Sostenibilità e sviluppo turistico - LEZIONE 4 La destinazione turistica (2/2) Cooper, capp. 3.3) Vanhove, cap. 5 ...

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Sostenibilità e sviluppo turistico - LEZIONE 4 La destinazione turistica (2/2) Cooper, capp. 3.3) Vanhove, cap. 5 ...
Sostenibilità e sviluppo turistico
                     LEZIONE 4
            La destinazione turistica (2/2)

Cooper, capp. 2 e 7
Candela-Figini, cap 3 (§ 3.3)
Vanhove, cap. 5
Vanhove, slide cap. 5
Dwyer-Forsyth-Dwyer (2020), cap. 19
WEF_Travel Tourism Competitiveness Report, 2019
Sostenibilità e sviluppo turistico - LEZIONE 4 La destinazione turistica (2/2) Cooper, capp. 3.3) Vanhove, cap. 5 ...
Contenuti

•   Destinazione sostenibile
•   Management di una destinazione
•   Destinazione competitiva
•   Evoluzione di una destinazione
Sostenibilità e sviluppo turistico - LEZIONE 4 La destinazione turistica (2/2) Cooper, capp. 3.3) Vanhove, cap. 5 ...
Destinazione sostenibile
Destinazioni sostenibili
I tre elementi chiave per creare destinazioni
     turistiche sostenibili:

1. Capacità di portata

2. Management della destinazione

3. Pianificazione strategica
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Destinazione sostenibile
1. Capacità di portata (ne riparleremo nella Lezione 5):

Concetto in apparenza semplice, ma molto complesso da quantificare:
  a. Fisica: riguarda il territorio e le strutture

   b. Psicologica: riguarda la compromissione dell’esperienza turistica

   c. Biologica: riguarda la compromissione di flora e fauna

   d. Sociale: riguarda gli impatti sulla comunità ospitante
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Destinazione sostenibile
2. Management della destinazione, responsabile di:

Gestione coordinata di tutti gli elementi di una
    destinazione (UNWTO, 2007):

     a.   pianificazione dello sviluppo
     b.   management
     c.   marketing

                                          Figura 2.1 Il management della destinazione
Destinazione sostenibile
Esempio: il modello VICE per il management delle destinazioni
basato sulla partnership

La strategia si fonda su 4 obiettivi collegati a
1. visitatori: comunicare
2. imprese: lavorare in partnership                                         Visitors

3. comunità locale: coinvolgimento
4. ambiente: conoscenza

                                               Figura 2.4 Il modello VICE
                                               Source: New Forest Tourism
Destinazione sostenibile
3. Pianificazione strategica

Richiede :

   1. Prospettiva di lungo periodo (prevenire il superamento della capacità
      di portata)
   2. Rivedere continuamente le strategie nel rispetto della sostenibilità
   3. Obiettivi chiari
   4. Risorse stanziate rispetto agli obiettivi
   5. Intervento pubblico (già detto…)
Destinazione sostenibile
3. Pianificazione strategica

Evoluzione negli anni
       a.    Pianificazione strategica tradizionale (approccio sequenziale
             a stadi):
                 - obiettivi
                 - strategia
                 - marketing
                 - monitoraggio
       a.    approccio di visioning (il futuro con un approccio bottom up)
       b.    strategie dell’esperienza (organizzare esperienze
             significative)
Destinazione sostenibile
Coordinamento e varietà di prodotto
Due temi ricollegati alla sostenibilità delle destinazioni
  (Candela-Figini):

  1. coordinamento;
  2. varietà di prodotto.
Destinazione sostenibile
Teorema del coordinamento

Il coordinamento delle diverse attività produce livelli di profitti e
presenze maggiori rispetto alla gestione indipendente

Il coordinamento si può ottenere grazie a un’autorità che
governi la destinazione oppure a un’associazione tra imprese

L’autorità deve:
• coordinare le imprese;
• fissare il prezzo del prodotto complessivo;
• imputare il prezzo per ogni componente di prodotto.
Destinazione sostenibile
Il Coordinamento richiede Collaborazione

La collaborazione e il coordinamento sono sempre stati fondamentali nel turismo

IERI tante piccole organizzazioni, atteggiamenti particolaristici, ripartizione a pioggia
dei finanziamenti, scarsità di risorse

OGGI necessità di un’organizzazione di maggior respiro per recepire con efficienza
nuove funzioni

   Richiede un sistema organizzativo in grado di assumere nuove funzioni
Destinazione sostenibile
Teorema della varietà

• la soddisfazione del turista aumenta con la varietà del prodotto
  turistico locale;

• ricadute economiche positive sulla destinazione;

• la domanda rivolta alla singola impresa turistica decresce con
  l’aumento della varietà: limite economico alla diffusione della
  varietà.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Torniamo su Destination Management (DM)

                                  Esigenza

• integrare all’interno di un processo strategico la gestione dei fattori di
  attrattiva e i servizi turistici

• rendere competitiva la destinazione
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Abbiamo definito il DM come gestione coordinata di tutti gli elementi
  di una destinazione

Specifichiamo che si tratta dell’insieme delle tecniche e delle azioni
  indirizzate verso la sostenibilità e razionalizzazione nella fruizione
  delle risorse turistiche:

 • gestione network
 • gestione della condivisione dei servizi
 • gestione della competitività
 • gestione della crescita e evoluzione
 • gestione del territorio
 • gestione della crisi
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
ll campo di azione del DM è riconducibile a quattro
dimensioni:

• la generazione di flussi turistici di incoming;

• la gestione dell’immagine e del valore simbolico della destinazione;

• iI coordinamento e la gestione delle relazioni con gli stakeholder;

• la valutazione dell’impatto del turismo sul sistema territoriale
  locale.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Destinazioni corporate e destinazioni community

Sotto il profilo organizzativo, Martini (2005) raggruppa le diverse
forme di destinazione in due principali tipologie:

a) destinazioni corporate

b) destinazioni community

Martini U. (2005), Management dei sistemi territoriali. Gestione e marketing delle
  destinazioni turistiche, Giappichelli, Torino.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Destinazioni corporate
Luoghi nei quali l’offerta turistica è
     progettata, gestita e promossa da parte di una società di gestione:
     per lo più governate da imprese del settore immobiliare (esempi: i
      villaggi turistici e i ‘resort’ multi – servizi)

Caratteristiche comuni:
        - unità di controllo e coordinamento di tipo gerarchico;

        - accesso facilitato al mercato finanziario e dei capitali;

        - le politiche commerciali e di marketing seguono logiche tipicamente
          aziendali (pacchetti all inclusive).
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Destinazioni community
Attraverso l’interazione dell’attività di molteplici attori locali, si
propongono sul mercato turistico attraverso uno specifico brand
     dimensione sistemica essenziale per l’elaborazione di una strategia di
      sviluppo turistico

Caratteristiche comuni
         - il territorio si propone al mercato nel suo insieme;

         - risorse e attività sono diffuse, unità imprenditoriali indipendenti a
           prevalenza locale;

         - ruolo decisivo dell’ente pubblico territoriale
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
ll governo delle destinazioni community è più
complesso:
 • necessità di conferire una visione sistemica all’offerta
   turistica locale;

 • ruolo dell’ente pubblico territoriale nello sviluppo del
   turismo;

 • problema del coordinamento in assenza di gerarchia;

 • coinvolgimento degli attori locali in progetti condivisi.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
L’organismo che se ne fa carico deve:

•    acquisire legittimazione da parte degli attori;
•    avere la capacità di gestire le relazioni fra gli attori;
•    portare al conseguimento di risultati di mercato;
•    rimanere parte integrante del tessuto sociale della località;
•    non deve però sovrapporsi alle decisioni di politica turistica che
    sono di competenza dell’organo di governo del territorio.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Destination Management Organization (DMO)
La possibilità per una destinazione di attuare l’azione di DM è legata
all’esistenza di una struttura organizzativa che si faccia carico di gestire
i processi organizzativi e decisionali sin qui esposti.

Specialmente nelle destinazioni community questa struttura è
rappresentata da una DMO, ossia un organismo che indirizza l’operato
degli attori locali dando esecuzione alla politica turistica decisa a livello
di governo del territorio:

   - Destination
   - Management
   - Organization
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
A seconda dell’ambito territoriale, le DMO possono essere suddivise
in:
 • nazionali;
 • regionali o provinciali;
 • locali.

A seconda del ruolo statale può essere:
 • totalmente pubblica;
 • frutto di una collaborazione tra pubblico e privato;
 • esclusivamente privata.

   La creazione di una DMO si configura quindi come una delle più
 importanti manifestazioni dell’intervento pubblico nel governo del
              turismo in una destinazione community.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE
Alcuni autori (Morrison 1998, Presenza 2005) hanno provato a
riassumere alcune delle possibili funzioni delle DMO come segue:

• un economic driver, contribuisce allo sviluppo di un economia
  locale più diversificata;
• un comunity marketer, comunica un’immagine unitaria della
  destinazione;
• un industry coordinator, indirizza lo sviluppo turistico locale verso
  strategie focalizzate sulla ridistribuzione e diffusione dei benefici
  derivanti dal fenomeno turistico;
• un quasi – public rappresentative, fa da intermediario tra gli
  interessi di tutti gli stakeholder;
• un builder of community pride, promuove il miglioramento della
  qualità di vita per i visitatori e popolazioni ospitanti.
MANAGEMENT DELLA DESTINAZIONE

                   Rendere competitiva una
                   destinazione
Destinazione competitiva
La competitività tra destinazioni turistiche è un concetto
complesso che include una varietà di elementi osservabili e non
osservabili.

Nella letteratura turistica il concetto rimane tutt'ora di difficile
inquadramento e misurazione.

Secondo Dwyer e Kim (2003) questa difficoltà è riconducibile
all'esistenza di due aspetti:
     1. multidimensionalità
     2. relatività.
Destinazione competitiva
I principali modelli concettuali di riferimento sono (Vanhove, cap. 5):

 1. The competitive forces and generic strategies of M. Porter;
 2. The ‘Porter diamond’, or the determinants of competitive advantage;
 3. The Poon concept;
 4. The WES approach;
 5. The Bordas demand model;
 6. The conceptual model of destination competitiveness of Ritchie and Crouch;
 7. The price-competitiveness approach of Dwyer, Forsyth and Rao.

Nessuno di questi modelli è predittivo o causale perchè ‘… models should not be used
to make a decision; they assist in decision making but should be no substitute for the
                              role of the decisionmaker’.
                                                                    Ritchie and Crouch (2002)
Destinazione competitiva
Comuni nello spirito, questi approcci enfatizzano aspetti particolari

  1. Porter (1980): competitive forces of enterprises;

  2. Porter (1990): the home environment and related determinants;

  3. Poon: innovation, quality and making tourism a lead sector;

  4. WES: macro-economic factors and tourism policy;

  5. Bordas: marketing orientation, perceived value and perceived costs;

  6. Ritchie and Crouch: destination policy, planning and development, and destination
     management;

  7. Dwyer et al.: prices competitiveness.
Destinazione competitiva
   Porter (1980): competitive forces of enterprises

Porter’s theories about competitive forces and about
determinants of competitive advantages do not originate
in the tourism sector. It was only later that tourism
scientists applied the theory to the tourism industry.
Destinazione competitiva
          Porter (1990): the home environment and related determinants
In his book The Competitive Advantage of
     Nations, Porter (1990) developed a model
     that attracted much attention in the tourism
     sector.

The starting point for the development of
    strategies to improve the competitive
    position of a destination is identical to that
    for the determinants of competitiveness.

Based on the Porter model, competitive
    advantages of a destination emerge in a
    dynamic system consisting of four
    interdependent determinants, which
    together form a diamond – a term Porter
    uses to refer to these determinants (Porter,
    1990).
Destinazione competitiva
  Poon: innovation, quality and making tourism a lead sector

Poon (1993) emphasizes the changes in tourism when she
compares new tourism (flexible, segmented, diagonally-
integrated, environmentally-conscious) with old tourism (mass,
standardized and rigidly packaged) with respect to consumers,
management, technology, production and frame conditions.

For her, new tourism changes the rules of the game and calls for
new strategies to ensure competitive success (Poon, 1993).
Destinazione competitiva
   Le componenti della competitività secondo Ritchie e Crouch
      (2000):

1. Vantaggi comparativi contro
   vantaggi competitivi;
2. Il Macro ambiente globale contro
   Micro ambiente competitivo;
3. Risorse e fattori di supporto;
4. Risorse e attrazioni principali;
5. Il management della destinazione;
6. Le politiche, la pianificazione e
   sviluppo della destinazione;
7. I fattori qualificanti
Destinazione competitiva
Ecco le principali
variabili considerate:
Destinazione competitiva
Possiamo concludere che:

1. la competitività di una destinazione è legata a una molteplicità di fattori;

2. l’approccio di Dwyer et al. è più focalizzato sulla competitività di prezzo, ma anche
   loro si stanno spostando verso un modello integrato e multidimensionale;

3. il modello Ritchie–Crouch è sicuramente il più completo, ma anche Porter (1990)
   and WES contengono una grande varietà di componenti;

4. Ritchie–Crouch, Porter e WES hanno un comune denominatore che è quello di
   enfatizzare il ruolo della pianificazione strategica (tourism policy), attrazioni, fattori
   della domanda e dell’offerta e accessibilità;

5. anche Poon ricorre a un gran numero di fattori, ma rimane molto focalizzato su
   innovazione, qualità e ruolo del turismo per lo sviluppo di una destinazione.
Destinazione competitiva
Il TTCI
• Oltre ai modelli, la letteratura
  ci propone alcuni indici
  specifici che misurano la
  competitività turistica
  globale.

• Tra i più importanti è da
  ricordare il “Travel Tourism
  Competitiveness Index”
  (TTCI) sviluppato dal World
  Economic Forum.
Destinazione competitiva
Il TTCI

Incorpora informazioni riguardanti quattro aree
Destinazione competitiva
Competitività di prezzo
Abbiamo già visto che significato ha
                         RPij= (CPIit/CPIjt)*ERit
i : destinazione
j: origine
CPI: Consumer Price Index
ERit : tasso di cambio

I turisti confrontano il costo della vita a destinazione rispetto a quello del
    proprio paese di origine:
• un aumento di significa che gli acquisti a destinazione i risultano
    relativamente più cari rispetto all’origine j.

Ciò può dipendere o da prezzi più alti a destinazione o da un tasso di
    cambio sfavorevole per il paese di origine.
Destinazione competitiva
Competitività di prezzo

Esistono altre misure di competitività di prezzo. Iprincipali
indici di prezzo che si possono considerare sono:
•CPI
•Price Index of Tourist Bundles
•Package Tour Prices
•Tourism Trade Wighted Index
•Purchasing Power Parity
•Comprehensive Destination Price Competitiveness Index
Destinazione competitiva
Competitività di prezzo
•Purchasing Power Parity
Se i mercati sono efficienti un bene deve avere lo stesso prezzo
in tutti i mercati.

In caso contrario…vediamolo:
PXUSA= $1200
PXUK = £800
Tasso di cambio=$1,5/£1                        PPP exchange rate=
         PXUK = £1200                          Tasso di cambio che
                                               garantisce la parità dei
Tasso di cambio=$1,8/£1                        poteri di acquisto
         PXUK = £1440
Destinazione competitiva
Competitività di prezzo
Price Competitiveness Index

                         PCI= PPP/exchange rate x 100

Presa un destinazione come base di riferimento, per qualsiasi altra destinazione:
• PCI< 100 significa maggiore competitività di prezzo
• PCI> 100 significa minore competitività di prezzo

Esempio Singapore versus Korea con turista giapponese
Lo stesso bundle di beni costa 1000$ in Singapore e 700.000 won in Korea con
tasso di cambio $1 = 863 KRW

    PCI per Korea = [(700000/1000)/863]x100=81.1

Per il turista giapponese la Korea è più competitiva di Singapore
Evoluzione di una destinazione
• Per “ciclo di vita della destinazione” si intende il succedersi di
  fasi dal momento della comparsa della destinazione sul
  mercato fino al raggiungimento di una posizione di
  consolidamento e infine di maturità.

• Le fasi tipiche attraversate da una destinazione nel corso della
  sua traiettoria evolutiva sono le seguenti:
                                                      1.   Esplorazione     1. Scoperta
                                                      2.   Coinvolgimento   2. Controllo locale
                                                      3.   Sviluppo
                                                      4.   Consolidamento   3. Istituzionalismo
                                                      5.   Stasi
                                                      6.   Declino
   Figura 2.3 Il ciclo di vita dell’area turistica    7.   Rinvigorimento
   Sources: Butler, 1980; Boniface and Cooper, 2009
Evoluzione di una destinazione
Come nasce una destinazione?

Ricordiamo sempre da ora in avanti che un territorio può
   seguire due vie:

1. nascita spontanea, le attività imprenditoriali nascono
   come effetto del turismo, senza una strategia (le prime
   località balneari del Mediterraneo, lo sviluppo turistico
   nelle Dolomiti);

2. sviluppo pianificato, progettualità e pianificazione alla
   base dello sviluppo turistico di alcune destinazioni (Costa
   Brava in Spagna).
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