ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
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Rocchetta Sant’Antonio, definita “La Poetica” da Francesco De Sanctis, nell’opera di commenti e memorie del faticoso viaggio elettorale nel suo collegio per le elezioni politiche 1874/1875 “Un viaggio elettorale”, conserva ancora l’antica gentilezza che ha sempre caratterizzato i modi di presentarsi ai visitatori dei rocchettani . A Rocchetta il clima è salubre, il cibo è ancora genuino, i prodotti a km zero, è caratterizzata dalla serenità e tranquillità delle piccole comunità. Questo piccolo e affascinante Borgo vi aspetta per farvi godere monumenti, panorami, cibi genuini e un sano stile di vita. iL Sindaco Dott. Giulio Valentino Francesco Petruzzi La storia di Rocchetta Sant’Antonio Tra Puglia, Campania e Basilicata residui delle mura, posizionata torri, di cui una sola è ancora vi- c’è Rocchetta Sant’Antonio, la sua nella parte più alta del paese de- sibile, ed era protetta in origine da storia, la sua cultura. La cittadina nominata “cittadella”, fu chiamata corte muraria. Il portale d’ingres- prende la prima parte della deno- inizialmente “Oppidum Rocca”, so rivolto a Est e sembra che due minazione dalla rocca normanna poi prese il nome di “Sant’Antimo torri fossero collocate dove ades- che dominava il paese, la secon- in Rocca”, infine “Rocca o Castel- so insistono la Torre Civica o Tor- da è dedicata al santo patrono del lo di Sant’Antimo” nell’XI secolo re dell’Orologio e la Torre ogivale paese Antonio Abate. quando iniziò l’insediamento ur- del Castello d’Aquino. Rocchetta Sant’Antonio, nel tem- bano, altre fonti ne attestano l’esi- Intorno alla Rocca o Castello di po, ha assunto diversi nomi: in ori- stenza già dal VI secolo al tempo Sant’Antimo si formò il feudo di gine Oppidum Rocca, poi Rocce delle lotte Bizantino-Longobarde, Rocchetta, di cui si conosce noti- Sant’Antimo, quindi Sant’Antimo o ancor prima, per il legame con zia del primo feudatario, Roberto in Rocca e Rocchetta di Puglia il Santo Abate Antonio di Nicode- del Torpo, che esercitò i diritti feu- fino ad arrivare all’attuale Roc- mia. dali dal 1081 al 1120. chetta Sant’Antonio. La Rocca edificata in forma qua- Il tremendo sisma del 1456 rase La Rocca, di cui oggi restano solo drata, era delimitata da quattro al suolo quasi completamente la rocca di Castel Sant’Antimo e gran parte del primo núcleo abitato. Il 24 maggio 1501, a Castelnuovo di Napoli, il Re Federico d’Aragona siglava “Diploma” con cui conferi- va il feudo di Rocchetta Sant’Anto- nio al Marchese di Corato, suo fido Consigliere, Ladislao II D’Aquino, per la somma di Lire 25.500. Ladislao II d’Aquino, a sigillo di po- tere, fece erigere, nelle immediate vicinanze dell’antica Rocca, il Ca- stello, d’Aquino la cui costruzione terminò nel 1507, come si evince da lapide marmorea posizionata sul portale d’ingresso. Se si con- sidera l’epoca in cui fu costruito il Castello e la sua struttura con la Torre a forma di prua di nave, ap- 2 rocchetta sant’antonio
Il fascino del Borgo Quando il sole tramonta dietro il Castello d’Aquino, l’affascinante centro anti- co di Rocchetta Sant’An- tonio si colora di sfuma- ture di rosa e l’osservatore viene rapito da immagine suggestiva. Il Borgo premiato con la Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, deve il suo fascino all’armonia delle architetture di pic- pare evidente che più che di opera a ritenersi IRPINI e lo stesso dia- cole case, palazzi storici difensiva si trattò di edificio resi- letto, così come tante tradizioni e chiese che s’incontra- denziale edificato per celebrare la sono, infatti, più vicini alla cultura no percorrendo l’intricato potenza della famiglia D’Aquino, il irpina. dedalo di viuzze che gira- cui stemma è riportato sulla porta Rocchetta Sant’Antonio si distin- del Castello. gue per il suo centro storico, un no intorno alla Cittadella Di fronte alla Chiesa Matrice, nel intricato dedalo di viuzze lastrica- e confluiscono verso la cuore dell’antico paese degno di te in pietra che girano intorno alla Chiesa Matrice dell’As- nota è il Sedile o Seggio di Roc- Cittadella e confluiscono verso la sunzione della Beata Ver- chetta, del XVI secolo, formato da Chiesa Matrice dell’Assunzione gine Maria, oltre che alla due archi a tutto sesto, aperti in della Beata Vergine Maria. bellezza del paesaggio modo da assicurare la trasparen- Rocchetta ha dato i natali al Ve- za dell’amministrazione, fu sede scovo di Foggia e Troia, G. Giaco- naturale che lo circonda. del potere politico (feudatario) e mo Onorato, al quale è dedicato Tra le bellezze naturali- civico (Universitàà). il largo di fronte alla Chiesa Ma- stiche che arricchiscono Le sfavorevoli sorti degli Arago- trice, ed al Delegato apostolico, il paesaggio, la singolare nesi, non risparmiarono Ladislao giureconsulto e discepolo del ce- “Preta Longa”, una gran- II d’Aquino, il quale anche per una lebre filosofo Antonio Genovesi, de roccia che spunta dal condotta poco corretta godé per Pasquale Corbo. poco della sua residenza e ne fu Nasce a Rocchetta la scrittrice terreno sulla strada pro- privato unitamente a tutto il feudo Maria Teresa Di Lascia, autrice del vinciale che da Candela di Rocchetta che passò a varie fa- romanzo “Passaggio in ombra” porta a Rocchetta a mo’ di miglie, fino a Andrea Doria Pam- (Feltrinelli) Premio Strega 1995, simbolica porta d’ingres- phili nel 1609, il cui stemma fami- l’opera, tradotte in molte lingue, so a Rocchetta per i viag- liare appare sulla facciata sinistra è uno spaccato di vita del Mezzo- giatori. della Torre ogivale. La Signoria giorno d’Italia oltre che di storie dei Doria terminò con l’abolizione familiari rocchettane. Alla scrittri- dei diritti feudali (1809). ce è dedicato il Premio Nazionale Nel 1849, i Doria vendettero il Ca- Narrativa al femminile, Saggisti- stello alla famiglia Piccolo, anco- ca e Letteratura per ragazzi che i ra oggi proprietaria. svolge ad anni alterni a Rocchetta Rocchetta Sant’Antonio, con Leg- e presso il Comune di Fiuminata ge del 3 gennaio 1939, venne stac- (MC), quest’ultimo luogo di origi- cato dalla provincia di Avellino e ne della madre della scrittrice. aggregato a quella di Foggia. Gli anziani ancora oggi continuano rocchetta sant’antonio 3
Il Castello d’Aquino Il Castello d’Aquino, baluardo d’i- in ciascun vertice, è costruito sul za maggiore rispetto alla sezione dentità della Comunità, per la sua punto più alto di uno sperone di circolare, e attiva, per la presenza forma particolare è opera archi- roccia, a strapiombo su lato sud delle casematte. tettonica di grande interesse, rap- e in declivio sul lato nord segue. La forma ogivale prelude il ba- presenta uno dei pochi esempi di La costruzione del castello sem- stione a pianta pentagonale che architettura militare rinascimen- bra essere avvenuta in due fasi di- ha la faccia disegnata dalla li- tale che non ha subito modifiche. stinte, anche se vicine nel tempo, nea di difesa. L’asse dell’ogiva è Risulta sostanzialmente integro, probabilmente non più di vent’an- direzionato verso la cittadella, in maestoso simbolo del paese ni l’una dall’altra, ciò si riscontra quanto dagli altri lati il castello svetta sull’altura della cittadel- dall’osservazione delle soluzioni si difendeva grazie al naturale la dove l’occhio può spaziare su di continuitàà nette nel paramen- andamento orografico del colle. ampia vista fino a raggiungere, in to murario in corrispondenza Il significato di tale orientamento fondo all’orizzonte, il golfo d Si- dell’attacco tra la torre ovest, la può anche esser dovuto al fatto ponto e le vette del Gargano. più alta, e il resto del fabbricato. che il castello non ha mai svolto La progettazione è accreditata La torre, inoltre, risulta funzional- la funzione di difesa, si tratta più alla scuola del grande architetto mente autonoma rispetto al resto che altro di simbolo di potere del senese Francesco di Giorgio Mar- del castello. Le torri a ogiva sono barone. Secondo alcune fonti, tini, lo stesso che ha realizzato di tipo casamattato, la tipologia invece, nel luogo in cui è situata il castello di Carovigno, infatti, che permette la coesistenza del- attualmente la torre, preceden- ha una forma triangolare (come le funzioni di difesa passiva, data temente era collocata una torre il castello di Carovigno) con tre dalla massa e dalla sezione della normanna, per cui la scelta è rica- torri a geometria ogivale poste muratura che offre una resisten- duta su questo sito. Attualmente 4 rocchetta sant’antonio
non sono visibili le merlature del- la torre principale in seguito ad un rialzo della torre avvenuto nella metàà del 1700 dopo un parziale crollo dovuto al terribile terremoto del 1712, che ha interessato gran parte della cittadella. L’imponente edificio costruito in pietre calcaree giallo-ocra tipiche del luogo è distribuito su quat- tro livelli; a piano terra si trovano i principali locali di servizio, dai quali si accede al piano superiore dove sono ubicati tutti gli ambien- ti residenziali; al secondo piano ritroviamo gli stessi vani presenti al piano inferiore, mentre al terzo piano si estende un’unica stanza dalla quale parte la scala di acces- so alla torre ogivale. Il Castello d’Aquino oggi non risul- ta essere un bene pubblico ma pri- vato, i proprietari sono la famiglia Piccolo. rocchetta sant’antonio 5
Il mito e la fede di Sant’Antonio nella storia di Rocchetta Sant’Antonio Nella ricorrenza della festività paracione castrorum”, emesso nel di Sant’Antonio Abate, puntual- 1231 dall’amministrazione del Re- mente si ripropone, mancan- gno di Federico II di Svevia, in cui si do notizie certe, la domanda stabiliva quali fossero gli uomini, e sul quando il Santo sia stato di quali paesi, che dovevano provve- proclamato protettore di dere alla riparazione del Castello di Rocchetta. Il Sac. Giovanni Sant’Agata1 , annoverava, tra questi, Gentile, nella sua “Croni- “… gli uomini di Roccette S. Antoni”. storia” dice: “Si ha buon Potrebbe, però, trattarsi di un errore diritto a ritenere che dal- di trascrizione (S. Antoni per S. Anti- la costruzione del nuo- mi) dell’amanuense che ha ricopiato, vo castello, Rocchet- perché lo statuto, che codifica nor- ta assunse il titolo di me consuetudinarie, ci è pervenuto S. Antonio, per distin- nella redazione risalente al Regno di guersi il secondo edi- Carlo d’Angiò. L’ipotesi dell’errore di ficio baronale dal pri- trascrizione può essere avvalorata mitivo S. Antimo”. La dal documento, di epoca successiva, considerazione si basa, datato 1278, con cui Carlo d’Angiò evidentemente, sugli atti concede, in cambio di altri feudi, a amministrativi che da quel pe- Giovanni Gagliardi e a sua moglie Al- riodo riportano, come luogo trude, i castelli di Monteverde, Lace- di redazione, Rocchetta S. donia e “Rocce Sancti Antimi”. Tanto Antonio e non più S. Anti- considerato, sembra alquanto im- mo. I noti documenti ri- probabile che Rocchetta avesse guardanti i diplomi e le come eponimo Sant’Antimo sino al donazioni fatte all’Abbazia 1250, per poi chiamarsi Sant’Antonio di Cava dei Tirreni del mona- da quella data, tornare, quindi, a stero di S. Maria in Giuncari- chiamarsi Sant’Antimo al 1278 e, a ca, lo indicano come “prope partire dagli inizi del XVI secolo, di Castrum Sancti Antimi”, a nuovo Sant’Antonio. Che la comunità partire dal diploma di Rober- abbia venerato ambedue i Santi per to del Torpo: primo feudata- un lungo periodo è possibile, ma per- rio normanno di Lacedonia, mane il dubbio su quando ci sia sta- risalente al novembre dell’an- ta la sostituzione dell’intitolazione. no 1081. Sia la do in Rocca con Si potrebbe cercare di addivenire ad Santo Stefano e Santa Maria in una soluzione facendo appello alla Giuncarica. Il Prof. Enrico Cuo- tradizione, secondo cui il popolo zzo, nella sua relazione al con- avrebbe eletto come suo protettore vegno sulle origini di Rocchet- Sant’Antonio in occasione del transi- ta, tenutosi nell’agosto del to, nei pressi della rocca, di truppe 1987, evidenzia, contraria- francesi, in epoca non specificata. mente a quanto ipotizzato Nella circostanza il Santo avrebbe dal Canonico Gentile, che già salvato il paese facendo comparire lo “Statutum de re- molti fuochi sugli spalti, che, mani- 6 rocchetta sant’antonio
festando la presenza di un rilevante sedio a Canosa, per dar man forte te: il monaco eremita numero di difensori, avrebbero sco- ai difensori, si erano ritirate alla vi- universalmente venerato come tau- raggiato l’assalto alla rocca. Mi ri- sta di ulteriori rinforzi giunti da maturgo, guaritore di malattie incu- ferisco, a questo punto, a quanto Grotta Minarda per quella che fu, in rabili e protettore degli animali e già scrissi al riguardo su una bro- epoca romana, la via Herculia. Non del lavoro dei campi. I festeggia- chure, curata dalla “Pro Loco”, nel si conosce, con precisione, la stra- menti hanno inizio, alla sera della lontano 1993, dove ipotizzavo che da percorsa durante la ritirata: la Vigilia, il 16 gennaio, con il corteo l’episodio potesse essere avvenuto gran massa si rifugiò a Troia ed al- che muove dalla casa del sindaco in epoca o contemporanea alla co- tri reparti raggiunsero Melfi, ed è verso la Chiesa Madre, dove vengo- struzione del nuovo castello, in oc- possibile supporre che abbiano se- no celebrati i Vespri Solenni. Suc- casione della guerra franco-spa- guito il tratturo Pescasseroli fino a cessivamente la cittadinanza si gnola, succeduta alla caduta della Monte Albano e che poi, attraverso reca nella residenza municipale, Dinastia Aragonese (1503), o ante- la valle di Canneto e Serra Longa, ove vengono offerti pasticcini e li- cedente, nel 1462, durante la guer- abbiano, percorrendo la Via Appia, quor, per porgere gli auguri al sin- ra angioino-aragonese. Tutto lascia attraversato l’Ofanto al ponte di daco ed all’amministrazione. Le ri- supporre che sia più verosimile la Santa Venere. Gli Aragonesi, in se- tualità civili proseguono con la seconda ipotesi, in quanto non si guito, presero Troia, distrussero fiaccolata notturna per le vie del ha notizia di passaggi consistenti, Ascoli e Candela e furono ricevute paese, accompagnata dalla banda nella zona, di truppe straniere du- in Melfi dal Principe di Taranto che e spari di mortaretti, con frequenti rante la guerra franco-spagnola (le si arrese a discrezione. Non abbia- soste negli slarghi dove gli abitanti operazioni avvennero più che altro mo, di contro, motivo di ritenere dei vari quartieri allestiscono falò: nelle Puglie, culminando nella bat- che le forze transitate sotto Roc- simboli del ritorno della luce, su cui taglia di Cerignola, in cui i francesi chetta possano essere state Arago- si bruciano, come durante i satur- del Duca di Nemours furono disa- nesi, perché, appunto, come abbia- nalia dell’antica Roma, fantocci strosamente battuti dagli spagnoli mo visto, seguirono altre vie, ed in che, all’epoca, rappresentavano di Consalvo de Cordoba), mentre si quanto, essendo, all’epoca, Roc- l’inversione dell’ordine sociale a cui ha notizia del passaggio di truppe chetta feudo della Duchessa Maria si indulgeva durante quelle festivi- francesi durante la guerra del 1462. Donata del Balzo, sicura alleata de- tà. Non per niente la festa di Giovanni Pontano, che poté assi- gli Aragonesi, poiché era stata con- Sant’Antonio Abate segna la fine stere, nella prima metà di agosto, ai fermata nei suoi feudi dallo stesso delle festività connesse al solstizio fatti d’arme riguardanti l’assedio di Re con privilegio datato 13 novem- d’inverno e l’inizio del carnevale e Accadia narra, nel quarto libro del bre 1458, nulla i rocchettani avreb- le teste d’agnello che si consuma- suo “De bello neapolitano”, della bero avuto a temere dagli stessi. no, in casa, a cena, potrebbero rap- accanita difesa degli accadiesi Spesso, nel dare una spiegazione presentare le teste umane offerte, contro l’esercito di don Ferrante al cambio dei santi patroni e protet- in epoca arcaica, nel corso di riti d’Aragona, comandate dallo stesso tori in genere, si fa riferimento alla rigorosamente notturni, a Saturno e Re ed appoggiate da truppe milane- politica del “Rekatholisierung” se- ad Ade, sostituite, poi con teste di si al comando di Alessandro Sfor- guita dalla chiesa Cattolica dopo la agnelli; potrebbero rappresentare, za: fratello del Duca di Milano. Gli perdita dell’Italia Meridionale da altresì, il banchetto, chiamato “let- Aragonesi erano appoggiati, 1 Sede parte dell’Impero Bizantino, spe- tisternio”, che si offriva ai simulacri di Castaldato, vale a dire diretta- cialmente se ai santi orientali si di Giove ed alle principali dodici di- mente dalla Corona Imperiale. inol- fanno risalire posizioni dottrinarie vinità del Pantheon greco-roma- tre, dai pontifici, capitanati dal ni- contrarie a quelle cattoliche, nelle no.2 Altre considerazioni si potreb- pote del Papa: Antonio Piccolomini eterne dispute teologiche che, pur- bero fare sul sincretismo religioso, e dagli Urbinati, capitanati dal Duca troppo, hanno storicamente con- ma lo spazio e, soprattutto, il tem- Federico da Montefeltro. Pose fine trapposto le due Chiese. Non credo, po non lo consentono. L’indomani alla difesa il preciso tiro di artiglie- però, che ciò possa riferirsi anche si celebra la Messa Solenne e, un ria degli Aragonesi che, smantel- al nostro caso, in quanto, pur senza tempo, secondo quanto si raccon- lando le mura e colmando, con i addentrarmi in un campo che non tava, nello spiazzo antistante la detriti, i fossati, consentì l’assalto mi compete, penso che sia Sant’An- Chiesa della Maddalena, il sacerdo- definitivo, rappresentato su una for- timo che Sant’Antonio abbiano avu- te procedeva con la benedizione mella del portale del Mastio Angio- to, riguardo alla concezione della degli animali e con l’invocazione ino di Napoli. Le truppe francesi, piena divinità e consustanzialità dell’ausilio del Santo, la cui vita comandate dal Duca Giovanni d’An- anche della Terza Persona della Tri- eremitica era trascorsa in continuo giò, dal Duca Giovanni Antonio Or- nità, una posizione non difforme da agone con le forze del male, contro sini del Balzo: Principe di Taranto e quella della Chiesa Romana. Roc- le insidie del Demonio e per un da Giacomo Piccinino, nel frattem- chetta ha sempre mostrato partico- buon augurio all’inizio del nuovo ci- po pervenute, dopo aver tolto l’as- lare devozione a Sant’Antonio Aba- clo annuale. rocchetta sant’antonio 7
CHIESA MATRICE DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA Sorge ai piedi della Cittadella, al culmine di un’erta salita e di un’ampia gradinata, nella zona di prima espansione del paese fuori la rocca, ove sono testimoniati i primi in- sediamenti risalenti alla fine del primo millennio d. C. La Chiesa è sede dell’antica Arcipretura che reggeva le tre parrocchie in cui si articolava: Sant’Antonio Abate per la Cittadella; San Giovanni Battista per il Rione Pescara e Sant’Angelo per l’omonimo quartiere, più comunemente conosciuto come Lampione; sede di quest’ultima parroc- chia era, con ogni probabilità, la stessa chiesa Madre. All’epoca della costruzione, stabilita con atto del 14 gen- naio 1754, ed inaugurata il 28 ottobre del 1768, l’Arcipre- tura annoverava ben trenta sacerdoti, i quali tutti gode- vano dei benefici proprî delle chiese ricettizie, in quanto, Alcune statue, come quelle di San Vito e della Madonna secondo il diritto canonico, titolari di un ufficio. del Rosario, nonché molte tele, pale d’altare e quadri che Il progetto, come si deduce dalla “Cronistoria” del Sac. si possono ammirare nella esistente Chiesa, possono, Giovanni Gentile, fu redatto dall’Ing. Giovanni Mancarelli, anche considerando lo stile: riconducibile al manierismo di Barletta, che ne fu anche, all’inizio, direttore dei lavori; napoletano, essere considerate sopravvenienze della gli successero Silvestro Pollice e il di lui figlio Sabato, di preesistente Chiesa Madre. Agnone. Degna di nota, tra le opere risalenti al vecchio Tempio, L’edificio fu edificato su una preesistente Chiesa, la cui è di sicuro la pregevole tavola, su sfondo in oro, sovra- costruzione risaliva, con ogni probabilità, essendo coeva stante il secondo altare a partire dalla navata di sinistra, del tuttora esistente campanile, agli anni compresi tra il rappresentante una bellissima Madonna con il bambino 1558 e il 1591, come si legge sull’iscrizione collocata sul che tiene, tra le mani, un cardellino, di sicuro stile rinasci- prospetto del campanile stesso. mentale, per i colori e per il movimento, sia espresso che Stando ad un documento datato 26 agosto 1591, firmato contenuto. da Mons. Marco Pedoca, Vescovo di Lacedonia, e da altri A seguito dei disastrosi terremoti che si susseguiro- sacerdoti, e controfirmato dal Notaio Giuseppe Pasciuti, no dal 1684 al 1695, l’edificio fu più volte riparato, ma, per il completamento del campanile si rese necessario evidentemente, ne era seriamente compromessa sia la contrarre una fideiussione per 200 ducati, all’interesse staticità, sia la stessa copertura; inoltre, evidentemente dell’8%, che vennero extinti, l’anno successivo, stante lo a causa delle sepolture, versava in uno stato di estrema strumento, datato 9 agosto 1592, redatto dai Notai Quin- fatiscenza. tiliano Magaldo e Giovanni Americo, cum pretio quartae Poco più di cento anni dopo la costruzione, quindi, la partis frumenti spectan. ad d. Ecclesiam (con la vendita Chiesa, secondo un documento datato 2 giugno 1739, della quarta parte del frumento spettante alla Chiesa). firmato da quattro notabili del posto, alla presenza di due L’altare maggiore del S.S. Sacramento, e un altro altare testimoni, con autenticazione delle firme da parte del No- dedicato al Santissimo, erano affidati alla cura dei con- taio Giuseppe Roberti, era in uno stato di abbandono “… fratelli dell’omonima Congrega, che aveva in possesso Che per l’umidità, e l’gran fetore sentesi, cagiona malattie degli animali da lavoro, usati dai confratelli, con il privile- ed indisposizione e s’astengono i preti di debol comples- gio che garantiva loro di non poter essere sottoposti ad sione dall’officiare…”. eventuali sequestri. Seguono altre descrizioni desolanti e le accuse al Ve- Lo stesso avevano fatto gli appartenenti alle altre con- scovo pro tempore, il cui nome non viene citato nel do- greghe: del Rosario, ospitata, di pari, nella Chiesa madre, cumento, di appropriarsi della quarta parte delle entrate di S. Giovanni e della Pietà. destinata alla manutenzione dello stabile, degli arredi e La Congrega, prima, e la Confraternita, poi, possedevano, dei sacri paramenti. sino alla prima metà del XIX secolo, una mandria di bovi- Una dichiarazione di Mons. Gennaro Scalea, Vescovo di ni (‘r vacck lu Sacrament) ed avevano il diritto di pascolo San Severo e già Vescovo di Lacedonia, conferma il dirit- sul demanio comunale e sui beni feudali, sino all’aliena- to della Chiesa Madre a disporre del citato quarto delle zione di tali beni. entrate, come per consuetudine e come di diritto. 8 rocchetta sant’antonio
Di certo a seguito di tale relazione, forse ad limina, e di una o più pensabili visitazioni apostoliche, si rese neces- Chiesa di San Giuseppe sario procedere con il rifacimento della Chiesa, il cui co- sto, chiaramente dettagliato nei capitolati d’appalto del 1754, riportati nella succitata “Cronistoria”, fu sostenuto dal popolo, con il concorso delle Cappelle e, per gli orna- Sorge sulla Cittadella, la parte più antica del paese, menti, dalla Diocesi, il cui Vescovo, Nicola d’Amato, fu il costruita dai Bizantini negli anni compresi tra il 980 e vero promotore ed animatore della bella costruzione. il 986 come parte di una catena di fortificazioni erette La pianta è romanica, a tre navate, con la centrale sorret- lungo il confine con il Ducato Longobardo di Beneven- ta da archi rampanti scavalcanti le due navate laterali ed to. è fiancheggiata dall’antico campanile quadrato, sormon- Il Sac. Giovanni Gentile, nella sua “Cronistoria di tato da un tamburo ottagonale e da una cupola aggiunta Rocchetta”, riferisce che ai suoi tempi vi era ancora nel corso del XVIII sec. gente che ricordava una statuetta di S. Antimo di Ni- La facciata, per il movimento e il gioco di luci che le con- comedia, Martire Cristiano del III sec. ed eponimo del ferisce la forma concava della parte centrale, rilevato dal- piccolo centro, custodita nella Cappella; difatti, sino le lesene, dalla cornice, dal fastigio del portale, sormon- alla fine del XV sec., Rocchetta si chiamerà “Rocca tato da arco interrotto, con volute sorrette da paraste, Sant’Antimo”. può considerarsi come appartenente ad un tardo stile Si pensa che la costruzione sia stata restaurata o ri- barocco, che già si rasserena nel neoclassico. costruita nel XVI sec., anche se il basamento, con la La navata centrale presenta la copertura con volte a cro- relativa scalinata di accesso, risalgono, con evidenza, ciera decorata con scene tratte dal Vecchio Testamento ad epoca medievale. e, all’incrocio con il transetto, determina il tamburo, de- Potrebbe essere stata, prima che a San Giuseppe, corato con stucchi rappresentanti i quattro Evangelisti, dedicata a Sant’Antonio Abate, in quanto, ancora nel- sormontato dalla cupola e dalla lanterna. Sulle navate la- la prima metà del XVIII sec., le tasse che, sulla base terali è possibile ammirare gli altari realizzati dal famoso del catasto, i cittadini dovevano corrispondere, era- stuccatore e marmoraro Luigi Cimafonte di Napoli: nella no ripartite per le tre parrocchie in cui, all’epoca, si navata di sinistra quello di San Pasquale, il già citato Alta- articolava l’Arcipretura: Sant’Antonio, per gli abitanti re della Madonna del Cardellino e quello dell’Addolorata. della Cittadella; S. Michele Arcangelo, per l’omonimo Tra i primi due altari si apre la Cappella del SS. Sacramen- quartiere, meglio adesso conosciuto come Lampione to, pavimentata con maioliche, probabilmente di Capodi- e San Giovanni Battista, per gli abitanti del Rione Pe- monte, che, sino a qualche decennio fa, pavimentavano scara. anche l’Altare Maggiore; la Cappella è adornata con le Attualmente la Cappella, a navata unica, conserva bellissime tele raffiguranti la Pentecoste, San Francesco le statue di San Giuseppe, Santa Lucia, Santa Maria di Sales e l’Ultima Cena. In fondo alla navata si apre la Incoronata e della Madonna di Costantinopoli, il cui Sacrestia, arredata con armadi in noce, per la custodia culto si diffuse maggiormente in Italia a seguito della dei paramenti sacri, realizzati, come il coro ligneo retro- caduta dell’Impero Bizantino ed all’ospitalità offerta, stante l’Altare Maggiore, dall’artigiano Liberatore Villani; nelle nostre contrade, ai profughi albanesi che fuggi- alle pareti sono incorniciate una tela raffigurante la Depo- vano dalla loro patria a seguito dell’invasione turca. sizione, la Nascita di Maria e i ritratti dei Vescovi: Mons. La bella tela, di scuola napoletana del “Seicento”, raf- Onorato e Mons. D’Amato. figurante la Sacra Famiglia, è, adesso, custodita nella Vi è anche una preziosa statuetta lignea che ritrae l’”Ecce Chiesa Madre. homo” e un mezzo busto di San Gennaro, un tempo ap- Conserva una acquasantiera in marmo settecentesca. partenente alla Cappella dell’Annunziata. Nella navata di destra vi sono gli altari di Santa Filomena, della Madonna del Rosario: la cui devozione ebbe ampia diffusione dopo la battaglia di Lepanto e di S. Antonio Abate, con, ai lati, le statue di S. Sebastiano e di S. Vito, il culto del quale doveva essere particolarmente presente a Rocchetta, in quanto, dalle antiche carte geografiche, un’intera contrada era denominata “Le Coste di San Vito”. Accanto alla Chiesa vi è ancora la cosiddetta Chiesuola, appartenente alla vecchia struttura. Interessante sarebbe, anche, esplorare meglio gli ipogei, in quanto, nonostante i non sempre provvidi interventi effettuati a seguito dell’ultimo terremoto, si possono ancora ammira- re resti di splendidi affreschi, che è ipotizzabile possano appartenere ad una Chiesa ancora antecedente a quella del XVI secolo. rocchetta sant’antonio 9
Chiesa di Santa presumibilmente modici, dai confra- telli, per i lavori agricoli. Nella piccola struttura, come si evin- Maria delle Grazie ce dai bilanci, era alloggiato anche uno o più accoliti o commessi, pro- babilmente appartenenti all’Ordine Si trova nel Rione Pescara, costrui- Statuto, in data 26 settembre 1783, di San Francesco di Paola, ed è pen- ta, probabilmente, nel XVI secolo; munito di Assenso Regio, i relativi sabile che, trovandosi Rocchetta sul- la semplice facciata presenta, però, bilanci sono stati sistematicamen- la via di pellegrinaggio, detta “La Via un portale, sovrastato da un fastigio te sottoposti all’approvazione della del Padre”, che collegava l’Appia e il con archi interrotti, tipici dello stile Sottoprefettura di Sant’Angelo dei Tratturo Regio Pescasseroli-Candela tardo barocco, che lo farebbero risa- Lombardi, prima, e della Prefettura con l’Abbazia del Goleto ed i Santua- lire al XVIII secolo, così come molti di Foggia, poi. Detti bilanci, accura- ri del Principato Ultra, vi fossero al- elementi dell’interno. tamente redatti, sono ancora consul- loggiati dei viandanti. Dalla “Cronistoria” del Sac. Giovanni tabili e costituiscono una notevole “Il Padre” per antonomasia, dalle no- Gentile risulta che godeva del pa- fonte di notizie riguardo ai rapporti stre parti, è considerato San Gugliel- tronato di una importante famiglia. politici, economici e sociali dei varî mo da Vercelli: Santo Patrono della “Emigrato l’ultimo erede di quella fa- periodi storici. Provincia di Avellino, fondatore delle miglia per l’uccisione dell’Arciprete Nel 1685, al fine di scongiurare, a Abbazie di Monte Vergine e del Go- dell’epoca, i beni furono aggiudicati seguito della grave situazione debi- leto. La porta di accesso alla Sacre- al Fisco e la Cappellania fu dichia- toria delle famiglie e dell’Università, stia, d’altronde, è sormontata da una rata Regia”; da allora, le investiture l’imminente pericolo di sequestro, conchiglia: simbolo dei pellegrini. ai sacerdoti cappellani, dette colla- da parte del Governatore del Feudo L’interno della Chiesa, ad una nava- zioni, furono attribuite tramite regi di Melfi, la proprietà di molti animali ta, oltre all’Altare Maggiore, adorna- rescritti. da lavoro venne trasferita alle con- to da una bella tela e da una statua La Chiesa ospita l’omonima Confra- fraternite, i cui beni erano considera- raffiguranti la Madonna delle Grazie, ternita che sorse al tramonto delle ti intangibili. presenta altri quattro altari, di cui tre antiche Congreghe: del Santissimo; Le stalle erano ubicate nel seminter- in marmo ed uno in pietra, sovrastati del Rosario; di San Giovanni Battista rato del piccolo convento annesso da tele raffiguranti: la SS. Trinità; la e della Pietà; è retta da un Priore e alla Cappella, crollato in seguito al Beata Vergine del Carmine e le sta- da un Consiglio, ambedue elettivi terremoto del 1930 e gli animali da tue di S. Gabriele e di San Gerardo. e, sino al 1962, essendo stato lo lavoro erano “noleggiati”, a prezzi, 10 rocchetta sant’antonio
BIBLIOTECA COMUNALE CHIESA DELLA “GIOVANNI G. LIBERTAZZI” MADONNA DEL POZZO La Biblioteca comunale “Giovanni G. Libertazzi” inaugurata nel 1994 con il trasferimento della biblioteca civica presso l’ex sede storica del Comune, in Via Francesco de Sanctis n.2, acquisisce nuova denominazione, dedicata allo storico Costruita agli inizi del XVIII sec. sulla collina di Serralon- e ricercatore conterraneo Giovanni Gelsomino Libertazzi. ga, per ricordare un miracolo accaduto, in quel luogo ad La nuova sede, più grande, consente l’implementazione e un contadino di nome Giuseppe Mastrostefano: In piena l’articolazione di nuovi spazi che consentono di offrire un servizio più aderente alle esigenze dei fruitori. estate, il 24 di agosto, mentre, stanco per il lavoro e tor- La biblioteca diviene fulcro d’incontro delle Associazioni mentato dalla sete si raccomandava alla Madonna del culturali e luogo di studio e ricerca per studenti di scuole Pozzo, la cui immagine gli era stata data tempo prima, di ogni ordine e grado oltre che per studiosi e ricercatori. da un frate di passaggio, vide formarsi una polla d’ac- Nel 2001 la Biblioteca aderisce alla rete bibliotecaria pro- qua: impensabile per una zona tanto arida. Raccontò la vinciale B.O.R.A. - Biblioteche Organizzate in Rete Automa- cosa in paese e la gente, con l’Autorità Ecclesiastica, tizzata. poté constatare che effettivamente l’acqua sgorgava, Nel 2005 con atto di G.C. n.76 del 25 maggio viene delibe- per cui, dopo le opportune e ponderate indagini e con- rata l’adesione della Biblioteca al progetto “ARACNE” della siderazioni, si scavò un pozzo e si costruì una cappel- Biblioteca provinciale di Foggia relativo al bando per il fi- la. La Chiesetta era a semplice pianta rettangolare, non nanziamento di progetti di cui all’azione – Sistema delle Bi- grande, ma arricchita con bei marmi, di un altare prezio- blioteche – nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro in materia di Beni ed attività Culturali per il territorio della so, fortunatamente ora custodito nella chiesa della Ma- Regione Puglia. donna delle Grazie e di bei quadri ispirati al vedutismo e Nel 2017 partecipa all’Avviso Pubblico “Community Library, all’arte sacra della Scuola napoletana del sei-settecen- Biblioteca di Comunità: essenza di territorio, innovazio- to. Prezioso, come riferisce il Gentile nella “Cronistoria” ne, comprensione nel segno del libro e della conoscenza” e come tanti cittadini ricordano, era un quadro artistico POR PUGLIA FESR- FSE 2014-2020, ASSE VI AZIONE 6.7. del 1767, davanti a cui i fedeli cadevano in commossa Il progetto “La biblioteca ghianda della Comunità” riceve contemplazione. l’approvazione della commissione regionale e viene finan- Nel 1884 fu costruito, su iniziativa del Comune e con le ziato per € 972.641,10 e sono in corso di appalto i lavori offerte del popolo, un piccolo convento per ospitare un di restauro architettonico e l’acquisizione di nuovi beni e istituto educativo affidato ai Missionari del Collegio di servizi innovativi. San Pietro a Casarano, ma, nonostante l’impegno pro- fuso da quei religiosi, dopo un paio d’anni di funziona- mento, per discordie sopravvenute con il Vescovo, i frati andarono via. La Chiesetta continuò ad essere frequentata non solo dalla gente di Rocchetta, ma anche dei paesi vicini. Ancora adesso il popolo è animato da grande devozione per la Madonna e non manca di partecipare alle due pro- cessioni annuali, quella del 15 di agosto, con cui si prele- va la scra icona per portarla in paese e quella del 26 del- lo stesso mese con cui, dopo i solenni festeggiamenti, la sacra icona viene riportata nella chiesa di campagna. rocchetta sant’antonio 11
MONASTERO DI SANTA MARIA IN GIUNCARICO Le prime notizie riguardanti il Mo- di Sant’Abbondio, nella valle del Importante è la data del 1085, nastero di S. Maria in G., prope Calaggio. Vengono donati, al- allorché il Vescovo di Lacedonia Castrum Sancti Antimi, risalgono tresì, i monasteri di S. Mercurio dona il Monastero di S. Maria e, all’atto di donazione del monaste- e “Santo Stefano in Galdo nostro probabilmente, anche di S. Ste- ro stesso, fatto, nell’anno 1081, Felcine”, in località considerate fano, ai Benedettini, rimuovendo dal feudatario normanno Roberto sconosciute, ma che abbiamo i precedenti occupanti e giustifi- del Torpo, all’Abbazia di Cava dei motivo di ritenere possa trattarsi cando tale sostituzione con una Tirreni ed alla successiva con- di S. Mercurio, in agro di Cande- presunta conduzione “scompo- ferma del Vescovo Desiderio di la, e Santo Stefano in Felceto, in sta” degli stessi. Lacedonia; il primo documento, agro di Rocchetta, poiché ancora Altrettanta importanza riveste la invece, che cita il limitrofo Mona- adesso il bosco ove si trovano i conferma, redatta in Venosa, il 21 stero di S. Stefano risale alla “do- ruderi si chiama Felceto. settembre 1089, da Papa Urbano nazione di Arechi”, dell’anno 774. I monasteri è probabile che siano II, dopo la chiusura del Concilio di In particolare, Arechi, Principe stati assegnati dall’Arcivescovo Melfi, di tali Monasteri all’Abate longobardo di Benevento, dona, di Benevento, o dalla Diocesi Suf- di Cava Pietro Pappacarbone, che in quella data, alla Chiesa di San- fraganea di Ascoli S., ai Basilia- era stato suo docente durante il ta Sofia di Benevento, i Monasteri ni, giacché i duchi di Benevento, noviziato a Cluny.I due monaste- rurali di: S. Pietro e S. Maria in allora, si dichiaravano, almeno ri, ubicati in siti ameni, divennero Olivola, in agro, rispettivamente, nominalmente, vassalli dell’Impe- centri di attività e asili per quan- di Scampitella e di Sant’Agata e ratore di Bisanzio. ti, artigiani e contadini, volevano 12 rocchetta sant’antonio
CHIESA DELLA sottrarsi alle angherie dei signori feudali, tanto che fiorirono, spe- cialmente in epoca federiciana, in ricchezza e numero di abitanti, i due casali dipendenti. Quando, in- fatti, l’Abate Rainoldo fece un giro MADDALENA per le dipendenze dell’Abbazia, In fondo alla discesa che, dalla parte alta del Paese conduce alla piazza trovò, solo in Santo Stefano, tra il principale, in bella prospettiva, si trova la Chiesa di Santa Maria Maddalena, casale e il monastero, sessantu- precedentemente intitolata all’Immacolata Concezione: denominazione an- cora ancora oggi della Confraternita della Chiesa. no famiglie e dieci ecclesiastici. Non vi è certezza della data in cui è stata costruita, ma, a considerare dalla Iniziò un periodo di decadenza, lineare e pura armonia dell’elegante facciata, tripartita da snelle lesene, dal per l’eccessivo fiscalismo, con gli fastigio che sormonta il portale e dai due semplici campanili a vela, potreb- Angioini, per cui, nel 1495 il Pri- be risalire alla metà del sec. XVIII. ore, Frate Pietro Crispus, reggeva Risale, in ogni caso, a data successiva al 1656, anno in cui si diffuse una ambedue i casali. Nel corso del grave pestilenza, stante la collocazione sulla facciata della statua di San Rocco, copatrono di Rocchetta e di tante altre comunità, a cui la popolazio- XVIII sec. Il Monastero di S. Ste- ne si rivolse per invocarne protezione dalle epidemie. fano doveva essere già in rovina, L’interno, suddiviso in campate con volte a crociera, è decorato con stucchi giacché le visitazioni apostoliche e cornici modanate. L’altare maggiore, di chiara impronta settecentesca, erano fatte solo a S. Maria. I terre- adornato da armoniosi intarsi marmorei, è sormontato dalla statua lignea ni furono dati in fitto e gli abitanti dell’Immacolata Concezione, con ai lati due nicchie in cui sono collocate le si trasferirono a Rocchetta e la si- statue di San Giuda Taddeo e di S. Michele. Purtroppo è andata perduta, verso la 2° metà del XIX sec., la tela rappre- tuazione si protrasse sino alla pri- sentante Santa Maria Maddalena, a cui, in origine e attualmente, dopo la ma alienazione dei feudi, avvenu- parentesi della dedicazione all’Immacolata, è intitolata la Chiesa. ta, con i Napoleonidi a partire dal Bella la grande tela del pittore Scognamiglio, raffigurante, in primo piano, 1807. Il Monastero di S. Maria era una cappella rurale con della gente in adorazione di Cristo e della Madonna stato già venduto ad una famiglia del Pozzo, la quale tiene per mano il protagonista del miracolo e la moglie, del posto che l’aveva trasformato alla presenza dei due Santi Patroni e con, sullo sfondo, in bella prospettiva, un paese che sembra essere stato interessato da un terremoto. in una comoda palazzina di cam- Sulle pareti delle campate vi sono gli altari dedicati: ai Santi Cosimo e Da- pagna, ancora attualmente in ot- miano, a San Ciro, a San Leonardo di Porto Maurizio, la Pietà, S. Gerardo e timo stato di conservazione, con S. Antonio da Padova. l’annessa Chiesa, che continua All’epoca della costruzione, la Chiesa era collocata ai margini del centro ad essere frequentata, nelle ricor- abitato, sul tratturo che collegava i centri del Principato Citra e del Princi- renze, dalla gente del posto e dei pato Ultra con il tratturo Pescasseroli-Candela e quelle che furono la Via Appia e la Via Egnazia, le quali, comunque, ancora all’epoca conservavano paesi vicini. Allorché si provvede una certa importanza. a sfoltire il sottobosco è possibi- Nei pressi si conserva ancora la guardiola ottagonale delle “guardie tratturi” le riconoscere il primitivo, ampio e vi era, sino a qualche anno fa, la torre che ospitava le guardie stesse; sem- perimetro murario e le mura di so- bra ci fosse anche una taverna e qualche altra struttura ricettiva. strazione del lato EST. Bellissima è ancora la statua della Vergine, anche se contraffatta, nel corso del XVIII sec., con colori impropri, da un rozzo artefice, incaricato da qualche ignorante eremita, a cui, andati via i monaci, era affidata la Chiesa. La statua è, adesso, cu- stodita nella Chiesa Madre, uni- tamente ad un’antica erma (mez- zobusto), presumibilmente di San Gennaro. rocchetta sant’antonio 13
CERTIFICAZIONI fontane AMBIENTE E I dintorni di Rocchetta Sant’Antonio sono ricchi di corsi d’ac- NATURA qua e sorgenti, questo spiega la presenza di numerose fontane a bocca che caratterizzano il paese e il territorio circostante. Immerso in un affascinante habitat incontaminato, Una delle più celebri è la Fontana d’Uvaricostruita in tempi re- circondato da distesa d’immensi campi di grano, Roc- centi con mattoncini rossi in pietra a vista. La Fontana Nuova chetta Sant’Antonio gode del patrimonio naturalistico è stata costruita agli inizi del Novecento. L’acqua della Fon- del Bosco comunale Difesa (1060 m) e di Serra della tana Pescarella è famosa per gli effetti diuretici e dal sapore Fontana.Gli amanti della natura hanno la possibilità dolciastro. La Fontana R’Moc edificata agli inizi del Novecento di godere della ricca fauna del bosco comunale. È interamente in pietra locale. Visitabile percorrendo un sentiero bellissimo scendere a valle e scoprire la fauna au- attraverso i boschi dei dintorni. Dal 2017 è visitabile anche la toctona tra le varie testimonianze dell’antica transu- fontana di San Nicola grazie al ripristino del tratturo “Via delle manza, camminando all’ombra di cerri, frassini, aceri Fontane” ai fini turistici. e querce dove si apre un’amena area pic nic. Ed è qui che si può trovare ristoro dal caldo torrido in estate e sorprendersi dinanzi alle meraviglie cromatiche della natura in autunno. Molto interessante è anche scendere a valle per ri- percorrere le sponde del fiume Ofanto, il più lungo del sud Italia dove i più fortunati potranno incontrare la lontra, animale molto schivo sinonimo di habitat in- contaminato. Il Touring, dal 1998 , seleziona e certifica attraverso questo progetto i borghi eccellenti dell’entroterra Ita- liano. Località a “misura d’uomo” con meno di 15.000 abitanti, luoghi speciali, magari ancora poco cono- sciuti, dove la sostenibilità ambientale, la tutela del territorio, il patrimonio artistico-culturale e la qualità dell’accoglienza si uniscono per regalare autenticità al viaggio. IL Touring Club Italiano ha assegnato al comune di Rocchetta Sant’Antonio nel 2011 il prestigioso rico- noscimento della “Bandiera Arancione”. Il marchio di qualità turistico - ambientale viene conferito ai comuni dell’entroterra italiano sulla base di rigorose valutazio- ni qualitative e quantitative supportate da un sopral- luogo anonimo effettuato dal Touring Club Italiano. Il marchio di Comune “Bandiera Arancione” è un altro importante riconoscimento Nazionale che fa onore alla nostra comunità. Queste politiche di marketing territoriale attraverso il marchio “Bandiera Arancione” danno ricadute positive sulle attività economiche, in particolare per i prodotti tipici, le attività di ristorazio- ne e le attività ricettive. Per fare questo è importante che le imprese e i cittadini facciano la loro parte, e cominci a diffondersi la cultura dell’accoglienza, tipica delle aree turistiche più evolute. 14 rocchetta sant’antonio
eventi e feste Sant’Antonio Abate – 16 e 17 Gennaio Il 16 e 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, patrono del paese, con una tradizionale fiaccolata cui seguono un buffet presso il munici- pio e fuochi pirotecnici. Nell’occasione si svolge anche una suggestiva gara di spettacolari falò, a memoria del santo che con il fuoco difese il paese dai barbari. Il giorno successivo viene svolta la tradizionale benedizione del bestiame e la Sagra del Soffritto. Sagra dell’asparago selvatico - Ultima domenica di Aprile Con l’arrivo della Primavera, gli amanti della Natura, nel territorio di Rocchetta Sant’Antonio e in modo particolare nel bosco comunale, si dedicano alla raccolta dell’Asparago selvatico. Una vera prelibatezza del territorio.Per l’occasione l’ultima domenica di aprile vien svolge la sagra dell’asparago selvatico. Premio Maria Teresa di Lascia - secondo sabato di Settembre Nel mese di settembre, ad anni alterni, ha luogo la cerimonia di asse- gnazione del Premio Nazionale Narrativa Maria Teresa Di Lascia de- dicato all’autrice di “Passaggio in ombra” ed. Feltrinelli Premio Strega 1995. Festa Nazionale Comuni Bandiera Arancione Prima domenica di Ottobre Rocchetta Sant’Antonio per l’evento culturale della Giornata della Ban- diera Arancione si colora di arancio per celebrare l’ospitalità del Borgo con il marchio di qualità del Touring Club Italiano. La giornata nasce dalla sinergia tra il Touring Club e l’Amministrazione comunale che in- sieme accolgono i visitatori provenienti da ogni angolo. Una domenica di iniziative gratuite tra: visite guidate, attività culturali e degustazioni di piatti tipici, dalla natura all’arte, alle tradizioni, il Borgo apre il proprio ‘scrigno’ ai visitatori. Palio Medioevale - 23 Agosto Il 23 agosto si svolge il Palio della Accendiamo il Natale - 8 Dicembre Rocca tra le quattro contrade del L’8 dicembre Festa dell’Immacolata inizia il periodo Natalizio con l’ac- borgo, in serata viene simulato censione delle luminarie e la realizzazione del caratteristico e magico l’assedio del castello e si svolge la Presepe Vivente ambientato per i suggestivi percorsi della cittadella. cena medievale. Madonna del Pozzo 15, 24, 25 e 26 Agosto Il 15 agosto, primo giorno della Festa patronale della Madonna del Pozzo, la comunità di Rocchetta si reca presso la chiesa di campa- gna per dar via ai festeggiamenti religiosi. La sacra icona della Madonna del pozzo viene portata in processione serale n paese, dove “incontra” il compatrono San Rocco. Suggestiva la processione lungo l’antico tratturo di circa 3 km dove l’effige viene portata a spalla dalla popolazione, mentre si crea un gioco di luci con l’accensione delle stoppie laterali al tratturo che illumi- na la strada alla Vergine del Pozzo. rocchetta sant’antonio 15
gastronomia La cucina rocchettana ha il pregio di non aver abbandonato le antiche tradizioni e di averle tramandate di generazione in generazione. Le ricette vengono preparate con prodotti semplici e genuini che donano ad ogni pietanza sapori inconfondibili. Primi piatti “Cinghiale al sugo” e “Lepre alla cacciatora”: pietanze Tra le varie ricette di primi piatti ricordiamo i più importanti del periodo di caccia tra ottobre e gennaio che racchiudono i succulenti sapori tipici dell’alimentazi- one mediterranea. Dolci ”Rafaiuol”: (ravioli) piatto tipico rocchettano preparato I dolci sono il simbolo della festa, vengono preparati in per le festività e le domeniche. famiglia e a volte anche tra più famiglie. I dolci caratteriz- Ingredienti: ricotta di pecora fresca, prezzemolo, sale, zavano i giorni di festa. formaggio pecorino, pepe e per chi lo preferisce un pizzi- Ogni brava massaia ha un segreto per la preparazione co di zucchero. dei dolci della tradizione: “Tagliulin cu lu latte”: (tagliolini all’uovo con il latte) “Scartatelle”: a forma di spirale, fritte e condite con preparati nel giorno dell’Ascensione perché il latte rap- miele o vin cotto, noci e mandorle sono il dolce tradizio- presenta la purezza di Maria vergine. Era usanza andare nale del Natale. in questa giornata al bosco a prendere il latte che poi “Canzunciell”: sono dei piccoli involucri di pasta molto serviva per condire i Tagliolini, gli allevatori regalavano ai sottile con ripieno di castagne o mandorle. cittadini il latte come omaggio alla Santissima vergine. “Squarcedd”: è il dolce rocchettano preparato a Pasqua “Spaette cu r’ freculè”: (Spaghetti con le briciole) è il piat- “Zeppl di San Giuseppe”: Zeppole di San Giuseppe: to che viene preparato per la festa di San Giuseppe. ciambelle fritte o al forno condite con crema pasticcera e “Cavatielle e acc’ ”: (Cavatelli e sedano) un gustoso marmellata di amarene. incontro tra pasta e verdure. “Pizza cu l’amarena”: (crostata con marmellata di ama- “Ricchitell cu lu adducc’ ”: (Orecchiette condite con rene). In molti dolci c’è un ingrediente comune come la ragù di pollo) è il piatto che si prepara in tutte le case di marmellata di amarene che viene confezionata tra la fine Rocchetta il 15 agosto. Il sugo a base di carne di pollo del mese di giugno e i primi giorni di luglio. condisce “li maccarunal” (troccoli) pasta tipica pugliese, “Pizza cu la ricotta”: (crostata di ricotta) con ricotta rigorosamente fatta in casa. di pecora rocchettana prodotta con sapiente tecnica “Cima e baccalà”: (rape e baccalà) Anche se Rocchetta artigianale. è un paese montano, nella sua gastronomia non manca “Cical”: pasta fresca che viene bollita nel vincotto e ac- il pesce. Questo piatto si prepara il giorno della vigilia di quista un sapore dolce e croccante. Si preparano durante Natale, per rispettare l’astinenza dalla, la ricetta è a base la vendemmia. di cavolfiore e baccalà. Una curiosità è la “Rarca arolge” (radice dolce del sapore “P’zziedde e rape”: è una pasta a forma di quadrati condi- di liquirizia). ta con broccoli di rape. Il suo sapore è dolciastro e veniva gustata in passato “Pasta e Miccule”: (pasta e lenticchie) ricco di ferro per come gomme da masticare, oltre a essere dolce ha affrontare le faticose giornate lavorative. anche effetti salutari: stimola la diuresi e facilita la “Pancuott”: (pancotto) molto povero ma saporito viene digestione. condito sia con patate che con verdure spontanee del Presso i ristoranti “L’Antica Osteria” e “La Maddalena” si territorio. possono gustare i piatti tipici della cucina tradizionale di “Maccaruale”: (il pasto che si avvicina è la pasta alla Rocchetta Sant’Antonio. chitarra) è uno dei più antichi piatti, scaturito da una labo- riosa preparazione con utensili in legno o di ottone. Secondi piatti Per i secondi piatti si predilige la carne di maiale, di agnello, di coniglio, pollo e di cinghiale. “Suffritt”: (soffritto) si prepara con maiale tagliaata a piccoli pezzi e condita con peperoni sotto aceto. “Ruot r’ Patan alu furn cu la capuzza” (teglia di patate al forno con testina d’agnello) “Ain e sparg”: (agnello con gli asparagi) preparato per Pasqua. “Mugliatied”: (torcinelli) preparati per le festività pasqua- li, sono composti da intestini d’agnello conditi con aglio formaggio e prezzemolo 16 rocchetta sant’antonio
attivita’ PRODOTTI DA FORNO PASTICCERIE LE ASSOCIAZIONI PANIFICIO E TARALLIFICIO PASTICCERIA PECCATI DI GOLA ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO MAGIE DELLA FARINA Corso Dauno Irpino, 177 Presidente Palladino Giuseppe Corso Dauno Irpino N. 25 Numero di Telefono: 0885-654093 Largo Vittorio Veneto, 18 Numero di telefono: 347-1125476 Numero di telefono: 3899737122 VANITA’ BAKERY PASTICCERIA E TARALLIFICIO- BISCOTTIFICIO LOUNGE BAR ASS. GASTRONOMIA TERRITORIALE I CASERECCI DI ROCCHETTA Corso Dauno Irpino, 10/a ARGT Largo Madonnina Numero di Telefono: 331-7576309 Presidente Porcelli Girolamo Numero di telefono: 347-6522470 Via Mancini Numero di telefono: 3805068463 TARALLIFICIO DEL POZZO Corso Dauno Irpino N 147 DIVERTIMENTO E SVAGO ASSOCIAZIONE Numero di telefono: 349-0502024 CINETEATRO –DISCOTECA “PRESIDIO DEL LIBRO” MAHNATTAN Presidente Prof. Bonnì Pasquale PANIFICIO TARALLIFICIO Largo Visconti Modrone, 15 Via Onorato, 44 SANTORO ANTONIO Numero di Telefono: 0885-654069 Numero di telefono: 328-3565755 Corso Dauno Irpino 137 Numero di telefono: 0885-654551 ASSOCIAZIONE VITA NUOVA Presidente Dott. Tullio Angelo DOVE MANGIARE Via Tenente Leone, 6 SALUMI ED INSACCATI MUSIC UGO PUB Numero di telefono: 328-151785 MACELLERIA CORDISCO POMPEO Corso Principe Umberto, 8 NUOVO COMTATO FESTE PATRONALI Corso Principe Umberto Numero di telefono: 342-5064445 Presidente Di Stefano Rosa Numero di telefono 0885-654093 ANTICA OSTERIA Piazza Aldo Moro, 1 Via Giuseppe Piccolo, 7 Numero di telefono: 348-6527249 MACELLERIA DEI MONTI DAUNI Corso Dauno Irpino N. 41 Numero di telefono: 0885-654575 UNITALSI Numero Di telefono: 339-1373433 RISTORANTE LA MADDALENA Presidente D’Antuono Rita Piazza Maria Teresa di Lascia, 2 Via Pioppi, 18 Numero: 0885-090440 Numero di telefono: 338-1363891 PRODOTTI CASEARI ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO CASEIFICIO GISOLDO FABIO AIVVE Corso Principe Umberto n. 44 DOVE DORMIRE Presidente Gisoldi Andrea Numero di telefono: 0885-654092 GIULIMÀ - BED E BREAKFAST Via Mancini, 30 Via A. Pertini, 35 Numero di telefono: 347-2518300 CASEIFICIO MELILLO VITO Corso Dauno Irpino N. 44 Numero di telefono: 340-1212065 ASSOCIAZIONE CULTURALE Numero di telefono: 0885-654289 STRADA LARGA - BED E BREAKFAST LIBERAMENTE Via Filangieri, 14 Presidente Gisoldi Andrea Numero di telefono: 345-3528659 Via Mancini, 32 CAFFETTERIE E GELATERIE Numero di telefono: 347-2518300 ARTIGIANALI MALVAROSA CASA VACANZE Corso Giuseppe Piccolo, 9 ASSOCIAZIONE SPORTIVA GELATERIA LEONE Numero di telefono: 331-4067966 FITNESS & GYM Corso Principe Umberto, 48 Presidente Albanese Michele Numero di Telefono: 0885-654069 Via di Vittorio, 10 Numero di telefono: SAX BAR Piazza Aldo Moro, 29 ASSOCIAZIONE CATTOLICA ITALIANA Numero di Telefono: 0885-654240 Presidente Tornisiello Maria Corso Dauno Irpino, 79 MARCELLO LOUNGE BAR Numero di telefono: Corso Dauno Irpino, 29 Numero di telefono: 0885-654108 ASSOCIAZIONE PROTEZIONE CIVILE FALCHI ROCCHETTA EMERGENZA RADIO Presidente Fredella Antonio Via S. Pertini, 13 Numero di telefono: 368-7756494 rocchetta sant’antonio 17
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