76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...

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76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell’Associazione “Amici del Sacro Monte” di Varese

                                                                                                                                                                                                  76/2019

Poste Italiane - Spedizione in Abb. Postale 70% - Filiale di Varese. Ogni copia è distribuita gratuitamente.

                                                                                                                                                           Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604)
76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
Il nostro Sacro Monte

Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura
                                                                          Sommario
dell’Associazione “Amici del Sacro Monte” di Varese                       2        Editoriale (Maria Rosa Bianchi)

                                                                                   Vita Associativa

                                                                          4        Conversazioni al Sacro Monte - Ottava edizione

                  www.amicidelsacromonte.it                               5        Una nuova targa nel “Giardino della Memoria”

                  Il Nostro Sacro Monte
                                                                          6        Il mio ritratto di Zamberletti (Giuseppe Adamoli)
Registrazione del tribunale di Varese n. 753 del 23/03/98
        Direttore Responsabile: Riccardo Prando
                                                                          8        Il padre della
           Anno XXVII - Numero 76 - aprile 2019
                                                                                   Protezione Civile (Piergiorgio Gallinoni)
              EDITORE PROPRIETARIO
          Associazione Amici del Sacro Monte
 via del Ceppo 5 - Santa Maria del Monte - 21100 Varese                   10       Le Cappelle del Sacro Monte
                          PRESIDENTE                                               ci parlano attraverso i gesti
                        Maria Rosa Bianchi
                                                                                   dei personaggi che le popolano (MRB)
                     SOSTIENICI!
                ISCRIZIONE E RINNOVO
              ANNUALE ALL’ASSOCIAZIONE                                    12       Assemblea annuale dei Soci
         c/c postale n. 11078219 intestato a:
           “Associazione Amici del Sacro Monte”
              via del Ceppo 5 - 21100 Varese
    IBAN IT34 X076 0110 8000 0001 1078 219
      c/c bancario UBI Banca n. 00003507 intestato a:                              In questo numero
          “Associazione Amici del Sacro Monte”
    IBAN IT45 T031 1110 8160 0000 0003 507
                       Quota annuale:                                     13       “Perchè piangi” (Romite Ambrosiane)
                    Socio ordinario: € 25
         sostenitore: € 40 - benemerito: € 60 e oltre

                       DIRETTORE
                                                                          14       Suor Virginia Staurenghi (Gianni Perna)
                     Maria Rosa Bianchi
        redazione: redazione@amicidelsacromonte.it
                                                                          17       Ricordo di Teresio Colombo (Lidia Colombo)
          Hanno collaborato a questo numero:
  Giuseppe Adamoli, Mario Bo, Lidia Colombo, Silvano
  Colombo, Annamaria Fumagalli, Piergiorgio Gallinoni,                    18       Strade della memoria (Silvano Colombo)
    Massimo Grignola, Piera Malnati, Laura Marazzi,
  Gianni Perna, Romite Ambrosiane, Giuliano Tognella,
            Gianni Trotta, Ambrogina Zaro
                                                                          20       “Popolo carissimo,
  Foto, dove non diversamente indicato: Antonio Zaffaroni                          io ti ho sempre amato” (Massimo Grignola)

 PROGETTO GRAFICO - IMPAGINAZIONE - STAMPA                                22       Luca Papi - un sacromontino
   Alpegrafiche srl - via Cesare Correnti, 18 – Varese
 DISTRIBUZIONE E SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO                                         alla Transgrancanaria (Annamaria Fumagalli)
   © Ass. Amici del Sacro Monte - tutti i diritti riservati
Non tutti gli articoli e le immagini pubblicate rispecchiano neces-       26       Sentiero prealpino
 sariamente gli orientamenti degli organi della Associazione, tutti
 comunque sono ritenuti validi sul piano dell’informazione e utili
                                                                                   Marzio - Cuasso al Monte (Mario Bo)
 alla divulgazione e valorizzazione del Sacro Monte in tutti i suoi
aspetti. La pubblicazione di articoli o altro materiale è affidata alla
discrezione della Redazione. Quanto perverrà non verrà restituito         28       L'oratorio di San Domenico
            ---------------------------------------------------
                             In copertina                                          a Velate (Giuliano Tognella)
                  VII Cappella - La Flagellazione
                       Foto Ferruccio Pavesi
            ---------------------------------------------------           31       L’ultimo pescatore (Piera Malnati)
           Titolare del trattamento dei dati personali è
  l’Associazione Amici del Sacro Monte in osservanza di quanto
      prescritto dal D.Lgs. 196/2003 e successive modifiche
            ---------------------------------------------------
                                                                          32       Serata di Arte e Fede sul Viale delle Cappelle

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76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
Un numero particolarmente ricco di           La stagione quindi si annuncia ricca
articoli che riguardano personaggi           di iniziative che ci vedono protago-
legati a vario titolo al Sacro Monte e       nisti e che ci impegnano come sem-
che si sono distinti per opere meritorie     pre nella nostra missione di far
e degne di essere ricordate. Alcuni di       conoscere e valorizzare il Sacro
loro appartengono al passato: la             Monte, segnalando periodicamente
badessa delle Romite Virgina                 le situazioni di criticità all’Ammini-
Staurenghi, il parroco Angelo Del            strazione Comunale. E a proposito di
Frate, il “campanat” Enrico Bianchi.         criticità, ricordiamo che sono inco-
Altri invece sono a noi contempora-          minciati i lavori di consolidamento
nei: il senatore Giuseppe Zam-               della parete rocciosa sopra il
berletti, scomparso il 26 gennaio di         posteggio degli abitanti in direzione
quest’anno e di cui abbiamo inaugura-        Mosè, un’operazione necessaria e
to una targa nel Giardino della              urgente visto il verificarsi di fre-
Memoria lo scorso 6 aprile, il naturali-     quenti distacchi rocciosi che metto-
sta Teresio Colombo, scomparso lo            no a rischio l’incolumità di auto e
scorso 14 febbraio, e Luca Papi, gio-        persone. Ci auguriamo che tali lavo-
vane uomo vivo e vegeto, figlio dei          ri vengano conclusi velocemente e
fotografi sacromontini Vivi Papi e           che venga ripristinata l’area di par-
Annamaria Fumagalli.                         cheggio nella sua interezza. Il consi-
A voi, cari lettori, il piacere di scopri-   glio per chi poi volesse raggiungere
re le loro storie nelle pagine seguenti      il borgo nei fine settimana o giorni
insieme a tutti gli altri interessanti       festivi evitando il problema del par-
contributi che compongono questo             cheggio, e non avesse problemi di
numero. Un grazie doveroso e senti-          deambulazione, è di utilizzare i
to a tutti gli autori degli articoli e       mezzi pubblici, bus e funicolare
un invito a chi avesse qualche notizia,      che, ricordiamo, si possono prendere
storia o curiosità interessante da           con un unico biglietto a corsa.
comunicare, sul Sacro Monte in par-
ticolare ma anche in generale sul            Da ultimo, segnaliamo una nota
nostro territorio, a inviarci contributi     dolente: alcuni degli sponsor della
all’email:                                   nostra rivista quest’anno non hanno
redazione@amicidelsacromonte.it.             rinnovato il loro sostegno e questo ci
                                             mette in forte difficoltà. Insieme alle
Per quanto riguarda le nostre attività       quote associative, infatti, i contribu-
istituzionali, abbiamo riaperto l’Info       ti per le pubblicità sono praticamen-
Point turistico presso la nostra sede        te il nostro unico sostentamento. Ci
e ricominciato le “Conversazioni”,           permettiamo quindi di sollecitare
giunte all’ottava edizione, di cui tro-      tutti i Soci che non avessero ancora
verete di seguito il programma detta-        provveduto, a rinnovare l’iscrizione
gliato. Oltre alle tradizionali confe-       annuale appena possibile. Qualora
renze, per il 7 settembre abbiamo pre-       non riuscissimo a trovare nuovi
visto un incontro con le Romite              sostenitori, quest’anno ci vedremmo
Ambrosiane presso il loro Centro di          costretti a realizzare solo due nume-
Spiritualità, accogliendo la richiesta       ri della rivista.
di molti Soci. Il 5 luglio, infine, terre-   Ci dispiacerebbe molto.
mo l’undicesima edizione della
Serata di Arte e Fede sul Viale delle        Buona lettura, dunque,
Cappelle con don Luca Violoni,               e buon periodo pasquale a tutti!
riportata in dettaglio in ultima pagina.                     Maria Rosa Bianchi
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Conversazioni al Sacro Monte
                                      Ottava Edizione

                                 APRILE      – SETTEMBRE 2019
     Presso la Sede associativa di Via del Ceppo 5 (P.le autobus)

Sabato 6 aprile – ore 14,30
presso il “Giardino della Memoria” al Sacro Monte
Inaugurazione della targa in memoria del sen. Giuseppe Zamberletti
        ore 15,30
        presso la nostra Sede
        “Ricordando Giuseppe Zamberletti”
        Relatore: Giuseppe Adamoli

Sabato 13 aprile – ore 15,30
“Chi parla nelle Cappelle? Tra le statue del Sacro Monte, leggendo mani e volti”
Relatrice: Laura Marazzi, Conservatrice del Museo della Collegiata di Castiglione Olona

Sabato 11 maggio – ore 15,30
“Giuseppina Grassini: la sacromontina che conquistò l’Europa napoleonica”
Relatore: Bruno Belli, Umanista, Musicologo, Giornalista

Sabato 18 maggio – ore 15,30
“Alla scoperta degli animali del Parco Campo dei Fiori. Biologia, comportamento e curiosità sulla fauna
fuori dalla porta di casa”
Relatore: Adriano Martinoli, Professore di biologia e conservazione della fauna presso
l’Università dell’Insubria

Sabato 8 giugno – ore 15,30
“Parco Campo dei Fiori: la resilienza di un territorio”
Relatore: Giuseppe Barra, Presidente Ente Parco Regionale Campo dei Fiori

Sabato 22 giugno – ore 15,30
“Asteroidi: un pericolo per la Terra?”
Relatore: Luca Buzzi, Ricercatore dell’Osservatorio Astronomico “G.V. Schiaparelli” di Varese

Sabato 7 settembre – ore 16,30
INCONTRO CON LE ROMITE AMBROSIANE
Centro di Spiritualità del Monastero – piazzetta Paolo VI - Sacro Monte
Per gli interessati, seguirà alle 18 la recita dei Vespri

Sabato 21 settembre – ore 15,30
“Alcune belle fiabe del Varesotto, specchio della cultura orale dei nostri avi”
Relatrice: Margherita Giromini, già Direttrice Scolastica

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Vita Associativa

Una nuova targa
nel “Giardino della Memoria”
Inaugurata sabato 6 aprile 2019 la nostra targa a ricordo del senatore Giuseppe Zamberletti,
alla presenza delle autorità cittadine.

                                                                                                           don Sergio Ghisoni

                                                                               Maria Rosa Bianchi, Vanni Belli e Silvio Marzoli

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Conversazioni al Sacro Monte – sabato 6 aprile 2019

Il mio ritratto di Zamberletti

                                                                                                    Il Giardino della Memoria

B
        ello il mio rapporto politico e umano con             un ragazzo che fa l’operaio in fabbrica. “E’ proprio di
        Giuseppe Zamberletti: ci chiamavamo Zambo             te che ho bisogno. Il tuo nome me l’hanno dato alle
        ed Adam. La figura che traccerò brevemente            Acli e alla Cisl. Tu ci devi soltanto dire, a tuo modo,
di lui sarà inconsueta perché non riguarderà tanto la         perché un giovane operaio vota DC”.
“sua” grande opera della Protezione civile ma l’uomo          A Roma ci sono andato e ho scritto e riscritto quella
politico.                                                     paginetta che poi ho letto decine di volte. La sera mi
Sono stato due volte all’ospedale per incontrarlo. La         ha portato a cena con una ventina di persone fra cui,
prima, quasi si slancia per abbracciarmi e mi gela            pensate, Piccoli, Rumor, Bisaglia, Gava: lo stato
subito “Sono un malato terminale”. Poi parliamo di            maggiore dei dorotei e della DC che vedevo in televi-
tante cose belle, amare, difficili. La seconda, è molto       sione. Lui allora era il presidente nazionale dei giova-
provato, “E’ l’ultima volta che ci vediamo”. Intatta la       ni amministratori democristiani.
lucidità ma soprattutto straordinaria la serenità.            La cosa più curiosa è che siamo sempre stati in cor-
L’avevo conosciuto nel 1963 con una sua telefonata.           renti diverse della Dc. Lui era un doroteo molto bene
Allora ne conoscevo appena il nome perché sarebbe             inserito nella corrente eppure abbastanza atipico. In
diventato deputato nel 1968. Mi invitava a partecipa-         realtà era un gollista, estimatore della Repubblica
re a un convegno a Roma per dire “qualche parola”.            francese di De Gaulle. Proponeva per l’Italia una
Gli rispondo che ha sbagliato persona e che io sono           modifica della Costituzione in senso francese. Voleva

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76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
Il sindaco Davide Galimberti e Vanni Belli, Presidente del Centro Geofisico Prealpino

Giuseppe Zamberletti                                                                                                             Giuseppe Adamoli

il semi-presidenzialismo che non avrebbe portato,              paio di settimane nel 1987, prima di essere sostituito
come molti affermavano, a una svolta autoritaria, ma           da Remo Gaspari. All’inizio i valtellinesi non voleva-
al contrario a una democrazia più efficiente ed effica-        no Gaspari. Poi in realtà si sono ricreduti perché
ce.                                                            Gaspari si è dimostrato un potente ministro capace di
Era per lo Stato autorevole e con una struttura forte          allargare i cordoni della borsa se e quando necessario.
perché solo così può aiutare i deboli e risolvere la           Ma Zambo era rimasto nel cuore dei valligiani. Lo
“questione meridionale”. Un episodio mi ha colpito.            sentivano uno di loro nell’emergenza acuta, quando
Quando ha saputo due anni fa che ero il presidente del         scarpinava con gli stivali nel fango, quando passava
comitato per la riforma costituzionale, bocciata il 4          le notti in tenda. E’ questo che colpiva, un varesino
dicembre 2017, mi ha telefonato per darmi una mano.            che aveva fatto la vita a Roma ma che non aveva
Abbiamo poi fatto qualche manifestazione e qualche             perso la freschezza umana dell’uomo del Sacro
conferenza stampa insieme: un successo perché c’era            Monte. Perché lui ogni tanto raccontava questa sua
lui.                                                           origine e ai valtellinesi faceva tanto piacere.
Passa inevitabilmente e giustamente come il padre              Per la sua vita politica esemplare, la sua etica pubbli-
della Protezione civile e sarà ricordato come un gran-         ca e le sue capacità di governo, ha ricevuto il grandis-
de realizzatore. Però a volte viene descritto alla stre-       simo e rarissimo onore dei funerali di Stato. Di solito
gua di un tecnocrate di successo e questo mi fa rabbia         si mormora contro i funerali di Stato. Non assoluta-
perché è una interpretazione riduttiva.                        mente così nel caso di Zamberletti che sono stati
Zamberletti aveva cominciato a far politica a vent’an-         molto sentiti, con una forte partecipazione emotiva di
ni rinunciando all’università e trasferendosi a Roma.          tutta la Protezione civile e dei comuni cittadini.
Ha compiuto le sue opere da ministro politico come             Il capo della Protezione civile Borrelli qualche setti-
pochi altri, ma nemmeno solo per questo. Perché                mana fa, in un incontro riservato qui da noi, ha
aveva dentro una cultura di governo, una filosofia di          annunciato che stanno pensando, in sintonia con la
vita, un modo concepire il lavoro pubblico, un’empa-           città di Varese, di creare una Fondazione a suo nome.
tia con le persone che non è affatto del tecnocrate.           Approvo con entusiasmo purché sia fatta bene con le
Aveva una fortissima attitudine politica e poi era             dotazioni necessarie, con una forza incisiva e morale
dotato di una qualità umana straordinaria. Posso por-          che colpisca al cuore e che chiami tutti alla coscienza
tare una testimonianza. Sono stato negli anni 1989-90          del servizio civile e del rispetto dello Stato. Il quale,
assessore regionale ai LLPP e mi sono occupato della           se davvero autorevole, può aiutare chi ha bisogno.
Valtellina dopo la terribile alluvione e la grande frana
per la quale Zamberletti era stato commissario per un                                                                Giuseppe Adamoli

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76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
Il padre della Protezione Civile
Da ragazzo, Giuseppe Zamberletti, giocava al Sacro Monte dove era nato

                                                                                 Giuseppe e Domenichino Zamberletti vestiti da
                                                                                    marinaretti con il cugino Vincenzo Gallinoni

                                                           agli amici entusiasmandoli. "I Ragazzi della Via

I
   fratelli Zamberletti del Sacro Monte,
   Domenico e Giuseppe, oggi riposano l'uno                Pál" per esempio, il celebre romanzo per ragazzi
   accanto all'altro, nel piccolo suggestivo               dell'ungherese Ferenc Molnár, l'aveva letto e
Camposanto del paese dove sono nati.                       riletto e lo conosceva quasi a memoria, e su quel-
Certamente i due fratelli sono stati, sia pure nel-        la traccia aveva raggruppato gli amici più fidati,
l'ambito di campi completamente diversi, due               armandoli - si fa per dire - con canne di bambù a
personaggi che hanno onorato in modo eccezio-              guisa di lance, inventando nemici inesistenti, e
nale la terra varesina.                                    conquiste di territori, rappresentati da boschi e
                                                           prati... di proprietà della nonna. Una volta gli
Domenichino è volato in cielo tanti anni fa:               capitò tra le mani un romanzo poliziesco: imme-
aveva solo 14 anni.                                        diatamente decise di organizzare nientemeno
                                                           che un'agenzia investigativa: la chiamò PSR
L'onorevole Giuseppe ci ha lasciato invece da              (polizia segreta ragazzi) con tanto di tessere che
poco, appena compiuto gli 85 anni: l'abbiamo               fece stampare dal papà tipografo di un amichet-
visto ritornare al suo Sacro Monte per riposare            to di Varese. Qualcuno ancora oggi forse si ricor-
definitivamente nella Casa del Padre tra gli               derà come allora fosse stato denunciato un furto
squilli di tromba dei corazzieri della Repubblica          in una villa del Sacro Monte e come questi intra-
Italiana: i funerali di stato volevano essere              prendenti ragazzini, sotto la guida del futuro
appunto il dovuto riconoscimento per le bene-              senatore, si mobilitarono per rintracciare il pos-
merenze del senatore "padre della protezione               sibile ladro.
civile".
                                                           Ancora un ricordo: nel 1949 fu organizzata -
E' comprensibile come noi, che siamo della sua             come abbiamo raccontato in un precedente
generazione e siamo praticamente cresciuti con             numero di questa rivista - una grande corsa
lui, possiamo essere travolti da un'onda di ricor-         podistica con il patrocinio della stampa sportiva
di della nostra infanzia e adolescenza.                    dell'epoca: gli organizzatori erano riusciti anche
Leggeva moltissimo, Peppino, da ragazzo e la               a ottenere il permesso di installare poderosi alto-
sua fantasia, già effervescente di natura, si arric-       parlanti sul campanile per trasmettere la pubbli-
chiva con le storie lette che spesso comunicava            cità e le notizie dell'andamento della corsa, ope-

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76/2019 Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) - Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell'Associazione "Amici del Sacro ...
I funerali di Stato a San Vittore

razione fondamentale per la riuscita della mani-                         Al termine della corsa podistica tutti gli fecero i
festazione. Bene: all'ultimo momento il radiocro-                        più grandi complimenti: a 16 anni era stato vera-
nista ingaggiato avvertì che non poteva essere                           mente brillante e si era dimostrato un consuma-
presente. Sconforto e affanno tra gli organizzato-                       to radiocronista!
ri: nessuno si sentiva di affrontare quel ruolo. Il
sedicenne Zamberletti presente nell'occasione,                           Quando, impegnato nelle varie calamità nazio-
spontaneamente, senza nessuna autorizzazione,                            nali, lo vedevamo alla televisione, lo riconosce-
afferrò subito disinvoltamente il microfono e tra                        vamo subito per il suo profilo compunto e sopra-
lo stupore ma anche la diffidenza generale                               tutto per la sua bella capigliatura bianca curatis-
cominciò la radiocronaca della manifestazione.                           sima. Ebbene: il senatore da piccolo era biondis-
                                                                         simo e, a differenza di suo fratello pure biondo,
                                                                         lui era riccio, anzi sarebbe più consono dire... era
                                                                         pieno di riccioli biondi, e ne era molto orgoglio-
                                                                         so. Ma un giorno, un bruttissimo giorno, una sua
                                                                         cuginetta più grande di lui, gli si avvicinò con in
                                                                         braccio il suo bambolotto di celluloide e con
                                                                         voce molto malinconica e al tempo stesso accat-
                                                                         tivante gli disse:
                                                                         - Vedi, Peppino, il mio povero Michelino - indi-
                                                                         cando il capo lucido del suo bambolotto - è
                                                                         senza capelli... e prende sempre il raffreddore...
                                                                         Oh se avesse i tuoi riccioli!... Non saresti così
                                                                         carino da regalargliene un po'? -.

                                                                         Pare che Peppino, che è sempre stato un bambi-
                                                                         no molto sensibile, rimase commosso e accon-
                                                                         sentì che la cuginetta sciagurata gli tagliasse
                                                                         immediatamente un paio di ciocche di capelli .
                                                                         La mamma quando lo vide così conciato - aveva
                                                                         tra le mani ancora qualche ricciolo tagliato - lo
                                                                         redarguì con disappunto, ma lui candidamente
                                                                         rispose: - Michelino, povero, prendeva sempre il
                                                                         raffreddore...-.
                         La sepoltura nel cimitero del Sacro Monte                                   Piergiorio Gallinoni

                                                                     9
Conversazioni al Sacro Monte – 13 aprile 2019

Le Cappelle del Sacro Monte
ci parlano attraverso i gesti
dei personaggi che le popolano

U
          n'analisi minuziosa                                                                           mano al petto e mostrando il
          delle statue di alcune                                                                        palmo dell’altra, come a
          Cappelle del Sacro                                                                            voler recepire e meditare le
Monte, attraverso l'interpreta-                                                                         parole che le vengono annun-
zione della loro gestualità e del-                                                                      ciate.
l'espressione dei loro volti. Il                                                                        Proseguendo con la Terza
"gran teatro montano", definito                                                                         Cappella, che illustra la
da Giovanni Testori, si è svelato                                                                       Natività, vediamo i perso-
ai nostri occhi in tutti i suoi                                                                         naggi assumere posture diffe-
significati grazie alla straordina-                                                                     renti attorno alla figura cen-
ria capacità comunicativa e alla                                                                        trale del Bambino, vero ful-
grande competenza di Laura                                                                              cro della rappresentazione:
Marazzi.                                                                                                Maria è inginocchiata, in
L'excursus della relatrice è                                                                            atteggiamento tipico di chi si
                                                                                    Seconda Cappella
partito dalla Seconda Cap-                                                                              prostra davanti a qualcuno di
                                                                       Incontro tra Elisabetta e Maria
pella, quella della Visita-                                                                             importante, con un gesto di
zione, quasi ad accogliere noi spetta-                                                          timore reverenziale teso ad accarez-
                                                                            Prima Cappella
tori con l'abbraccio tra Maria e la                                                             zare la testa del Figlio con la mano
                                                                        Arcangelo Gabriele
cugina Elisabetta, che si slancia                                                               sinistra che, rimane, però, sospesa.
verso la Madonna sorridendo e stin-                                                             C'è poi la figura di Giuseppe, ritratto
gendole la mano, secondo una                                                                    in un movimento lento e pacato
modalità di saluto tipico del mondo                                                             verso il Bambino, che dolcemente
occidentale; per fare un esempio, un                                                            aiuta lo spettatore a immergersi nella
giapponese, infatti, non saluterebbe                                                            scena. Tra i pastori presenti, il più
un suo ospite toccandolo o stringen-                                                            vicino a Gesù è in ginocchio a mani
dogli la mano, ma semplicemente                                                                 giunte, come a richiedere la prote-
inchinandosi di fronte a lui e senza                                                            zione del Dio fattosi uomo: è un
necessariamente sorridere. Questo                                                               gesto di affidamento al proprio
primo esempio è servito per com-                                                                Signore, per noi molto famigliare,
prendere come i gesti possano esse-                                                             che forse entra nel contesto della
re suddivisi in due grandi categorie:                                                           devozione cristiana dal mondo
da una parte i gesti spontanei,                                                                 cavalleresco. Persino il cane è
espressivi, di lettura universale per-                                                          accucciato in modo molto composto,
ché tratti direttamente dall’osserva-                                                           quasi a sottolineare l'importanza del-
zione della realtà umana e delle sue                                                            l'evento descritto.
reazioni “naturali”; dall’altra parte                                                           Passando alla Quarta Cappella, la
quelli convenzionali, dettati da codici culturali, alcuni          Presentazione al Tempio, viene analizzata la curiosa
dei quali dal Seicento sono giunti inalterati fino ai gior-        figura del ladruncolo nell'atto di intimare al cane che lo
ni nostri.                                                         guarda di stare zitto e di non farlo scoprire mentre
Cominciando la nostra salita ideale, incontriamo la                allunga il braccio sinistro per sottrarre qualche moneta
Prima Cappella, dove troviamo l'Arcangelo Gabriele                 dalla borsa appesa alla cintura di un altro personaggio.
con il braccio rivolto in avanti e l'indice della mano             Per chiedere silenzio egli porta l'indice destro sulle lab-
destra alzato verso l'alto, come chi sta comunicando               bra, in un gesto per noi di immediata lettura e che tut-
qualcosa di importante, quasi nell'atto di benedire: è un          tavia ha un’origine molto antica. È il “signum harpo-
gesto antico, che echeggia figure di arringatori o di              craticum”, oggetto di interesse per tanti storici dell’ar-
imperatori romani colti nell’atto di pronunciare un                te, da André Grabar ad André Chastel, poiché la fortu-
discorso solenne. Maria ascolta l’angelo portando una              na di questo gesto parte dall’arte egizia e arriva fino

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all’epoca contemporanea. Qui è uti-                                    Quarta Cappella       XIV secolo e fino all’età della
lizzato per creare una divertente                                          Il borsaiolo      Controriforma conosce grande fortu-
digressione, ma in altri contesti,                                                           na: in seguito fu per lo più osteggiata
come presso la clausura di monaste-                                                          dalla Chiesa perché considerata inde-
ri, una figura con il dito davanti alla                                                      corosa, oltre che non rispettosa del
bocca invita a fare silenzio per                                                             racconto evangelico. L’Addolorata
ascoltare meglio Dio.                                                                        della cappella della Crocifissione,
Sono però i personaggi che popola-                                                           come quella della Salita al Calvario,
no la Quinta e ultima Cappella dei                                                           pur esprimendo una sofferenza che
Misteri Gaudiosi a offrire ai visita-                                                        indebolisce il corpo, preserva infatti
tori il numero maggiore di atteggia-                                                         la propria dignità, mantenendo una
menti ed espressioni da analizzare                                                           nobile compostezza.
in questa prima parte del Viale.                                                             Nella terza parte del Viale, tra i
Alcuni dei Dottori ritratti ad ascolta-                                                      Misteri Gloriosi, la relatrice si è sof-
re Gesù hanno le fattezze con cui                                                            fermata in particolare su due Cap-
tipicamente venivano descritti gli                                                           pelle, al cui interno troviamo nume-
ebrei, con il naso aquilino e la barba                                                       rosi esempi sui cui riflettere.
a punta: uno stereotipo iconografico                                                         Nell'Undicesima vengono rappresen-
duro a morire. C'è chi rimane sedu-                                                          tati i diversi atteggiamenti dei solda-
to a meditare, malinconico, con il                                                               ti a guardia del sepolcro di Cristo
                                                                               Quinta Cappella
mento appoggiato alla mano, chi                                                                  di fronte alla sua resurrezione: chi
                                                                     Il Dottore argomentatore
invece è in piedi, con la tipica                                                                 brandisce la spada e alza il pugno
gestualità di chi sta argomentan-                                                                verso il Risorto in segno di minac-
do ed enumera con rabbia le                                                                      cia, chi cade a terra annientato
argomentazioni della sua tesi                                                                    dalla sorpresa, chi si ritrae impau-
sulla punta delle dita, chi invece                                                               rito, chi contempla estasiato, chi
ha un’espressione stupita, quasi                                                                 alza la mano quasi a proteggersi
scandalizzata per ciò che sente.                                                                 dalla luce del Risorto e chi dorme
Una scena viva, un florilegio di                                                                 e non si accorge di nulla.
reazioni ritratte in modo partico-                                                               Nella Quattordicesima e ultima
larmente efficace.                                                                               cappella, sono gli apostoli a reagi-
Passando ai Misteri Dolorosi,                                                                    re in modi differenti assistendo al
troviamo soprattutto nell'Ottava e                                                               mistero dell'Assunzione della
nella Nona Cappella i migliori                                                                   Vergine. Ecco quindi Pietro, rivol-
esempi plastici della crudeltà con                                                               to verso la finestra di fronte, che
una serie di brutti ceffi che sbef-                                                              indica con le due mani rispettiva-
feggiano e torturano il Cristo,                                                                  mente la Madonna in cielo tra gli
affetti da varie deformità fisiche a significare, come si         angeli e il sepolcro vuoto. Un altro apostolo col capo
pensava un tempo, che a un corpo deforme corrispon-               rasato, giungendo le mani, guarda sereno all'interno del
desse sempre un animo malvagio. Ecco quindi gozzi                 sepolcro; Giovanni, il più giovane, è inginocchiato con
spropositati, escrescenze varie sulla pelle, occhi stra-          espressione disperata, così come anche altri apostoli,
buzzati o ammalati, lingue protruse e gesti osceni,               per ciò che evidentemente considera come una secon-
come quello della fica, con il pollice sporgente tra l'in-        da perdita. Altri invece hanno dipinto sul volto piutto-
dice e il medio, che ritroviamo anche nella Divina                sto un grande stupore, quasi spavento rispetto a questo
Commedia di Dante e che sostanzialmente potremmo                  evento per loro incomprensibile. Sicuramente, una
equiparare al nostro moderno “terzo dito alzato”. Tutto           varietà di reazioni nelle quali anche ognuno di noi può
concorre affinché il fedele, di fronte a uno spettacolo di        ritrovarsi.
tale brutalità, senta per contrasto tutta l’innocenza di          Si può concludere che i misteri del Rosario siano qui
Cristo e sia mosso a compassione.                                 rappresentati per docēre, cioè insegnare, ma anche per
Anche nella Decima Cappella, ultima dei Misteri                   movēre, cioè commuovere, e l'abilità dei maestri plasti-
Dolorosi, si trovano ritratte le espressioni più dispara-         catori, davvero eccezionale, ancora oggi consente a chi
te, con particolare riferimento alla statua della                 si affaccia alle vetrate delle Cappelle del nostro Sacro
Madonna, sorretta da due donne, rappresentata mentre,             Monte di immedesimarsi nelle scene che sta guardan-
per il grande dolore, sente venir meno le forze.                  do, cogliendone il significato attraverso ogni particola-
L’iconografia detta dello Spasimo, con la Vergine sve-            re raffigurato.
nuta alla vista della Passione del Figlio, compare nel                                                                          MRB

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Assemblea annuale dei Soci - 13 aprile 2019

D
        opo l’interessante “conversazione” di Laura             lingua straniera, e il sostegno della Fondazione
        Marazzi sulle statue del Sacro Monte, sabato            Comunitaria del Varesotto Onlus, nonché la terza
        13 aprile si è svolta anche l’assemblea annua-          ristampa della mappa del Borgo, con il contributo del
le ordinaria con la presenza di 43 soci votanti, di per-        Rotary Club Varese 1928. Abbiamo inoltre conse-
sona o per delega. Ha presieduto la seduta la presi-            gnato al Sindaco un aggiornamento del rapporto
dente Maria Rosa Bianchi coadiuvata dalla segretaria            che stiliamo periodicamente sulle situazioni di critici-
Clara Belli.                                                    tà e le problematiche da risolvere al Sacro Monte.
All’ordine del giorno, l’approvazione del rendiconto            La Presidente ha infine ringraziato i membri del
morale e del consuntivo al 31.12.2018 e del preventi-           Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori e i
vo 2019. Il tutto è stato approvato all’unanimità.              Volontari coinvolti nell’Info Point per l’impegno pro-
                                                                fuso, invitando tutti i Soci a collaborare e a partecipa-
La Presidente Bianchi ha enumerato le numerose atti-
                                                                re sempre di più alle nostre iniziative e alla vita asso-
vità svolte nel corso del 2018, fra cui la rivista “Il
                                                                ciativa.
nostro Sacro Monte”, sempre molto apprezzata e
giunta al XXVII anno di realizzazione, l’aggiorna-
mento costante del sito internet e della pagina
Facebook, la gestione dell’Info Point turistico, le tra-
dizionali “Conversazioni” con relatori d’eccezione, la
visita dedicata a Soci e simpatizzanti alla Collegiata
di Castiglione Olona e l’annuale Serata di Arte e Fede
sul Viale delle Cappelle, con don Luca Violoni.
Oltre a queste attività istituzionali, nel 2018 abbiamo
realizzato la riedizione riveduta e aggiornata della
guida turistica in quattro lingue sul Sacro Monte, con
la collaborazione degli allievi della Scuola Superiore
di Mediazione Linguistica di Varese per la parte in

       Iscrizione e rinnovo annuale all’Associazione
      In alternativa al bollettino inserito nella rivista, riportiamo di seguito
       le modalità di pagamento tramite bonifico ai nostri conti correnti.
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                                                           12
“Perché piangi?”
                                                           un incontro. Qualcuno è lì ad attenderci dietro e

N
          el giardino della risurrezione, anticipo
          di Paradiso, risuona ripetuta una                dentro le nostre lacrime e le nostre ricerche. È lì
          domanda stonata con l’esplodere della            e, se ci lasceremo incontrare ed interrogare, ci
Vita, il compimento delle promesse, il rotolar via         offrirà un nuovo orizzonte, nuove prospettive,
della pietra sepolcrale: “Perché piangi?”. Ancora          un giardino fiorito, fecondato anche dalle nostre
lacrime, che presto si tramuteranno in gioia, in           lacrime e dai nostri desideri. A questo ci invita
danza e canto, ma ancora, ora, sono amare. È               pure un salmista che ben conosce le lacrime, le
forse una stonatura, ma allora in quel giardino in         cadute ed anche la morte:
cui era germogliata la Vita, nessuno disse “no,            “Ritorna, anima mia, alla tua pace,
stai sbagliando, non piangere”, allora, nel fulgo-         perché il Signore ti ha beneficato.
re del mattino di Pasqua quel pianto non appar-            Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
ve stonato, anzi, venne quasi dilatato da quella           i miei occhi dalle lacrime,
domanda: “perché piangi?”.                                 i miei piedi dalla caduta.
“Perché piangi?”: invito ad ascoltare il pianto, a         Io camminerò alla presenza del Signore
comprenderlo, a comprenderci con le nostre                 nella terra dei viventi” [Sal 116 (114-115), 7 – 9].
lacrime perché, se qualcosa di nuovo accadde in            Lacrime, cadute, morte sono stati per il salmista
quel giardino, ecco, germogliò da lacrime, da              prima e ancor più in quel giardino luoghi in cui
lacrime amare: non vita senza dolori di parto,             si è sperimentata una salvezza inattesa e da cui è
non compimento delle promesse senza lasciare i             iniziato un nuovo cammino … cammino alla
nostri piccoli traguardi, non pienezza senza               presenza del Signore nella terra dei viventi …
limiti. Ascoltiamo dunque i nostri pianti per              cammino non più solitario e desolato, non più
incontrare Colui che tergerà ogni lacrima dai              sostenuto da uno sforzo individualistico e titani-
nostri volti, Colui che già cammina con noi nella          co, ma cammino come incontro e comunione …
pienezza della sua risurrezione e nelle lacrime            cammino in una terra che, se ancora conosce
delle nostre sofferenze e nostalgie, nell’incom-           lacrime e sofferenze, le riconosce come segni di
piutezza dei nostri giorni.                                vita, nostalgia di Vita … vita in questa terra dove
E chi interroga le nostre lacrime nel giardino             le ombre di morte e i sepolcri chiusi e sigillati
della risurrezione ci fa voltare: chi ci interroga?        sono stati spalancati e rovesciati in giardino di
Chi ci parla? Donde questa voce che mi legge               risurrezione. È vero, questo avvenne una sola
dentro e mi fa aprire il cuore? Cercando e ricer-          volta più di duemila anni fa, avvenne una sola
cando, forse, diverrà naturale voltarsi e voltan-          volta ma aprì per tutti una via, un cammino, per-
doci così – così con le nostre lacrime, le nostre          ché per tutti sia Pasqua. Pasqua significa passag-
domande, la profondità del nostro cuore – ecco,            gio, mettiamoci dunque in cammino per passare,
                                                                              attraverso le lacrime e l’ombra
 “Noli me tangere”                                                            di morte, fino alla Vita: questo ci
 Girolamo Bissoni - particolare polittico                                     è offerto da quel mattino, nel
 olio su tavola - 1540                                                        giardino della risurrezione,
 Monastero delle Romite                                                       quando risuonò la domanda
                                                                              “Perché piangi?” e voltandosi
                                                                              una donna incontrò Colui che
                                                                              cercava tra i morti, ma che, risor-
                                                                              to e chiamatala per nome, la
                                                                              inviava ad annunciare un amore
                                                                              forte come la morte e il Vivente
                                                                              come compagno di cammino
                                                                              che, chiamandoci per nome, ci
                                                                              accompagna passo – passo da
                                                                              ora e per sempre … comunione
                                                                              di cammino, comunione che è
                                                                              pienezza di Vita.

                                                                                         Romite Ambrosiane

                                                      13
Suor Virginia Staurenghi:
una luce di speranza dal monastero soppresso (1801-1822)

U
         no sguardo rapido, commosso: lo rivolse
         all’alba Suor Virginia all’abito religioso
         ed ottemperò anche quel giorno all’ob-
bligo imposto a lei, ad altre ex-monache Ago-
stiniane, di indossare solo abiti civili. Non si
erano allontanate impaurite dal Sacro Monte
come altre di loro. Erano rimaste consapevol-
mente lassù, nel monastero appena soppresso.
Da anni, da quel tristissimo 1798 della soppres-
sione e della separazione dalle consorelle sgo-
mente, custodivano con cura, devotamente, l’a-
bito monacale. Quotidianamente soffrivano
l’umiliazione di esserne prive, ma sempre in
fiduciosa attesa...
Eppure, cessata la tempesta della Rivoluzione,
Napoleone non aveva revocato mai il penoso
provvedimento. Dal 1804 imperatore dei france-
si e re dell’Italia a sé assoggettata, aveva pur sti-
pulato, tre anni prima, il Concordato con la
Chiesa. Nessun suo intervento, tuttavia, aveva
attenuato il loro disagio... Non restava che fare
appello alla sua clemenza...
Su tutto questo rifletteva Suor Virginia. Da
tempo si proponeva di scrivergli, di supplicarlo:
si convincesse Napoleone, concedesse alle ex-
monache il tanto atteso indulto: la remissione di
quell’imposizione umiliante.
Si sarebbe fatta portavoce dell’ansia delle venti-
due ex-monache di cui era governatrice: un
gruppo ridotto ma concorde, determinato a con-               delle monache al mondo – lei l’aveva sottolinea-
servare la Regola ispirata a Sant’Agostino, gui-             ta con l’aggettivo sepolte – sarebbe stata più per-
date da lei. Erano ferme nel proposito di prose-             suasiva per Napoleone.
guire la loro vita di claustrali, per quanto possi-          Forse, con minore superficialità del consueto,
bile in eccezionali, difficili condizioni.                   l’augusto destinatario avrebbe giudicato anche il
L’esempio di quante le avevano precedute lassù               sacrificio delle supplicanti. Erano costrette a non
nella fedeltà alla propria vocazione, le conforta-           rivestire l’abito monacale, espressione esteriore
va, le spronava...                                           della loro consacrazione, e dovevano abitare da
Lungo i decenni, erano vissute nel già esistente,            affittuarie negli antichi locali del monastero
“insigne Monastero del Sacro Monte (…), in questa            requisito (“casa regia” lo denomina Suor Virginia
rimota rupe di buona voglia sepolte, onde interamente        in altre suppliche). Oltre all’affitto, erano al loro
dedicarsi al Signore”. Quasi sorpresa, rilesse Suor          carico le spese di manutenzione e per lavori stra-
Virginia le prime righe della supplica: si era deci-         ordinari. La “tenue annua pensione di lire ottocen-
sa, grazie a Dio, aveva vinto le lunghe incertezze!          to”, corrisposta a ciascuna ex-monaca era pertan-
E le sembrò suggerimento dall’alto l’espressione             to insufficiente.
rimota rupe. Una precisazione geografica, una                Le confortava in tante prove il ricorso alla pre-
descrizione del territorio occupato dal Santuario            ghiera, l’unico, insostituibile sostegno. “Fin dal-
e dal monastero ben poco avrebbero significato               l’epoca fatale di loro soppressione – la governatrice
per l’imperatore lontano. Così, invece, la rinun-            scriveva concentrata e spedita – le ex-Ago-
cia totale alla vita normale, la cosiddetta morte            stiniane – sempre costanti nel loro adottato sistema

                                                        14
di un perfetto ritiro (ossia nel proposito iniziale di         me consultate, grazie alle Romite Ambrosiane, la
condurre una vita claustrale) non cessano giammai              governatrice non si attribuisce mai alcun merito,
d’innalzare al Cielo le loro mani”.                            si considera umile portavoce della comunità, in
In questa e in altre lettere-supplica, oggi conser-            cui sempre si cela. Lo si intuisce tuttavia: era lei
vate nell’Archivio delle Romite Ambrosiane, il                 a guidarla, a incoraggiarla, a prendere decisio-
tema della preghiera occupa sempre il centro.                  ni... Interveniva mossa dal carattere volitivo,
Qui, in particolare, è pervaso da un alone di ele-             sorretto da intelligenza e cultura, ma addolcito
vata spiritualità comunitaria. Suor Virginia, elo-             da attenta, affettuosa sensibilità, specie verso le
giata la costanza delle ex-monache, ne esalta                  consorelle più deboli.
l’ininterrotta lode e invocazione a Dio con                    Il 20 agosto 1802, nel rivolgersi a Francesco
un’immagine corale stupenda, poetica. È model-                 Melzi d’Eril, vicepresidente della Repubblica
lata infatti su quelle dei beati in preghiera, alle            Italiana sottoposta a Napoleone, ebbe accenti di
quali Dante da un’impronta di avvincente sug-                  viva sollecitudine per le anziane del gruppo.
gestione nel suo Paradiso.                                     Nell’eventuale, doloroso frangente dello sciogli-
Avrebbe letto la supplica Napoleone? Oppure                    mento per difficoltà economiche, “... prive di
qualche zelante funzionario di corte avrebbe                   Parenti e già ridotte ad età cadente - gli scrisse – tro-
cestinato la missiva di una sconosciuta suora                  verebbensi isolate, prive de ogni soccorso che luna
lombarda? La perplessità distrasse Suor Virginia               all’altra attualmente prestonsi (si prestano) ed espo-
per brevi momenti. Le era necessaria a quel                    ste quindi a dover morire miseramente.”
punto altra luce... Sì doveva proseguire nel suo               Pur nell’intensa trepidazione, Suor Virginia apre
appello, doveva chiuderlo in modo persuasivo!                  un squarcio di vita comunitaria, atteggiata ad
Era vero, purtroppo! La risposta di Napoleone si               abituale, vicendevole carità. Convinta della pro-
prospettava assai incerta. Ma la comunità aveva                fonda validità umana e cristiana di tale virtù, la
sperimentato le difficoltà, le contrarietà del dia-            favorisce tra le consorelle, la sollecita: facilmente
logo con i potenti. Erano rimasti silenziosi, con              si comprende.
un’unica eccezione...                                          Sopra si è accennato a un’eccezione. È la riduzio-
Del tutto sottomesse a Dio per vocazione, le ex-               ne – sia pure per un anno – decisa dal vicepresi-
agostiniane erano disposte a riconoscere il mani-              dente di due terzi dell’affitto e spese connesse, in
festarsi del suo volere anche nell’attesa risposta             risposta alla supplica. La lettera inoltre docu-
di Napoleone, non importa se appagante o,                      menta il rilievo che hanno gli scritti della Suora
quasi certamente, deludente.                                   nella storia locale.
                                                               Nulla sappiamo dei Carmelitani di Biumo
                        ******                                 Superiore e dell’Eremo o Deserto, presso Cuasso
                                                               al Monte, disciolti nell’infausto 1798. Nessuna
Fu abbadessa Suor Virginia per oltre un trenten-               notizia neppure dei Cappuccini della Quiete (il
nio (dal 1801 al 1832, anno della morte) e svolse              loro convento occupava l’area dell’attuale Liceo
con dolce autoritarietà tale ufficio, al quale fu elet-        Classico) e dei Minori Riformati, al centro di ter-
ta più volte dalle Agostiniane. Il giudizio ed i               reni che si estendevano fra i colli di Bosto e di
cenni biografici qui riportati, figurano in un lim-            Giubiano. Il silenzio infine avvolge le Benedet-
pido, documentato profilo della suora, tracciato               tine Umiliate di San Martino, sulle quali tuttavia
da Massimo Lodi e Luisa Negri. Era entrata in                  torneremo.
comunità, con i nomi di Suor Mariana Florinda,                 Ci informa invece sul quotidiano delle ex-mona-
a ventitrè anni, giunta dalla Brianza, dove era                che la lettera del 1802. A causa della posizione
nata nel 1757.                                                 elevata, erano obbligate “a gravissimi dispendi per
Nel monastero, soppresso da tre anni, la gover-                trasporto del personale mantenimento (generi ali-
natrice (cosi ora chiamata) esordì fra molte diffi-            mentari, indumenti e quant’altro occorresse).
coltà ma seppe egualmente mantenere la coesio-                 Coraggiosamente, era stata aperta una non ordi-
ne tra le ventidue ex-monache. Nel 1822, il sospi-             naria Spezieria, un’erboristeria, prevista, sì, dalla
rato, tardo ripristino: la fiamma della contem-                Regola, ma di gestione complessa in quel perio-
plazione tenuta accesa nel gruppo fra tante                    do. Giovava però alla salute degli abitanti dei
prove, permise di superare inutili attese, lungag-             dintorni, riconoscenti (le erbe officinali allora
gini burocratiche... A ragione, il diario della                sostituivano i farmaci); libere offerte procurava-
comunità o Chronicon chiamò in seguito Suor                    no qualche introito alle finanze comunque pre-
Virginia seconda fondatrice, dopo la beata Cate-               carie.
rina Moriggi.                                                  Le ex-Agostiniane si dedicavano anche alla
Nella lettera-supplica a Napoleone, in altre da                “pulitezza de’ sagri arredi della Parrocchial Chiesa”.

                                                          15
Nel gennaio 1802 infatti il Santuario era stato                   sgomenti alle requisizioni degli oratori, ridotti a
elevato a Parrocchia: lo conferma la firma del                    depositi militari, perfino di foraggio per i caval-
primo parroco, don Giusepe Bellasio, nella nota                   li. Ma tutelarono la propria fede disertando le
che informava sulla concessa riduzione di spese.                  sedute di propaganda rivoluzionaria del Circolo
Il sacerdote aveva anche l’incarico di confessore                 costituzionale installato dai responsabili della
delle monache, che ne ebbero sollievo e compen-                   Cisalpina nello sconsacrato oratorio di San
so spirituali.                                                    Domenico. Le suore disperse delle soppresse
Le lettere costituiscono soprattutto altrettante                  Benedettine Umilliate si erano rifugiate in gran
testimonianze di elevata spiritualità: la costanza                parte a Varese, dove abitavano anche le loro edu-
tenace di religiose disciolte, perseveranti co-                   cande, appartenenti spesso a molte famiglie
munque nella fedeltà ai voti, alla Regola, abban-                 varesine – i Biumi, i Frasconi, i Marliani, ad
donate alla volontà di Dio (“la Dio mercè” degli                  esempio. Nel borgo e nei dintorni risiedevano
scritti) dinanzi a difficoltà e disagi, tra i quali               pure le ragazze nubili: presso le suore si dedica-
anche il silenzio dei potenti.                                    vano al lavoro della lana.
Nella supplica a Napoleone, forse la più espres-                  I loro sguardi si posavano a volte sulla villa
siva in tal senso e di stile pregevole, Suor                      padronale, progettata dal noto architetto Pollack
Virginia congiunge la richiesta di indossare nuo-                 poco più in alto del convento, su commissione di
vamente l’abito monacale al desiderio sommo, al                   Vincenso Dandolo. Egli aveva acquistato i terre-
vertice di tutti: il sospirato ripristino del mona-               ni all’intorno requisiti, cancellando ogni traccia
stero, il ritorno alla vita contemplativa di un                   degli edifici conventuali. Nella primavera del
tempo.                                                            1810, tre giorni di festa, estesi alla popolazione,
“... le povere ExAgostiniane (…) - cosi scrive –                  salutarono lassù le nozze di Napoleone con
umilmente la supplicano (…) d’accordar loro (…) di                Maria Luisa d’Asburgo, figlia dell’imperatore
solennemente professare l’agostiniano loro Istituto               d’Austria.
(ossia di celebrare la solenne e pubblica riapertu-               Si rattristavano alquanto le religiose, le loro
ra del monastero). Sullo sfondo, la governatrice                  ospiti di un tempo. Poi ritornavano alla memo-
colloca subito dopo la suggestiva cerimonia                       ria i propositi, i voti emessi, gli insegnamenti
della vestizione delle novizie: “e poter successiva-              ricevuti, il sereno lavoro della lana. Ricordi tutti,
mente accettare ed ivi (nel rinato monastero) vesti-              che sollevavano l’animo, restituivano il sereno...
re religiose altre Fanciulle, che potessero essere a quel-        Più in alto, sul Sacro Monte ex-monache prega-
lo chiamate”. La sacralità dell’insieme non colpì                 vano, perseveravano nell’osservanza della
Napoleone: non rispose.                                           Regola...
Nel decreto del giugno 1805 sulle “corporazione                   Lo sapevano, le ammiravano... Si riprometteva-
religiose”, egli confermò la confisca dei beni dei                no però di esserne più consapevoli e grate; dove-
monasteri e conventi soppressi dalla Rivolu-                      vano guardare al futuro, sul loro esempio, con
zione. Due anni dopo, come se non bastasse,                       rinnovata fiducia.
proibì in blocco le Confraternite, lasciando in                                                         Gianni Perna
vita solo quella del San-
tissimo Sacramento, istitui-
ta a Varese da San Carlo,
nel 1567.
La valenza religiosa degli
scritti di Suor Virginia
acquista maggior risalto, se
riferita alle tristi condizioni
della Chiesa e della popo-
lazione varesine del tempo.
Gli abitanti erano afflitti
dai lutti provocati dalle
campagne militari di Na-
poleone, dalle pesanti con-
tribuzioni di guerra, dai
soprusi delle truppe.
Sacerdoti, fedeli, religiosi,
anche se non colpiti dalle Cortile d’ingresso ai parlatori
soppressioni, assistevano del monastero

                                                             16
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Ricordo di Teresio Colombo

I
    l 14 febbraio, a causa dell’aggravamento della
    patologia cardiaca di cui soffriva da anni, è
    mancato Teresio Colombo, che molti hanno
conosciuto nel corso della sua vita, piena sino
alla fine.
Nato a Busto nel 1941, varesino d’adozione sin
dagli anni ’50, è stato docente e poi preside del-
l’istituto professionale “Einaudi” di Varese, oltre
che sindacalista e attivista politico. Una volta
raggiunta l’età della pensione si è dedicato all’at-
tività di Guardia Ecologica Volontaria e, soprat-
tutto, alle sue passioni “storiche”: quella della
fotografia e quella della montagna. Nel corso
degli anni ha realizzato migliaia di foto, in
buona parte di piante e fiori spontanei, presenti           Fiori, a cui ha dedicato numerosi articoli appar-
nell’ambiente alpino e prealpino. Quando il peg-            si, negli anni scorsi, su Varesenews.
giorare delle condizioni di salute non gli ha più           L’amore per la conoscenza storica, politica, natu-
permesso di fare lunghe escursioni, si è dedicato           ralistica del territorio in cui ha vissuto ne hanno
alla flora del varesotto, classificando le foto esi-        fatto un “esperto”; fedele alla sua vocazione di
stenti e realizzandone di nuove, per costruire dei          docente, ha condiviso il suo sapere sia attraver-
“percorsi naturalistici” del nostro territorio, cor-        so la stampa che nel corso delle passeggiate che
redandoli della classificazione delle essenze pre-          ha organizzato sino allo scorso autunno e che già
senti.                                                      programmava per la primavera in arrivo.
Amava in particolare il Parco del Campo dei                 La primavera è arrivata… Teresio abita per sem-
                                                            pre sul suo amato Campo dei Fiori, dove ha
                                                            chiesto che fossero sparse le sue ceneri. Ci ha
                                                            lasciato un ricco patrimonio di immagini, ma
                                                            soprattutto la passione per le meraviglie che la
                                                            natura ci offre ogni giorno e che la nostra insi-
                                                            pienza rischia di distruggere per sempre.
                                                                                                Lidia Colombo

                                                            “Domani, continuerò ad essere. Ma dovrai essere
                                                            molto attento per vedermi. Sarò un fiore o una foglia.
                                                            Sarò in quelle forme e ti manderò un saluto. Se sarai
                                                            abbastanza consapevole, mi riconoscerai, e potrai sor-
                                                            ridermi. Ne sarò molto felice“.
Bucaneve
                                                                                            (Thich Nhat Hanh)

Erba Cornetta                                               Genziana di Koch

                                                       17
Strade della memoria

L
       e campane della torre sacromontina del
       Bernascone suonano anche per un figlio di
       Santa Maria del Monte che di campane se ne
intendeva: a Enrico Bianchi, il “campanat” che ha
fatto risuonare il nome di Varese in Italia e nel
mondo, è stata intitolata la strada che dal piazzale
Pogliaghi sale verso le Pizzelle. L’annuncio è stato
dato dal sindaco Davide Galimberti il pomeriggio del
28 febbraio scorso quando, alle 18.30, al Museo del
Castello di Masnago, ha inaugurato l’esposizione dei
dipinti della famiglia Bianchi donati dal nipote del
“campanat”, lo storico dell’arte e già direttore dei
Musei Civici professor Silvano Colombo. Non per
caso abbiamo citato la torre campanaria del Santuario
perché fu Enrico Bianchi, che era nato il 20 febbraio
del 1878 nella parrocchia e nell’allora Comune di
Santa Maria del Monte, ad arricchire negli Anni
Trenta il concerto delle cinque campane in Do, fuse
dai Comerio nel 1791, con altre tre in modo da com-
pletare l’ottava, risolvendo inoltre i problemi di into-
nazione dovuti al fatto che le cinque campane sette-
centesche avevano la tonalità del diapason antico. Lo
si apprende da una lettera, datata 9 settembre 1937,
inviata dall’arciprete del Sacro Monte monsignor
Angelo Del Frate a Enrico Bianchi, che il sacerdote
elogiava ed esortava a continuare a “tener alto l’ono-
                                                                       Federico Gariboldi
                                                                       “Enrico Bianchi”
                                                                       Ritratto a pastello (1925)
                                                                       Foto Silvano Colombo

                                                                       re della nostra Varese, rinomata assai per le sue cam-
                                                                       pane e per i suoi organi”. Rimasto presto orfano di
                                                                       entrambi i genitori, della madre, la rasina Angela
                                                                       Luigia Donati, morta nel 1890 quando Enrico aveva
                                                                       12 anni, e del padre Camillo scomparso quattro anni
                                                                       dopo, il ragazzo, che aveva frequentato il Collegio
                                                                       “De Filippi” di Arona, entrò nell’impresa di famiglia,
                                                                       la Fonderia di campane che il nonno Angelo, già tito-
                                                                       lare con i figli di un’impresa che tra l’altro produce-
                                                                       va castelli per campane, aveva rilevato nel 1888, alla
                                                                       morte dell’avvocato Giulio Cesare Bizzozero, la cui
                                                                       fabbrica, aperta nel Seicento, si era guadagnata una
                                                                       fama che oltrepassava i confini della Lombardia. La
                                                                       Fonderia di campane “Angelo Bianchi e figli” era in
                                                                       via Morosini, con ingresso al numero 17 da quando
                                                                       Enrico fece costruire l’elegante palazzo con echi
                                                                       Liberty dietro il quale si trovano tutt’ora gli edifici
                                                                       del complesso industriale trasformato in una residen-
                                                                       za che mantiene il nome della Fonderia. Enrico
                                                                       Bianchi divenne titolare esclusivo della fabbrica nel
                                                                       1904, quando gli zii Paolo e Costantino gli cedettero
 Silvano Colombo e la targa in memoria del nonno al Sacro Monte
                                                                       la propria parte di proprietà e perfezionò la sua posi-

                                                                  18
zione l’anno successivo,
                                                                                       quando anche il fratello
                                                                                       Domenico si fece da parte. E
                                                                                       con Enrico alla guida l’im-
                                                                                       presa non tardò a mietere suc-
                                                                                       cessi: dopo la medaglia d’oro
                                                                                       all’Esposizione regionale di
                                                                                       Varese nel 1901 arrivò il
                                                                                       primo premio all’Esposizione
                                                                                       internazionale di Milano nel
                                                                                       1906 e il Gran Premio
                                                                                       all’Esposizione internaziona-
                                                                                       le delle industrie e del lavoro
                                                                                       di Torino nel 1911. Le cam-
                                                                                       pane della Fonderia Bianchi
                                                                                       viaggiavano in treno e in
                                                                                       nave per raggiungere le torri
                                                 Silvano Colombo, la sorella Enrica,   per cui erano state commis-
                                           la nipotina Frida e il Sindaco Galimberti   sionate in mezzo mondo,
                                                     all’inaugurazione della mostra
                                                                                       richieste per il suono, stru-
                                                                                       mento di apprezzati concerti,
Federico Gariboldi                                                                     oltre che per la pregiata veste
Due operai della fonderia Bianchi                                                      artistica. A titolo d’esempio
che ripuliscono una campana appena fusa.                                               citiamo le tre campane fuse a
Grafite (1925)
                                                                                       Varese e installate negli Anni
Foto Silvano Colombo
                                                                                       Venti nella torre campanaria
                                                                                       della chiesa di Nostra
                                                                                       Signora delle Grazie a New
                                                                                       York e il campanone in Sol
                                                                                       del peso di cinque tonnellate
                                                                                       per la chiesa Stella Maris di
                                                                                       Sliema a Malta. Ma la spedi-
                                                                                       zione più singolare, docu-
                                                                                       mentata da un accurato servi-
                                                                                       zio fotografico di Augusto
                                                                                       Colombo, padre dell’indi-
                                                                                       menticato docente del “Cai-
                                                                                       roli” professor Remigio, fu
                                                                                       organizzata per consegnare,
                                                                                       nel maggio del 1923, cinque
                                                                                       campane alla chiesa di
                                                                                       Loggio, in Valsolda.
                                                                                       Trasportate in treno a Porto
                                                                                       Ceresio, le campane salparo-
                                                                                       no di qui su un barcone e
                                                                                       furono sbarcate a Cressogno.
                                                                                       E’ solo uno dei tanti episodi
                                                                                       della laboriosa vita di Enrico
                                                                                       Bianchi, scomparso il 12 feb-
                                                                                       braio del 1947, ricordati dal
                                                                                       nipote Silvano Colombo in
                                                                                       “Ciao nonno”, stampato per
                                                                                       ridestare la memoria di un
                                                                                       varesino illustre di cui final-
                                                                                       mente la città si è ricordata.
                                                                                                   Silvano Colombo

                                              19
“Popolo carissimo, io ti ho sempre amato”
                                                             Lodovico Pogliaghi, al quale il precedente retto-

C
        osì inizia il testamento spirituale di mon-
        signor Angelo Del Frate, amorevole e pre-            re del Santuario, don Angelo Tognella, aveva già
        muroso pastore, grande predicatore, va-              affidato il rinnovo del Battistero (a partire dal
lente scrittore, intrepido animatore di attività             1886). L’incontro tra il Del Frate e il Pogliaghi
parrocchiali e sensibile promotore di interventi             diede immediatamente luogo a una collabora-
di restauro, ma anche innovativi, del patrimonio             zione particolarmente attiva e indubbiamente
artistico e storico del Sacro Monte di Varese, di            protagonista della vita culturale del borgo per
cui fu arciprete per oltre 35 anni e dove concluse           più di 30 anni. Il nuovo Arciprete chiamò l’arti-
il suo ministero sacerdotale e la sua vita terrena           sta a curare una prima serie di restauri che
sessantacinque anni fa, il 28 febbraio 1954.                 riguardarono innanzitutto la cupola della chiesa
Angelo Del Frate nacque a S. Ambrogio Olona il               (1916-17) e in seguito la Cappella delle Beate
19 dicembre 1864, ultimo dei dodici figli di                 (1920-21); nello stesso tempo, lo incaricò di occu-
Giacomo Del Frate e Carolina Bossi. Ancora fan-              parsi di quelli più impegnativi, per vastità e
ciullo, rischiò l’amputazione di un piede in                 durata, della Cripta (per la quale si rese necessa-
seguito a necrosi dei tessuti, ma le preghiere               ria anche una consistente opera di consolida-
della mamma alla Madonna Addolorata di                       mento) e delle Cappelle del Rosario, intervento,
Varese gli ottennero una miracolosa guarigione.              quest’ultimo, che ebbe inizio nel 1919 e interessò
Al termine delle scuole elementari, si iscrisse al           tutti gli anni venti del XIX secolo; e ancora, gli
Collegio Cristoforo Colombo, dove seguì corsi                commissionò il rifacimento della corona della
tecnici; poi la salute delicata lo costrinse a inter-        Madonna, sovrastante l’edicola dell’altare mag-
rompere gli studi per quasi due anni. Fu allora              giore.
che sentì la vocazione religiosa e domandò di                Monsignor Del Frate ebbe poi l’idea di riordina-
essere accolto nell’istituto monzese diretto da              re il patrimonio artistico minore del Santuario,
padre Luigi Maria Villoresi, in cui compì il gin-            raccolto nel piccolo museo che era stato allestito
nasio e il liceo; in seguito, completò la formazio-          nel 1899 in tre locali al primo piano della canoni-
ne presso il Seminario teologico di Milano e fu              ca, e la circostanza più opportuna si presentò nel
ordinato sacerdote il 21 settembre 1889 dall’arci-           1929, alla morte del barone Giuseppe Baroffio
vescovo Luigi Nazari di Calabiana.                           Dall’Aglio, avvenuta il 2 settembre di quell’an-
Pochi giorni dopo aver celebrato la 1ª S. Messa,             no. Infatti, il Baroffio aveva disposto, con testa-
nella nuova chiesa di S.                                                                  mento olografo, di donare al
Ambrogio, e la 2ª, il 2 ottobre                                                           Santuario del Sacro Monte, di
(festa degli Angeli Custodi),                                                             cui era assiduo devoto, la sua
nel santuario di Santa Maria                                                              collezione di quadri, mobili,
del Monte, gli fu assegnato                                                               cristallerie, ceramiche, argen-
l’incarico di coadiutore a                                                                ti e altri oggetti d’arte, con la
Casbeno, diventandone par-                                                                precisa disposizione che
roco nel 1892, per restarvi fino                                                          fosse raccolta in un apposito
al 1908, quando l’arcivescovo                                                             museo da costruire alla sua
Carlo Andrea Ferrari lo nomi-                                                             memoria, accanto alla basili-
nò prevosto vicario foraneo di                                                            ca, destinando altresì a tale
Sesto Calende. Otto anni più                                                              scopo una cospicua somma
tardi, chiese e ottenne di assu-                                                          di denaro. I lavori per il
mere l’incarico che si era reso                                                           nuovo edificio furono avviati
vacante di Arciprete del san-                                                             nel 1930 e compiuti cinque
tuario di Santa Maria del                                                                 anni più tardi, diretti dal
Monte, dove fece l’ingresso                                                               Pogliaghi, unitamente all’ar-
solenne il 5 luglio 1916, nella                                                           chitetto Ulderico Tononi, ed
solennità dell’Incoronazione                                                              eseguiti dall’impresa dei fra-
della Madonna.                                                                            telli Giacinto e Franco De
                                                                  La lapide della tomba Grandi di Varese.
A quell’epoca, viveva e opera-                                               nel cimitero Gli interessi culturali di mon-
va al Sacro Monte, da circa un                                          del Sacro Monte
ventennio, l’artista milanese                                                             signor Del Frate, tuttavia,

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