DOPING Sport sì - doping no - Doping: conoscere per evitare

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DOPING Sport sì - doping no - Doping: conoscere per evitare
I.R.

    Sport sì - doping no
                                          DOPING

Doping: conoscere per evitare
            Ente di Produzione Sportiva
            riconosciuto dal Coni
DOPING Sport sì - doping no - Doping: conoscere per evitare
Fascicolo per campagna informativa contro il doping curato da Marina
Forino e Carmela D’Antonio, Educatrice Professionale - Counsellor

Disegni di Anna Maria Angelucci

Stampato nel mese di luglio 2006
dalla Tip. Sant’Eustacchio (Bs)
Il fenomeno doping sta invadendo il mondo spor-
                                                      DOPING
tivo, degenerando la pratica dello sport e la cura
per il corpo, la salute e la qualità della vita.
Questo opuscolo si propone alle giovani generazioni
sportive non solo come libretto informativo ma anche
come elemento educativo, un nuovo Fair Play per lo
sportivo che si educa alla vita e per gli allenatori che
nel proporre l’attività giusta nel modo giusto preven-
gono i “disvalori”, contribuendo alla sana ed equilibra-
ta crescita dei ragazzi.

                                      Renato Malangone
                                      Segretario Nazionale

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DOPING  Ma tu sai cos’è il doping?
            Ne parlano in tanti, molti lo praticano, nessuno sem-
        bra accettarlo, eppure si diffonde sempre di più e pur-
        troppo anche nelle piccole società sportive.

        Ma si conosce davvero il fenomeno?
        Non è semplice dare una definizione precisa: di sicuro la
        parola doping deriva dall’“oop” miscela di oppio, tabac-
        co e narcotici somministrata ai cavalli da corsa nell’800.
        Inoltre l’origine del termine è fatta risalire anche a
        “doop”, al verbo inglese “to dope” e al sostantivo
        “doping”, cioè un additivo che modifica il rendimento.

        In pratica doping è un termine inglese che tradotto in
        italiano significa grosso modo, fare uso di droghe o
        sostanze stupefacenti, mentre nell’ambito sportivo signi-
        fica usare sostanze o procedimenti destinati ad aumenta-
        re artificialmente il rendimento in occasione di una gara
        sportiva.

          La definizione di doping secondo la
          LEGGE 14 dicembre 2000, n° 376 (art. 1)
          Costituiscono doping la somministrazione o l’assun-
          zione di farmaci o di sostanze biologicamente o far-
          macologicamente attive e l’adozione o la sottoposi-
          zione a pratiche mediche non giustificate da condi-
          zioni patologiche ed idonee a modificare le condi-
          zioni psichiche o biologiche dell’organismo al fine
          di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.

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Per il Comitato Olimpico
                                                       DOPING
                       Nazionale Italiano (CONI)
                       il doping è “contrario ai principi
                       di lealtà e correttezza nelle com-
                       petizioni sportive, ai valori cultu-
                       rali dello sport, alla sua funzione
                      di valorizzazione delle genuine
                    potenzialità fisiche e delle qualità
morali degli atleti”.
Per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), la
ragione essenziale per tentare di proibire il doping è nel
desiderio di dare protezione a competizioni leali e giuste,
ma aggiunge anche che rischi potenziali alla salute offro-
no un’ulteriore giustificazione alla proibizione delle
sostanze stupefacenti perché gli atleti sembrano ignora-
re, almeno in parte, le conseguenze delle loro azioni
sullo stato di salute nel medio e nel lungo periodo. In sin-
tesi, il doping è prima di tutto pericoloso per la
salute dell’atleta, in secondo luogo è sleale e
potrebbe inficiare la
credibilità e l’imma-
gine dello sport e,
in ultima istanza, è
un modello sbaglia-
to per i più giovani
che aspirano a
diventare atleti.

     Il doping è quindi un male antico,
          ma pur sempre un male!
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DOPING

        Perché un giovane sportivo
        dovrebbe doparsi?

        • Per emulare i grandi cam-
          pioni?
        • A causa dei consigli di allenatori e medici
          sportivi interessati solo al risultato sportivo e poco
          all’atleta?
        • Perché pressato dalle attese insaziabili dei genitori?
        • Per seguire l’esempio di “amici” che ne fanno già uso?
        • Per abitudine ad ingerire farmaci ed integratori ali-
          mentari senza soffermarsi a conoscerne le conse-
          guenze?
        • Perché sedotto dall’idea che vincere facile è meglio
          che conquistarsi la vittoria attraverso un buon allena-
          mento, anche quando è a rischio la salute psico-fisica?

            Uno sportivo ha necessità di sapere
         per orientarsi e reagire nei confronti di chi
                     spaccia falsi idoli!
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DOPING
      La pozione magica

                RICORDA:
  Per ottenere buone prestazioni
 non servono “cibi speciali”, è sufficiente:
allenamento e buona alimentazione

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DOPING   PREMESSA
             In questa guida affronteremo le sostanze d’uso più
        comuni e ci soffermeremo ad analizzare in generale le
        caratteristiche, gli effetti e i rischi.
        E’ importante fare una precisazione: le sostanze utilizza-
        te nel doping sono quasi sempre assunte anche per la
        cura di diverse malattie e nelle terapie di atleti con pro-
        blemi fisici. Nel caso di cure per malattie, gli effetti positi-
        vi sono maggiori degli effetti negativi per cui l’uso di tali
        sostanze è giustificato.
        Diverso è il caso di persone sane che assumono sostanze
        dopanti: i rischi per la salute sono reali e gravi tali da por-
        tare anche alla morte in alcuni casi e non sono “leggende
        metropolitane”, create solo per farne una pubblicità
        negativa.
        E’ giusto che tu sappia, inoltre, che le sostanze dopanti,
        dagli anabolizzanti agli integratori, da quelli chimici a
        quelli naturali, interferiscono sul tuo mondo fisico, psichi-
        co e mentale in modo concatenato, alterando l’equilibrio
        perfetto del corpo umano fino a creare danni
        a volte irreversibili.

        QUALI SONO LE SOSTANZE DOPANTI E I
        RISCHI PER IL CORPO UMANO?
        Le sostanze dopanti vengono generalmente
        suddivise in cinque classi distinte a seconda
        dell’effetto che hanno sull’organismo.
        L’obbiettivo non é quello di approfondire l’a-
        spetto di farmacologia clinica di queste
        sostanze, ma quello di trattare le sostanze
        particolarmente conosciute o di uso comune...

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DOPING
STIMOLANTI
Gli stimolanti (detti anche psicostimolanti) sono
sostanze eccitanti che stimolano il sistema nervoso
centrale e in breve tempo comportano un miglioramento
delle prestazioni ed elevano il morale. Stimolante tipico è
l’anfetamina o efedrina.

Perché si usano?
Gli stimolanti agiscono sul sistema nervoso, consentono
all’organismo un rendimento più elevato e allontanano il
senso di fatica.

Perché fanno male?
Gli stimolanti comportano sintomi da stress, agitazione,
aggressività e disturbi psicologici come depressione e
effetti di dipendenza. A causa della maggiore temperatu-
ra corporea e dell’aumento delle
pulsazioni del cuore, chi assume
stimolanti ha la sensazione, sba-
gliata, di una maggiore forza
fisica; ciò non permette di perce-
pire lo sforzo, provocando pro-
blemi cardiocircolatori causati
proprio dall’eccessivo sforzo. Gli
scompensi cardiaci possono essere addirittura mortali. Gli
stimolanti provocano dipendenza, causano danni a
muscoli, ossa e articolazioni, possono causare morte
improvvisa.

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DOPING    Perché sono utilizzati nello sport?
          Gli stimolanti sono droghe molto efficaci in gara, uti-
     lizzate soprattutto negli anni ‘70. Si sono verificati vari
     decessi nel mondo dello sport, riconducibili all’uso di sti-
     molanti.

     Particolarità
     In seguito al divieto delle anfetamine nello sport, spesso
     si utilizzò come stimolante caffeina in dosi massicce; per-
     tanto ora anche la caffeina ad elevati dosaggi è proibita.
     Il limite di tolleranza è, infatti, di 12 mg di caffeina per
     litro di urina. Va detto in proposito che il normale consu-
     mo di bevande contenenti caffeina non viene neanche
     rilevato dagli esami di laboratorio.

     ANABOLIZZANTI
     Gli anabolizzanti hanno effetti cosiddetti dilatanti, ad
     esempio l’aumento della massa muscolare e della forza
     muscolare. Sulla lista delle sostanze dopanti gli anaboliz-
     zanti vengono suddivisi in steroidi anabolizzanti andro-
     geni, altre sostanze anabolizzanti e beta 2 - agonisti. La
     struttura chimica degli anabolizzanti
     deriva dall’ormone sessuale maschile, il
     testosterone. I beta 2 - agonisti sono
     sostanze attive utilizzate nel trattamen-
     to dell’asma.

     Perché si usano?
     Gli anabolizzanti hanno effetti anabolici
     e androgeni. Anabolico significa, in gene-
     rale, dilatante (ad es. la massa muscolare,
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la forza, diminuzione del grasso nel corpo, aumen-
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to della resistenza allo sforzo). Androgeno significa
che ha un effetto specifico che consiste nel sottolineare i
caratteri maschili, la cosiddetta “mascolinizzazione”.

Perché fanno male?
Gli anabolizzanti a seconda del modo di utilizzazione,
della durata e della dose, possono avere diversi effetti
collaterali:
• Infarto del miocardio
• Depressione
• Aumento dell’aggressività
• Nausea, vomito
• Aumento dell’incidenza dei tumori
• Patologie dei tendini
• Comparsa dei caratteri maschili nelle donne
• comparsa dei caratteri femminili nell’uomo (crescita del
  seno), impotenza.

Crescita: nei giovani gli anabolizzanti comportano un
arresto precoce dell’attività dei nuclei d’accrescimento
osseo e pertanto l’interruzione della crescita.

NARCOTICI
I narcotici vietati nello sport sono forti antidolorifici.
Esempi tipici sono la morfina, l’eroina o il metadone.

Perché si usano?
I narcotici agiscono sul sistema nervoso e attenuano il
dolore. In dosi ridotte elevano il morale (euforia). I narco-
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DOPING  tici sono droghe utilizzate in
            discipline sportive che comportano
        dolori (ad es. boxe, sport di combatti-
        mento in generale). Sono vietati nello
        sport dal 1967.

        Perché fanno male?
        I narcotici possono influenzare le capa-
        cità di concentrazione e di coordinazio-
        ne, comportano sbalzi d’umore che arrivano fino a distur-
        bi psichici. I narcotici possono provocare effetti di dipen-
        denza. In dosi elevate possono portare alla paralisi respi-
        ratoria e alla morte.

        Utilizzazione in medicina
        Vengono utilizzati sotto controllo per non sentire dolore,
        ma bisogna tenere presente che il dolore va interpretato
        come un segnale di allarme e non si deve curare il dolore
        in sé, ma la causa di questo dolore.

        DIURETICI
        In questa classe rientrano medicinali con diverse strutture
        chimiche, che aumentano l’eliminazione dei liquidi dal
        corpo (sotto forma d’urina).

        Perché si usano?
        I diuretici agiscono sui reni e favoriscono l’espulsione del-
        l’urina. I diuretici a forte azione portano in poche ore ad
        una rapida perdita di acqua e pertanto ad una riduzione
        del peso corporea da 1 a 3 kg.

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Utilizzazione nello sport
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I diuretici sono impiegati al fine di ridurre peso e,
quindi, di rientrare in categorie inferiori, oppure vengo-
no utilizzati per diluire le urine e mascherare la presenza
di sostanze proibite.

Perché fanno male?
Causano disturbi nel ciclo diuretico normale, perdita di
sostanze minerali che può portare danni ai reni, crampi
muscolari e quindi non giovano alla prestazione. Inoltre,
                     si potrebbero verificare impotenza
                     negli uomini e disturbi nel ciclo
                     mestruale nelle donne.

                     Sostanze sottoposte a particolari
                     restrizioni
                     Numerose sostanze di uso comune
                     sono ritenute dopanti se superano
                     un livello limite fissato dagli organi-
                     smi internazionali. Altre sostanze
vanno invece semplicemente dichiarate al servizio medico
se vengono utilizzate, allegando una ricetta medica.

ALCOOL
Alcune federazioni sportive internazionali vietano il con-
sumo d’alcool e tengono controlli in merito. Ciò avveniva
un tempo soprattutto in sport che richiedono
concentrazione, ma oggi non è praticamente utilizzato.

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DOPING
              CAFFEINA
           La caffeina (come la teofilina del tè e la teobromina
        del cacao) è una sostanza che stimola il sistema nervoso
        centrale (maggiore attenzione e aggressività), accelera il
        ritmo del cuore e innalza la quantità di sangue pompato
        nello stesso tempo, permette una respirazione più ampia.
        Queste caratteristiche, capaci di migliorare le prestazioni
        atletiche, specialmen-
        te negli sport di dura-
        ta, ha fatto sì che la
        caffeina fosse inserita
        tra le sostanze dopan-
        ti. Il CIO, (Comitato
        Olimpico Internazio-
        nale), considera positi-
        vo il test della caffeina
        con una concentrazio-
        ne superiore ai 12 milligrammi per litro; questo non
        avviene assumendo due o tre tazzine di caffè in un gior-
        no, ma duplicando o triplicando le dosi. Un’assunzione in
        forti dosi può causare ansietà, nervosismo e difficoltà nel
        recupero.
        Fino a questo punto sono state trattate le più comuni
        sostanze dopanti. Sebbene esistano ulteriori metodi vie-
        tati che arrivano fino alla manipolazione genetica, in
        questo opuscolo, indirizzato a giovani atleti, si preferisce
        evitare una branca del doping che risulterebbe partico-
        larmente complicato da spiegare per chi scrive e da capi-
        re per chi legge, in quanto particolarmente tecnico e
        comunque distante dal contesto che ci riguarda.
        Si ritiene invece opportuno trattare degli integratori, i
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quali occupano una posizione che è ai limiti tra la
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pratica del doping e la semplice integrazione diete-
tica e idrico minerale.

COSA S’INTENDE PER INTEGRATORI?
Per integratore alimentare si deve intendere un pro-
dotto che ha come unico scopo quello di integrare le
carenze dovute ad un’alimentazione insufficiente o sbi-
lanciata.
Un atleta, o anche chi svolge regolarmente un’intensa
attività fisica amatoriale, deve prevedere una dieta per-
sonalizzata, che tenga conto delle particolari esigenze e
dei probabili incrementi di bisogni imposti dal tipo di
pratica sportiva. Spesso succede che non si riesce a reinte-
grare tutte le sostanze che si perdono con l’allenamento
mediante l’alimentazione. È quindi necessario ricorrere a
degli integratori.

Come e quando utilizzare gli integratori?
Bisogna tener presente che gli integratori devono essere
utilizzati solo dopo aver verificato che l’organismo ne ha
effettivo bisogno, dietro consiglio medico e nelle quan-
tità prescritte. Gli integratori non devono comunque
essere utilizzati all’infinito ma per brevi periodi.
La reintegrazione con vitamine e minerali (o il sostegno
energetico) sono consigliabili solo in soggetti che pratica-
no in modo molto “assiduo” lo sport:
- negli sport di lunga durata (maratone, gare di fondo,
   ecc.)
- in particolari condizioni climatiche (caldo umido, alta
   montagna).
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DOPING     L’utilizzo di integratori alimentari è da considerare
           una pratica di doping?
     Gli integratori vitaminici non sono considerati sostanze
     dopanti, tuttavia quando si parla di integratori alimenta-
     ri per sportivi in realtà si fa riferimento a tutti quei pro-
     dotti che vengono utilizzati, non per reintegrare ciò che
     si è perso durante un intenso sforzo fisico (es. sali minera-
     li) o per ottenere energia prontamente disponibile
     durante lo sforzo (es. tavolette di zucchero), ma per for-
     nire al corpo un ‘’surplus’’ di sostanze energetiche allo
     scopo di aumentare la massa muscolare, la forza o la resi-
     stenza. Anche se tecnicamente non si tratta di doping,
     l’utilizzo di questi prodotti è un tentativo, criticabile e di
     dubbia efficacia, di elevare artificiosamente le proprie
     prestazioni.
     Alcune sostanze come la carnitina, la creatina, preparati
     a base di aminoacidi e proteine, vengono utilizzati dagli
     sportivi nella convinzione che siano innocue.
     Considerando il fatto che nessuno studio ha dimostrato
     effetti benefici dal punto di vista atletico in relazione
     all’assunzione di queste sostanze, va precisato che l’abu-

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so di queste sostanze è nocivo all’organismo. La
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carnitina a dosi elevate può causare nausea vomito
e crampi intestinali. Gli effetti indesiderati della creatina
sono ritenzione di urina, crampi muscolari e disturbi
gastrointestinali.
L’eccesso di alcune vitamine
viene eliminato, quello di altre
(liposolubili) può comportare
effetti tossici da accumulo.
Per la stragrande maggioran-
za dei soggetti che praticano
attività sportiva la consuetu-
dine molto diffusa di voler
integrare l’alimentazione
giornaliera può essere consi-
derata più una ”moda” che una necessità.

                     RICORDA:
     Per ottenere buone prestazioni non servono
                   “cibi speciali”,
                  ma è sufficiente:

    ✓   ALLENAMENTO METODICO;
    ✓   BUONA O CORRETTA ALIMENTAZIONE;
    ✓   RECUPERO DELLA FATICA;
    ✓   RIPOSO ADEGUATO;
    ✓   STILE DI VITA CORRETTO.

    Non esistono alimenti magici in grado di miglio-
    rare la prestazione fisica, né pasticche in grado
    di risolvere i problemi!!!

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DOPING
          CONSEGUENZE DEL DOPING

     Anche tu vuoi far parte della categoria Sportivi   OGM?
     - Vittima di risultati attesi e sistemi
       finalistici?
     - Preda di chi ti vede come un obiettivo
       da raggiungere o una prestazione da
       ottenere, piuttosto che come persona
       con i suoi limiti e le sue potenzialità?
     - Una persona con il diritto di dire no a
       cose contrarie alla moralità?
     - Uno sportivo che non rincorre solo il
       risultato ma che gioca rispettando le
       regole?
     - Un campione che vuole esserlo solo con le sue forze?

          Dai valore al tuo Fair Play
            gioca con dignità!!!
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DOPING
 Reagisci a questo sistema balordo
• Allenati con tranquillità, rispettando i ritmi della tua
  stanchezza.
• Monitorizza le tue aspettative senza farti condizionare
  dal peso eccessivo di quanto gli altri vogliono da te
  (allenatore, genitori, amici).
• Rifletti sulle qualità tecnico-tattiche del tuo sport.
• Gioca di testa con intelligenza, emozionalità e soprat-
  tutto collabora con gli altri… da soli non si fanno gran-
  di azioni.
• Ma più di ogni altra cosa: DIVERTITI!

Solo così il tuo gioco diventa momento di cura, di salute,
di socializzazione, di relazioni significative, insomma di
crescita per te.

Indipendentemente dal tipo di sostanza utilizzata e dal-
l’esito finale, il doping rappresenta prima di tutto un
fatto di coscienza. E’ fraudolento l’intento stesso di
migliorare le proprie capacità atletiche contravvenendo
alle regole di correttezza, lealtà e rispetto per gli altri che
sono il fondamento di qualsiasi attività sportiva.
Non credere che siccome il sistema funziona così tu puoi
permetterti il lusso di deresponsabilizzarti rispetto a certe
scelte, o che solo perché il tuo allenatore ti consiglia di
usare integratori o bevande particolari, al posto della cola-
zione o prima della partita tu possa essere giustificato!
Sappi, invece, che ogni tua azione in questo mondo ha
una ripercussione sul micro e macro cosmo che ti circonda.
Ogni tua piccola scelta o decisione non può far altro che
confermare o disconfermare sistemi gia definiti!
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DOPING     Non si tratta della solita minestra riscaldata della
          responsabilità civile. È sì una questione di responsabi-
     lità e civiltà, ma più che altro un desiderio di vivere in
     questo mondo in maniera consapevole e attiva, decisa e
     determinata.
     Anche il mare è grandissimo ma è fatto di piccole gocce!
     E tu sei una goccia importante ogni volta che eviti l’esem-
     pio negativo di chi ti circonda, ogni volta che parli di
     doping e di pratiche sleali senza minimizzare il problema
     ma affrontandolo con il giusto peso, ogni volta che osservi
     le regole e rispetti le norme etiche e morali, ogni volta che
     rifiuti il risultato ad ogni costo, ogni volta che affronti la
     sconfitta con la dignità di un campione, ogni volta che entri
     in campo e sei pronto a giocare, anche con chi si dimostra
     essere più forte di te, con dignità e determinazione!

     È una scelta estremamente coraggiosa quella di
     andare controcorrente e dire: NO

     Il tuo no potrebbe non interessare agli altri che, rafforza-
     ti dal sistema, potrebbero anche deriderti... ma tu a diffe-
     renza loro potrai giocare in piena e corretta onestà.
     Sapendo che Il campo da gioco è tutto tuo, sapendo cosa
     vuoi e fino a che punto ti va di giocare e di rischiare, sai
     quanto vuoi vincere per te e la tua squadra, sai ciò che
     desideri e fin dove puoi arrivare con le tue forze. E quan-
     do perdi sai che hai combattuto realmente, che hai lotta-
     to senza rischiare di perdere qualcosa di te!
     Sarai capace di comprendere fin dove arrivano le tue forze
     e i tuoi limiti, di quanto può essere importante dividere gli
     sforzi con i compagni di squadra, senza cadere nella paura
     e senza scappare di fronte al più arrogante, potrai esultare
     delle vittorie sudate, e saprai riconoscere anche il gusto
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amaro di una sconfitta e, da vero campione, lottare
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con tenacia, dando il giusto valore e significato alle
tue prestazioni e la giusta stima al tuo impegno.
Le sostanze dopanti, dagli anabolizzanti agli integratori,
da quelli chimici a quelli naturali, interferiscono sul tuo
mondo fisico, psichico e mentale in modo concatenato.
Hai sempre a che fare con sostanze psicoattive che, pro-
ducendo gratificazioni artificiali, condizionano il sistema
chimico-fisiologico-esistenziale e rendono difficile la
decodifica dei messaggi corporei alterando il ciclo armo-
nico della vita e la tua capacità di essere attore consape-
vole della tua esistenza. Ogni qualvolta introduci nel tuo
organismo sostanze stimolanti ed artificialmente energiz-
zanti produci un'alterazione nel sistema chimico-fisiologi-
co delle ghiandole endocrine che, di risposta all'eccessivo
carico di sostanze, inibiscono la propria secrezione.
Il corpo, a lungo andare, si impoverisce sempre più dei
suoi euforizzanti naturali, quali ad esempio le endorfine,
sostanze che regolano ed eccitano la componente emo-
zionale della vita. La presenza biologica di queste sostan-
ze offre all’uomo la capacità di regolare e monitorare di
continuo il ciclo del Benessere e del Malessere.
Pensa a quanti rischi correresti se non avessi sensibilità
verso il dolore? Se il tuo cervello perdesse la capacità di
difenderti dalle situazioni pericolose? Se il tuo istinto non
ti spingerebbe a ritirare la mano di fronte un fuoco o a
fermare l’allenamento quando provi dolore fisico?
Allo stesso modo rifletti su quanto sarebbe banale un a
partita se una scarica di adrenalina non percorrerebbe il
tuo corpo dopo aver fatto un goal? A quanto sarebbe
sterile la vita se non ti sentissi euforico ad un appunta-
mento importante? A quanto ti sentiresti sconnesso nel
sentirti poco adeguato nel tuo corpo?
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DOPING
         Questo è solo uno aspetto del
        riscatto che l’ingannevole creditore
     pretende dai suoi debitori!
     La capacità di ascoltare e di decifrare i segnali e i bisogni
     del corpo ti permette, infatti, di orientarti e di riconoscerti
     nel mondo, di adattarti alle situazioni che incontri giorno
     dopo giorno; ti offre la carica energetica giusta per fare
     delle scelte e assumertene la responsabilità, monitorando i
     tuoi bisogni e le tue esigenze,
     senza aspettare che siano gli
     altri a decidere per te!
     Le sostanze dopanti, alterando
     il tuo sistema di decodifica,
     mettono a tacere ogni tipo di
     “campanellino” comunicativo
     che tu stesso hai bisogno di
     decodificare per stare al
     mondo, per monitorare il tuo
     stress e il tuo disagio emotivo;
     ti vietano di ascoltarlo, indu-
     cendoti ad avere come obiettivo il superamento di te
     stesso, senza esserlo mai stato, divenendo semplicemente
     una risposta agli altri, alle esigenze efficientistiche di alle-
     natori e società, con conseguente desertificazione della
     vita interiore ed emozionale, mettendo in serio rischio la
     tua salute fisica e mentale!

       Alessandro Lambruschini, atleta olimpionico
       “Sono convinto che chi si dopa non sia molto diverso
       da chi ruba: fa una cosa disonesta, eticamente scor-
       retta e vìola le regole.”

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DOPING
       I DIRITTI DI UNO SPORTIVO

1. Diritto di divertirmi, di giocare: si tratta di rispetta-
   re il modo in cui si gioca in base all’età del giocatore,
   con la possibilità che si possano inventare regole perso-
                                        nali di gioco, dove i
                                        ritmi di lavoro e di
                                        divertimento sono
                                        diversi, dove si è
                                        spesso alla ricerca
                                        dell’aspetto ludico-
                                        ricreativo, dove cia-
                                        scun giocatore non
                                        si senta né frustrato
                                        né sotto pressione
   per i risultati da ottenere, ma semplicemente non si
   annoi né si stressi. Ed è bene qui ricordare che all’origi-
   ne stessa della parola “sport” (dal francese antico
   “desportes”) c’è la nozione di divertimento.

2. Diritto di fare
   dello sport: cia-
   scun ragazzo o
   bambino ha il
   diritto di avvici-
   narsi di sua spon-
   tanea iniziativa
   allo sport che più
   lo aggrada, senza
   condizionamenti e limiti esterni.

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DOPING    3. Diritto di beneficiare di un ambiente sano:
          oggi, nello sport di competizione, la lotta al doping e
     la promozione del fair play sono obiettivi comuni alla
     grande maggioranza delle federazioni sportive e di tutti
     gli Enti di Promozione Sportiva. Questi sono comporta-
     menti che si imparano da giovani e che un ambiente
     sportivo “sano” deve insegnare.

     4. Diritto di essere circondato e allenato da persone
        competenti: bisogna riconoscere che chi si occupa di
        giovani lo fa investen-
        do tempo e volontà,
        sovente senza doman-
        dare nulla in compen-
        so; ciò non toglie tut-
        tavia che egli debba
        offrire a un giovane
        sportivo il meglio in
        qualità professionali e
        relazionali. Per tale
        motivo è giusto che
        debba formarsi, cono-
        scere i principi dello
        sviluppo fisiologico e
        psicologico, onde evitare grossolani errori. Lo sport è
        gratificante anche perché per un giovane può essere il
        luogo in cui intessere relazioni significative che lo con-
        ducano verso una crescita responsabile e consapevole.

     5. Diritto di essere trattato con dignità: spetta dun-
        que all’adulto creare le condizioni favorevoli all’otteni-
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mento di questi obiettivi, un ambiente sportivo
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  etico e di alte vedute morali, laddove lo sportivo
  possa riconoscersi quale attore privilegiato della sua
  stessa esperienza; possa vivere lo sport come momento
  di crescita individuale e sociale e non come competizio-
  ne fine a sè stessa attraverso la quale ricercare esaspe-
  ratamente il successo.

6. Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le
   medesime probabilità di successo: la competizione
   sportiva va sempre organizzata tra sportivi di pari livel-
   lo, onde evitare che il giovane sportivo diventi vittima
   delle sue sconfitte o, d’altro canto, sentirsi pieno delle
   sue vittorie poco sudate.

7. Diritto di partecipare a competizioni adatte alla
   propria età: esistono esempi positivi di come si possa
   rispettare questo
   diritto. Infatti,
   sempre più spesso
   si introducono
   categorie per gio-
   vanissimi (mini-
   tennis,     mini-
   basket, mini-cal-
   cio, ecc...) in
   modo che le gare
   siano giocate da
   bambini di pari
   età evitando la
   superiorità fisica.
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DOPING    8. Diritto di praticare il proprio sport in asso-
          luta sicurezza: spesso in passato si verificavano inci-
     denti evitabili o lesioni da sovraccarico di lavoro. Questo
     perché si richiedevano sforzi eccessivi. O non vi era pro-
     fessionalità dell’istruttore (allenatore). Oggi anche que-
     sta categoria è più preparata e si aggiorna applicando le
     nuove tecniche (adattamento delle infrastrutture, consi-
     gli medici, stretching).

     9. Diritto di disporre del sufficiente tempo di ripo-
        so: questo si verifica sempre più spesso. Infatti, duran-
        te la stagione estiva si consiglia di far riposare il fisico e
        la mente. Altro consiglio, seguito sempre di più nei tor-
        nei, quando vi è la
        necessità di gioca-
        re più gare giorna-
        liere, è quello di
        ridurre i tempi
        delle gare.

     10. Diritto di non
         essere un cam-
         pione: il ragazzo
         va considerato
         prima di tutto
         una      persona
         umana e come
         tale va rispettato. Ma una persona può diventare
         anche un campione, questo però va valutato con
         attenzione, se effettivamente vi sono le condizioni.
         Un buon allenatore guarda prima la persona e poi il
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campione. Un genitore deve mirare prima di
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 tutto alla salute del proprio figlio e non essere
 ambizioso.

Luca Sacchi, atlela di nuoto
Doping?
da “Il coraggio del pettirosso” di M. Maggiani

“Preferisco l’apnea, anzi la considero la regola essen-
ziale delle immersioni. Si affronta l’acqua ad armi
pari, senza trucchi... con quello che ci sta nei polmo-
ni e basta. Allora puoi dire a ragione: sì, questo è un
posto mio. Lo puoi fare solo per due minuti? Va
bene, vuol dire che è il tuo posto di due minuti. Per
una grossa balena è il suo posto dei venti minuti, per
un’acciuga è il suo posto di un anno, ma è solo una
differenza di quantità. E’ l’essenza, è la qualità sog-
giacente, che conta nella vita, penso io”.
Capito il punto?

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Sede operativa e amministrativa:
                          Via G. Galilei, 65 – 25128 Brescia
            Tel. 030382393 - Fax 030381042 - e-mail: anspisport@anspi.it
              Sede legale: Via dell’Amba Aradam, 22/5 – 00185 Roma

     Associazione Nazionale San Paolo Italia per Oratori e Circoli - Sport
Costituita il 29-5-1997 Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI il 3-2-2005
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