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#sportumano: giovedì 17 dicembre il Vescovo incontra il mondo agonistico in vista del Natale L’appuntamento natalizio ormai tradizionale con il Vescovo di Cremona e il mondo agonistico animato dal Centro Sportivo Italiano si terrà nella serata di giovedì 17 dicembre presso la chiesa parrocchiale San Giuseppe nel quartiere Cambonino a Cremona. Semplice e forte il titolo di questa edizione: #sportumano, a segnalare l’impegno CSI e non solo di qualificare la proposta sportiva e l’attività di quanti ruotano nelle società sportive come adulti, allenatori, dirigenti e genitori in senso propriamente educativo. Educare all’umano, allo spirito della giusta competizione e alla globalità dell’esperienza è oggi difficile e al tempo stesso sfida avvincente. Lo sport offre e richiede spazi anche di valore. Lo dimostrano i ragazzi intervistati che, a vario titolo, faranno sentire la loro voce e provocheranno gli adulti a prendere coscienza della preziosità della vita che è posta nelle loro mani. Il tutto in una suggestiva cornice celebrativa che alle soglie del Natale aiuterà a riprendere il senso della luce, della parola e della preghiera, per tutti. L’animazione liturgica sarà affidata al coro dell’Oratorio di Arzago d’Adda e l’ospitalità alla comunità parrocchiale guidata da don Alberto Martinelli. Non mancherà ovviamente la parola del vescovo Dante, giunto al suo ultimo appuntamento con il CSI cremonese prima del saluto alla diocesi e della pensione. Al suo fianco l’assistente
ecclesiastico don Paolo Arienti, che è anche direttore dell’ufficio di pastorale giovanile e presidente della F.O.Cr. In prima fila la dirigenza del CSI con il presidente Daniele Zanoni. Sono invitati al Natale dello sportivo i genitori, i dirigenti, gli allenatori e quanti condividono la passione educativa radicata nello sport oratoriano e non. Venerdì presso la Fondazione Città di Cremona la presentazione del libro “Intorno ad un Requiem di Don Primo Mazzolari” di Walter Montini e don Samuele Riva Si terrà venerdì 18 dicembre a Cremona la presentazione del libro “Intorno ad un Requiem di Don Primo Mazzolari”, dedicato da Walter Montini (in foto a destra) e don Samuele Riva (in foto a sinistra) a un approfondimento di una pagina di alta spiritualità scritta da don Mazzolari, del quale è in corso il processo di beatificazione. L’incontro è fissato per le 17.30 presso la sala consiliare della Fondazione Città di Cremona (piazza Giovanni XXIII, n° 1). L’elegante volumetto si avvale della presentazione di Don Maurizio Compiani, biblista e docente di teologia presso la Sede Cremonese dell’Università cattolica.
Nell’occasione sarà presentato al pubblico anche un dipinto del pittore cremonese Mario Rota, raffigurante il campanile della chiesa parrocchiale di Bozzolo, nel quale don Mazzolari trovò riparo alla persecuzione cui era fatto oggetto dagli occupanti tedeschi. Don Primo Mazzolari, nativo di Cremona, dove ha avuto i natali del 1890, fu parroco di Bozzolo fino alla sua morte nel 1959. Di lui si ricordano il costante impegno in ambito sociale e la sollecita cura di quei valori cha caratterizzarono la Resistenza durante l’ultima fase della seconda guerra mondiale. Autore di numerose riflessioni teologiche e di approfonditi studi a tema biblico, il sacerdote tocca qui uno dei vertici più alti della spiritualità cristiana. Di Walter Montini è noto l’impegno sia in campo sociale che culturale, poiché ha svolto funzioni sia presso la Provincia di Cremona che in Regione Lombardia, presso il Comune di Roma e la Presidenza del Consiglio. Più volte sindaco del Comune di Gabbioneta-Binanuova, è stato capo di Gabinetto durante l’Amministrazione Perri a Cremona e Senatore della Repubblica nella XI legislatura. Appassionato di storia locale, ha diretto riviste a carattere scientifico-culturale e pubblicato saggi e ricerche, tra i quali figurano una raccolta di scritti di Vincenzo Vernaschi e di don Carlo Bellò, del quale presiede il Comitato di studi. Da tempo attivo nel campo del volontariato, è stato presidente del comitato provinciale di Cremona della Croce Rossa Italiana e della scuola per assistenti sanitari, attualmente è presidente dell’Associazione della Residenze socio-sanitarie della Provincia di Cremona (A.R.SA.C.). Dal 2002 insegna, presso l’Università degli studi di Brescia, Sociologia dell’ambiente e del territorio, nel corso di laurea per assistente sanitario. Don Samuele Riva, nato in terra bergamasca, ha frequentato i corsi di teologia nel Seminario Vescovile di Cremona ed è stato ordinato sacerdote dal vescovo Enrico Assi. Già vicario
parrocchiale presso il Duomo cremonese, è docente di religione presso l’Istituto Ghisleri e il Liceo linguistico Beata Vergine. Perfezionati gli studi teologici presso il Pontificio Istituto di Padova, ha ottenuto, dopo la specializzazione liturgico-pastorale, il dottorato in Sacra Teologia nel 2005. Attualmente è parroco delle comunità di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponte Terra, Villa Pasquali e il Santuario di Vigoreto, in territorio mantovano. Autore di saggi di carattere storico, teologico ed artistico, collabora stabilmente con la Editrice Queriniana di Brescia ed è autore di numerosi scritti pubblicati su riviste specialistiche a tema liturgico. Presentato il libro “Un requiem di don Primo Mazzolari” di Walter Montini e don Samuele Riva Nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre, presso la sala consiliare di Fondazione Città di Cremona, è stato presentato il libro “Un requiem di don Primo Mazzolari”, scritto a quattro mani dal senatore Walter Montini e da don Samuele Riva, parroco delle comunità di Sabbioneta, laureato in liturgia pastorale. I due autori hanno curato l’edizione di questa preghiera fino ad ora inedita, commentandola dal punto di vista letterario e teologico: un Requiem tutto mazzolariano che, pregando per i morti, in verità medita sulla vita, sulle verità più profonde, i suoi misteriosi intrecci di speranze e ingiustizie, di dolori e impegno. Diversi nel libro i riferimenti ad altri autori che hanno trattato il tema della
morte e del dolore. Dopo i saluti iniziali della presidente di Fondazione Città di Cremona, Oriana Garoli, è stata anche resa ufficiale la donazione alla Fondazione di un’opera d’arte del pittore Mario Rota. Si tratta di un olio su tela il cui soggetto si connette alla figura di don Primo Mazzolari, poiché rappresenta il campanile della chiesa parrocchiale di Bozzolo, dove il prete cremonese si rifugiò dal 1° marzo al 25 aprile 1945, durante l’occupazione tedesca, come testimoniato in “Diario di una primavera”. L’artista, presente in sala, ha voluto ricordare le ultime parole del “Diario di Mazzolari”, scritte in occasione del giorno della liberazione: “La finestra rimane socchiusa, la porta si apre. La liberazione non è tutto”. In modo complementare, due studi – uno più di carattere letterario (quello di Montini, “Un Requiem per i vivi); l’altro di stampo più teologico (quello di Riva, “Una luce sul Mistero”) – accompagnano il lettore ad una più profonda comprensione dello scritto mazzolariano. Il requiem di Mazzolari edito nella pubblicazione è stato declamata dalla prof.ssa Tiziana Cordani, che ne ha poi approfondito il significato. Si tratta di una preghiera per i vivi, lasciata come viatico per tutti i giorni, soprattutto per coloro che attraversano momenti di dolore e sofferenza. “Un testo estremamente denso – ha commentanto la Cordani – diverso dal solito requiem che recitiamo”. “È un requiem che parla della comunione tra i vivi e i morti come un’unica cosa”. La preghiera di Mazzolari si avvicina ai “vinti”, ripetendo che la sfida della morte è forse l’unica che avvicina al mistero e apre alla speranza. “Avremmo forse dovuto parlare di questo requiem non vicino al Natale, ma a Pasqua – ha concluso la professoressa – non perché è una preghiera che parla di morte, ma perchè tratta della vita dopo la morte”.
Lettura e commento della prof.ssa Tiziana Cordani Il senatore Walter Montini è poi intervenuto, sottolineando che nella preghiera di don Primo vengono abbracciati proprio tutti gli uomini “arrivati in porto”: quelli che hanno lavorato per il dovere, lottato per la giustizia, per i forti che vollero e gli eletti che seppero, per quelli che passarono per il dolore, i diseredati, i vinti… Non ci sono differenze di ordine sociale o di stato in questa invocazione, che vede tutti gli uomini uguali nel momento decisivo dell’abbandono della vita terrena. Questa è allora una preghiera che ha a che fare con volti veri, che hanno vissuto e che vivono ancora: significativa in questo senso l’immagine in copertina, “Volti in ascolto” di Carla Bergamasco, che rimanda alla concretezza e la verità della vita. I morti possono diventare presenze che possono dare ancora speranza a quanti ancora vivono. Intervento di Walter Montini L’introduzione al testo è del biblista cremonese don Maurizio Compiani, che nelle pagine iniziali evidenzia come nel testo siano immediatamente riconoscibili i toni, i contenuti e lo stile appassionato, propri dell’originale e travolgente personalità del parroco di Bozzolo. Nel testo di Montini si incontrano frequenti riferimenti ai contributi e agli studi condotti su Mazzolari da un altro sacerdote cremonese, lo storico e saggista don Carlo Bello’ (1923-1983), accanto a riflessioni di alcuni scrittori
italiani che sul mistero della morte hanno scritto pagine bellissime: Mounier, Bo, Testori e tanti altri. Nel saggio di Samuele Riva sono evidenti i riflessi biblici e teologici colti nella breve preghiera di don Primo. Nel suo scrivere orante – annota don Riva – “l’umanità non viene mai tarpata dalla fede, anzi, ne viene esaltata, e l’uomo, di fronte al Mistero, … avverte in sé il duello irriducibile tra il senso di ”mestizia” e il bisogno di “speranza’”. Si tratta dunque di una pubblicazione che consolida la conoscenza di Mazzolari, per chi già ne conosce l’opera, e nel contempo accompagna il “nuovo” lettore alla piacevole scoperta di un testimone la cui vita e il cui insegnamento hanno marcato in modo indelebile un tratto del cammino Significativo riprendere in mano questa preghiera, in particolare all’avvicinarsi del Natale: le parole sagge di don Primo riescono a trasmettere la speranza che permette al passaggio inevitabile della morte di tramuti in «felele mestizia fidente», profonda fiducia in una vita oltre l’esistenza terrena. Photogallery L’apertura del Giubileo al santuario di Castelleone Nel limpido pomeriggio di domenica 13 dicembre si è svolta la solenne celebrazione di inizio dell’anno giubilare anche presso il Santuario della Misericordia di Castelleone. Il grazioso complesso mariano, immerso nella campagna cremonese, ha accolto una folla enorme di fedeli di ogni età proveniente
dalla zona circostante per partecipare alla solenne celebrazione presieduta da mons. Mario Barbieri, delegato episcopale per il clero, affiancato dal prevosto mons. Amedeo Ferrari e dal prefetto del Santuario don Rinaldo Salerno. Dopo la preghiera dinanzi al portale, ministranti e sacerdoti sono entrati nella chiesa accolti dal canto della schola cantorum diretta da Gianmario Marinoni. Al posto dell’atto penitenziale il celebrante ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta nel ricordo del battesimo. Nell’omelia mons. Barbieri ha ricordato che la presenza di tanti fedeli è frutto: «dell’invito rivolto da Gesù che ha espresso il suo amore per noi incarnandosi e dandosi per tutti. Questo atteggiamento lo esprimiamo con l’espressione “misericordia” che è l’amore di Dio, da capire, da accogliere, da corrispondere, sentendoci rinfrancati da questa presenza che Il Signore esprime nei nostri riguardi». Il sacerdote si è poi soffermato sulla figura di Maria: «Siamo nel santuario della Madonna della Misericordia, scelto come luogo particolare anche per ricevere questa benedizione, questa grazia particolare del suo perdono. Abbiamo bisogno di fare nostro lo spirito di Maria che è diventata segno di misericordia per tutti noi». Mons. Barbieri ha evidenziato poi come Maria acconsentendo alla chiamata celeste è divenuta esempio, quasi un aiuto a Dio per portare a Lui tutti gli uomini: la Madonna rispondendo alla chiamata del Signore, esprime il modo in cui anche l’uomo possa accogliere il dono del Signore e della sua misericordia. Importante è anche il rapporto con il prossimo che non deve mai essere separato dalla devozione verso Dio come è stato ben evidenziato durante l’omelia: «Mettiamoci in questa disposizione d’animo per farci accogliere dal Signore così da fare in modo che ci sia anche lo spirito che ci apre agli altri. Come ci ricorda il Papa infatti siamo tutti figli di Dio e dobbiamo ricordare tutti, anche le situazioni difficili
nelle quali vivono i nostri fratelli: accogliere il Signore e chiudere il nostro cuore agli altri smentisce quello dovrebbe essere lo spirito della nostra comunione col Signore. Tornare al Signore per rinnovare la nostra adesione a lui, comporta anche amare e accogliere tutte le persone, sentodole nostri fratelli. Sono impegni che anche il Vescovo ci ha ricordato: l’amore in famiglia, verso le persone in difficoltà, in sofferenza, gli ammalati, gli anziani, i disabili, i carcerati, i profughi, i poveri. Le cosiddette opere di misericordia devono essere il segno del nostro ritorno al Signore, segno della sincerità della nostra fede e della nostra adesione a Dio». Al termine della celebrazione i ringraziamenti di mons. Amedeo Ferrari, rettore del santuario che ha augurato a tutti i presenti di poter ricevere la misericordia del Signore per poterla anche poi diffonderla in una Chiesa sempre più in uscita. Photogallery L’omelia di mons. Mario Barbieri L’apertura del Giubileo al
santuario di Casalmaggiore Il Santuario della Madonna della Fontana a Casalmaggiore è uno dei tre Santuari Mariani Giubilari della Diocesi di Cremona dove è stato dato l’avvio ufficiale all’Anno Santo straordinario della Misericordia domenica 13 dicembre 2015. Don Irvano Maglia, inviato dal Vescovo e delegato per la pastorale, ha presieduto la celebrazione in una chiesa, peraltro già gremita dalle ore 16, alla presenza di numerosi sacerdoti, pellegrini e autorità locali, tra di essi il primo cittadino Filippo Bongiovanni. La corale Santo Stefano del Duomo di Casalmaggiore, alle ore 17, ha intonato il canto d’ingresso dando inizio al rito con la processione dei sacerdoti, l’invocazione del celebrante alla misericordia divina e l’aspersione dei fedeli, in ricordo del battesimo. Don Irvano, nella sua omelia, ci regala numerosi spunti di riflessione. Inizia un percorso di vita personale all’insegna del cambiamento, siamo venuti in pellegrinaggio trascinati dalla forza di Dio. «Che cos’è la Misericordia? – ha esordito -. La Misericordia di Dio è dono che non può essere tenuto per sè, bensì deve essere ridonato nello stesso stile di Dio: amando per primi, amando senza condizioni, amando operando il bene spirituale e materiale del prossimo. È l’amore di Dio che condivide la nostra sorte, l’amore che ci permette di ritornare a Lui e trovare sempre la porta aperta». «Giovanni il Battista – ha proseguito -, infatti, ci esorta a dare concretezza alla nostra attesa del Signore attraverso le opere di Misericordia: “chi di voi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Ma Luca ha uno spunto originale. Egli mentre fa un cernita di chi va da Giovanni il Battista, distingue tra pubblicani e
soldati, due categorie di persone che più facevano fatica a seguire un itinerario di conversione. A queste categorie di persone un poco lontane, Giovanni Battista propone di esercitare la base della Misericordia, cioè la giustizia: “non esigete nulla di più di quanto è stato fissato”; “non maltrattate e non estorcete, accontentatevi delle vostre paghe”». L’inizio dell’esercizio della Misericordia «è l’esercizio della giustizia. Il discepolo del Signore non può porgere una mano ad elargire e una mano a trattenere». Infine Giovanni Battista «ci rivela che la manifestazione della Misericordia di Dio passa attraverso la verità della nostra vita. Siamo servitori dell’amore di Dio nella nostra vita, Cristo deve crescere e manifestarsi, non il nostro orgoglio». E così don Irvano ha terminato: «Preghiamo Maria, la madre della Misericordia, la fontana da cui sgorga l’acqua pura dell’amore di Dio, la Serva della Parola di Dio, perché ci accompagni nel nostro desiderio di diventare con Gesù “volto della Misericordia del Padre”». Al concludersi della Messa è stato molto toccante, oltre i ringraziamenti dovuti, ribadire da parte dei frati della loro già risaputa disponibilità ad accogliere tutti i pellegrini, mendicanti di Misericordia, con la nota semplicità, umiltà e gioia francescana. Infine i celebranti sono scesi nella cripta – un gesto molto caratteristico in questa chiesa mariana – per l’ultima preghiera cantata: la Salve Regina. Il tempo della misericordia è iniziato, ora tutti hanno bisogno di rendere concreto nel quotidiano lo stile proprio di Dio: “Misericordiosi come il Padre”. Carmen
L’omelia di don Irvano Maglia Photogallery della celebrazione A Calcio nel fine settimana mercatini di Natale e Concerto Gospel In attesa del Natale, la comunità parrocchiale di Calcio ha pensato di organizzare un fine settimana ricco di iniziative per cominciare a diffondere tra le vie del paese il clima di festa e di calore familiare tipico delle feste natalizie. Già dalla mattina di sabato 20 dicembre la piazza principale sarà animata dalle bancarelle dei Mercatini di Natale. Nel pomeriggio, dalle 14.30 i bambini potranno divertirsi sul Trenino degli Elfi, sui gonfiabili o scattando qualche fotografia nel magico mondo di Babbo Natale. Alle 17.30, sempre per i più piccoli, presso l’oratorio è poi organizzato un laboratorio creativo. Anche gli adulti potranno godersi questo particolare pomeriggio, degustando vin brulè, cioccolata calda e biscotti. Alle 19.30 avrà infine inizio la serata: prima la proposta di una cena in oratorio aperta a tutte le famiglie – è necessaria la prenotazione – e alle 21.15 la Tombola di Natale. Alle 22.20 la serata terminerà con la benedizione delle statuine di Gesù Bambino – il lancio delle lanterne cinesi è sospeso. Anche il giorno successivo, domenica 20, non mancheranno momenti di festa e svago. Dalle 15 chi desidererà potrà fare tappa al Villaggio della Buona azione, uno spazio in cui portare in dono qualche oggetto da destinare ai meno
fortunati. Saranno presenti ancora i gonfiabili e si potrà fare il giro della piazza sui pony. A partire dalle 21 la serata sarà allietata dai canti gospel che si potranno ascoltare nella chiesa parrocchiale durante il Concerto- Spettacolo proposto dal Coro Effatà Hope di Calcio – unito, per l’esecuzione di alcuni brani al neonato coro diocesano. Ospite d’onore sarà Junior Robinson, una delle voci più famose del gospel internazionale. La serata sarà condotta dal conduttore di TV2000 Enrico Selleri. Pellegrinaggio a piedi da Costa S. Abramo a Cremona per l’apertura della Porta Santa All’apertura della Porta santa della Misericordia di Cremona, nel pomeriggio di domenica 13 dicembre, tra le migliaia di fedeli era presente anche il gruppo della parrocchia di Costa S. Abramo che, insieme al proprio parroco, don Adriano Veluti, è giunto alla celebrazione presieduta da mons. Lafranconi con un pellegrinaggio a piedi dalla frazione di Castelverde sino alla chiesa di S. Maria Maddalena. “Una sera di novembre, durante la quale abbiamo discusso della realtà del nostro oratorio, – ricorda don Veluti – ci siamo dati il tempo per programmare alcune iniziative spirituali e caritative che ci aiutassero a vivere l’Avvento con una maggiore intensità. Così è stata lanciata l’idea di partecipare all’apertura della Porta Santa della nostra Cattedrale facendola precedere da un pellegrinaggio, anche se breve. Infatti da Costa Sant’Abramo alla Cattedrale vi sono meno di 10 chilometri di distanza”.
Il gruppo, una ventina di persone, fra adulti e qualche ragazzo, si è dato appuntamento domenica 13 dicembre, dopo pranzo, alle 13.30, sul piazzale di un supermercato della zona. La preghiera che Papa Francesco ha scritto per l’Anno giubilare ha dato il via al pellegrinaggio, che durante il tragitto è stato vissuto con la recita del Rosario. “Con l’intenzione –precisa il parroco – di unirci alla preghiera di tutta la Chiesa per il nostro Papa; e a quella diocesana per il vescovo Dante e il futuro vescovo Antonio. Abbiamo pregato anche per noi, perché l’Anno della Misericordia ci aiuti a vivere relazione umane nuove, profondamente rinnovate dall’Amore di Cristo”. “Il cammino – aggiunge ancora don Veluti – è stato vissuto senza alcuna ansia e preoccupazione. Anzi, con molta gioia e serenità. Ci siamo sentiti molto uniti fra di noi, anche nello scambiarci idee e pensieri”. I pellegrini hanno quindi raggiunto la chiesa di S. Maria Maddalena, unendosi al gruppo parrocchiale che aveva scelto di partecipare solo alla celebrazione con il Vescovo e agli altri fedeli presenti. “Ci siamo uniti alla celebrazione cittadina – conclude il parroco di Costa S. Abramo – immergendoci in una folla numerosa e raccolta che ci ha aiutato a ‘sentirci Chiesa’ in cammino, a renderci conto che anche la parrocchia ha bisogno di un ‘respiro più grande’”. Il Vescovo Lafranconi in visita ai presepi di Palazzo
Comunale Invitato dal Presidente del Consiglio Simona Pasquali e dal sindaco Galimberti l’amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi, ha visitato, nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre, i sei presepi di palazzo comunale realizzati artigianalmente dal gruppo di volontari di CremonaPresepi. Il presule e il primo cittadino hanno apprezzato la bellezza della natività in baita di Sandro Cavalli di Cremona collocato a SpazioComune, del presepe palestinese di Vittorio Fedeli di Pizzighettone al primo piano, del Casolone di Angelo Corna di Scanzorosciate (Bergamo) nella sala dell’ascensore. La breve visita si è conclusa con un momento di riflessione del Vescovo nella sala dei Decurioni al secondo piano davanti al presepe palestinese di Giovanni Devoti di Formigara, ai primi passi di Luigi Montanaro di San Severo (Foggia) e al passaggio innevato di Giovanni De Paoli di Lainate (Milano). Erano presenti alcuni autori e la coordinatrice del gruppo di volontari, Anita Diana. I sei presepi di palazzo comunale che si possono visitare quando il Comune è aperto, si aggiungono al presepe realizzato dalla ditta Me Com di Cremona posizionato alla Loggia dei Militi e al presepe collocato al Civico Cimitero. Cucine Benefiche aperte anche
la sera: da Natale a Pasqua Una bella notizia dal fronte della solidarietà cremonese: le Cucine Benefiche gestite dalla San Vincenzo diocesana dal 24 dicembre 2015, vigilia di Natale, al 27 marzo 2016, giorno di Pasqua resteranno aperte anche alla sera e offriranno un pasto caldo alle tante persone indigenti della città. La presidente Eugenia Rozzi è particolarmente soddisfatta: «Da tempo diversi nostri ospiti ci chiedevano un piatto caldo anche la sera: grazie alla generosità dei nostri volontari, che subito hanno acconsentito, e al supporto della Caritas Cremonese, ci siamo subito messi al lavoro. Il servizio sarà attivo in questi mesi invernali e ci auguriamo che possa coinvolgere anche gli oratori della città e del circondario. Ad alcuni vicari abbiamo già proposto di invitare i loro ragazzi qualche sera al mese: la risposta è stata positiva da parte di molti e questo ci ha rincuorato. Naturalmente saranno presenti alcuni nostri volontari che coaudiveranno i diversi gruppi e, come al solito, segneranno le presenze» Ogni utente, infatti, è conosciuto dai vincenziani: sulla porta c’è sempre un responsabile che segna i nominativi. Alle persone nuove vengono chieste le generalità e parte un processo di accompagnamento che coinvolge i Servizi sociali del Comune e il Centro di ascolto della Caritas. Stessa procedura è compiuta per chi usufruisce del servizio docce e del cambio settimanale di biancheria intima o per chi riceve il pacco viveri: «La nostra non è una carità “a pioggia” – precisa Rozzi –. Cerchiamo, infatti, di guardare alle reali necessità delle persone sviluppando, dove è possibile, una rete di aiuti che coinvolga le istituzioni civili e le parrocchie». Attualmente i membri della San Vincenzo che si occupano delle Cucine Benefiche e dei tanti altri servizi di carità sono una trentina a fronte di una richiesta giornaliera di 30/40 coperti: «Occorre sfatare un luogo comune – precisa la
presidente Rozzi – non ci sono solo stranieri che ci chiedono il pasto e non sono la maggioranza: la metà, infatti, sono italiani. Alcuni di essi sono poveri storici della nostra città, altri sono vittime della crisi economica che purtroppo continua ad imperversare». «Naturalmente il nostro servizio all’ora di pranzo proseguirà come al solito: le nostre porte sono sempre aperte 365 giorno su 365: Natale e Pasqua compresi. Anzi, nelle festività il menù è più ricco e sostanzioso e i volontari si moltiplicano. Il 25 dicembre, infatti, non mancherà sul vassoio dei nostri utenti una bella fetta di panettone». Da ricordare, inoltre, che il giorno di Sant’Omobono la San Vincenzo diocesana ha inaugurato il nuovo centro di distribuzione alimenti in via San Francesco d’Assisi. È stata proprio la presidente Rozzi, affiancata dal vescovo Lafranconi e dal sindaco Galimberti, a tagliare il nastro di questa struttura che oltre alla stanza per la distribuzione dei pacchi comprende anche un capiente magazzino, con tanto di cella frigorifera e serrande che permettono con facilità le operazione di scarico delle derrate alimentari. In tutto sono oltre 350 le famiglie seguite ogni anno, con una media di 250 pacchi alimentari donati ogni mese. La San Vincenzo, infine, offre molti altri servizi ugualmente indispensabili: attraverso il Centro d’ascolto, che lavora in sinergia con quello della Caritas e con le 29 San Vincenzo parrocchiali, sono state aiutate famiglie in gravi difficoltà economiche. La maggior parte degli interventi riguarda il pagamento delle utenze, dell’affitto, delle rette per le mense scolastiche, dei libri di testi o dei medicinali. Anche in questi casi non si tratta solo di dare dei soldi, ma di accompagnare le persone verso un futuro di riscatto e di autonomia. Da rimarcare anche i progetti legati al doposcuola negli oratori di Cristo Re e San Pietro al Po e diversi laboratori
presso il carcere cittadino. In Costa Rica l’ordinazione di don Luigi Vettone originario di Longardore e membro del Cammino Neocatecumenale È tornata nella serata di domenica 13 dicembre la comitiva di cremonesi che ha partecipato, martedì 8 dicembre, a San José, capitale del Costa Rica, all’ordinazione sacerdote di don Luigi Vettone, il 46enne originario di Longardore, che ha maturato la sua vocazione nel Cammino Neocatecumenale e che ha deciso di entrare in Seminario dopo la GMG di Colonia del 2005, mentre già lavorava come odontotecnico. Nel gruppo, composto da diversi neocatecumenali della seconda comunità di Sant’Ilario, anche i genitori Rodolfo e Mirella e il fratello Mario. «Siamo stati ospitati in maniera fantastica – racconta Andrea Carassai – dalle famiglie del Cammino di San Josè che ci hanno condotto alla scoperta delle meraviglie di questo paese. Nei giorni della nostra permanenza – siamo partiti dall’Italia il 4 dicembre – abbiamo potuto ammirare il vulcano Poas, uno dei tanti vulcani attivi del paese, poi abbiamo visitato la Casa di Siloe, centro di accoglienza e ritrovo per i neocatecumenali del posto. Il 6 dicembre, quindi, abbiamo compiuto un pellegrinaggio a Cartago, seconda città per
abitanti e antica capitale, dove si trova la basilica della Vergine degli Angeli, patrona della Nazione. Il 7 dicembre abbiamo visitato il seminario Redemptoris Mater dove si è formato don Luigi. Tale seminario fu eretto una decina di anni fa e ospita seminaristi provenienti da tutto il mondo. Qui abbiamo celebrato l’Eucaristia con i 21 giovani che si preparano al presbiterato guidati dal rettore padre Josè.». L’8 dicembre, il momento tanto atteso: l’ordinazione di don Vettoni: «Oltre a Luigi è stato ordinato sacerdote anche don Santiano, originario di Saragozza in Spagna, e un altro sacerdote che si è preparato nel Seminario nazionale, mentre è stato ordinato diacono Daniel Edoardo anch’egli spagnolo, ma di Alicante. Il rito è stato presieduto dall’arcivescovo mons. Josè Rafael Quiros Quiros». La sera stessa don Luigi ha celebrato la sua prima Messa nella parrocchia di Sant’Antonio Coronado in San Josè dove ha prestato servizio diaconale in quest’ultimo anno. «Dopo l’ordinazione – conclude Carassai – abbiamo fatto una breve, ma intensa vacanza alle terme in località Arenal e poi al mare a Punta Leona sulla costa del Pacifico. Con don Luigi abbiamo riposato e pregato, pronti noi a riprendere la via per Cremona e lui per la sua nuova missione». Don Vettone è stato nominato dall’Arcivescovo vicario della parrocchia di Sant’Anna, nello stato di San Josè, a circa 30 Km dalla capitale. Il rientro in Italia del novello prete è previsto nel prossimo giugno: in quell’occasione celebrerà a Longardore e Sospiro, ma anche nella chiesa di Sant’Ilario dove si è sviluppato il Cammino Neocatecumenale in diocesi di Cremona e dove è nata la sua vocazione. Photogallery
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