarlo, sono sofferenti molte organizzazioni scolastiche e dunque le persone
che in esse operano.

Questa complessità può, però, sollecitare ancora di più la scuola a operare per la
promozione di una cultura della formazione come luogo di “apprendimento della
relazione” e di “partecipazione/appartenenza” ad una comunità e ad un’istituzione

Essa diviene luogo fondamentale di apprendimento sociale anche e soprattutto
rispetto alle relazioni conflittuali che al su interno inevitabilmente si vivono.
Testimoniando una cultura della mediazione, la scuola diventa contesto di diffusione
della capacità di stare nel conflitto con competenza e virtù.
Gestire i conflitti a scuola

Quanto costa il conflitto non gestito nelle relazioni
a scuola?
Il conflitto, potenzialmente presente ovunque
esista una relazione vera, è una manifestazione
ineliminabile delle relazioni. Segnala una crisi e,
quindi, una possibilità di evoluzione. Oppure può
divenire un fattore contagioso di corrosione del
tessuto connettivo dell’organizzazione, generare
malessere soggettivo, produrre disordine, far
crescere l’inefficienza, provocare ingenti perdite
di valore economico
Imboccare la strada evolutiva piuttosto che quella
distruttiva dipende, per larga parte, dalla
possibilità di gestire il conflitto in modo
sistematico e competente al di là del buon senso
e della volontà dei singoli protagonisti implicati
Gestire i conflitti a scuola
Soprattutto i docenti si trovano coinvolti frequentemente in relazioni conflittuali,
direttamente o indirettamente, spesso senza avere “l’attrezzatura” personale, il
sostegno istituzionale, le risorse personali ed organizzative utili e necessarie per
favi fronte efficacemente.
Formarsi al «management del conflitto» significa acquisire sensibilità, capacità,
competenze, metodo per:
✓ adottare una modalità alternativa e costruttiva di stare nelle relazioni conflittuali
✓ muoversi come agenti di diffusione di una cultura del conflitto matura e
    responsabile
✓ generare iniziative positive per affrontare il conflitto all’interno delle
    organizzazioni di lavoro secondo un approccio costruttivo
Perché Cenerentola soffre di mal di
piedi
CENERENTOLA: La celebre scarpetta è di cristallo solo nella celebre e da tutti
conosciuta «versione francese» della favola, pare a causa di un errore di
traduzione: la scarpetta originale era rivestita di pelliccia (vaire) e fu tradotta con
vetro (verre).
Il medicinale
Una grande aziende farmaceutica commercializzò negli Emirati Arabi una
medicina.
Per non incorrere in errori, decisero di utilizzare solo illustrazioni in fase di
lancio pubblicitario sul mercato: un’unica immagine con tre situazioni in
sequenza.
1.   Un uomo visibilmente ammalato
2.   L’uomo prende la medicina
3.   L’uomo risulta sano e in forma

                             Ma l’Arabo si legge da destra verso sinistra….
Comunicazione e rapporti interpersonali
Diversity
Le differenze non solo di genere, ma di religione,
di cultura, di etnia, di età si sono trovate a essere
co-presenti in uno stesso territorio sia geografico
che organizzativo ed istituzionale.
E' quindi necessario sentire, pensare ed agire
perché tale dimensione possa essere una risorsa
per sperimentare nuove forme dell'abitare i propri
contesti. E' forte, infatti, il rischio che le
differenze vengano viste solo nel loro di-vergere,
nel loro contendersi spazi di resistenza identitaria
invece che nella loro possibilità di scambio e di
contaminazione positiva.
Elementi da considerare:
• Gli stereotipi sociali e la loro influenza sulle
relazioni
• Differenze e somiglianze
• Natura o/e cultura
• Reciprocità e riconoscimento
• Libertà, potere e leadership
So-stare nel conflitto
Confliggere è costitutivo della vita sociale e di relazione poiché ciascuno è portatore di
differenza nella sua unicità. Il conflitto è energia (libido), aggressività (ad-gredior) senza i
quali non potremmo pro-gredire, affrontando situazioni nuove, non riusciremmo ad
intraprendere il cammino verso la realizzazione dei nostri desideri. Soffocando la nostra
pulsione ad esistere, il sociale si trasformerebbe in una palude di conformismo mortifero.
Senza conflitto non vi sarebbero polarità dialettiche, creatività, innovazione.
Ma la nostra energia aggressiva è anche ambivalente, la temiamo perché sentiamo che
potrebbe essere distruttiva ed auto-distruttiva. L’incontro con le differenze (interne ed
esterne) apre sempre una possibilità di crescita generativa o di “rischio di belligeranza”. Amico
e nemico solo le due facce di una stessa medaglia.
Il mondo globalizzato, l’incontro faccia a faccia con una molteplicità di differenze non sempre
dominabili, la frammentazione sociale (connettività senza connessione) hanno accentuato il
senso del rischio e quindi della paura. Il nostro cervello/mente riattiva i circuiti primordiali,
quelli collegati all’istinto della sopravvivenza e se l’altro è esperito più come minaccia che
come risorsa, o si attacca per distruggerlo o si fugge per evitarlo. In entrambe le situazioni si
“perde” in benessere e felicità.
Come vivi la tua aggressività? Come “confliggi”, quali stereotipi culturali (anche di genere)
bloccano una buona gestione dell’aggressività? Come rendere generative le differenze ed il
conflitto?
Essere Felici a Scuola:
       buone prassi di
      prevenzione del
               bullismo
Tratto dal libro     Vito, gli insegnanti sono dunque chiamati ad apprendere “la relazione”?

«Essere felici a
                     Soprattutto oggi un insegnante, a tutti i livelli di scuola, non può essere solo un
                     esperto della materia. Egli deve essere anche un esperto di vita affettiva e relazionale,
                     un operatore sociale e di apprendimento. Mi piace sottolineare che insegnare è una
                     professione “di passione”, di vocazione: alla base c’è il piacere del formare,

scuola»              del guidare, del trasmettere... È una professione che, a differenza di molte
                     altre che devono confrontarsi con diversi sistemi complessi, ha bisogno solo
                     di un’aula e di ragazzi: nient’altro.

Maria Giovanna       Il resto si gioca sul desiderio del docente di coinvolgere la sua classe, di motivarla, di
                     accompagnarla nel “viaggio” della conoscenza. La padronanza dei contenuti didattici è
                     certo necessaria, direi scontata, ma, per restituire a questa professione il significato

Garuti, Vito
                     profondo che la contraddistingue, occorre porre in primo piano le capacità che il
                     docente è chiamato a mettere in campo per promuovere e generare relazioni di
                     benessere, relazioni di scambio. Fare “mercato” come scambio e interazioni, fare
                     comunità e contribuire a costruire eternità, inconcludenze, infiniti.

Volpe, don Gino      Ciascuno di noi è costruttore di eternità attraverso la partecipazione. Ognuno è autore
                     di questa “biografia sociale” attraverso la propria soggettività, che è libertà, ricerca di
                     verità e amore.

Rigoldi - Officina   L’insegnante agisce in questo spazio usando la propria relazione d’aiuto, la
                     cura, la formazione. Guida ma non comanda, non è un “superiore” ma un pari con
                     funzioni e responsabilità diverse, non conclude ma apre.

della narrazione,    Egli è leader perché tesse relazioni, connette e armonizza differenze, aiuta
                     a proseguire nel viaggio. È leader se rintraccia la fonte del proprio potere

2012
                     nel “sé in relazione con gli altri”: se viene riconosciuto dagli altri.
Nella nostra scuola, come dappertutto, ci sono i bulli, e dicono: ah,
                   parlatene col professore;
                   Nella mia classe c’è uno che sta tendendo a diventare bullo e mi ha
                   picchiata. E sono andata a dirlo al prof di quell’ora, perché io mi devo
                   riferire a lui, e lui: brava, va bene, vai e picchialo. Ma prof, spero stia
                   scherzando! Eh, certo. Ma prof, intervenga, faccia qualcosa. E lui: sta
                   zitta, non me ne importa niente, non sono io il responsabile.

Tratto dal libro   L’altra mattina io e Benedetta stavamo andando a scuola, perché
                   andiamo sempre a scuola insieme. C’è un bullo che fuma le canne, e noi

«Essere felici a
                   facciamo il giro più lungo, siamo arrivate dopo e lei si è dovuta anche
                   prendere la nota per questo fatto.
                   Atti di bullismo: è una roba impressionante, perché comunque loro non
scuola»: cosa le   possono quasi fare niente. Ti dicono dal tg: rivolgetevi agli insegnanti e
                   agli adulti, però la mia idea è che comunque i professori non è che
                   possono fare più di tanto. Perché se tu sei un professore e ti
ragazze dicono     ritrovi accerchiato da bulli di 15 anni voglio vedere cosa fai,
                   perché tu sei adulto, ma gli altri sono di più. Ti picchiano.

dei bulli          È pericoloso. Se sei fuori, soprattutto. Perché se sei fuori dal cancello
                   della scuola, basta, non ti caga più nessuno. Ti possono anche
                   ammazzare.
                   Sì, un mio compagno è stato picchiato ed è dovuta intervenire subito
                   l’ambulanza perché gli hanno rotto il naso. E alla fine quello là non è
                   stato neanche sospeso. L’abbiamo visto il giorno dopo, tranquillo. Lui si
                   porta l’accendino dietro, lui ha minacciato di buttare la benzina addosso
                   a una mia compagna e di bruciarla. All’autogrill in gita, ha minacciato di
                   dargli fuoco.
Tratto da

http://ilkim.it/il-ruolo-dellinsegnante/
Nelle ultime settimane, nelle scuole del Belpaese (anche se si fa fatica a definire “bello”
un paese in cui accadono certe cose) si stanno verificando episodi terribili, ai limiti
dell’immaginabile e forse anche oltre: i notiziari riportano decine e decine di casi di
violenza, minacce, aggressioni fisiche e verbali e bullismo vero e proprio nei
confronti dei professori. Un video ha prontamente fatto il giro del web: un ragazzo
(presumibilmente delle superiori) aggredisce verbalmente un professore con l’arrogante
richiesta di farsi mettere sei in un compito. Nel video lo studente oltre a offendere con
ingiurie indicibili il professore, tenta addirittura di strappargli con forza dalle mani il
tablet in cui è stato poc’anzi inserito il suo pessimo voto e intima al professore di
inginocchiarsi di fronte al suo cospetto, ripetendo più volte:
 “Chi è che comanda qua?”
Già, bella domanda. Chi è che dovrebbe comandare? Il professore o l’alunno? Chi
impartisce l’educazione o chi la riceve?
Possiamo tentare di ricercare le cause di questo triste fenomeno e dare la colpa a chi
vogliamo, possiamo prendercela con la scarsa educazione che ricevono questi “studenti”
nelle loro famiglie, con il protezionismo più disperato e forsennato dei genitori, con le
dirigenze scolastiche cieche e ottuse che archiviano questi episodi come “ragazzate”, o
con i sempre più deficitari stimoli che invogliano le nuove generazioni allo studio.
Il problema è che una figura importante come quella dell’insegnante, oggi più che mai
per i numerosi problemi che vive la nostra società, ha bisogno di essere valorizzata e
prima di tutto rispettata
Bulli e bullismo
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