SAN VITO CRESCE DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE - COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO
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COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO Provincia di Pordenone SAN VITO CRESCE DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2021- 2023 Programma di governo locale 2016-2021 1
ILLUSTRAZIONE GENERALE Il presente Documento Unico di Programmazione è il quinto del presente mandato amministrativo iniziato con le elezioni comunali del 2016. Esso comprende l’anno del rinnovo del mandato amministrativo e pertanto non può comprendere la parte strategica che è limitata al periodo del mandato. Il contesto nel quale si inserisce questo documento è segnato dalla emergenza sanitaria da COVID 19 che ha caratterizzato l’anno 2020 e che ha profondamente inciso modificandola sulla realtà economica, sociale, civile e culturale del Paese. E’ evidente dunque che l’emergenza ha fortemente impattato sull’attività del Comune e così esso fin da subito ha operato per fare la propria parte nell’interesse generale della comunità Sanvitese, opera che prosegue in rapporto all’andamento pandemico e a tutto quanto può essere svolto per lenire le conseguenze e prevenire la diffusione. In ogni caso e in sintesi gli interventi attuati nel 2020 sono stati: - Fin da subito l’acquisto e la distribuzione di mascherine di comunità nel periodo in cui le stesse non erano reperibili; La gestione immediata del bonus alimentare con modalità digitale e con integrazione degli importi con fondi propri di bilancio; La riorganizzazione dei servizi comunali, man mano che le disposizioni nazionali e regionali ne permettevano la riapertura, garantendone l’effettuazione con i protocolli di sicurezza e sostenendone le conseguenti rilevanti maggiori spese senza gravare sulle contribuzioni dei cittadini, a partire dal rilevante impegno per i centri estivi. Lo sforzo e l’ingente impegno finanziario per garantire l’efficienza delle strutture scolastiche alla riapertura nel nuovo anno scolastico in modo da assicurare il distanziamento e la regolare fruizione dei servizi comunali scolastici (mensa, trasporto, pre e post scuola) nell’osservanza dei protocolli di sicurezza; l’intervento a sostegno delle attività economiche chiuse per il lockdown con l’esenzione della TARI per tutto l’anno 2020 (uno dei pochi comuni ad esentare per tutto l’anno) destinando a questo sostegno un importo di 450 mila euro.; Il sostegno alle famiglie con l’istituzione di un apposto fondo dotato di cospicue risorse. In generale si è operato per non lasciare indietro nessuno e per garantire i servizi e le attività del Comune anche con modalità innovative nella ricerca di quella normalità che l’epidemia ha così fortemente intaccato. Và sottolineata anche l’azione del volontariato e dell’associazionismo, a partire dalla protezione civile, dall’associazione di vigilanza volontaria, dal “gruppo spontaneo del ’49” nel partecipare attivamente con il Comune alle attività di supporto e tutela della comunità sanvitese e ad essi và il nostro sentito ringraziamento. Anche ultimamente abbiamo contribuito alla collocazione di due servizi territoriali dell’ASFO quali le USCA e il centro tamponi mettendo a disposizione edifici -la 2
scuola di Gleris e la scuola di Savorgnano -sedi di associazioni, che hanno aiutato per questi esiti positivi e cui va il nostro rinnovato ringraziamento per la disponibilità. - L’anno che abbiamo di fronte sarà ancora segnato dalla pandemia anche se l’imminente arrivo dei vaccini fa sperare che nel secondo semestre dell’anno essa alle spalle e ci si possa concentrare, facendo tesoro di quanto accaduto, sulla costruzione di un paese nuovo sostenibile, più forte, più giusto, più solidale e in cui i diritti primari siano affermati, a cominciare da quello alla salute e all’istruzione. Nella costruzione del futuro, l’Ente Locale è una componente essenziale e dovrà essere in grado, come lo è stato nel passato, di fare la propria parte. In tale contesto non verrà certamente meno il suo compito di erogazione di servizi pubblici essenziali per lo sviluppo della comunità, di solidarietà nella tutela delle fasce più deboli che la pandemia ha acuito, e tuttavia dovrà definire nuove modalità per essere protagonista dello sviluppo. Non è compito di questa programmazione definire le linee strategiche dell’attività del Comune, della sua programmazione, dei necessari investimenti infrastrutturali. Ciò in quanto il 2021 è anche l’anno del rinnovo del mandato amministrativo e competerà ai programmi proposti dalle forze politiche che avranno avuto il consenso maggioritario dei cittadini essere declinati nella programmazione triennale. L’appuntamento elettorale sarà l’occasione per presentare e discutere con i cittadini i programmi del futuro. Questa programmazione invece, nel prevedere il completamento dei programmi dell’amministrazione in carica, continua l’azione necessaria a fronteggiare le conseguenze dell’emergenza sanitaria. In questa fase degli strumenti di bilancio non è possibile prevedere risorse derivanti dall’eventuale avanzo libero che, in osservanza delle disposizioni di legge, potrà essere utilizzato solo dopo l’accertamento dell’importo definitivo con il rendiconto. Non possiamo neppure inserire previsioni in merito a trasferimenti dello Stato come avvenuto nel 2020. Il fondo previsto nella finanziaria nazionale infatti, oltre ad essere di importo alquanto limitato (450 milioni rispetto ai 3 miliardi del 2020) demanda a successivi provvedimenti l’individuazione dei criteri di riparto rendendo impossibile una previsione. Occorre inoltre prevedere in questa fase un prevedibile calo delle entrate proprie comunali a partire dal gettito dell’addizionale IRPEF ma anche del calo prevedibile di altre entrate proprie anche a fronte dei provvedimenti di riduzione autonomamente decisi. In questo contesto l’unica nota positiva è la conferma dei trasferimenti regionali negli importi già previsti dalla finanziaria del 2020; ciò grazie anche all’accordo Stato/Regione e ai conseguenti trasferimenti statali. Nel quadro quindi di risorse attualmente insufficienti, abbiamo fatto ogni sforzo possibile di contenimento delle spese per assicurare: 3
- Il sostegno alle attività economiche con un fondo di 154 mila euro per garantire anche per il primo semestre 2021 una riduzione della TARI; - L’esenzione per tutto il 2021 della Tassa occupazione suolo pubblico con i tavolini dei bar e ristoranti nonché per le attività di recupero edilizio; - La riproposizione di un fondo di 150 mila euro per il sostegno economico alle famiglie che hanno subito una riduzione dei redditi e servirà anche per sostenere le spese per i servizi scolastici; - L’esenzione della quota variabile della TARI per le famiglie titolari di carta famiglia. Sul versante dei servizi pubblici viene mantenuto l’attuale livello che per quantità e qualità collocano il nostro Comune fra quelli maggiormente virtuosi, efficienti e solidali. Ci riempie di gioia conseguentemente il risultato dell’indagine annuale di ItaliaOggi e Università la Sapienza che pone al vertice della classifica 2020 il nostro territorio, quel terrritorio del Friuli occidentale, della nostra provincia friulana di cui siamo parte e cui contribuiamo in modo significativo: essere primi in Italia per qualità della vita ci inorgoglisce e ci impegna a essere vieppiù impegnati e competitivi. In questo quadro gli investimenti sono certamente un fattore decisivo per il sostegno alla economia e alla ripartenza. In questo contesto le previsioni del bilancio sono attinenti al completamento delle opere in corso e/o programmate anche tenendo conto del recente provvedimento di assestamento del bilancio 2020. Un impegno importante per il primo semestre del 2021 che comprendono: il vasto programma si sistemazioni della viabilità per un importo di 1,8 milioni di euro, la realizzazione del parcheggio su via Dante a implementare la dotazione di stalli del centro storico ed in particolare di Via Amalteo recentemente riqualificata per un importo di 200 mila euro, la realizzazione dei parcheggi nel centro di Prodolone per un importo di 300 mila euro, la realizzazione della piazza di Ligugnana per un importo di 800 mila euro, l’ampliamento del centro intermodale dell’area stazione per un importo di 550 mila euro, la riqualificazione della casa della terza età per un primo intervento di 900 mila euro, la ricostruzione della Pescheria nell’omonima piazzetta per un importo di 200 mila euro, la riqualificazione di via Savorgnano e in particolare dell’area dell’incrocio del presidio ospedaliero sanvitese per un importo di 350 mila euro, la realizzazione del percorso espositivo d’arte nello spazio adiacente al parcheggio Susanna per un importo di 50 mila euro. Ricordiamo che sono recentemente stati avviati i lavori di costruzione 4
della nuova Palestra nel centro sportivo di Ligugnana per un importo di 1,7 milioni di euro, i lavori di salvaguardia idrogeologica di Madonna di Rosa e Gleris per un importo di 880 mila euro mentre sono ormai alla conclusione gli interventi di ampliamento della Farmacia, della rotatoria di Gleris e della riqualificazione di via Amalteo. Accanto a queste opere che vedranno il massimo impegno di questa amministrazione per la loro conclusione entro il termine del proprio mandato amministrativo, vengono inserite in programmazione anche altre opere per le quali vi è comunque stato, da parte di questa amministrazione, l’accuratezza della definizione progettuale. Ci riferiamo in primo luogo alla partita finanziaria legata al ristoro dei fondi comunali per la compartecipazione alla circonvallazione per 4,7 milioni di euro per le quali vi è l’impegno della regione alla restituzione attraverso la realizzazione di opere viarie a partire da quelle connesse agli assi di ingresso a San Vito, dopo l’apertura della circonvallazione. In particolare la completa -riqualificazione di viale San Giovanni per un importo stimato di 800 mila euro, alla --realizzazione delle opere sulla SS 463 con le rotatorie di Rosa, di via Timoteo con la riqualificazione di via dei cipressi, -della chiesa di Santo Stefano di Gleris e viabilità connessa, -della messa in sicurezza di via Treviso lungo tutto l’asse fino all’intersezione con la circonvallazione compresa la -realizzazione della rotatoria di via Sbrojavacca, della -riqualificazione dell’incrocio di Via dello sport. Si tratta di opere importanti per la nostra cittadina per le quali l’amministrazione comunale ha già affidato gli incarichi di progettazione preliminare e avviato il confronto con la Regione. Si è consapevoli che queste opere non potranno essere realizzate in questa tornata amministrativa e tuttavia esse sono inserite nella programmazione e l’azione di realizzazione costituirà un impegno della prossima amministrazione avendo però a disposizione sia la progettazione preliminare che l’impegno della amministrazione regionale al finanziamento. Un altro intervento viene inserito in programmazione ed è la -realizzazione della nuova sede dell’istituto comprensivo. Già prevista nella programmazione precedente che ha visto lo stanziamento di 900 mila euro di fondi comunali, ne viene tuttavia modificata la progettualità prevedendo la realizzazione di un nuovo fabbricato a ridosso della costruenda Palestra, adiacente al Palazzetto dello sport, anziché in ampliamento del plesso della secondaria di primo grado. Tale modifica è conseguente ad una rivalutazione, in accordo con la direzione dell’istituto comprensivo, degli spazi necessari e determina una maggiore spesa di 400 mila euro per i quali si ritiene di poter concretizzare il finanziamento. La progettualità prevede un ulteriore lotto dedicato interamente a spazi per archivi in modo da concentrare in un unico luogo l’archivio storico del comprensivo. A riguardo tale opera completa la cittadella dell’istruzione dell’obbligo a Ligugnana e permette il pieno utilizzo della già Tommaseo da parte del liceo “Le filandiere” con gli interventi che saranno 5
realizzati dall’EDR e favorendo così sia l’ulteriore sviluppo dei licei presenti sia l’avvio del richiesto e sostenuto LICEO MUSICALE. Accanto alle opere vi sono state innumerevoli iniziative volte a configurare un Ente locale sia partecipe degli avvenimenti internazionali e nazionali e soprattutto attento a fare la propria parte perché progrediscano la pace e i diritti umani sia protagonista nel proprio territorio di un welfare inclusivo e innovativo sia di una progettazione che proponga e favorisca il sapere, la conoscenza con l’offerta scolastica -non è un caso che siamo divenuti il secondo centro scolastico del Friuli occidentale – e sia in grado di dare il gusto della bellezza con il progetto “SAN VITO,CITTADINA D’ARTE,DI MUSICA E DI CULTURA”. Inoltre vengono ripresi, nella programmazione, i seguenti interventi: - recupero Casa Mels e riqualificazione della piazza di Prodolone, per i quali sono in corso le progettazioni preliminari; - la realizzazione del Palapatti a Savorgnano per il quale è stata redatta la progettazione preliminare; - la riqualificazione della primaria Moro; - La ristrutturazione dell’ex magazzino idraulico, ora proprietà comunale, quale sede della protezione civile per la quale ristrutturazione vi è l’impegno dell’assessorato competente per un appropriato finanziamento. - Vengono mantenuti i fondi propri già destinati alla realizzazione del Parco Urbano di Via Tomadino. L’intervento non può al momento essere attuato nonostante il fortissimo impegno di questa amministrazione comunale a seguito del procrastinarsi della vicenda giudiziaria che ha visto il privato lottizzante ricorrere anche avverso la sentenza di secondo grado che riafferma le ragioni del Comune. Si confida in una rapida conclusione anche dell’ulteriore azione intrapresa dal privato in modo da permettere la realizzazione di questa importante infrastruttura comunale. In questi anni l’impegno nell’azione giudiziaria per tutelare l’interesse della comunità è stata massima ma purtroppo i tempi giudiziaria sono come noto troppo lunghi rispetto alle esigenze di celerità. L’avvio dell’iter di approvazione del bilancio 2021 si inserisce quindi in questo difficile e pesante contesto venutosi a creare con gli inizi del 2020 con ancora l’allarmante recrudescenza della crisi pandemica, 6
dopo il calo estivo anche se l’ipotizzato avvio nel mese di gennaio delle vaccinazioni porta ad un minimo di fiducia circa il superamento della crisi e la possibilità di concentrare l’azione amministrativa sulla ripresa, sempre cum grano salis ovvero non ripetendo errori che ci hanno fin qui portato. La ormai condivisa affermazione di molti scienziati riguardante la corrispondenza al collasso climatico della insorgenza di sempre nuovi virus deve portarci a operare- come d’altronde la UE ha recentemente fatto- verso una società sostenibile e digitale. Purtroppo sempre più fa riflettere come alla globalizzazione economica non si accompagni la globalizzazione per la salvaguardia del pianeta e come tutto sia legato. Da qui peraltro il ruolo dell’Europa, della nostra civiltà, delle istituzioni locali europee e in ogni caso dei cittadini europei per la salvezza comune delle future generazioni specie quando ormai è sotto gli occhi di tutti il fallimento di qualsiasi impostazione sovranista, individualista e populista. Allora è chiaro che il senso degli interventi proposti, presenti e futuri, e delineati concretamente in questo documento evidenziano la visione di una cittadina solidale, vicina ai meno fortunati, con una concezione di amore per il creato. Ciò si estrinseca attraverso i servizi in campo, le opere realizzate, realizzande e impostate, le iniziative assunte, le relazioni perseguite. Questo ha portato con sé una affermazione del ruolo di San Vito, un suo peso qualificato nello scenario del Friuli occidentale e della Regione FVG. Attivi protagonisti dei passaggi amministrativi succedutisi sempre con l’intento di valorizzare il territorio e le sue belle e buone risorse. Ruolo di crescita con i Comuni contermini nella Unione Territoriale Intercomunale “Tagliamento” il cui programma derivante dalle intese definite abbiamo chiesto di potere attuare attraverso una proroga. Comunque ci auguriamo di portare a termine i progetti più rilevanti a cominciare dal PARCO DEL TAGLIAMENTO. Permettetemi di cogliere l’occasione per sottolineare che l’UTI Tagliamento ha avuto costi di funzionamento bassissimi grazie alla dedizione di funzionari che vi si son dedicati, e cui va il nostro ringraziamento, diversamente da UTI costosissime e i cui risultati non possono essere definiti superiori. In ogni caso l’intento ora è quello di procedere alla costituzione della Comunità “Tagliamento” come la L.R.26/2019 prevede in modo da dare seguito a quella necessità di COMUNI da sempre consorziati di poter continuare a esercitare la loro collaborazione amministrativa, elaborazione di indirizzi e progettazione di futuro. Futuro si coniuga necessariamente in questo terribile 2020 con Europa e Recovery Found ovvero progetti che aiutino alla competizione territoriale, competizione territoriale che si gioca sempre più su innovazione di processo e prodotto con obiettivo massima sostenibilità. Proprio in ragione di ciò abbiamo ritenuto e ribadiamo la richiesta fortissima alla Amministrazione Regionale di attuazione per il nostro territorio della elettrificazione della Casarsa Portogruaro, linea strategica per dare il collegamento all’alta velocità e capacità al Friuli occidentale, pena il suo isolamento dai grandi traffici su rotaia. D’altronde RFI ha inserito questa opera nel contratto di servizio Stato/RFI/Regione FVG quantificandone i costi pari a euro 15 milioni. Abbiamo inoltre segnalato l’opportunità di un piano di efficientamento energetico di tutti gli edifici comunali per una spesa di 6 milioni di euro. Vogliamo in conclusione riportare l’ottimo lavoro delle partecipate del Comune, cui abbiamo contribuito mettendo a disposizione le linee di indirizzo. Ci preme dire che Ambiente/servizi si è distinta nel panorama regionale e nazionale per una implementazione del rifiuto come risorsa e dell’aumento 7
della differenziata. Su questo versante si pone l’avvio della prossima differenziazione del vetro bianco da quello colorato in sinergia e in rete con l’insediamento nuovo di una realtà imprenditoriale fortemente innovativa in ZIPR Ponterosso Tagliamento per il recupero e il riciclo del vetro e questo fa capire cosa vuol dire economia circolare. Così pure va ricordato l’aumento di due grandi insediamenti proprio in ZIPR, uno già citato e un altro nel campo del pet food. Questo si accompagna alla tenuta e all’aumento dell’occupazione anche di fronte ad alcune dismissioni. Siamo impegnati con la ZIPR abbia i finanziamenti adeguati per essere compiutamente una APEA (area produttiva ecologicamente attrezzata). Da qui l’impegno per la realizzazione dell’acquedotto con LTA -altra ottima partecipata-, acquedotto per le industrie insediate e la installazione della centralina per il controllo dell’aria. Si sta operando assieme anche per dotare i VVFF della nuova caserma in una posizione appropriata e adeguata. Il presente documento in conclusione si colloca in un contesto di continuità amministrativa puntando al compimento del programma politico amministrativo con i necessari adeguamenti conseguenti alle repliche degli accadimenti e tuttavia sempre per l’interesse solidale generale. 8
San Vito cresce Programma di governo locale 2016-2021 IL PROGRAMMA ELETTORALE PRESENTATO AGLI ELETTORI Trattandosi dell’ultimo anno del mandato amministrativo, la presente parte viene omessa. IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE Il principio contabile così recita: Il DUP è lo strumento che permette l'attività di guida strategica ed operativa degli enti locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali. Il DUP si compone di due sezioni: la Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione La SeS sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato di cui all'art. 46 comma 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento, gli indirizzi strategici dell'ente. Il quadro strategico di riferimento è definito anche in coerenza con le linee di indirizzo della programmazione regionale e tenendo conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale in coerenza con le procedure e i criteri stabiliti dall'Unione Europea. In particolare, la SeS individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, le principali scelte che caratterizzano il programma dell'amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo e che possono avere un impatto di medio e lungo periodo, le politiche di mandato che l'ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali e gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. Nella SeS sono anche indicati gli strumenti attraverso i quali l'ente locale intende rendicontare il proprio operato nel corso del mandato in maniera sistematica e trasparente, per informare i cittadini del livello di realizzazione dei programmi, di raggiungimento degli obiettivi e delle collegate aree di responsabilità politica o amministrativa. Nel primo anno del mandato amministrativo, individuati gli indirizzi strategici, sono definiti, per ogni missione di bilancio, gli obiettivi strategici da perseguire entro la fine del mandato. Gli obiettivi strategici, nell'ambito di ciascuna missione, sono definiti con riferimento all'ente. Per ogni obiettivo strategico è individuato anche il contributo che il gruppo amministrazione pubblica può e deve fornire per il suo conseguimento. L'individuazione degli obiettivi strategici consegue a un processo conoscitivo di analisi strategica delle condizioni esterne all'ente e di quelle interne, sia in termini attuali che prospettici e alla definizione di indirizzi generali di natura strategica. Con riferimento alle condizioni esterne, l'analisi strategica richiede, almeno, l'approfondimento dei seguenti profili: 1. Gli obiettivi individuati dal Governo per il periodo considerato anche alla luce degli indirizzi e delle scelte contenute nei documenti di programmazione comunitari e nazionali; 2. La valutazione corrente e prospettica della situazione socio-economica del territorio di riferimento e della domanda di servizi pubblici locali anche in considerazione dei risultati e delle prospettive future di sviluppo socio- economico; 3. I parametri economici essenziali utilizzati per identificare, a legislazione vigente, l'evoluzione dei flussi finanziari ed economici dell'ente e dei propri enti strumentali, segnalando le differenze rispetto ai parametri considerati nella Decisione di Economia e Finanza (DEF).
Con riferimento alle condizioni interne, l'analisi strategica richiede, almeno, l'approfondimento dei seguenti profili e la definizione dei seguenti principali contenuti della programmazione strategica e dei relativi indirizzi generali con riferimento al periodo di mandato: 1. organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali tenuto conto dei fabbisogni e dei costi standard. Saranno definiti gli indirizzi generali sul ruolo degli organismi ed enti strumentali e società controllate e partecipate con riferimento anche alla loro situazione economica e finanziaria, agli obiettivi di servizio e gestionali che devono perseguire e alle procedure di controllo di competenza dell'ente; 2. indirizzi generali di natura strategica relativi alle risorse e agli impieghi e sostenibilità economico finanziaria attuale e prospettica. A tal fine, devono essere oggetto di specifico approfondimento almeno i seguenti aspetti, relativamente ai quali saranno definiti appositi indirizzi generali con riferimento al periodo di mandato: a. gli investimenti e la realizzazione delle opere pubbliche con indicazione del fabbisogno in termini di spesa di investimento e dei riflessi per quanto riguarda la spesa corrente per ciascuno degli anni dell'arco temporale di riferimento della SeS; b. i programmi ed i progetti di investimento in corso di esecuzione e non ancora conclusi; c. i tributi e le tariffe dei servizi pubblici; d. la spesa corrente con specifico riferimento alla gestione delle funzioni fondamentali anche con riferimento alla qualità dei servizi resi e agli obiettivi di servizio; e. l'analisi delle necessità finanziarie e strutturali per l'espletamento dei programmi ricompresi nelle varie missioni; f. la gestione del patrimonio; g. il reperimento e l'impiego di risorse straordinarie e in conto capitale; h. l'indebitamento con analisi della relativa sostenibilità e andamento tendenziale nel periodo di mandato; i. gli equilibri della situazione corrente e generali del bilancio ed i relativi equilibri in termini di cassa. 3. Disponibilità e gestione delle risorse umane con riferimento alla struttura organizzativa dell'ente in tutte le sue articolazioni e alla sua evoluzione nel tempo anche in termini di spesa. 4. Coerenza e compatibilità presente e futura con le disposizioni del patto di stabilità interno e con i vincoli di finanza pubblica. Gli effetti economico-finanziari delle attività necessarie per conseguire gli obiettivi strategici sono quantificati, con progressivo dettaglio nella SeO del DUP e negli altri documenti di programmazione. Ogni anno gli obiettivi strategici, contenuti nella SeS, sono verificati nello stato di attuazione e possono essere, a seguito di variazioni rispetto a quanto previsto nell'anno precedente e dandone adeguata motivazione, opportunamente riformulati. Sono altresì verificati gli indirizzi generali e i contenuti della programmazione strategica con particolare riferimento alle condizioni interne dell'ente, al reperimento e impiego delle risorse finanziarie e alla sostenibilità economico - finanziaria, come sopra esplicitati. In considerazione delle linee programmatiche di mandato e degli indirizzi strategici, al termine del mandato, l'amministrazione rende conto del proprio operato attraverso la relazione di fine mandato di cui all'art. 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, quale dichiarazione certificata delle iniziative intraprese, dell'attività amministrativa e normativa e dei risultati riferibili alla programmazione strategica e operativa dell'ente e di bilancio durante il mandato. Di seguito si analizzano i singoli punti. Gli obiettivi individuati dal Governo per il periodo considerato anche alla luce degli indirizzi e delle scelte contenute nei documenti di programmazione comunitari e nazionali. La valutazione corrente e prospettica della situazione socio-economica del territorio di riferimento e della domanda di servizi pubblici locali anche in considerazione dei risultati e delle prospettive future di sviluppo socio- economico. I parametri economici essenziali utilizzati per identificare, a legislazione vigente, l'evoluzione dei flussi finanziari ed economici dell'ente e dei propri enti strumentali, segnalando le differenze rispetto ai parametri considerati nella Decisione di Economia e Finanza (DEF). I suesposti parametri vengono elaborati unitariamente, tenuto conto delle loro finalità e della specificità della nostra regione ad autonomia differenziata.
Al momento attuale sono disponibili i seguenti documenti: - Il Documento di Economia e Finanza 2020 del M.E.F. e Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2020 del 5 ottobre 2020 - Il Documento di Economia e Finanza 2020 della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e nota di aggiornamento presentata al Consiglio Regionale in accompagnamento del DDLR di approvazione del bilancio 2021 - 2023; I documenti sono consultabili sul sito del M.E.F. (www.dt.mef.gov.it) e sul sito istituzionale della Regione (www.regione.fvg.it/programmazione/). Si riportano nel presente documento le parti concernenti gli scenari generali macroeconomici anche per una valutazione circa gli effetti che la crisi economica conseguente alla Pandemia può portare a livello locale A tali documenti si rimanda, ritenendo che gli scenari macroeconomici generali ivi indicati. Se ne riporta una breve sintesi degli aspetti ritenuti più significativi per la comprensione degli scenari cui si collocherà l’azione futura dell’Ente Locale QUADRO COMPLESSIVO E POLITICA DI BILANCIO Fonte Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza 2020 (Approvata Consiglio dei Ministri del 5/10/2020) TENDENZE RECENTI DELL’ECONOMIA Le misure di distanziamento sociale e di chiusura di settori produttivi attuate da metà marzo ai primi di maggio in risposta all’epidemia COVID-19 hanno causato una caduta dell’attività economica senza precedenti. Dal mese di maggio, gli indicatori economici hanno recuperato, grazie al graduale allentamento delle misure di prevenzione del contagio e ad una serie di poderosi interventi di politica economica a sostegno dell’occupazione, dei redditi e della liquidità di famiglie e imprese. Nel complesso, tali interventi sono stati pari a 100 miliardi (6,1 punti percentuali di PIL) in termini di impatto atteso sull’indebitamento netto della PA. Pur in ripresa, l’attività economica rimane nettamente al disotto dei livelli del 2019. Restano infatti in vigore alcune restrizioni, ad esempio relativamente a grandi eventi sportivi e artistici; scuole e università hanno solo recentemente riavviato la didattica in presenza. Inoltre, il virus ha continuato a diffondersi a livello globale, rendendo necessarie misure precauzionali in tutti i principali Paesi del mondo, con una conseguente caduta del commercio internazionale. Pur in decisa ripresa da maggio in poi, le esportazioni italiane continuano a risentire della crisi globale, così come restano nettamente inferiori al normale le presenze di turisti stranieri. Secondo le ultime stime dell’Istat, il PIL è caduto del 5,5 per cento nel primo trimestre e del 13,0 per cento nel secondo in termini congiunturali. L’attuale dato Istat relativo al primo trimestre è uguale alla previsione del DEF, mentre la caduta del secondo trimestre è stata superiore (nel DEF si prevedeva un -10,5 per cento).
450000 115 430000 105 410000 95 390000 85 370000 75 350000 65 330000 55 dic-15 mag-16 ott-16 mar-17 ago-17 gen-18 giu-18 nov-18 apr-19 set-19 feb-20 lug-20 PIL trimestrale (scala sx) ‘Indice produzione industriale mensile (scala dx) Per il terzo trimestre, si stima ora un notevole rimbalzo, superiore a quello ipotizzato nel DEF (9,6 per cento), che porterebbe il livello del PIL stimato per tale periodo lievemente al di sopra di quanto previsto nel DEF. Gli ultimi indicatori disponibili tracciano, infatti, un andamento in crescita nei mesi estivi. Per quanto riguarda il mese di luglio, l’indice della produzione industriale è aumentato del 7,4 per cento sul mese precedente, il che dà luogo ad un effetto di trascinamento di 25 punti percentuali sul trimestre. Nello stesso mese, anche la produzione del settore delle costruzioni ha continuato a riprendersi (+3,5 per cento su giugno, con un trascinamento sul trimestre di 41 punti percentuali). Inoltre, i dati relativi alle fatture digitali indicano un marcato recupero del fatturato dei servizi in confronto ai mesi precedenti1. Dal lato della domanda, per quanto riguarda i consumi, le vendite al dettaglio in luglio segnano una lieve battuta d’arresto, ma ciò segue il forte incremento registrato in maggio e giugno; aumentano invece rispetto al mese precedente le immatricolazioni di auto nuove su base destagionalizzata. Positive sono anche le indicazioni provenienti dall’export, con una crescita mensile del 5,7 per cento in termini di valore e una contrazione tendenziale che si riduce al -7,3 per cento, dal -12,1 per cento di giugno. Gli indicatori sin qui disponibili per agosto sono anch’essi positivi. Secondo l’indagine Istat, la fiducia delle imprese è aumentata in tutti i settori di attività: l’indice sintetico di fiducia delle imprese in agosto ha raggiunto il livello di 81,4, ancora molto al disotto del 98,2 di gennaio, ma nettamente superiore al minimo di maggio, 53,8 (l’indagine non è stata pubblicata in aprile). In agosto, salgono anche produzione e consumi elettrici, traffico su strada e immatricolazioni di auto.
120 100 80 60 40 20 giu-18 set-18 dic-18 mar-19 giu-19 set-19 dic-19 mar-20 giu- 20 set-20 Indice composito Manifattura Servizi Commercio al dettaglio Fonte: Istat e stime MEF per il mese di aprile 2020, in cui l’indagine non è stata pubblicata. L’andamento dell’economia nel mese di settembre dovrebbe aver beneficiato della ripresa del lavoro in presenza e della riapertura di scuole e università. Alla luce della ripresa dei contagi da Covid-19, i comportamenti dei cittadini appaiono improntati ad una maggiore cautela, con possibili ripercussioni sulla spesa per consumi. Tuttavia l’indagine mensile Istat segnala un’ulteriore salita della fiducia di consumatori e imprese. Il clima di fiducia sale in tutti i settori produttivi; si segnala in particolare la salita della fiducia delle imprese manifatturiere produttrici di beni strumentali e delle aziende attive nella costruzione di edifici e in lavori specializzati. In netto aumento anche la fiducia nei servizi, in particolare nei servizi turistici. Nel complesso, tutto ciò indica che il rimbalzo del PIL nel terzo trimestre potrebbe anche eccedere quello sottostante la nuova previsione trimestrale. Per quanto riguarda i conti con l’estero, nei primi sette mesi dell’anno il surplus commerciale è salito di 3 miliardi in confronto allo stesso periodo del 2019, a 32,7 miliardi, mentre l’avanzo delle partire correnti si è lievemente ridotto, principalmente a causa di un maggior deficit nei servizi2. Su quest’ultimo ha pesato la caduta delle presenze e della spesa dei turisti stranieri in Italia3. L’andamento dell’inflazione ha riflesso la debolezza della domanda e la caduta dei prezzi del petrolio e delle materie prime durante il periodo di crisi più acuta a livello globale. Negli ultimi due mesi (agosto e settembre), l’indice dei prezzi al consumo è risultato in discesa di 0,5 punti percentuali in confronto ad un anno prima, avvicinandosi al minimo storico precedentemente segnato nel gennaio 20154 Ai fattori ciclici menzionati, a partire dal mese di giugno si è aggiunta un'altra spinta al ribasso dei prezzi, causata dal significativo apprezzamento del tasso di cambio dell’euro, pari a quasi 8 punti percentuali nei confronti del dollaro rispetto all’andamento medio durante i primi cinque mesi dell’anno. Nella media dei primi otto mesi dell’anno, il tasso di inflazione medio secondo l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività è risultato pari al -0,1 per cento. Più favorevole l’andamento del deflatore del PIL, che nella media dei primi due trimestri è cresciuto dell’1,4 per cento in termini tendenziali. Sul fronte del lavoro, la caduta delle ore lavorate nell’industria e servizi di mercato (-26,5 per cento nel secondo trimestre in confronto al quarto del 2019) è stata addirittura superiore a quella del valore aggiunto (-20,4 per cento). Tuttavia, grazie anche alle misure adottate dal Governo, quali l’introduzione della Cassa integrazione in deroga, il numero di occupati è sceso in misura assai inferiore alla caduta dell’input di lavoro (-2,4 per cento nel secondo trimestre in confronto al quarto del 2019) e ha recuperato parte del terreno perso già nel terzo trimestre. L’indagine mensile Istat sulle forze di lavoro indica infatti che l’occupazione è aumentata sia in luglio sia in agosto, con incrementi congiunturali dello 0,4 per cento in entrambi i mesi e un acquisito nel trimestre di 0,5 punti percentuali.
QUADRO MACRO TENDENZIALE 2020-2023 La previsione ufficiale di variazione del PIL reale per il 2020 viene abbassata al -9,0 per cento (-9,1 per cento nella media dei dati trimestrali), dal -8,0 per cento della previsione del DEF (-8,1 per cento sui trimestrali). Il principale motivo della revisione al ribasso risiede nella contrazione più accentuata del PIL nel secondo trimestre, a sua volta spiegata da una durata del periodo di parziale chiusura delle attività produttive in Italia e da una diffusione dell’epidemia su scala globale superiori a quanto ipotizzato in aprile. Si è inoltre adottata una previsione assai più cauta di incremento del PIL nel quarto trimestre (ora cifrata in uno 0,4 per cento, a fronte del 3,8 per cento previsto nel DEF). La cautela circa l’aumento del PIL nel quarto trimestre riflette, da un lato, il forte rimbalzo stimato per il trimestre estivo e, dall’altro, la recente ripresa dei contagi da Covid-19, sia in termini assoluti sia in rapporto ai tamponi effettuati giornalmente. Rispetto ai minimi raggiunti nella seconda metà di luglio, sono anche risaliti il numero di pazienti Covid-19 ricoverati negli ospedali italiani e quello dei decessi. La ripresa dei nuovi contagi in Italia è moderata, ma al difuori del nostro Paese la pandemia continua ad espandersi e in alcuni Paesi europei sono state reintrodotte misure di distanziamento sociale, seppure meno drastiche in confronto alla scorsa primavera. Tutto ciò potrebbe frenare la ripresa delle esportazioni italiane osservata negli ultimi mesi. La disponibilità di test rapidi sempre più affidabili e l’elevato numero di tamponi effettuati giornalmente renderanno possibile un monitoraggio dell’epidemia sempre più efficace. Per essere in grado di individuare e circoscrivere nuovi focolai, è tuttavia necessario contenere il numero di nuove infezioni. La previsione per i prossimi due trimestri tiene pertanto conto della necessità di mantenere norme di comportamento prudenziali e dell’elevata probabilità che gli afflussi di turisti stranieri restino molto al disotto dei livelli pre-crisi. Nel frattempo, sta proseguendo lo sviluppo di vaccini anti-Covid-19 da parte di numerose aziende farmaceutiche e si registrano importanti progressi nello sviluppo di terapie basate su anticorpi monoclonali. La Commissione Europea ha già firmato due accordi di fornitura di vaccini e ne sta discutendo altri quattro con altrettante aziende farmaceutiche5. La produzione di alcuni vaccini è già in corso mentre si stanno effettuando i test clinici di terza fase. A conclusione di tale fase, i vaccini dovranno essere approvati dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), che ne valuta l’efficacia e la sicurezza. L’ipotesi di base adottata per la previsione macroeconomica rimane invariata rispetto al DEF, ovvero che la distribuzione di uno o più vaccini cominci entro il primo trimestre del 2021 e che a metà anno la disponibilità di nuove terapie e di vaccini sia tale da consentire al Governo di allentare la gran parte, se non tutte, le misure restrittive. Di conseguenza, il recupero dell’economia dovrebbe riprendere slancio nel corso del 2021, dando anche luogo ad un significativo effetto di trascinamento sul 2022. I tassi di crescita del PIL della nuova previsione tendenziale sono pari a 5,1 per cento per il 2021, 3,0 per cento per il 2022 e 1,8 per cento nel 2023. Si tratta di incrementi che paiono elevati in confronto ai risultati dell’ultimo ventennio, ma va considerato che il punto di partenza è un crollo del PIL senza precedenti. Inoltre, nello scenario tendenziale il PIL trimestrale non ritornerebbe ai livelli di fine 2019 fino al secondo trimestre del 2023; infatti, in media d’anno, il livello del PIL reale nel 2023 sarebbe superiore al 2019 di soli 0,3 punti percentuali. TAVOLA I.1: QUADRO MACROECONOMICO TENDENZIALE SINTETICO (1) (variazioni percentuali, salvo ove non diversamente indicato) 2019 2020 2021 2022 2023 PIL 0,3 -9,0 5,1 3,0 1,8 Deflatore PIL 0,7 1,1 0,7 1,1 1,0 Deflatore consumi 0,5 0,0 0,6 1,1 1,0 PIL nominale 1,1 -8,0 5,8 4,2 2,8 Occupazione (ULA) (2) 0,2 -9,5 5,0 2,6 1,7 Occupazione (FL) (3) 0,6 -1,9 -0,2 0,9 0,9 Tasso di disoccupazione 10,0 9,5 10,7 10,3 9,8 Bilancia partite correnti (saldo in % PIL) 3,0 2,4 2,7 2,8 2,8 (1) Eventuali imprecisioni derivano dagli arrotondamenti. (2) Occupazione espressa in termini di unità standard di lavoro (ULA) (3) Numero di occupati in base all’indagine campionaria della Rilevazione Continua delle Forze Lavoro (RCFL).
In confronto alla previsione del DEF, l’aggiornamento delle variabili esogene della previsione impatta solo marginalmente sulla stima del PIL reale per il 2020 (-0,1 punti percentuali). L’effetto sulla previsione per il 2021 è invece rilevante e di segno negativo (-1,2 punti percentuali) a causa di un abbassamento della proiezione di crescita delle importazioni dei Paesi di destinazione dell’export italiano, nonché del rafforzamento del tasso di cambio dell’euro e della ripresa del prezzo del petrolio. Tuttavia, la previsione di crescita per il 2021 sale dal 4,7 per cento del DEF al 5,1 per cento in considerazione delle ingenti manovre di supporto e stimolo all’economia introdotte in maggio con il decreto-legge ‘Rilancio’ e in agosto con il decreto-legge ‘Sostegno e Rilancio’. Simulazioni effettuate con il modello econometrico ITEM indicano che l’impatto dei due decreti sulla crescita del PIL sia cifrabile in 0,8 punti percentuali nel 2020 e 2,5 p.p. nel 2021. È opportuno ricordare che il D.L. Rilancio comprendeva anche la cancellazione degli aumenti IVA previsti per il 2021 e il 2022, la quale – sempre secondo stime ottenute con il modello ITEM - da sola migliora la crescita di 0,3 p.p. nel 2021, 0,71 p.p. nel 2022 e 0,23 p.p. nel 2023. Per quanto riguarda le principali componenti della domanda aggregata, la caduta del PIL di quest’anno interessa tutte le componenti con l’eccezione dei consumi pubblici (sebbene vada segnalato che i dati Istat li danno in discesa nella prima metà dell’anno). Il calo dei consumi delle famiglie sarebbe in linea con quello del PIL, mentre gli investimenti fissi lordi registrerebbero una caduta assai più marcata. Le esportazioni di beni e servizi sono previste cadere più delle importazioni in media d’anno, il che darebbe luogo ad un contributo netto alla crescita degli scambi con l’estero di segno negativo. Nel prossimo triennio la ripresa dell’economia sarà sostenuta sia dalla domanda interna, sia dagli scambi con l’estero e, in minor misura, dall’aumento delle scorte. Gli incrementi previsti dei consumi delle famiglie sono coerenti con una graduale discesa del tasso di risparmio nel triennio 2021-2023 dopo il netto incremento stimato per quest’anno. La ripresa degli investimenti prevista nel quadro tendenziale è caratterizzata da tassi di crescita più elevati nel prossimo triennio rispetto a quelli dei consumi, ma il loro recupero nel 2021 sarebbe più contenuto e prenderebbe più slancio (relativamente all’andamento complessivo dell’economia) nei due anni successivi. La proiezione di crescita delle esportazioni segue grosso modo l’evoluzione prevista del commercio internazionale, mentre l’andamento delle importazioni è coerente con quello della domanda interna e della produzione. In corrispondenza della ripresa delle esportazioni di beni e servizi, si prevede una risalita del surplus di partite correnti, di cui come già accennato si colgono già i primi segnali dai dati relativi al mese di luglio 2020. Per quanto riguarda l’inflazione, se ne prevede una moderata ripresa dopo l’andamento mediamente nullo stimato per quest’anno. La previsione è principalmente spiegata dalla ripresa ciclica e dal recupero già in corso dei prezzi delle materie prime e del petrolio. Infine, in tema di occupazione, le unità di lavoro sono previste aumentare in misura solo lievemente inferiore al PIL, dando luogo ad un moderato aumento della produttività. Il numero di occupati salirà in misura nettamente inferiore e la ripresa delle ore lavorate avverrà principalmente tramite il riassorbimento dei lavoratori per i quali nel 2020 le aziende hanno usufruito della Cassa integrazione. Il quadro macroeconomico tendenziale 2020-2021 è stato validato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) in data 21 settembre 2020. Le previsioni per il 2022- 2023 non sono oggetto di validazione in occasione della NADEF6 160 155 150 145 140 135 130 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 Fonte: Elaborazioni MEF.
Riassorbire un aumento del rapporto debito/PIL quale quello previsto per quest’anno (oltre 23 punti percentuali) nell’arco di un decennio sarebbe un ottimo risultato. Si potrebbe tuttavia argomentare che per proteggere la finanza pubblica da altri rischi che potrebbero materializzarsi nei prossimi anni sarebbe opportuno programmare un aggiustamento più rapido, anche in considerazione del fatto che la Regola di riduzione del debito non verrebbe pienamente soddisfatta nell’arco della previsione. Premesso che le regole fiscali europee saranno riconsiderate una volta superata l’emergenza pandemica, è evidente che se la ripresa dell’economia nei prossimi anni eccederà le aspettative si potrà successivamente considerare un sentiero di ancor più accentuato miglioramento del saldo primario, che a parità di altre condizioni consentirebbe di accelerare la discesa del debito pubblico in rapporto al PIL. Ad ogni buon conto, la proiezione qui riportata conferma che un efficace utilizzo del Recovery Plan e una oculata ma non restrittiva gestione della finanza pubblica consentiranno di conseguire un elevato grado di sostenibilità del debito. Nell’immediato, gli sforzi del Governo si concentreranno sulla predisposizione di un PNRR di grande respiro ed efficacia. Su un orizzonte più lungo, sarà importante mantenere una costante attenzione al miglioramento della finanza pubblica, la cui resilienza è fondamentale per poter rispondere a shock inattesi come quello causato dall’attuale pandemia
IL QUADRO MACROECONOMICO REGIONALE Fonte; Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza Regionale 2021 (presentata al Consiglio Regionale con il DDLR bilancio 2021) Gli indicatori chiave dell’economia Nel 2019 l'attività economica in Friuli Venezia Giulia è cresciuta dello 0,6% registrando un contributo positivo nella domanda interna (+0,6%), in particolare nei consumi privati (+0,4%) e negli investimenti (+2,1%), che ha controbilanciato la contrazione della domanda estera (-1,2%). Il settore terziario ha fornito un contributo positivo all'economia regionale, con un incremento del valore aggiunto dell’1,1% rispetto all’anno precedente; nell’industria in senso stretto il valore aggiunto è diminuito dello 0,2%, nelle costruzioni dello 0,4%, nell’agricoltura del 3,9%. Nell’ambito dei servizi, risulta positivo il contributo fornito dal turismo (+0,8% le FVG - Principali indicatori macroeconomici (variazioni % medie annue sui valori concatenati, dove non diversamente indicato). Anni 2009-2023 presenze turistiche rispetto al 2018, +1,8% gli arrivi), dai trasporti e dai servizi finanziari. Nel mercato del lavoro si è registrata una lieve contrazione delle unità (-0,2%), ascrivibile al settore terziario (-2,1%, circa 7.700 unità) e all’agricoltura (-13,3%), mentre le unità di lavoro sono aumentate nell’industria (+1,8%) e nelle costruzioni. L’occupazione nel 2019 si è mantenuta sostanzialmente stabile (+0,1%), la riduzione per la componente femminile (-1,7%, quasi 4 mila unità) è stata compensata dalla crescita di quella maschile (+1,6%). Il tasso di FVG - Valore aggiunto per settore di attività economica (variazioni % sui occupazione è salito al 66,6%. valori concatenati). Anni 2009-2023 Il reddito disponibile delle famiglie in termini reali si è contratto dello 0,2%, ciò nonostante la spesa per consumi nel 2019 ha segnato un +0,4%. Il credito al consumo è cresciuto del 9,0% su base annua e i finanziamenti per l’acquisto di abitazioni del 3,4%. La dinamica positiva degli investimenti (+2,1%) è stata favorita dalla liquidità delle imprese e dal permanere di condizioni di offerta di credito favorevoli, grazie anche alle risorse regionali. Note: (*) a valori correnti. Fonte: Prometeia, ottobre 2020. Elaborazione dell'Ufficio di statistica.
Le previsioni Secondo le previsioni Prometeia di ottobre il PIL del Friuli Venezia Giulia, a valori correnti, si attesterà a fine 2020 a 35,5 miliardi di euro, perdendo quasi 3,2 miliardi nel confronto con un anno prima. Rispetto al resto d’Italia, in FVG pesano di più le esportazioni, la spesa turistica e i settori interessati dal lockdown, in termini sia di occupazione sia di volume d’affari, e ciò determina un impatto dell’epidemia di Covid-19 sull’economia locale di intensità lievemente superiore rispetto alla media nazionale. Il PIL regionale è previsto ridursi del 9,8% nell’anno in corso, per il 2021 è previsto un rimbalzo del 6,3% e per il 2022 un incremento del 2,8% in linea con l’andamento dell’economia nazionale. Previsioni dei principali aggregati economici del FVG (variazioni % La spesa per consumi delle sui valori concatenati, anno di riferimento 2015, dove non famiglie è prevista in calo dell’11,5% (-2,7 diversamente indicato). Anni 2019-2021 miliardi di euro correnti) nell’anno in corso, e nel 2021 il recupero sarà del 7,1%. Aggregati 2019 2020 Gli investimenti fissi lordi perderanno in 2021 PIL 0,6 -9,8 6,3 regione il 12,1% (quasi -915 milioni di euro Spesa per consumi delle famiglie 0,4 -11,5 7,1 in valori correnti) e il recupero nel Spesa delle AP - -0,5 2,4 prossimo anno sarà pari all’11,2%. In 0,4 merito al commercio estero, l’export si e ISP - 11, 12,1 2 contrarrà nel 2020 dell’11,5% (-1,7 mld di Investimenti 2,1 euro) e recupererà l’11,7% nel 2021, fissi lordi Export - -1,2 - -11,5 12, 11,7 l’import si contrarrà fino al -18,2% (-1,5 6,7 18,2 6 Import Reddito disponibile delle famiglie -0,2 -1,8 1,4 mld) per recuperare il 12,6% l’anno Tasso di disoccupazione (%) 6,1 6,9 8,5 prossimo. Fonte: Prometeia, ottobre 2020. Elaborazione dell'Ufficio di statistica. L’industria in senso stretto perderà il 14,3% (-1 mld di euro correnti), per recuperare il 13,9% nel 2021, le costruzioni perderanno il 12,6% (-191 milioni) e recupereranno il 12,3%. Ingenti saranno le perdite nei servizi, -8,5%, pari a -2,0 mld di euro correnti, e nel 2021 il recupero sarà del 3,9%. Per l’agricoltura si stima un -0,6% e un +1,5% l’anno prossimo. Complessivamente il valore aggiunto regionale perderà quest’anno il 9,9%, pari a 3,3 miliardi di euro correnti. Per quanto concerne le prospettive per l’occupazione in FVG è prevista una riduzione di 47 mila unità di lavoro totali, pari a -9,2%, il dato migliore tra le regioni italiane. In particolare, nei servizi le unità si ridurranno del 7,6% (27 mila unità), nell’industria dell’11,0% (quasi 11 mila), nell’edilizia del 21,0% (8,5 mila), nell’agricoltura del 5,3% (poco più di 900 unità). Il recupero sarà lento, nel corso del 2021 le unità di lavoro incrementeranno in tutti i comparti e complessivamente registreranno un +4,8%, nel 2022 un +1,8%. Il tasso di occupazione, calcolato sulla popolazione totale, è stimato per quest’anno al 42,6%, scenderà al 42,5% nel 2021 per tornare ai livelli precedenti alla pandemia nel 2022. La disoccupazione salirà dal 6,1% al 6,9%, toccherà l’8,5% nel 2021 e si manterrà oltre il 7% nel biennio successivo. Il reddito disponibile delle famiglie in termini reali fletterà in FVG dell’1,8%, la variazione è la più contenuta tra le regioni italiane. Nel corso del prossimo anno il recupero sarà dell’1,4%, come a livello nazionale. Il mercato del lavoro Nel 2019 le forze di lavoro in FVG erano, in media 544,8 mila di cui 511,5 mila occupati e 33,3 mila disoccupati. Gli inattivi tra i 15-64 anni erano 216 mila di cui oltre 22 mila giovani tra i 15-29 anni che non studiavano né lavoravano (Neet), un valore in calo rispetto all’anno precedente che porta l’incidenza dei giovani non occupati e non in formazione sul totale dei ragazzi di quell’età dal 14,5% del 2018 al 13,7%. Il saldo tra assunti e cessati è positivo per circa 6.200 unità. I nuovi contratti di lavoro invece, sono diminuiti nel 2019 del 5%, in linea con il dato italiano. Sono aumentati i nuovi contratti a tempo indeterminato (+12%), le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (+39%) e le assunzioni stagionali (+19%). Dai dati del primo semestre 2020 emergono evidenti le conseguenze della diffusione dell’epidemia da Covid-19 nel mercato del lavoro, in particolare la riduzione della disoccupazione e l’aumento dell’inattività, oltre all’ampio ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) a sostegno del reddito dei lavoratori dipendenti. È da precisare che il lavoratore in cassa integrazione è statisticamente contato come occupato e che l’occupazione indipendente ricomprende anche i
lavoratori che dichiarano la propria attività solo momentaneamente sospesa o comunque non interrotta da più di tre mesi. L’occupazione. Il numero degli occupati si attesta nel II trimestre 2020 sulle 507 mila unità, 7 mila in meno del trimestre precedente e 12 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-2,3%). A diminuire è stata soprattutto l’occupazione femminile, -3,5% rispetto al trimestre precedente e -3,6% rispetto ad un anno prima, mentre quella maschile ha segnato un leggero incremento rispetto al I trimestre, +0,3%, e una riduzione tendenziale del -1,2%. I settori più dinamici sono l’industria in senso stretto (128 mila lavoratori), con un +4,4% tendenziale, e il ramo “commercio, alberghi e ristoranti” (93 mila unità) con un +1,9%. Nelle costruzioni (38 mila lavoratori) l’occupazione è cresciuta rispetto ai trimestri precedenti ma il confronto con il II trimestre 2019 è ancora negativo, -5,6%. I servizi non connessi a commercio, alloggio e ristorazione (234 mila lavoratori) hanno risentito maggiormente della congiuntura negativa perdendo 12 mila occupati, circa il 5%, sia nel confronto congiunturale sia in quello tendenziale. Il tasso di occupazione 15-64 anni si è attestato nel II trimestre 2020 al 66,4% (57,5% la media italiana), è sceso per le donne al 57,6% ed è salito lievemente per gli uomini al 75,1%. In merito ai flussi, secondo i dati Inps, nei mesi da marzo a giugno 2020 il numero di nuovi contratti di lavoro si è più che dimezzato (-54%) rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco del -82% ad aprile. Hanno rallentato in particolare le assunzioni a termine e di breve durata. Nel mese di aprile si sono quasi annullate (-98%) le assunzioni di lavoratori stagionali, mentre quelle a tempo indeterminato si sono ridotte del 68% rispetto ad un anno prima. A giugno, invece, i nuovi contratti hanno riguardato principalmente il lavoro stagionale, le relative assunzioni sono rimaste comunque al di sotto della quota del 2019 (-10%). La disoccupazione. Il numero di persone in cerca Tasso di disoccupazione trimestrale per genere (valori %). Anni 2019-2020 di occupazione nel II trimestre 2020 è sceso in FVG a 29 mila unità, di cui 11 mila maschi e 18 mila femmine. Oltre la metà sono ex occupati (16 mila) e il 27,7% è costituito da ex- inattivi (8 mila). Il numero dei disoccupati è calato in modo deciso (- 12,2%) su base congiunturale per entrambi i sessi, mentre su base tendenziale è cresciuto per la componente femminile (+6,7%) e si è fortemente ridotto per quella maschile (-26,4%). A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, alla condizione di disoccupazione è subentrata l’inattività: gli inattivi infatti sono incrementati fino a 220 mila unità (+9 mila nel II trimestre, quasi esclusivamente donne). Fonte: ISTAT. Elaborazione dell'Ufficio di statistica. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 5,5% (3,8% per i maschi e 7,6% per le femmine), in calo di quattro decimi di punto rispetto allo stesso trimestre del 2019, calo ascrivibile alla sola componente maschile. Il tasso di disoccupazione diminuisce all’aumentare del titolo di studio: rimane poco al di sotto del 10% fino alla licenza media, scende al 5,8% per coloro che hanno un diploma per arrivare al 4,3% di coloro che hanno una laurea o un titolo post-laurea. Nel 2019 il ricorso alla cassa integrazione è risultato sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente con consistenti diminuzioni nei rami edilizia e commercio. Meno positivo il ramo dell'industria, tra cui il settore principale è quello della meccanica (oltre 2,4 milioni di ore concesse, la metà del totale, +38% in un anno), seguito dalla metallurgia (700 mila ore, +163% sul 2018) e il legno (quasi 500 mila ore, -46% sul 2018). Le ore concesse sono quasi equamente distribuite tra le gestioni ordinaria e straordinaria. L’insorgere dell’epidemia in Italia alla fine di febbraio e i provvedimenti normativi emanati con riferimento alla sospensione e alla riduzione delle attività economiche a partire da marzo hanno determinato un considerevole aumento delle autorizzazioni alle integrazioni salariali. Da gennaio ad agosto sono state autorizzate 40,7 milioni di ore di CIG ordinaria (1,1 milioni di ore nello stesso periodo del 2019), di cui quasi 39 milioni con causale “emergenza sanitaria COVID-19”, 18,7 milioni di ore nei fondi di solidarietà e 9,8 milioni di ore nella CIG in deroga quasi interamente per emergenza sanitaria (nel 2019 erano state autorizzate rispettivamente circa 17 mila e 3 mila ore), e 1,25 milioni di ore nella CIG straordinaria (il 26% in più rispetto allo stesso periodo del 2019). Oltre 72 mila sono state le domande accolte di indennità “600 euro” in favore di alcune figure professionali: di queste,
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