Si è concluso oggi il 16 raduno delle Vele d'Epoca a Imperia/ I PARTICOLARI, I BILANCI

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Si è concluso oggi il 16 raduno delle Vele d'Epoca a Imperia/ I PARTICOLARI, I BILANCI
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     Si è concluso oggi il 16° raduno delle Vele d’Epoca a
     Imperia/ I PARTICOLARI, I BILANCI
     di Luca Simoncelli
     12 Settembre 2010 – 19:41

     La Baia di Imperia ha fatto da cornice dall’8 al 12 settembre 2010 alla XVI edizione delle
     “Vele d’Epoca di Imperia”, tappa del circuito Panerai Classic Yachts Challenge 2010,
     evento imperdibile che ha valorizzato gli antichi gioielli del mare e lo yachting del passato,
     patrocinato dal Ministero del Turismo e dal Ministero della Difesa.

     L’avvenimento ha riscosso un interesse e una partecipazione di vere “signore del mare”
     con le loro interessanti storie da raccontare. E’ come consuetudine la calda accoglienza
     della città ligure, il grande sforzo organizzativo, una serie di appuntamenti a corollario
     delle regate, che ha polarizzato l’attenzione di tutta la costa. E’ lo smisurato e mai
     trascurato amore per il mare che gli imperiesi sanno trasmettere il valore che fa emergere
     l’antico spirito marinaresco, fatto di passione per un modo di veleggiare ricco
     d’imponenza, raffinatezza ed eleganza.

     Il clima e i colori della Riviera, i profumi e i sapori della Provincia di Imperia,
     l’indescrivibile bellezza di un tramonto fra mille vele, hanno incantato i visitatori di tutto il
     mondo. “C’è da faticare molto sulle barche d’epoca… niente winch elettrici, solo braccia e
     schiene piegate a tesare scotte e drizze di questi capolavori del mare che la passione di
     pochi ha saputo riportare allo splendore originario”, dice Lucio Carli, presidente
     Assonautica Provinciale di Imperia che organizza da sempre l’evento in collaborazione con
     AIVE e CIM. “Anche in questa sedicesima edizione non sono mancati veri e propri gioielli
     galleggianti, in cui la bellezza di forme dimenticate si fonde con il fascino dei legni

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     pregiati, degli ottoni tirati a specchio e delle attrezzature ormai desuete. Negli anni non
     sono mancate le protagoniste delle regate e del diporto della prima metà del secolo: grandi
     e piccole, ma tutte con una storia spesso avventurosa e densa di mistero, accomunate dallo
     spirito di mostrarsi ancora competitive in regata. Un’intera flotta che ha animato di alberi
     “svettanti” e vele bianche le acque del golfo imperiese nei giorni di regata e nella parata
     finale”, continua Carli. “Dall’edizione del 1992 la manifestazione imperiese ha assunto
     cadenza biennale e da quest’anno si svolge nel nuovo Porto di Imperia. La struttura di
     Porto Mairizio ha dato un nuovo volto alle Vele d’Epoca di Imperia da tutti definito più
     elegante e con migliori servizi alle barche presenti all’evento, che siano scafi appena
     restaurati o altrimenti leggendari, condotti da personaggi storici o volti nuovi della nautica
     sportiva e da diporto”.

     Alla competizione sono stati ammessi gli yacht d’epoca costruiti prima del 1950, gli yacht
     classici costruiti tra il 1950 ed il 1977 e le loro repliche riconosciute dal regolamento
     C.I.M. 2010-2013. Si sono iscritti alla particolare sezione “Spirit of Tradition” le
     imbarcazioni moderne che per progetto o materiali di costruzione ricordino lo stile di un
     tempo, tra cui le “classiche” e le classi metriche e i 12 metri Stazza Internazionale,
     protagonisti delle sfide d’epoca dell’America’s Cup.

     Dal 2006 le Vele d’Epoca di Imperia fanno parte del Circuito “Panerai Classic Challenge”
     che tocca alcune delle località storiche del Mediterraneo (Antibes, Cannes e Mahon),
     nonché i porti d’oltreoceano di Antigua, Nantucket e Newport. Ogni due anni anche
     Imperia fà parte del Circuito acquisendo sempre maggiore visibilità e prestigio. Le
     imbarcazioni sono divise in categorie e si sfidano tra loro in entusiasmanti regate.

     Quest’anno il Circuito Panerai Classic Yatch Challenge è cresciuto grazie ai nuovi ingressi
     dei prestigiosi campi di regata dell’Isola di Wight (G.B.) e di Marblehead (USA), luogo
     d’origine della Marina Americana. Il circuito, organizzato dall’ A.I.V.E. (Associazione
     Italiana Vele d’Epoca) e dal CIM (Comité International de la Méditerranée) è articolato in
     quattro regate, più alcuni trasferimenti d’altura. Al termine delle diverse prove vengono
     premiate le imbarcazioni vincitrici del “Challenge” suddivise per classi e categorie.

     Fratelli Carli, Agnesi, da sempre testimonial dell’alimentazione mediterranea e di Imperia,
     insieme a Fondazione Banca Carige, Porto di Imperia S.P.A. e Imperia Yatch SRL, sono
     stati presenti in questa edizione accanto al Title Sponsor Officine e, insieme, hanno dato il
     loro contributo a una più profonda conoscenza della cultura del mare. In occasione delle
     Vele d’Epoca di Imperia ha fatto il suo debutto italiano anche Eilean, il ketch bermudiano
     di 22 metri, progettato e costruito nel 1936 nei leggendari cantieri scozzesi Fife e
     recentemente ritornato al suo antico splendore dopo un restauro filologico e conservativo
     durato oltre tre anni. L’acquisto e il restauro di Eilean sono stati promossi da Officine
     Panerai, la società fiorentina di alta orologeria che sponsorizza il Classic Yachts Challenge.

     Per celebrare il ritorno alle regate di questa “Regina del Mare”, una vera festa per tutti gli
     appassionati di vele d’epoca, in banchina è stata allestita una mostra che, attraverso pezzi
     originali della barca e fotografie di carattere storico, ha ripercorso il cammino che ha
     portato al salvataggio e alla rinascita di Eilean.

     Sin dalla prima edizione del 1986, le Vele d’Epoca di Imperia sono state organizzate
     dall’Assonautica Provinciale di Imperia con il contributo della Camera di Commercio di
     Imperia, con il patrocinio della Regione Liguria, della Provincia di Imperia, del Comune di
     Imperia e Prefettura, con la cooperazione logistica della Capitaneria di Porto e del Porto di
     Imperia S.p.A.. L’evento, tra i più importanti del Mediterraneo, si è reso possibile grazie al

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     supporto tecnico dello Yacht Club Imperia, dello Yacht Club Sanremo, dello Yacht Club
     Marina degli Aregai, del Club del Mare Diano Marina, del Circolo Nautico Arma e Club
     Nautico San Bartolomeo al Mare.

     Oltre a Calata Anselmi nel bacino portuale di Porto Maurizio tutta la città di Imperia ha
     vissuto giorni di festa. In banchina ha richiamato grande attenzione e curiosità la Nave
     Scuola Palinuro destinata all’addestramento dei giovani ufficiali della Marina Militare
     Italiana.

     Armatori, skipper, equipaggi: sono stati loro i veri protagonisti insieme al… vento.
     Nell’ultimo atto della regata finale la leggera brezza da sud ha obbligato il comitato a
     optare per una riduzione del percorso, terminato dopo due soli lati davanti a Diano Marina.
     I concorrenti hanno dovuto lottare non solo col poco vento ma anche con una forte
     corrente da est. E qui la qualità degli skipper ha fatto la differenza. Da un punto di vista
     sportivo la regata delle vele d’epoca è stata dunque una regata vera. Gli equipaggi di
     Tuiga, Rowdy ed Emeraude si sono aggiudicati i tre prestigiosi orologi di Officine Panerai.

     Qui di seguito i primi tre classificati per ogni singola classe:

     Classe SUPER BIG BOAT (sopra i 30 metri)
     Primo classificato ORION
     Secondo classificato SUNSHINE
     Terzo classificato ZACA
     Classe BIG BOAT (sopra i 23 metri)
     Primo classificato TUIGA
     Secondo classificato MARISKA
     Terzo classificato ORIANDA
     Classe EPOCA (superiore ai 15 metri)
     Primo classificato ROWDY
     Secondo classificato ELSINORE
     Terzo classificato THE BLUE PETER
     Classe EPOCA (inferiore ai 15 metri)
     Primo classificato WINDOVER
     Secondo classificato SONDA
     Terzo classificato JALINA
     CLASSICI (superiore ai 15 metri)
     Primo classificato EMERAUDE
     Secondo classificato HUNA II
     Terzo classificato CHAPLIN
     CLASSICI (inferiore ai 15 metri)
     Primo classificato NAIF
     Secondo classificato SAGITARIUS
     Terzo classificato SWALA
     CLASSICI MINI
     Primo classificato MAKARA
     Secondo classificato BALKIS
     Terzo classificato ALAHIS
     EPOCA AURICI
     Primo classificato KELPIE
     Secondo classificato BONA FIDE
     Terzo classificato ORIOLE

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     SPIRIT OF TRADITION
     Primo classificato DULCINEA
     Secondo classificato ROROLIMA
     Terzo classificato PRELUDE

     Tra le imbarcazioni in banchina

     BONA FIDE (Secondo classificato Epoca Aurici): tra le più antiche, del 1899, antesignana
     di forme e soluzioni idrodinamiche sviluppate dopo quasi un secolo; vincitrice delle
     Olimpiadi di Parigi del 1900.

     Vintage yacht
     1899 (111 anni)
     Cantiere Charles Sibbick & Co. (Cowes UK)
     Naval architect Charles Sibbick

     E’ tra le più antiche, antesignana di forme e soluzioni idrodinamiche sviluppate dopo quasi
     un secolo, è stata disegnata nel 1899 da Charles Sibbick che, sfidando resistenze e
     pregiudizi, la costruì nel suo cantiere di Cowes.Il primo armatore fu Howard Taylor,
     proprietario di numerosi e importanti yacht, ultimo dei quali Bona Fide, di oltre 25 metri,
     progettato da Watson, ceduto nel 1897 a Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, ammiraglio,
     esploratore, yachtsman e per lunghi decenni presidente del Reale Yacht Club Italiano. Nei
     primi mesi del 1900 Bona Fide viene trasferita in Francia da Honfleur a Beaulieu e le
     prestigiose località della Costa Azzurra tra Tolone e Monaco furono testimoni dei suoi
     successi. Trasferita sulla Senna, vicino a Parigi, Bona Fide nel maggio del 1900 ottiene la
     prima vittoria olimpica della vela nella sua categoria. Il suo proprietario la cedette
     all’italiano Giovanni Brambilla, abile armatore e timoniere, che aveva avuto agio di
     apprezzarla nelle regate in Costa Azzurra alle quali era stato presente. Bona Fide fu
     trasferita definitivamente sul Lario per una quindicina di anni e continuò a vincere nelle
     regate locali. Dopo la Prima guerra mondiale Brambilla la passò al nipote, il Conte
     Giovanni Lanza di Mazzarino, che la trasferì sul lago Maggiore, utilizzandola per diporto.
     Solo nel 1937 la ritroviamo presente a qualche regata organizzata dal Regio Verbano
     Yacht Club di Belgirate. Seguì un altro lungo periodo di abbandono e inevitabilmente di
     lento deperimento. Nel 1962 venne venduta ai fratelli Jacopo e Cesare Pellegrini e ritornò
     sul lago di Como. Altri tre anni ed ecco un nuovo proprietario, Gianluigi Gini che sul Lago
     di Como è anche armatore del 12 metri Victory. Di nuovo vennero effettuati alcuni lavori di
     ripristino in vista di un restauro completo che però non avverrà.
     Nel 1999 Giuseppe Giordano, notaio, appassionato velista, proprietario di un’altra bella
     barca d’epoca, Cerida, cutter del 1938 di Laurent Giles, presente a molte regate, era alla
     ricerca di un’altra barca, ne voleva una con piano velico aurico.
     Insieme a Dug Peterson, progettista di successo e a Federico Nardi del Cantiere Navale
     dell’Argentario, scoprirono Bona Fide abbandonato in un cantiere presso Como.
     Lo scafo era in uno stato deplorevole ma rimasero incantati dalle linee ancora armoniose
     nonostante il degrado.
     Il restauro di Bona Fide, affidato all’ architetto Dafne Vecchi, fu un processo molto lento
     durato ben tre anni durante i quali lo scafo riacquistò l’assetto originale.
     Tra gli interventi effettuati anche la quasi integrale sostituzione del fasciame in mogano e
     di quasi trecento ordinate.
     Il 19 giugno 2003 Bona Fide scende gloriosamente a incontrarsi nuovamente con l’acqua
     salata, dopo una assenza durata esattamente un secolo.
     Tornata a competere Bona Fide ha ripreso a vincere, nel 2004 e di nuovo nel 2006 si è
     aggiudicata il Campionato Internazionale del Mediterraneo “Panerai Classic Yacht

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     Challenge”.

     CORSARO II: costruito nel 1960 nei famosi cantieri Costaguta, su progetto dello studio
     Sparkman & Stephens, è nave scuola della Marina Militare Italiana; come tale ha
     partecipato a moltissime regate oceaniche quali la Transpacific Los Angeles-Honolulu di
     oltre 2.000 miglia.

     1960 (50 anni)
     Classic yacht
     Cantiere Costaguta (GE)
     Naval architect Sparkman & Stephens (New York USA)

     Costruito nel 1960 nei famosi cantieri Costaguta, su progetto dello studio Sparkman &
     Stephens, è nave scuola della Marina Militare Italiana; come tale ha partecipato a
     moltissime regate oceaniche quali la Transpacific Los Angeles-Honolulu di oltre 2.000
     miglia. Il prima classe Rorc Corsaro II, come Artica II, Caroly , Chaplin, Saggitario,
     Capricia, Stella Polare, appartiene al Naviglio della Marina Militare Italiana e viene adibito
     all’addestramento degli allievi ufficiali dell’accademia Militare di Livorno. Commissionato
     espressamente dalla Marina con al comando l’allora Capitano di fregata Agostino
     Straulino, si classificò al quarto posto della Transpac da Los Angeles a Honolulu del 1961 e
     primo alla Honolulu-Isola di Kauai. Nel 1962 prese parte alla Newport-Bermuda (quinto
     classificato) e vinse la Torbay-Rotterdam; nel 1963 giunse poi nono alla Annanapolis-
     Newport e secondo alla transatlantica verso l’Europa. Innumerovoli le regate e le
     navigazioni: dalla Cowes Week al Fastnet, dalla Lisbona–Bermude (vittoria di classe nel
     1964) alla Buenos Aires–Rio de Janeiro e alla Sydney–Hobart. Ogni anno il Corsaro II parte
     per una crociera di istruzione estiva di tre mesi.

     TUIGA (Prima classificata classe Big Boat sopra 23 metri): uno dei cinque 15 metri Stazza
     Internazionale tuttora esistenti, costruito per un duca spagnolo; attualmente è il
     portabandiera dello Yacht Club di Monaco.

     1909 (101 anni)
     Vintage yacht
     Cantiere William Fife III& Son (Fairlie-Scotland)
     Naval Architect William Fife III

     Fu costruito per il duca di Medinaceli, grande appassionato di caccia grossa chiamò il suo
     nuovo racer Tuiga, che in swahili significa giraffa. Tuiga insieme a Hispania, yacht
     appartenente al Re di Spagna, sono state le due sistership progettate da Fife III. Il re
     aveva scelto la più competitiva delle grandi classi, quella dei 15 metri Stazza
     Internazionale. Tuiga fu varata il 20 maggio 1909, a Fairlie in Scozia, nel cantiere del suo
     architetto, William Fife III, uno dei più famosi progettisti di yacht di tutti i tempi (Hispania,
     la sua gemella, era stata costruita in Spagna per motivi nazionalistici). Le due gemelle
     gareggiarono poi alla Settimana di Cowes, che fu vinta da Tuiga. Nel 1911 furono più
     attive: Tuiga ottenne dei buoni risultati condotta dal grande skipper inglese Robert
     Wringle. Il 24 giugno 1912, Tuiga vinse la Settimana Internazionale di Kiel. Durante la
     dichiarazione di guerra del 1914 le barche spagnole vennero vendute in Norvegia.
     Tuiga appartenne a un certo Jac Lundvig, che la ribattezzò Betty IV. Nel 1922 la barca
     prende il nome di Dorina ed è di stanza a Cowes, ha un armamento Marconi e serve come
     banco di prova a Highfield che aveva inventato le leve per le volanti (sistema kandar). Nel
     1934 Dorina diventa Kismet III e partecipa alle regate del Rorc con un armamento
     bermudiano. In seguito Kismet III passa a un’ereditiera del tabacco, che lo tiene per 32

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     anni e lo usa durante l’estate e lo ormeggia nei pressi del suo castello scozzese. La barca
     cambia di mano nel 1970, eredita l’albero del 12 Metri Sceptre e ha un nuovo nome:
     Nevada. Poi la vecchia barca spagnola diventa greca. È ormai decrepita. La sua seconda
     vita si conclude, e rischia di essere l’ultima. Nel 1990, Tuiga, vecchia e inferma fu
     acquistata da Albert Obrist, appassionato di barche progettate da Fife. Con la fedeltà e le
     esigenze di uno storico, decise di riportare Tuiga alle condizioni originali del 1909.
     Successivamente Tuiga venne acquistata dallo Yacht Club di Monaco, incoraggiato dal suo
     Presidente, il principe Alberto. Rientrata da protagonista da 14 anni nel circuito degli
     yacht classici, Tuiga iniziò la sua terza vita come portabandiera dello Yacht Club di
     Monaco e la sua quarta vita come ultimo modello di conservazione del patrimonio. Il 15
     Metri che (ad eccezione della sua vittoria al Fastnet) aveva conosciuto in passato una
     modesta carriera, è diventato, cent’anni dopo il suo varo, uno dei più famosi velieri del
     mondo e l’archetipo di come deve essere fatto un restauro.

     MARIGOLD: costruita nel 1892, è l’imbarcazione più antica tra quelle iscritte.

     Vintage yacht
     1892 (118 anni)
     Cantiere Camper & Nicholson (Gosport –UK)
     Naval Architect Charles Nicholson (Gosport – UK)

     Marigold è stato uno dei primi disegni di Charles Nicholson; aveva solo 22 anni e lavorava
     presso l’azienda di famiglia a Gosport da cinque anni. A qualunque evento abbia
     partecipato, il cutter aurico Marigold si è sempre fatto ammirare per le sue linee d’epoca
     Vittoriana, che gli sono valse premi e riconoscimenti. Altro non poteva essere, per uno dei
     rari e ancora naviganti scafi ottocenteschi. Nei primi anni del nuovo millenio,
     l’imbarcazione è stata sottoposta a un restauro che le ha permesso di partecipare a
     numerosi raduni di Vele d’Epoca e di entrare a fare parte della Belle Classe, l’esclusivo
     club di armatori di scafi d’antan dello Yacht Club di Monaco.

     EILEAN: restaurata di recente per Angelo Bonati, amministratore delegato di Officine
     Panerai, questo splendido ketch disegnato da W. Fife nel 1936, debutta in Italia a Imperia
     nel circuito del Mediterraneo.

     1937 (73 anni)
     Vintage Yacht
     Cantiere William Fife III& Son (Fairlie _ Scotland)
     Naval Architect William Fife III

     Eilean, il ketch bermudiano di 22 metri progettato e costruito nel 1936 nei leggendari
     cantieri scozzesi Fife, è ritornata al suo splendore alla fine del 2009 dopo tre anni di
     meticoloso restauro promosso da Officine Panerai, l’azienda italiana di alta orologeria già
     sponsor del “Panerai Classic Yachts Challenge”, il più importante circuito internazionale di
     regate per yacht classici e d’epoca.
     Il restauro di Eilean ha permesso di recuperare completamente la barca dallo stato di
     degrado in cui versava quando, nel 2006, è stata ritrovata presso l’isola caraibica di
     Antigua e acquistata da Officine Panerai. Riportata in Italia via cargo nel febbraio 2007,
     Eilean è stata oggetto di un restauro integrale e filologico che ne ha mantenute intatte le
     forme e le caratteristiche, nonché gran parte dei materiali originali. Il restauro ha
     impegnato per oltre due anni e mezzo una squadra di artigiani del Cantiere Francesco Del
     Carlo di Viareggio, con l’ausilio tecnico di Enrico Zaccagni. Caratterizzata da linee d’acqua
     le cui proporzioni ne esaltano la bellezza, Eilean ha l’armo velico a ketch bermudiano (due

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     alberi sui quali vengono issate due potenti rande) ed è realizzata in composito: il fasciame
     in teak Burma è, infatti, trattenuto da un’ossatura in metallo e ferro zincato. Sobria ed
     essenziale nelle linee e nell’equipaggiamento, la barca mostra ancora oggi la propria
     anima autentica, fatta di una grande eleganza che si coniuga perfettamente con la
     funzionalità dei suoi dettagli. Nella sua lunga storia è già stata protagonista di 36
     traversate atlantiche. Eilean ha anche avuto una parentesi di visibilità mediatica nel 1982,
     quando fu scelta dal gruppo pop inglese dei Duran Duran, all’apice della loro fama, come
     set per il video della canzone “Rio”. Il ritorno in mare di Eilean è stato celebrato alla fine
     del 2009 presso la Sezione Velica della Marina Militare Italiana a La Spezia, in virtù dello
     storico legame tra la Marina Militare e Officine Panerai. L’azienda fiorentina di alta
     orologeria ha infatti prodotto nel 1936, anno di nascita di Eilean, il primo prototipo di
     orologio subacqueo per le incursioni del Comando del Primo Gruppo Sommergibili della
     Regia Marina Italiana. In riconoscimento della propria storia, e dei molti parallelismi tra
     l’artigianalità che caratterizza lo yachting classico e l’alta orologeria, Officine Panerai
     promuove da anni la cultura delle vele d’epoca tramite il Panerai Classic Yachts Challenge.

     ROWDY (Prima classificata classe Epoca superiore 15 metri): splendido sloop nato dalla
     penna del progettista americano Herreshoff si è aggiudicato il primo posto tra le barche
     d’epoca nel Panerai Classic Yachts Challenge del 2009.

     1916 (94 anni)
     Vintage yacht
     Cantiere Herreshoff Man.Co (Bristol-USA)
     Naval Architect Nathaneal G. Herreshoff

     Rowdy, numero velico NY49, è stata costruita dieci anni prima della gemella Marilee
     (numero velico NY50) ed è uno dei quattro NY ancora naviganti sui 14 costruiti tra il 1916
     e il 1926 su commessa di un gruppo di soci del New York Yacht Club. Queste imbarcazioni,
     definite i “Figthing Forties “, tra il 1924 e il 1928 vinsero la Bermuda Race. Varato per il
     senatore Americano Holland Sackett Duell, Rowdy aveva l’armo a cutter Marconi e rimase
     alla stessa famiglia fino al 1941. Nel 1998 fu sottoposto a un importante restauro.
     Acquistato dall’inglese Graham Walker, nel 2008 ha vinto nella propria categoria la regata
     Mahon-Imperia e le Vele d’Epoca di Imperia, aggiudicandosi anche il Panerai Classic Yacht
     Challenge (Categoria Vintage). Nel 2009 è tornato a vincere les Voiles D’Antibes e le
     Regatés Royales di Cannes.

     EMILIA: progettato da Attilio Costaguta quale regalo del Senatore Giovanni Agnelli al
     cognato Carlo Nasi, sarebbe stato il secondo 12 metri italiano dopo La Spina. Dopo diverse
     modifiche e passaggi di proprietà, è tornato alla sua forma originaria con l’attuale
     armatore.

     1930 (80 anni)
     Vintage yacht
     Cantiere Costaguta
     Naval Architect Attilio Costaguta

     Nel 1929 il Senatore Giovanni Agnelli ordinò un’imbarcazione da regata al Cantiere
     Costaguta di Genova Voltri. Era la risposta all’amico e rivale marchese Spinola, la cui
     barca “La Spina ” era stata da poco varata. Da allora in Italia furono dunque due le barche
     della Classe 12 metri Stazza Internazionale. L’intenzione era quella di tenere alto l’onore
     del Paese nelle regate contro gli inglesi, i francesi e i tedeschi. Il Senatore Agnelli
     intendeva farne dono al genero Carlo Nasi ma poco prima del varo quest’ultimo dovette

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     partire per l’America. Si presentò quindi al Cantiere Costaguta, quando oramai
     all’imbarcazione non mancava che l’albero, il genovese Attilio Bruzzone, che chiese di
     armare la barca a goletta Marconi per un utilizzo misto crociera e regata.
     Lo scafo, fasciato in rame e armato a goletta, scese in mare il 16 settembre 1930, con il
     nome di “Emilia”. Questo splendido e veloce schooner di 28 tonnellate per molti anni
     prenderà parte alle regate-crociera, molto in voga in quegli anni, battendosi con successo
     contro i più noti scafi italiani, francesi e inglesi, regatanti nel Mediterraneo. Nel 1988 è
     stata riportata agli antichi splendori con un sapiente restauro presso i cantieri navali
     Beconcini a La Spezia.
     Dieci anni dopo venne acquistata dall’attuale proprietario che la riporta all’armo originale,
     come sloop della Stazza Internazionale, rispettandone l’originalità e lo spirito dell’epoca,
     senza scendere a compromessi e senza badare a costi, affidando la direzione dei lavori
     all’architetto navale Jacques Fauroux, autorità riconosciuta di questa classe.
     Nell’estate 2007, alla vigilia del Campionato del Mondo, venne rilasciato il Certificato di
     Stazza 12 metri. Di nuovo, Emilia, per la gioia di ritrovare dopo settantasette anni di attesa
     le proprie rivali in competizione, contraccambia con una vittoria: la regata di Cannes,
     unica regata in mare organizzata nel 2007 dalla Societé Nautique de Géneve, considerata
     come prologo al Campionato del Mondo 12 metri Stazza Internazionale. Emilia è il secondo
     12 metri Stazza Internazionale mai costruito in Italia, 53 anni prima del terzo, il
     prestigioso Azzurra che tante emozioni ha regalato in Coppa America timonato da Mauro
     Pelaschier, che sarà al comando di Emilia durante le Voiles de Saint Tropez nel 2007. La
     barca è portabandiera dell’Associazione monegasca “The Yachting Heritage Society”, che
     ha come obbiettivo lo sviluppo della conoscenza dello Yachting e della sua storia
     attraverso molteplici iniziative, incoraggia gli scambi e si pone come punto d’incontro di
     associazioni, circoli velici, studiosi e appassionati di tutto il mondo. Attualmente Emilia è
     ancorata nell’esclusivo porticciolo di Alassio e in regata è capitanata dallo skipper Claudio
     Betti. Nel 2009 ha vinto la Portofino Rolex Cup e partecipa al Monaco Classic Week,
     Cannes Regates Royales e Voiles de Saint Tropez.

     CHAPLIN (Terza classificata Classici superiore 15 metri): disegnato nel 1974 da Carlo
     Sciarrelli, è stato donato dall’armatore Giovanni Novi alla Marina Militare nel 2009, nello
     stesso anno ha vinto il Panerai Classic Yachts Challenge nella categoria barche classiche.

     1974 (36 anni)
     Vintage yacht
     Cantiere Sangermani
     Naval Architect Carlo Sciarelli

     Disegnato nel 1974 da Carlo Sciarrelli, è stato donato dall’armatore Giovanni Novi alla
     Marina Militare nel 2009. Nello stesso anno ha vinto il Panerai Classic Yachts Challenge.
     Cutter in legno, costruzione numero 191 del Cantiere Sangermani, il nome Chaplin fu
     scelto in una sorta di gioco di parole sul cognome della moglie Nucci che si chiamava
     Cappellini. Con molte partecipazioni a prestigiose regate tra le quali la vittoria con record
     della Giraglia nel 1988, Chaplin è sempre rimasto della famiglia Novi fino all’11 Gennaio
     2008 quando fu donato alla Marina Militare Italiana. Oggi partecipa a tutti i principali
     raduni di barche d’epoca. Ha vinto il Campionato CIM nel 2009 sotto il comando del
     Capitano di vascello Bruno Puzone.

     ORION (Prima classificata Super Big Boat): splendida goletta nata cento anni fa dalla
     magica matita di Charles E. Nicholson, varata nel 1910 nei cantieri Camper & Nicholson di
     Gosport, in Inghilterra. Nata con il nome di Sulvana, ha avuto una vita molto travagliata,

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     con molti cambi di armatore, di nome e di bandiera, passando da quella inglese con cui è
     nata a quella francese, spagnola, italiana, norvegese.
     L’ultimo armatore è di nazionalità svizzera e ha riportato Orion all’antico splendore, con
     l’armo a schooner aurico e gli interni fedeli ai disegni originali.

     1910 (100)
     Vintage Yacht
     goletta aurica
     Naval Architect Charles E. Nicholson
     Cantiere: Camper & Nicholson, Gosport

     Splendida goletta progettata cento anni fa da Charles E. Nicholson, fu varata nel 1910 nei
     cantieri Camper & Nicholson di Gosport, in Inghilterra. Nata con il nome di Sulvana, ha
     avuto una vita molto travagliata, con molti cambi di armatore, di nome e di bandiera,
     passando da quella inglese a quella francese, spagnola, italiana, norvegese. L’ultimo
     armatore è di nazionalità svizzera e ha riportato Orion all’antico splendore, con l’armo a
     shooner aurico e gli interni fedeli ai disegni originali. Commissionato originariamente dal
     re di Spagna, Alfonso XIII (1886-1931), cui vengono in seguito negati i fondi, Orion venne
     varato a Gosport, in Gran Bretagna, nel 1910 con il nome di Sulvana: il suo primo
     armatore è il colonnello Courtney E. Morgan, membro del Royal Yacht Squadron (Cowes),
     il circolo più aristocratico ed esclusivo del mondo.
     Lo yacht, una goletta ad armo aurico (ossia con rande di foggia trapezoidale, munite di
     picco nella parte superiore), rimane nelle mani del militare per soli tre anni, fino a quando
     è acquistato dal conte francese Jean de Polignac. A partire dal 1919 si succedono vari
     armatori e, conseguentemente, alcuni cambi di nome: il quotidiano francese “Le Matin”
     ribattezza la barca Pays de France; Cecil P. Slade la chiama Diane; l’argentino Raul C.
     Monsegur Vira. È solo a partire dal 1930 che lo yacht, armato da Miguel de Pinillos,
     assume l’odierno nome di Orion, in omaggio alla costellazione che prende a sua volta il
     nome dal figlio di Poseidone ed Euriale, figlia del re di Creta Minosse. Nel 1949 un altro
     passaggio di proprietà: la barca venne acquistata dalla società Fagesco, con base a
     Barcellona… Il 17 marzo 1966, durante un trasferimento nel Golfo del Leone, lo yacht
     rimane vittima di un grave incidente presso capo Creus. Spira un forte vento di grecale, la
     barca procede velocemente di bolina, circa sette nodi, sotto il comando dello skipper
     ponzese Gaetano Morlè: lo strallo del trinchetto cede di schianto e con esso i due possenti
     alberi. Seguirono lavori importanti e un ennesimo passaggio di proprietà: stavolta
     subentra una società panamense, la Lebo Enterprise (1968), che tiene Orion nel porticciolo
     spezzino di Le Grazie. Quando lo yacht è sul punto di lasciare l’Europa alla volta
     dell’Oriente, viene notato dalla famiglia Braghieri di Piacenza che lo acquista, avviandolo a
     un radicale restauro presso il Cantiere Valdettaro. La novità di maggiore importanza
     riguarda l’armo: dopo essere stata per alcuni decenni una goletta a strallo, Orion ritorna
     all’assetto originario di goletta aurica con aste ridimensionate, colombiere e alberetti.
     Anche gli interni, ampiamente ricostruiti, vengono improntati ai disegni originali dello
     studio Camper & Nicholson di Gosport. Oltre a Valdettaro (1974 e 1978) è d’obbligo
     segnalare il lavoro svolto da un altro studio e da un altro cantiere: Faggioni (1966 e 1999)
     e Beconcini (1999), entrambi di La Spezia. In virtù dei numerosi passaggi di proprietà,
     frequenti sono stati i cambi di bandiera dello yacht: white ensign (la bandiera britannica
     dei soci del Royal Yacht Squadron), francese, spagnola, panamense, italiana, norvegese.
     L’attuale armatore è un cittadino svizzero, ma Orion batte la red ensign, il più comune
     drappo britannico usato nel diporto.

     LULU

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     1897 (113 anni)
     Vintage Yacht
     Naval Architect: Rabot Caillebotte
     Cantiere: Texier

     Lulu è una delle piccole imbarcazioni progettate dal pittore impressionista Caillebotte. Nel
     corso della sua vita ha avuto diversi nomi, tra cui Rayon, Vert, Tangarda e Gunga Din. Nel
     1900 si è confrontata in regata alle Olimpiadi di Parigi contro Bona Fide, sfida vinta da
     quest’ultima. A Les Voilles d’Antibes del 2009 si è presa la rivincita in occasione di una
     regata, anche se poi Bona Fide si è aggiudicata la vittoria di categoria, lasciando a Lulu
     l’onore della seconda posizione. E’ il più datato yacht da diporto in Francia considerato di
     interesse storico nazionale. Proprio per questo riceve dallo stato il 25% delle spese
     sostenute per la sua manutenzione. Dal 1999 è diventata di proprietà del francese Alain
     Beaume, che l’ha fatta navigare principalmente in Costa Azzurra.
     Alle Vele d’Epoca di Imperia del 2000 è arrivata terza di classe.

     SIRIUS
     1937 (73 anni)
     Vintage Yacht
     Naval Architect Olin Stephens
     Cantiere: Henry B. Nevins

     Sirius, costruita in fasciame di mogano su ossatura in quercia, è la diciannovesima di venti
     imbarcazioni costruite secondo i dettami di una gara d’appalto, formulata nel 1936 per la
     realizzazione di una barca ufficiale per il New York Yacht Club. Lo studio newyorchese
     Sparkman & Sthephens vinse la commessa, dando vita alla classe NY32. Il numero
     indicava la lunghezza al galleggiamento espressa in piedi, pari a 9,75 metri. Nel 2004 fu
     acquistata dall’italiano Fabio Mangione, anche proprietario di Al Na’Ir del 1964, che la
     sottopose a un restauro effettuato presso il Cantiere Navale dell’Argentario di Porto Santo
     Stefano. Nel 2006 si piazzò terza di classe a Le Vele d’Epoca di Imperia. Sirius è gemella
     di Ice Fire, di base in Adriatico.

     MARISKA (Seconda classificata Big Boat)
     1908 (102 anni)
     Vintage Yacht
     Cantiere William Fife III& Son
     Naval Architect William Fife III

     Mariska, numero velico D1 è un 15 metri Stazza Internazionale, come il Tuiga del Principe
     Alberto II di Monaco. In occasione della Monaco Classic Week del 2009 è tornato in mare
     dopo un restauro integrale durato oltre due anni eseguito presso i Charpentiers Réunis
     Mediterranée di La Ciotat, in Francia. Il progetto del restauro è stato realizzato dal Groupe
     Fauroux di Cannes. Costruita in fasciame di mogano acajou, iroko e teak, è
     un’imbarcazione caratterizzata da un basso bordo libero, grandi slanci e un armo a cutter
     aurico. La ricostruzione dell’alberatura è stata affidata al cantiere Gilbert Pasqui di
     Villefranche. Oggi Mariska appartiene a una famiglia di broker svizzeri, che in occasione
     delle regate imbarcano una quindicina di membri di equipaggio. Gli altri 15 metri Stazza
     Internazionale gemelli di Mariska sono Hispania e the Lady Anne del 1912.

     VISTONA
     1937 (73 anni)
     Vintage Yacht

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     Cantiere A.M.Dickie & Sons
     Naval Architect McPherson Campbell

     Vistona, appartenuta a un ufficiale in pensione della Royal Navy e a una società di charter
     di Cannes, dai primi anni Settanta è diventata un’imbarcazione scuola al comando del
     Duca Gian Marco Bora d’Olmo. Fondatore del Centro Velico Altura e dei Venturieri di
     Chioggia, ha navigato a bordo del Vistona dal 1967 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel
     1999 all’età di 78 anni. Da quel momento i figli Giambattista e Ottavia si presero cura del
     Vistona che dal 2001 al 2004 è stata restaurata in Sardegna dal maestro d’ascia Marco
     Bonacina. L’armo a ketch bermudiano è stato sostituito da quello originale a cutter aurico.
     Vistona compie ogni anno circa 300 miglia di navigazione e ha sempre preso parte al
     Trofeo Bailli de Suffren, la regata d’altura che collega St. Tropez a Malta, con tappa in
     Sardegna a Porto Rotondo.

     JALINA (Terza classificata Epoca inferiore 15 metri)
     1946 (64 anni)
     Vintage Yacht
     Cantieri P.Jouet-Sartrouville
     Naval Architect E.Cornu

     Jalina vinse le prime regate della Giraglia nel 1953 e 1954. E’ un progetto del francese
     Eugene Cornù costruito dal cantiere francese Jouet per Jaques Barbou. Il restauro è stato
     eseguito dai due maestri Elbani "Bonacina" che hanno recuperato fedelmente il progetto di
     Cornù; l’ 80% del fasciame è originale mentre la coperta in teak e mogano sono nuovi.
     L’albero, che originariamente era in alluminio, è stato sostituito con uno in douglas
     rispettando il progetto e in questo modo Jalina è ritornato alle origini.

     SWALA
     1969 (41 anni)
     Classic Yacht
     Cantiere Sangermani
     Naval architect Chales Laurent Giles

     Swala, in lingua swahili significa gazzella, venne varata 41 anni fa dai Cantieri Sangermani
     di Lavagna e si è mantenuta identica in questi anni. Negli ultimi 20 anni ha partecipato,
     partendo da Imperia, a numerosi raduni di vele d’epoca: Cannes, Saint Tropez, Porto Santo
     Stefano, ottenendo vittorie e ottimi piazzamenti.
     Nel 2009 ha partecipato a Les Voiles d’Antibes ed è stata premiata alle Régates Royales di
     Cannes come lo yacht classico più bello.

     DULCINEA (Prima classificata Spirit of Tradition)
     1991 (19 anni)
     Spirit of Tradition Yacht
     Cantieri Carlini di Rimini
     Naval architect Carlo Sciarrelli

     Dulcinea ha avuto due proprietari dal 1991. Ha navigato in tutto il Mediterraneo e la sua
     base è Mentone. Dal 2007 l’imbarcazione appartiene a Marco Diena, ha vinto nel 2003 il
     Trofeo Almirante Conde de Barcelona a Palma di Maiorca. Il suo bacino di navigazione è in
     Liguria. Dulcinea è costruita in lamellare di mogano su ossatura di frassino e l’armo velico
     è a cutter Marconi.

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     KELPIE (Prima classificata Epoca Aulici)
     1903 (107 anni)
     Vintage Yacht
     Cantieri JG Fay & Co.
     Naval architect Alfred Mylne

     Kelpie è stata disegnata dall’inglese Alfred Mylne e appartiene alla classe “Solent 38 feet”.
     Con l’introduzione nel 1907 delle Classi Metriche, Kelpie ha regatato come 12 metri
     Stazza Internazionale fino agli anni Venti. Successivamente ha trasportato armi e, durante
     la Seconda guerra mondiale, ha evitato che la sua zavorra metallica venisse requisita per
     essere impiegata nell’industria bellica. Dopo un restauro effettuato a Darmouth ha
     cominciato a partecipare ai raduni di vele d’epoca del Mediterraneo, tra cui la Copa del
     Rey de Mahon.

     SAGITTARIUS
     1971 (39 anni)
     Classic Yacht
     Cantieri Carlini
     Naval architect Sparkman & Stephens

     E’ un’imbarcazione che ha regatato in occasione di numerosi raduni di vele d’epoca del
     Mediterraneo tra cui Antibes, dove è arrivata tre volte prima di classe, Cannes e Imperia.
     Ha compiuto numerose crociere navigando fino in Grecia e Turchia. Nell’agosto di
     quest’anno ha circumnavigato l’Italia partendo da Rimini per partecipare al Raduno di
     Vele d’Epoca di Imperia 2010.

     ROROLIMA (Seconda classificata Spirit of Tradition)
     1984 (26 anni)
     Spirit of Tradition Yacht
     Sangermani
     Naval architect Carlo Sciarrelli

     Rorolima è una di quelle barche che l’architetto triestino aveva segnato in una sua speciale
     lista con l’asterisco, per indicare un progetto a lui caro e ben riuscito. La barca ha la
     poppa a cuore, uno dei segni distintividegli scafi disegnati dal maestro italiano della
     progettazione classica Carlo Sciarrelli.
     E’ una barca molto impegnativa durante le regate. Alle Vele d’Epoca di Imperia del 2008 si
     è piazzata terza di classe.

     EMERAUDE (Prima classificata Classici superiore 15 metri)
     1975 (35 anni)
     Classic Yacht
     Royal Huisman Shipyard
     Naval architect German Frers

     Emeraude, costruita in alluminio, è stata una delle imbarcazioni classiche più vittoriose in
     occasione delle regate del Panerai Classic Yachts Challenge, trofeo che si è aggiudicato
     per due anni consecutivi nella categoria Classic (2006 – 2007). Nato come propotipo
     destinato a un armatore francese per regatare come Ia classe Ior, ha partecipato
     all’Admiral’s Cup (1977) e alla Sardinia Cup (1980).

     ELSINORE (Seconda classificata Epoca superiore 15 metri)

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     1930 (80 anni)
     Vintage Yacht
     Naval architect Tore Helm

     E’ una barca della classe 8 metri Stazza Internazionale costruita per un sindacato svedese
     che voleva partecipare e vincere la Scandinavian Cup. Elsinore ha avuto diversi armatori,
     ha subito un naufragio durante un trasferimento nei mari del Nord. Dopo varie
     vicissitudini è stata acquistata da un armatore svizzero che l’ha riportata all’originario
     splendore. L’ultimo armatore è francese e negli ultimi 3 anni ha partecipato a quasi tutte
     le regate del Circuito Panerai nonché alle prime due edizioni del Portofino Rolex Trophy.

     SONDA (Seconda classificata Epoca inferiore 15 metri)
     1951 (59 anni)
     Vintage Yacht
     Cantieri Mc-Gruer
     Naval architect Mc-Gruer

     Nonostante l’anno del varo risalga al 1951, Sonda regatta nella categoria Epoca poiché il
     suo progetto è antecedente al 1950. L’imbarcazione nasce come 8 metri Cruiser Racer. E’
     la prima di 25 imbarcazioni simili. Nel 2004 è stata restaurata nel Nord della Francia dal
     suo attuale armatore e trasferita in Costa Azzura dove ha iniziato a partecipare ai raduni di
     vele d’epoca nel Mediterraneo. E’ la sua seconda partecipazione al raduno di Imperia.

     ZACA (Terza classificata Super Big Boat)
     1929 (91 anni)
     Vintage Yacht
     Naval architect Garland Rotch

     E’ una delle più belle e maestose golette che spesso partecipa ai raduni di vele d’epoca e
     in particolare a quello di Imperia. Nel 1946 l’acquistò Errol Flynn, il noto attore
     hollywoodiano che ne fece la sua dimora galleggiante. Nel 1947 venne utilizzata per girare
     le riprese di un film di Orson Welles, con Rita Hayworth.

     MAKARA (Prima classificata Classici Mini)
     1964 (46 anni)
     Classic Yacht

     E’ un’imbarcazione con bulbo king,s_amethitst ed è stato costruito in diversi esemplari. Il
     suo armatore vive da 10 anni su Makara e la sua base è a Viareggio.

     Informazioni sulle vele d’epoca e curiosità

     YACHT D’EPOCA: yacht in legno o metallo di costruzione anteriore al 1950.
     YACHT CLASSICI: yacht in legno o metallo di costruzione anteriore al 1976.
     SPIRIT OF TRADITION: yacht realizzati dopo il 1976 che seguono linee e concetti
     progettuali degli yacht d’epoca o classici.
     Anche l’armo, ovvero il tipo di alberatura e quindi di vele usate, è un utile metro per
     distinguere questi gioielli del passato.
     SLOOP: classico armamento d’imbarcazioni a vela con un solo albero, due vele,
     rispettivamente randa e fiocco, di differenti misure.
     KETCH: imbarcazione con due alberi. Il più alto è quello di Maestra (verso prua), quello
     più basso si chiama di Mezzana (verso poppa) ed è posizionato di fronte al timone.

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     YAWL: imbarcazione a due alberi che si differenzia dal ketch per il solo fatto che l’albero
     più piccolo, di Mezzana, rimane dietro la ruota del timone.
     CUTTER: armo dotato di due o tre vele con doppia velatura a prua. Il fiocco più ampio
     sullo strallo, il controfiocco e la trinchetta, vela più piccola sullo stralletto quindi più
     spostata a centro barca.
     GOLETTA: yacht di medie o grandi dimensioni con due alberi. Quello di poppa è pari o più
     alto rispetto all’albero di prua. Si possono prevedere vele supplementari a prua sugli
     stralli.
     AURICO: usato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’armo aurico è caratterizzato da
     una randa di forma trapezoidale tesa tra l’albero, un picco nella parte alta e il boma. Al di
     sopra della randa può essere issata una seconda vela di forma triangolare: la controranda,
     murata all’alberetto (la parte superiore dell’albero) e al picco.
     MARCONI (O BERMUDIANO): attrezzatura velica così denominata perché le imbarcazioni
     attrezzate con questo tipo di vele ricordavano le antenne della radio inventata dallo
     scienziato italiano. Questo armamento fu introdotto agli inizi degli Anni ’30, con i J-Class e
     prevede l’utilizzo di vele triangolari, con la randa inferita all’albero, in un pezzo unico e
     non più diviso in albero e alberetto e al boma, mentre la vela di prua, genoa o fiocco, è
     inferita allo strallo.

     Un grazie da parte del Presidente di Assonautica Imperia, Lucio Carli, va a tutti gli Enti
     sostenitori, ai Ministeri del Turismo e della Difesa, che hanno concesso il loro patrocinio,
     alla Camera di Commercio di Imperia, al Comune di Imperia, alla Provincia, alla Regione
     Liguria, alla Prefettura e alla Fondazione Carige. Un grazie anche al Comandante della
     Capitaneria e ai suoi ufficiali, sottufficiali e marinai che hanno supportato l’organizzazione
     e al Porto di Imperia per l’allestimento dell’evento e per l’assistenza data alle imbarcazioni
     nelle operazioni di ormeggio. E un grazie ancora ad Aive (Associazione Italiana delle Vele
     d’Epoca) al Cim (Comité International de la Mediterranée), alle Forze dell’Ordine, alla
     Polizia locale, ai Vigili del Fuoco. La citazione finale è per il title sponsor Officine Panerai,
     gli sponsor tutti, i partner tecnici, la stampa e soprattutto i 74 equipaggi, alleati preziosi
     del grande successo ottenuto. Imperia ha ormai vinto la sua sfida. Quella di riscoprire un
     mare di passato.

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