Solitudine, affetti, rientro - L'impatto del COVID sui giovani expat italiani

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Solitudine, affetti, rientro - L'impatto del COVID sui giovani expat italiani
L’impatto del COVID sui giovani expat italiani

Solitudine,
affetti, rientro
Solitudine, affetti, rientro - L'impatto del COVID sui giovani expat italiani
2 | Solitudine, affetti, rientro              L’impatto del COVID sui giovani expat italiani

 Bisogna tornare indietro di                        La pandemia ha
 almeno tre generazioni per poter
 ricordare l’ultima pandemia (la             segnato la vita di tutti
 “Spagnola”) prima di quella,               gli italiani, sia in patria
 devastante, a cui abbiamo assistito
 nel 2019-2021. L’impatto del                      che all’estero. Ha
 Covid-19 si è sentito in tutti i paesi        modificato i flussi in
 ma non in ugual misura e non con
 le stesse tempistiche e modalità.           uscita e in ingresso, il
 Per gli italiani all’estero, l’impatto è    concetto di “frontiera
 stato un mostro bifronte: da una
 parte, la situazione nel paese di           europea”, le abitudini
 residenza con tutte le                     di viaggio, le modalità
 conseguenze sulla quotidianità;
 dall’altra, lo sguardo fisso alla                      di lavoro e il
 situazione in Italia con tutte le                     significato di
 conseguenze sugli equilibri
 affettivi e personali.                       “distanza”. Il senso di
 Durante la pandemia, è cambiato            solitudine e la volontà
 il concetto di mobilità
 (collegamenti aerei, modalità di
                                                   di essere vicini ai
 viaggio), quello di lavoro (home           propri cari ha prevalso
 working, dove “home” può essere
 una qualsivoglia località), quello di
                                            sulla paura del virus in
 distanza. Il nostro studio, condotto             coloro che hanno
 a cavallo tra la prima e la seconda
 ondata del Covid (luglio-agosto
                                                  scelto di rientrare
 2020), è riuscito a cogliere, quasi               durante la prima
 come in un’istantanea, i sentimenti
 degli expats, in bilico tra
                                                 ondata del COVID
 voglia/esigenza di rientrare e
 accettazione impotente della
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 nuova situazione che, tra le altre                 Rientro per un periodo prolungato
                                                   durante la prima ondata del COVID in
 cose, ha creato barriere dove                           base all'anno di espatrio
 prima c’erano solo frontiere                      0%       20%   40%        60%   80%    100%

 divenute ormai quasi puramente          1990-94    3.4%

 immaginarie.                            1995-99    7.1%

                                         2000-04    10.4%
 L’analisi dati mette in evidenza        2005-09    12.3%
 come la propensione al rientro          2010-14    15.3%
 prolungato sia stata                    2015-19    17.5%
 particolarmente forte per gli                                     Si   No
 espatri più recenti. Secondo le
 nostre stime, sono circa 150’000        andare ad analizzare i paesi ad
 gli italiani rientrati per un periodo   alto impatto Covid. È lì che
 prolungato nel corso della prima        riscontriamo una maggiore
 ondata del COVID-19. Si tratta          propensione a rientrare, con
 dell’equivalente di una città di        differenze anche del 60% da quei
 medie dimensioni come Cagliari o        paesi dove la prima ondata di
 Foggia. Tra questi, i laureati sono     COVID-19 è stata particolarmente
 circa 35’000.                           forte con conseguente attuazione
 È inoltre interessante notare           di pesanti lockdown. Rientrano in
 come, nel nostro campione, anche        questi paesi tutti quelli che al 30
 una percentuale piccola ma              giugno 2020 registravano un
 percepibile (3%) di expats di           numero totale di decessi
 lunga data (circa 25-30 anni            superiore a 250 per milione di
 dall’espatrio) abbia deciso di          abitanti: Belgio, Brasile, Cile,
 rientrare in Italia a lungo durante     Colombia, Francia, Irlanda, Paesi
 la pandemia.                            Bassi, Regno Unito, Spagna, Stati
                                         Uniti, Svezia.
 Le ragioni possono essere
 argomento di dibattito ma
 sicuramente nascondono un misto         Secondo le nostre
 di motivi personali e affettivi,
 opportunità di continuare a
                                         stime, sono circa
 svolgere il proprio lavoro senza la     150’000 gli italiani
 necessità di vivere all’estero per
 farlo e il desiderio di sentirsi “al
                                         rientrati per un
 sicuro” o meno soli, soprattutto        periodo prolungato
 nei paesi in cui le misure di
 contenimento della pandemia
                                         nel corso della prima
 hanno costretto i giovani expats        ondata del COVID-19
 italiani a una solitudine forzata.
 Per testare le varie ipotesi, è utile
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 All’interno di questi paesi, il Regno     rientro sia stato alimentato
 Unito rappresenta a sua volta un          soprattutto dalla solitudine indotta
 caso particolare: a parità di             dal lockdown. Quasi la metà di
 impatto del COVID-19, coloro che          coloro che hanno un’età compresa
 vivevano nel Regno Unito hanno            tra i 18 e i 25 anni sono rientrati.
 avuto una probabilità di rientrare        La propensione al rientro
 in Italia due volte maggiore              diminuisce molto (quasi del 70%)
 rispetto agli altri paesi. Se ci          già nella fascia di età successiva
 concentriamo esclusivamente sui           (26-35 anni) ed è più o meno
 laureati all’estero espatriati negli      stabile fino ai 55 anni. Sono
 ultimi quindici anni (per i quali il      dunque soprattutto i giovani
 nostro campione è maggiormente            studenti o alla prima esperienza
 rappresentativo), concludiamo             lavorativa all’estero ad essere
 che circa il 30% di coloro che                      Rientro per un periodo prolungato
 vivono nel Regno Unito sono                        durante la prima ondata del COVID in
                                                     base al paese di residenza (laureati
 rientrati durante la pandemia. Un                           espatriati 2005-19)
 caso diverso è quello della                               0%       20%   40%       60%   80%   100%

 Svizzera. Qui una serie di fattori        Regno Unito      29.5%

 misurati dal questionario (tra cui          Germania       6.7%

 per esempio il basso impatto del              Svizzera     8.2%

 COVID nel paese nel corso della               Francia      17.5%

 prima ondata e l’alta percentuale             Spagna       12.5%

 di iscritti AIRE tra gli expat italiani     Stati Uniti    14.3%

 nel Paese) ha contribuito a                    Belgio      12.5%

 mantenere basso il numero dei              Paesi Bassi     14.3%

 rientri. L’analisi statistica mostra           Irlanda     17.9%

                                                  Altro     15.2%
 tuttavia che ci sono fattori non
 misurati dal nostro questionario e                                       Si   No

 specifici alla Svizzera che hanno         rientrati in massa,
 spinto gli expat a rientrare in Italia.   presumibilmente perché costretti
 Un caso ancora diverso è quello           a vivere in spazi più ristretti e
 degli Stati Uniti, dove la                meno confortevoli, e senza affetti
 percentuale di rientri è stata nella      stabili al proprio fianco.
 media, ma l’analisi ugualmente
 indica che ci sono stati fattori          La situazione lavorativa ha
 specifici e non misurati che hanno        sicuramente influito sulla
 portato gli italiani a rientrare meno     possibilità di rientrare. Da un lato
 di quanto previsto dal nostro             la chiusura delle università e
 modello.                                  dall’altra la precarietà dell’impiego
                                           all’estero hanno facilitato un
 L’analisi per fasce di età                rientro prolungato dei
 suggerisce ugualmente che il              giovanissimi. Questo dato è
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 supportato da quello degli iscritti   non hanno subito rimodulazioni
 all’AIRE (quindi, potenzialmente,     durante la pandemia.
 con una situazione logistica più      La maggiore flessibilità di lavoro
 stabile), che hanno una               da remoto è probabilmente anche
 probabilità di un terzo minore di     tra i fattori che spiega la maggiore
 rientrare rispetto agli altri         probabilità di riavvicinamento ai
 connazionali. Se guardiamo al         propri cari per coloro che sono in
 settore di impiego, scopriamo che     possesso di un master o laurea
 coloro che lavoravano in enti         magistrale, quasi doppia rispetto
 culturali e artistici hanno avuto     a coloro che hanno conseguito
 una probabilità più che doppia di     solo un diploma. Al contrario, non
 rientrare, colpiti da chiusure        è di facile interpretazione il dato
 generalizzate e contratti             che vede gli uomini due volte più
 generalmente più precari. Al          propensi a rientrare rispetto alle
 contrario, la propensione al          donne.
 rientro è stata meno della metà
 tra i lavoratori                      Infine, è in parte sorprendente il
 nell’amministrazione pubblica         fatto che non ci sia una differenza
 all’estero, dove possiamo             significativa in termini di
 immaginare ci sia da un lato          propensione al rientro sulla base
 minore flessibilità in termini di     della situazione della pandemia
 lavoro da remoto e dall’altro         nelle varie regioni italiane di
 tipologie contrattuali a tempo        origine. Analizzando in maniera
 indeterminato che potenzialmente      aggregata gli expats provenienti
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 dalle regioni a più alta mortalità       possibilisti rispetto a un rientro
 COVID-19 durante la prima                permanente in Italia. Questo
 ondata (Emilia Romagna, Liguria,         fattore ha aumentato infatti di circa
 Lombardia, Piemonte, Trentino e          due terzi la propensione a
 Valle d’Aosta), non si notano infatti    trascorrere un periodo di tempo in
 differenze significative rispetto alle   Italia durante la prima ondata.
 altre regioni d’Italia. È un dato che    Buona parte di loro ha anche
 suggerisce nuovamente che la             dichiarato nel questionario di
 paura della solitudine ha influito       avere ancora nostalgia per l’Italia.
 più della paura del virus nelle          È una conferma ulteriore che la
 scelte di rientro. La Lombardia si       solitudine e il senso di isolamento
 discosta in parte dalle altre cinque     indotto dalle misure di
 regioni dove la mortalità è stata        contenimento della pandemia
 più alta: la propensione al rientro      hanno alimentato un
 dei lombardi rispetto agli altri è       ripensamento in molti italiani
 stata di circa la metà,                  all’estero. Si tratta di
 probabilmente a causa del risalto        un’opportunità che il paese può
 mediatico sia in Italia che all’estero   sfruttare se sarà in grado di
 sulla situazione della pandemia          mostrare a questi expat nostalgici
 nella regione.                           la possibilità di un rientro
                                          stimolante - e permanente - anche
 Senza sorpresa, la pandemia è
                                          dal punto di vista professionale.
 stata un’opportunità soprattutto
 per coloro che erano già
Lo studio
                  CC BY NC       Questa analisi è stata svolta sulla base di un
                                 campione di 1’262 questionari raccolti tra il
Licenza Creative Commons, 2021   luglio e l’agosto del 2020 tra i giovani
Attribuzione – Non Commerciale   italiani residenti all’estero, per la gran parte
                                 in possesso di un titolo di studi universitari
                                 ed espatriati negli ultimi 15 anni. Per
                                 approfondimenti, è possibile consultare la
Foto                             Nota Metodologica.
Hedgehog Digital da Unsplash     chEUropa
Yasmina H da Unsplash
                                 L’analisi e la raccolta dati sono stati svolti da
Shopify Partners da Burst
                                 chEUropa – associazione che propone
                                 nuove visioni d’Europa raccogliendo il
                                 contributo degli italiani all’estero.
                                 L’obiettivo è di utilizzare la ricerca e l’analisi
                                 dei dati per informare il dibattito e le
                                 politiche relativi alla mobilità dei lavoratori
                                 italiani ed europei, e a creare iniziative per
                                 affrontare eventuali problemi e criticità che
                                 emergeranno dall’analisi dei dati.
                                 Ringraziamenti
                                 Ringraziamo Gaia van der Esch e Tommaso
                                 Cariati, che hanno partecipato all’ideazione
                                 del questionario e alla raccolta dati.
                                 Ci hanno inoltre supportato nella
                                 disseminazione del questionario numerosi
                                 gruppi di italiani all’estero e associazioni
                                 (tra cui The Good Lobby, Give Back Italia,
                                 Manifesto di Londra); nonché Alessandro
                                 Fusacchia e Massimo Ungaro (Deputati
                                 della Repubblica) e Maria Chiara Prodi
                                 (Consigliera del CGIE).
                                 Ringraziamo Delfina Licata (Fondazione
                                 Migrantes), Toni Ricciardi (Università di
                                 Ginevra) e Francesca Licari (ISTAT) per il
                                 supporto nell’analisi dei dati.

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