Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...

Pagina creata da Emma Villani
 
CONTINUA A LEGGERE
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Ruole delle fibre alimentari
      nelle malattie gastrointestinali

Edith Lahner

Seminario 7 marzo 2017
Scuola di Specializzazione Malattie Apparato Digerente
Università Sapienza
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Fibre alimentari: Perché parlarne?

 L’abbondante o la scarsa assunzione di fibre alimentari viene messa in
  relazione rispettivamente con benefici o svantaggi per la salute
  dell’individuo.

 Il consumo di fibre, sia aggiunte alla dieta sotto forma di integratori
  oppure come parte integrale della struttura degli alimenti vegetali, sembra
  possedere la capacità di influenzare positivamente la salute dell’individuo.

 Le fibre alimentari sembrano ridurre il rischio di malattie cardiovascolari,
  obesità e diabete oltre ad avere un ruolo in diverse condizioni
  gastrointestinali.

Hamaker BR, Tuncil YE. J Mol Biol 2014
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Consumo di fibre alimentari
  Secondo l’US Academy of Nutrition and Dietetics, il consumo
   giornaliero adeguato di fibre alimentari è di 14 g/ 1000 kcal,
   equivalente a 28 g per le donne 36 g per i maschi in età adulta
  Secondo le linee guida per una sana alimentazione italiana: 30
   g/die
  Nei paesi industrializzati, il consumo giornaliero di fibre
   alimentari varia da regione a regione ed è incostante nel
   tempo.
  Il consumo medio giornaliero di fibre alimentari negli USA è
   17 g e
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Consumo di fibre alimentari a confronto

Uno studio spagnolo (2016) ha osservato un incremento significato del consumo di
fibre alimentari (da frutta e ortaggi) durante un follow-up di 10 anni da 24.3±9 g/
die a 26±11 g/die.
Perrot-Adam A. Resistant Starch and Starch-Derived Oligosaccharides as Prebiotics. Prebiotics and Probiotics
Science and Technology, Volume 1, Chapter 9, Ed. Springer, 2009
De la Fuente-Arrillaga C. BMC Public Health 2016.
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Fibre alimentari:
               «Nutrient of Public Health Concern»

              Per il consumo effettivo molto inferiore rispetto a
              quello raccomandato, negli USA le fibre alimentari
                            vengono considerate un
                      «Nutrient of Public Health Concern»
                      perché il basso consumo è associato
                          a potenziali rischi di salute.

Food and Drug Association: http://www.fda.gov/nutritioneducation
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Niente di nuovo …
                                  Il medico greco Galeno di Pergamo (129–201 a.C.
                                   circa) scrisse nel documento «De alimentorum
                                   facultatibus» di «cibi in grado di stimolare
                                   l’intestino ad evacuare ed altri a prevenire
                                   l’evacuazione».
                                  Osservò che «il pane bianco era più appiccicoso e
                                   lento a passare e il pane scuro faceva bene
                                   all’intestino».

                                               Il termine «Fibra alimentare» viene
                                               usato per la prima volta nel 1941.

Sacchetti G. Galeno: Della natura et vertu di cibi. Editore In Venetia, 1562.
Duckworth J, Godden WJ. Biochem J 1941.
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Definizione di fibre alimentari

 Il termine “”Fibra alimentare” raggruppa uno spettro molto ampio di
  composti differenti con strutture molecolari e proprietà fisicochimiche
  molto differenti tra di loro.
 Rappresenta uno dei gruppi più eterogenei di molecole associate che si
  trovano in natura.

Le definizioni più accreditate sono quelle di:
 Associazione Americana dei Chimici dei Cereali (AACC) del 2001
 Codex Alimentarius Commission del 2009

Hamaker BR, Tuncil YE. J Mol Biol 2014
AACC. Ceral Foods World 2001
CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010.
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Definizione di fibre alimentari
     dell’American Association of Cereal Chemists
  Le parti commestibili di piante o carboidrati analoghi resistenti
     alla digestione e al assorbimento nell’intestino tenue che
  vengono completamente o parzialmente fermentati del colon.

 Pertanto sono inclusi:
 • Polisaccaridi non amidacei: cellulosa, pectine, gomme
 • Amido resistente e destrine
 • Oligosaccaridi resistenti: frutto-oligosaccaridi, galatto-oligosaccharidi
 Rientrano anche:
 • la lignina, un polimero non carboidrato legato principalmente alla
    cellulosa nella parete cellulare delle piante
 • la chitina, l’ialuronano e il condroitin-solfato, carboidrati di origine animale

AACC (American Association of Cereal Chemists). The definition of dietary fiber. Ceral Foods
World 2001; 45: 112.
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Definizione di fibre alimentari
     della CODEX Alimentarius Commission 2009
   Polimeri di carboidrati composta da 10 o più unità monomeriche 1) che non
   vengono idrolizzati da enzimi endogeni dell’intestino tenue umano e
   appartengono ad una delle seguenti categorie:
      1. Polimeri di carboidrati commestibili naturalmente presenti negli
          alimenti nella forma nella quale vengono consumati
      2. Polimeri di carboidrati commestibili ottenuti da materie prime
          alimentari mediante procedimenti fisici, enzimatici o chimici2)
      3. Polimeri di carboidrati sintetici2)

        1)    Le autorità nazionali possono decidere se includere o meno polimeri di carboidrati con unità
              monomeriche da 3 a 9 (direttiva UE 2008/100)
        2)    Le fibre isolate o sintetiche della categoria 2 e 3 devono possedere un effetto fisiologico
              benefico dimostrato da dati scientifici generalmente accettati.

  Includendo la nota 2, rientrano:
  gli oligosaccaridi resistenti, l’amido resistente e le maltodestrine resistenti

Joint FAO/WHO Food Standards Prorammae. Secretariat of the CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010.
Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
Etichettatura di alimenti con fibre alimentari

Unione Europea (regolamento 1924/2006)
• > 3 g di fibra per 100 g di prodotto = fonte di fibre
• > 6 g di fibra per 100 g di prodotto = ricco in fibre

USA
• > 2.5 g di fibre per porzione = buona fonte di fibre
• > 5 g di fibre per porzione = fonte eccellente di fibre
Tipi di fibre alimentari

             Amido                     Polisaccaridi                    Oligosaccaridi
           resistente                  non amidacei                       resistenti

Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Polisaccaridi non amidacei
               Non-starch polysaccharides (NSP)

 Tutti i polisaccaridi vegetali diversi dall’amido.
 Sono polisaccaridi complessi contenenti >100.000 unità di
  monosaccaridi uniti tramite legami beta-glicosidici.
 Non possono essere idrolizzati dagli enzimi endogeni
  dell’uomo.
 Non forniscono energia.
 Sono componenti chiave della parete cellulare di diversi
  cereali e coprono una grande varietà di funzioni biologiche e
  strutture chimiche.

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei
                  Non-starch polysaccharides (NSP)

      Funzione strutturale              Riserva di polisaccharidi   Altre funzioni

           Cellulosa                            Fruttani             Mucillagini
    Emicellulosa (mannani)                   Glucomannani             Alginati
            Pectine                         Galattomannani            Gomme
         Beta-glucani                          Xiloglucani

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei: reazione con acqua

        Fibre solubili                                                         Fibre insolubili

  solubili in acqua                                         insolubili in acqua
  formano gel viscosi                                       non formano gel (per l’insolubilità)
  fermentate dalla microflora del colon                     poco fermentate nel colon

 Beta-glucani                                                Cellulosa
 Arabinoxilani (plantago, psyllium),                         Lignine
 Glucurono-arabinoxilani                                     Alcune emicellulose (mannani lineari)
 Xiloglucani
 Galattomannani, glucomannani
 Pectine
 Gomme

       Nelle piante è generalmente contenuta una miscela di ambedue i tipi.

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012. Hamaker BR, Yunus ET. J Mol Biol 2014.
Polisaccaridi non amidacei: dove li troviamo?
                         Fonte
Beta-glucani             Orzo, avena, segale (grano, riso, mais)
Arabinoxilani            Plantago, psyllium
Glucoronoarabinoxilani   Crusca di grano, orzo e riso
Xiloglucani              Legumi
Galattomannani           Legumi, molti alberi, gomma di guar
Glucomannani             tubero di Amorphophallus konjac
Pectine                  Mele, prugne, agrumi (albedo), mele cotogne, uva spina,
                         carote
Mannani lineari          Aloe vera
Cellulosa                Crusca , cereali, radicchio, lattuga, carote, finocchio
Fabbisogno di polisaccaridi non amidacei

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei in cereali e ortaggi

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei nella frutta

Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Tipi di fibre alimentari

             Amido                     Polisaccaridi                    Oligosaccaridi
           resistente                  non amidacei                       resistenti

Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Amido digeribile: importante fonte di energia
  L’amido rappresenta uno delle fonti di carboidrati più importanti dell’alimentazione
   (l’altra sono gli zuccheri semplici).
  Alimenti ricchi in amido sono patate e derivati dai cereali (pane).
  L’amido è un polisaccaride composto da molecole di glucosio unite con legami alfa-
   glicosidici 1-4 o 1-6.

 Le due principali strutture di amido sono:
  Amilosio: una moleca lineare con legami 1-4 ( 15-20% dell’amido)
  Amilopectina: una molecola ramificata con legami 1-4 e 1-6 (80-85% dell’amido)

 L’amido digeribile viene idrolizzato mediante
 le amilasi nell’intestino tenue e il glucosio
 libero viene assorbito.

Nugent AP. Br Nutr Bull 2005.
Amido resistente – Resistant starch (RS)

       Definizione EURESTA (Gruppo di studio EU)

       L’amido resistente è la quantità totale di amido e i prodotti
       della degradazione dell’amido che resistono alla digestione
       nell’intestino tenue di soggetti sani

Goldring JM. Resistant starch: safe intakes and legal status. Journal of the Association of Official Analytical
Chemists International 2004.
Amido resistente – Resistant starch (RS)

Nugent AP. Br Nutr Bull 2005. Asp NG. Eur J Clin Nutri 1992.
Amido resistente in alimenti e prodotti industriali

Nugent AP. Br Nutr Bull 2005.
Tipi di fibre alimentari

             Amido                     Polisaccaridi                    Oligosaccaridi
           resistente                  non amidacei                       resistenti

Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Oligosaccaridi resistenti
 Oligosaccaridi sono carboidrati a catena corta (3-9 unità di monomeri)
 Oligosaccaridi resistenti sono gli oligosaccaridi che non vengono idrolizzati
  da enzimi endogeni dell’intestino tenue umano
 Sono solubili in acqua
 Frutto-oligosaccaridi: inulina, oligofruttosio, sc-FOS
 Galatto-oligosaccaridi: latte materno, prodotto da lattosio con trattamento
  enzimatico
 Xilo-oligosaccaridi

                Radici di cicoria e topinambur:
                        ricchi di inulina

Joint FAO/WHO Food Standards Prorammae. Secretariat of the CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010.
Belorkar SA, Gupta AK. AMP Expr 2016
Oligosaccaridi resistenti negli alimenti

                                       Orzo
                              Miele

                                                             Banana

                          Aglio
                                        Segale

Belorkar SA, Gupta AK. AMP Expr 2016   Inulina = radici di cicoria
Fibre alimentari

        Amido                       Polisaccaridi            Oligosaccaridi
      resistente                    non amidacei               resistenti

AR1: amido inaccessibile                                  Frutto-oligosaccharidi (inulina)
AR2: amido granulare                                      Galatto-oligosaccharidi
AR3: amido retrogradato                                   Xilo-oligosaccharidi
AR4: amido modificato      Beta-glucani
                           Arabinoxilani
                                                Cellulosa
                           Xiloglucani
                                                Lignine
                           Galattomannani
                                                Mannani lineari
                           Glucomannani
                           Pectine,Gomme

                 Fibre solubili                     Fibre insolubili
Proprietà delle fibre alimentari

            Viscosità
                                                 Capacità di
Ritarda svuotamento gastrico                  trattenere acqua
Riduce tempo transito intestinale
Riduce assorbimenti nutrienti                                                           Fermentabilità
(colesterolo, glucosio)                   La capacità di trattenere l’acqua
Aumenta assorbimento acqua                è indirettamente proporzionale
                                                                                   Il microbiota del colon fermenta
Stimolazione crescita microbica           alla fermentabilità
                                                                                   le fibre alimentari con
nel colon                                 Diminuisce lungo il transito
                                                                                   formazione di:
Aumento il tempo di contatto per          quando le fibre vengono
                                                                                   SFCA (ac. acetico, butirrico e
la degradazione batterica dei             fermentate
                                                                                   propionico)
carboidrati complessi                     Fibre insolubili per la scarsa
                                                                                   Gas (metano, idrogeno, CO2)
(produzione di acidi grassi a             fermentabilità aumentano la
                                                                                   Aumento della massa batterica
catena corta, SCFA)                       massa fecale e accelerano il
                                          transito intestinale
                                                                                   La fermentazione è completa
                                                                                   nelle fibre solubili
                                                                                   La fermentazione è incompleta
                                                                                   nelle fibre insolubili
Ötles S. Acta Sci Pl Technol Aliment 2014; Kumar V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012;
Scott KP. Pharmacological Research 2013.
Destino della fibra alimentare non digerita ….

                                           CHO carboidrati
                                           RS amido resistente
                                           NSP polisaccaridi non amidacei
                                           OS oligosaccaridi
                                           SCFA acidi grassi a catena corta
                                           BCFA acidi grassi ramificati
Scott KP. Pharmacological Research 2013.
Effetti prebiotici delle fibre alimentari

Binns N, ILSI Europe, 2015.
Relazione tra fibre alimentari e prebiotici
  Criteri per la classificazione di una sostanza quale prebiotico:
  1.     deve resistere all’acidità gastrica, all’idrolisi da parte degli enzimi umani e
         all’assorbimento gastrointestinale;
  2.     deve essere prontamente fermentata dal microbiota intestinale;
  3.     deve selettivamente stimolare la crescita e l’attività di batteri intestinali
         associati ad effetti salutari.

                                                                   • Qualsiasi componente
                                                                     dell’alimentazione che raggiunga
                                                                     in modo intatto il colon è un
                                                                     potenziale prebiotico.
                                                                   • Il terzo criterio quello più critico
                                                                     da adempiere.
                                                                   • I prebiotici che possiedono
                                                                     questi criteri comprendono in
                                                                     larga parte le fibre alimentari
                                                                     solubili: FOS, GOS, inulina,
                                                   Solubile          amido resistente, pectine e
                                                   Insolubile
                                                                     gomme.

Gibson GR. Dietary prebiotics: Current status and new classification. IFIS Funct Foods Bull 2011
Holmes E. Therapeutic modulation of microbiota-host metabolic interactions. Sci Trans Med 2012.
Dieta e microbiota del colon
    Il colon umano contiene una densa popolazione di batteri che supera
     numericamente di ben 10 volte le stesse cellule umane: Bacteroidetes, Firmicutes
     e Actinobacteria sono i tre phyla maggiori
    Possiedono una immensa quantità di enzimi in grado di degradare substrati
     alimentari complessi, quali le fibre alimentari
    Il tipo di alimentazione può influenzare in maniera significativa la composizione
     del microbiota.

      Impatto della dieta ricca in polisaccaridi non amidacei (NSP, crusca di grano) o ricca in amido
      resistente (RS) sul microbiota fecale umano (espresso in valori medi totali dei geni batterici 16S-rRNA
      misurati con PCR quantitativa)      NSP = polisaccaridi non amidacei, RS = amido resistente * p
Fibre alimentari, SCFA e ospite: interazione complessa

                                           Belcheva A. Bioessay 2015
Fibre alimentari e malattie gastrointestinali

                 Malattia diverticolare

                                             Disturbi funzionali
  Stipsi                                     gastrointestinali
                    Fibre alimentari

                                 Sindrome metabolica
       Cancro del colon

                          Malattia celiaca
Fibre alimentari e malattia diverticolare
 La malattia diverticolare è considerata una “malattia da deficit di fibre”
  Confermato da uno studio recente che trovato un rischio più basso di
     malattia diverticolare con l’aumento del consumo di fibre alimentari, in
     particolare con fibre dalla frutta e dai cereali
  Messo in dubbio da un altro studio in cui una dieta ricca di fibre è stata
     associata con una più alta prevalenza di diverticoli nel colon
 La stipsi non sembra essere un fattore di rischio per la diverticolosi:
  Soggetti con alvo regolare (7 evacuazioni/settimana) avevano un rischio
     del 34% più alto di diverticolosi rispetto ai soggetti con meno evacuazioni
     (
Fibre alimentari e malattia diverticolare

    Un’alimentazione ad alto contenuto di fibre viene ampiamente consigliata
     ai soggetti affetti da malattia diverticolare sintomatica non complicata.

    A tutt’oggi, gli esatti meccanismi che sottostanno al beneficio terapeutico
     ottenuto con la fibra alimentare non sono pienamente chiariti, benché sia
     stata ipotizzata una relazione con il volume fecale e il tempo di transito del
     materiale fecale.

     Una revisione sistematica su pazienti con malattia diverticolare
     sintomatica non complicata ha individuato
     • 9 studi con terapia a base di fibre alimentari e
     • 10 studi a base di supplementi di fibra.

Carabotti M. Nutrients 2017.
Carabotti M. Nutrients 2017.
• In pazienti con malattia diverticolare sintomatica non complicata, singoli studi di
       bassa qualità suggeriscono un beneficio terapeutico delle fibre alimentari e di
       supplementi di fibra.
     • I limiti metodologici, l’eterogeneità dei trattamento e la mancanza di studi
       designati ad hoc non permettono una stima complessiva dell’efficacia.

Carabotti M. Nutrients 2017.
Fibre alimentari e stipsi: evidenza?

Ford AC, Am J Gastroenterology 2014
Rao SCC, Aliment Pharmacol Ther 2015
Fibre alimentari nell’anziano

 Nei pazienti anziani, il microbiota intestinale ha una biodiversità più bassa
  di diverse specie microbiche, una più bassa abbondanza di bifidobatteri,
  un aumento di aerobi facoltativi opportunisti (Staphylococcus,
  Streptococcus e Enterobacteriaceae) ed un aumento in anaerobi (gruppi di
  Clostridium e Bacteriodes spp).
 L’aumentato uso di antibiotici nelle persone anziane risulta in alterazioni
  del microbiota intestinale.
 Siccome la prevalenza di malattia diverticolare e stipsi aumenta con l’età,
  l’uso delle fibre alimentari prebiotiche può giocare un ruolo di particolare
  importanza nei pazienti anziani.

Nicholson JK, Science 2012. Tilhonen K. Ageing Research Reviews 2010.
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile

    Diversi fattori possono avere un ruolo nella sindrome dell’intestino irritabile (SII):
     alterata composizione del microbiota, aumentata permeabilità intestinale,
     squilibrio del sistema enteroendocrino, sistema immunitaria sregolato)
    Nella SII viene descritta una disbiosi del microbiota del colon, frequentemente
     caratterizzata da una riduzione di bifidobatteri.

Öhmman L. Nature Reviews Gastroenterology & Hepatology 2015
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile

                                                                              Nella SII, la
                                                                              supplementazione di fibre
                                                                              alimentari solubili sembra
                                                                              migliorare lo score
                                                                              sintomatologico globale

Moayyedi P. The Effect of Fiber Supplementation on IBS. Am J Gastroenterol 2014
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile

Ford AC, Am J Gastroenterology 2014
Sindrome dell’intestino irritabile:
         Il paradosso di fibre alimentari e FODMAPs
 Nella sindrome dell’intestino irritabile (SII)
  è descritta una disbiosi del microbiota del
  colon, frequentemente una riduzione di
  bifidobatteri
 Nella SII alcuni trial hanno mostrato
  l’efficacia dell’aumento di bifidobatteri.
 Le fibre solubili (inulina, FOS, GOS)
  stimolano selettivamente la crescita dei
  bifidobatteri.
 Gli oligosaccaridi fanno parte delle
  FODMAPs!

Staudacher H, Proc Nutr Soc 2016
Sindrome dell’intestino irritabile:
         Il paradosso di fibre alimentari e FODMAPs

   La restrizione di alimenti ad alto contenuto di
    FODMAPs è un trattamento proposto nella SII.
   Una dieta con FODMAPs ridotti riduce la
    concentrazione dei bifidobatteri nel colon.
   Da questo nasce un paradosso interessante:
    l’aumento dei bifidobatteri nel colon con
    probiotici si associa ad una riduzione di sintomi
    da IBS, mentre la dieta a basso contenuto di
    FODMAPs ha un’efficacia clinica riducendo i
    bifidobatteri.
   Molto probabilmente ambedue i trattamenti
    possono essere utili in sottogruppi diversi di
    pazienti con SII oppure combinati tra di loro.

Staudacher H, Proc Nutr Soc 2016
L’utilizzo delle fibre alimentari da parte del microbiota
              intestinale è influenzata da molti fattori

      Le fibre alimentari possiedono la capacità di modificare almeno in parte la
       composizione del microbiota intestinale
      Le fibre alimentari rappresentano la principale fonte di energia per il microbiota
       del colon.
      Molti fattori nutrizionali, microbiologi e dell’ospite influenzano le reazioni
       fermentative del colon, in particolare tempo di transito intestinale, età, sistema
       neuroendocrino, forma e quantità del substrato, specie batteriche presenti, stress
      Le fibre alimentari possono potenzialmente essere utili per manipolare il
       microbiota intestinale
      Si sa ancora poco su come questo possa avvenire in modo predittibile !!!

Hamaker BR, Tunis YE. J Mol Biol 2014.Macfarlane GT, J Appl Microbiol 2007.
Considerazioni conclusive

 Le fibre alimentari costituiscono una componente importante
  dell’alimentazione umana.
 Nei paesi occidentali il consumo è inferiore ai livelli raccomandati.
 L’alimentazione sana e equilibrata che include tutti i tipi di fibra,
  alimenti ricchi di fibra ed eventualmente alimenti addizionati con
  fibra alimentare, può portare a multipli benefici per la salute.
 Le fibre alimentari possono portare a effetti benefici nella stipsi,
  nella sindrome dell’intestino irritabile e nella malattia diverticolare.
 L’evidenza clinica sulla possibile modulazione intenzionale del
  microbiota intestinale con l’uso di fibre alimentari è scarsa.
Grazie per l’attenzione
Fibre alimentari e cancro del colon

  Studi epidemiologi e sperimentali hanno osservato effetti anticancerogeni di
  amido resistente inulina, e altri oligo-fruttani (FOS, XOS).
  Gli effetti anticancerogeni dei prebiotici potrebbero essere attribuiti a:
   effetti bifidogenici e la produzione fermentative di acidi grassi a catena
      corta (SFCA), in particolare il butirrato sembra avere effetti protettivi
      sull’epitelio del colon
   manipolazione del microbiota intestinale e inibizione della proliferazione
      di patogeni
   down-regolazione dell’espressione di COX-2, NF-kB, iNOS e glutatione
      perossidasi, nonché l’induzione di protein-chinasi C-delta, heat shock
      protein 25
   immunomodulazione
   effetti pro-apoptotico
                   Prebiotici e simbiotici potrebbero rappresentare
                            dei potenziali anticancerogeni

Ambalam P. Best Pract Res Clin Gastroenterol 2016
Fibre alimentari e cancro del colon

Nugent AP. Nutr Bull 2005; Hamaker BR, J Mol Biol 2014.
Fibre alimentari e cancro del colon
     RCT doppio cieco di 12 settimane
     37 pazienti con cancro del colon e 43 pazienti polipectomizzati
     Trattamento con simbiotici: bifidobacterium lactis, lactobacillus rhamnosus GG e
      inulina
  Nei pazienti trattati con simbiotici:
   Riduzione significativa di di Bifidobacterium
   Riduzione del danno DNA a livello della mucosa del colon, della proliferazione
      cellulare e di altri biomarker tumorali

Rafter J. Dietary synbiotcs reduce cancer risk factors in polypectomized and colon cancer patients. Am J Nutri 2007.
Disbiosi e malattia celiaca

Il microbiota intestinale potrebbe contribuire alla eziopatogenesi della malattia celiaca tramite
tre meccanismi proposti:
(2) Attività proteolitica con produzione di peptici tossici e immunogenici dal glutine e
interazioni tra ospite-microbiota che possono influenzare
(1) La barriera intestinale e
(3) funzione immunitaria (mediante la regolazione dell’equilibrio tra citochine pro- e anti-
infiammatorie)

Olivares M, Sanz Y. Intestinal Microbiota and Celiac Disease. OmniaScience; 2015. p. 193-221.
Verdu EF. Nature Rev Gastro Hep 2015
Puoi anche leggere