DOPING Sport sì - doping no - Doping: conoscere per evitare
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I.R. Sport sì - doping no DOPING Doping: conoscere per evitare Ente di Produzione Sportiva riconosciuto dal Coni
Fascicolo per campagna informativa contro il doping curato da Marina Forino e Carmela D’Antonio, Educatrice Professionale - Counsellor Disegni di Anna Maria Angelucci Stampato nel mese di luglio 2006 dalla Tip. Sant’Eustacchio (Bs)
Il fenomeno doping sta invadendo il mondo spor- DOPING tivo, degenerando la pratica dello sport e la cura per il corpo, la salute e la qualità della vita. Questo opuscolo si propone alle giovani generazioni sportive non solo come libretto informativo ma anche come elemento educativo, un nuovo Fair Play per lo sportivo che si educa alla vita e per gli allenatori che nel proporre l’attività giusta nel modo giusto preven- gono i “disvalori”, contribuendo alla sana ed equilibra- ta crescita dei ragazzi. Renato Malangone Segretario Nazionale 33
DOPING Ma tu sai cos’è il doping? Ne parlano in tanti, molti lo praticano, nessuno sem- bra accettarlo, eppure si diffonde sempre di più e pur- troppo anche nelle piccole società sportive. Ma si conosce davvero il fenomeno? Non è semplice dare una definizione precisa: di sicuro la parola doping deriva dall’“oop” miscela di oppio, tabac- co e narcotici somministrata ai cavalli da corsa nell’800. Inoltre l’origine del termine è fatta risalire anche a “doop”, al verbo inglese “to dope” e al sostantivo “doping”, cioè un additivo che modifica il rendimento. In pratica doping è un termine inglese che tradotto in italiano significa grosso modo, fare uso di droghe o sostanze stupefacenti, mentre nell’ambito sportivo signi- fica usare sostanze o procedimenti destinati ad aumenta- re artificialmente il rendimento in occasione di una gara sportiva. La definizione di doping secondo la LEGGE 14 dicembre 2000, n° 376 (art. 1) Costituiscono doping la somministrazione o l’assun- zione di farmaci o di sostanze biologicamente o far- macologicamente attive e l’adozione o la sottoposi- zione a pratiche mediche non giustificate da condi- zioni patologiche ed idonee a modificare le condi- zioni psichiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. 44
Per il Comitato Olimpico DOPING Nazionale Italiano (CONI) il doping è “contrario ai principi di lealtà e correttezza nelle com- petizioni sportive, ai valori cultu- rali dello sport, alla sua funzione di valorizzazione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti”. Per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), la ragione essenziale per tentare di proibire il doping è nel desiderio di dare protezione a competizioni leali e giuste, ma aggiunge anche che rischi potenziali alla salute offro- no un’ulteriore giustificazione alla proibizione delle sostanze stupefacenti perché gli atleti sembrano ignora- re, almeno in parte, le conseguenze delle loro azioni sullo stato di salute nel medio e nel lungo periodo. In sin- tesi, il doping è prima di tutto pericoloso per la salute dell’atleta, in secondo luogo è sleale e potrebbe inficiare la credibilità e l’imma- gine dello sport e, in ultima istanza, è un modello sbaglia- to per i più giovani che aspirano a diventare atleti. Il doping è quindi un male antico, ma pur sempre un male! 55
DOPING Perché un giovane sportivo dovrebbe doparsi? • Per emulare i grandi cam- pioni? • A causa dei consigli di allenatori e medici sportivi interessati solo al risultato sportivo e poco all’atleta? • Perché pressato dalle attese insaziabili dei genitori? • Per seguire l’esempio di “amici” che ne fanno già uso? • Per abitudine ad ingerire farmaci ed integratori ali- mentari senza soffermarsi a conoscerne le conse- guenze? • Perché sedotto dall’idea che vincere facile è meglio che conquistarsi la vittoria attraverso un buon allena- mento, anche quando è a rischio la salute psico-fisica? Uno sportivo ha necessità di sapere per orientarsi e reagire nei confronti di chi spaccia falsi idoli! 66
DOPING La pozione magica RICORDA: Per ottenere buone prestazioni non servono “cibi speciali”, è sufficiente: allenamento e buona alimentazione 77
DOPING PREMESSA In questa guida affronteremo le sostanze d’uso più comuni e ci soffermeremo ad analizzare in generale le caratteristiche, gli effetti e i rischi. E’ importante fare una precisazione: le sostanze utilizza- te nel doping sono quasi sempre assunte anche per la cura di diverse malattie e nelle terapie di atleti con pro- blemi fisici. Nel caso di cure per malattie, gli effetti positi- vi sono maggiori degli effetti negativi per cui l’uso di tali sostanze è giustificato. Diverso è il caso di persone sane che assumono sostanze dopanti: i rischi per la salute sono reali e gravi tali da por- tare anche alla morte in alcuni casi e non sono “leggende metropolitane”, create solo per farne una pubblicità negativa. E’ giusto che tu sappia, inoltre, che le sostanze dopanti, dagli anabolizzanti agli integratori, da quelli chimici a quelli naturali, interferiscono sul tuo mondo fisico, psichi- co e mentale in modo concatenato, alterando l’equilibrio perfetto del corpo umano fino a creare danni a volte irreversibili. QUALI SONO LE SOSTANZE DOPANTI E I RISCHI PER IL CORPO UMANO? Le sostanze dopanti vengono generalmente suddivise in cinque classi distinte a seconda dell’effetto che hanno sull’organismo. L’obbiettivo non é quello di approfondire l’a- spetto di farmacologia clinica di queste sostanze, ma quello di trattare le sostanze particolarmente conosciute o di uso comune... 88
DOPING STIMOLANTI Gli stimolanti (detti anche psicostimolanti) sono sostanze eccitanti che stimolano il sistema nervoso centrale e in breve tempo comportano un miglioramento delle prestazioni ed elevano il morale. Stimolante tipico è l’anfetamina o efedrina. Perché si usano? Gli stimolanti agiscono sul sistema nervoso, consentono all’organismo un rendimento più elevato e allontanano il senso di fatica. Perché fanno male? Gli stimolanti comportano sintomi da stress, agitazione, aggressività e disturbi psicologici come depressione e effetti di dipendenza. A causa della maggiore temperatu- ra corporea e dell’aumento delle pulsazioni del cuore, chi assume stimolanti ha la sensazione, sba- gliata, di una maggiore forza fisica; ciò non permette di perce- pire lo sforzo, provocando pro- blemi cardiocircolatori causati proprio dall’eccessivo sforzo. Gli scompensi cardiaci possono essere addirittura mortali. Gli stimolanti provocano dipendenza, causano danni a muscoli, ossa e articolazioni, possono causare morte improvvisa. 99
DOPING Perché sono utilizzati nello sport? Gli stimolanti sono droghe molto efficaci in gara, uti- lizzate soprattutto negli anni ‘70. Si sono verificati vari decessi nel mondo dello sport, riconducibili all’uso di sti- molanti. Particolarità In seguito al divieto delle anfetamine nello sport, spesso si utilizzò come stimolante caffeina in dosi massicce; per- tanto ora anche la caffeina ad elevati dosaggi è proibita. Il limite di tolleranza è, infatti, di 12 mg di caffeina per litro di urina. Va detto in proposito che il normale consu- mo di bevande contenenti caffeina non viene neanche rilevato dagli esami di laboratorio. ANABOLIZZANTI Gli anabolizzanti hanno effetti cosiddetti dilatanti, ad esempio l’aumento della massa muscolare e della forza muscolare. Sulla lista delle sostanze dopanti gli anaboliz- zanti vengono suddivisi in steroidi anabolizzanti andro- geni, altre sostanze anabolizzanti e beta 2 - agonisti. La struttura chimica degli anabolizzanti deriva dall’ormone sessuale maschile, il testosterone. I beta 2 - agonisti sono sostanze attive utilizzate nel trattamen- to dell’asma. Perché si usano? Gli anabolizzanti hanno effetti anabolici e androgeni. Anabolico significa, in gene- rale, dilatante (ad es. la massa muscolare, 10 10
la forza, diminuzione del grasso nel corpo, aumen- DOPING to della resistenza allo sforzo). Androgeno significa che ha un effetto specifico che consiste nel sottolineare i caratteri maschili, la cosiddetta “mascolinizzazione”. Perché fanno male? Gli anabolizzanti a seconda del modo di utilizzazione, della durata e della dose, possono avere diversi effetti collaterali: • Infarto del miocardio • Depressione • Aumento dell’aggressività • Nausea, vomito • Aumento dell’incidenza dei tumori • Patologie dei tendini • Comparsa dei caratteri maschili nelle donne • comparsa dei caratteri femminili nell’uomo (crescita del seno), impotenza. Crescita: nei giovani gli anabolizzanti comportano un arresto precoce dell’attività dei nuclei d’accrescimento osseo e pertanto l’interruzione della crescita. NARCOTICI I narcotici vietati nello sport sono forti antidolorifici. Esempi tipici sono la morfina, l’eroina o il metadone. Perché si usano? I narcotici agiscono sul sistema nervoso e attenuano il dolore. In dosi ridotte elevano il morale (euforia). I narco- 11 11
DOPING tici sono droghe utilizzate in discipline sportive che comportano dolori (ad es. boxe, sport di combatti- mento in generale). Sono vietati nello sport dal 1967. Perché fanno male? I narcotici possono influenzare le capa- cità di concentrazione e di coordinazio- ne, comportano sbalzi d’umore che arrivano fino a distur- bi psichici. I narcotici possono provocare effetti di dipen- denza. In dosi elevate possono portare alla paralisi respi- ratoria e alla morte. Utilizzazione in medicina Vengono utilizzati sotto controllo per non sentire dolore, ma bisogna tenere presente che il dolore va interpretato come un segnale di allarme e non si deve curare il dolore in sé, ma la causa di questo dolore. DIURETICI In questa classe rientrano medicinali con diverse strutture chimiche, che aumentano l’eliminazione dei liquidi dal corpo (sotto forma d’urina). Perché si usano? I diuretici agiscono sui reni e favoriscono l’espulsione del- l’urina. I diuretici a forte azione portano in poche ore ad una rapida perdita di acqua e pertanto ad una riduzione del peso corporea da 1 a 3 kg. 12 12
Utilizzazione nello sport DOPING I diuretici sono impiegati al fine di ridurre peso e, quindi, di rientrare in categorie inferiori, oppure vengo- no utilizzati per diluire le urine e mascherare la presenza di sostanze proibite. Perché fanno male? Causano disturbi nel ciclo diuretico normale, perdita di sostanze minerali che può portare danni ai reni, crampi muscolari e quindi non giovano alla prestazione. Inoltre, si potrebbero verificare impotenza negli uomini e disturbi nel ciclo mestruale nelle donne. Sostanze sottoposte a particolari restrizioni Numerose sostanze di uso comune sono ritenute dopanti se superano un livello limite fissato dagli organi- smi internazionali. Altre sostanze vanno invece semplicemente dichiarate al servizio medico se vengono utilizzate, allegando una ricetta medica. ALCOOL Alcune federazioni sportive internazionali vietano il con- sumo d’alcool e tengono controlli in merito. Ciò avveniva un tempo soprattutto in sport che richiedono concentrazione, ma oggi non è praticamente utilizzato. 13 13
DOPING CAFFEINA La caffeina (come la teofilina del tè e la teobromina del cacao) è una sostanza che stimola il sistema nervoso centrale (maggiore attenzione e aggressività), accelera il ritmo del cuore e innalza la quantità di sangue pompato nello stesso tempo, permette una respirazione più ampia. Queste caratteristiche, capaci di migliorare le prestazioni atletiche, specialmen- te negli sport di dura- ta, ha fatto sì che la caffeina fosse inserita tra le sostanze dopan- ti. Il CIO, (Comitato Olimpico Internazio- nale), considera positi- vo il test della caffeina con una concentrazio- ne superiore ai 12 milligrammi per litro; questo non avviene assumendo due o tre tazzine di caffè in un gior- no, ma duplicando o triplicando le dosi. Un’assunzione in forti dosi può causare ansietà, nervosismo e difficoltà nel recupero. Fino a questo punto sono state trattate le più comuni sostanze dopanti. Sebbene esistano ulteriori metodi vie- tati che arrivano fino alla manipolazione genetica, in questo opuscolo, indirizzato a giovani atleti, si preferisce evitare una branca del doping che risulterebbe partico- larmente complicato da spiegare per chi scrive e da capi- re per chi legge, in quanto particolarmente tecnico e comunque distante dal contesto che ci riguarda. Si ritiene invece opportuno trattare degli integratori, i 14 14
quali occupano una posizione che è ai limiti tra la DOPING pratica del doping e la semplice integrazione diete- tica e idrico minerale. COSA S’INTENDE PER INTEGRATORI? Per integratore alimentare si deve intendere un pro- dotto che ha come unico scopo quello di integrare le carenze dovute ad un’alimentazione insufficiente o sbi- lanciata. Un atleta, o anche chi svolge regolarmente un’intensa attività fisica amatoriale, deve prevedere una dieta per- sonalizzata, che tenga conto delle particolari esigenze e dei probabili incrementi di bisogni imposti dal tipo di pratica sportiva. Spesso succede che non si riesce a reinte- grare tutte le sostanze che si perdono con l’allenamento mediante l’alimentazione. È quindi necessario ricorrere a degli integratori. Come e quando utilizzare gli integratori? Bisogna tener presente che gli integratori devono essere utilizzati solo dopo aver verificato che l’organismo ne ha effettivo bisogno, dietro consiglio medico e nelle quan- tità prescritte. Gli integratori non devono comunque essere utilizzati all’infinito ma per brevi periodi. La reintegrazione con vitamine e minerali (o il sostegno energetico) sono consigliabili solo in soggetti che pratica- no in modo molto “assiduo” lo sport: - negli sport di lunga durata (maratone, gare di fondo, ecc.) - in particolari condizioni climatiche (caldo umido, alta montagna). 15 15
DOPING L’utilizzo di integratori alimentari è da considerare una pratica di doping? Gli integratori vitaminici non sono considerati sostanze dopanti, tuttavia quando si parla di integratori alimenta- ri per sportivi in realtà si fa riferimento a tutti quei pro- dotti che vengono utilizzati, non per reintegrare ciò che si è perso durante un intenso sforzo fisico (es. sali minera- li) o per ottenere energia prontamente disponibile durante lo sforzo (es. tavolette di zucchero), ma per for- nire al corpo un ‘’surplus’’ di sostanze energetiche allo scopo di aumentare la massa muscolare, la forza o la resi- stenza. Anche se tecnicamente non si tratta di doping, l’utilizzo di questi prodotti è un tentativo, criticabile e di dubbia efficacia, di elevare artificiosamente le proprie prestazioni. Alcune sostanze come la carnitina, la creatina, preparati a base di aminoacidi e proteine, vengono utilizzati dagli sportivi nella convinzione che siano innocue. Considerando il fatto che nessuno studio ha dimostrato effetti benefici dal punto di vista atletico in relazione all’assunzione di queste sostanze, va precisato che l’abu- 16 16
so di queste sostanze è nocivo all’organismo. La DOPING carnitina a dosi elevate può causare nausea vomito e crampi intestinali. Gli effetti indesiderati della creatina sono ritenzione di urina, crampi muscolari e disturbi gastrointestinali. L’eccesso di alcune vitamine viene eliminato, quello di altre (liposolubili) può comportare effetti tossici da accumulo. Per la stragrande maggioran- za dei soggetti che praticano attività sportiva la consuetu- dine molto diffusa di voler integrare l’alimentazione giornaliera può essere consi- derata più una ”moda” che una necessità. RICORDA: Per ottenere buone prestazioni non servono “cibi speciali”, ma è sufficiente: ✓ ALLENAMENTO METODICO; ✓ BUONA O CORRETTA ALIMENTAZIONE; ✓ RECUPERO DELLA FATICA; ✓ RIPOSO ADEGUATO; ✓ STILE DI VITA CORRETTO. Non esistono alimenti magici in grado di miglio- rare la prestazione fisica, né pasticche in grado di risolvere i problemi!!! 17 17
DOPING CONSEGUENZE DEL DOPING Anche tu vuoi far parte della categoria Sportivi OGM? - Vittima di risultati attesi e sistemi finalistici? - Preda di chi ti vede come un obiettivo da raggiungere o una prestazione da ottenere, piuttosto che come persona con i suoi limiti e le sue potenzialità? - Una persona con il diritto di dire no a cose contrarie alla moralità? - Uno sportivo che non rincorre solo il risultato ma che gioca rispettando le regole? - Un campione che vuole esserlo solo con le sue forze? Dai valore al tuo Fair Play gioca con dignità!!! 18 18
DOPING Reagisci a questo sistema balordo • Allenati con tranquillità, rispettando i ritmi della tua stanchezza. • Monitorizza le tue aspettative senza farti condizionare dal peso eccessivo di quanto gli altri vogliono da te (allenatore, genitori, amici). • Rifletti sulle qualità tecnico-tattiche del tuo sport. • Gioca di testa con intelligenza, emozionalità e soprat- tutto collabora con gli altri… da soli non si fanno gran- di azioni. • Ma più di ogni altra cosa: DIVERTITI! Solo così il tuo gioco diventa momento di cura, di salute, di socializzazione, di relazioni significative, insomma di crescita per te. Indipendentemente dal tipo di sostanza utilizzata e dal- l’esito finale, il doping rappresenta prima di tutto un fatto di coscienza. E’ fraudolento l’intento stesso di migliorare le proprie capacità atletiche contravvenendo alle regole di correttezza, lealtà e rispetto per gli altri che sono il fondamento di qualsiasi attività sportiva. Non credere che siccome il sistema funziona così tu puoi permetterti il lusso di deresponsabilizzarti rispetto a certe scelte, o che solo perché il tuo allenatore ti consiglia di usare integratori o bevande particolari, al posto della cola- zione o prima della partita tu possa essere giustificato! Sappi, invece, che ogni tua azione in questo mondo ha una ripercussione sul micro e macro cosmo che ti circonda. Ogni tua piccola scelta o decisione non può far altro che confermare o disconfermare sistemi gia definiti! 19 19
DOPING Non si tratta della solita minestra riscaldata della responsabilità civile. È sì una questione di responsabi- lità e civiltà, ma più che altro un desiderio di vivere in questo mondo in maniera consapevole e attiva, decisa e determinata. Anche il mare è grandissimo ma è fatto di piccole gocce! E tu sei una goccia importante ogni volta che eviti l’esem- pio negativo di chi ti circonda, ogni volta che parli di doping e di pratiche sleali senza minimizzare il problema ma affrontandolo con il giusto peso, ogni volta che osservi le regole e rispetti le norme etiche e morali, ogni volta che rifiuti il risultato ad ogni costo, ogni volta che affronti la sconfitta con la dignità di un campione, ogni volta che entri in campo e sei pronto a giocare, anche con chi si dimostra essere più forte di te, con dignità e determinazione! È una scelta estremamente coraggiosa quella di andare controcorrente e dire: NO Il tuo no potrebbe non interessare agli altri che, rafforza- ti dal sistema, potrebbero anche deriderti... ma tu a diffe- renza loro potrai giocare in piena e corretta onestà. Sapendo che Il campo da gioco è tutto tuo, sapendo cosa vuoi e fino a che punto ti va di giocare e di rischiare, sai quanto vuoi vincere per te e la tua squadra, sai ciò che desideri e fin dove puoi arrivare con le tue forze. E quan- do perdi sai che hai combattuto realmente, che hai lotta- to senza rischiare di perdere qualcosa di te! Sarai capace di comprendere fin dove arrivano le tue forze e i tuoi limiti, di quanto può essere importante dividere gli sforzi con i compagni di squadra, senza cadere nella paura e senza scappare di fronte al più arrogante, potrai esultare delle vittorie sudate, e saprai riconoscere anche il gusto 20 20
amaro di una sconfitta e, da vero campione, lottare DOPING con tenacia, dando il giusto valore e significato alle tue prestazioni e la giusta stima al tuo impegno. Le sostanze dopanti, dagli anabolizzanti agli integratori, da quelli chimici a quelli naturali, interferiscono sul tuo mondo fisico, psichico e mentale in modo concatenato. Hai sempre a che fare con sostanze psicoattive che, pro- ducendo gratificazioni artificiali, condizionano il sistema chimico-fisiologico-esistenziale e rendono difficile la decodifica dei messaggi corporei alterando il ciclo armo- nico della vita e la tua capacità di essere attore consape- vole della tua esistenza. Ogni qualvolta introduci nel tuo organismo sostanze stimolanti ed artificialmente energiz- zanti produci un'alterazione nel sistema chimico-fisiologi- co delle ghiandole endocrine che, di risposta all'eccessivo carico di sostanze, inibiscono la propria secrezione. Il corpo, a lungo andare, si impoverisce sempre più dei suoi euforizzanti naturali, quali ad esempio le endorfine, sostanze che regolano ed eccitano la componente emo- zionale della vita. La presenza biologica di queste sostan- ze offre all’uomo la capacità di regolare e monitorare di continuo il ciclo del Benessere e del Malessere. Pensa a quanti rischi correresti se non avessi sensibilità verso il dolore? Se il tuo cervello perdesse la capacità di difenderti dalle situazioni pericolose? Se il tuo istinto non ti spingerebbe a ritirare la mano di fronte un fuoco o a fermare l’allenamento quando provi dolore fisico? Allo stesso modo rifletti su quanto sarebbe banale un a partita se una scarica di adrenalina non percorrerebbe il tuo corpo dopo aver fatto un goal? A quanto sarebbe sterile la vita se non ti sentissi euforico ad un appunta- mento importante? A quanto ti sentiresti sconnesso nel sentirti poco adeguato nel tuo corpo? 21 21
DOPING Questo è solo uno aspetto del riscatto che l’ingannevole creditore pretende dai suoi debitori! La capacità di ascoltare e di decifrare i segnali e i bisogni del corpo ti permette, infatti, di orientarti e di riconoscerti nel mondo, di adattarti alle situazioni che incontri giorno dopo giorno; ti offre la carica energetica giusta per fare delle scelte e assumertene la responsabilità, monitorando i tuoi bisogni e le tue esigenze, senza aspettare che siano gli altri a decidere per te! Le sostanze dopanti, alterando il tuo sistema di decodifica, mettono a tacere ogni tipo di “campanellino” comunicativo che tu stesso hai bisogno di decodificare per stare al mondo, per monitorare il tuo stress e il tuo disagio emotivo; ti vietano di ascoltarlo, indu- cendoti ad avere come obiettivo il superamento di te stesso, senza esserlo mai stato, divenendo semplicemente una risposta agli altri, alle esigenze efficientistiche di alle- natori e società, con conseguente desertificazione della vita interiore ed emozionale, mettendo in serio rischio la tua salute fisica e mentale! Alessandro Lambruschini, atleta olimpionico “Sono convinto che chi si dopa non sia molto diverso da chi ruba: fa una cosa disonesta, eticamente scor- retta e vìola le regole.” 22 22
DOPING I DIRITTI DI UNO SPORTIVO 1. Diritto di divertirmi, di giocare: si tratta di rispetta- re il modo in cui si gioca in base all’età del giocatore, con la possibilità che si possano inventare regole perso- nali di gioco, dove i ritmi di lavoro e di divertimento sono diversi, dove si è spesso alla ricerca dell’aspetto ludico- ricreativo, dove cia- scun giocatore non si senta né frustrato né sotto pressione per i risultati da ottenere, ma semplicemente non si annoi né si stressi. Ed è bene qui ricordare che all’origi- ne stessa della parola “sport” (dal francese antico “desportes”) c’è la nozione di divertimento. 2. Diritto di fare dello sport: cia- scun ragazzo o bambino ha il diritto di avvici- narsi di sua spon- tanea iniziativa allo sport che più lo aggrada, senza condizionamenti e limiti esterni. 23 23
DOPING 3. Diritto di beneficiare di un ambiente sano: oggi, nello sport di competizione, la lotta al doping e la promozione del fair play sono obiettivi comuni alla grande maggioranza delle federazioni sportive e di tutti gli Enti di Promozione Sportiva. Questi sono comporta- menti che si imparano da giovani e che un ambiente sportivo “sano” deve insegnare. 4. Diritto di essere circondato e allenato da persone competenti: bisogna riconoscere che chi si occupa di giovani lo fa investen- do tempo e volontà, sovente senza doman- dare nulla in compen- so; ciò non toglie tut- tavia che egli debba offrire a un giovane sportivo il meglio in qualità professionali e relazionali. Per tale motivo è giusto che debba formarsi, cono- scere i principi dello sviluppo fisiologico e psicologico, onde evitare grossolani errori. Lo sport è gratificante anche perché per un giovane può essere il luogo in cui intessere relazioni significative che lo con- ducano verso una crescita responsabile e consapevole. 5. Diritto di essere trattato con dignità: spetta dun- que all’adulto creare le condizioni favorevoli all’otteni- 24 24
mento di questi obiettivi, un ambiente sportivo DOPING etico e di alte vedute morali, laddove lo sportivo possa riconoscersi quale attore privilegiato della sua stessa esperienza; possa vivere lo sport come momento di crescita individuale e sociale e non come competizio- ne fine a sè stessa attraverso la quale ricercare esaspe- ratamente il successo. 6. Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le medesime probabilità di successo: la competizione sportiva va sempre organizzata tra sportivi di pari livel- lo, onde evitare che il giovane sportivo diventi vittima delle sue sconfitte o, d’altro canto, sentirsi pieno delle sue vittorie poco sudate. 7. Diritto di partecipare a competizioni adatte alla propria età: esistono esempi positivi di come si possa rispettare questo diritto. Infatti, sempre più spesso si introducono categorie per gio- vanissimi (mini- tennis, mini- basket, mini-cal- cio, ecc...) in modo che le gare siano giocate da bambini di pari età evitando la superiorità fisica. 25 25
DOPING 8. Diritto di praticare il proprio sport in asso- luta sicurezza: spesso in passato si verificavano inci- denti evitabili o lesioni da sovraccarico di lavoro. Questo perché si richiedevano sforzi eccessivi. O non vi era pro- fessionalità dell’istruttore (allenatore). Oggi anche que- sta categoria è più preparata e si aggiorna applicando le nuove tecniche (adattamento delle infrastrutture, consi- gli medici, stretching). 9. Diritto di disporre del sufficiente tempo di ripo- so: questo si verifica sempre più spesso. Infatti, duran- te la stagione estiva si consiglia di far riposare il fisico e la mente. Altro consiglio, seguito sempre di più nei tor- nei, quando vi è la necessità di gioca- re più gare giorna- liere, è quello di ridurre i tempi delle gare. 10. Diritto di non essere un cam- pione: il ragazzo va considerato prima di tutto una persona umana e come tale va rispettato. Ma una persona può diventare anche un campione, questo però va valutato con attenzione, se effettivamente vi sono le condizioni. Un buon allenatore guarda prima la persona e poi il 26 26
campione. Un genitore deve mirare prima di DOPING tutto alla salute del proprio figlio e non essere ambizioso. Luca Sacchi, atlela di nuoto Doping? da “Il coraggio del pettirosso” di M. Maggiani “Preferisco l’apnea, anzi la considero la regola essen- ziale delle immersioni. Si affronta l’acqua ad armi pari, senza trucchi... con quello che ci sta nei polmo- ni e basta. Allora puoi dire a ragione: sì, questo è un posto mio. Lo puoi fare solo per due minuti? Va bene, vuol dire che è il tuo posto di due minuti. Per una grossa balena è il suo posto dei venti minuti, per un’acciuga è il suo posto di un anno, ma è solo una differenza di quantità. E’ l’essenza, è la qualità sog- giacente, che conta nella vita, penso io”. Capito il punto? 27 27
Sede operativa e amministrativa: Via G. Galilei, 65 – 25128 Brescia Tel. 030382393 - Fax 030381042 - e-mail: anspisport@anspi.it Sede legale: Via dell’Amba Aradam, 22/5 – 00185 Roma Associazione Nazionale San Paolo Italia per Oratori e Circoli - Sport Costituita il 29-5-1997 Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI il 3-2-2005
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