Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali - Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato ...
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Ruole delle fibre alimentari nelle malattie gastrointestinali Edith Lahner Seminario 7 marzo 2017 Scuola di Specializzazione Malattie Apparato Digerente Università Sapienza
Fibre alimentari: Perché parlarne? L’abbondante o la scarsa assunzione di fibre alimentari viene messa in relazione rispettivamente con benefici o svantaggi per la salute dell’individuo. Il consumo di fibre, sia aggiunte alla dieta sotto forma di integratori oppure come parte integrale della struttura degli alimenti vegetali, sembra possedere la capacità di influenzare positivamente la salute dell’individuo. Le fibre alimentari sembrano ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, obesità e diabete oltre ad avere un ruolo in diverse condizioni gastrointestinali. Hamaker BR, Tuncil YE. J Mol Biol 2014
Consumo di fibre alimentari Secondo l’US Academy of Nutrition and Dietetics, il consumo giornaliero adeguato di fibre alimentari è di 14 g/ 1000 kcal, equivalente a 28 g per le donne 36 g per i maschi in età adulta Secondo le linee guida per una sana alimentazione italiana: 30 g/die Nei paesi industrializzati, il consumo giornaliero di fibre alimentari varia da regione a regione ed è incostante nel tempo. Il consumo medio giornaliero di fibre alimentari negli USA è 17 g e
Consumo di fibre alimentari a confronto Uno studio spagnolo (2016) ha osservato un incremento significato del consumo di fibre alimentari (da frutta e ortaggi) durante un follow-up di 10 anni da 24.3±9 g/ die a 26±11 g/die. Perrot-Adam A. Resistant Starch and Starch-Derived Oligosaccharides as Prebiotics. Prebiotics and Probiotics Science and Technology, Volume 1, Chapter 9, Ed. Springer, 2009 De la Fuente-Arrillaga C. BMC Public Health 2016.
Fibre alimentari: «Nutrient of Public Health Concern» Per il consumo effettivo molto inferiore rispetto a quello raccomandato, negli USA le fibre alimentari vengono considerate un «Nutrient of Public Health Concern» perché il basso consumo è associato a potenziali rischi di salute. Food and Drug Association: http://www.fda.gov/nutritioneducation
Niente di nuovo … Il medico greco Galeno di Pergamo (129–201 a.C. circa) scrisse nel documento «De alimentorum facultatibus» di «cibi in grado di stimolare l’intestino ad evacuare ed altri a prevenire l’evacuazione». Osservò che «il pane bianco era più appiccicoso e lento a passare e il pane scuro faceva bene all’intestino». Il termine «Fibra alimentare» viene usato per la prima volta nel 1941. Sacchetti G. Galeno: Della natura et vertu di cibi. Editore In Venetia, 1562. Duckworth J, Godden WJ. Biochem J 1941.
Definizione di fibre alimentari Il termine “”Fibra alimentare” raggruppa uno spettro molto ampio di composti differenti con strutture molecolari e proprietà fisicochimiche molto differenti tra di loro. Rappresenta uno dei gruppi più eterogenei di molecole associate che si trovano in natura. Le definizioni più accreditate sono quelle di: Associazione Americana dei Chimici dei Cereali (AACC) del 2001 Codex Alimentarius Commission del 2009 Hamaker BR, Tuncil YE. J Mol Biol 2014 AACC. Ceral Foods World 2001 CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010.
Definizione di fibre alimentari dell’American Association of Cereal Chemists Le parti commestibili di piante o carboidrati analoghi resistenti alla digestione e al assorbimento nell’intestino tenue che vengono completamente o parzialmente fermentati del colon. Pertanto sono inclusi: • Polisaccaridi non amidacei: cellulosa, pectine, gomme • Amido resistente e destrine • Oligosaccaridi resistenti: frutto-oligosaccaridi, galatto-oligosaccharidi Rientrano anche: • la lignina, un polimero non carboidrato legato principalmente alla cellulosa nella parete cellulare delle piante • la chitina, l’ialuronano e il condroitin-solfato, carboidrati di origine animale AACC (American Association of Cereal Chemists). The definition of dietary fiber. Ceral Foods World 2001; 45: 112.
Definizione di fibre alimentari della CODEX Alimentarius Commission 2009 Polimeri di carboidrati composta da 10 o più unità monomeriche 1) che non vengono idrolizzati da enzimi endogeni dell’intestino tenue umano e appartengono ad una delle seguenti categorie: 1. Polimeri di carboidrati commestibili naturalmente presenti negli alimenti nella forma nella quale vengono consumati 2. Polimeri di carboidrati commestibili ottenuti da materie prime alimentari mediante procedimenti fisici, enzimatici o chimici2) 3. Polimeri di carboidrati sintetici2) 1) Le autorità nazionali possono decidere se includere o meno polimeri di carboidrati con unità monomeriche da 3 a 9 (direttiva UE 2008/100) 2) Le fibre isolate o sintetiche della categoria 2 e 3 devono possedere un effetto fisiologico benefico dimostrato da dati scientifici generalmente accettati. Includendo la nota 2, rientrano: gli oligosaccaridi resistenti, l’amido resistente e le maltodestrine resistenti Joint FAO/WHO Food Standards Prorammae. Secretariat of the CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010.
Etichettatura di alimenti con fibre alimentari Unione Europea (regolamento 1924/2006) • > 3 g di fibra per 100 g di prodotto = fonte di fibre • > 6 g di fibra per 100 g di prodotto = ricco in fibre USA • > 2.5 g di fibre per porzione = buona fonte di fibre • > 5 g di fibre per porzione = fonte eccellente di fibre
Tipi di fibre alimentari Amido Polisaccaridi Oligosaccaridi resistente non amidacei resistenti Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Polisaccaridi non amidacei Non-starch polysaccharides (NSP) Tutti i polisaccaridi vegetali diversi dall’amido. Sono polisaccaridi complessi contenenti >100.000 unità di monosaccaridi uniti tramite legami beta-glicosidici. Non possono essere idrolizzati dagli enzimi endogeni dell’uomo. Non forniscono energia. Sono componenti chiave della parete cellulare di diversi cereali e coprono una grande varietà di funzioni biologiche e strutture chimiche. Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei Non-starch polysaccharides (NSP) Funzione strutturale Riserva di polisaccharidi Altre funzioni Cellulosa Fruttani Mucillagini Emicellulosa (mannani) Glucomannani Alginati Pectine Galattomannani Gomme Beta-glucani Xiloglucani Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei: reazione con acqua Fibre solubili Fibre insolubili solubili in acqua insolubili in acqua formano gel viscosi non formano gel (per l’insolubilità) fermentate dalla microflora del colon poco fermentate nel colon Beta-glucani Cellulosa Arabinoxilani (plantago, psyllium), Lignine Glucurono-arabinoxilani Alcune emicellulose (mannani lineari) Xiloglucani Galattomannani, glucomannani Pectine Gomme Nelle piante è generalmente contenuta una miscela di ambedue i tipi. Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012. Hamaker BR, Yunus ET. J Mol Biol 2014.
Polisaccaridi non amidacei: dove li troviamo? Fonte Beta-glucani Orzo, avena, segale (grano, riso, mais) Arabinoxilani Plantago, psyllium Glucoronoarabinoxilani Crusca di grano, orzo e riso Xiloglucani Legumi Galattomannani Legumi, molti alberi, gomma di guar Glucomannani tubero di Amorphophallus konjac Pectine Mele, prugne, agrumi (albedo), mele cotogne, uva spina, carote Mannani lineari Aloe vera Cellulosa Crusca , cereali, radicchio, lattuga, carote, finocchio
Fabbisogno di polisaccaridi non amidacei Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei in cereali e ortaggi Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Polisaccaridi non amidacei nella frutta Kumas V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012.
Tipi di fibre alimentari Amido Polisaccaridi Oligosaccaridi resistente non amidacei resistenti Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Amido digeribile: importante fonte di energia L’amido rappresenta uno delle fonti di carboidrati più importanti dell’alimentazione (l’altra sono gli zuccheri semplici). Alimenti ricchi in amido sono patate e derivati dai cereali (pane). L’amido è un polisaccaride composto da molecole di glucosio unite con legami alfa- glicosidici 1-4 o 1-6. Le due principali strutture di amido sono: Amilosio: una moleca lineare con legami 1-4 ( 15-20% dell’amido) Amilopectina: una molecola ramificata con legami 1-4 e 1-6 (80-85% dell’amido) L’amido digeribile viene idrolizzato mediante le amilasi nell’intestino tenue e il glucosio libero viene assorbito. Nugent AP. Br Nutr Bull 2005.
Amido resistente – Resistant starch (RS) Definizione EURESTA (Gruppo di studio EU) L’amido resistente è la quantità totale di amido e i prodotti della degradazione dell’amido che resistono alla digestione nell’intestino tenue di soggetti sani Goldring JM. Resistant starch: safe intakes and legal status. Journal of the Association of Official Analytical Chemists International 2004.
Amido resistente – Resistant starch (RS) Nugent AP. Br Nutr Bull 2005. Asp NG. Eur J Clin Nutri 1992.
Amido resistente in alimenti e prodotti industriali Nugent AP. Br Nutr Bull 2005.
Tipi di fibre alimentari Amido Polisaccaridi Oligosaccaridi resistente non amidacei resistenti Hamaker BR, Mol Biol 2014; Ötles S, Acta Sci Pol Technol Aliment 2014
Oligosaccaridi resistenti Oligosaccaridi sono carboidrati a catena corta (3-9 unità di monomeri) Oligosaccaridi resistenti sono gli oligosaccaridi che non vengono idrolizzati da enzimi endogeni dell’intestino tenue umano Sono solubili in acqua Frutto-oligosaccaridi: inulina, oligofruttosio, sc-FOS Galatto-oligosaccaridi: latte materno, prodotto da lattosio con trattamento enzimatico Xilo-oligosaccaridi Radici di cicoria e topinambur: ricchi di inulina Joint FAO/WHO Food Standards Prorammae. Secretariat of the CODEX Alimentarius Commission. FAO; 2010. Belorkar SA, Gupta AK. AMP Expr 2016
Oligosaccaridi resistenti negli alimenti Orzo Miele Banana Aglio Segale Belorkar SA, Gupta AK. AMP Expr 2016 Inulina = radici di cicoria
Fibre alimentari Amido Polisaccaridi Oligosaccaridi resistente non amidacei resistenti AR1: amido inaccessibile Frutto-oligosaccharidi (inulina) AR2: amido granulare Galatto-oligosaccharidi AR3: amido retrogradato Xilo-oligosaccharidi AR4: amido modificato Beta-glucani Arabinoxilani Cellulosa Xiloglucani Lignine Galattomannani Mannani lineari Glucomannani Pectine,Gomme Fibre solubili Fibre insolubili
Proprietà delle fibre alimentari Viscosità Capacità di Ritarda svuotamento gastrico trattenere acqua Riduce tempo transito intestinale Riduce assorbimenti nutrienti Fermentabilità (colesterolo, glucosio) La capacità di trattenere l’acqua Aumenta assorbimento acqua è indirettamente proporzionale Il microbiota del colon fermenta Stimolazione crescita microbica alla fermentabilità le fibre alimentari con nel colon Diminuisce lungo il transito formazione di: Aumento il tempo di contatto per quando le fibre vengono SFCA (ac. acetico, butirrico e la degradazione batterica dei fermentate propionico) carboidrati complessi Fibre insolubili per la scarsa Gas (metano, idrogeno, CO2) (produzione di acidi grassi a fermentabilità aumentano la Aumento della massa batterica catena corta, SCFA) massa fecale e accelerano il transito intestinale La fermentazione è completa nelle fibre solubili La fermentazione è incompleta nelle fibre insolubili Ötles S. Acta Sci Pl Technol Aliment 2014; Kumar V. Crit Rev Food Sci Nutr 2012; Scott KP. Pharmacological Research 2013.
Destino della fibra alimentare non digerita …. CHO carboidrati RS amido resistente NSP polisaccaridi non amidacei OS oligosaccaridi SCFA acidi grassi a catena corta BCFA acidi grassi ramificati Scott KP. Pharmacological Research 2013.
Effetti prebiotici delle fibre alimentari Binns N, ILSI Europe, 2015.
Relazione tra fibre alimentari e prebiotici Criteri per la classificazione di una sostanza quale prebiotico: 1. deve resistere all’acidità gastrica, all’idrolisi da parte degli enzimi umani e all’assorbimento gastrointestinale; 2. deve essere prontamente fermentata dal microbiota intestinale; 3. deve selettivamente stimolare la crescita e l’attività di batteri intestinali associati ad effetti salutari. • Qualsiasi componente dell’alimentazione che raggiunga in modo intatto il colon è un potenziale prebiotico. • Il terzo criterio quello più critico da adempiere. • I prebiotici che possiedono questi criteri comprendono in larga parte le fibre alimentari solubili: FOS, GOS, inulina, Solubile amido resistente, pectine e Insolubile gomme. Gibson GR. Dietary prebiotics: Current status and new classification. IFIS Funct Foods Bull 2011 Holmes E. Therapeutic modulation of microbiota-host metabolic interactions. Sci Trans Med 2012.
Dieta e microbiota del colon Il colon umano contiene una densa popolazione di batteri che supera numericamente di ben 10 volte le stesse cellule umane: Bacteroidetes, Firmicutes e Actinobacteria sono i tre phyla maggiori Possiedono una immensa quantità di enzimi in grado di degradare substrati alimentari complessi, quali le fibre alimentari Il tipo di alimentazione può influenzare in maniera significativa la composizione del microbiota. Impatto della dieta ricca in polisaccaridi non amidacei (NSP, crusca di grano) o ricca in amido resistente (RS) sul microbiota fecale umano (espresso in valori medi totali dei geni batterici 16S-rRNA misurati con PCR quantitativa) NSP = polisaccaridi non amidacei, RS = amido resistente * p
Fibre alimentari, SCFA e ospite: interazione complessa Belcheva A. Bioessay 2015
Fibre alimentari e malattie gastrointestinali Malattia diverticolare Disturbi funzionali Stipsi gastrointestinali Fibre alimentari Sindrome metabolica Cancro del colon Malattia celiaca
Fibre alimentari e malattia diverticolare La malattia diverticolare è considerata una “malattia da deficit di fibre” Confermato da uno studio recente che trovato un rischio più basso di malattia diverticolare con l’aumento del consumo di fibre alimentari, in particolare con fibre dalla frutta e dai cereali Messo in dubbio da un altro studio in cui una dieta ricca di fibre è stata associata con una più alta prevalenza di diverticoli nel colon La stipsi non sembra essere un fattore di rischio per la diverticolosi: Soggetti con alvo regolare (7 evacuazioni/settimana) avevano un rischio del 34% più alto di diverticolosi rispetto ai soggetti con meno evacuazioni (
Fibre alimentari e malattia diverticolare Un’alimentazione ad alto contenuto di fibre viene ampiamente consigliata ai soggetti affetti da malattia diverticolare sintomatica non complicata. A tutt’oggi, gli esatti meccanismi che sottostanno al beneficio terapeutico ottenuto con la fibra alimentare non sono pienamente chiariti, benché sia stata ipotizzata una relazione con il volume fecale e il tempo di transito del materiale fecale. Una revisione sistematica su pazienti con malattia diverticolare sintomatica non complicata ha individuato • 9 studi con terapia a base di fibre alimentari e • 10 studi a base di supplementi di fibra. Carabotti M. Nutrients 2017.
Carabotti M. Nutrients 2017.
• In pazienti con malattia diverticolare sintomatica non complicata, singoli studi di bassa qualità suggeriscono un beneficio terapeutico delle fibre alimentari e di supplementi di fibra. • I limiti metodologici, l’eterogeneità dei trattamento e la mancanza di studi designati ad hoc non permettono una stima complessiva dell’efficacia. Carabotti M. Nutrients 2017.
Fibre alimentari e stipsi: evidenza? Ford AC, Am J Gastroenterology 2014
Rao SCC, Aliment Pharmacol Ther 2015
Fibre alimentari nell’anziano Nei pazienti anziani, il microbiota intestinale ha una biodiversità più bassa di diverse specie microbiche, una più bassa abbondanza di bifidobatteri, un aumento di aerobi facoltativi opportunisti (Staphylococcus, Streptococcus e Enterobacteriaceae) ed un aumento in anaerobi (gruppi di Clostridium e Bacteriodes spp). L’aumentato uso di antibiotici nelle persone anziane risulta in alterazioni del microbiota intestinale. Siccome la prevalenza di malattia diverticolare e stipsi aumenta con l’età, l’uso delle fibre alimentari prebiotiche può giocare un ruolo di particolare importanza nei pazienti anziani. Nicholson JK, Science 2012. Tilhonen K. Ageing Research Reviews 2010.
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile Diversi fattori possono avere un ruolo nella sindrome dell’intestino irritabile (SII): alterata composizione del microbiota, aumentata permeabilità intestinale, squilibrio del sistema enteroendocrino, sistema immunitaria sregolato) Nella SII viene descritta una disbiosi del microbiota del colon, frequentemente caratterizzata da una riduzione di bifidobatteri. Öhmman L. Nature Reviews Gastroenterology & Hepatology 2015
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile Nella SII, la supplementazione di fibre alimentari solubili sembra migliorare lo score sintomatologico globale Moayyedi P. The Effect of Fiber Supplementation on IBS. Am J Gastroenterol 2014
Fibre alimentari e sindrome dell’intestino irritabile Ford AC, Am J Gastroenterology 2014
Sindrome dell’intestino irritabile: Il paradosso di fibre alimentari e FODMAPs Nella sindrome dell’intestino irritabile (SII) è descritta una disbiosi del microbiota del colon, frequentemente una riduzione di bifidobatteri Nella SII alcuni trial hanno mostrato l’efficacia dell’aumento di bifidobatteri. Le fibre solubili (inulina, FOS, GOS) stimolano selettivamente la crescita dei bifidobatteri. Gli oligosaccaridi fanno parte delle FODMAPs! Staudacher H, Proc Nutr Soc 2016
Sindrome dell’intestino irritabile: Il paradosso di fibre alimentari e FODMAPs La restrizione di alimenti ad alto contenuto di FODMAPs è un trattamento proposto nella SII. Una dieta con FODMAPs ridotti riduce la concentrazione dei bifidobatteri nel colon. Da questo nasce un paradosso interessante: l’aumento dei bifidobatteri nel colon con probiotici si associa ad una riduzione di sintomi da IBS, mentre la dieta a basso contenuto di FODMAPs ha un’efficacia clinica riducendo i bifidobatteri. Molto probabilmente ambedue i trattamenti possono essere utili in sottogruppi diversi di pazienti con SII oppure combinati tra di loro. Staudacher H, Proc Nutr Soc 2016
L’utilizzo delle fibre alimentari da parte del microbiota intestinale è influenzata da molti fattori Le fibre alimentari possiedono la capacità di modificare almeno in parte la composizione del microbiota intestinale Le fibre alimentari rappresentano la principale fonte di energia per il microbiota del colon. Molti fattori nutrizionali, microbiologi e dell’ospite influenzano le reazioni fermentative del colon, in particolare tempo di transito intestinale, età, sistema neuroendocrino, forma e quantità del substrato, specie batteriche presenti, stress Le fibre alimentari possono potenzialmente essere utili per manipolare il microbiota intestinale Si sa ancora poco su come questo possa avvenire in modo predittibile !!! Hamaker BR, Tunis YE. J Mol Biol 2014.Macfarlane GT, J Appl Microbiol 2007.
Considerazioni conclusive Le fibre alimentari costituiscono una componente importante dell’alimentazione umana. Nei paesi occidentali il consumo è inferiore ai livelli raccomandati. L’alimentazione sana e equilibrata che include tutti i tipi di fibra, alimenti ricchi di fibra ed eventualmente alimenti addizionati con fibra alimentare, può portare a multipli benefici per la salute. Le fibre alimentari possono portare a effetti benefici nella stipsi, nella sindrome dell’intestino irritabile e nella malattia diverticolare. L’evidenza clinica sulla possibile modulazione intenzionale del microbiota intestinale con l’uso di fibre alimentari è scarsa.
Grazie per l’attenzione
Fibre alimentari e cancro del colon Studi epidemiologi e sperimentali hanno osservato effetti anticancerogeni di amido resistente inulina, e altri oligo-fruttani (FOS, XOS). Gli effetti anticancerogeni dei prebiotici potrebbero essere attribuiti a: effetti bifidogenici e la produzione fermentative di acidi grassi a catena corta (SFCA), in particolare il butirrato sembra avere effetti protettivi sull’epitelio del colon manipolazione del microbiota intestinale e inibizione della proliferazione di patogeni down-regolazione dell’espressione di COX-2, NF-kB, iNOS e glutatione perossidasi, nonché l’induzione di protein-chinasi C-delta, heat shock protein 25 immunomodulazione effetti pro-apoptotico Prebiotici e simbiotici potrebbero rappresentare dei potenziali anticancerogeni Ambalam P. Best Pract Res Clin Gastroenterol 2016
Fibre alimentari e cancro del colon Nugent AP. Nutr Bull 2005; Hamaker BR, J Mol Biol 2014.
Fibre alimentari e cancro del colon RCT doppio cieco di 12 settimane 37 pazienti con cancro del colon e 43 pazienti polipectomizzati Trattamento con simbiotici: bifidobacterium lactis, lactobacillus rhamnosus GG e inulina Nei pazienti trattati con simbiotici: Riduzione significativa di di Bifidobacterium Riduzione del danno DNA a livello della mucosa del colon, della proliferazione cellulare e di altri biomarker tumorali Rafter J. Dietary synbiotcs reduce cancer risk factors in polypectomized and colon cancer patients. Am J Nutri 2007.
Disbiosi e malattia celiaca Il microbiota intestinale potrebbe contribuire alla eziopatogenesi della malattia celiaca tramite tre meccanismi proposti: (2) Attività proteolitica con produzione di peptici tossici e immunogenici dal glutine e interazioni tra ospite-microbiota che possono influenzare (1) La barriera intestinale e (3) funzione immunitaria (mediante la regolazione dell’equilibrio tra citochine pro- e anti- infiammatorie) Olivares M, Sanz Y. Intestinal Microbiota and Celiac Disease. OmniaScience; 2015. p. 193-221. Verdu EF. Nature Rev Gastro Hep 2015
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