Samara, dilaga il fenomeno Ora è tempo di intervenire

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Samara, dilaga il fenomeno
Ora è tempo di intervenire
Samara e il suo orribile abbigliamento, invade anche Salerno.
Il fenomeno sta dilagando, anche in altri centri della
Provincia vengono segnalati questi episodi. Ma il sabato sera
a Salerno, come si evidenzia dalla foto, è stato movimentato.
Soprattutto a Pastena, tra il rione Zevi e il parco del
Mercatello, ha fatto capolino per incutere paura ai più
giovani, questa figura che viene fuori da un film horror.
Diverse le segnalazioni alla nostra redazione e genitori
preoccupati che hanno chiesto ai propri figli di ritirarsi a
casa. In effetti, stando al racconto, sabato sera si sono
viste due Samara, una con il coltello, l’altra senza. Al di là
del discutibile spirito di emulazione, sarebbe opportuno da
parte delle forze dell’Ordine intervenire, invitando gli
stessi genitori ad agevolarne il lavoro segnalando gli
episodi. Come ha spiegato al nostro giornale Guido Milanese,
ci troviamo davanti alla possibilità di una doppia reazione:
di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce
questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto
proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano».
Milanese ha ricordato un episodio emblematico che può dare
luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande
calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che
decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad
un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello
scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore
per uno scherzo”. Ma non è finita qui: ieri sera un’altra
Samanta, come i evince dalla foto in alto, è stata avvistata a
Pontecagnano.
«Giochi    pericolosi   che
mostrano  l’insoddisfazione
dei giovani»
di Erika Noschese

«Giochi pericolosi che dimostrano tutta l’insoddisfazione dei
giovani d’oggi». Parla così il dottor Guido Milanese, noto
psichiatra salernitano, analizzando l’ennesimo fenomeno che
sta prendendo piede in tutta la provincia di Salerno, il
“Samara challenge” uno scherzo di pessimo gusto che consiste
nel girare per le vie della città, di notte, travestiti da
“Samara”, la protagonista del film horror “The Ring”. Dopo le
apparizioni di Pagani e – stando a quanto riferiscono alcuni
cittadini – anche nella città capoluogo, a Salerno è di nuovo
psicosi. Dottore, anche in provincia di Salerno è scattato il
“Samara challenge”.

Secondo lei cosa scatta nella mente delle persone che provano
anche gusto ad incutere timore?

«Il discorso è che anche questa fenomenologia attuale è
sostanzialmente legata alla grande insoddisfazione dei giovani
di oggi che vivono una vita non più finalizzata come un tempo,
ma finalizzata al momento. La finalizzazione non è più a
grandi progetti per il futuro ma al quotidiano, al momento.
Per questo, l’impressionabilità legata, molto spesso,
all’imitazione che accade attraverso i social o i video fa sì
che l’individuo – che non ha grandi strutture portanti dal
punto di vista emozionale e della sua crescita personale – si
identifica, molto spesso, con i personaggi dei social o dei
video e utilizzando metodologie fantastiche, scenografiche, di
poter, in qualche modo, creare una vita virtuale più che
reale. L’individuo quando nella vita reale non riesce ad avere
cose concrete che creino soddisfazione, venga sostituto il
reale con il virtuale. E’ un processo estremamente pericoloso
che sta accadendo sempre più spesso nella nostra società
perché i nostri giovani, e qui si rende necessario un
confronto con i giovani degli anni ’80 che pur non avendo
grandi risorse dal punto di vista personale ma avevano grandi
progetti, tutto questo non lo sentono più: c’era la
rivoluzione sociale, l’impegno politico e sociale, la crescita
personale con l’università finalizzata ad un lavoro, il
progetto famiglia e mentre la loro vita era piena di progetti
oggi sono tutti naufragati, dal matrimonio alla politica.
Questo per colpa della società e degli anziani che hanno
destrutturato i baluardi fondamentali che all’epoca erano i
progetti reali della vita di un giovane».

Quanto possono essere pericolosi i social, in questo senso, e
quanto influiscono negativamente sulle scelte dei giovani
d’oggi?

«Assolutamente pericolosissimi perché il gioco e lo scherzo,
che non è programmato né condiviso, diventa non facilmente
interpretabile dall’altro e come tale si potrà trasformare da
scherzo in tragedia. Voglio ricordare un episodio emblematico
che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un
grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica
che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una
rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva
nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo
ragazzo muore per uno scherzo. Anche gli ultimi episodi
accorsi nel napoletano dimostrano la pericolosità di questi
giochi perché questa ragazzina, travestita da indemoniata, è
stata aggredita. Oggi, la sostituzione del reale con il
virtuale, rischia di creare una società fatta di giovani senza
progetti, senza ideali, non più con i piedi per terra ma
basata solo sul virtuale e molto meno sul reale».

Lei ha appena lanciato un allarme serio. Verso quale direzione
stanno andando i giovani di oggi?
«Bisogna legarsi alle cose semplici della vita perché essa,
come diceva un grande uomo di scienza, parte dalle cose
semplici e noi dobbiamo recuperare il piacere delle cose
semplici e non delle cose complesse. L’individuo deve godere
anche di un bel tramonto e non immaginare che per poter star
bene deve per forza fare qualcosa di esagerato. La bellezza è
nelle piccole cose e saper godere del poco perché se si corre
troppo in alto si corre il rischio di cadere e questo
determina una condizione di grave difficoltà».

Giochi, questi, che possono avere effetti negativi soprattutto
sulle vittime.

«Assolutamente. Hanno una doppia reazione: di violenza, molto
spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e
una violenza di ritorno, come accaduto proprio            con
l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano».

Ora è ufficiale: Di Lorenzo
lascia Salerno e va a Roma
di Andrea Pellegrino

L’atto è ufficiale: Alberto Di Lorenzo ha scelto la Capitale.
L’ex superdirigente, improvvisamente ridimensionato delle sue
funzioni qualche mese fa a Palazzo di Città, ha chiesto ed
ottenuto il comando presso il Comune di Roma. L’ultima giunta
comunale di Salerno ha dato il via libera con la conseguente
stipula della convenzione tra i due Enti. Per i prossimi anni
Di Lorenzo sarà, dunque, al servizio di Virginia Raggi. Ancora
non è chiara la funzione che andrà a svolgere nel municipio
capitolino. A quanto pare, a nulla sono serviti gli
ambasciatori che nel corso degli ultimi mesi hanno cercato di
ridimensionare lo strappo tra Di Lorenzo e l’amministrazione
comunale, compresa l’area deluchiana. Tutto nasce (forse per
una strana coincidenza) dopo la prima aggiudica dell’appalto
per il completamento di piazza della Libertà. La gara va a
Sacco costruzioni, la stessa impresa che in città ha
realizzato, tra l’altro, anche il solarium di Santa Teresa. Di
Lorenzo è il presidente della commissione di gara. Partono i
ricorsi e la successiva aggiudica va alla Rcm dei fratelli
Rainone, i costruttori del Crescent. In quei giorni Di Lorenzo
è sulla graticola, per motivi ancora non chiariti. Con una
delibera di giunta viene svestito di tutti i suoi poteri
burocratici, accumulati negli anni soprattutto durante l’era
De Luca. Con un successivo decreto del sindaco Napoli gli
viene impedito anche l’utilizzo della stanza (era coordinatore
dello staff del primo cittadino) al secondo piano di Palazzo
di Città. Già all’epoca Di Lorenzo medita il trasferimento in
un altro Ente. Anche il contratto con l’Acamir – società della
Regione Campania – è in scadenza e non verrà rinnovato. I
pontieri prendono tempo e Di Lorenzo va a dirigere il settore
pubblica illuminazione mentre il Suap va alla Cantarella (nel
frattempo sostituita da Vecchione al comando dei vigili
urbani) e il turismo torna nella mani di Tommaso Esposito. Poi
i contatti con Roma ed infine il via libera al trasferimento.

Giuseppe: «Il posto fisso? Un
sogno che si avvera»
di Erika Noschese

«Vincere il concorso della Regione Campania? Il paradiso, un
sogno che si avvera». Alessandro Avallone è uno dei tanti
giovani salernitani che sogna un lavoro, un posto fisso ma –
soprattutto – di non lasciare la città di Salerno nè la
Campania. Alessandro ha 23 anni e domani sarà alla Mostra
d’Oltremare per prendere parte alle prove selettive del maxi
concorso indetto dalla Regione Campania. Sì, è uno dei 303.965
candidati che tenterà il tutto per tutto pur di “vincere” il
posto fisso. Di fatti, i posti in questa prima fase sono 2.175
per più di 303mila candidati. «Immagino si tratti di un test
impegnativo e bisogna ragionare molto sulle domande che ci
verranno poste, soprattutto perchè i partecipanti sono
tantissimi», ha poi aggiunto Alessandro, residente a Salerno,
che in questi mesi ha studiato molto per poter provare a
superare il concorso. «Ho scleto di partecipare a questa prova
perchè oggi trovare lavoro è difficile, soprattutto quando si
sceglie di non lasciare la propria regione», ha poi aggiunto
il giovane che nella vita lavora come bagnino, nel periodo
estivo, e per un’azienda che si occupa di servizi essenziali
quali acqua, luce o gas, per poter “arrivare a fine mese”,
come si suol dire. «Vincere un concorso simile porterebbe ad
un cambiamento totale della mia vita. Sarebbe un sogno vincere
il posto fisso», ha poi detto il giovane. Intanto, le prove
preselettive per il concorso Ripam Campania presso la Mostra
D’Oltremare, per conto della Commissione Ripam-Dipartimento
della Funzione Pubblica partiranno domani e a fare gli auguri
ai partecipanti è il governatore della Regione Campania,
Vincenzo De Luca: «Un saluto e in bocca al lupo agli oltre
303mila concorrenti, a tutti i ragazzi e le ragazze che
potranno cogliere una opportunità di lavoro vero, che può
cambiare la loto vita. Ricordo – dichiara il presidente
Vincenzo De Luca – che è solo la prima delle iniziative che
svilupperemo in tema di lavoro. Entro la fine del prossimo
mese di settembre partirà un altro concorso per 650 posti
stabili nei Centri per l’Impiego della Regione Campania. E
stiamo già lavorando per un ulteriore concorso a inizio 2020
nell’ambito del Piano del Lavoro della Campania. Si apre la
stagione della speranza e della concretezza per i giovani
della nostra regione, in un quadro di trasparenza e di
correttezza assoluta». Quello di Alessandro è il sogno di
tanti giovani salernitani che vorrebbero poter vivere nella
loro terra e lavorare, senza per forza dover emigrare altrove.
E’ il caso anche di Giuseppe Cantiello, 29enne di Paestum che,
in questo periodo, sta collaborando con la Scabec per il
Campania by Night presso il parco archeologico di Paestum: «Ho
scelto di partecipare a questo concorso perchè per me è un
punto di inizio per dare una svolta al mio percorso
professionale», ha dichiarato il 29enne che sosterrà la prova
selettiva il prossimo 11 settembre. «Fino ad oggi non ci sono
stati concorsi che mi davano la possibilità di crescere
lavorativamente mentre questo concorso me ne da l’occasione e
ne ho approfittato», ha poi aggiunto Giuseppe che sogna di
poter lavorare nel campo dell’archeologia, complice anche
l’amore che nutre per Paestum e la possibilità che gli ha dato
la Scabec con il Campania by night. «Vincere il posto fisso
significherebbe realizzarmi davvero, un mio traguardo
personale e professionale che mi garantirebbe uno stile di
vita diverso», ha poi aggiunto il giovane.

«In    ospedale   solo                                  se
necessario», l’appello                                 del
direttore Minervini
di Erika Noschese

«Recatevi in ospedale solo se necessario, non generiamo
confusione inutile». A lanciare l’appello Mario Minervini,
direttore sanitario dell’ospedale Santa Maria della Speranza
di Battipaglia. A pochi giorni dalla chiusura del nosocomio,
in programma il prossimo 5 settembre, in vista operazioni di
disinnesco dell’ordigno bellico ritrovato in località Spineta,
il Santa Maria della Speranza continua ad essere preso
d’assalto, nonostante la campagna d’informazione messa in
campo dalla direzione generale per permettere l’evacuazione
dell’ospedale, come previsto dal piano per permettere il
disinnesco della bomba in programma il prossimo 8 settembre.
Nella sola giornata di ieri, infatti, il nosocomio è stato
preso d’assalto: circa 40 gli arrivi al pronto soccorso
dell’ospedale di Battipaglia, tutti giunti con mezzi proprio e
con codici che variavano tra il bianco e il verde. A chiedere
di poter ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso
anche una persona che chiedeva la rimozione del tappo di
cerume: «In questi casi, già per prassi non si dovrebbe
ricorrere al pronto soccorso ma ai medici di base – ha
spiegato Minervini – Poi, in questa situazione diventa ancora
più problematico». Ad oggi, infatti, il pronto soccorso del
Santa Maria della Speranza funziona perfettamente ma proprio
in virtù del dissinesco dell’ordigno bellico, il nosocomio si
occupa solo dei codici gialli o rossi: «In questo caso, sono
situazioni delicate. Noi prendiamo in carico questi pazienti,
li curiamo, li stabiliziamo e poi li trasferiamo presso
l’ospedale di Eboli dove abbiamo recuperato 25 posti letto –
ha poi detto il direttore Minervini – La mia preoccupazione è
che non siamo stati abbastanza incisivi ma abbiamo fatto
quanto necessario, di più non sappiamo cosa fare». Intanto, il
nosocomio chiuderà il prossimo 5 settembre. Le operazioni
inizieranno alle 8 del mattino con le dimissioni di tutti i
pazienti ricoverati e il trasferimento in altri presidi
aziendali dei pazienti ricoverati in rianimazione. I bambini
ricoverati presso la terapia intensiva neonatale saranno
invece trasferiti presso il Presidio Ospedaliero di Nocera
Inferiore. L’accettazione del pronto soccorso chiuderà,
invece, alle 23.30 mentre rimarranno operative le 4 ambulanze
che stazioneranno davanti al pronto soccorso fino al 7.30
dell’8 settembre. Il giorno successivo, alle 14, chiusura
definitiva e completa del presidio ospedaliero, con
allontanamento dalla struttura del rimanente personale e
pattugliamento permanente da parte delle forze dell’ordine per
evitare azioni di sciacallaggio.

La Salerno che “puzza”: il
centro   storico  versa in
condizioni di degrado
di Andrea Pellegrino

Turisti (e residenti) con il naso turato. Capita in diverse
zone nel cuore della città di Salerno. Nel mentre parte
l’operazione pulizia del sindaco Enzo Napoli in zona Carmine,
nel cuore del centro storico la situazione resta abbastanza
nel degrado. E non solo per alcuni sacchetti lasciati ai bordi
delle strade ma per e soprattutto la pulizia delle stesse che
mancherebbe , ormai, da mesi. Almeno secondo le proteste dei
cittadini della zona e degli stessi operatori commerciali del
centro storico cittadino. «Chiedo che si intervenga con
urgenza – sollecita il consigliere comunale Horace Di Carlo –
mi sono accorto io stesso del disagio e delle condizioni in
cui si vive nel centro storico cittadino. Tutto questo sotto
gli occhi dei turisti». Intanto nel pomeriggio di giovedì il
sindaco Enzo Napoli ha effettuato un primo sopralluogo e ieri
mattina, accompagnato dall’assessore all’ambiente Angelo
Caramanno e dal consigliere comunale Paola de Roberto, si è
recato proprio a piazza San Francesco dove ha incontrato
alcuni residenti e rappresentanti del Comitato San Francesco.
«Il sindaco Napoli – si legge in una nota – ha garantito che
verrà affrontato il problema della carenza di controlli, anche
con la richiesta di un nuovo incontro al questore con la
presenza della Polizia Municipale e di rappresentanti del
quartiere. Si auspica comunque, un comportamento di decoro e
civiltà da parte di tutti».

Busitalia, l’azienda dice no
ai cambi turno: figlia a
lavoro con i genitori
di Erika Noschese

Cosa succede se l’azienda per la quale si lavora non accetta o
predispone un cambio turno, nonostante la presenza di un
bambino? Succede che il figlio deve andare a lavoro con mamma
o papà. Busitalia sempre più distante dai suoi dipendenti, dai
loro bisogni e dalle loro necessità. Ad avvalorare il tutto un
contratto collettivo nazionale del lavoro che, in determinate
materie, è totalmente poco chiaro, lasciando ampio spazio alle
interpretazioni. Ed è proprio quello che è accaduto nei giorni
scorsi presso la sede dell’azienda che gestisce il trasporto
pubblico su gomma dove una dipendente è stato costretto a
presentarsi sul posto di lavoro con la figlia in quanto i
vertici Busitalia avrebbero accettato il cambio turno solo di
uno dei genitori, non lasciando all’altro – che lavora per la
stessa azienda – la possibilità di fare lo stesso, nonostante
una legge nazionale che – di fatto – dovrebbe tutelare il
diritto dei bambini a crescere sereno con i genitori. Giunto
sul posto di lavoro con il figlio, l’ingegnere Serpico avrebbe
“ordinato” al suo dipendente di prendere un giorno di concedo;
proposta rifiutata dalla stessa in quanto diversi giorni prima
era stato palesato il problema senza trovare una soluzione che
permettesse ai genitori di lavorare in due turni differenti
così da poter gestire il figlio a casa. Quello del blocco
relativo ai cambi turni è un problema sollevato a più riprese
da molti dipendenti Busitalia in quanto i vertici dell’azienda
sarebbero disposti a concedere un cambio solo se comunicato
almeno 3 giorni prima e con motivazioni che devono essere rese
note. E il diritto alla privacy? A Busitalia, ormai sembra
interessare relativamente. Se un dipendente necessita di
cambiare il turno lavorativo allora mettesse su “pubblica
piazza” i problemi e le esigenze relative alla richiesta. Solo
così, forse, potrà ottenerlo. E se la richiesta venisse
inoltrata solo poche ore prima del turno? Nulla. Anche con la
più seria delle motivazioni, infatti, non potrebbe essere
accordato in quanto sono necessari i 3 giorni canonici di
valutazione della stessa. Intanto, i dipendenti Busitalia
sembrano essere sempre più sul piede di guerra, “vittime” di
un sistema messo in piedi dall’azienda e che sembra non tener
conto delle loro esigenze familiari o dei loro problemi di
salute. Nel frattempo, il prossimo 11 settembre le 4 ore di
stop disposte da Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per
“esperire la seconda fase delle procedure di raffreddamento e
conciliazione conclusadi con esito negativo” dopo la riunione
in prefettura tenutasi lo scorso 26 luglio e che, di fatti,
non ha portato ai risultati sperati dai sindacati che
cercavano un’apertura da parte dell’azienda.

Stop allo sciopero della
fame: Ilenia e Carlo sono
stati male
di Erika Noschese

Dopo ben 5 giorni i vincitori di concorso per navigator hanno
stoppato lo sciopero della fame. Una scelta, quella dei 471
vincitori di concorso, necessaria quanto, ieri mattina, alcune
persone hanno iniziato ad accusare i primi malori, dopo 5
giorni senza mangiare e in presidio permanente sotto la sede
della Regione Campania. «Ci auguravamo di non arrivare a
questo. Credevamo nelle istituzioni ma ci hanno ignorato»,
hanno dichiarato i navigator secondo cui dei «dei nostri
amici, colleghi, eroi, chiamateli come volete, oggi (ieri per
chi legge ndr) hanno ceduto». A ricorrere a cure mediche
d’urgenza Ilenia De Coro e Carlo Del Gaudio, trasportati in
ambulanza uno al Fatebene Fratelli e l’altro al Loreto Mare.
Stando al racconto dei presenti, la giovane stava camminando
quando è svenuta mentre Carlo è stato colto da un attacco di
panico e si è sentito male. Proprio quest’ultimo sembra avere,
attualmente, il quadro clinico più delicato: i medici del 118
hanno infatti constatato la presenza di febbre alta e
parametri al limite. «E’ incredibile che nessuno della Regione
Campania si sia affacciato anche solo per chiedere cosa stesse
succedendo o qualcuno che ci abbia dato una parola di
conforto, neanche un bicchiere d’acqua! Solo omertà,
indifferenza. È impensabile che la solidarietà umana sia così
offuscata da non vedere e non sentire nulla». Da qui
l’annuncio di interrompere lo sciopero della fame, sollecitati
dalla preoccupazione delle nostre famiglie e dal personale
medico intervenuto. «Sono stati 5 giorni intensi, dove abbiamo
ricevuto supporto da tutti, tranne da chi deve darci ancora
delle risposte», hanno poi spiegato attraverso la pagina
facebook Navigator Campania i vincitori di concorso. Sia
Ilenia che Carlo, già nella giornata di giovedì avevano
accusato dei malori ma entrambi avevano rifiutato il ricorso
in ospedale. «I navigator stanno facendo un’iniziativa
sbagliata», ha dichiarato il governatore De Luca ieri, nel
consueto appuntamento con LiraTv secondo cui lo scorso 17
aprile la Regione ha espresso parere favorevole per sbloccare
il reddito di cittadinanza. Secondo il presidente di Palazzo
Santa Lucia spetterebbe all’Anpal procedere con la
contrattualizzazione. «Non capisco perchè non si apra una
vertenza con l’Anpal che la Regione Campania sosterrebbe, al
di là della mia opinione, perchè ci sono tutti gli elementi
per pretendere i contratti». Ad esprimere solidarietà ai
navigator Severino Nappi, presidente Associazione Nord Sud:
«Nemmeno quando si parla di lavoro, dunque della vita delle
persone, Vincenzo De Luca riesce a farne una giusta. Non
bisognava fare cose difficili, ma, semplicemente, muoversi per
l’assunzione dei navigatori esattamente come hanno fatto o
stanno facendo tutte le altre Regioni italiane. Invece no,
ancora una volta i campani godranno di un trattamento peggiore
degli altri: i navigator assunti qui con regolare concorso non
possono ancora cominciare a lavorare, giustamente protestano,
cominciano ad accusare malori per lo sciopero della fame che
hanno deciso di intraprendere. A loro la nostra solidarietà
umana». Nappi. Intanto, in merito alla vicenda è intervenuto
anche il consigliere regionale del M5S Saiello: «Oramai è
chiaro che la mancata assunzione dei Navigator, frutto di un
evidente dispetto di De Luca al nostro e capo politico, sta
imbarazzando anche i consiglieri regionali Pd e alcuni
componenti della stessa giunta. E’ evidente che nessuno,
compresi la maggioranza Pd, possa condividere la scelta di
rifiutare 471 dipendenti pagati dal Ministero del Lavoro che
andrebbero a rinfoltire gli organici dei centri per l’impiego
e la cui assunzione comporterebbe anche un finanziamento di 11
milioni per l’acquisto di software e strumenti informatici e
l’ammodernamento strutturale degli stessi centri – ha
dichiarato il consigliere – Auspichiamo che i consiglieri Pd e
gli assessori regionali trovino il coraggio di ribellarsi al
loro governatore e gli chiedano pubblicamente di firmare
l’assunzione di questi ragazzi. Non firmare la convenzione non
solo non consentirà di assumere centinaia di nostri giovani
laureati e di far perdere alla Campania un importante
finanziamento per rendere più funzionali i centri per
l’impiego, ma anche di bloccare la fase due del reddito di
cittadinanza che nella nostra ragione darà lavoro a decine di
migliaia di attuali percettori».
Governo, pronto incarico di
prestigio per De Luca junior
di Andrea Pellegrino

Le correnti spingono nel Partito democratico per entrare
nell’eventuale governo che nascerà con il Movimento 5 Stelle.
Posti di governo e di sottogoverno che nelle ultime ore si
stanno delineando, soprattutto, all’interno del Nazareno. La
Campania farà la sua parte e non sarà un gioco semplice.
Stando alle correnti, Renzi è vicino a Vincenzo De Luca, per
il tramite di Luca Lotti ma anche di Lorenzo Guerini. I
deluchiani, già alle prese con il caso Campania, in vista
delle prossime Regionali, spingono naturalmente per un posto
di prestigio per Piero, primogenito del governatore, eletto
deputato lo scorso anno, renziano di ferro. Sul tavolo c’è il
posto che fu del padre nel governo Letta: sottosegretario al
ministero delle Infrastrutture e trasporti. Quello che è oggi,
o almeno fino al cambio di governo, del salernitano grillino
Andrea Cioffi. Ma l’area Renzi ha anche un altro nome: si
tratta del sindaco di Sassano e presidente del parco nazionale
del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino,
vicino al rottamatore, ancor prima della giravolta di Vincenzo
De Luca. Pellegrino solo di recente ha incontrato Renzi,
vestendo anche i panni di prof per una “lezione” durante la
scuola di formazione. Ma è stato soprattutto uno dei sempre
presenti alle Leopolde fiorentine. Di certo, nella rosa dei
campani, tra i più blindati ci sono Enzo Amendola, già
sottosegretario alla Difesa nel governo Gentiloni, e Nicola
Oddati, attuale membro della segreteria di Nicola Zingaretti.
E c’è anche un pizzico di Costiera Amalfitana nelle
trattative. Tra i nomi emersi c’è Dario Scannapieco, origini
maioresi, attuale vicepresidente della Bei, indicato per il
ministero dell’Economia.

MaZinga, che mazzata! I 5
Stelle confidano in Rousseau
di Andrea Pellegrino

E’ filato liscio come l’olio fino alle dichiarazioni di Luigi
Di Maio dopo le consultazioni a Montecitorio. Giuseppe Conte
già brindava al suo bis dopo il patto con Zingaretti e le
consultazioni cordiali, all’ ora di pranzo di ieri, con il
Partito democratico. Alle 15 circa la mazzata per MaZinga che
arriva direttamente dal capo politico del Movimento 5 Stelle:
venti punti (dieci in più rispetto a quelli elencati al
Colle), decreto sicurezza blindato e l’ultimo pesante
ultimatum: nessuna trattativa sui punti del programma del
Movimento 5 Stelle. Prendere o lasciare. Ed in più, altra
condizione: la consultazione su Rousseau, prima naturalmente
di ritornare al Quirinale. Uno stop alle spedite trattative
che avevano caratterizzato la nascita del governo giallorosso,
arrivato ad un passo dalla formazione con l’individuazione dei
ministri chiave. Al punto che un cronoprogramma prevedeva la
salita del premier incaricato Giuseppe Conte al Colle già ad
inizio settimana prossima. Naturalmente non è detto che non
possa essere ancora così ma sicuramente le parole di Di Maio
pesano come un macigno in questo weekend politico che sarebbe
dovuto essere di fine crisi ferragostana. Nel Movimento 5
Stelle c’è da superare lo scoglio Rousseau ma anche e
soprattutto lo scetticismo della base e di quanti sui
territori temono accordi con il Pd anche a livello locale. E’
il caso della Campania dove a chiarire la posizione, in vista
delle prossime regionali, è stata la stessa capogruppo in
Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino
che ha giurato: mai con Vincenzo De Luca. Ma le stesse
difficoltà si avvertono anche nei comuni, a partire da Salerno
città. Il mutismo autoimposto dai Meetup (solitamente molto
attivi) e dai parlamentari salernitani lascia presagire che
MaZinga sia abbastanza indigesto. Secondo indiscrezioni alcuni
di loro (soprattutto parlamentari) avrebbero convocato gruppi
di amici per discutere sul da farsi nei prossimi giorni mentre
in bilico ci sarebbero i ruoli di governo dei salernitani
Angelo Tofalo e Andrea Cioffi, rispettivamente sottosegretari
– del governo Conte I – alla Difesa e al Mit. Oggi, comunque,
nuova giornata di trattative, con il Partito democratico che
resiste ancora a tutto. L’obiettivo resta quello di
allontanare quanto più possibile le urne.
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