Samara, dilaga il fenomeno Ora è tempo di intervenire
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Samara, dilaga il fenomeno Ora è tempo di intervenire Samara e il suo orribile abbigliamento, invade anche Salerno. Il fenomeno sta dilagando, anche in altri centri della Provincia vengono segnalati questi episodi. Ma il sabato sera a Salerno, come si evidenzia dalla foto, è stato movimentato. Soprattutto a Pastena, tra il rione Zevi e il parco del Mercatello, ha fatto capolino per incutere paura ai più giovani, questa figura che viene fuori da un film horror. Diverse le segnalazioni alla nostra redazione e genitori preoccupati che hanno chiesto ai propri figli di ritirarsi a casa. In effetti, stando al racconto, sabato sera si sono viste due Samara, una con il coltello, l’altra senza. Al di là del discutibile spirito di emulazione, sarebbe opportuno da parte delle forze dell’Ordine intervenire, invitando gli stessi genitori ad agevolarne il lavoro segnalando gli episodi. Come ha spiegato al nostro giornale Guido Milanese, ci troviamo davanti alla possibilità di una doppia reazione: di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano». Milanese ha ricordato un episodio emblematico che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore per uno scherzo”. Ma non è finita qui: ieri sera un’altra Samanta, come i evince dalla foto in alto, è stata avvistata a Pontecagnano.
«Giochi pericolosi che mostrano l’insoddisfazione dei giovani» di Erika Noschese «Giochi pericolosi che dimostrano tutta l’insoddisfazione dei giovani d’oggi». Parla così il dottor Guido Milanese, noto psichiatra salernitano, analizzando l’ennesimo fenomeno che sta prendendo piede in tutta la provincia di Salerno, il “Samara challenge” uno scherzo di pessimo gusto che consiste nel girare per le vie della città, di notte, travestiti da “Samara”, la protagonista del film horror “The Ring”. Dopo le apparizioni di Pagani e – stando a quanto riferiscono alcuni cittadini – anche nella città capoluogo, a Salerno è di nuovo psicosi. Dottore, anche in provincia di Salerno è scattato il “Samara challenge”. Secondo lei cosa scatta nella mente delle persone che provano anche gusto ad incutere timore? «Il discorso è che anche questa fenomenologia attuale è sostanzialmente legata alla grande insoddisfazione dei giovani di oggi che vivono una vita non più finalizzata come un tempo, ma finalizzata al momento. La finalizzazione non è più a grandi progetti per il futuro ma al quotidiano, al momento. Per questo, l’impressionabilità legata, molto spesso, all’imitazione che accade attraverso i social o i video fa sì che l’individuo – che non ha grandi strutture portanti dal punto di vista emozionale e della sua crescita personale – si identifica, molto spesso, con i personaggi dei social o dei video e utilizzando metodologie fantastiche, scenografiche, di poter, in qualche modo, creare una vita virtuale più che reale. L’individuo quando nella vita reale non riesce ad avere cose concrete che creino soddisfazione, venga sostituto il
reale con il virtuale. E’ un processo estremamente pericoloso che sta accadendo sempre più spesso nella nostra società perché i nostri giovani, e qui si rende necessario un confronto con i giovani degli anni ’80 che pur non avendo grandi risorse dal punto di vista personale ma avevano grandi progetti, tutto questo non lo sentono più: c’era la rivoluzione sociale, l’impegno politico e sociale, la crescita personale con l’università finalizzata ad un lavoro, il progetto famiglia e mentre la loro vita era piena di progetti oggi sono tutti naufragati, dal matrimonio alla politica. Questo per colpa della società e degli anziani che hanno destrutturato i baluardi fondamentali che all’epoca erano i progetti reali della vita di un giovane». Quanto possono essere pericolosi i social, in questo senso, e quanto influiscono negativamente sulle scelte dei giovani d’oggi? «Assolutamente pericolosissimi perché il gioco e lo scherzo, che non è programmato né condiviso, diventa non facilmente interpretabile dall’altro e come tale si potrà trasformare da scherzo in tragedia. Voglio ricordare un episodio emblematico che può dare luce a questa fenomenologia: l’episodio di un grande calciatore, Re Cecconi, di serie A, promessa calcistica che decise di fare uno scherzo ad un amico, fingendo una rapina ad un amico gioielliere. Il suo amico che non sapeva nulla dello scherzo, estrae la pistola e lo spara. Questo ragazzo muore per uno scherzo. Anche gli ultimi episodi accorsi nel napoletano dimostrano la pericolosità di questi giochi perché questa ragazzina, travestita da indemoniata, è stata aggredita. Oggi, la sostituzione del reale con il virtuale, rischia di creare una società fatta di giovani senza progetti, senza ideali, non più con i piedi per terra ma basata solo sul virtuale e molto meno sul reale». Lei ha appena lanciato un allarme serio. Verso quale direzione stanno andando i giovani di oggi?
«Bisogna legarsi alle cose semplici della vita perché essa, come diceva un grande uomo di scienza, parte dalle cose semplici e noi dobbiamo recuperare il piacere delle cose semplici e non delle cose complesse. L’individuo deve godere anche di un bel tramonto e non immaginare che per poter star bene deve per forza fare qualcosa di esagerato. La bellezza è nelle piccole cose e saper godere del poco perché se si corre troppo in alto si corre il rischio di cadere e questo determina una condizione di grave difficoltà». Giochi, questi, che possono avere effetti negativi soprattutto sulle vittime. «Assolutamente. Hanno una doppia reazione: di violenza, molto spesso non voluta, da parte di chi subisce questo scherzo, e una violenza di ritorno, come accaduto proprio con l’aggressione di questa ragazzina nel napoletano». Ora è ufficiale: Di Lorenzo lascia Salerno e va a Roma di Andrea Pellegrino L’atto è ufficiale: Alberto Di Lorenzo ha scelto la Capitale. L’ex superdirigente, improvvisamente ridimensionato delle sue funzioni qualche mese fa a Palazzo di Città, ha chiesto ed ottenuto il comando presso il Comune di Roma. L’ultima giunta comunale di Salerno ha dato il via libera con la conseguente stipula della convenzione tra i due Enti. Per i prossimi anni Di Lorenzo sarà, dunque, al servizio di Virginia Raggi. Ancora non è chiara la funzione che andrà a svolgere nel municipio capitolino. A quanto pare, a nulla sono serviti gli ambasciatori che nel corso degli ultimi mesi hanno cercato di
ridimensionare lo strappo tra Di Lorenzo e l’amministrazione comunale, compresa l’area deluchiana. Tutto nasce (forse per una strana coincidenza) dopo la prima aggiudica dell’appalto per il completamento di piazza della Libertà. La gara va a Sacco costruzioni, la stessa impresa che in città ha realizzato, tra l’altro, anche il solarium di Santa Teresa. Di Lorenzo è il presidente della commissione di gara. Partono i ricorsi e la successiva aggiudica va alla Rcm dei fratelli Rainone, i costruttori del Crescent. In quei giorni Di Lorenzo è sulla graticola, per motivi ancora non chiariti. Con una delibera di giunta viene svestito di tutti i suoi poteri burocratici, accumulati negli anni soprattutto durante l’era De Luca. Con un successivo decreto del sindaco Napoli gli viene impedito anche l’utilizzo della stanza (era coordinatore dello staff del primo cittadino) al secondo piano di Palazzo di Città. Già all’epoca Di Lorenzo medita il trasferimento in un altro Ente. Anche il contratto con l’Acamir – società della Regione Campania – è in scadenza e non verrà rinnovato. I pontieri prendono tempo e Di Lorenzo va a dirigere il settore pubblica illuminazione mentre il Suap va alla Cantarella (nel frattempo sostituita da Vecchione al comando dei vigili urbani) e il turismo torna nella mani di Tommaso Esposito. Poi i contatti con Roma ed infine il via libera al trasferimento. Giuseppe: «Il posto fisso? Un sogno che si avvera» di Erika Noschese «Vincere il concorso della Regione Campania? Il paradiso, un sogno che si avvera». Alessandro Avallone è uno dei tanti giovani salernitani che sogna un lavoro, un posto fisso ma –
soprattutto – di non lasciare la città di Salerno nè la Campania. Alessandro ha 23 anni e domani sarà alla Mostra d’Oltremare per prendere parte alle prove selettive del maxi concorso indetto dalla Regione Campania. Sì, è uno dei 303.965 candidati che tenterà il tutto per tutto pur di “vincere” il posto fisso. Di fatti, i posti in questa prima fase sono 2.175 per più di 303mila candidati. «Immagino si tratti di un test impegnativo e bisogna ragionare molto sulle domande che ci verranno poste, soprattutto perchè i partecipanti sono tantissimi», ha poi aggiunto Alessandro, residente a Salerno, che in questi mesi ha studiato molto per poter provare a superare il concorso. «Ho scleto di partecipare a questa prova perchè oggi trovare lavoro è difficile, soprattutto quando si sceglie di non lasciare la propria regione», ha poi aggiunto il giovane che nella vita lavora come bagnino, nel periodo estivo, e per un’azienda che si occupa di servizi essenziali quali acqua, luce o gas, per poter “arrivare a fine mese”, come si suol dire. «Vincere un concorso simile porterebbe ad un cambiamento totale della mia vita. Sarebbe un sogno vincere il posto fisso», ha poi detto il giovane. Intanto, le prove preselettive per il concorso Ripam Campania presso la Mostra D’Oltremare, per conto della Commissione Ripam-Dipartimento della Funzione Pubblica partiranno domani e a fare gli auguri ai partecipanti è il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «Un saluto e in bocca al lupo agli oltre 303mila concorrenti, a tutti i ragazzi e le ragazze che potranno cogliere una opportunità di lavoro vero, che può cambiare la loto vita. Ricordo – dichiara il presidente Vincenzo De Luca – che è solo la prima delle iniziative che svilupperemo in tema di lavoro. Entro la fine del prossimo mese di settembre partirà un altro concorso per 650 posti stabili nei Centri per l’Impiego della Regione Campania. E stiamo già lavorando per un ulteriore concorso a inizio 2020 nell’ambito del Piano del Lavoro della Campania. Si apre la stagione della speranza e della concretezza per i giovani della nostra regione, in un quadro di trasparenza e di correttezza assoluta». Quello di Alessandro è il sogno di
tanti giovani salernitani che vorrebbero poter vivere nella loro terra e lavorare, senza per forza dover emigrare altrove. E’ il caso anche di Giuseppe Cantiello, 29enne di Paestum che, in questo periodo, sta collaborando con la Scabec per il Campania by Night presso il parco archeologico di Paestum: «Ho scelto di partecipare a questo concorso perchè per me è un punto di inizio per dare una svolta al mio percorso professionale», ha dichiarato il 29enne che sosterrà la prova selettiva il prossimo 11 settembre. «Fino ad oggi non ci sono stati concorsi che mi davano la possibilità di crescere lavorativamente mentre questo concorso me ne da l’occasione e ne ho approfittato», ha poi aggiunto Giuseppe che sogna di poter lavorare nel campo dell’archeologia, complice anche l’amore che nutre per Paestum e la possibilità che gli ha dato la Scabec con il Campania by night. «Vincere il posto fisso significherebbe realizzarmi davvero, un mio traguardo personale e professionale che mi garantirebbe uno stile di vita diverso», ha poi aggiunto il giovane. «In ospedale solo se necessario», l’appello del direttore Minervini di Erika Noschese «Recatevi in ospedale solo se necessario, non generiamo confusione inutile». A lanciare l’appello Mario Minervini, direttore sanitario dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia. A pochi giorni dalla chiusura del nosocomio, in programma il prossimo 5 settembre, in vista operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico ritrovato in località Spineta,
il Santa Maria della Speranza continua ad essere preso d’assalto, nonostante la campagna d’informazione messa in campo dalla direzione generale per permettere l’evacuazione dell’ospedale, come previsto dal piano per permettere il disinnesco della bomba in programma il prossimo 8 settembre. Nella sola giornata di ieri, infatti, il nosocomio è stato preso d’assalto: circa 40 gli arrivi al pronto soccorso dell’ospedale di Battipaglia, tutti giunti con mezzi proprio e con codici che variavano tra il bianco e il verde. A chiedere di poter ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso anche una persona che chiedeva la rimozione del tappo di cerume: «In questi casi, già per prassi non si dovrebbe ricorrere al pronto soccorso ma ai medici di base – ha spiegato Minervini – Poi, in questa situazione diventa ancora più problematico». Ad oggi, infatti, il pronto soccorso del Santa Maria della Speranza funziona perfettamente ma proprio in virtù del dissinesco dell’ordigno bellico, il nosocomio si occupa solo dei codici gialli o rossi: «In questo caso, sono situazioni delicate. Noi prendiamo in carico questi pazienti, li curiamo, li stabiliziamo e poi li trasferiamo presso l’ospedale di Eboli dove abbiamo recuperato 25 posti letto – ha poi detto il direttore Minervini – La mia preoccupazione è che non siamo stati abbastanza incisivi ma abbiamo fatto quanto necessario, di più non sappiamo cosa fare». Intanto, il nosocomio chiuderà il prossimo 5 settembre. Le operazioni inizieranno alle 8 del mattino con le dimissioni di tutti i pazienti ricoverati e il trasferimento in altri presidi aziendali dei pazienti ricoverati in rianimazione. I bambini ricoverati presso la terapia intensiva neonatale saranno invece trasferiti presso il Presidio Ospedaliero di Nocera Inferiore. L’accettazione del pronto soccorso chiuderà, invece, alle 23.30 mentre rimarranno operative le 4 ambulanze che stazioneranno davanti al pronto soccorso fino al 7.30 dell’8 settembre. Il giorno successivo, alle 14, chiusura definitiva e completa del presidio ospedaliero, con allontanamento dalla struttura del rimanente personale e pattugliamento permanente da parte delle forze dell’ordine per
evitare azioni di sciacallaggio. La Salerno che “puzza”: il centro storico versa in condizioni di degrado di Andrea Pellegrino Turisti (e residenti) con il naso turato. Capita in diverse zone nel cuore della città di Salerno. Nel mentre parte l’operazione pulizia del sindaco Enzo Napoli in zona Carmine, nel cuore del centro storico la situazione resta abbastanza nel degrado. E non solo per alcuni sacchetti lasciati ai bordi delle strade ma per e soprattutto la pulizia delle stesse che mancherebbe , ormai, da mesi. Almeno secondo le proteste dei cittadini della zona e degli stessi operatori commerciali del centro storico cittadino. «Chiedo che si intervenga con urgenza – sollecita il consigliere comunale Horace Di Carlo – mi sono accorto io stesso del disagio e delle condizioni in cui si vive nel centro storico cittadino. Tutto questo sotto gli occhi dei turisti». Intanto nel pomeriggio di giovedì il sindaco Enzo Napoli ha effettuato un primo sopralluogo e ieri mattina, accompagnato dall’assessore all’ambiente Angelo Caramanno e dal consigliere comunale Paola de Roberto, si è recato proprio a piazza San Francesco dove ha incontrato alcuni residenti e rappresentanti del Comitato San Francesco. «Il sindaco Napoli – si legge in una nota – ha garantito che verrà affrontato il problema della carenza di controlli, anche con la richiesta di un nuovo incontro al questore con la presenza della Polizia Municipale e di rappresentanti del
quartiere. Si auspica comunque, un comportamento di decoro e civiltà da parte di tutti». Busitalia, l’azienda dice no ai cambi turno: figlia a lavoro con i genitori di Erika Noschese Cosa succede se l’azienda per la quale si lavora non accetta o predispone un cambio turno, nonostante la presenza di un bambino? Succede che il figlio deve andare a lavoro con mamma o papà. Busitalia sempre più distante dai suoi dipendenti, dai loro bisogni e dalle loro necessità. Ad avvalorare il tutto un contratto collettivo nazionale del lavoro che, in determinate materie, è totalmente poco chiaro, lasciando ampio spazio alle interpretazioni. Ed è proprio quello che è accaduto nei giorni scorsi presso la sede dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico su gomma dove una dipendente è stato costretto a presentarsi sul posto di lavoro con la figlia in quanto i vertici Busitalia avrebbero accettato il cambio turno solo di uno dei genitori, non lasciando all’altro – che lavora per la stessa azienda – la possibilità di fare lo stesso, nonostante una legge nazionale che – di fatto – dovrebbe tutelare il diritto dei bambini a crescere sereno con i genitori. Giunto sul posto di lavoro con il figlio, l’ingegnere Serpico avrebbe “ordinato” al suo dipendente di prendere un giorno di concedo; proposta rifiutata dalla stessa in quanto diversi giorni prima era stato palesato il problema senza trovare una soluzione che permettesse ai genitori di lavorare in due turni differenti così da poter gestire il figlio a casa. Quello del blocco
relativo ai cambi turni è un problema sollevato a più riprese da molti dipendenti Busitalia in quanto i vertici dell’azienda sarebbero disposti a concedere un cambio solo se comunicato almeno 3 giorni prima e con motivazioni che devono essere rese note. E il diritto alla privacy? A Busitalia, ormai sembra interessare relativamente. Se un dipendente necessita di cambiare il turno lavorativo allora mettesse su “pubblica piazza” i problemi e le esigenze relative alla richiesta. Solo così, forse, potrà ottenerlo. E se la richiesta venisse inoltrata solo poche ore prima del turno? Nulla. Anche con la più seria delle motivazioni, infatti, non potrebbe essere accordato in quanto sono necessari i 3 giorni canonici di valutazione della stessa. Intanto, i dipendenti Busitalia sembrano essere sempre più sul piede di guerra, “vittime” di un sistema messo in piedi dall’azienda e che sembra non tener conto delle loro esigenze familiari o dei loro problemi di salute. Nel frattempo, il prossimo 11 settembre le 4 ore di stop disposte da Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per “esperire la seconda fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione conclusadi con esito negativo” dopo la riunione in prefettura tenutasi lo scorso 26 luglio e che, di fatti, non ha portato ai risultati sperati dai sindacati che cercavano un’apertura da parte dell’azienda. Stop allo sciopero della fame: Ilenia e Carlo sono stati male di Erika Noschese Dopo ben 5 giorni i vincitori di concorso per navigator hanno
stoppato lo sciopero della fame. Una scelta, quella dei 471 vincitori di concorso, necessaria quanto, ieri mattina, alcune persone hanno iniziato ad accusare i primi malori, dopo 5 giorni senza mangiare e in presidio permanente sotto la sede della Regione Campania. «Ci auguravamo di non arrivare a questo. Credevamo nelle istituzioni ma ci hanno ignorato», hanno dichiarato i navigator secondo cui dei «dei nostri amici, colleghi, eroi, chiamateli come volete, oggi (ieri per chi legge ndr) hanno ceduto». A ricorrere a cure mediche d’urgenza Ilenia De Coro e Carlo Del Gaudio, trasportati in ambulanza uno al Fatebene Fratelli e l’altro al Loreto Mare. Stando al racconto dei presenti, la giovane stava camminando quando è svenuta mentre Carlo è stato colto da un attacco di panico e si è sentito male. Proprio quest’ultimo sembra avere, attualmente, il quadro clinico più delicato: i medici del 118 hanno infatti constatato la presenza di febbre alta e parametri al limite. «E’ incredibile che nessuno della Regione Campania si sia affacciato anche solo per chiedere cosa stesse succedendo o qualcuno che ci abbia dato una parola di conforto, neanche un bicchiere d’acqua! Solo omertà, indifferenza. È impensabile che la solidarietà umana sia così offuscata da non vedere e non sentire nulla». Da qui l’annuncio di interrompere lo sciopero della fame, sollecitati dalla preoccupazione delle nostre famiglie e dal personale medico intervenuto. «Sono stati 5 giorni intensi, dove abbiamo ricevuto supporto da tutti, tranne da chi deve darci ancora delle risposte», hanno poi spiegato attraverso la pagina facebook Navigator Campania i vincitori di concorso. Sia Ilenia che Carlo, già nella giornata di giovedì avevano accusato dei malori ma entrambi avevano rifiutato il ricorso in ospedale. «I navigator stanno facendo un’iniziativa sbagliata», ha dichiarato il governatore De Luca ieri, nel consueto appuntamento con LiraTv secondo cui lo scorso 17 aprile la Regione ha espresso parere favorevole per sbloccare il reddito di cittadinanza. Secondo il presidente di Palazzo Santa Lucia spetterebbe all’Anpal procedere con la contrattualizzazione. «Non capisco perchè non si apra una
vertenza con l’Anpal che la Regione Campania sosterrebbe, al di là della mia opinione, perchè ci sono tutti gli elementi per pretendere i contratti». Ad esprimere solidarietà ai navigator Severino Nappi, presidente Associazione Nord Sud: «Nemmeno quando si parla di lavoro, dunque della vita delle persone, Vincenzo De Luca riesce a farne una giusta. Non bisognava fare cose difficili, ma, semplicemente, muoversi per l’assunzione dei navigatori esattamente come hanno fatto o stanno facendo tutte le altre Regioni italiane. Invece no, ancora una volta i campani godranno di un trattamento peggiore degli altri: i navigator assunti qui con regolare concorso non possono ancora cominciare a lavorare, giustamente protestano, cominciano ad accusare malori per lo sciopero della fame che hanno deciso di intraprendere. A loro la nostra solidarietà umana». Nappi. Intanto, in merito alla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale del M5S Saiello: «Oramai è chiaro che la mancata assunzione dei Navigator, frutto di un evidente dispetto di De Luca al nostro e capo politico, sta imbarazzando anche i consiglieri regionali Pd e alcuni componenti della stessa giunta. E’ evidente che nessuno, compresi la maggioranza Pd, possa condividere la scelta di rifiutare 471 dipendenti pagati dal Ministero del Lavoro che andrebbero a rinfoltire gli organici dei centri per l’impiego e la cui assunzione comporterebbe anche un finanziamento di 11 milioni per l’acquisto di software e strumenti informatici e l’ammodernamento strutturale degli stessi centri – ha dichiarato il consigliere – Auspichiamo che i consiglieri Pd e gli assessori regionali trovino il coraggio di ribellarsi al loro governatore e gli chiedano pubblicamente di firmare l’assunzione di questi ragazzi. Non firmare la convenzione non solo non consentirà di assumere centinaia di nostri giovani laureati e di far perdere alla Campania un importante finanziamento per rendere più funzionali i centri per l’impiego, ma anche di bloccare la fase due del reddito di cittadinanza che nella nostra ragione darà lavoro a decine di migliaia di attuali percettori».
Governo, pronto incarico di prestigio per De Luca junior di Andrea Pellegrino Le correnti spingono nel Partito democratico per entrare nell’eventuale governo che nascerà con il Movimento 5 Stelle. Posti di governo e di sottogoverno che nelle ultime ore si stanno delineando, soprattutto, all’interno del Nazareno. La Campania farà la sua parte e non sarà un gioco semplice. Stando alle correnti, Renzi è vicino a Vincenzo De Luca, per il tramite di Luca Lotti ma anche di Lorenzo Guerini. I deluchiani, già alle prese con il caso Campania, in vista delle prossime Regionali, spingono naturalmente per un posto di prestigio per Piero, primogenito del governatore, eletto deputato lo scorso anno, renziano di ferro. Sul tavolo c’è il posto che fu del padre nel governo Letta: sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e trasporti. Quello che è oggi, o almeno fino al cambio di governo, del salernitano grillino Andrea Cioffi. Ma l’area Renzi ha anche un altro nome: si tratta del sindaco di Sassano e presidente del parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino, vicino al rottamatore, ancor prima della giravolta di Vincenzo De Luca. Pellegrino solo di recente ha incontrato Renzi, vestendo anche i panni di prof per una “lezione” durante la scuola di formazione. Ma è stato soprattutto uno dei sempre presenti alle Leopolde fiorentine. Di certo, nella rosa dei campani, tra i più blindati ci sono Enzo Amendola, già sottosegretario alla Difesa nel governo Gentiloni, e Nicola Oddati, attuale membro della segreteria di Nicola Zingaretti. E c’è anche un pizzico di Costiera Amalfitana nelle trattative. Tra i nomi emersi c’è Dario Scannapieco, origini maioresi, attuale vicepresidente della Bei, indicato per il
ministero dell’Economia. MaZinga, che mazzata! I 5 Stelle confidano in Rousseau di Andrea Pellegrino E’ filato liscio come l’olio fino alle dichiarazioni di Luigi Di Maio dopo le consultazioni a Montecitorio. Giuseppe Conte già brindava al suo bis dopo il patto con Zingaretti e le consultazioni cordiali, all’ ora di pranzo di ieri, con il Partito democratico. Alle 15 circa la mazzata per MaZinga che arriva direttamente dal capo politico del Movimento 5 Stelle: venti punti (dieci in più rispetto a quelli elencati al Colle), decreto sicurezza blindato e l’ultimo pesante ultimatum: nessuna trattativa sui punti del programma del Movimento 5 Stelle. Prendere o lasciare. Ed in più, altra condizione: la consultazione su Rousseau, prima naturalmente di ritornare al Quirinale. Uno stop alle spedite trattative che avevano caratterizzato la nascita del governo giallorosso, arrivato ad un passo dalla formazione con l’individuazione dei ministri chiave. Al punto che un cronoprogramma prevedeva la salita del premier incaricato Giuseppe Conte al Colle già ad inizio settimana prossima. Naturalmente non è detto che non possa essere ancora così ma sicuramente le parole di Di Maio pesano come un macigno in questo weekend politico che sarebbe dovuto essere di fine crisi ferragostana. Nel Movimento 5 Stelle c’è da superare lo scoglio Rousseau ma anche e soprattutto lo scetticismo della base e di quanti sui territori temono accordi con il Pd anche a livello locale. E’ il caso della Campania dove a chiarire la posizione, in vista delle prossime regionali, è stata la stessa capogruppo in
Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino che ha giurato: mai con Vincenzo De Luca. Ma le stesse difficoltà si avvertono anche nei comuni, a partire da Salerno città. Il mutismo autoimposto dai Meetup (solitamente molto attivi) e dai parlamentari salernitani lascia presagire che MaZinga sia abbastanza indigesto. Secondo indiscrezioni alcuni di loro (soprattutto parlamentari) avrebbero convocato gruppi di amici per discutere sul da farsi nei prossimi giorni mentre in bilico ci sarebbero i ruoli di governo dei salernitani Angelo Tofalo e Andrea Cioffi, rispettivamente sottosegretari – del governo Conte I – alla Difesa e al Mit. Oggi, comunque, nuova giornata di trattative, con il Partito democratico che resiste ancora a tutto. L’obiettivo resta quello di allontanare quanto più possibile le urne.
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