#sportumano: 17 dicembre il Vescovo incontra il mondo agonistico in vista del Natale - Diocesi di ...

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#sportumano:    giovedì   17
dicembre il Vescovo incontra
il mondo agonistico in vista
del Natale
L’appuntamento natalizio ormai tradizionale con il Vescovo di
Cremona e il mondo agonistico animato dal Centro Sportivo
Italiano si terrà nella serata di giovedì 17 dicembre presso
la chiesa parrocchiale San Giuseppe nel quartiere Cambonino a
Cremona.

Semplice e forte il titolo di questa edizione: #sportumano, a
segnalare l’impegno CSI e non solo di qualificare la proposta
sportiva e l’attività di quanti ruotano nelle società sportive
come adulti, allenatori, dirigenti e genitori in senso
propriamente educativo.

Educare all’umano, allo spirito della giusta competizione e
alla globalità dell’esperienza è oggi difficile e al tempo
stesso sfida avvincente. Lo sport offre e richiede spazi anche
di valore. Lo dimostrano i ragazzi intervistati che, a vario
titolo, faranno sentire la loro voce e provocheranno gli
adulti a prendere coscienza della preziosità della vita che è
posta nelle loro mani. Il tutto in una suggestiva cornice
celebrativa che alle soglie del Natale aiuterà a riprendere il
senso della luce, della parola e della preghiera, per tutti.

L’animazione liturgica sarà affidata al coro dell’Oratorio di
Arzago d’Adda e l’ospitalità alla comunità parrocchiale
guidata da don Alberto Martinelli.

Non mancherà ovviamente la parola del vescovo Dante, giunto al
suo ultimo appuntamento con il CSI cremonese prima del saluto
alla diocesi e della pensione. Al suo fianco l’assistente
ecclesiastico don Paolo Arienti, che è anche direttore
dell’ufficio di pastorale giovanile e presidente della F.O.Cr.
In prima fila la dirigenza del CSI con il presidente Daniele
Zanoni.

Sono invitati al Natale dello sportivo i genitori, i
dirigenti, gli allenatori e quanti condividono la passione
educativa radicata nello sport oratoriano e non.

Venerdì presso la Fondazione
Città    di    Cremona     la
presentazione    del    libro
“Intorno ad un Requiem di Don
Primo Mazzolari” di Walter
Montini e don Samuele Riva
Si terrà venerdì 18 dicembre a Cremona la presentazione del
libro “Intorno ad un Requiem di Don Primo Mazzolari”, dedicato
da Walter Montini (in foto a destra) e don Samuele Riva (in
foto a sinistra) a un approfondimento di una pagina di alta
spiritualità scritta da don Mazzolari, del quale è in corso il
processo di beatificazione. L’incontro è fissato per le 17.30
presso la sala consiliare della Fondazione Città di Cremona
(piazza Giovanni XXIII, n° 1).

L’elegante volumetto si avvale della presentazione di Don
Maurizio Compiani, biblista e docente di teologia presso la
Sede Cremonese dell’Università cattolica.
Nell’occasione sarà presentato al pubblico anche un dipinto
del pittore cremonese Mario Rota, raffigurante il campanile
della chiesa parrocchiale di Bozzolo, nel quale don Mazzolari
trovò riparo alla persecuzione cui era fatto oggetto dagli
occupanti tedeschi.

Don Primo Mazzolari, nativo di Cremona, dove ha avuto i natali
del 1890, fu parroco di Bozzolo fino alla sua morte nel 1959.
Di lui si ricordano il costante impegno in ambito sociale e la
sollecita cura di quei valori cha caratterizzarono la
Resistenza durante l’ultima fase della seconda guerra
mondiale. Autore di numerose riflessioni teologiche e di
approfonditi studi a tema biblico, il sacerdote tocca qui uno
dei vertici più alti della spiritualità cristiana.

Di Walter Montini è noto l’impegno sia in campo sociale che
culturale, poiché ha svolto funzioni sia presso la Provincia
di Cremona che in Regione Lombardia, presso il Comune di Roma
e la Presidenza del Consiglio. Più volte sindaco del Comune di
Gabbioneta-Binanuova, è stato capo di Gabinetto durante
l’Amministrazione Perri a Cremona e Senatore della Repubblica
nella XI legislatura. Appassionato di storia locale, ha
diretto riviste a carattere scientifico-culturale e pubblicato
saggi e ricerche, tra i quali figurano una raccolta di scritti
di Vincenzo Vernaschi e di don Carlo Bellò, del quale presiede
il Comitato di studi. Da tempo attivo nel campo del
volontariato, è stato presidente del comitato provinciale di
Cremona della Croce Rossa Italiana e della scuola per
assistenti     sanitari,     attualmente     è   presidente
dell’Associazione della Residenze socio-sanitarie della
Provincia di Cremona (A.R.SA.C.). Dal 2002 insegna, presso
l’Università degli studi di Brescia, Sociologia dell’ambiente
e del territorio, nel corso di laurea per assistente
sanitario.

Don Samuele Riva, nato in terra bergamasca, ha frequentato i
corsi di teologia nel Seminario Vescovile di Cremona ed è
stato ordinato sacerdote dal vescovo Enrico Assi. Già vicario
parrocchiale presso il Duomo cremonese, è docente di religione
presso l’Istituto Ghisleri e il Liceo linguistico Beata
Vergine. Perfezionati gli studi teologici presso il Pontificio
Istituto di Padova, ha ottenuto, dopo la specializzazione
liturgico-pastorale, il dottorato in Sacra Teologia nel 2005.
Attualmente è parroco delle comunità di Sabbioneta, Breda
Cisoni, Ponte Terra, Villa Pasquali e il Santuario di
Vigoreto, in territorio mantovano. Autore di saggi di
carattere storico, teologico ed artistico, collabora
stabilmente con la Editrice Queriniana di Brescia ed è autore
di numerosi scritti pubblicati su riviste specialistiche a
tema liturgico.

Presentato    il  libro   “Un
requiem    di    don    Primo
Mazzolari” di Walter Montini
e don Samuele Riva
Nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre, presso la sala
consiliare di Fondazione Città di Cremona, è stato presentato
il libro “Un requiem di don Primo Mazzolari”, scritto a
quattro mani dal senatore Walter Montini e da don Samuele
Riva, parroco delle comunità di Sabbioneta, laureato in
liturgia pastorale. I due autori hanno curato l’edizione di
questa preghiera fino ad ora inedita, commentandola dal punto
di vista letterario e teologico: un Requiem tutto mazzolariano
che, pregando per i morti, in verità medita sulla vita, sulle
verità più profonde, i suoi misteriosi intrecci di speranze e
ingiustizie, di dolori e impegno. Diversi nel libro i
riferimenti ad altri autori che hanno trattato il tema della
morte e del dolore.

Dopo i saluti iniziali della presidente di Fondazione Città di
Cremona, Oriana Garoli, è stata anche resa ufficiale la
donazione alla Fondazione di un’opera d’arte del pittore Mario
Rota. Si tratta di un olio su tela il cui soggetto si connette
alla figura di don Primo Mazzolari, poiché rappresenta il
campanile della chiesa parrocchiale di Bozzolo, dove il prete
cremonese si rifugiò dal 1° marzo al 25 aprile 1945, durante
l’occupazione tedesca, come testimoniato in “Diario di una
primavera”. L’artista, presente in sala, ha voluto ricordare
le ultime parole del “Diario di Mazzolari”, scritte in
occasione del giorno della liberazione: “La finestra rimane
socchiusa, la porta si apre. La liberazione non è tutto”.

In modo complementare, due studi – uno più di carattere
letterario (quello di Montini, “Un Requiem per i vivi);
l’altro di stampo più teologico (quello di Riva, “Una luce sul
Mistero”) – accompagnano il lettore ad una più profonda
comprensione dello scritto mazzolariano.

Il requiem di Mazzolari edito nella pubblicazione è stato
declamata dalla prof.ssa Tiziana Cordani, che ne ha poi
approfondito il significato. Si tratta di una preghiera per i
vivi, lasciata come viatico per tutti i giorni, soprattutto
per coloro che attraversano momenti di dolore e sofferenza.
“Un testo estremamente denso – ha commentanto la Cordani –
diverso dal solito requiem che recitiamo”. “È un requiem che
parla della comunione tra i vivi e i morti come un’unica
cosa”. La preghiera di Mazzolari si avvicina ai “vinti”,
ripetendo che la sfida della morte è forse l’unica che
avvicina al mistero e apre alla speranza. “Avremmo forse
dovuto parlare di questo requiem non vicino al Natale, ma a
Pasqua – ha concluso la professoressa – non perché è una
preghiera che parla di morte, ma perchè tratta della vita dopo
la morte”.
Lettura e commento della prof.ssa Tiziana Cordani
Il senatore Walter Montini è poi intervenuto, sottolineando
che nella preghiera di don Primo vengono abbracciati proprio
tutti gli uomini “arrivati in porto”: quelli che hanno
lavorato per il dovere, lottato per la giustizia, per i forti
che vollero e gli eletti che seppero, per quelli che passarono
per il dolore, i diseredati, i vinti… Non ci sono differenze
di ordine sociale o di stato in questa invocazione, che vede
tutti gli uomini uguali nel momento decisivo dell’abbandono
della vita terrena. Questa è allora una preghiera che ha a che
fare con volti veri, che hanno vissuto e che vivono ancora:
significativa in questo senso l’immagine in copertina, “Volti
in ascolto” di Carla Bergamasco, che rimanda alla concretezza
e la verità della vita. I morti possono diventare presenze che
possono dare ancora speranza a quanti ancora vivono.

                 Intervento di Walter Montini

L’introduzione al testo è del biblista cremonese don Maurizio
Compiani, che nelle pagine iniziali evidenzia come nel testo
siano immediatamente riconoscibili i toni, i contenuti e lo
stile appassionato, propri dell’originale e travolgente
personalità del parroco di Bozzolo.

Nel testo di Montini si incontrano frequenti riferimenti ai
contributi e agli studi condotti su Mazzolari da un altro
sacerdote cremonese, lo storico e saggista don Carlo Bello’
(1923-1983), accanto a riflessioni di alcuni scrittori
italiani che sul mistero della morte hanno scritto pagine
bellissime: Mounier, Bo, Testori e tanti altri.

Nel saggio di Samuele Riva sono evidenti i riflessi biblici e
teologici colti nella breve preghiera di don Primo. Nel suo
scrivere orante – annota don Riva – “l’umanità non viene mai
tarpata dalla fede, anzi, ne viene esaltata, e l’uomo, di
fronte al Mistero, … avverte in sé il duello irriducibile tra
il senso di ”mestizia” e il bisogno di “speranza’”.

Si tratta dunque di una pubblicazione che consolida la
conoscenza di Mazzolari, per chi già ne conosce l’opera, e nel
contempo accompagna il “nuovo” lettore alla piacevole scoperta
di un testimone la cui vita e il cui insegnamento hanno
marcato in modo indelebile un tratto del cammino

Significativo riprendere in mano questa preghiera, in
particolare all’avvicinarsi del Natale: le parole sagge di don
Primo riescono a trasmettere la speranza che permette al
passaggio inevitabile della morte di tramuti in «felele
mestizia fidente», profonda     fiducia   in   una   vita   oltre
l’esistenza terrena.

                         Photogallery

L’apertura del Giubileo al
santuario di Castelleone
Nel limpido pomeriggio di domenica 13 dicembre si è svolta la
solenne celebrazione di inizio dell’anno giubilare anche
presso il Santuario della Misericordia di Castelleone. Il
grazioso complesso mariano, immerso nella campagna cremonese,
ha accolto una folla enorme di fedeli di ogni età proveniente
dalla zona circostante per partecipare alla solenne
celebrazione presieduta da mons. Mario Barbieri, delegato
episcopale per il clero, affiancato dal prevosto mons. Amedeo
Ferrari e dal prefetto del Santuario don Rinaldo Salerno. Dopo
la preghiera dinanzi al portale, ministranti e sacerdoti sono
entrati nella chiesa accolti dal canto della schola cantorum
diretta da Gianmario Marinoni. Al posto dell’atto penitenziale
il celebrante ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta nel
ricordo del battesimo.

Nell’omelia mons. Barbieri ha ricordato che la presenza di
tanti fedeli è frutto: «dell’invito rivolto da Gesù che ha
espresso il suo amore per noi incarnandosi e dandosi per
tutti. Questo atteggiamento lo esprimiamo con l’espressione
“misericordia” che è l’amore di Dio, da capire, da accogliere,
da corrispondere, sentendoci rinfrancati da questa presenza
che Il Signore esprime nei nostri riguardi».

Il sacerdote si è poi soffermato sulla figura di Maria: «Siamo
nel santuario della Madonna della Misericordia, scelto come
luogo particolare anche per ricevere questa benedizione,
questa grazia particolare del suo perdono. Abbiamo bisogno di
fare nostro lo spirito di Maria che è diventata segno di
misericordia per tutti noi».

Mons. Barbieri ha evidenziato poi come Maria acconsentendo
alla chiamata celeste è divenuta esempio, quasi un aiuto a Dio
per portare a Lui tutti gli uomini: la Madonna rispondendo
alla chiamata del Signore, esprime il modo in cui anche l’uomo
possa accogliere il dono del Signore e della sua misericordia.

Importante è anche il rapporto con il prossimo che non deve
mai essere separato dalla devozione verso Dio come è stato ben
evidenziato durante l’omelia: «Mettiamoci in questa
disposizione d’animo per farci accogliere dal Signore così da
fare in modo che ci sia anche lo spirito che ci apre agli
altri. Come ci ricorda il Papa infatti siamo tutti figli di
Dio e dobbiamo ricordare tutti, anche le situazioni difficili
nelle quali vivono i nostri fratelli: accogliere il Signore e
chiudere il nostro cuore agli altri smentisce quello dovrebbe
essere lo spirito della nostra comunione col Signore. Tornare
al Signore per rinnovare la nostra adesione a lui, comporta
anche amare e accogliere tutte le persone, sentodole nostri
fratelli. Sono impegni che anche il Vescovo ci ha ricordato:
l’amore in famiglia, verso le persone in difficoltà, in
sofferenza, gli ammalati, gli anziani, i disabili, i
carcerati, i profughi,    i poveri. Le cosiddette opere di
misericordia devono essere il segno del nostro ritorno al
Signore, segno della sincerità della nostra fede e della
nostra adesione a Dio».

Al termine della celebrazione i ringraziamenti di mons. Amedeo
Ferrari, rettore del santuario che ha augurato a tutti i
presenti di poter ricevere la misericordia del Signore per
poterla anche poi diffonderla in una Chiesa sempre più in
uscita.

                         Photogallery

               L’omelia di mons. Mario Barbieri

L’apertura del Giubileo al
santuario di Casalmaggiore
Il Santuario della Madonna della Fontana a Casalmaggiore è uno
dei tre Santuari Mariani Giubilari della Diocesi di Cremona
dove è stato dato l’avvio ufficiale all’Anno Santo
straordinario della Misericordia domenica 13 dicembre 2015.
Don Irvano Maglia, inviato dal Vescovo e delegato per la
pastorale, ha presieduto la celebrazione in una chiesa,
peraltro già gremita dalle ore 16, alla presenza di numerosi
sacerdoti, pellegrini e autorità locali, tra di essi il primo
cittadino Filippo Bongiovanni.

La corale Santo Stefano del Duomo di Casalmaggiore, alle ore
17, ha intonato il canto d’ingresso dando inizio al rito con
la processione dei sacerdoti, l’invocazione del celebrante
alla misericordia divina e l’aspersione dei fedeli, in ricordo
del battesimo.

Don Irvano, nella sua omelia, ci regala numerosi spunti di
riflessione. Inizia un percorso di vita personale all’insegna
del cambiamento, siamo venuti in pellegrinaggio trascinati
dalla forza di Dio.

«Che cos’è la Misericordia? – ha esordito -. La Misericordia
di Dio è dono che non può essere tenuto per sè, bensì deve
essere ridonato nello stesso stile di Dio: amando per primi,
amando senza condizioni, amando operando il bene spirituale e
materiale del prossimo. È l’amore di Dio che condivide la
nostra sorte, l’amore che ci permette di ritornare a Lui e
trovare sempre la porta aperta».

«Giovanni il Battista – ha proseguito -, infatti, ci esorta a
dare concretezza alla nostra attesa del Signore attraverso le
opere di Misericordia: “chi di voi ha due tuniche ne dia una a
chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Ma
Luca ha uno spunto originale. Egli mentre fa un cernita di chi
va da Giovanni il Battista, distingue tra pubblicani e
soldati, due categorie di persone che più facevano fatica a
seguire un itinerario di conversione. A queste categorie di
persone un poco lontane, Giovanni Battista propone di
esercitare la base della Misericordia, cioè la giustizia: “non
esigete nulla di più di quanto è stato fissato”; “non
maltrattate e non estorcete, accontentatevi delle vostre
paghe”».

L’inizio dell’esercizio della Misericordia «è l’esercizio
della giustizia. Il discepolo del Signore non può porgere una
mano ad elargire e una mano a trattenere». Infine Giovanni
Battista «ci rivela che la manifestazione della Misericordia
di Dio passa attraverso la verità della nostra vita. Siamo
servitori dell’amore di Dio nella nostra vita, Cristo deve
crescere e manifestarsi, non il nostro orgoglio». E così don
Irvano ha terminato: «Preghiamo Maria, la madre della
Misericordia, la fontana da cui sgorga l’acqua pura dell’amore
di Dio, la Serva della Parola di Dio, perché ci accompagni nel
nostro desiderio di diventare       con   Gesù   “volto   della
Misericordia del Padre”».

Al concludersi della Messa è stato molto toccante, oltre i
ringraziamenti dovuti, ribadire da parte dei frati della loro
già risaputa disponibilità ad accogliere tutti i pellegrini,
mendicanti di Misericordia, con la nota semplicità, umiltà e
gioia francescana. Infine i celebranti sono scesi nella cripta
– un gesto molto caratteristico in questa chiesa mariana – per
l’ultima preghiera cantata: la Salve Regina.

Il tempo della misericordia è iniziato, ora tutti hanno
bisogno di rendere concreto nel quotidiano lo stile proprio di
Dio: “Misericordiosi come il Padre”.

                                                          Carmen
L’omelia di don Irvano Maglia
               Photogallery della celebrazione

A Calcio nel fine settimana
mercatini   di   Natale   e
Concerto Gospel
In attesa del Natale, la comunità parrocchiale di Calcio ha
pensato di organizzare un fine settimana ricco di iniziative
per cominciare a diffondere tra le vie del paese il clima di
festa e di calore familiare tipico delle feste natalizie. Già
dalla mattina di sabato 20 dicembre la piazza principale sarà
animata dalle bancarelle dei Mercatini di Natale. Nel
pomeriggio, dalle 14.30 i bambini potranno divertirsi sul
Trenino degli Elfi, sui gonfiabili o scattando qualche
fotografia nel magico mondo di Babbo Natale.

Alle 17.30, sempre per i più piccoli, presso l’oratorio è poi
organizzato un laboratorio creativo. Anche gli adulti potranno
godersi questo particolare pomeriggio, degustando vin brulè,
cioccolata calda e biscotti. Alle 19.30 avrà infine inizio la
serata: prima la proposta di una cena in oratorio aperta a
tutte le famiglie – è necessaria la prenotazione – e alle
21.15 la Tombola di Natale. Alle 22.20 la serata terminerà con
la benedizione delle statuine di Gesù Bambino – il lancio
delle lanterne cinesi è sospeso.

Anche il giorno successivo, domenica 20, non mancheranno
momenti di festa e svago. Dalle 15 chi desidererà potrà fare
tappa al Villaggio della Buona azione, uno spazio in cui
portare in dono qualche oggetto da destinare ai meno
fortunati. Saranno presenti ancora i gonfiabili e si potrà
fare il giro della piazza sui pony. A partire dalle 21 la
serata sarà allietata dai canti gospel che si potranno
ascoltare nella chiesa parrocchiale durante il Concerto-
Spettacolo proposto dal Coro Effatà Hope di Calcio – unito,
per l’esecuzione di alcuni brani al neonato coro diocesano.
Ospite d’onore sarà Junior Robinson, una delle voci più famose
del gospel internazionale. La serata sarà condotta dal
conduttore di TV2000 Enrico Selleri.

Pellegrinaggio a piedi da
Costa S. Abramo a Cremona per
l’apertura della Porta Santa
All’apertura della Porta santa della Misericordia di Cremona,
nel pomeriggio di domenica 13 dicembre, tra le migliaia di
fedeli era presente anche il gruppo della parrocchia di Costa
S. Abramo che, insieme al proprio parroco, don Adriano Veluti,
è giunto alla celebrazione presieduta da mons. Lafranconi con
un pellegrinaggio a piedi dalla frazione di Castelverde sino
alla chiesa di S. Maria Maddalena.

“Una sera di novembre, durante la quale abbiamo discusso della
realtà del nostro oratorio, – ricorda don Veluti – ci siamo
dati il tempo per programmare alcune iniziative spirituali e
caritative che ci aiutassero a vivere l’Avvento con una
maggiore intensità. Così è stata lanciata l’idea di
partecipare all’apertura della Porta Santa della nostra
Cattedrale facendola precedere da un pellegrinaggio, anche se
breve. Infatti da Costa Sant’Abramo alla Cattedrale vi sono
meno di 10 chilometri di distanza”.
Il gruppo, una ventina di persone, fra adulti e qualche
ragazzo, si è dato appuntamento domenica 13 dicembre, dopo
pranzo, alle 13.30, sul piazzale di un supermercato della
zona.

La preghiera che Papa Francesco ha scritto per l’Anno
giubilare ha dato il via al pellegrinaggio, che durante il
tragitto è stato vissuto con la recita del Rosario. “Con
l’intenzione –precisa il parroco – di unirci alla preghiera di
tutta la Chiesa per il nostro Papa; e a quella diocesana per
il vescovo Dante e il futuro vescovo Antonio. Abbiamo pregato
anche per noi, perché l’Anno della Misericordia ci aiuti a
vivere relazione umane nuove, profondamente rinnovate
dall’Amore di Cristo”. “Il cammino – aggiunge ancora don
Veluti – è stato vissuto senza alcuna ansia e preoccupazione.
Anzi, con molta gioia e serenità. Ci siamo sentiti molto uniti
fra di noi, anche nello scambiarci idee e pensieri”.

I pellegrini hanno quindi raggiunto la chiesa di S. Maria
Maddalena, unendosi al gruppo parrocchiale che aveva scelto di
partecipare solo alla celebrazione con il Vescovo e agli altri
fedeli presenti. “Ci siamo uniti alla celebrazione cittadina –
conclude il parroco di Costa S. Abramo – immergendoci in una
folla numerosa e raccolta che ci ha aiutato a ‘sentirci
Chiesa’ in cammino, a renderci conto che anche la parrocchia
ha bisogno di un ‘respiro più grande’”.

Il Vescovo Lafranconi in
visita ai presepi di Palazzo
Comunale
Invitato dal Presidente del Consiglio Simona Pasquali e dal
sindaco Galimberti l’amministratore apostolico, mons. Dante
Lafranconi, ha visitato, nel pomeriggio di venerdì 18
dicembre, i sei presepi di palazzo comunale realizzati
artigianalmente dal gruppo di volontari di CremonaPresepi. Il
presule e il primo cittadino hanno apprezzato la bellezza
della natività in baita di Sandro Cavalli di Cremona collocato
a SpazioComune, del presepe palestinese di Vittorio Fedeli di
Pizzighettone al primo piano, del Casolone di Angelo Corna di
Scanzorosciate (Bergamo) nella sala dell’ascensore.

La breve visita si è conclusa con un momento di riflessione
del Vescovo nella sala dei Decurioni al secondo piano davanti
al presepe palestinese di Giovanni Devoti di Formigara, ai
primi passi di Luigi Montanaro di San Severo (Foggia) e al
passaggio innevato di Giovanni De Paoli di Lainate (Milano).
Erano presenti alcuni autori e la coordinatrice del gruppo di
volontari, Anita Diana. I sei presepi di palazzo comunale che
si possono visitare quando il Comune è aperto, si aggiungono
al presepe realizzato dalla ditta Me Com di Cremona
posizionato alla Loggia dei Militi e al presepe collocato al
Civico Cimitero.

Cucine Benefiche aperte anche
la sera: da Natale a Pasqua
Una bella notizia dal fronte della solidarietà cremonese: le
Cucine Benefiche gestite dalla San Vincenzo diocesana dal 24
dicembre 2015, vigilia di Natale, al 27 marzo 2016, giorno di
Pasqua resteranno aperte anche alla sera e offriranno un pasto
caldo alle tante persone indigenti della città. La presidente
Eugenia Rozzi è particolarmente soddisfatta: «Da tempo diversi
nostri ospiti ci chiedevano un piatto caldo anche la sera:
grazie alla generosità dei nostri volontari, che subito hanno
acconsentito, e al supporto della Caritas Cremonese, ci siamo
subito messi al lavoro. Il servizio sarà attivo in questi mesi
invernali e ci auguriamo che possa coinvolgere anche gli
oratori della città e del circondario. Ad alcuni vicari
abbiamo già proposto di invitare i loro ragazzi qualche sera
al mese: la risposta è stata positiva da parte di molti e
questo ci ha rincuorato. Naturalmente saranno presenti alcuni
nostri volontari che coaudiveranno i diversi gruppi e, come al
solito, segneranno le presenze»

Ogni utente, infatti, è conosciuto dai vincenziani: sulla
porta c’è sempre un responsabile che segna i nominativi. Alle
persone nuove vengono chieste le generalità e parte un
processo di accompagnamento che coinvolge i Servizi sociali
del Comune e il Centro di ascolto della Caritas. Stessa
procedura è compiuta per chi usufruisce del servizio docce e
del cambio settimanale di biancheria intima o per chi riceve
il pacco viveri: «La nostra non è una carità “a pioggia” –
precisa Rozzi –. Cerchiamo, infatti, di guardare alle reali
necessità delle persone sviluppando, dove è possibile, una
rete di aiuti che coinvolga le istituzioni civili e le
parrocchie».

Attualmente i membri della San Vincenzo che si occupano delle
Cucine Benefiche e dei tanti altri servizi di carità sono una
trentina a fronte di una richiesta giornaliera di 30/40
coperti: «Occorre sfatare un luogo comune – precisa la
presidente Rozzi – non ci sono solo stranieri che ci chiedono
il pasto e non sono la maggioranza: la metà, infatti, sono
italiani. Alcuni di essi sono poveri storici della nostra
città, altri sono vittime della crisi economica che purtroppo
continua ad imperversare».

«Naturalmente il nostro servizio all’ora di pranzo proseguirà
come al solito: le nostre porte sono sempre aperte 365 giorno
su 365: Natale e Pasqua compresi. Anzi, nelle festività il
menù è più ricco e sostanzioso e i volontari si moltiplicano.
Il 25 dicembre, infatti, non mancherà sul vassoio dei nostri
utenti una bella fetta di panettone».

Da ricordare, inoltre, che il giorno di Sant’Omobono la San
Vincenzo diocesana ha inaugurato il nuovo centro di
distribuzione alimenti in via San Francesco d’Assisi. È stata
proprio la presidente Rozzi, affiancata dal vescovo Lafranconi
e dal sindaco Galimberti, a tagliare il nastro di questa
struttura che oltre alla stanza per la distribuzione dei
pacchi comprende anche un capiente magazzino, con tanto di
cella frigorifera e serrande che permettono con facilità le
operazione di scarico delle derrate alimentari. In tutto sono
oltre 350 le famiglie seguite ogni anno, con una media di 250
pacchi alimentari donati ogni mese.

La San Vincenzo, infine, offre molti altri servizi ugualmente
indispensabili: attraverso il Centro d’ascolto, che lavora in
sinergia con quello della Caritas e con le 29 San Vincenzo
parrocchiali, sono state aiutate famiglie in gravi difficoltà
economiche. La maggior parte degli interventi riguarda il
pagamento delle utenze, dell’affitto, delle rette per le mense
scolastiche, dei libri di testi o dei medicinali. Anche in
questi casi non si tratta solo di dare dei soldi, ma di
accompagnare le persone verso un futuro di riscatto e di
autonomia.

Da rimarcare anche i progetti legati al doposcuola negli
oratori di Cristo Re e San Pietro al Po e diversi laboratori
presso il carcere cittadino.

In Costa Rica l’ordinazione
di   don    Luigi   Vettone
originario di Longardore e
membro      del     Cammino
Neocatecumenale
È tornata nella serata di domenica 13 dicembre la comitiva di
cremonesi che ha partecipato, martedì 8 dicembre, a San José,
capitale del Costa Rica, all’ordinazione sacerdote di don
Luigi Vettone, il 46enne originario di Longardore, che ha
maturato la sua vocazione nel Cammino Neocatecumenale e che ha
deciso di entrare in Seminario dopo la GMG di Colonia del
2005, mentre già lavorava come odontotecnico. Nel gruppo,
composto da diversi neocatecumenali della seconda comunità di
Sant’Ilario, anche i genitori Rodolfo e Mirella e il fratello
Mario.

«Siamo stati ospitati in maniera fantastica – racconta Andrea
Carassai – dalle famiglie del Cammino di San Josè che ci hanno
condotto alla scoperta delle meraviglie di questo paese. Nei
giorni della nostra permanenza – siamo partiti dall’Italia il
4 dicembre – abbiamo potuto ammirare il vulcano Poas, uno dei
tanti vulcani attivi del paese, poi abbiamo visitato la Casa
di Siloe, centro di accoglienza e ritrovo per i
neocatecumenali del posto. Il 6 dicembre, quindi, abbiamo
compiuto un pellegrinaggio a Cartago, seconda città per
abitanti e antica capitale, dove si trova la basilica della
Vergine degli Angeli, patrona della Nazione. Il 7 dicembre
abbiamo visitato il seminario Redemptoris Mater dove si è
formato don Luigi. Tale seminario fu eretto una decina di anni
fa e ospita seminaristi provenienti da tutto il mondo. Qui
abbiamo celebrato l’Eucaristia con i 21 giovani che si
preparano al presbiterato guidati dal rettore padre Josè.».

L’8 dicembre, il momento tanto atteso: l’ordinazione di don
Vettoni: «Oltre a Luigi è stato ordinato sacerdote anche don
Santiano, originario di Saragozza in Spagna, e un altro
sacerdote che si è preparato nel Seminario nazionale, mentre è
stato ordinato diacono Daniel Edoardo anch’egli spagnolo, ma
di Alicante. Il rito è stato presieduto dall’arcivescovo mons.
Josè Rafael Quiros Quiros».

La sera stessa don Luigi ha celebrato la sua prima Messa nella
parrocchia di Sant’Antonio Coronado in San Josè dove ha
prestato servizio diaconale in quest’ultimo anno.

«Dopo l’ordinazione – conclude Carassai – abbiamo fatto una
breve, ma intensa vacanza alle terme in località Arenal e poi
al mare a Punta Leona sulla costa del Pacifico. Con don Luigi
abbiamo riposato e pregato, pronti noi a riprendere la via per
Cremona e lui per la sua nuova missione».

Don Vettone è stato nominato dall’Arcivescovo vicario della
parrocchia di Sant’Anna, nello stato di San Josè, a circa 30
Km dalla capitale. Il rientro in Italia del novello prete è
previsto nel prossimo giugno: in quell’occasione celebrerà a
Longardore e Sospiro, ma anche nella chiesa di Sant’Ilario
dove si è sviluppato il Cammino Neocatecumenale in diocesi di
Cremona e dove è nata la sua vocazione.

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