Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia

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Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
A cura di
Salvatore Gaziano
Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
 IL METALLO GIALLO È VERAMENTE UN BENE RIFUGIO?
 E CONVIENE PUNTARCI VERAMENTE E SE SÌ CON QUALI
STRUMENTI FINANZIARI E STRATEGIA?

TUTTE LE RISPOSTE PRINCIPALI E I CONSIGLI DEGLI ESPERTI
INDIPENDENTI DI SOLDIEXPERT SCF!

  BUONA LETTURA!
                  Salvatore Gaziano

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Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
Salvatore Gaziano

        ORO

Guida per investire
     sull’oro.
Tutto ciò che devi
      sapere

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Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
Un po’ di cultura

La storia racconta che il primo a credere nell’oro fu
addirittura il Re Creso che nel 550 a.C. coniò delle monete
con il metallo giallo. Il “gold standard” (ovvero il sistema
monetario fondato sulla circolazione di monete d'oro e di
biglietti di banca o di Stato liberamente convertibili in
monete d'oro e viceversa) è stato abbandonato nel 1971
dagli Stati Uniti ma il fascino dell’investimento nell’oro è
rimasto immutato con l’inflazione e le preoccupazioni
geo-politiche che ne hanno ridestato ciclicamente
l’attenzione degli investitori con balzi a 2 e anche 3 cifre
intervallati però anche da periodi di lustri in stasi o forte
discesa del prezzo dell’oro.

I maggiori guadagni sono
arrivati tra la crisi finanzia-
ria del 2008 e gli anni che
seguirono. E questo è suc-
cesso principalmente in ri-
sposta ai sostanziali pro-
grammi di allentamento
quantitativo (“quantitative
easing”) intrapresi dalle
banche centrali e dalla sfi-
ducia verso le attività pura-
mente di “carta” o dalla
paura di shock finanziari.

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Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
Come è possibile sapere se l’oro è economico o costoso e
se è il momento per investirci e con quali strumenti? È
quello che cerchiamo di spiegare in questa guida
evidenziando le cose essenziali da sapere.

                               E l'oro è notoriamente un
                               asset certamente difficile da
                               valutare. Non fornisce ren-
                               dimento o cedole e pertanto
                               è una risorsa difficile per gli
                               investitori da stimare ri-
                               spetto ad azioni o obbliga-
                               zioni, ad esempio.

Gli investitori cercano di giudicare una serie di fattori che
alimentano la domanda di oro. È comprensibile quindi
che il prezzo abbia visto periodi di estrema volatilità.

Senza le solite metriche di valutazione che potrebbero
essere applicate agli investimenti tradizionali, capire
quando potrebbe essere un buon momento per acquistare
può essere difficile. E questo ha aumentato la concentra-
zione su misure alternative oltre alle analisi di tipo fon-
damentale o di tipo quantitativo o tecnico.

Il rapporto oro-argento (Gold To Silver Ratio) è una di
queste misure, che si ottiene semplicemente confrontan-
do il prezzo in once per ogni metallo prezioso.

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Nel 2000 il rapporto era di 50 a 1, con l'oro 50 volte più
costoso dell'argento.
Un numero più alto suggerisce che l'oro è più costoso
rispetto al prezzo dell'argento, un numero più basso
suggerisce che è meno costoso.

Al momento della stesura di questa guida (inizio
settembre 2019), il rapporto oro/argento è di circa 83 ma
negli ultimi 50 anni ha oscillato fra 19 e 99. E diversi siti
finanziari forniscono in tempo reale questo rapporto che
viene utilizzato dai trader come un modo per capire
quando muoversi dentro e fuori dall'oro. Ma c’è un altro
rapporto (ratio) molto più utilizzato dagli esperti del
settore ed è il cosiddetto Gold/Dow Ratio, che cerca di
misurare il rapporto fra l’area di investimento delle
azioni e l’area di investimento dei metalli preziosi.

Come si calcola? Semplice-
mente questo rapporto indica
quante once di oro servono e
sono servite per acquistare
l'indice Dow Jones Industrial in
un dato momento. Se l’indice
Dow Jones (il più noto della
Borsa statunitense) vale 27.000
punti e il prezzo dell’oro
all’oncia in dollari è 1520,
questo valore è circa 17,7 e
questo valore si può analizzare
nel tempo.

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Il Dow Jones è un indice azionario che comprende 30
grandi società quotate negli Stati Uniti. È uno degli indici
più antichi e osservati al mondo. Statisticamente è stato
osservato che i punti di svolta del rapporto Dow-Gold
hanno coinciso con i punti di svolta nella storia del
mercato: il mercato azionario ha raggiunto i massimi
storici nel 1929, 1966 e 1999 poiché il rapporto ha fatto lo
stesso.

Allo stesso modo, il mercato era vicino ai minimi storici
nel 1932 e nel 1980 quando il rapporto toccò il fondo.
Nella tabella seguente mostra l’evoluzione del Dow to
Gold Ratio su una scala lineare.

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Un indice che serve per gli investitori che seguono questo
mercato per cercare di capire dove sta affluendo il denaro
dei grandi investitori, ovvero se il denaro finisce
maggiormente nella grande area delle azioni o nella
grande area dei metalli preziosi, anche se l’andamento
dei mercati nel passato non è garanzia che ripeteranno
nel futuro lo stesso ciclo.

Il nostro approccio nell’investire sull’oro

Con la ridefinizione e ampliamento delle nostre strategie
di portafoglio nei portafogli azionari di ETF e
parzialmente anche in quelle di fondi & sicav di
SoldiExpert SCF abbiamo rivisto sia dal punto di vista
strategico che tattico l’utilizzo dell’oro nei nostri
portafogli come asset su cui investire.

Come sanno i nostri clienti (piccoli e grandi investitori
che ricercano una consulenza finanziaria pura e
indipendente ovvero alternativa a quella bancaria e che
ciascuno può replicare con la propria banca visto che noi
non deteniamo né strumenti, né soldi dei nostri clienti
come società di consulenza finanziaria indipendente)
l’oro è entrato in posizione nei mesi scorsi in diversi
nostri portafogli di ETF e fondi e ha regalato al momento
performance positive a 2 cifre. E il guadagno su questo
investimento si è ampliato nelle ultime settimane in
coincidenza con le tensioni sui mercati azionari per
l’escalation (soprattutto a colpi di tweet del presidente

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USA Donald Trump) della guerra dei dazi fra Stati Uniti e
Cina. E anche la politica ultra-accomodante delle banche
centrali ha favorito questo rialzo, perché se le Banche
centrali stampano moneta, il valore di questa moneta
scende (è come se la “inflazionassero”).

L’oro invece non solo non si può creare, ma solo estrarre,
e i costi di estrazione dell’oro non sono banali: quindi è di
fatto una risorsa più scarsa e molto difficile da
“inflazionare”. Per questo è un “rifugio” contro la
svalutazione.

Perché abbiamo inserito una quota di oro nei
nostri portafogli di fondi ed ETF e cosa è bene
sapere su questo tipo di investimento? Tutte le
nostre risposte alle domande più frequenti.

In portafogli diversificati e in sintonia naturalmente con
il profilo di rischio di ciascun investitore l’oro se detenuto
in quantità non preponderanti ha, secondo noi, una sua
giustificazione ma cercheremo correttamente di
presentare tutti i “pro” e “contro” di questo investimento
affinchè ciascun investitore possa farsi un’idea completa
e non basata su “pregiudizi” sia positivi che negativi.
Come consulenti finanziari indipendenti non abbiamo
prodotti o strumenti da collocare su cui otteniamo una
retrocessione provvigionale, né siamo collegati o partner
di alcun sito del settore o mai abbiamo accettato
pubblicità da alcuno e gli unici nostri esclusivi

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Salvatore Gaziano A cura di - Riparte l'Italia
compensi derivano dall’attività di consulenza prestata a
 investitori privati o anche istituzionali come banche e sgr
 che vogliono ricevere la nostra consulenza e replicare le
 nostre strategie e impostazione strategica o tattica.

         10%                           Come viene
  3%                                   utilizzato l’oro?
                                       In questo grafico viene
                                       rappresentato come
                                       negli ultimi 10 anni la
                                       domanda di oro si è
                                       tradotta come utilizzo
                                       in molteplici settori.
                                       Gioielleria soprattutto
27%                                    ma anche come forma
                       51%             di investimento di
                                       "sicurezza"         per
        9%                             lingotti, monete ed
                                       ETF

        12%
                        27%            Quali sono le
                                       nazioni che
 9%                                    comprano più oro?
                                       In questo grafico viene
                                       rappresentato come
12%                                    negli ultimi 10 anni la
                                       domanda di oro è stata
                                       trainata soprattutto
                                       dai Paesi Emergenti
  8%                   23%
           10%

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PERCHÈ INVESTIRE SULL’ORO: I VANTAGGI PRINCIPALI
Nel tempo (ma tempi molto più lunghi di quelli che
pensano i risparmiatori comuni) può proteggere il
potere di acquisto

Il metallo giallo ha, secondo noi, alcuni vantaggi ancora
attuali. E anche nell’era del Bitcoin e delle criptovalute i
vantaggi dell’oro si possono riassumere principalmente in 3:
1 - Permette di diversificare il patrimonio poiché
l’andamento è spesso decorrelato dall’andamento degli altri
asset come le azioni e per questo motivo, in caso di
significativi crolli dei mercati azionari, si è spesso rivelato
una forma di protezione, poiché tende a salire quando altri
asset (come l’azionario) tendono a scendere;
2 - Non è un asset riproducibile all’infinito, inflazionabile e
manovrabile così facilmente dalle Banche centrali e dai
governi di tutto il mondo e non è soggetto quindi a rischio di
default e da sempre, le nazioni che hanno visto svalutare il
valore delle proprie monete o volevano proteggersi da questo
rischio, hanno iniziato a comprare oro e ad aumentare le
proprie riserve auree. Si stima che se tutto l'oro raffinato del
mondo venisse fuso in un cubo, il cubo avrebbe uno spigolo di
20 metri;
3 - Il sottostante ovvero l’oro è vendibile ovunque e in
qualsiasi parte del mondo e da millenni l’uomo l’ha sempre
apprezzato e usato come mezzo di scambio. Un abito di seta
da donna lussuoso ai tempi degli imperatori si pagava lo
stesso prezzo in once d’oro che oggi da Chanel (per chi se lo
può permettere oggi come allora).

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Naturalmente investire in oro non presenta solo vantaggi
e non è tutto bello e facile come viene raccontato spesso
dai … venditori d’oro (e sul web è spesso difficile per molti
capire che molti commenti sono totalmente in conflitto
d’interessi e molti guru dell’oro forever sono a libro paga
dei “metallari di preziosi”) che utilizzano argomenti
talvolta un po’ forzati, tipo che l’oro sale quasi sempre ed
è stabile nelle quotazioni.

Che poi è esattamente il modo in cui venivano venduti i
diamanti allo sportello dai principali istituti bancari
italiani, e sappiamo come è andata a finire.

MA CI SONO ANCHE I CONTRO
L’oro non è un investimento per deboli di cuore
in cerca di “stabilità”
Come si può vedere nel grafico sottostante, l’oro in Borsa
non è assolutamente stabile per cui non è certo un
investimento che si può mettere in portafoglio a
prescindere dall’andamento dei mercati, ma solo quando
fattori macroeconomici come probabilmente quelli
attuali ne favoriscono la domanda.

Come si può osservare nel grafico seguente, dagli anni 20
in poi ci sono stati nel passato addirittura periodi di 30
anni (dall’inizio degli anni ’80 al 2007, ma anche dal 1934
al 1970) in cui l’oro non è assolutamente salito, mentre
tutti gli altri asset si moltiplicavano di valore.

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Acquistare oro nel momento sbagliato ed ai massimi
ha significato perdere oltre il 65% del capitale
investito.

Da ciò discende che dire che l’oro conserva il capitale nel
tempo è vero magari nel corso dei secoli, ma non
necessariamente fra un decennio e l’altro e quindi se
qualcuno     vi   vuole    raccontare    questa      favola
probabilmente già conoscete il finale della storia del
Gatto e della Volpe, quando incontrano Pinocchio e gli
raccontano della possibilità di poter moltiplicare gli
zecchini d’oro.

Ci sono poi degli evidenti svantaggi che l’oro presenta
come il fatto che non paga alcun interesse o dividendo (ci
sarebbe da fare un discorso a parte sulle azioni delle
società che estraggono l’oro nelle miniere e lo faremo
prossimamente) e per questa ragione diversi grandi

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investitori, come per esempio Warren Buffett (fra gli
investitori che ha accumulato la più grande fortuna di
tutti i tempi) o prima di lui l’economista inglese John M.
Keynes, lo considerano una “reliquia barbara”.

Nel maggio 2018 il saggio di Omaha (come è
soprannominato il multimiliardario statunitense) ha
portato questo esempio numerico: 10.000 dollari (8.341
euro) investiti nel 1942 in un fondo indicizzato legato
all’indice S&P 500 (anche se in realtà non ne esisteva
nessuno all’epoca, ha osservato) varrebbero oggi 51
milioni di dollari (42,5 milioni di euro). Invece 10.000
dollari (8.341 euro) investiti in oro oggi varrebbero
approssimativamente 400.000 dollari (333.667 euro).

Quindi ha concluso Buffet “Per ogni
dollaro     che      avreste     potuto
guadagnare grazie all’economia
americana (il cui andamento in
Borsa è espresso dall’Indice S&P
500, nota dell’autore), avreste
ottenuto un guadagno inferiore a un
centesimo acquistando una parte
della riserva di valore (ovvero l’oro,
nda) al quale la gente vi dice di
accorrere ogni volta che vi spaventate
di fronte ai titoli di giornale che
leggete (sui crolli azionari, nda)”.

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E il confronto che ha fatto Buffett è puntuale: “Mentre
le imprese (dal 1942 in poi, nda) reinvestivano in un maggior
numero di stabilimenti e arrivavano nuove invenzioni, voi (se
aveste scelto di investire in oro anziché in Borsa, nda)
avreste […] guardato nella vostra cassetta di sicurezza e
avreste avuto le vostre 300 once d’oro (8,5 kg). E le avreste
guardate, e avreste potuto accarezzarle, cioè fare tutto ciò
che volevate con esse. Ma quell’oro non produceva un bel
niente. Non avrebbe mai prodotto un bel niente. E che cosa
avreste oggi? Avreste 300 once d’oro (8,5 kg), esattamente
quante ne avevate nel marzo del 1942, e varrebbero circa
400.000 dollari (333.667 euro)”.

Nello stesso periodo, argomenta
Buffett, se aveste investito anziché in
oro sull’indice S&P 500 (ovvero sulle
principali aziende quotate nella Borsa
americana) avreste oggi 51 milioni di
dollari (42,5 milioni di euro).

Come si può capire, e spesso ripetiamo nei nostri studi,
non esistono strategie buone per tutte le stagioni (e per
questo i nostri portafogli seguono una strategia
autenticamente diversificata ed unica) e secondo Buffett
(e naturalmente anche lui ha sbagliato degli investimenti
nella sua carriera) “l’oro è l'investimento per chi teme i
lati negativi della carta moneta, primo fra tutti
l'inflazione”.

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Oggi, invece, fra le spinte al rialzo che spiegano l’ascesa del
prezzo del metallo giallo vi è soprattutto la causa opposta,
ovvero l’inflazione bassissima e soprattutto i tassi d’interesse in
picchiata per effetto delle manovre delle banche centrali di
riempire di liquidità i mercati al fine di spingere i consumi. Con le
obbligazioni che rendono sempre meno, il costo-opportunità di
detenere oro è sceso in assenza di valide alternative. E a remare a
favore del prezzo del metallo giallo ci sono anche gli acquisti di
oro delle banche centrali.

Spiegazione: La Banca Federale statunitense, la Fed, detiene la più
grossa riserva ufficiale di oro al mondo (8.133,5 tonnellate). Seguono la
Germania (3.387,1 tonnellate), il Fondo Monetario Internazionale
(l'FMI, con 2.851,8 tonnellate), l'Italia (2.451,8 tonnellate) e la Francia
(2.435,4 tonnellate). La Cina si trova al settimo posto della graduatoria
nonostante sia il primo Paese produttore e importatore d'oro al mondo
ma da qualche tempo ha iniziato con forti acquisti ad aumentare le
riserve auree come anche la Russia. Come si può notare l’Italia ricopre
un ruolo di tutto rispetto nel panorama ‘aureo' internazionale.
                             -Dati a fine 2018 del World Gold Council

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Nel primo semestre dell’anno, le banche centrali hanno
continuato ad acquistare oro fisico, contribuendo a
spingere in alto la domanda totale di lingotti (Cina,
Russia e Polonia soprattutto) e molte banche centrali dei
paesi in via di sviluppo continuano a diversificare il loro
mix di riserve e l'oro continuerà a rappresentare una
quota maggiore di tale mix.

E a queste ragioni si aggiungono le preoccupazioni per gli
effetti della guerra commerciale (e valutaria) fra Stati
Uniti e Cina in quella che appare sempre più una guerra
fatta a colpi di tweet e annunci di dazi invece che di
cannonate. A favorire la domanda di oro anche le
inquietudini sul ciclo economico di alcuni Paesi (e in
Europa è addirittura la locomotiva tedesca a frenare
sempre più vistosamente) avvisaglia, secondo una
corrente al momento non maggioritaria di pensiero, di
una prossima grande recessione globale.

Nei nostri portafogli azionari di fondi ed ETF (e anche
nelle gestioni patrimoniali di cui siamo advisor) per le
ragioni complessive sopra illustrate e con questa logica
abbiamo diversificato anche sull’oro o sugli auriferi e
nella sezione successiva dedicata agli strumenti
finanziari facciamo un focus su questo argomento ai
numerosi investitori che ci chiedono con quali criteri ci
muoviamo nello stock o fund o ETF picking.

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Gli ETC quotati a Piazza Affari che replicano
l’andamento dell’oro

Spiegazione: questi sono alcuni ETC che sono negoziati sulla Borsa
italiana che consentono di replicare l’andamento del prezzo dell’oro
fisico. Nella tabella è indicato l’Isin che rappresenta come una targa
per individuare per ciascun strumento finanziario in modo univoco lo
strumento finanziario (il nome può cambiare da piattaforma a
piattaforma). È indicato anche a inizio settembre 2019 la performance
di ciascuno strumento a 1 anno, a 3 anni e da inizio 2019 a inizio
settembre (YTD) come la volatilità calcolata nel periodo di 3 anni.
Questo valore indica il grado di dispersione dei rendimenti rispetto alla
loro media e maggiore questo valore maggiore è evidentemente il
rischio ovvero la volatilità di un investimento. Il costo annuo è
ugualmente molto importante perché ci dice quanto del nostro
investimento su base annua percentuale viene sottratto dal nostro
capitale investito, ed evidentemente minore è questo costo maggiori
possono essere i rendimenti nel tempo. Da notare come fra gli ETC
sull’oro ce ne sia uno (l’ultimo Xtrackers Physical Gold Hedged) che
copre il rischio cambio (una componente significativa dell’andamento
del prezzo dell’oro visto che la valuta di riferimento di questo mercato è
il dollaro Usa) e sterilizza quindi il rischio cambio. Negli ultimi anni
questo come si può vedere ne ha penalizzato i rendimenti per
l’andamento del cambio euro/dollaro che si è dimostrato invece
favorevole per gli investitori europei visto l’apprezzamento del dollaro.

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Gli ETF quotati a Piazza Affari che replicano
l’andamento delle società minerarie specializzate
nell’estrazione dell’oro

Spiegazione: questi sono alcuni ETF che sono negoziati sulla Borsa
italiana che consentono di replicare l’andamento di indici
rappresentativi delle società minerarie mondiali leader nell’estrazione
dell’oro.

 Gli Etf, o Exchange Traded Funds, sono dei fondi
 d'investimento ma negoziati in borsa (non quindi collocati da
 banche o reti) e replicano un determinato sottostante
 (benchmark) ovvero un indice o una strategia collegata a degli
 indici nella versione "smart beta" attraverso una gestione,
 nella sua veste originale, totalmente passiva. Gli ETF sono
 quindi o dei fondi comuni di investimento oppure delle Sicav
 (Oicr) ed in quanto tali hanno un patrimonio separato rispetto
 a quello della società che ne gestisce l’attività di costituzione,
 gestione, amministrazione.

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Gli ETC, o Exchange Traded Commodities, sono invece
strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento diretto
dell’emittente in materie prime (in forma fisica o tramite
derivati). L’andamento dell’ETC è quindi direttamente o
indirettamente legato all’andamento del relativo sottostante.
Al pari degli ETF gli ETC sono negoziati in borsa e replicano
l’andamento di un determinato sottostante. Gli ETC, al
contrario degli ETF, non sono Oicr, ma titoli emessi da una
società veicolo a fronte di un investimento diretto o indiretto
in materie prima. Gli ETC sono quindi degli strumenti di
debito assistiti da un collaterale e per loro natura possono
anche investire su una singola materia prima, possibilità non
prevista per gli ETF che devo avere, per motivi regolamentari,
un determinato grado di diversificazione.

Sull'oro quindi esistono ETC che replicano l'andamento del
prezzo del metallo giallo e che prevedono in alcuni ETC
(cosiddetti "physical gold") la proprietà dei lingotti detenuti dalla
società che gestisce l'ETC ma anche ETF che investono
indirettamente sull'oro tramite la partecipazione in società
minerarie specializzate nell'estrazione dell'oro. Nel caso dell'ETC
sull'oro (ma esistono anche ETC che replicano l'andamento di
altre materie prime come per esempio palladio, succo
d'arancia, pancetta di maiale, argento o petrolio) quindi ciò che
lo caratterizza è l'investimento diretto e concentrato in una
commodity mentre negli ETF la partecipazione in società
quotate specializzate o meno in un determinato settore.

Questa differenza fra ETF ed ETC si riflette anche sul
trattamento fiscale che è differente fra questi 2 strumenti.

                                                                   19
Il trattamento fiscale previsto per gli ETC è quello in vigore
per i titoli azionari, per gli strumenti derivati o per i certificati.
Per chi ha adottato il regime amministrato è prevista dunque
la tassazione dei profitti al netto di eventuali crediti di
imposta pregressi all'aliquota del 26%, con l'intermediario,
che opera come sostituto d'imposta; le perdite invece sono
compensabili con profitti realizzati nei successivi 4 anni.

Gli ETF sono invece parificati con i fondi e presentano la
distinzione tra reddito da capitale e redditi diversi. Da ciò
discende che mentre i redditi positivi prodotti da ETC, come
detto, sono interamente compensabili con perdite pregresse,
per gli ETF questo non è consentito dal legislatore. Le
plusvalenze realizzate con gli ETF non sono quindi più
compensabili neanche in parte con eventuali minusvalenze
precedenti fatte con fondi o ETF ma sono compensabili però
con minusvalenze realizzate da strumenti che generano
“redditi diversi” e quindi permettono di recuperare
minusvalenze. Questi strumenti sono:

     le azioni;
     le obbligazioni;
     gli ETC;
     i Certificates;
     i Derivati (opzioni e futures)

Di fatto quindi le plusvalenze su fondi/ETF sono tassate
subito quando le realizzi e non possono mai essere
compensate con nulla, né con minusvalenze su altri fondi
comuni né con minusvalenze su altri prodotti come azioni o
obbligazioni. Se, invece, in fase di vendita ottieni una
minusvalenza, quest’ultima può essere compensata con una
plusvalenza fatta per esempio su azioni o obbligazioni. In
pratica, se hai 1.000 euro di minusvalenze e stai guadagnando
1.000 euro su un ETF, se lo vendi pagherai 260 euro di tasse e
le tue minusvalenze resteranno lì, col rischio di scadere.

                                                                  20
Se infatti hai realizzato minusvalenze con gli ETF queste
vanno ad alimentare il cosiddetto "zainetto fiscale" ma per
attingere a questo credito e pagare meno tasse è possibile
farlo entro 4 anni di tempo ma con strumenti diversi da ETF o
Fondi. Per esempio se si realizza una plusvalenza sulle azioni
di 2000 euro e si aveva una perdita pregressa sugli ETF di 2000
euro non si pagherà nulla e non verrà trattenuto sul guadagno
di 2000 euro il 26% di capital gain.
Per tale ragione un portafoglio finanziario composto
interamente da fondi o ETF non è sempre efficiente dal punto
di vista fiscale. Se infatti hai delle minusvalenze pregresse,
per recuperarle dovrai ottenere plusvalenze investendo su
altri prodotti come azioni o obbligazioni.

Per questa ragione nella nostra consulenza personalizzata
come SoldiExpert SCF cerchiamo laddove possibile di
consigliare portafogli diversificati anche per strumenti.

Un consiglio d’oro per investire
Se sei interessato a investire sull'oro come su altri asset di tipo
azionario e obbligazionario e vuoi investire con la giusta
diversificazione e la giusta strategia e ricevere consigli super
partes (non possiamo guadagnare nulla sugli strumenti
suggeriti o analizzati e questo spiega perchè le nostre analisi
sono viste spesso come fumo nell'occhio da molte banche e
reti...) puoi valutare il nostro servizio MoneyReport
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L’importanza di investire con una strategia
flessibile

Come consulenti indipendenti, il nostro approccio è
quindi flessibile e qualsiasi investimento va considerato
in base al profilo di ciascun investitore e alla situazione di
mercato.

Nulla è forever e gli investimenti “sicuri” purtroppo asso-
migliano agli unicorni. Per questo più che fare i guru, pre-
feriamo dire che l’oro oggi è un trend ma non è un inve-
stimento “per sempre” o un riparo sicuro dove investire
sempre il proprio capitale. Il mondo cambia e noi dobbia-
mo adattarci a questo cambiamento. Il che è l’esatto con-
trario di investire in qualcosa e dimenticarselo per mesi o
anni.
                         Riguardo gli strumenti finanziari
                         su cui posizionarsi sull’oro (ricor-
                         dandosi che c’è anche un effetto
                         valuta da tenere presente) il
                         nostro consiglio come SoldiExpert
                         SCF è sempre quello privilegiare
                         gli ETF rispetto ai fondi, perché le
                         commissioni annue sono netta-
                         mente più basse (anche di oltre 2%
                         all’anno) e i rendimenti nel tempo
                         quasi sempre migliori.

                                                          22
Gli ETF, ricordiamo, sono fondi di investimento
particolari che funzionano come dei “cloni”, facili da
comprare e rivendere in ogni momento presso qualsiasi
banca o intermediario, perché come le azioni sono
quotati sulla Borsa Italiana e hanno costi di commissione
bassi. Ce ne sono di due tipi: quelli che seguono
l’andamento del prezzo dell’oro (e si definiscono più
correttamente ETC) e quelli che replicano l’andamento di
un paniere di aziende, tipicamente quelle minerarie.

Se l’obiettivo è avere una quota di oro, meglio quelli
legati direttamente al metallo giallo perché l’andamento
delle aziende del settore è più volatile e fra gli ETF, i fondi
passivi, ne esistono alcuni anche che “sterilizzano” il
rischio cambio (come quello con Isin DE000A1EK0G3
emesso da Deutsche Bank) poiché il prezzo dell’oro è
espresso in dollari e questo potrebbe giocare contro ed è
un altro elemento da dover tenere in considerazione.

                                                            23
Nei nostri portafogli siamo attualmente presenti sull’ETC
Physical Gold (Isin JE00B1VS3770) e sull’ Invesco Physi-
cal Gold ETC (Isin IE00B579F325) che ha un andamento
sostanzialmente identico (replica l’andamento del prezzo
dell’oro fisico) ma con commissioni di gestione più basse
(0,24% l’anno).

In alcuni portafogli della consulenza personalizzata o di
quella destinata a investitori istituzionali (siamo come
SoldiExpert SCF advisor di alcune gestioni patrimoniali
bancarie e assicurative), siamo anche attenti alla selezione
dei fondi e degli ETF che investono sulle società aurifere.
Ovvero quelle società che hanno come business l’estrazi-
one dell’oro. Anche qui la nostra preferenza quasi assolu-
ta va nei confronti degli ETF rispetto ai fondi, poiché
l’analisi dei rendimenti nel tempo dimostra che i presunti
gestori attivi nel tempo ottengono risultati nettamente
peggiori dei fondi passivi che semplicemente replicano
gli indici settoriali dove sono presenti in percentuale i
principali “gold miners” mondiali come la canadese
Agnico Eagle o la statunitense Barrick Gold, vere multina-
zionali dell’estrazione del metallo giallo.

Nel grafico alla pagina successiva si evidenzia abbastanza
bene come il fondo sull’oro di Black Rock rispetto all’ETF,
emesso peraltro sempre dalla stessa società controllata
da Black Rock ovvero IShares, abbia una performance nel
tempo più bassa e pure maggiore volatilità anche per ef-
fetto dei maggiori costi del fondo (oltre il 2,5% annuo) ri-
spetto a quelli dell’ETF (0,55 annuo).

                                                         24
Naturalmente l’esposizione alle società che estraggono
oro è un investimento molto più volatile (in senso
positivo ma anche in negativo) rispetto alla replica
dell’oro fisico.

I fondi d’investimento ed ETF di questo tipo acquistano
azioni di società che detengono concessioni aurifere o
trattano o estraggono l’oro. Questo tipo di società quando
il prezzo dell’oro sale tipicamente tendono ad amplificare
il movimento dell’oro puro, poiché la curva dei profitti
tende a salire in modo più che proporzionale rispetto
all’aumento del prezzo dell’oro. Se, per esempio, il costo
di estrazione dell’oro è 300 dollari l’oncia (attualmente è
in realtà di circa 900 euro il prezzo complessivo di
estrazione e vendita per diverse società quotate che
abbiamo esaminato e ricordiamo che il prezzo attuale
dell’oro all’oncia è di oltre 1500 dollari ) e il prezzo
dell’oro passa da 600 dollari l’oncia a 660 dollari l’oncia
(quindi il prezzo sale del +10%), una compagnia che
estrae l’oro passa da un guadagno di 300 dollari l’oncia a
un guadagno di 360 dollari l’oncia. I profitti salgono
quindi del +20%, quindi molto di più del rialzo del prezzo

                                                        25
dell’oro. Ragionamento opposto vale in caso di discesa
del prezzo dell’oro e nel passato quasi tutte le società
aurifere hanno preso delle solenni legnate (l’indice del
settore è a oltre – 40% dai massimi, mentre il prezzo
dell’oro fisico è quasi in prossimità dei massimi) nelle fasi
“orso”, perché tipicamente hanno dei costi di struttura
molto elevati e nel passato avevano portato avanti
acquisizioni che spesso si erano rivelate dissennate.

Naturalmente investire sull’oro è possibile farlo anche in
altri modi (ma non così efficienti, poco costosi e liquidi
come il mercato degli ETF ed ETC), come per esempio
acquistando lingotti o monete d’oro (fra i siti da valutare
fra i più convenienti il tedesco Coininvest.com o gli
italiani Orovilla.com, Italpreziosi.it, Confinvest.it o
Filnum.it) dagli operatori autorizzati, e se qualcuno fosse
interessato all’argomento possiamo naturalmente
condividere le nostre conoscenze sull’argomento,
tenendo presente che anche in questo mercato le
differenze di prezzo possono essere notevoli da venditore
a venditore e la liquidabilità delle vendite di monete d’oro
e lingotto può non essere immediata e può costare uno
spread fra prezzo di acquisto e di vendita dal 3 al 8% in
base agli operatori.

                                                         26
IL TEAM STORICO DI SOLDIEXPERT SCF
Siamo considerati fra i pionieri del settore in Italia nella consulenza finanziaria indipendente e
basata sulla Rete.
Fra i n. 1 per esperienza e risultati e il mensile “Citywire Consulenza Evoluta” di marzo 2018 ha
dedicato a noi la storia di copertina.
Noi siamo persone, però, prima di tutto, come Salvatore Gaziano e Roberta Rossi che hanno
fondato nel 2001 questa società dopo aver maturato significative esperienze nel settore.
Salvatore ha iniziato a lavorare nel 1986 come analista finanziario, giornalista economico (Borsa
& Finanza, Milano Finanza, Il Fatto Quotidiano solo per citare alcune delle sue collaborazioni),
strategist e gestore, mentre Roberta, dopo essersi laureata alla Bocconi si è occupata di finanza
online fra le prime donne in Italia con Soldionline.it e poi risparmio gestito ed è anche un’attiva
conferenziera e autrice con Debora Rosciani, conduttrice e giornalista di Radio24 del libro
“Matrimoni & Patrimoni” (Hoepli Editore).

Fornire una consulenza di valore, senza conflitti di interesse e al prezzo giusto è la nostra
vocazione. E questo lo facciamo consigliando gli strumenti finanziari più adeguati (azioni,
obbligazioni, ETF, fondi) a piccoli e grandi investitori che ricercano spesso un'alternativa "a
quello che passa il convento" (banche e reti), esaminando e ristrutturando spesso portafogli
preesistenti o prodotti (spesso cari e senza nessun vero valore aggiunto) collocati dall'industria
del risparmio gestito.
Oggi la nostra società conta su un team di 6 persone e un Ufficio Studi che, monitora e confronta
ogni mese migliaia di investimenti per selezionare quelli che riteniamo più adatti per i singoli
clienti e portafogli e siamo completamente indipendenti da banche o altre istituzioni
finanziarie. Fornire una consulenza di valore, senza conflitti di interesse e al prezzo giusto è la
nostra vocazione.
Oltre a questo, come una struttura di Family Office, SoldiExpert SCF è, infatti, in grado di
coordinare tutte le attività legate alla gestione patrimoniale, garantendone la sicurezza e la
crescita del passaggio generazionale attraverso un controllo del patrimonio complessivo per
contribuire a garantire alle generazioni successive un livello di benessere adeguato. Un supporto
che possiamo realizzare grazie al nostro team di professionisti e una rete di relazioni con
competenze multidisciplinari strutturato per risolvere ogni aspetto dell’amministrazione della
ricchezza.

Dal 1° dicembre 2018 la nostra società è iscritta all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari con
delibera dell’Organismo (OCF) n 961 (numero iscrizione n.9), aderisce all’Arbitro delle
Controversie Finanziarie (ACF) ed è associata ad Ascofind, Associazione per la Consulenza
Finanziaria Indipendente (ex Ascosim).

                                                                                              27
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