Si è concluso oggi il 16 raduno delle Vele d'Epoca a Imperia/ I PARTICOLARI, I BILANCI
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1 Si è concluso oggi il 16° raduno delle Vele d’Epoca a Imperia/ I PARTICOLARI, I BILANCI di Luca Simoncelli 12 Settembre 2010 – 19:41 La Baia di Imperia ha fatto da cornice dall’8 al 12 settembre 2010 alla XVI edizione delle “Vele d’Epoca di Imperia”, tappa del circuito Panerai Classic Yachts Challenge 2010, evento imperdibile che ha valorizzato gli antichi gioielli del mare e lo yachting del passato, patrocinato dal Ministero del Turismo e dal Ministero della Difesa. L’avvenimento ha riscosso un interesse e una partecipazione di vere “signore del mare” con le loro interessanti storie da raccontare. E’ come consuetudine la calda accoglienza della città ligure, il grande sforzo organizzativo, una serie di appuntamenti a corollario delle regate, che ha polarizzato l’attenzione di tutta la costa. E’ lo smisurato e mai trascurato amore per il mare che gli imperiesi sanno trasmettere il valore che fa emergere l’antico spirito marinaresco, fatto di passione per un modo di veleggiare ricco d’imponenza, raffinatezza ed eleganza. Il clima e i colori della Riviera, i profumi e i sapori della Provincia di Imperia, l’indescrivibile bellezza di un tramonto fra mille vele, hanno incantato i visitatori di tutto il mondo. “C’è da faticare molto sulle barche d’epoca… niente winch elettrici, solo braccia e schiene piegate a tesare scotte e drizze di questi capolavori del mare che la passione di pochi ha saputo riportare allo splendore originario”, dice Lucio Carli, presidente Assonautica Provinciale di Imperia che organizza da sempre l’evento in collaborazione con AIVE e CIM. “Anche in questa sedicesima edizione non sono mancati veri e propri gioielli galleggianti, in cui la bellezza di forme dimenticate si fonde con il fascino dei legni Riviera24 - 1 / 14 - 31.10.2021
2 pregiati, degli ottoni tirati a specchio e delle attrezzature ormai desuete. Negli anni non sono mancate le protagoniste delle regate e del diporto della prima metà del secolo: grandi e piccole, ma tutte con una storia spesso avventurosa e densa di mistero, accomunate dallo spirito di mostrarsi ancora competitive in regata. Un’intera flotta che ha animato di alberi “svettanti” e vele bianche le acque del golfo imperiese nei giorni di regata e nella parata finale”, continua Carli. “Dall’edizione del 1992 la manifestazione imperiese ha assunto cadenza biennale e da quest’anno si svolge nel nuovo Porto di Imperia. La struttura di Porto Mairizio ha dato un nuovo volto alle Vele d’Epoca di Imperia da tutti definito più elegante e con migliori servizi alle barche presenti all’evento, che siano scafi appena restaurati o altrimenti leggendari, condotti da personaggi storici o volti nuovi della nautica sportiva e da diporto”. Alla competizione sono stati ammessi gli yacht d’epoca costruiti prima del 1950, gli yacht classici costruiti tra il 1950 ed il 1977 e le loro repliche riconosciute dal regolamento C.I.M. 2010-2013. Si sono iscritti alla particolare sezione “Spirit of Tradition” le imbarcazioni moderne che per progetto o materiali di costruzione ricordino lo stile di un tempo, tra cui le “classiche” e le classi metriche e i 12 metri Stazza Internazionale, protagonisti delle sfide d’epoca dell’America’s Cup. Dal 2006 le Vele d’Epoca di Imperia fanno parte del Circuito “Panerai Classic Challenge” che tocca alcune delle località storiche del Mediterraneo (Antibes, Cannes e Mahon), nonché i porti d’oltreoceano di Antigua, Nantucket e Newport. Ogni due anni anche Imperia fà parte del Circuito acquisendo sempre maggiore visibilità e prestigio. Le imbarcazioni sono divise in categorie e si sfidano tra loro in entusiasmanti regate. Quest’anno il Circuito Panerai Classic Yatch Challenge è cresciuto grazie ai nuovi ingressi dei prestigiosi campi di regata dell’Isola di Wight (G.B.) e di Marblehead (USA), luogo d’origine della Marina Americana. Il circuito, organizzato dall’ A.I.V.E. (Associazione Italiana Vele d’Epoca) e dal CIM (Comité International de la Méditerranée) è articolato in quattro regate, più alcuni trasferimenti d’altura. Al termine delle diverse prove vengono premiate le imbarcazioni vincitrici del “Challenge” suddivise per classi e categorie. Fratelli Carli, Agnesi, da sempre testimonial dell’alimentazione mediterranea e di Imperia, insieme a Fondazione Banca Carige, Porto di Imperia S.P.A. e Imperia Yatch SRL, sono stati presenti in questa edizione accanto al Title Sponsor Officine e, insieme, hanno dato il loro contributo a una più profonda conoscenza della cultura del mare. In occasione delle Vele d’Epoca di Imperia ha fatto il suo debutto italiano anche Eilean, il ketch bermudiano di 22 metri, progettato e costruito nel 1936 nei leggendari cantieri scozzesi Fife e recentemente ritornato al suo antico splendore dopo un restauro filologico e conservativo durato oltre tre anni. L’acquisto e il restauro di Eilean sono stati promossi da Officine Panerai, la società fiorentina di alta orologeria che sponsorizza il Classic Yachts Challenge. Per celebrare il ritorno alle regate di questa “Regina del Mare”, una vera festa per tutti gli appassionati di vele d’epoca, in banchina è stata allestita una mostra che, attraverso pezzi originali della barca e fotografie di carattere storico, ha ripercorso il cammino che ha portato al salvataggio e alla rinascita di Eilean. Sin dalla prima edizione del 1986, le Vele d’Epoca di Imperia sono state organizzate dall’Assonautica Provinciale di Imperia con il contributo della Camera di Commercio di Imperia, con il patrocinio della Regione Liguria, della Provincia di Imperia, del Comune di Imperia e Prefettura, con la cooperazione logistica della Capitaneria di Porto e del Porto di Imperia S.p.A.. L’evento, tra i più importanti del Mediterraneo, si è reso possibile grazie al Riviera24 - 2 / 14 - 31.10.2021
3 supporto tecnico dello Yacht Club Imperia, dello Yacht Club Sanremo, dello Yacht Club Marina degli Aregai, del Club del Mare Diano Marina, del Circolo Nautico Arma e Club Nautico San Bartolomeo al Mare. Oltre a Calata Anselmi nel bacino portuale di Porto Maurizio tutta la città di Imperia ha vissuto giorni di festa. In banchina ha richiamato grande attenzione e curiosità la Nave Scuola Palinuro destinata all’addestramento dei giovani ufficiali della Marina Militare Italiana. Armatori, skipper, equipaggi: sono stati loro i veri protagonisti insieme al… vento. Nell’ultimo atto della regata finale la leggera brezza da sud ha obbligato il comitato a optare per una riduzione del percorso, terminato dopo due soli lati davanti a Diano Marina. I concorrenti hanno dovuto lottare non solo col poco vento ma anche con una forte corrente da est. E qui la qualità degli skipper ha fatto la differenza. Da un punto di vista sportivo la regata delle vele d’epoca è stata dunque una regata vera. Gli equipaggi di Tuiga, Rowdy ed Emeraude si sono aggiudicati i tre prestigiosi orologi di Officine Panerai. Qui di seguito i primi tre classificati per ogni singola classe: Classe SUPER BIG BOAT (sopra i 30 metri) Primo classificato ORION Secondo classificato SUNSHINE Terzo classificato ZACA Classe BIG BOAT (sopra i 23 metri) Primo classificato TUIGA Secondo classificato MARISKA Terzo classificato ORIANDA Classe EPOCA (superiore ai 15 metri) Primo classificato ROWDY Secondo classificato ELSINORE Terzo classificato THE BLUE PETER Classe EPOCA (inferiore ai 15 metri) Primo classificato WINDOVER Secondo classificato SONDA Terzo classificato JALINA CLASSICI (superiore ai 15 metri) Primo classificato EMERAUDE Secondo classificato HUNA II Terzo classificato CHAPLIN CLASSICI (inferiore ai 15 metri) Primo classificato NAIF Secondo classificato SAGITARIUS Terzo classificato SWALA CLASSICI MINI Primo classificato MAKARA Secondo classificato BALKIS Terzo classificato ALAHIS EPOCA AURICI Primo classificato KELPIE Secondo classificato BONA FIDE Terzo classificato ORIOLE Riviera24 - 3 / 14 - 31.10.2021
4 SPIRIT OF TRADITION Primo classificato DULCINEA Secondo classificato ROROLIMA Terzo classificato PRELUDE Tra le imbarcazioni in banchina BONA FIDE (Secondo classificato Epoca Aurici): tra le più antiche, del 1899, antesignana di forme e soluzioni idrodinamiche sviluppate dopo quasi un secolo; vincitrice delle Olimpiadi di Parigi del 1900. Vintage yacht 1899 (111 anni) Cantiere Charles Sibbick & Co. (Cowes UK) Naval architect Charles Sibbick E’ tra le più antiche, antesignana di forme e soluzioni idrodinamiche sviluppate dopo quasi un secolo, è stata disegnata nel 1899 da Charles Sibbick che, sfidando resistenze e pregiudizi, la costruì nel suo cantiere di Cowes.Il primo armatore fu Howard Taylor, proprietario di numerosi e importanti yacht, ultimo dei quali Bona Fide, di oltre 25 metri, progettato da Watson, ceduto nel 1897 a Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, ammiraglio, esploratore, yachtsman e per lunghi decenni presidente del Reale Yacht Club Italiano. Nei primi mesi del 1900 Bona Fide viene trasferita in Francia da Honfleur a Beaulieu e le prestigiose località della Costa Azzurra tra Tolone e Monaco furono testimoni dei suoi successi. Trasferita sulla Senna, vicino a Parigi, Bona Fide nel maggio del 1900 ottiene la prima vittoria olimpica della vela nella sua categoria. Il suo proprietario la cedette all’italiano Giovanni Brambilla, abile armatore e timoniere, che aveva avuto agio di apprezzarla nelle regate in Costa Azzurra alle quali era stato presente. Bona Fide fu trasferita definitivamente sul Lario per una quindicina di anni e continuò a vincere nelle regate locali. Dopo la Prima guerra mondiale Brambilla la passò al nipote, il Conte Giovanni Lanza di Mazzarino, che la trasferì sul lago Maggiore, utilizzandola per diporto. Solo nel 1937 la ritroviamo presente a qualche regata organizzata dal Regio Verbano Yacht Club di Belgirate. Seguì un altro lungo periodo di abbandono e inevitabilmente di lento deperimento. Nel 1962 venne venduta ai fratelli Jacopo e Cesare Pellegrini e ritornò sul lago di Como. Altri tre anni ed ecco un nuovo proprietario, Gianluigi Gini che sul Lago di Como è anche armatore del 12 metri Victory. Di nuovo vennero effettuati alcuni lavori di ripristino in vista di un restauro completo che però non avverrà. Nel 1999 Giuseppe Giordano, notaio, appassionato velista, proprietario di un’altra bella barca d’epoca, Cerida, cutter del 1938 di Laurent Giles, presente a molte regate, era alla ricerca di un’altra barca, ne voleva una con piano velico aurico. Insieme a Dug Peterson, progettista di successo e a Federico Nardi del Cantiere Navale dell’Argentario, scoprirono Bona Fide abbandonato in un cantiere presso Como. Lo scafo era in uno stato deplorevole ma rimasero incantati dalle linee ancora armoniose nonostante il degrado. Il restauro di Bona Fide, affidato all’ architetto Dafne Vecchi, fu un processo molto lento durato ben tre anni durante i quali lo scafo riacquistò l’assetto originale. Tra gli interventi effettuati anche la quasi integrale sostituzione del fasciame in mogano e di quasi trecento ordinate. Il 19 giugno 2003 Bona Fide scende gloriosamente a incontrarsi nuovamente con l’acqua salata, dopo una assenza durata esattamente un secolo. Tornata a competere Bona Fide ha ripreso a vincere, nel 2004 e di nuovo nel 2006 si è aggiudicata il Campionato Internazionale del Mediterraneo “Panerai Classic Yacht Riviera24 - 4 / 14 - 31.10.2021
5 Challenge”. CORSARO II: costruito nel 1960 nei famosi cantieri Costaguta, su progetto dello studio Sparkman & Stephens, è nave scuola della Marina Militare Italiana; come tale ha partecipato a moltissime regate oceaniche quali la Transpacific Los Angeles-Honolulu di oltre 2.000 miglia. 1960 (50 anni) Classic yacht Cantiere Costaguta (GE) Naval architect Sparkman & Stephens (New York USA) Costruito nel 1960 nei famosi cantieri Costaguta, su progetto dello studio Sparkman & Stephens, è nave scuola della Marina Militare Italiana; come tale ha partecipato a moltissime regate oceaniche quali la Transpacific Los Angeles-Honolulu di oltre 2.000 miglia. Il prima classe Rorc Corsaro II, come Artica II, Caroly , Chaplin, Saggitario, Capricia, Stella Polare, appartiene al Naviglio della Marina Militare Italiana e viene adibito all’addestramento degli allievi ufficiali dell’accademia Militare di Livorno. Commissionato espressamente dalla Marina con al comando l’allora Capitano di fregata Agostino Straulino, si classificò al quarto posto della Transpac da Los Angeles a Honolulu del 1961 e primo alla Honolulu-Isola di Kauai. Nel 1962 prese parte alla Newport-Bermuda (quinto classificato) e vinse la Torbay-Rotterdam; nel 1963 giunse poi nono alla Annanapolis- Newport e secondo alla transatlantica verso l’Europa. Innumerovoli le regate e le navigazioni: dalla Cowes Week al Fastnet, dalla Lisbona–Bermude (vittoria di classe nel 1964) alla Buenos Aires–Rio de Janeiro e alla Sydney–Hobart. Ogni anno il Corsaro II parte per una crociera di istruzione estiva di tre mesi. TUIGA (Prima classificata classe Big Boat sopra 23 metri): uno dei cinque 15 metri Stazza Internazionale tuttora esistenti, costruito per un duca spagnolo; attualmente è il portabandiera dello Yacht Club di Monaco. 1909 (101 anni) Vintage yacht Cantiere William Fife III& Son (Fairlie-Scotland) Naval Architect William Fife III Fu costruito per il duca di Medinaceli, grande appassionato di caccia grossa chiamò il suo nuovo racer Tuiga, che in swahili significa giraffa. Tuiga insieme a Hispania, yacht appartenente al Re di Spagna, sono state le due sistership progettate da Fife III. Il re aveva scelto la più competitiva delle grandi classi, quella dei 15 metri Stazza Internazionale. Tuiga fu varata il 20 maggio 1909, a Fairlie in Scozia, nel cantiere del suo architetto, William Fife III, uno dei più famosi progettisti di yacht di tutti i tempi (Hispania, la sua gemella, era stata costruita in Spagna per motivi nazionalistici). Le due gemelle gareggiarono poi alla Settimana di Cowes, che fu vinta da Tuiga. Nel 1911 furono più attive: Tuiga ottenne dei buoni risultati condotta dal grande skipper inglese Robert Wringle. Il 24 giugno 1912, Tuiga vinse la Settimana Internazionale di Kiel. Durante la dichiarazione di guerra del 1914 le barche spagnole vennero vendute in Norvegia. Tuiga appartenne a un certo Jac Lundvig, che la ribattezzò Betty IV. Nel 1922 la barca prende il nome di Dorina ed è di stanza a Cowes, ha un armamento Marconi e serve come banco di prova a Highfield che aveva inventato le leve per le volanti (sistema kandar). Nel 1934 Dorina diventa Kismet III e partecipa alle regate del Rorc con un armamento bermudiano. In seguito Kismet III passa a un’ereditiera del tabacco, che lo tiene per 32 Riviera24 - 5 / 14 - 31.10.2021
6 anni e lo usa durante l’estate e lo ormeggia nei pressi del suo castello scozzese. La barca cambia di mano nel 1970, eredita l’albero del 12 Metri Sceptre e ha un nuovo nome: Nevada. Poi la vecchia barca spagnola diventa greca. È ormai decrepita. La sua seconda vita si conclude, e rischia di essere l’ultima. Nel 1990, Tuiga, vecchia e inferma fu acquistata da Albert Obrist, appassionato di barche progettate da Fife. Con la fedeltà e le esigenze di uno storico, decise di riportare Tuiga alle condizioni originali del 1909. Successivamente Tuiga venne acquistata dallo Yacht Club di Monaco, incoraggiato dal suo Presidente, il principe Alberto. Rientrata da protagonista da 14 anni nel circuito degli yacht classici, Tuiga iniziò la sua terza vita come portabandiera dello Yacht Club di Monaco e la sua quarta vita come ultimo modello di conservazione del patrimonio. Il 15 Metri che (ad eccezione della sua vittoria al Fastnet) aveva conosciuto in passato una modesta carriera, è diventato, cent’anni dopo il suo varo, uno dei più famosi velieri del mondo e l’archetipo di come deve essere fatto un restauro. MARIGOLD: costruita nel 1892, è l’imbarcazione più antica tra quelle iscritte. Vintage yacht 1892 (118 anni) Cantiere Camper & Nicholson (Gosport –UK) Naval Architect Charles Nicholson (Gosport – UK) Marigold è stato uno dei primi disegni di Charles Nicholson; aveva solo 22 anni e lavorava presso l’azienda di famiglia a Gosport da cinque anni. A qualunque evento abbia partecipato, il cutter aurico Marigold si è sempre fatto ammirare per le sue linee d’epoca Vittoriana, che gli sono valse premi e riconoscimenti. Altro non poteva essere, per uno dei rari e ancora naviganti scafi ottocenteschi. Nei primi anni del nuovo millenio, l’imbarcazione è stata sottoposta a un restauro che le ha permesso di partecipare a numerosi raduni di Vele d’Epoca e di entrare a fare parte della Belle Classe, l’esclusivo club di armatori di scafi d’antan dello Yacht Club di Monaco. EILEAN: restaurata di recente per Angelo Bonati, amministratore delegato di Officine Panerai, questo splendido ketch disegnato da W. Fife nel 1936, debutta in Italia a Imperia nel circuito del Mediterraneo. 1937 (73 anni) Vintage Yacht Cantiere William Fife III& Son (Fairlie _ Scotland) Naval Architect William Fife III Eilean, il ketch bermudiano di 22 metri progettato e costruito nel 1936 nei leggendari cantieri scozzesi Fife, è ritornata al suo splendore alla fine del 2009 dopo tre anni di meticoloso restauro promosso da Officine Panerai, l’azienda italiana di alta orologeria già sponsor del “Panerai Classic Yachts Challenge”, il più importante circuito internazionale di regate per yacht classici e d’epoca. Il restauro di Eilean ha permesso di recuperare completamente la barca dallo stato di degrado in cui versava quando, nel 2006, è stata ritrovata presso l’isola caraibica di Antigua e acquistata da Officine Panerai. Riportata in Italia via cargo nel febbraio 2007, Eilean è stata oggetto di un restauro integrale e filologico che ne ha mantenute intatte le forme e le caratteristiche, nonché gran parte dei materiali originali. Il restauro ha impegnato per oltre due anni e mezzo una squadra di artigiani del Cantiere Francesco Del Carlo di Viareggio, con l’ausilio tecnico di Enrico Zaccagni. Caratterizzata da linee d’acqua le cui proporzioni ne esaltano la bellezza, Eilean ha l’armo velico a ketch bermudiano (due Riviera24 - 6 / 14 - 31.10.2021
7 alberi sui quali vengono issate due potenti rande) ed è realizzata in composito: il fasciame in teak Burma è, infatti, trattenuto da un’ossatura in metallo e ferro zincato. Sobria ed essenziale nelle linee e nell’equipaggiamento, la barca mostra ancora oggi la propria anima autentica, fatta di una grande eleganza che si coniuga perfettamente con la funzionalità dei suoi dettagli. Nella sua lunga storia è già stata protagonista di 36 traversate atlantiche. Eilean ha anche avuto una parentesi di visibilità mediatica nel 1982, quando fu scelta dal gruppo pop inglese dei Duran Duran, all’apice della loro fama, come set per il video della canzone “Rio”. Il ritorno in mare di Eilean è stato celebrato alla fine del 2009 presso la Sezione Velica della Marina Militare Italiana a La Spezia, in virtù dello storico legame tra la Marina Militare e Officine Panerai. L’azienda fiorentina di alta orologeria ha infatti prodotto nel 1936, anno di nascita di Eilean, il primo prototipo di orologio subacqueo per le incursioni del Comando del Primo Gruppo Sommergibili della Regia Marina Italiana. In riconoscimento della propria storia, e dei molti parallelismi tra l’artigianalità che caratterizza lo yachting classico e l’alta orologeria, Officine Panerai promuove da anni la cultura delle vele d’epoca tramite il Panerai Classic Yachts Challenge. ROWDY (Prima classificata classe Epoca superiore 15 metri): splendido sloop nato dalla penna del progettista americano Herreshoff si è aggiudicato il primo posto tra le barche d’epoca nel Panerai Classic Yachts Challenge del 2009. 1916 (94 anni) Vintage yacht Cantiere Herreshoff Man.Co (Bristol-USA) Naval Architect Nathaneal G. Herreshoff Rowdy, numero velico NY49, è stata costruita dieci anni prima della gemella Marilee (numero velico NY50) ed è uno dei quattro NY ancora naviganti sui 14 costruiti tra il 1916 e il 1926 su commessa di un gruppo di soci del New York Yacht Club. Queste imbarcazioni, definite i “Figthing Forties “, tra il 1924 e il 1928 vinsero la Bermuda Race. Varato per il senatore Americano Holland Sackett Duell, Rowdy aveva l’armo a cutter Marconi e rimase alla stessa famiglia fino al 1941. Nel 1998 fu sottoposto a un importante restauro. Acquistato dall’inglese Graham Walker, nel 2008 ha vinto nella propria categoria la regata Mahon-Imperia e le Vele d’Epoca di Imperia, aggiudicandosi anche il Panerai Classic Yacht Challenge (Categoria Vintage). Nel 2009 è tornato a vincere les Voiles D’Antibes e le Regatés Royales di Cannes. EMILIA: progettato da Attilio Costaguta quale regalo del Senatore Giovanni Agnelli al cognato Carlo Nasi, sarebbe stato il secondo 12 metri italiano dopo La Spina. Dopo diverse modifiche e passaggi di proprietà, è tornato alla sua forma originaria con l’attuale armatore. 1930 (80 anni) Vintage yacht Cantiere Costaguta Naval Architect Attilio Costaguta Nel 1929 il Senatore Giovanni Agnelli ordinò un’imbarcazione da regata al Cantiere Costaguta di Genova Voltri. Era la risposta all’amico e rivale marchese Spinola, la cui barca “La Spina ” era stata da poco varata. Da allora in Italia furono dunque due le barche della Classe 12 metri Stazza Internazionale. L’intenzione era quella di tenere alto l’onore del Paese nelle regate contro gli inglesi, i francesi e i tedeschi. Il Senatore Agnelli intendeva farne dono al genero Carlo Nasi ma poco prima del varo quest’ultimo dovette Riviera24 - 7 / 14 - 31.10.2021
8 partire per l’America. Si presentò quindi al Cantiere Costaguta, quando oramai all’imbarcazione non mancava che l’albero, il genovese Attilio Bruzzone, che chiese di armare la barca a goletta Marconi per un utilizzo misto crociera e regata. Lo scafo, fasciato in rame e armato a goletta, scese in mare il 16 settembre 1930, con il nome di “Emilia”. Questo splendido e veloce schooner di 28 tonnellate per molti anni prenderà parte alle regate-crociera, molto in voga in quegli anni, battendosi con successo contro i più noti scafi italiani, francesi e inglesi, regatanti nel Mediterraneo. Nel 1988 è stata riportata agli antichi splendori con un sapiente restauro presso i cantieri navali Beconcini a La Spezia. Dieci anni dopo venne acquistata dall’attuale proprietario che la riporta all’armo originale, come sloop della Stazza Internazionale, rispettandone l’originalità e lo spirito dell’epoca, senza scendere a compromessi e senza badare a costi, affidando la direzione dei lavori all’architetto navale Jacques Fauroux, autorità riconosciuta di questa classe. Nell’estate 2007, alla vigilia del Campionato del Mondo, venne rilasciato il Certificato di Stazza 12 metri. Di nuovo, Emilia, per la gioia di ritrovare dopo settantasette anni di attesa le proprie rivali in competizione, contraccambia con una vittoria: la regata di Cannes, unica regata in mare organizzata nel 2007 dalla Societé Nautique de Géneve, considerata come prologo al Campionato del Mondo 12 metri Stazza Internazionale. Emilia è il secondo 12 metri Stazza Internazionale mai costruito in Italia, 53 anni prima del terzo, il prestigioso Azzurra che tante emozioni ha regalato in Coppa America timonato da Mauro Pelaschier, che sarà al comando di Emilia durante le Voiles de Saint Tropez nel 2007. La barca è portabandiera dell’Associazione monegasca “The Yachting Heritage Society”, che ha come obbiettivo lo sviluppo della conoscenza dello Yachting e della sua storia attraverso molteplici iniziative, incoraggia gli scambi e si pone come punto d’incontro di associazioni, circoli velici, studiosi e appassionati di tutto il mondo. Attualmente Emilia è ancorata nell’esclusivo porticciolo di Alassio e in regata è capitanata dallo skipper Claudio Betti. Nel 2009 ha vinto la Portofino Rolex Cup e partecipa al Monaco Classic Week, Cannes Regates Royales e Voiles de Saint Tropez. CHAPLIN (Terza classificata Classici superiore 15 metri): disegnato nel 1974 da Carlo Sciarrelli, è stato donato dall’armatore Giovanni Novi alla Marina Militare nel 2009, nello stesso anno ha vinto il Panerai Classic Yachts Challenge nella categoria barche classiche. 1974 (36 anni) Vintage yacht Cantiere Sangermani Naval Architect Carlo Sciarelli Disegnato nel 1974 da Carlo Sciarrelli, è stato donato dall’armatore Giovanni Novi alla Marina Militare nel 2009. Nello stesso anno ha vinto il Panerai Classic Yachts Challenge. Cutter in legno, costruzione numero 191 del Cantiere Sangermani, il nome Chaplin fu scelto in una sorta di gioco di parole sul cognome della moglie Nucci che si chiamava Cappellini. Con molte partecipazioni a prestigiose regate tra le quali la vittoria con record della Giraglia nel 1988, Chaplin è sempre rimasto della famiglia Novi fino all’11 Gennaio 2008 quando fu donato alla Marina Militare Italiana. Oggi partecipa a tutti i principali raduni di barche d’epoca. Ha vinto il Campionato CIM nel 2009 sotto il comando del Capitano di vascello Bruno Puzone. ORION (Prima classificata Super Big Boat): splendida goletta nata cento anni fa dalla magica matita di Charles E. Nicholson, varata nel 1910 nei cantieri Camper & Nicholson di Gosport, in Inghilterra. Nata con il nome di Sulvana, ha avuto una vita molto travagliata, Riviera24 - 8 / 14 - 31.10.2021
9 con molti cambi di armatore, di nome e di bandiera, passando da quella inglese con cui è nata a quella francese, spagnola, italiana, norvegese. L’ultimo armatore è di nazionalità svizzera e ha riportato Orion all’antico splendore, con l’armo a schooner aurico e gli interni fedeli ai disegni originali. 1910 (100) Vintage Yacht goletta aurica Naval Architect Charles E. Nicholson Cantiere: Camper & Nicholson, Gosport Splendida goletta progettata cento anni fa da Charles E. Nicholson, fu varata nel 1910 nei cantieri Camper & Nicholson di Gosport, in Inghilterra. Nata con il nome di Sulvana, ha avuto una vita molto travagliata, con molti cambi di armatore, di nome e di bandiera, passando da quella inglese a quella francese, spagnola, italiana, norvegese. L’ultimo armatore è di nazionalità svizzera e ha riportato Orion all’antico splendore, con l’armo a shooner aurico e gli interni fedeli ai disegni originali. Commissionato originariamente dal re di Spagna, Alfonso XIII (1886-1931), cui vengono in seguito negati i fondi, Orion venne varato a Gosport, in Gran Bretagna, nel 1910 con il nome di Sulvana: il suo primo armatore è il colonnello Courtney E. Morgan, membro del Royal Yacht Squadron (Cowes), il circolo più aristocratico ed esclusivo del mondo. Lo yacht, una goletta ad armo aurico (ossia con rande di foggia trapezoidale, munite di picco nella parte superiore), rimane nelle mani del militare per soli tre anni, fino a quando è acquistato dal conte francese Jean de Polignac. A partire dal 1919 si succedono vari armatori e, conseguentemente, alcuni cambi di nome: il quotidiano francese “Le Matin” ribattezza la barca Pays de France; Cecil P. Slade la chiama Diane; l’argentino Raul C. Monsegur Vira. È solo a partire dal 1930 che lo yacht, armato da Miguel de Pinillos, assume l’odierno nome di Orion, in omaggio alla costellazione che prende a sua volta il nome dal figlio di Poseidone ed Euriale, figlia del re di Creta Minosse. Nel 1949 un altro passaggio di proprietà: la barca venne acquistata dalla società Fagesco, con base a Barcellona… Il 17 marzo 1966, durante un trasferimento nel Golfo del Leone, lo yacht rimane vittima di un grave incidente presso capo Creus. Spira un forte vento di grecale, la barca procede velocemente di bolina, circa sette nodi, sotto il comando dello skipper ponzese Gaetano Morlè: lo strallo del trinchetto cede di schianto e con esso i due possenti alberi. Seguirono lavori importanti e un ennesimo passaggio di proprietà: stavolta subentra una società panamense, la Lebo Enterprise (1968), che tiene Orion nel porticciolo spezzino di Le Grazie. Quando lo yacht è sul punto di lasciare l’Europa alla volta dell’Oriente, viene notato dalla famiglia Braghieri di Piacenza che lo acquista, avviandolo a un radicale restauro presso il Cantiere Valdettaro. La novità di maggiore importanza riguarda l’armo: dopo essere stata per alcuni decenni una goletta a strallo, Orion ritorna all’assetto originario di goletta aurica con aste ridimensionate, colombiere e alberetti. Anche gli interni, ampiamente ricostruiti, vengono improntati ai disegni originali dello studio Camper & Nicholson di Gosport. Oltre a Valdettaro (1974 e 1978) è d’obbligo segnalare il lavoro svolto da un altro studio e da un altro cantiere: Faggioni (1966 e 1999) e Beconcini (1999), entrambi di La Spezia. In virtù dei numerosi passaggi di proprietà, frequenti sono stati i cambi di bandiera dello yacht: white ensign (la bandiera britannica dei soci del Royal Yacht Squadron), francese, spagnola, panamense, italiana, norvegese. L’attuale armatore è un cittadino svizzero, ma Orion batte la red ensign, il più comune drappo britannico usato nel diporto. LULU Riviera24 - 9 / 14 - 31.10.2021
10 1897 (113 anni) Vintage Yacht Naval Architect: Rabot Caillebotte Cantiere: Texier Lulu è una delle piccole imbarcazioni progettate dal pittore impressionista Caillebotte. Nel corso della sua vita ha avuto diversi nomi, tra cui Rayon, Vert, Tangarda e Gunga Din. Nel 1900 si è confrontata in regata alle Olimpiadi di Parigi contro Bona Fide, sfida vinta da quest’ultima. A Les Voilles d’Antibes del 2009 si è presa la rivincita in occasione di una regata, anche se poi Bona Fide si è aggiudicata la vittoria di categoria, lasciando a Lulu l’onore della seconda posizione. E’ il più datato yacht da diporto in Francia considerato di interesse storico nazionale. Proprio per questo riceve dallo stato il 25% delle spese sostenute per la sua manutenzione. Dal 1999 è diventata di proprietà del francese Alain Beaume, che l’ha fatta navigare principalmente in Costa Azzurra. Alle Vele d’Epoca di Imperia del 2000 è arrivata terza di classe. SIRIUS 1937 (73 anni) Vintage Yacht Naval Architect Olin Stephens Cantiere: Henry B. Nevins Sirius, costruita in fasciame di mogano su ossatura in quercia, è la diciannovesima di venti imbarcazioni costruite secondo i dettami di una gara d’appalto, formulata nel 1936 per la realizzazione di una barca ufficiale per il New York Yacht Club. Lo studio newyorchese Sparkman & Sthephens vinse la commessa, dando vita alla classe NY32. Il numero indicava la lunghezza al galleggiamento espressa in piedi, pari a 9,75 metri. Nel 2004 fu acquistata dall’italiano Fabio Mangione, anche proprietario di Al Na’Ir del 1964, che la sottopose a un restauro effettuato presso il Cantiere Navale dell’Argentario di Porto Santo Stefano. Nel 2006 si piazzò terza di classe a Le Vele d’Epoca di Imperia. Sirius è gemella di Ice Fire, di base in Adriatico. MARISKA (Seconda classificata Big Boat) 1908 (102 anni) Vintage Yacht Cantiere William Fife III& Son Naval Architect William Fife III Mariska, numero velico D1 è un 15 metri Stazza Internazionale, come il Tuiga del Principe Alberto II di Monaco. In occasione della Monaco Classic Week del 2009 è tornato in mare dopo un restauro integrale durato oltre due anni eseguito presso i Charpentiers Réunis Mediterranée di La Ciotat, in Francia. Il progetto del restauro è stato realizzato dal Groupe Fauroux di Cannes. Costruita in fasciame di mogano acajou, iroko e teak, è un’imbarcazione caratterizzata da un basso bordo libero, grandi slanci e un armo a cutter aurico. La ricostruzione dell’alberatura è stata affidata al cantiere Gilbert Pasqui di Villefranche. Oggi Mariska appartiene a una famiglia di broker svizzeri, che in occasione delle regate imbarcano una quindicina di membri di equipaggio. Gli altri 15 metri Stazza Internazionale gemelli di Mariska sono Hispania e the Lady Anne del 1912. VISTONA 1937 (73 anni) Vintage Yacht Riviera24 - 10 / 14 - 31.10.2021
11 Cantiere A.M.Dickie & Sons Naval Architect McPherson Campbell Vistona, appartenuta a un ufficiale in pensione della Royal Navy e a una società di charter di Cannes, dai primi anni Settanta è diventata un’imbarcazione scuola al comando del Duca Gian Marco Bora d’Olmo. Fondatore del Centro Velico Altura e dei Venturieri di Chioggia, ha navigato a bordo del Vistona dal 1967 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1999 all’età di 78 anni. Da quel momento i figli Giambattista e Ottavia si presero cura del Vistona che dal 2001 al 2004 è stata restaurata in Sardegna dal maestro d’ascia Marco Bonacina. L’armo a ketch bermudiano è stato sostituito da quello originale a cutter aurico. Vistona compie ogni anno circa 300 miglia di navigazione e ha sempre preso parte al Trofeo Bailli de Suffren, la regata d’altura che collega St. Tropez a Malta, con tappa in Sardegna a Porto Rotondo. JALINA (Terza classificata Epoca inferiore 15 metri) 1946 (64 anni) Vintage Yacht Cantieri P.Jouet-Sartrouville Naval Architect E.Cornu Jalina vinse le prime regate della Giraglia nel 1953 e 1954. E’ un progetto del francese Eugene Cornù costruito dal cantiere francese Jouet per Jaques Barbou. Il restauro è stato eseguito dai due maestri Elbani "Bonacina" che hanno recuperato fedelmente il progetto di Cornù; l’ 80% del fasciame è originale mentre la coperta in teak e mogano sono nuovi. L’albero, che originariamente era in alluminio, è stato sostituito con uno in douglas rispettando il progetto e in questo modo Jalina è ritornato alle origini. SWALA 1969 (41 anni) Classic Yacht Cantiere Sangermani Naval architect Chales Laurent Giles Swala, in lingua swahili significa gazzella, venne varata 41 anni fa dai Cantieri Sangermani di Lavagna e si è mantenuta identica in questi anni. Negli ultimi 20 anni ha partecipato, partendo da Imperia, a numerosi raduni di vele d’epoca: Cannes, Saint Tropez, Porto Santo Stefano, ottenendo vittorie e ottimi piazzamenti. Nel 2009 ha partecipato a Les Voiles d’Antibes ed è stata premiata alle Régates Royales di Cannes come lo yacht classico più bello. DULCINEA (Prima classificata Spirit of Tradition) 1991 (19 anni) Spirit of Tradition Yacht Cantieri Carlini di Rimini Naval architect Carlo Sciarrelli Dulcinea ha avuto due proprietari dal 1991. Ha navigato in tutto il Mediterraneo e la sua base è Mentone. Dal 2007 l’imbarcazione appartiene a Marco Diena, ha vinto nel 2003 il Trofeo Almirante Conde de Barcelona a Palma di Maiorca. Il suo bacino di navigazione è in Liguria. Dulcinea è costruita in lamellare di mogano su ossatura di frassino e l’armo velico è a cutter Marconi. Riviera24 - 11 / 14 - 31.10.2021
12 KELPIE (Prima classificata Epoca Aulici) 1903 (107 anni) Vintage Yacht Cantieri JG Fay & Co. Naval architect Alfred Mylne Kelpie è stata disegnata dall’inglese Alfred Mylne e appartiene alla classe “Solent 38 feet”. Con l’introduzione nel 1907 delle Classi Metriche, Kelpie ha regatato come 12 metri Stazza Internazionale fino agli anni Venti. Successivamente ha trasportato armi e, durante la Seconda guerra mondiale, ha evitato che la sua zavorra metallica venisse requisita per essere impiegata nell’industria bellica. Dopo un restauro effettuato a Darmouth ha cominciato a partecipare ai raduni di vele d’epoca del Mediterraneo, tra cui la Copa del Rey de Mahon. SAGITTARIUS 1971 (39 anni) Classic Yacht Cantieri Carlini Naval architect Sparkman & Stephens E’ un’imbarcazione che ha regatato in occasione di numerosi raduni di vele d’epoca del Mediterraneo tra cui Antibes, dove è arrivata tre volte prima di classe, Cannes e Imperia. Ha compiuto numerose crociere navigando fino in Grecia e Turchia. Nell’agosto di quest’anno ha circumnavigato l’Italia partendo da Rimini per partecipare al Raduno di Vele d’Epoca di Imperia 2010. ROROLIMA (Seconda classificata Spirit of Tradition) 1984 (26 anni) Spirit of Tradition Yacht Sangermani Naval architect Carlo Sciarrelli Rorolima è una di quelle barche che l’architetto triestino aveva segnato in una sua speciale lista con l’asterisco, per indicare un progetto a lui caro e ben riuscito. La barca ha la poppa a cuore, uno dei segni distintividegli scafi disegnati dal maestro italiano della progettazione classica Carlo Sciarrelli. E’ una barca molto impegnativa durante le regate. Alle Vele d’Epoca di Imperia del 2008 si è piazzata terza di classe. EMERAUDE (Prima classificata Classici superiore 15 metri) 1975 (35 anni) Classic Yacht Royal Huisman Shipyard Naval architect German Frers Emeraude, costruita in alluminio, è stata una delle imbarcazioni classiche più vittoriose in occasione delle regate del Panerai Classic Yachts Challenge, trofeo che si è aggiudicato per due anni consecutivi nella categoria Classic (2006 – 2007). Nato come propotipo destinato a un armatore francese per regatare come Ia classe Ior, ha partecipato all’Admiral’s Cup (1977) e alla Sardinia Cup (1980). ELSINORE (Seconda classificata Epoca superiore 15 metri) Riviera24 - 12 / 14 - 31.10.2021
13 1930 (80 anni) Vintage Yacht Naval architect Tore Helm E’ una barca della classe 8 metri Stazza Internazionale costruita per un sindacato svedese che voleva partecipare e vincere la Scandinavian Cup. Elsinore ha avuto diversi armatori, ha subito un naufragio durante un trasferimento nei mari del Nord. Dopo varie vicissitudini è stata acquistata da un armatore svizzero che l’ha riportata all’originario splendore. L’ultimo armatore è francese e negli ultimi 3 anni ha partecipato a quasi tutte le regate del Circuito Panerai nonché alle prime due edizioni del Portofino Rolex Trophy. SONDA (Seconda classificata Epoca inferiore 15 metri) 1951 (59 anni) Vintage Yacht Cantieri Mc-Gruer Naval architect Mc-Gruer Nonostante l’anno del varo risalga al 1951, Sonda regatta nella categoria Epoca poiché il suo progetto è antecedente al 1950. L’imbarcazione nasce come 8 metri Cruiser Racer. E’ la prima di 25 imbarcazioni simili. Nel 2004 è stata restaurata nel Nord della Francia dal suo attuale armatore e trasferita in Costa Azzura dove ha iniziato a partecipare ai raduni di vele d’epoca nel Mediterraneo. E’ la sua seconda partecipazione al raduno di Imperia. ZACA (Terza classificata Super Big Boat) 1929 (91 anni) Vintage Yacht Naval architect Garland Rotch E’ una delle più belle e maestose golette che spesso partecipa ai raduni di vele d’epoca e in particolare a quello di Imperia. Nel 1946 l’acquistò Errol Flynn, il noto attore hollywoodiano che ne fece la sua dimora galleggiante. Nel 1947 venne utilizzata per girare le riprese di un film di Orson Welles, con Rita Hayworth. MAKARA (Prima classificata Classici Mini) 1964 (46 anni) Classic Yacht E’ un’imbarcazione con bulbo king,s_amethitst ed è stato costruito in diversi esemplari. Il suo armatore vive da 10 anni su Makara e la sua base è a Viareggio. Informazioni sulle vele d’epoca e curiosità YACHT D’EPOCA: yacht in legno o metallo di costruzione anteriore al 1950. YACHT CLASSICI: yacht in legno o metallo di costruzione anteriore al 1976. SPIRIT OF TRADITION: yacht realizzati dopo il 1976 che seguono linee e concetti progettuali degli yacht d’epoca o classici. Anche l’armo, ovvero il tipo di alberatura e quindi di vele usate, è un utile metro per distinguere questi gioielli del passato. SLOOP: classico armamento d’imbarcazioni a vela con un solo albero, due vele, rispettivamente randa e fiocco, di differenti misure. KETCH: imbarcazione con due alberi. Il più alto è quello di Maestra (verso prua), quello più basso si chiama di Mezzana (verso poppa) ed è posizionato di fronte al timone. Riviera24 - 13 / 14 - 31.10.2021
14 YAWL: imbarcazione a due alberi che si differenzia dal ketch per il solo fatto che l’albero più piccolo, di Mezzana, rimane dietro la ruota del timone. CUTTER: armo dotato di due o tre vele con doppia velatura a prua. Il fiocco più ampio sullo strallo, il controfiocco e la trinchetta, vela più piccola sullo stralletto quindi più spostata a centro barca. GOLETTA: yacht di medie o grandi dimensioni con due alberi. Quello di poppa è pari o più alto rispetto all’albero di prua. Si possono prevedere vele supplementari a prua sugli stralli. AURICO: usato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’armo aurico è caratterizzato da una randa di forma trapezoidale tesa tra l’albero, un picco nella parte alta e il boma. Al di sopra della randa può essere issata una seconda vela di forma triangolare: la controranda, murata all’alberetto (la parte superiore dell’albero) e al picco. MARCONI (O BERMUDIANO): attrezzatura velica così denominata perché le imbarcazioni attrezzate con questo tipo di vele ricordavano le antenne della radio inventata dallo scienziato italiano. Questo armamento fu introdotto agli inizi degli Anni ’30, con i J-Class e prevede l’utilizzo di vele triangolari, con la randa inferita all’albero, in un pezzo unico e non più diviso in albero e alberetto e al boma, mentre la vela di prua, genoa o fiocco, è inferita allo strallo. Un grazie da parte del Presidente di Assonautica Imperia, Lucio Carli, va a tutti gli Enti sostenitori, ai Ministeri del Turismo e della Difesa, che hanno concesso il loro patrocinio, alla Camera di Commercio di Imperia, al Comune di Imperia, alla Provincia, alla Regione Liguria, alla Prefettura e alla Fondazione Carige. Un grazie anche al Comandante della Capitaneria e ai suoi ufficiali, sottufficiali e marinai che hanno supportato l’organizzazione e al Porto di Imperia per l’allestimento dell’evento e per l’assistenza data alle imbarcazioni nelle operazioni di ormeggio. E un grazie ancora ad Aive (Associazione Italiana delle Vele d’Epoca) al Cim (Comité International de la Mediterranée), alle Forze dell’Ordine, alla Polizia locale, ai Vigili del Fuoco. La citazione finale è per il title sponsor Officine Panerai, gli sponsor tutti, i partner tecnici, la stampa e soprattutto i 74 equipaggi, alleati preziosi del grande successo ottenuto. Imperia ha ormai vinto la sua sfida. Quella di riscoprire un mare di passato. Riviera24 - 14 / 14 - 31.10.2021
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