PIANO INTEGRATO LOCALE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE ANNO 2017

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PIANO INTEGRATO LOCALE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE ANNO 2017
PIANO INTEGRATO LOCALE
DI PROMOZIONE DELLA SALUTE
         ANNO 2017

AGENZIA DI TUTELA DELLA SALUTE (ATS) DELLA CITTA’METROPOLITANA DI MILANO
                  Sede Legale: Corso Italia, 19 - 20122 Milano

                                                                           1
PIANO INTEGRATO LOCALE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE ANNO 2017
AGENZIA DI TUTELA DELLA SALUTE (ATS) DELLA CITTA’METROPOLITANA DI MILANO
                  Sede Legale: Corso Italia, 19 - 20122 Milano
                                                                           2
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SOMMARIO

1. ANALISI DI CONTESTO
       1.A CONTESTO TERRITORIALE                           PAG.   4

       1.B COMPETENZE PROFESSIONALI e DOTAZIONE ORGANICA   PAG. 15

       1.C PROCESSI LOCALI                                 PAG. 16

       1.D COMUNICAZIONE                                   PAG. 23

       1.E FORMAZIONE INTERNA                              PAG. 24

2. PROGRAMMI E INTERVENTI                                  PAG. 25

       2.1 PROGRAMMA LOCALE 1                              PAG. 26

       2.2 PROGRAMMA LOCALE 2                              PAG. 32

       2.3 PROGRAMMA LOCALE 3                              PAG. 46

       2.4 PROGRAMMA LOCALE 4                              PAG. 62
       2.5 PROGRAMMA LOCALE 5                              PAG. 70

3. RISORSE ECONOMICHE                                      PAG. 82

                                                                      3
PIANO INTEGRATO LOCALE DI PROMOZIONE DELLA SALUTE ANNO 2017
ANALISI DI CONTESTO

1 A – CONTESTO TERRITORIALE ATS MILANO CITTÀ METROPOLITANA

IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE

Demografia Generale
La ATS Milano Città Metropolitana è composta da 195 comuni e organizzata in 8 ASST.
Il confronto dei principali indici demografici tra distretti, rispetto alla Lombardia e all’Italia mostra una
sostanziale omogeneità. Le piramidi d'età illustrate di seguito sono la rappresentazione grafica della
composizione per classi di età dei due generi nella popolazione. La piramide relativa alla ATS è
sostanzialmente sovrapponibile a quella della popolazione lombarda, considerando che la popolazione
della ATS rappresenta il 34% della popolazione della Lombardia.

Tabella 1: Piramidi di età
 ATS Metropolitana (1/1/2016)                                           Lombardia (1/1/2016)                                 Italia (1/1/2016)
                             85+                                                      85+                                                 85+
                           80-84                                                    80-84                                               80-84
                           75-59                                                    75-59                                               75-59
                           70-74                                                    70-74                                               70-74
                           65-69                                                    65-69                                               65-69
                           60-64                                                    60-64                                               60-64
                           55-59                                                    55-59                                               55-59
                           50-54                                                    50-54                                               50-54
                           45-49                                                    45-49                                               45-49
                           40-44                                                    40-44                                               40-44
                           35-39                                                    35-39                                               35-39
                           30-34                                                    30-34                                               30-34
                           25-29                                                    25-29                                               25-29
                           20-24                                                    20-24                                               20-24
                           15-19                                                    15-19                                               15-19
                           10-14                                                    10-14                                               10-14
                              5-9                                                      5-9                                                5-9
                              0-4                                                      0-4                                                0-4

  160000 110000   60000     10000   40000    90000   140000    430000     230000     30000      170000   370000   2500000   1500000   500000    500000    1500000   2500000

                          Donne     Uomini                                         Donne     Uomini                                    Donne     Uomini

Confronto dei principali indici demografici per Distretto
Al fine di permettere il confronto dell’andamento dei principali indici demografici con il resto della
Lombardia e con l’Italia viene utilizzata l’ultima popolazione di riferimento pubblicata dall’ISTAT. La
popolazione definita da ISTAT rappresenta la popolazione residente al 1° gennaio 2016, ottenuta attraverso
le anagrafi comunali, e stimata come bilancio medio a livello annuale considerando i nuovi ingressi - per
immigrazione e nascita - e le uscite - per emigrazione e decesso. Questa differisce numericamente dalla
popolazione degli assistiti che non è una popolazione media, ma bensì l’immagine istantanea della
popolazione attiva. Inoltre, la popolazione fornita dall'ISTAT è influenzata dal censimento 2011 con effetti
di riduzione della popolazione totale (come accade anche per i dati regionali e nazionali). La popolazione
degli assistiti rappresenta la popolazione di interesse quando l’attenzione si focalizza sui consumi sanitari.
Gli indicatori demografici riportati nella tabella successiva si riferiscono alla popolazione ISTAT al fine anche
di facilitare possibili confronti.

                                                                                                                                                                              4
Ovest Milanese
                                                 Città di Milano

                                                                     Nord Milano

                                                                                                                     Melegnano
                                                                                     Rhodense

                                                                                                                                   Lodi

                                                                                                                                              ATS
Residenti                                     1.345.851            269.924         471.608      481.247            632.536       236.756   3.437.922
0-14 anni                                       13,1%               13,5%           13,9%        14,4%              15,2%         14,1%      13,9%
15-64 anni                                      63,4%               62,2%           64,1%        64,4%              64,7%         65,0%      63,9%
≥ 65 anni                                       23,5%               24,3%           21,9%        21,2%              20,2%         20,9%      22,2%
Indice di vecchiaia                            180,0%              179,7%          157,0%       146,9%             133,1%        147,7%     160,3%
indice di dipendenza strutturale                57,7%               60,8%           55,9%        55,2%              54,7%         54,0%      56,5%
Indice di ricambio della popolazione attiva    72,0%               73,1%           72,5%        70,5%              76,9%         72,7%      72,9%
Indice di dipendenza degli anziani             37,1%               39,1%           34,1%        32,8%              31,2%         32,2%      34,8%
Indice di carico di figli per donna feconda    19,9%               20,7%           21,3%        20,0%              21,6%         20,7%      20,6%
Indice di natalità                              8,3                 8,1             8,1          8,3                8,8           8,4        8,4
Indice di mortalità                             9,7                 8,3             7,7          8,4                7,1           8,7        8,6

L’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione definito come il
rapporto tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, mostra una
notevole eterogeneità con ASST che evidenziano valori di oltre 190 anziani ogni 100 giovani. Anche l’indice
di dipendenza strutturale, che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14
anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni) e l’indice di ricambio della popolazione attiva, che
rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni)
e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni), mostrano una eterogeneità spaziale a livello
delle varie ASST.

L’indice di dipendenza degli anziani, che rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni
demografiche (età>=65) ogni 100 individui potenzialmente indipendenti (età 15-64), essendo fortemente
dipendente dalla composizione demografica mostra una variabilità analoga a quella degli indici sopra
riportati che sostanzialmente dipendono dalla rilevanza delle classi di età degli anziani della popolazione
analizzata.

Gli indicatori demografici relativi al carico di figli per donna feconda (rapporto tra il numero dei bambini
fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni) che stima il carico dei figli in età prescolare
per le mamme lavoratrici) e l’indice di natalità (che rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni
mille abitanti) mostrano una variabilità più contenuta.

Infine l’indice di mortalità – che rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti –
evidenzia una sostanziale stabilità fatta eccezione per il distretto di Melegnano, che evidenzia d’altro canto,
una popolazione residente più giovane e con indici di natalità maggiori, quindi con bilancio demografico
attivo.

                                                                                                                                                       5
La tabella seguente mostra la distribuzione per ASST e classe di età della popolazione assistita/residente
immigrata. È evidente la concentrazione della popolazione nelle età giovani e la presenza di una
eterogeneità tra le varie ASST.

                FBF      NIGUARDA      PAOLO      OVEST     RHODENSE       Melegnano      NORD       Lodi     TOTALE
                                           E      Milano                                  Milano
                                       CARLO
Volontariato
La sfera delle relazioni sociali si caratterizza per la crescita rilevante del settore no-profit. Tra i due
censimenti del 2001 e del 2011 è aumentata in modo considerevole la presenza di istituzioni non profit,
cresciuta da 41,7 a 53,6 unità per 10.000 abitanti, un valore superiore alla media nazionale (50,7),
provinciale e regionale (rispettivamente 40,4 e 47,5). Ancora più rilevante è la crescita, a Milano, del
numero dei volontari operanti nelle unità locali del non profit: più che raddoppiato nel decennio (da 359,3
a 879,3 per 10.000 abitanti), con una variazione maggiore rispetto a quella della provincia (+85%) e degli
altri livelli territoriali considerati (regionale, di ripartizione e nazionale) che hanno registrato una crescita
intorno al 40%. Anche il numero delle cooperative sociali raddoppia, crescendo in città più che negli altri
ambiti territoriali considerati (da 1 a 2,2 cooperative per 10.000 abitanti), così come crescono in modo
rilevante i lavoratori retribuiti nelle cooperative sociali (da 34,3 a 91,7 per 10.000 abitanti).
[Fonte: Rapporto URBES 2015]

I COMPORTAMENTI CHE INFLUENZANO LA SALUTE

Alla base delle principali patologie croniche vi sono diversi determinanti di salute modificabili che possono
influenzare negativamente lo stato di salute di un individuo e della popolazione. I dati di seguito sintetizzati
si riferiscono al territorio dell’area di Milano e sono stati raccolti attraverso i sistemi di sorveglianza di
popolazione coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità: Sistema di Sorveglianza sugli otto determinanti di
salute del bambino, dal concepimento ai 2 anni di vita, inclusi nel Programma GenitoriPiù, OKkio alla Salute
(bambini della scuola primaria), PASSI (popolazione 18-69 anni) e PASSI d’Argento (popolazione>65 anni).
La realizzazione di un sistema di sorveglianza riferito ai bambini più piccoli (0-2 anni), permette di
completare l’insieme delle sorveglianze sulla popolazione di Milano.

Sorveglianza Bambini 0-2
Nel periodo perinatale e nei primi anni di vita, la promozione di fattori protettivi e la riduzione
dell’esposizione a fattori di rischio sono azioni efficaci per prevenire alcuni rilevanti problemi di salute del
bambino e della sua futura vita d’adulto. Il progetto CCM ha valutato la fattibilità di realizzazione una
sorveglianza presso i Centri vaccinali, sui principali determinanti di salute nei bambini piccoli: assunzione di
acido folico, consumo di tabacco e alcol in gravidanza e in allattamento, allattamento al seno, posizione in
culla, lettura ad alta voce e vaccinazioni. Nell’area di Milano sono stati coinvolti nel 2015 tre Centri vaccinali
nei municipi 8 e 9 di Milano. Delle 1775 mamme milanesi intervistate, il 22 % ha meno di 30 anni, il 56% è
primipara, l’80% ha un titolo superiore alla media inferiore e nel 45,4% ha difficoltà economiche. Il 37,6% è

                                                                                                                7
straniera (percentuale più altra tra tutti i distretti partecipanti) e il 62% ha partecipato a un corso di
accompagnamento alla nascita. Sono disponibili il documento finale e la sintesi dei risultati ai seguenti link
http://www.epicentro.iss.it/temi/materno/pdf/RAPPORTO_FINALE_SORVEGLIANZA_BAMBINI_0_2_anni.pdf
http://www.epicentro.iss.it/temi/materno/pdf/Sintesi_Risultati_%20Sorveglianza%20Bambini_0_2_anni.pdf

I principali risultati della sorveglianza 0-2 anni sono di seguito sintetizzati:

Acido folico
L’assunzione di acido folico in periodo periconcezionale previene le malformazioni, in particolare quelle del
tubo neurale e le cardiopatie congenite. Perché la donna assuma come prevenzione l’acido folico da prima
del concepimento, è necessario che la gravidanza sia programmata o comunque non esclusa. Anche se il
96,4 % delle madri milanesi che sono andate incontro ad una gravidanza programmata/non esclusa (60%
del campione totale) ha assunto l’acido folico in gravidanza, è da notare che il 50,5% lo ha assunto in
gravidanza avanzata quando non ha azione preventiva e solo il 45,9 % in maniera efficace. Tra queste
ultime, solo il 10,4 % delle madri assume l’acido folico secondo le indicazioni raccomandate (prima della
gravidanza e i 3 mesi successivi) , mentre il 35,5% lo assume prima e per i nove mesi, modalità comunque
efficace. Si ha una forte associazione con il livello dello studio della madre.

Consumo di tabacco
Fumare durante la gravidanza aumenta il rischio di basso peso alla nascita, prematurità, mortalità
perinatale e aumenta il rischio di SIDS. Successivamente se il bambino è esposto al fumo di tabacco è a
maggior rischio di infezioni respiratorie ricorrenti e asma. Alla data dell’intervista il 12,4% delle madri
milanesi fuma e il 6,3% ha fumato in gravidanza. Le mamme che fumano in gravidanza più frequentemente
sono di istruzione bassa, non occupate, con difficoltà economiche e di cittadinanza italiana. Nel 26,5% dei
casi fuma un genitore e nel 8,9 % dei casi fumano ambedue. La prevalenza di fumatrici tra le madri che
allattano non è molto diversa dalla prevalenza di fumatrici in gravidanza.

Consumo di bevande alcoliche
L’assunzione di alcol in gravidanza e in allattamento può provocare danni permanenti alla salute del
bambino. La raccomandazione rivolta alle donne, già da quando programmano una gravidanza e finchè
allattano al seno, è quella di non assumere alcol neanche in modiche quantità. Se la mamma ha bevuto,
anche se poco, è consigliato distanziare la poppata di almeno due ore. Il 19,1% delle gravide milanesi
riporta di aver assunto bevande alcooliche 1-2 volte al mese, il 5,8% 3-4 volte al mese e il 3,7% più di due
volte alla settimana. Il binge drinking in gravidanza, corrispondente all’assunzione di 4 o più unità di
bevande alcoliche in un’unica occasione con una frequenza di almeno una volta al mese, è stato riportato
da circa il 3,7% delle madri. La percentuale di madri che in allattamento assumono alcol è pari al 41,0% e
rappresenta la percentuale più alta tra i Distretti considerati. Il livello di alcol in gravidanza è associato
positivamente con livello di istruzione più alta, occupazione materna, cittadinanza italiana, età materna più
avanzata e partecipazione ad un corso di accompagnamento alla nascita.

Allattamento materno
Evidenze degli effetti benefici dell’allattamento al seno sia per la mamma che per il bambino sono
ampiamente documentate e quindi si è concordi nel raccomandare di allattare in modo esclusivo al seno
fino ai 6 mesi compiuti di età del bambino e di continuare ad allattare fino ai due anni di età e oltre, se
desiderato. La relativa bassa adesione a questa indicazione ribadisce l’importanza di un’azione continua di
protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno. La tipologia di allattamento al seno relativa a
                                                                                                            8
bambini di 4 -5 mesi di età compiuta (fascia di età suggerita dall’OMS per una stima approssimativa
dell’allattamento al seno esclusivo al seno fino a 6 mesi), è pari al 28,7% a fronte di un allattamento al seno
totale nel 63% dei bambini. La prevalenza grezza di allattamento al seno esclusivo nei bambini con meno di
6 mesi è pari al 39,7%. A 12-15 mesi il 33,6% dei bambini è ancora allattato al seno. Risultano allattati al
seno con maggiore frequenza i bambini di mamme più istruite, non fumatrici, pluripare, occupate e che
hanno partecipato ad un corso di accompagnamento alla nascita.

Posizione in culla
La sindrome della morte improvvisa in culla (SIDS) rappresenta una delle principali cause di morte dopo il
periodo neonatale. Fattori di rischio per la SIDS riconosciuti sono la posizione prona o di lato, l’esposizione
a fumo passivo e il mancato allattamento al seno. Viene raccomandato quindi ai genitori di mettere a
dormire il bambino piccolo a pancia in su. A Milano la prevalenza di bambini messi a dormire in posizione
corretta è del 71,6%. La percentuale dei bambini posizionati a dormire sulla schiena è maggiore quando il
livello di istruzione della madre è alta, la madre è occupata, non sono presenti difficoltà economiche, la
cittadinanza è italiana e hanno partecipato a un corso di accompagnamento alla nascita.

Lettura ad alta voce
Leggere regolarmente un libro al bambino già dai primi mesi di età significa migliorare le sue capacità
cognitive e relazionali e ha un effetto protettivo nei confronti della dislessia. I dati mostrano come questa
pratica sia poco diffusa. Infatti, durante la settimana precedente l’indagine, i bambini di 6 o più mesi a cui
non è stato mai letto un libro sono il 32,5%. I bambini a cui è stato letto almeno un libro tutti i giorni della
settimana sono il 27,3%. L’abitudine di leggere libri al proprio bambino è un determinante di salute
dipendente dalle caratteristiche socioeconomiche della madre e dalla sua propensione alla lettura.

Vaccinazioni
Effettuare le vaccinazioni consigliate significa proteggere i bambini da gravi rischi delle malattie infettive.
L’età mediana dei bambini milanesi alla prima dose vaccinale contro Difterite-Tetano-Pertosse (DTP) è di 2
mesi e 7 giorni. Tra le madri reclutate presso i centri vaccinali, l’intenzione a proseguire con tutte le
vaccinazioni è pari al 81,7%, mentre un 12,6% ne vuole fare solo alcune. Il 5,4 % delle madri si dichiara
indecisa, cosa che esprime un timore emergente e un fabbisogno informativo di cui le istituzioni sanitarie e
tutti gli operatori e professionisti devo tenere conto. Le mamme che dichiarano di voler effettuare tutte le
vaccinazioni sono le meno istruite e quelle straniere. L’intenzione a vaccinare è meno accentuata nelle
donne che hanno frequentato un corso di accompagnamento alla nascita.

Riguardo gli altri Sistemi di Sorveglianza di popolazione, i dati riportati di seguito si riferiscono per OKkio
alla SALUTE all’anno 2014 in quanto la rilevazione è biennale, per il sistema PASSI al periodo 2012-2015 e
per PASSI d’Argento all’anno 2012.
I dati dello studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), promosso dall’OMS, sullo stato di
salute e sugli stili di vita dei giovani sono disponibili, per il livello regionale, al seguente link:
http://www.hbsc.unito.it/it/index.php/pubblicazioni/report-regionali/report-regionale-lombardia.html

Nutrizione e attività fisica
In Italia, come nella gran parte dei Paesi a medio e alto reddito, l’eccesso ponderale rappresenta uno dei
principali fattori che sostengono l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili: per questo si stanno
compiendo molti sforzi per monitorare l’andamento dell’eccesso ponderale nei bambini, negli adulti e negli
                                                                                                              9
anziani. A Milano il 20% dei bambini è in eccesso ponderale (di cui 17% sovrappeso e 3% obeso) con un
trend di progressiva riduzione rispetto alle rilevazioni precedenti. La proporzione di individui in eccesso
ponderale aumenta con il progredire dell’età (36% degli adulti e 48% degli anziani), ma si mantiene a livelli
inferiori rispetto alla media nazionale.

                               Stato nutrizionale: sistemi di sorveglianza a confronto*

                                       3%                   49%                          36%                12%

                 PASSI d'Argento

                                          6%                  59%                         28%                 8%

                             PASSI

                                       1%                                   79%                       17%         3%

              OKkio alla SALUTE

                                     0%            20%              40%           60%           80%               100%
                                                 Sottopeso          Normopeso      Sovrappeso       Obesi

*Nella sorveglianza epidemiologica il metodo usato per la definizione di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità si fonda sul
calcolo dell’Indice di massa corporea (IMC), interpretato secondo i criteri definiti dall’OMS. Nel sistema Okkio alla SALUTE si è
invece scelto di utilizzare i valori soglia per l’IMC desunti da Cole et al., come consigliato dalla International Obesity Task Force
(IOTF).

Secondo i dati PASSI, le persone in eccesso ponderale non hanno l’esatta consapevolezza della propria
condizione: il 39% di chi è in sovrappeso percepisce il proprio peso come più o meno giusto. Avere questa
informazione è particolarmente importante in quanto le persone in sovrappeso che dichiarano che il loro
peso è “troppo alto” hanno più probabilità di adottare una dieta correttiva rispetto a quelle che ritengono
che il loro peso sia più o meno giusto. Queste persone, inoltre, non ricevono sempre consigli dai medici e
dagli operatori sanitari cui si rivolgono per migliorare la propria condizione, cioè ridurre l’apporto calorico e
aumentare l’attività fisica.

                                 Inattività fisica: sistemi di sorveglianza a confronto˄
                                     25%
                                                                     20%            20%
                                     20%

                                     15%         13%

                                     10%

                                     5%

                                     0%
                                               OKkio alla           PASSI           PASSI
                                                SALUTE                            d'Argento

                                                                                                                                 10
˄
 La percentuale di individui fisicamente inattivi per il sistema PASSI d’Argento viene calcolata mediante punteggio PASE (Physical
Activity Score in Elderly); anziani inattivi = PASE < 25° percentile.

L’attività fisica praticata regolarmente svolge un ruolo di primaria importanza nella prevenzione di malattie
cardiovascolari, diabete, ipertensione e obesità; al contrario, uno stile di vita sedentario contribuisce allo
sviluppo di diverse patologie croniche, in particolare quelle cardiovascolari: per le cardiopatie ischemiche,
ad esempio, si stima che l’eccesso di rischio attribuibile alla sedentarietà e i conseguenti costi sociali siano
maggiori di quelli singolarmente attribuibili a fumo, ipertensione e obesità. Secondo i dati PASSI e PASSI
d’Argento, a Milano un quinto della popolazione adulta e anziana è totalmente sedentaria. La sedentarietà
aumenta con l’età ed è più diffusa nelle persone con basso livello d’istruzione e in condizioni di difficoltà
economiche. Lo stile di vita sedentario si associa spesso ad altre condizioni di rischio; in particolare,
secondo i dati PASSI, è risultato sedentario il 32.83% delle persone depresse, il 21.72% degli ipertesi, il
23.35% delle persone in eccesso ponderale e il 22.55% dei fumatori.
Per quanto riguarda la situazione nutrizionale nell’età evolutiva, il sistema di sorveglianza OKkio alla
SALUTE ha stimato che a Milano complessivamente un bambino su cinque sia in eccesso ponderale; si
registra un valore di sovrappeso maggiore tra le femmine, mentre l’obesità è leggermente più elevata tra i
maschi. Valori più elevati di sovrappeso o obesità si sono riscontrati quando la madre ha una bassa
scolarità.
 L’indagine ha evidenziato che spesso i genitori non hanno una percezione del reale stato nutrizionale del
proprio figlio: più di una madre su tre, infatti, non si accorge dell’eccesso ponderale del proprio figlio e
questa mancanza di consapevolezza da parte dei genitori limita la probabilità di successo degli interventi di
prevenzione.
               Eccesso ponderale tra bambini della classe terza primaria: OKkio alla Salute 2014

I dati del sistema OKkio alla SALUTE evidenziano una costante diffusione tra i bambini di abitudini
alimentari scorrette (tra cui merenda abbondante, eccessivo consumo di bevande zuccherate e/o gassate e
scarso consumo di frutta e verdura) e di attività sedentarie come il trascorrere molto tempo a guardare la
televisione e a giocare con i videogiochi invece di dedicarsi ad altre attività più salutari, come i giochi di
movimento, lo sport o attività relazionali con i coetanei.

                    Stili di vita nei bambini della classe terza primaria: OKkio alla Salute 2014

                                                                                                                                11
Consumo di tabacco
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-
degenerative e si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno in Italia siano attribuibili all’abitudine al
fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. Negli ultimi 40 anni la percentuale di fumatori
negli uomini si è progressivamente ridotta, mentre è cresciuta tra le donne, fino a raggiungere in alcune
Regioni valori paragonabili nei due sessi, ed è in aumento la percentuale di giovani che fumano. A Milano si
stima che i fumatori siano circa un terzo degli adulti tra 18 e 69 anni (27.8%), in linea con il dato regionale.
L’abitudine al fumo appare più frequente negli uomini (29% contro 26.7%), nelle classi d’età più giovani
(39.4% nella classe 18-24 anni e 30.5% in quella 25-34 anni), nelle persone con livello di istruzione medio-
basso e con molte difficoltà economiche.

°Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche
giorno, oppure soggetto che attualmente non fuma, ma ha smesso da meno di 6 mesi.

Il 51.1% degli intervistati ha riferito che un medico o un operatore sanitario ha indagato le proprie abitudini
al fumo, mentre il 50.51% ha riferito di aver ricevuto l’invito a smettere di fumare o a ridurre il numero di
sigarette fumate da parte di un medico o un operatore sanitario. La massima parte degli ex fumatori
(95.32%) ha dichiarato di aver smesso di fumare da sola, nonostante la diffusione dei Centri antifumo e il
valido aiuto che potrebbe fornire il Medico di Famiglia. Dai dati raccolti con PASSI d’Argento risulta che le
persone con 65 anni e più che fumano sono l’11%; di questi, circa il 61% sono forti fumatori in quanto
fumano più di 10 sigarette al giorno. La maggior parte dei fumatori ultra65enni (85%) ha dichiarato di avere
ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un medico o un altro operatore sanitario.

Abuso di alcol
Il problema alcol rimane attualmente sottostimato, nonostante l’enorme impatto sulla salute pubblica per i
rischi connessi ad un suo uso eccessivo. PASSI misura il consumo di alcol in unità alcoliche standardizzate
(UA). L’UA corrisponde a 12 grammi di alcol puro (etanolo), quantità approssimativamente contenuta in

                                                                                                                           12
una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) o un bicchierino di liquore (40 ml), alle gradazioni
tipiche di queste bevande.
Nel periodo 2012-15 il 23.75% degli adulti intervistati è classificabile come consumatore di alcol a maggior
rischio (percentuale più elevata rispetto alla media nazionale) perché consumatore fuori pasto e/o
consumatore binge e/o consumatore abituale elevatoº. Il consumo a maggior rischio, così come il consumo
binge, è più frequente tra i giovani di età 18-34 (in modo particolare 18-24enni), tra gli uomini e le persone
con livello di istruzione medio-alto.

ºPASSI monitora diversi aspetti del consumo a maggior rischio mediante indicatori specifici:
consumo abituale elevato: per gli uomini, più di 2 UA medie giornaliere, corrispondenti a più di 60 unità alcoliche negli ultimi 30
giorni, e per le donne, più di 1 unità alcolica media giornaliera, corrispondente a più di 30 unità alcoliche negli ultimi 30 giorni;
consumo binge: consumo, almeno una volta negli ultimi 30 giorni, di 5 o più (per gli uomini) o 4 o più (per le donne) unità alcoliche
in una singola occasione; consumo esclusivamente o prevalentemente fuori pasto.

Secondo i dati PASSI poche persone con consumi a maggior rischio riferiscono di aver ricevuto dal proprio
medico il consiglio di moderare il consumo.
Secondo i dati PASSI d’Argento il 54% degli ultra65enni intervistati consuma alcolici; considerando le fasce
d’età, la percentuale dei consumatori di alcolici passa dal 60% nella classe d’età 65-74 anni al 47% in quella
delle persone con più di 75 anni. Il consumo di alcolici è maggiore negli uomini rispetto alle donne (67% vs
45%). Il 20% degli ultra65enni che consumano alcolici può essere considerato un bevitore a rischio in

                                                                                                                                 13
quanto consuma più di una unità alcolica al giorno. Solo il 7% dei consumatori di alcol a rischio ha ricevuto il
consiglio di smettere di bere da parte di un medico o un altro operatore sanitario.

Rischio cardiovascolare
Le malattie cardiovascolari comprendono un ventaglio di patologie gravi e diffuse (le più frequenti sono
infarto miocardico e ictus cerebrale), che rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale: in
Italia provocano oltre il 40% di tutti i decessi.
I fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari sono numerosi: ipertensione arteriosa, fumo di
tabacco, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso/obesità, sedentarietà, dieta.
Oltre agli stili di vita, rivestono un ruolo rilevante nella genesi delle malattie cardiovascolari altri fattori
come depressione, basso livello socioeconomico, condizioni di stress cronico legate a marginalità e
isolamento sociale.
Secondo i dati PASSI, l’86.16% degli intervistati ha riferito almeno una misurazione della pressione
arteriosa negli ultimi 2 anni e tra questi si stima che una persona su cinque sia ipertesa (19%). L’81.72%
degli intervistati ha effettuato almeno una volta nella vita la misurazione della colesterolemia, di questi il
29% ha avuto diagnosi di ipercolesterolemia e il 19.83% delle persone con elevati livelli di colesterolo nel
sangue ha riferito di essere in trattamento farmacologico.
Dai dati raccolti con PASSI d’Argento risulta che il 64% degli ultra65enni riferisce di essere affetto da
ipertensione arteriosa; tale patologia è più frequente nei soggetti con più di 75 anni, con livello di
istruzione basso e nelle persone a rischio disabilità e con disabilità. Inoltre il 57% degli ultra65enni è affetto
da almeno una patologia cronica, soprattutto patologie cardiache (31%), diabete (17%), tumori (15%) e
malattie respiratorie (14%).

Sicurezza stradale e infortuni domestici
Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte e di disabilità nella popolazione sotto i 40 anni. Gli
incidenti più gravi sono spesso provocati dall’alcol: oltre un terzo della mortalità sulle strade è attribuibile
alla guida in stato di ebbrezza.
Dal sistema di sorveglianza PASSI è emerso che il 9.39% degli intervistati ha dichiarato di aver guidato, nel
mese precedente l’indagine, dopo un’assunzione di bevande alcoliche tale da determinare un livello
pericoloso di alcol nel sangue. L’abitudine a guidare sotto l’effetto dell’alcol è di molto più frequente negli
uomini e nella classe di età 25-34 anni.
L’utilizzo dei dispositivi di sicurezza risulta elevato per casco e cintura anteriore, rispettivamente 99,8% e
94,2%, mentre è molto basso (20%) per la cintura posteriore, analogamente a quanto avviene a livello
regionale e nazionale.
Per quanto riguarda il rischio di infortunio domestico, pur essendo un evento frequente, non è percepito
come tale dalla maggior parte della popolazione. Sebbene gli incidenti domestici siano sempre più
riconosciuti come un problema a cui la sanità pubblica sta dedicando una particolare attenzione, il rischio di
infortunio domestico è invece considerato basso o assente dalla maggior parte degli intervistati (95%).

                                                                                                               14
1 B - COMPETENZE PROFESSIONALI E DOTAZIONE ORGANICA

Le risorse umane dedicate alla progettazione, realizzazione e valutazione dei progetti contenuti nel Piano
Integrato Locale di Promozione della Salute sono caratterizzate da qualifiche professionali di diverse
estrazioni che garantiscono un ampio spettro di competenze: medici con vari titoli di specializzazione,
assistenti sanitari, dietiste, infermieri, veterinari, assistenti sociali, psicologi, fisioterapisti, educatori
professionali, amministrativi, ecc.. .
Appartengono a diversi Servizi ATS, dell’area sanitaria e socio-sanitaria, con varie esperienze lavorative e
formative, in grado di garantire un apporto competente ed interdisciplinare e di colloquiare con
interlocutori e partner qualificati, interni ed esterni al sistema socio-sanitario.

L’attuale fase di consolidamento della riorganizzazione territoriale del Sistema Socio-Sanitario Regionale è
caratterizzata in questa ATS da una particolare complessità. L’assetto organizzativo interno e il processo di
assegnazione del personale saranno portati a termine a breve attraverso l’attuazione del POAS che prevede
una Struttura Complessa di Promozione della Salute e quattro Strutture Semplici

Permangono criticità riguardanti la collocazione in ASST di una parte di operatori che hanno storicamente
collaborato alla progettazione e alla realizzazione dei programmi di promozione della salute, a cui si è
aggiunta per la città di Milano da gennaio l’assegnazione alle ASST degli operatori dei consultori familiari e
delle dipendenze, dei distretti e dei centri vaccinali, con conseguente necessità di condividere accordi di
collaborazione interaziendali.

La realizzazione degli interventi programmati nel presente documento tiene conto delle risorse
professionali ad oggi coinvolte nei singoli progetti, anche attraverso il coinvolgimento di altri enti e con
altre istituzioni.

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1 C – PROCESSI LOCALI

La l.r. 23 individua nell’area della Promozione della Salute e della prevenzione dei fattori di rischio
comportamentali una delle funzioni più rilevanti per la tutela della salute della popolazione, affidando alla
ATS specifiche funzioni di:

       Governance della programmazione integrata locale degli interventi/programmi definiti a livello
        regionale e/o individuati come prioritari localmente, affiancando all’erogazione diretta di interventi
        uno specifico lavoro di connessione fra i diversi settori sanitari impegnati sul campo (in primis le
        ASST), oltre che di indirizzo, di sviluppo di partnership e reti utili al coinvolgimento e orientamento
        del maggior numero possibile di soggetti – istituzionali e non – verso azioni e interventi sempre più
        diffusi, appropriati e per questo di impatto nel miglioramento delle condizioni di salute della
        popolazione di riferimento;
       Raccordo e attivazione dei settori non sanitari, in modo da garantire – nello spirito della Carta di
        Ottawa “salute per tutti e tutti per la salute” l’apporto di tutti gli attori sociali nella promozione
        della salute della popolazione
       Raccordo con sistema sociale, in modo da favorire, in una logica di equity, non solo il pieno
        coinvolgimento dei Comuni nelle politiche e nei programmi di settore, ma anche l’attenzione
        mirata ai soggetti più fragili e/o vulnerabili
       Sostenere e diffondere l’adesione ai Programmi regionali afferenti a network OMS (es. Rete SHE,
        WHP ecc.), favorendo l’affermarsi a livello territoriale di programmi e azioni non solo appropriate e
        sostenibli ma anche di grande impatto
       Attuazione e declinazione a livello territoriale di Piani nazionali di settore, con particolare
        riferimento a tematiche specifiche o a campagne/azioni di rilievo, che necessitino il raccordo e il
        coordinamento su larga scala e la contemporanea declinazione a livello locale, nel rispetto delle
        peculiarità/specificità del contesto territoriale.

E’ in questa ottica che si colloca l’azione di ATS di promozione e sostegno delle Reti a livello territoriale
nonché quella di costruzione e rafforzamento di partnership intersettoriali utili al perseguimento degli
obiettivi di salute della popolazione che le sono affidati.

                                              RETI REGIONALI ATTIVE

Nel territorio dell’ATS di Milano sono attive collaborazioni con Reti intersettoriali regionali. In particolare:

Scuole che Promuovono Salute - SPS
In continuità con quanto avviato negli anni precedenti, prosegue la consolidata collaborazione con l'Ufficio
Scolastico per la Lombardia, con il quale continuano ad essere organizzati incontri finalizzati allo scambio di
conoscenze e pratiche tra Scuola e Servizi con l’obiettivo di mettere in rete conoscenze, esperienze e
risorse per sostenere e rafforzare il ruolo della prevenzione nelle scuole del territorio. Considerando che
attualmente le scuole afferenti all'intero territorio dell'ATS fanno capo a due differenti uffici (Milano e Lodi)
si è ritenuto opportuno prevedere percorsi integrati tra i due Uffici Scolatici e ATS allo scopo di condividere
obiettivi e strumenti atti a supportare ed implementare la rete SPS.

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Aziende che Promuovono Salute – WHP
Anche nel caso di questa Rete, ATS ha impostato un percorso di lavoro unitario, così da garantire processi e
azioni coerenti sull’intero territorio, salvaguardando peraltro la declinazione locale delle collaborazioni
attivate. Ciò sta permettendo di rinforzare le interazioni locali, con il coinvolgimento di un numero sempre
maggiore di Aziende in collegamento con i Servizi dei territori più vicini, e parallelamente lo scambio, la
valorizzazione e la “messa a sistema” delle migliori prassi messe in atto a livello di ATS, a tutto vantaggio del
rafforzamento del processo complessivo di implementazione di questa strategica area di collaborazione
intersettoriale. In quest’ottica vanno e andranno estendendosi a tutto il territorio di riferimento gli Accordi
e i Protocolli (ad es. Assolombarda) nati localmente negli anni passati.
Accanto al continuo incremento delle adesioni a livello territoriale, l’approccio strategico adottato
favorisce, in un’ottica di marketing sociale, la visibilità e l’impatto anche in termini di comunicazione di
quanto realizzato nei diversi contesti e il progressivo rafforzamento di un approccio orientato alla salute e
al benessere nel setting lavorativo.

Rete Conciliazione
Le Linee Guida regionali per le politiche di conciliazione famiglia-lavoro (DGR n. 5969 del 12/12/2016)
indicano il valore strategico per l’attuazione di progetti di conciliazione della Rete di conciliazione che, con
l’attuazione della l.r. 23/2015, ha valenza sull’intero territorio di ATS unificando le preesistenti reti locali.
La Rete di ATS della città’ Metropolitana di Milano comprende un numero elevato di aderenti (n. 310) che
rappresentano tutte le componenti del mondo del lavoro, della produzione e dei servizi, stakeholders delle
attivita’ di conciliazione sia in ambito aziendale che dei servizi di welfare. Le linee d’indirizzo sulla
conciliazione, approvate da ATS Milano con Delibera n. 206 del 27/2/2017, per la progettazione di attivita’
di conciliazione propongono le azioni di conciliazione collegate al programma WHP. Le Alleanze locali di
conciliazione costituiscono quindi interlocutori preferenziali per l’attuazione di attivita’ e servizi di
conciliazione che condividono la finalita’ di promuovere il benessere individuale e familiare attraverso la
facilitazione di un equilibrio tra impegni di vita, di cura, educativi e di assistenza, e le attivita’ di lavoro.

Comunità Amiche dei Bambini per l’allattamento al seno
Rete attivata all’interno del percorso di riconoscimento UNICEF per la protezione, promozione e sostegno
dell’allattamento materno e il sostegno della genitorialità. Tale rete prevede l’applicazione degli Standard
delle Buone Pratiche UNICEF Italia a livello territoriale. In data 8.6.2016 ATS ha confermato l’alleanza con
UNICEF con la sigla di un nuovo protocollo d’intesa, si è impegnata a sviluppare una modellistica di sistema
che metta in gioco le buone pratiche UNICEF sia a livello territoriale sia a livello ospedaliero, rinnovando
l’impegno di ogni area territoriale che compone l’ATS nel percorso di eccellenza della Comunità Amica dei
Bambini (Milano Città è stata la prima Comunità Amica dei Bambini a livello nazionale; Milano Ovest e
Milano Est - Melegnano hanno superato la fase 1 di valutazione). Per quanto riguarda i Distretti di Milano
Città, in vista del passaggio all’ASST, è stato riattivato nel corso del 2016 un percorso di preparazione
all’audit delle Buone Pratiche effettuato a fine dicembre, che ha riconfermato un sostegno competente
delle madri e un rispetto puntuale delle procedure richieste. L’audit effettuato su operatori, gravide e
madri a dicembre 2016 è stato positivo e di questo risultato se ne dato riscontro all’UNICEF. Nell’ambito del
Dipartimento Cure Primarie, è stata fatta una formazione specifica sull’ambulatorio Amico dei Bambini, che
ha coinvolto i pediatri di famiglia di tutti gli ambiti territoriali dell’ATS. Con il Centro Antiveleni di Bergamo,
l’ATS Bergamo, l’IRCSS Fondazione Policlinico, Associazione Chimica Farmaceutica Lombarda fra Titolari di
Farmacia, ATS Milano ha condiviso un percorso per dare risposte ai quesiti più comuni delle mamme in
tema di allattamento, diffondere corrette informazioni in tema di farmaci in allattamento e promuovere
contemporaneamente la donazione del latte materno alle 3 Banche del Latte, presenti a Milano. Nel corso
                                                                                                                17
del 2016, in accordo con UNICEF e RL, si è condiviso un confronto attivo con altre ATS lombarde, che
avevano in atto il percorso UNICEF (ATS Bergamo, ATS della Montagna, ATS della Val Padana, ATS Pavia,
ATS della Brianza) per valutare le modalità di applicazione delle fasi di valutazione UNICEF alla luce dei
nuovi scenari organizzativi.

Rete locale prevenzione dipendenze
Dopo un 2016 che ha visto “rallentare” i processi di interazione a livello locale che animavano fin dal 2007
la declinazione territoriale della Rete Regionale prevenzione dipendenze, per il 2017 è prevista la
riattivazione di percorsi di lavoro intersettoriali che vedano il fattivo coinvolgimento dei diversi Attori –
istituzionali e non – presenti a livello territoriale e attivi nel contrasto alla diffusione di ogni forma di
dipendenza, sia da sostanze sia da comportamenti. L’ottica strategica (ruolo di indirizzo e di governance
della ATS) in cui ci si muoverà è quella di rafforzare quanto più possibile lo sviluppo di azioni sinergiche e
coordinate da parte del più ampio ventaglio di soggetti promotori, in linea con quanto previsto a livello di
letteratura e indirizzi nazionali e regionali, allo scopo di favorire il miglioramento della qualità delle
progettazioni messe in campo così come l’impatto e la ricaduta preventiva, evitando inutili
“frammentazioni” organizzative e/o “tematiche”. In questo senso, l’attenzione ai nuovi fenomeni
“emergenti” (Gioco d’Azzardo Patologico – GAP, dipendenza da internet ecc.), e i relativi piani di intervento
mirato, sarà inserita all’interno di un approccio sistematico stabile e sostenibile al di là delle diverse
contingenze.
In considerazione del nuovo assetto organizzativo del SSR, inoltre, accanto al rafforzamento delle
collaborazioni già in atto (con Enti locali, Prefettura, Forze dell’ordine, Privato sociale, Associazionismo del
terzo e quarto settore) e che andranno “messe a sistema” a livello di ATS, sarà indispensabile avviare
percorsi di lavoro con i diversi erogatori attivi nel campo della presa in carico individuale (ASST e
Accreditati), per dare concretezza all’affermazione dell’auspicato modello di “presa in carico globale” delle
persone, all’interno dei più ampi processi di “governo della domanda” e di “governo dell’offerta” (un
approfondimento specifico delle linee di intervento ipotizzate è più ampiamente presentato nel Capitolo
dedicato alla “Promozione gli stili di vita favorevoli alla salute e prevenzione dei fattori di rischio
comportamentali promossi nel setting sanitario in sinergia con gli Erogatori”).

Rete dei Consultori Familiari
Il Consultorio Familiare come unità d’offerta multidisciplinare costituisce un presidio di prevenzione di
particolare importanza per le forme di fragilità nell’ ambito delle relazioni familiari, sessuali e affettive e per
un equilibrato sviluppo delle competenze relazionali e di assetto emotivo della personalità.
Nella realtà di ATS Milano questa rete assume valenza strategica per la sua diffusione ed estensione sull’
intero territorio di competenza programmatoria dell’Agenzia: sono infatti 75 le sedi dei Consultori Familiari
a gestione ASST e di enti privati accreditati le cui equipes integrate erogano prestazioni e realizzano attività
con le valenze preventive e di promozione ricordate.
In particolare la valenza preventiva, attraverso il counselling individuale, assume rilievo negli “Spazi
Giovani/Adolescenti” di libero accesso e le attività di accompagnamento e assistenza alla gravidanza e al
puerperio in area pediatrica mentre le visite ai Consultori, da parte di studenti delle scuole secondarie di
primo e secondo grado, costituiscono una rilevante opportunità di conoscenza e di contatto di carattere
promozionale.

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ACCORDI DI COLLABORAZIONE ATTIVI CON SETTORI NON SANITARI

ATS è coinvolta in molteplici accordi di collaborazione con settori non sanitari finalizzati a
sviluppare/promuovere programmi/interventi di promozione della salute e prevenzione dei fattori di
rischio comportamentali, che vedono coinvolti Enti locali, il Terzo e Quarto settore e il mondo delle Imprese
con l’intento di favorire sinergie all’interno di tutto il territorio, condividere strategie, reperire e ottimizzare
risorse.

o   Accordo con l’Associazione Panificatori per l’attuazione della Campagna “Con meno sale nel pane c’è
    più gusto e guadagni in salute”.

o   Collaborazione con le organizzazioni sindacali e di categoria per la prevenzione delle dipendenze da
    sostanze e comportamenti.

o   Collaborazione con Associazioni di volontariato, AUSER, Banche del tempo, Croci, ecc.. Ad es.: con la
    sezione regionale di Croce Rossa Italiana – Progetto Dipendenze, ATS Città Metropolitana di Milano;
    Una alleanza interessante è stata creata per il progetto Cambusa Critica con l’associazione giovanile
    scoutistica AGESCI, l’associazione APeS Segrate e il Gruppo di lavoro Sanità del Club TI Milano che
    lavora per l’innovazione tecnologica in ICT (Information Communication Technology) al servizio della
    salute. ATS partecipa dal 2016 come partner di APeS alla seconda edizione del Premio eHealth4All per
    il triennio 2015 – 2017, presentando una applicazione denominata “cambusa critica app” per la
    gestione di un’alimentazione salutare per le collettività giovanili scoutistiche.

o   Convenzioni con l’Università degli Studi di Milano (Facoltà di Medicina e Chirurgia, Scuola di
    Specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva, Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria, Corso di
    Laurea magistrale in Scienze delle professioni sanitarie della Prevenzione) e con l’Università degli Studi
    di Milano-Bicocca (Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale; Scienze dell’Educazione e Psicologia) e
    Università Cattolica del S. Cuore di Milano per la realizzazione di attività formative e divulgative (es.:
    sviluppo e validazione di programmi; attuazione progetti UE “Promoting excellences in drug
    prevention” e “UPC-Adapt: Implementing a prevention training curriculum in Europe: Adaptation and
    Piloting; adattamento del programma “Team Awarenesse” ecc.), percorsi didattici, stages e tirocini
    formativi.

o   Partenariato con le Associazioni di Tutela Consumatori Altroconsumo e ACU-Associazione Consumatori
    Utenti per la diffusione di contenuti delle Pillole di educazione sanitaria all’interno di un Programma
    nazionale del Ministero per lo Sviluppo Economico e per le Attività Produttive.

o   Collaborazione con i Comuni e con i Sistemi Bibliotecari, l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), Nati
    per Leggere Lombardia e UNICEF per la realizzazione del progetto “Lettura e Salute”, che prevede la
    realizzazione d’incontri tra genitori, professionisti sociosanitari, pediatri di famiglia, educatori e
    bibliotecari per promuovere la lettura ad alta voce e il progetto Nati per la Musica, per aumentare
    l’health literacy tra la popolazione, in particolare quella più svantaggiata.

o   Rete 1000 giorni, costituita nell’ambito della Campagna del Ministero della salute sulla promozione del
    latte materno che si è svolta a Milano nel maggio 2015, per promuovere in modo intersettoriale la
    salute e il benessere dal periodo preconcezionale ai primi anni di vita del bambino. Promuove nella
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comunità sinergie a livello di istituzioni, non solo sanitarie, e associazioni volte a progettare e
    implementare programmi basati su prove di efficacia intersettoriali e politiche che aiutano i bambini
    piccoli a sviluppare a pieno le proprie potenzialità.

o   Gruppi di Lavoro Integrati per il coordinamento dei progetti di promozione della salute, ai quali
    partecipano le diverse articolazioni ATS coinvolte (Dipartimenti/servizi) e soggetti esterni competenti:
    Azienda ospedaliera, pediatri di famiglia, comuni, scuole, rappresentanti della società civile, etc… (vedi
    ad es.: “Gruppi di lavoro per fasce d’età” e “Rete territoriale per la promozione di stili di vita sani”).

Con la strutturazione del nuovo modello organizzativo ATS, ed in coerenza con le indicazioni regionali, a
partire dal 2017 si procederà alla razionalizzazione di tutti gli accordi in essere, in modo da giungere alla
“messa a sistema” di accordi che prevedano ricadute su tutto il territorio di competenza dell’Agenzia.

                 ATTIVITÀ DI COLLABORAZIONE/RACCORDO CON SOGGETTI SANITARI E SOCIO-SANITARI

Su tutto il territorio ATS sono state avviate attività di collaborazione e raccordo con soggetti sanitari e
socio-sanitari, rivolte alla presa in carico individuale e/o di comunità e al counselling motivazionale per la
promozione di stili di vita sani. Coerentemente con la progressiva attuazione del modello organizzativo
previsto dalla L.R. 23/15, il 2017 rappresenterà una tappa cruciale nel percorso di conoscenza e di ri-
orientamento dell’esistente all’interno del più complessivo percorso di attuazione del cd “governo della
domanda” e “governo dell’offerta”, che vedrà fortemente impegnata ATS a garantire l’effettiva
strutturazione di percorsi di presa in carico globale dei bisogni di salute delle persone e della collettività.

o   Nell’ambito del progetto “Gruppi di cammino” collaborazione con Farmacie, MMG, PLS, Direzioni delle
    Aziende Ospedaliere, le RSA, le Municipalità e i Centri Multiservizi Anziani, oltre che con Comuni,
    Associazioni locali di volontariato, parrocchie, per l’attuazione della campagna informativa e formativa,
    l’avvio dei nuovi gruppi sul territorio, la creazione di reti distrettuali. All’interno della formalizzazione di
    nuovi e più complessivi Accordi di collaborazione con le ASST del territorio, troveranno nuova
    collocazione i protocolli a suo tempo condivisi e formalizzati con Aziende Ospedaliere e MMG per
    l’invio di pazienti con patologie croniche (es.: AO Legnano, Clinica San Carlo Paderno Dugnano, AO S.
    Carlo di Milano, Istituto Redaelli di Vimodrone, Istituto Marchesi di Inzago ecc.).

o   Comitato Percorso Nascita locale, istituito a seguito dell’Accordo Stato Regioni Linee di indirizzo 2010-
    2012 per la promozione ed il miglioramento della qualità della sicurezza e dell'appropriatezza degli
    interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Nel 2016 è stato
    istituito il Comitato Percorso Nascita (CPN) di ATS, che ha previsto a livello operativo una cabina di regia
    che ha lavorato su Gravidanza, Parto, Puerperio e primo anno di vita dei bambini, Allattamento. Il CPN
    ha facilitato l’applicazione delle indicazioni regionali per raggiungere gli obiettivi di sistema e ha
    sostenuto azioni, per rifocalizzare su tutto il territorio ATS gli interventi previsti dalle LG del Ministero e
    regionali in questo ambito. Tale attività si è inoltre intersecata con la programmazione della Rete
    Interaziendale Milano Materno - Infantile (R.I.M.M.I.), istituita ai sensi della DDG n.1988 del 18 marzo
    2016, di cui si è tenuto conto nell’ambito dello sviluppo delle attività del Comitato Percorso Nascita
    ATS. Nel 2017 si dovrà anche valutare i rapporti con le Reti Materninfantili (R.I.M.I) delle ASST di fuori
    Milano e Lodi, istituite dai nuovi Piani Organizzativi strategici.
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o   All’interno della formalizzazione di nuovi e più complessivi Accordi di collaborazione con le ASST del
    territorio, troveranno nuova collocazione:
     i Gruppi di lavoro Ospedale-Territorio congiunti tra ATS-AA.OO./IRCCS e Medicina Generale di
         percorsi PDTA (Preventivo-Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali) per condizioni/patologie di
         grande prevalenza e rilevanza. Tutti questi percorsi sono caratterizzati da una importante sezione
         dedicata alla prevenzione primaria e all’educazione alla salute di cui esistano sufficienti prove di
         efficacia.
     i Protocolli condivisi con PdF e Punti nascita e Consultori per la dimissione protetta del neonato e
         la presa in carico precoce, sin dai primi giorni di vita, da parte dei pediatri di famiglia e dei servizi
         del territorio con particolare riferimento alle condizioni di fragilità e alla prevenzione delle
         diseguaglianze.
     gli Accordi e collaborazioni con PdF per Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per il
         contrasto del l'eccesso ponderale in età evolutiva e la sorveglianza nutrizionale in età pediatrica (es.
         progetto “Antropos” e sorveglianza Genitoripiù ).
     le Collaborazioni con Erogatori e MMG per attività di promozione della salute, quali la
         partecipazione a Gruppi di Cammino di pazienti cronici, l’invio a Centri Trattamento e l’adesione ai
         programmi di screening (es. Incontri di Audit con MMg).
     gli Accordi con centri specialistici odontoiatrici per facilitare la presa in carico di soggetti ad alto
         rischio quali gli ospiti dei CDD, anche con prime visite presso i centri diurni e momenti di
         educazione alla salute orale per famigliari degli ospiti (vedi convenzione con l'Istituto Stomatologico
         di Milano)
     le Collaborazioni con i consultori familiari, le radiologie di alcune aziende ospedaliere (es. AO di
         Legnano) e con i centri antifumo pubblici e privati del territorio finalizzati al counselling
         motivazionale breve per la prevenzione del tabagismo e all’invio/presa in carico di soggetti a
         rischio.
     le Collaborazioni tra ATS, ASST e Ambiti Territoriali per la costituzione di una rete di contrasto alla
         violenza domestica contro le donne, costituita da servizi in grado di prevenire, contrastare,
         affrontare e monitorare il fenomeno, con obiettivi comuni e attraverso modalità condivise
     i Protocolli per la protezione dei minori e promozione della genitorialità dei nuclei familiari in cui
         sono presenti adulti con problematiche di dipendenza e di salute mentale.
     il Protocollo di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento tra UNICEF Italia, per la
         realizzazione di una modellistica di sistema per l’implementazione degli Standard delle Buone
         Pratiche UNICEF Italia nei punti nascita e sul territorio (consultorio, ambulatorio pediatri di
         famiglia). Partecipazione alla Task UNICEF per il coordinamento a livello nazionale del programma
         Comunità Amiche dell’Allattamento. Sviluppo di iniziative con diffusione nazionale (Campagna Baby
         Pit Stop, in collaborazione con UNICEF e Baby Consumers, per il rispetto del Codice dei Sostituti del
         Latte materno e successive risoluzioni);

o   ATS proseguirà la sua opera di promozione e attivazione di Percorsi di formazione integrati per
    operatori del settore sanitario e socio-sanitario (ATS, ASST e Accreditati) su:
     programmi di promozione delle competenze (life e soft skills) rivolti agli operatori pubblici e privati
       dei servizi socio-educativi come previsto dai Piani di Zona o da specifici protocolli locali.
     attività formative relative alla prevenzione dei fenomeni d’abuso finalizzate alla disseminazione dei
       contenuti dei Programmi Preventivi LST Lombardia, Unplugged, Pro-Skills, WHP con la finalità di

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rinforzare il bagaglio di conoscenze dei partecipanti alla base di progettazione e programmazione
        evidence based in campo preventivo; la conoscenza e l’utilizzo degli Standard Europei di Qualità
        nella Prevenzione delle Dipendenze.
       formazione di operatori sanitari (dirigenti medici e farmacisti e infermieri coordinatori ATS e Medici
        di Medicina Generale) alla valutazione critica della letteratura biomedica, con esercitazioni
        interattive mensili, precedute dall’invio di materiale di documentazione e “di casi di studio” da
        discutere in plenaria.
       collaborazioni con la Società Italiana di Pediatria (realizzazione di iniziative di formazione congiunta
        e progetto “Levate l’Ancora”).
       Milan Breastfeeding Network, rete multidisciplinare, multiprofessionale e interaziendale di
        formatori sull’allattamento materno, che erogano formazione accreditata nei punti nascita e sul
        territorio utilizzando materiali evidence based ad hoc predisposti e attivano audit clinici sulle Buone
        Pratiche OMS UNICEF (autovalutazione 10 e 7 passi, monitoraggio tassi allattamento).

Parallelamente, all’interno dei Piani e Programmi d’integrazione territoriale promossi dalla ATS, troveranno
nuova collocazione:
o il Protocollo di intesa con Associazione Lombarda delle farmacie, per la protezione, promozione e
    sostegno dell’allattamento e l’allestimento di Baby Pit Stop in Farmacie, nell’ambito del protocollo
    d’intesa con UNICEF Italia.

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