ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP

Pagina creata da Viola Ferretti
 
CONTINUA A LEGGERE
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Rocchetta
Sant’Antonio
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Rocchetta Sant’Antonio, definita “La Poetica” da Francesco De Sanctis, nell’opera di
commenti e memorie del faticoso viaggio elettorale nel suo collegio per le elezioni politiche
1874/1875 “Un viaggio elettorale”, conserva ancora l’antica gentilezza che ha sempre
caratterizzato i modi di presentarsi ai visitatori dei rocchettani .
A Rocchetta il clima è salubre, il cibo è ancora genuino, i prodotti a km zero, è caratterizzata
dalla serenità e tranquillità delle piccole comunità.
Questo piccolo e affascinante Borgo vi aspetta per farvi godere monumenti, panorami, cibi
genuini e un sano stile di vita.
										 iL Sindaco
								Dott. Giulio Valentino Francesco Petruzzi

La storia di Rocchetta
Sant’Antonio
Tra Puglia, Campania e Basilicata      residui delle mura, posizionata         torri, di cui una sola è ancora vi-
c’è Rocchetta Sant’Antonio, la sua     nella parte più alta del paese de-      sibile, ed era protetta in origine da
storia, la sua cultura. La cittadina   nominata “cittadella”, fu chiamata      corte muraria. Il portale d’ingres-
prende la prima parte della deno-      inizialmente “Oppidum Rocca”,           so rivolto a Est e sembra che due
minazione dalla rocca normanna         poi prese il nome di “Sant’Antimo       torri fossero collocate dove ades-
che dominava il paese, la secon-       in Rocca”, infine “Rocca o Castel-      so insistono la Torre Civica o Tor-
da è dedicata al santo patrono del     lo di Sant’Antimo” nell’XI secolo       re dell’Orologio e la Torre ogivale
paese Antonio Abate.                   quando iniziò l’insediamento ur-        del Castello d’Aquino.
Rocchetta Sant’Antonio, nel tem-       bano, altre fonti ne attestano l’esi-   Intorno alla Rocca o Castello di
po, ha assunto diversi nomi: in ori-   stenza già dal VI secolo al tempo       Sant’Antimo si formò il feudo di
gine Oppidum Rocca, poi Rocce          delle lotte Bizantino-Longobarde,       Rocchetta, di cui si conosce noti-
Sant’Antimo, quindi Sant’Antimo        o ancor prima, per il legame con        zia del primo feudatario, Roberto
in Rocca e Rocchetta di Puglia         il Santo Abate Antonio di Nicode-       del Torpo, che esercitò i diritti feu-
fino ad arrivare all’attuale Roc-      mia.                                    dali dal 1081 al 1120.
chetta Sant’Antonio.                   La Rocca edificata in forma qua-        Il tremendo sisma del 1456 rase
La Rocca, di cui oggi restano solo     drata, era delimitata da quattro        al suolo quasi completamente la
                                                                               rocca di Castel Sant’Antimo e gran
                                                                               parte del primo núcleo abitato.
                                                                               Il 24 maggio 1501, a Castelnuovo
                                                                               di Napoli, il Re Federico d’Aragona
                                                                               siglava “Diploma” con cui conferi-
                                                                               va il feudo di Rocchetta Sant’Anto-
                                                                               nio al Marchese di Corato, suo fido
                                                                               Consigliere, Ladislao II D’Aquino,
                                                                               per la somma di Lire 25.500.
                                                                               Ladislao II d’Aquino, a sigillo di po-
                                                                               tere, fece erigere, nelle immediate
                                                                               vicinanze dell’antica Rocca, il Ca-
                                                                               stello, d’Aquino la cui costruzione
                                                                               terminò nel 1507, come si evince
                                                                               da lapide marmorea posizionata
                                                                               sul portale d’ingresso. Se si con-
                                                                               sidera l’epoca in cui fu costruito il
                                                                               Castello e la sua struttura con la
                                                                               Torre a forma di prua di nave, ap-

2                                                                                              rocchetta sant’antonio
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Il fascino
                                                                                 del Borgo
                                                                                 Quando il sole tramonta
                                                                                 dietro il Castello d’Aquino,
                                                                                 l’affascinante centro anti-
                                                                                 co di Rocchetta Sant’An-
                                                                                 tonio si colora di sfuma-
                                                                                 ture di rosa e l’osservatore
                                                                                 viene rapito da immagine
                                                                                 suggestiva.
                                                                                 Il Borgo premiato con la
                                                                                 Bandiera Arancione dal
                                                                                 Touring Club Italiano, deve
                                                                                 il suo fascino all’armonia
                                                                                 delle architetture di pic-
pare evidente che più che di opera      a ritenersi IRPINI e lo stesso dia-      cole case, palazzi storici
difensiva si trattò di edificio resi-   letto, così come tante tradizioni        e chiese che s’incontra-
denziale edificato per celebrare la     sono, infatti, più vicini alla cultura   no percorrendo l’intricato
potenza della famiglia D’Aquino, il     irpina.                                  dedalo di viuzze che gira-
cui stemma è riportato sulla porta      Rocchetta Sant’Antonio si distin-
del Castello.                           gue per il suo centro storico, un        no intorno alla Cittadella
Di fronte alla Chiesa Matrice, nel      intricato dedalo di viuzze lastrica-     e confluiscono verso la
cuore dell’antico paese degno di        te in pietra che girano intorno alla     Chiesa Matrice dell’As-
nota è il Sedile o Seggio di Roc-       Cittadella e confluiscono verso la       sunzione della Beata Ver-
chetta, del XVI secolo, formato da      Chiesa Matrice dell’Assunzione           gine Maria, oltre che alla
due archi a tutto sesto, aperti in      della Beata Vergine Maria.               bellezza del paesaggio
modo da assicurare la trasparen-        Rocchetta ha dato i natali al Ve-
za dell’amministrazione, fu sede        scovo di Foggia e Troia, G. Giaco-       naturale che lo circonda.
del potere politico (feudatario) e      mo Onorato, al quale è dedicato          Tra le bellezze naturali-
civico (Universitàà).                   il largo di fronte alla Chiesa Ma-       stiche che arricchiscono
Le sfavorevoli sorti degli Arago-       trice, ed al Delegato apostolico,        il paesaggio, la singolare
nesi, non risparmiarono Ladislao        giureconsulto e discepolo del ce-        “Preta Longa”, una gran-
II d’Aquino, il quale anche per una     lebre filosofo Antonio Genovesi,         de roccia che spunta dal
condotta poco corretta godé per         Pasquale Corbo.
poco della sua residenza e ne fu        Nasce a Rocchetta la scrittrice          terreno sulla strada pro-
privato unitamente a tutto il feudo     Maria Teresa Di Lascia, autrice del      vinciale che da Candela
di Rocchetta che passò a varie fa-      romanzo “Passaggio in ombra”             porta a Rocchetta a mo’ di
miglie, fino a Andrea Doria Pam-        (Feltrinelli) Premio Strega 1995,        simbolica porta d’ingres-
phili nel 1609, il cui stemma fami-     l’opera, tradotte in molte lingue,       so a Rocchetta per i viag-
liare appare sulla facciata sinistra    è uno spaccato di vita del Mezzo-        giatori.
della Torre ogivale. La Signoria        giorno d’Italia oltre che di storie
dei Doria terminò con l’abolizione      familiari rocchettane. Alla scrittri-
dei diritti feudali (1809).             ce è dedicato il Premio Nazionale
Nel 1849, i Doria vendettero il Ca-     Narrativa al femminile, Saggisti-
stello alla famiglia Piccolo, anco-     ca e Letteratura per ragazzi che i
ra oggi proprietaria.                   svolge ad anni alterni a Rocchetta
Rocchetta Sant’Antonio, con Leg-        e presso il Comune di Fiuminata
ge del 3 gennaio 1939, venne stac-      (MC), quest’ultimo luogo di origi-
cato dalla provincia di Avellino e      ne della madre della scrittrice.
aggregato a quella di Foggia. Gli
anziani ancora oggi continuano

rocchetta sant’antonio                                                                                      3
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Il Castello d’Aquino
Il Castello d’Aquino, baluardo d’i-   in ciascun vertice, è costruito sul     za maggiore rispetto alla sezione
dentità della Comunità, per la sua    punto più alto di uno sperone di        circolare, e attiva, per la presenza
forma particolare è opera archi-      roccia, a strapiombo su lato sud        delle casematte.
tettonica di grande interesse, rap-   e in declivio sul lato nord segue.      La forma ogivale prelude il ba-
presenta uno dei pochi esempi di      La costruzione del castello sem-        stione a pianta pentagonale che
architettura militare rinascimen-     bra essere avvenuta in due fasi di-     ha la faccia disegnata dalla li-
tale che non ha subito modifiche.     stinte, anche se vicine nel tempo,      nea di difesa. L’asse dell’ogiva è
Risulta sostanzialmente integro,      probabilmente non più di vent’an-       direzionato verso la cittadella, in
maestoso simbolo del paese            ni l’una dall’altra, ciò si riscontra   quanto dagli altri lati il castello
svetta sull’altura della cittadel-    dall’osservazione delle soluzioni       si difendeva grazie al naturale
la dove l’occhio può spaziare su      di continuitàà nette nel paramen-       andamento orografico del colle.
ampia vista fino a raggiungere, in    to murario in corrispondenza            Il significato di tale orientamento
fondo all’orizzonte, il golfo d Si-   dell’attacco tra la torre ovest, la     può anche esser dovuto al fatto
ponto e le vette del Gargano.         più alta, e il resto del fabbricato.    che il castello non ha mai svolto
La progettazione è accreditata        La torre, inoltre, risulta funzional-   la funzione di difesa, si tratta più
alla scuola del grande architetto     mente autonoma rispetto al resto        che altro di simbolo di potere del
senese Francesco di Giorgio Mar-      del castello. Le torri a ogiva sono     barone. Secondo alcune fonti,
tini, lo stesso che ha realizzato     di tipo casamattato, la tipologia       invece, nel luogo in cui è situata
il castello di Carovigno, infatti,    che permette la coesistenza del-        attualmente la torre, preceden-
ha una forma triangolare (come        le funzioni di difesa passiva, data     temente era collocata una torre
il castello di Carovigno) con tre     dalla massa e dalla sezione della       normanna, per cui la scelta è rica-
torri a geometria ogivale poste       muratura che offre una resisten-        duta su questo sito. Attualmente

4                                                                                             rocchetta sant’antonio
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
non sono visibili le merlature del-
la torre principale in seguito ad un
rialzo della torre avvenuto nella
metàà del 1700 dopo un parziale
crollo dovuto al terribile terremoto
del 1712, che ha interessato gran
parte della cittadella.
L’imponente edificio costruito in
pietre calcaree giallo-ocra tipiche
del luogo è distribuito su quat-
tro livelli; a piano terra si trovano
i principali locali di servizio, dai
quali si accede al piano superiore
dove sono ubicati tutti gli ambien-
ti residenziali; al secondo piano
ritroviamo gli stessi vani presenti
al piano inferiore, mentre al terzo
piano si estende un’unica stanza
dalla quale parte la scala di acces-
so alla torre ogivale.
Il Castello d’Aquino oggi non risul-
ta essere un bene pubblico ma pri-
vato, i proprietari sono la famiglia
Piccolo.

rocchetta sant’antonio                  5
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Il mito e la fede
    di Sant’Antonio
    nella storia
    di Rocchetta
    Sant’Antonio
    Nella ricorrenza della festività        paracione castrorum”, emesso nel
     di Sant’Antonio Abate, puntual-        1231 dall’amministrazione del Re-
      mente si ripropone, mancan-           gno di Federico II di Svevia, in cui si
      do notizie certe, la domanda          stabiliva quali fossero gli uomini, e
       sul quando il Santo sia stato        di quali paesi, che dovevano provve-
        proclamato protettore di            dere alla riparazione del Castello di
          Rocchetta. Il Sac. Giovanni       Sant’Agata1 , annoverava, tra questi,
           Gentile, nella sua “Croni-       “… gli uomini di Roccette S. Antoni”.
           storia” dice: “Si ha buon        Potrebbe, però, trattarsi di un errore
             diritto a ritenere che dal-    di trascrizione (S. Antoni per S. Anti-
                la costruzione del nuo-     mi) dell’amanuense che ha ricopiato,
                  vo castello, Rocchet-     perché lo statuto, che codifica nor-
                  ta assunse il titolo di   me consuetudinarie, ci è pervenuto
                  S. Antonio, per distin-   nella redazione risalente al Regno di
                 guersi il secondo edi-     Carlo d’Angiò. L’ipotesi dell’errore di
                 ficio baronale dal pri-    trascrizione può essere avvalorata
                 mitivo S. Antimo”. La      dal documento, di epoca successiva,
             considerazione si basa,        datato 1278, con cui Carlo d’Angiò
           evidentemente, sugli atti        concede, in cambio di altri feudi, a
     amministrativi che da quel pe-         Giovanni Gagliardi e a sua moglie Al-
        riodo riportano, come luogo         trude, i castelli di Monteverde, Lace-
          di redazione, Rocchetta S.        donia e “Rocce Sancti Antimi”. Tanto
           Antonio e non più S. Anti-       considerato, sembra alquanto im-
            mo. I noti documenti ri-        probabile che Rocchetta avesse
            guardanti i diplomi e le        come eponimo Sant’Antimo sino al
          donazioni fatte all’Abbazia       1250, per poi chiamarsi Sant’Antonio
         di Cava dei Tirreni del mona-      da quella data, tornare, quindi, a
        stero di S. Maria in Giuncari-      chiamarsi Sant’Antimo al 1278 e, a
         ca, lo indicano come “prope        partire dagli inizi del XVI secolo, di
          Castrum Sancti Antimi”, a         nuovo Sant’Antonio. Che la comunità
          partire dal diploma di Rober-     abbia venerato ambedue i Santi per
         to del Torpo: primo feudata-       un lungo periodo è possibile, ma per-
       rio normanno di Lacedonia,           mane il dubbio su quando ci sia sta-
     risalente al novembre dell’an-         ta la sostituzione dell’intitolazione.
    no 1081. Sia la do in Rocca con         Si potrebbe cercare di addivenire ad
    Santo Stefano e Santa Maria in          una soluzione facendo appello alla
    Giuncarica. Il Prof. Enrico Cuo-        tradizione, secondo cui il popolo
     zzo, nella sua relazione al con-       avrebbe eletto come suo protettore
      vegno sulle origini di Rocchet-       Sant’Antonio in occasione del transi-
      ta, tenutosi nell’agosto del          to, nei pressi della rocca, di truppe
       1987, evidenzia, contraria-          francesi, in epoca non specificata.
        mente a quanto ipotizzato           Nella circostanza il Santo avrebbe
        dal Canonico Gentile, che già       salvato il paese facendo comparire
                    lo “Statutum de re-     molti fuochi sugli spalti, che, mani-

6                                                             rocchetta sant’antonio
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
festando la presenza di un rilevante       sedio a Canosa, per dar man forte          te:      il     monaco          eremita
numero di difensori, avrebbero sco-        ai difensori, si erano ritirate alla vi-   universalmente venerato come tau-
raggiato l’assalto alla rocca. Mi ri-      sta di ulteriori rinforzi giunti da        maturgo, guaritore di malattie incu-
ferisco, a questo punto, a quanto          Grotta Minarda per quella che fu, in       rabili e protettore degli animali e
già scrissi al riguardo su una bro-        epoca romana, la via Herculia. Non         del lavoro dei campi. I festeggia-
chure, curata dalla “Pro Loco”, nel        si conosce, con precisione, la stra-       menti hanno inizio, alla sera della
lontano 1993, dove ipotizzavo che          da percorsa durante la ritirata: la        Vigilia, il 16 gennaio, con il corteo
l’episodio potesse essere avvenuto         gran massa si rifugiò a Troia ed al-       che muove dalla casa del sindaco
in epoca o contemporanea alla co-          tri reparti raggiunsero Melfi, ed è        verso la Chiesa Madre, dove vengo-
struzione del nuovo castello, in oc-       possibile supporre che abbiano se-         no celebrati i Vespri Solenni. Suc-
casione della guerra franco-spa-           guito il tratturo Pescasseroli fino a      cessivamente la cittadinanza si
gnola, succeduta alla caduta della         Monte Albano e che poi, attraverso         reca nella residenza municipale,
Dinastia Aragonese (1503), o ante-         la valle di Canneto e Serra Longa,         ove vengono offerti pasticcini e li-
cedente, nel 1462, durante la guer-        abbiano, percorrendo la Via Appia,         quor, per porgere gli auguri al sin-
ra angioino-aragonese. Tutto lascia        attraversato l’Ofanto al ponte di          daco ed all’amministrazione. Le ri-
supporre che sia più verosimile la         Santa Venere. Gli Aragonesi, in se-        tualità civili proseguono con la
seconda ipotesi, in quanto non si          guito, presero Troia, distrussero          fiaccolata notturna per le vie del
ha notizia di passaggi consistenti,        Ascoli e Candela e furono ricevute         paese, accompagnata dalla banda
nella zona, di truppe straniere du-        in Melfi dal Principe di Taranto che       e spari di mortaretti, con frequenti
rante la guerra franco-spagnola (le        si arrese a discrezione. Non abbia-        soste negli slarghi dove gli abitanti
operazioni avvennero più che altro         mo, di contro, motivo di ritenere          dei vari quartieri allestiscono falò:
nelle Puglie, culminando nella bat-        che le forze transitate sotto Roc-         simboli del ritorno della luce, su cui
taglia di Cerignola, in cui i francesi     chetta possano essere state Arago-         si bruciano, come durante i satur-
del Duca di Nemours furono disa-           nesi, perché, appunto, come abbia-         nalia dell’antica Roma, fantocci
strosamente battuti dagli spagnoli         mo visto, seguirono altre vie, ed in       che, all’epoca, rappresentavano
di Consalvo de Cordoba), mentre si         quanto, essendo, all’epoca, Roc-           l’inversione dell’ordine sociale a cui
ha notizia del passaggio di truppe         chetta feudo della Duchessa Maria          si indulgeva durante quelle festivi-
francesi durante la guerra del 1462.       Donata del Balzo, sicura alleata de-       tà. Non per niente la festa di
Giovanni Pontano, che poté assi-           gli Aragonesi, poiché era stata con-       Sant’Antonio Abate segna la fine
stere, nella prima metà di agosto, ai      fermata nei suoi feudi dallo stesso        delle festività connesse al solstizio
fatti d’arme riguardanti l’assedio di      Re con privilegio datato 13 novem-         d’inverno e l’inizio del carnevale e
Accadia narra, nel quarto libro del        bre 1458, nulla i rocchettani avreb-       le teste d’agnello che si consuma-
suo “De bello neapolitano”, della          bero avuto a temere dagli stessi.          no, in casa, a cena, potrebbero rap-
accanita difesa degli accadiesi            Spesso, nel dare una spiegazione           presentare le teste umane offerte,
contro l’esercito di don Ferrante          al cambio dei santi patroni e protet-      in epoca arcaica, nel corso di riti
d’Aragona, comandate dallo stesso          tori in genere, si fa riferimento alla     rigorosamente notturni, a Saturno e
Re ed appoggiate da truppe milane-         politica del “Rekatholisierung” se-        ad Ade, sostituite, poi con teste di
si al comando di Alessandro Sfor-          guita dalla chiesa Cattolica dopo la       agnelli; potrebbero rappresentare,
za: fratello del Duca di Milano. Gli       perdita dell’Italia Meridionale da         altresì, il banchetto, chiamato “let-
Aragonesi erano appoggiati, 1 Sede         parte dell’Impero Bizantino, spe-          tisternio”, che si offriva ai simulacri
di Castaldato, vale a dire diretta-        cialmente se ai santi orientali si         di Giove ed alle principali dodici di-
mente dalla Corona Imperiale. inol-        fanno risalire posizioni dottrinarie       vinità del Pantheon greco-roma-
tre, dai pontifici, capitanati dal ni-     contrarie a quelle cattoliche, nelle       no.2 Altre considerazioni si potreb-
pote del Papa: Antonio Piccolomini         eterne dispute teologiche che, pur-        bero fare sul sincretismo religioso,
e dagli Urbinati, capitanati dal Duca      troppo, hanno storicamente con-            ma lo spazio e, soprattutto, il tem-
Federico da Montefeltro. Pose fine         trapposto le due Chiese. Non credo,        po non lo consentono. L’indomani
alla difesa il preciso tiro di artiglie-   però, che ciò possa riferirsi anche        si celebra la Messa Solenne e, un
ria degli Aragonesi che, smantel-          al nostro caso, in quanto, pur senza       tempo, secondo quanto si raccon-
lando le mura e colmando, con i            addentrarmi in un campo che non            tava, nello spiazzo antistante la
detriti, i fossati, consentì l’assalto     mi compete, penso che sia Sant’An-         Chiesa della Maddalena, il sacerdo-
definitivo, rappresentato su una for-      timo che Sant’Antonio abbiano avu-         te procedeva con la benedizione
mella del portale del Mastio Angio-        to, riguardo alla concezione della         degli animali e con l’invocazione
ino di Napoli. Le truppe francesi,         piena divinità e consustanzialità          dell’ausilio del Santo, la cui vita
comandate dal Duca Giovanni d’An-          anche della Terza Persona della Tri-       eremitica era trascorsa in continuo
giò, dal Duca Giovanni Antonio Or-         nità, una posizione non difforme da        agone con le forze del male, contro
sini del Balzo: Principe di Taranto e      quella della Chiesa Romana. Roc-           le insidie del Demonio e per un
da Giacomo Piccinino, nel frattem-         chetta ha sempre mostrato partico-         buon augurio all’inizio del nuovo ci-
po pervenute, dopo aver tolto l’as-        lare devozione a Sant’Antonio Aba-         clo annuale.

rocchetta sant’antonio                                                                                                      7
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
CHIESA MATRICE
DELL’ASSUNZIONE
DELLA BEATA
VERGINE MARIA
Sorge ai piedi della Cittadella, al culmine di un’erta salita
e di un’ampia gradinata, nella zona di prima espansione
del paese fuori la rocca, ove sono testimoniati i primi in-
sediamenti risalenti alla fine del primo millennio d. C.
La Chiesa è sede dell’antica Arcipretura che reggeva le
tre parrocchie in cui si articolava: Sant’Antonio Abate per
la Cittadella; San Giovanni Battista per il Rione Pescara e
Sant’Angelo per l’omonimo quartiere, più comunemente
conosciuto come Lampione; sede di quest’ultima parroc-
chia era, con ogni probabilità, la stessa chiesa Madre.
All’epoca della costruzione, stabilita con atto del 14 gen-
naio 1754, ed inaugurata il 28 ottobre del 1768, l’Arcipre-
tura annoverava ben trenta sacerdoti, i quali tutti gode-
vano dei benefici proprî delle chiese ricettizie, in quanto,      Alcune statue, come quelle di San Vito e della Madonna
secondo il diritto canonico, titolari di un ufficio.              del Rosario, nonché molte tele, pale d’altare e quadri che
Il progetto, come si deduce dalla “Cronistoria” del Sac.          si possono ammirare nella esistente Chiesa, possono,
Giovanni Gentile, fu redatto dall’Ing. Giovanni Mancarelli,       anche considerando lo stile: riconducibile al manierismo
di Barletta, che ne fu anche, all’inizio, direttore dei lavori;   napoletano, essere considerate sopravvenienze della
gli successero Silvestro Pollice e il di lui figlio Sabato, di    preesistente Chiesa Madre.
Agnone.                                                           Degna di nota, tra le opere risalenti al vecchio Tempio,
L’edificio fu edificato su una preesistente Chiesa, la cui        è di sicuro la pregevole tavola, su sfondo in oro, sovra-
costruzione risaliva, con ogni probabilità, essendo coeva         stante il secondo altare a partire dalla navata di sinistra,
del tuttora esistente campanile, agli anni compresi tra il        rappresentante una bellissima Madonna con il bambino
1558 e il 1591, come si legge sull’iscrizione collocata sul       che tiene, tra le mani, un cardellino, di sicuro stile rinasci-
prospetto del campanile stesso.                                   mentale, per i colori e per il movimento, sia espresso che
Stando ad un documento datato 26 agosto 1591, firmato             contenuto.
da Mons. Marco Pedoca, Vescovo di Lacedonia, e da altri           A seguito dei disastrosi terremoti che si susseguiro-
sacerdoti, e controfirmato dal Notaio Giuseppe Pasciuti,          no dal 1684 al 1695, l’edificio fu più volte riparato, ma,
per il completamento del campanile si rese necessario             evidentemente, ne era seriamente compromessa sia la
contrarre una fideiussione per 200 ducati, all’interesse          staticità, sia la stessa copertura; inoltre, evidentemente
dell’8%, che vennero extinti, l’anno successivo, stante lo        a causa delle sepolture, versava in uno stato di estrema
strumento, datato 9 agosto 1592, redatto dai Notai Quin-          fatiscenza.
tiliano Magaldo e Giovanni Americo, cum pretio quartae            Poco più di cento anni dopo la costruzione, quindi, la
partis frumenti spectan. ad d. Ecclesiam (con la vendita          Chiesa, secondo un documento datato 2 giugno 1739,
della quarta parte del frumento spettante alla Chiesa).           firmato da quattro notabili del posto, alla presenza di due
L’altare maggiore del S.S. Sacramento, e un altro altare          testimoni, con autenticazione delle firme da parte del No-
dedicato al Santissimo, erano affidati alla cura dei con-         taio Giuseppe Roberti, era in uno stato di abbandono “…
fratelli dell’omonima Congrega, che aveva in possesso             Che per l’umidità, e l’gran fetore sentesi, cagiona malattie
degli animali da lavoro, usati dai confratelli, con il privile-   ed indisposizione e s’astengono i preti di debol comples-
gio che garantiva loro di non poter essere sottoposti ad          sione dall’officiare…”.
eventuali sequestri.                                              Seguono altre descrizioni desolanti e le accuse al Ve-
Lo stesso avevano fatto gli appartenenti alle altre con-          scovo pro tempore, il cui nome non viene citato nel do-
greghe: del Rosario, ospitata, di pari, nella Chiesa madre,       cumento, di appropriarsi della quarta parte delle entrate
di S. Giovanni e della Pietà.                                     destinata alla manutenzione dello stabile, degli arredi e
La Congrega, prima, e la Confraternita, poi, possedevano,         dei sacri paramenti.
sino alla prima metà del XIX secolo, una mandria di bovi-         Una dichiarazione di Mons. Gennaro Scalea, Vescovo di
ni (‘r vacck lu Sacrament) ed avevano il diritto di pascolo       San Severo e già Vescovo di Lacedonia, conferma il dirit-
sul demanio comunale e sui beni feudali, sino all’aliena-         to della Chiesa Madre a disporre del citato quarto delle
zione di tali beni.                                               entrate, come per consuetudine e come di diritto.

8                                                                                                         rocchetta sant’antonio
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Di certo a seguito di tale relazione, forse ad limina, e di
una o più pensabili visitazioni apostoliche, si rese neces-      Chiesa di
                                                                 San Giuseppe
sario procedere con il rifacimento della Chiesa, il cui co-
sto, chiaramente dettagliato nei capitolati d’appalto del
1754, riportati nella succitata “Cronistoria”, fu sostenuto
dal popolo, con il concorso delle Cappelle e, per gli orna-      Sorge sulla Cittadella, la parte più antica del paese,
menti, dalla Diocesi, il cui Vescovo, Nicola d’Amato, fu il      costruita dai Bizantini negli anni compresi tra il 980 e
vero promotore ed animatore della bella costruzione.             il 986 come parte di una catena di fortificazioni erette
La pianta è romanica, a tre navate, con la centrale sorret-      lungo il confine con il Ducato Longobardo di Beneven-
ta da archi rampanti scavalcanti le due navate laterali ed       to.
è fiancheggiata dall’antico campanile quadrato, sormon-          Il Sac. Giovanni Gentile, nella sua “Cronistoria di
tato da un tamburo ottagonale e da una cupola aggiunta           Rocchetta”, riferisce che ai suoi tempi vi era ancora
nel corso del XVIII sec.                                         gente che ricordava una statuetta di S. Antimo di Ni-
La facciata, per il movimento e il gioco di luci che le con-     comedia, Martire Cristiano del III sec. ed eponimo del
ferisce la forma concava della parte centrale, rilevato dal-     piccolo centro, custodita nella Cappella; difatti, sino
le lesene, dalla cornice, dal fastigio del portale, sormon-      alla fine del XV sec., Rocchetta si chiamerà “Rocca
tato da arco interrotto, con volute sorrette da paraste,         Sant’Antimo”.
può considerarsi come appartenente ad un tardo stile             Si pensa che la costruzione sia stata restaurata o ri-
barocco, che già si rasserena nel neoclassico.                   costruita nel XVI sec., anche se il basamento, con la
La navata centrale presenta la copertura con volte a cro-        relativa scalinata di accesso, risalgono, con evidenza,
ciera decorata con scene tratte dal Vecchio Testamento           ad epoca medievale.
e, all’incrocio con il transetto, determina il tamburo, de-      Potrebbe essere stata, prima che a San Giuseppe,
corato con stucchi rappresentanti i quattro Evangelisti,         dedicata a Sant’Antonio Abate, in quanto, ancora nel-
sormontato dalla cupola e dalla lanterna. Sulle navate la-       la prima metà del XVIII sec., le tasse che, sulla base
terali è possibile ammirare gli altari realizzati dal famoso     del catasto, i cittadini dovevano corrispondere, era-
stuccatore e marmoraro Luigi Cimafonte di Napoli: nella          no ripartite per le tre parrocchie in cui, all’epoca, si
navata di sinistra quello di San Pasquale, il già citato Alta-   articolava l’Arcipretura: Sant’Antonio, per gli abitanti
re della Madonna del Cardellino e quello dell’Addolorata.        della Cittadella; S. Michele Arcangelo, per l’omonimo
Tra i primi due altari si apre la Cappella del SS. Sacramen-     quartiere, meglio adesso conosciuto come Lampione
to, pavimentata con maioliche, probabilmente di Capodi-          e San Giovanni Battista, per gli abitanti del Rione Pe-
monte, che, sino a qualche decennio fa, pavimentavano            scara.
anche l’Altare Maggiore; la Cappella è adornata con le           Attualmente la Cappella, a navata unica, conserva
bellissime tele raffiguranti la Pentecoste, San Francesco        le statue di San Giuseppe, Santa Lucia, Santa Maria
di Sales e l’Ultima Cena. In fondo alla navata si apre la        Incoronata e della Madonna di Costantinopoli, il cui
Sacrestia, arredata con armadi in noce, per la custodia          culto si diffuse maggiormente in Italia a seguito della
dei paramenti sacri, realizzati, come il coro ligneo retro-      caduta dell’Impero Bizantino ed all’ospitalità offerta,
stante l’Altare Maggiore, dall’artigiano Liberatore Villani;     nelle nostre contrade, ai profughi albanesi che fuggi-
alle pareti sono incorniciate una tela raffigurante la Depo-     vano dalla loro patria a seguito dell’invasione turca.
sizione, la Nascita di Maria e i ritratti dei Vescovi: Mons.     La bella tela, di scuola napoletana del “Seicento”, raf-
Onorato e Mons. D’Amato.                                         figurante la Sacra Famiglia, è, adesso, custodita nella
Vi è anche una preziosa statuetta lignea che ritrae l’”Ecce      Chiesa Madre.
homo” e un mezzo busto di San Gennaro, un tempo ap-              Conserva una acquasantiera in marmo settecentesca.
partenente alla Cappella dell’Annunziata.
Nella navata di destra vi sono gli altari di Santa Filomena,
della Madonna del Rosario: la cui devozione ebbe ampia
diffusione dopo la battaglia di Lepanto e di S. Antonio
Abate, con, ai lati, le statue di S. Sebastiano e di S. Vito,
il culto del quale doveva essere particolarmente presente
a Rocchetta, in quanto, dalle antiche carte geografiche,
un’intera contrada era denominata “Le Coste di San Vito”.
Accanto alla Chiesa vi è ancora la cosiddetta Chiesuola,
appartenente alla vecchia struttura.           Interessante
sarebbe, anche, esplorare meglio gli ipogei, in quanto,
nonostante i non sempre provvidi interventi effettuati a
seguito dell’ultimo terremoto, si possono ancora ammira-
re resti di splendidi affreschi, che è ipotizzabile possano
appartenere ad una Chiesa ancora antecedente a quella
del XVI secolo.

rocchetta sant’antonio                                                                                                 9
ROCCHETTA SANT'ANTONIO - PUBBLICAPP
Chiesa di Santa                                                                      presumibilmente modici, dai confra-
                                                                                     telli, per i lavori agricoli.
                                                                                     Nella piccola struttura, come si evin-
Maria delle Grazie                                                                   ce dai bilanci, era alloggiato anche
                                                                                     uno o più accoliti o commessi, pro-
                                                                                     babilmente appartenenti all’Ordine
Si trova nel Rione Pescara, costrui-       Statuto, in data 26 settembre 1783,       di San Francesco di Paola, ed è pen-
ta, probabilmente, nel XVI secolo;         munito di Assenso Regio, i relativi       sabile che, trovandosi Rocchetta sul-
la semplice facciata presenta, però,       bilanci sono stati sistematicamen-        la via di pellegrinaggio, detta “La Via
un portale, sovrastato da un fastigio      te sottoposti all’approvazione della      del Padre”, che collegava l’Appia e il
con archi interrotti, tipici dello stile   Sottoprefettura di Sant’Angelo dei        Tratturo Regio Pescasseroli-Candela
tardo barocco, che lo farebbero risa-      Lombardi, prima, e della Prefettura       con l’Abbazia del Goleto ed i Santua-
lire al XVIII secolo, così come molti      di Foggia, poi. Detti bilanci, accura-    ri del Principato Ultra, vi fossero al-
elementi dell’interno.                     tamente redatti, sono ancora consul-      loggiati dei viandanti.
Dalla “Cronistoria” del Sac. Giovanni      tabili e costituiscono una notevole       “Il Padre” per antonomasia, dalle no-
Gentile risulta che godeva del pa-         fonte di notizie riguardo ai rapporti     stre parti, è considerato San Gugliel-
tronato di una importante famiglia.        politici, economici e sociali dei varî    mo da Vercelli: Santo Patrono della
“Emigrato l’ultimo erede di quella fa-     periodi storici.                          Provincia di Avellino, fondatore delle
miglia per l’uccisione dell’Arciprete      Nel 1685, al fine di scongiurare, a       Abbazie di Monte Vergine e del Go-
dell’epoca, i beni furono aggiudicati      seguito della grave situazione debi-      leto. La porta di accesso alla Sacre-
al Fisco e la Cappellania fu dichia-       toria delle famiglie e dell’Università,   stia, d’altronde, è sormontata da una
rata Regia”; da allora, le investiture     l’imminente pericolo di sequestro,        conchiglia: simbolo dei pellegrini.
ai sacerdoti cappellani, dette colla-      da parte del Governatore del Feudo        L’interno della Chiesa, ad una nava-
zioni, furono attribuite tramite regi      di Melfi, la proprietà di molti animali   ta, oltre all’Altare Maggiore, adorna-
rescritti.                                 da lavoro venne trasferita alle con-      to da una bella tela e da una statua
La Chiesa ospita l’omonima Confra-         fraternite, i cui beni erano considera-   raffiguranti la Madonna delle Grazie,
ternita che sorse al tramonto delle        ti intangibili.                           presenta altri quattro altari, di cui tre
antiche Congreghe: del Santissimo;         Le stalle erano ubicate nel seminter-     in marmo ed uno in pietra, sovrastati
del Rosario; di San Giovanni Battista      rato del piccolo convento annesso         da tele raffiguranti: la SS. Trinità; la
e della Pietà; è retta da un Priore e      alla Cappella, crollato in seguito al     Beata Vergine del Carmine e le sta-
da un Consiglio, ambedue elettivi          terremoto del 1930 e gli animali da       tue di S. Gabriele e di San Gerardo.
e, sino al 1962, essendo stato lo          lavoro erano “noleggiati”, a prezzi,

10                                                                                                     rocchetta sant’antonio
BIBLIOTECA COMUNALE                                                CHIESA DELLA
“GIOVANNI G. LIBERTAZZI”
                                                                   MADONNA DEL
                                                                   POZZO
La Biblioteca comunale “Giovanni G. Libertazzi” inaugurata
nel 1994 con il trasferimento della biblioteca civica presso
l’ex sede storica del Comune, in Via Francesco de Sanctis
n.2, acquisisce nuova denominazione, dedicata allo storico         Costruita agli inizi del XVIII sec. sulla collina di Serralon-
e ricercatore conterraneo Giovanni Gelsomino Libertazzi.           ga, per ricordare un miracolo accaduto, in quel luogo ad
La nuova sede, più grande, consente l’implementazione e            un contadino di nome Giuseppe Mastrostefano: In piena
l’articolazione di nuovi spazi che consentono di offrire un
servizio più aderente alle esigenze dei fruitori.
                                                                   estate, il 24 di agosto, mentre, stanco per il lavoro e tor-
La biblioteca diviene fulcro d’incontro delle Associazioni         mentato dalla sete si raccomandava alla Madonna del
culturali e luogo di studio e ricerca per studenti di scuole       Pozzo, la cui immagine gli era stata data tempo prima,
di ogni ordine e grado oltre che per studiosi e ricercatori.       da un frate di passaggio, vide formarsi una polla d’ac-
Nel 2001 la Biblioteca aderisce alla rete bibliotecaria pro-       qua: impensabile per una zona tanto arida. Raccontò la
vinciale B.O.R.A. - Biblioteche Organizzate in Rete Automa-        cosa in paese e la gente, con l’Autorità Ecclesiastica,
tizzata.                                                           poté constatare che effettivamente l’acqua sgorgava,
Nel 2005 con atto di G.C. n.76 del 25 maggio viene delibe-         per cui, dopo le opportune e ponderate indagini e con-
rata l’adesione della Biblioteca al progetto “ARACNE” della        siderazioni, si scavò un pozzo e si costruì una cappel-
Biblioteca provinciale di Foggia relativo al bando per il fi-      la. La Chiesetta era a semplice pianta rettangolare, non
nanziamento di progetti di cui all’azione – Sistema delle Bi-      grande, ma arricchita con bei marmi, di un altare prezio-
blioteche – nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro
in materia di Beni ed attività Culturali per il territorio della
                                                                   so, fortunatamente ora custodito nella chiesa della Ma-
Regione Puglia.                                                    donna delle Grazie e di bei quadri ispirati al vedutismo e
Nel 2017 partecipa all’Avviso Pubblico “Community Library,         all’arte sacra della Scuola napoletana del sei-settecen-
Biblioteca di Comunità: essenza di territorio, innovazio-          to. Prezioso, come riferisce il Gentile nella “Cronistoria”
ne, comprensione nel segno del libro e della conoscenza”           e come tanti cittadini ricordano, era un quadro artistico
POR PUGLIA FESR- FSE 2014-2020, ASSE VI AZIONE 6.7.                del 1767, davanti a cui i fedeli cadevano in commossa
Il progetto “La biblioteca ghianda della Comunità” riceve          contemplazione.
l’approvazione della commissione regionale e viene finan-          Nel 1884 fu costruito, su iniziativa del Comune e con le
ziato per € 972.641,10 e sono in corso di appalto i lavori         offerte del popolo, un piccolo convento per ospitare un
di restauro architettonico e l’acquisizione di nuovi beni e        istituto educativo affidato ai Missionari del Collegio di
servizi innovativi.                                                San Pietro a Casarano, ma, nonostante l’impegno pro-
                                                                   fuso da quei religiosi, dopo un paio d’anni di funziona-
                                                                   mento, per discordie sopravvenute con il Vescovo, i frati
                                                                   andarono via.
                                                                   La Chiesetta continuò ad essere frequentata non solo
                                                                   dalla gente di Rocchetta, ma anche dei paesi vicini.
                                                                   Ancora adesso il popolo è animato da grande devozione
                                                                   per la Madonna e non manca di partecipare alle due pro-
                                                                   cessioni annuali, quella del 15 di agosto, con cui si prele-
                                                                   va la scra icona per portarla in paese e quella del 26 del-
                                                                   lo stesso mese con cui, dopo i solenni festeggiamenti,
                                                                   la sacra icona viene riportata nella chiesa di campagna.

rocchetta sant’antonio                                                                                                         11
MONASTERO DI SANTA
MARIA IN GIUNCARICO
Le prime notizie riguardanti il Mo-    di Sant’Abbondio, nella valle del    Importante è la data del 1085,
nastero di S. Maria in G., prope       Calaggio. Vengono donati, al-        allorché il Vescovo di Lacedonia
Castrum Sancti Antimi, risalgono       tresì, i monasteri di S. Mercurio    dona il Monastero di S. Maria e,
all’atto di donazione del monaste-     e “Santo Stefano in Galdo nostro     probabilmente, anche di S. Ste-
ro stesso, fatto, nell’anno 1081,      Felcine”, in località considerate    fano, ai Benedettini, rimuovendo
dal feudatario normanno Roberto        sconosciute, ma che abbiamo          i precedenti occupanti e giustifi-
del Torpo, all’Abbazia di Cava dei     motivo di ritenere possa trattarsi   cando tale sostituzione con una
Tirreni ed alla successiva con-        di S. Mercurio, in agro di Cande-    presunta conduzione “scompo-
ferma del Vescovo Desiderio di         la, e Santo Stefano in Felceto, in   sta” degli stessi.
Lacedonia; il primo documento,         agro di Rocchetta, poiché ancora     Altrettanta importanza riveste la
invece, che cita il limitrofo Mona-    adesso il bosco ove si trovano i     conferma, redatta in Venosa, il 21
stero di S. Stefano risale alla “do-   ruderi si chiama Felceto.            settembre 1089, da Papa Urbano
nazione di Arechi”, dell’anno 774.     I monasteri è probabile che siano    II, dopo la chiusura del Concilio di
In particolare, Arechi, Principe       stati assegnati dall’Arcivescovo     Melfi, di tali Monasteri all’Abate
longobardo di Benevento, dona,         di Benevento, o dalla Diocesi Suf-   di Cava Pietro Pappacarbone, che
in quella data, alla Chiesa di San-    fraganea di Ascoli S., ai Basilia-   era stato suo docente durante il
ta Sofia di Benevento, i Monasteri     ni, giacché i duchi di Benevento,    noviziato a Cluny.I due monaste-
rurali di: S. Pietro e S. Maria in     allora, si dichiaravano, almeno      ri, ubicati in siti ameni, divennero
Olivola, in agro, rispettivamente,     nominalmente, vassalli dell’Impe-    centri di attività e asili per quan-
di Scampitella e di Sant’Agata e       ratore di Bisanzio.                  ti, artigiani e contadini, volevano

12                                                                                          rocchetta sant’antonio
CHIESA DELLA
sottrarsi alle angherie dei signori
feudali, tanto che fiorirono, spe-
cialmente in epoca federiciana, in
ricchezza e numero di abitanti, i
due casali dipendenti. Quando, in-
fatti, l’Abate Rainoldo fece un giro
                                         MADDALENA
per le dipendenze dell’Abbazia,          In fondo alla discesa che, dalla parte alta del Paese conduce alla piazza
trovò, solo in Santo Stefano, tra il     principale, in bella prospettiva, si trova la Chiesa di Santa Maria Maddalena,
casale e il monastero, sessantu-         precedentemente intitolata all’Immacolata Concezione: denominazione an-
                                         cora ancora oggi della Confraternita della Chiesa.
no famiglie e dieci ecclesiastici.       Non vi è certezza della data in cui è stata costruita, ma, a considerare dalla
Iniziò un periodo di decadenza,          lineare e pura armonia dell’elegante facciata, tripartita da snelle lesene, dal
per l’eccessivo fiscalismo, con gli      fastigio che sormonta il portale e dai due semplici campanili a vela, potreb-
Angioini, per cui, nel 1495 il Pri-      be risalire alla metà del sec. XVIII.
ore, Frate Pietro Crispus, reggeva       Risale, in ogni caso, a data successiva al 1656, anno in cui si diffuse una
ambedue i casali. Nel corso del          grave pestilenza, stante la collocazione sulla facciata della statua di San
                                         Rocco, copatrono di Rocchetta e di tante altre comunità, a cui la popolazio-
XVIII sec. Il Monastero di S. Ste-       ne si rivolse per invocarne protezione dalle epidemie.
fano doveva essere già in rovina,        L’interno, suddiviso in campate con volte a crociera, è decorato con stucchi
giacché le visitazioni apostoliche       e cornici modanate. L’altare maggiore, di chiara impronta settecentesca,
erano fatte solo a S. Maria. I terre-    adornato da armoniosi intarsi marmorei, è sormontato dalla statua lignea
ni furono dati in fitto e gli abitanti   dell’Immacolata Concezione, con ai lati due nicchie in cui sono collocate le
si trasferirono a Rocchetta e la si-     statue di San Giuda Taddeo e di S. Michele.
                                         Purtroppo è andata perduta, verso la 2° metà del XIX sec., la tela rappre-
tuazione si protrasse sino alla pri-     sentante Santa Maria Maddalena, a cui, in origine e attualmente, dopo la
ma alienazione dei feudi, avvenu-        parentesi della dedicazione all’Immacolata, è intitolata la Chiesa.
ta, con i Napoleonidi a partire dal      Bella la grande tela del pittore Scognamiglio, raffigurante, in primo piano,
1807. Il Monastero di S. Maria era       una cappella rurale con della gente in adorazione di Cristo e della Madonna
stato già venduto ad una famiglia        del Pozzo, la quale tiene per mano il protagonista del miracolo e la moglie,
del posto che l’aveva trasformato        alla presenza dei due Santi Patroni e con, sullo sfondo, in bella prospettiva,
                                         un paese che sembra essere stato interessato da un terremoto.
in una comoda palazzina di cam-          Sulle pareti delle campate vi sono gli altari dedicati: ai Santi Cosimo e Da-
pagna, ancora attualmente in ot-         miano, a San Ciro, a San Leonardo di Porto Maurizio, la Pietà, S. Gerardo e
timo stato di conservazione, con         S. Antonio da Padova.
l’annessa Chiesa, che continua           All’epoca della costruzione, la Chiesa era collocata ai margini del centro
ad essere frequentata, nelle ricor-      abitato, sul tratturo che collegava i centri del Principato Citra e del Princi-
renze, dalla gente del posto e dei       pato Ultra con il tratturo Pescasseroli-Candela e quelle che furono la Via
                                         Appia e la Via Egnazia, le quali, comunque, ancora all’epoca conservavano
paesi vicini. Allorché si provvede       una certa importanza.
a sfoltire il sottobosco è possibi-      Nei pressi si conserva ancora la guardiola ottagonale delle “guardie tratturi”
le riconoscere il primitivo, ampio       e vi era, sino a qualche anno fa, la torre che ospitava le guardie stesse; sem-
perimetro murario e le mura di so-       bra ci fosse anche una taverna e qualche altra struttura ricettiva.
strazione del lato EST. Bellissima
è ancora la statua della Vergine,
anche se contraffatta, nel corso
del XVIII sec., con colori impropri,
da un rozzo artefice, incaricato da
qualche ignorante eremita, a cui,
andati via i monaci, era affidata la
Chiesa. La statua è, adesso, cu-
stodita nella Chiesa Madre, uni-
tamente ad un’antica erma (mez-
zobusto), presumibilmente di San
Gennaro.

rocchetta sant’antonio                                                                                                13
CERTIFICAZIONI                                                  fontane
AMBIENTE E                                                      I dintorni di Rocchetta Sant’Antonio sono ricchi di corsi d’ac-
NATURA                                                          qua e sorgenti, questo spiega la presenza di numerose fontane
                                                                a bocca che caratterizzano il paese e il territorio circostante.
Immerso in un affascinante habitat incontaminato,               Una delle più celebri è la Fontana d’Uvaricostruita in tempi re-
circondato da distesa d’immensi campi di grano, Roc-            centi con mattoncini rossi in pietra a vista. La Fontana Nuova
chetta Sant’Antonio gode del patrimonio naturalistico           è stata costruita agli inizi del Novecento. L’acqua della Fon-
del Bosco comunale Difesa (1060 m) e di Serra della             tana Pescarella è famosa per gli effetti diuretici e dal sapore
Fontana.Gli amanti della natura hanno la possibilità            dolciastro. La Fontana R’Moc edificata agli inizi del Novecento
di godere della ricca fauna del bosco comunale. È               interamente in pietra locale. Visitabile percorrendo un sentiero
bellissimo scendere a valle e scoprire la fauna au-             attraverso i boschi dei dintorni. Dal 2017 è visitabile anche la
toctona tra le varie testimonianze dell’antica transu-          fontana di San Nicola grazie al ripristino del tratturo “Via delle
manza, camminando all’ombra di cerri, frassini, aceri           Fontane” ai fini turistici.
e querce dove si apre un’amena area pic nic. Ed è qui
che si può trovare ristoro dal caldo torrido in estate e
sorprendersi dinanzi alle meraviglie cromatiche della
natura in autunno.
Molto interessante è anche scendere a valle per ri-
percorrere le sponde del fiume Ofanto, il più lungo del
sud Italia dove i più fortunati potranno incontrare la
lontra, animale molto schivo sinonimo di habitat in-
contaminato.

Il Touring, dal 1998 , seleziona e certifica attraverso
questo progetto i borghi eccellenti dell’entroterra Ita-
liano. Località a “misura d’uomo” con meno di 15.000
abitanti, luoghi speciali, magari ancora poco cono-
sciuti, dove la sostenibilità ambientale, la tutela del
territorio, il patrimonio artistico-culturale e la qualità
dell’accoglienza si uniscono per regalare autenticità
al viaggio.
IL Touring Club Italiano ha assegnato al comune di
Rocchetta Sant’Antonio nel 2011 il prestigioso rico-
noscimento della “Bandiera Arancione”. Il marchio di
qualità turistico - ambientale viene conferito ai comuni
dell’entroterra italiano sulla base di rigorose valutazio-
ni qualitative e quantitative supportate da un sopral-
luogo anonimo effettuato dal Touring Club Italiano.
Il marchio di Comune “Bandiera Arancione” è un altro
importante riconoscimento Nazionale che fa onore
alla nostra comunità. Queste politiche di marketing
territoriale attraverso il marchio “Bandiera Arancione”
danno ricadute positive sulle attività economiche, in
particolare per i prodotti tipici, le attività di ristorazio-
ne e le attività ricettive. Per fare questo è importante
che le imprese e i cittadini facciano la loro parte, e
cominci a diffondersi la cultura dell’accoglienza, tipica
delle aree turistiche più evolute.

14                                                                                                        rocchetta sant’antonio
eventi e feste
Sant’Antonio Abate – 16 e 17 Gennaio
Il 16 e 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, patrono del paese,
con una tradizionale fiaccolata cui seguono un buffet presso il munici-
pio e fuochi pirotecnici. Nell’occasione si svolge anche una suggestiva
gara di spettacolari falò, a memoria del santo che con il fuoco difese
il paese dai barbari. Il giorno successivo viene svolta la tradizionale
benedizione del bestiame e la Sagra del Soffritto.
Sagra dell’asparago selvatico - Ultima domenica di Aprile
Con l’arrivo della Primavera, gli amanti della Natura, nel territorio di
Rocchetta Sant’Antonio e in modo particolare nel bosco comunale, si
dedicano alla raccolta dell’Asparago selvatico. Una vera prelibatezza
del territorio.Per l’occasione l’ultima domenica di aprile vien svolge la
sagra dell’asparago selvatico.
Premio Maria Teresa di Lascia - secondo sabato di Settembre
Nel mese di settembre, ad anni alterni, ha luogo la cerimonia di asse-
gnazione del Premio Nazionale Narrativa Maria Teresa Di Lascia de-
dicato all’autrice di “Passaggio in ombra” ed. Feltrinelli Premio Strega
1995.
Festa Nazionale Comuni Bandiera Arancione
Prima domenica di Ottobre
Rocchetta Sant’Antonio per l’evento culturale della Giornata della Ban-
diera Arancione si colora di arancio per celebrare l’ospitalità del Borgo
con il marchio di qualità del Touring Club Italiano. La giornata nasce
dalla sinergia tra il Touring Club e l’Amministrazione comunale che in-
sieme accolgono i visitatori provenienti da ogni angolo. Una domenica
di iniziative gratuite tra: visite guidate, attività culturali e degustazioni
di piatti tipici, dalla natura all’arte, alle tradizioni, il Borgo apre il proprio
‘scrigno’ ai visitatori.                                                             Palio Medioevale - 23 Agosto
                                                                                     Il 23 agosto si svolge il Palio della
Accendiamo il Natale - 8 Dicembre
                                                                                     Rocca tra le quattro contrade del
L’8 dicembre Festa dell’Immacolata inizia il periodo Natalizio con l’ac-
                                                                                     borgo, in serata viene simulato
censione delle luminarie e la realizzazione del caratteristico e magico
                                                                                     l’assedio del castello e si svolge la
Presepe Vivente ambientato per i suggestivi percorsi della cittadella.
                                                                                     cena medievale.

                                                                                     Madonna del Pozzo
                                                                                     15, 24, 25 e 26 Agosto
                                                                                     Il 15 agosto, primo giorno della
                                                                                     Festa patronale della Madonna del
                                                                                     Pozzo, la comunità di Rocchetta
                                                                                     si reca presso la chiesa di campa-
                                                                                     gna per dar via ai festeggiamenti
                                                                                     religiosi. La sacra icona della
                                                                                     Madonna del pozzo viene portata
                                                                                     in processione serale n paese,
                                                                                     dove “incontra” il compatrono San
                                                                                     Rocco. Suggestiva la processione
                                                                                     lungo l’antico tratturo di circa 3 km
                                                                                     dove l’effige viene portata a spalla
                                                                                     dalla popolazione, mentre si crea un
                                                                                     gioco di luci con l’accensione delle
                                                                                     stoppie laterali al tratturo che illumi-
                                                                                     na la strada alla Vergine del Pozzo.

rocchetta sant’antonio                                                                                                       15
gastronomia
La cucina rocchettana ha il pregio di non aver abbandonato le antiche tradizioni e di averle tramandate di generazione in
generazione. Le ricette vengono preparate con prodotti semplici e genuini che donano ad ogni pietanza sapori inconfondibili.

Primi piatti                                                              “Cinghiale al sugo” e “Lepre alla cacciatora”: pietanze
   Tra le varie ricette di primi piatti ricordiamo i più importanti       del periodo di caccia tra ottobre e gennaio
   che racchiudono i succulenti sapori tipici dell’alimentazi-
   one mediterranea.                                                   Dolci
     ”Rafaiuol”: (ravioli) piatto tipico rocchettano preparato            I dolci sono il simbolo della festa, vengono preparati in
     per le festività e le domeniche.                                     famiglia e a volte anche tra più famiglie. I dolci caratteriz-
     Ingredienti: ricotta di pecora fresca, prezzemolo, sale,             zavano i giorni di festa.
     formaggio pecorino, pepe e per chi lo preferisce un pizzi-           Ogni brava massaia ha un segreto per la preparazione
     co di zucchero.                                                      dei dolci della tradizione:
     “Tagliulin cu lu latte”: (tagliolini all’uovo con il latte)          “Scartatelle”: a forma di spirale, fritte e condite con
     preparati nel giorno dell’Ascensione perché il latte rap-            miele o vin cotto, noci e mandorle sono il dolce tradizio-
     presenta la purezza di Maria vergine. Era usanza andare              nale del Natale.
     in questa giornata al bosco a prendere il latte che poi              “Canzunciell”: sono dei piccoli involucri di pasta molto
     serviva per condire i Tagliolini, gli allevatori regalavano ai       sottile con ripieno di castagne o mandorle.
     cittadini il latte come omaggio alla Santissima vergine.
                                                                          “Squarcedd”: è il dolce rocchettano preparato a Pasqua
     “Spaette cu r’ freculè”: (Spaghetti con le briciole) è il piat-
                                                                          “Zeppl di San Giuseppe”: Zeppole di San Giuseppe:
     to che viene preparato per la festa di San Giuseppe.
                                                                          ciambelle fritte o al forno condite con crema pasticcera e
     “Cavatielle e acc’ ”: (Cavatelli e sedano) un gustoso                marmellata di amarene.
     incontro tra pasta e verdure.
                                                                          “Pizza cu l’amarena”: (crostata con marmellata di ama-
     “Ricchitell cu lu adducc’ ”: (Orecchiette condite con                rene). In molti dolci c’è un ingrediente comune come la
     ragù di pollo) è il piatto che si prepara in tutte le case di        marmellata di amarene che viene confezionata tra la fine
     Rocchetta il 15 agosto. Il sugo a base di carne di pollo             del mese di giugno e i primi giorni di luglio.
     condisce “li maccarunal” (troccoli) pasta tipica pugliese,
                                                                          “Pizza cu la ricotta”: (crostata di ricotta) con ricotta
     rigorosamente fatta in casa.
                                                                          di pecora rocchettana prodotta con sapiente tecnica
     “Cima e baccalà”: (rape e baccalà) Anche se Rocchetta                artigianale.
     è un paese montano, nella sua gastronomia non manca
                                                                          “Cical”: pasta fresca che viene bollita nel vincotto e ac-
     il pesce. Questo piatto si prepara il giorno della vigilia di
                                                                          quista un sapore dolce e croccante. Si preparano durante
     Natale, per rispettare l’astinenza dalla, la ricetta è a base
                                                                          la vendemmia.
     di cavolfiore e baccalà.
                                                                          Una curiosità è la “Rarca arolge” (radice dolce del sapore
     “P’zziedde e rape”: è una pasta a forma di quadrati condi-
                                                                          di liquirizia).
     ta con broccoli di rape.
                                                                          Il suo sapore è dolciastro e veniva gustata in passato
     “Pasta e Miccule”: (pasta e lenticchie) ricco di ferro per           come gomme da masticare, oltre a essere dolce ha
     affrontare le faticose giornate lavorative.                          anche effetti salutari: stimola la diuresi e facilita la
     “Pancuott”: (pancotto) molto povero ma saporito viene                digestione.
     condito sia con patate che con verdure spontanee del                 Presso i ristoranti “L’Antica Osteria” e “La Maddalena” si
     territorio.                                                          possono gustare i piatti tipici della cucina tradizionale di
     “Maccaruale”: (il pasto che si avvicina è la pasta alla              Rocchetta Sant’Antonio.
     chitarra) è uno dei più antichi piatti, scaturito da una labo-
     riosa preparazione con utensili in legno o di ottone.

Secondi piatti
   Per i secondi piatti si predilige la carne di maiale, di
   agnello, di coniglio, pollo e di cinghiale.
     “Suffritt”: (soffritto) si prepara con maiale tagliaata a
     piccoli pezzi e condita con peperoni sotto aceto.
     “Ruot r’ Patan alu furn cu la capuzza” (teglia di patate al
     forno con testina d’agnello)
     “Ain e sparg”: (agnello con gli asparagi) preparato per
     Pasqua.
     “Mugliatied”: (torcinelli) preparati per le festività pasqua-
     li, sono composti da intestini d’agnello conditi con aglio
     formaggio e prezzemolo

16                                                                                                              rocchetta sant’antonio
attivita’
PRODOTTI DA FORNO                 PASTICCERIE                        LE ASSOCIAZIONI
PANIFICIO E TARALLIFICIO          PASTICCERIA PECCATI DI GOLA        ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
MAGIE DELLA FARINA                Corso Dauno Irpino, 177            Presidente Palladino Giuseppe
Corso Dauno Irpino N. 25          Numero di Telefono: 0885-654093    Largo Vittorio Veneto, 18
Numero di telefono: 347-1125476                                      Numero di telefono: 3899737122
                                  VANITA’ BAKERY PASTICCERIA E
TARALLIFICIO- BISCOTTIFICIO       LOUNGE BAR                         ASS. GASTRONOMIA TERRITORIALE
I CASERECCI DI ROCCHETTA          Corso Dauno Irpino, 10/a           ARGT
Largo Madonnina                   Numero di Telefono: 331-7576309    Presidente Porcelli Girolamo
Numero di telefono: 347-6522470                                      Via Mancini
                                                                     Numero di telefono: 3805068463
TARALLIFICIO DEL POZZO
Corso Dauno Irpino N 147          DIVERTIMENTO E SVAGO               ASSOCIAZIONE
Numero di telefono: 349-0502024   CINETEATRO –DISCOTECA              “PRESIDIO DEL LIBRO”
                                  MAHNATTAN                          Presidente Prof. Bonnì Pasquale
PANIFICIO TARALLIFICIO
                                  Largo Visconti Modrone, 15         Via Onorato, 44
SANTORO ANTONIO
                                  Numero di Telefono: 0885-654069    Numero di telefono: 328-3565755
Corso Dauno Irpino 137
Numero di telefono: 0885-654551                                      ASSOCIAZIONE VITA NUOVA
                                                                     Presidente Dott. Tullio Angelo
                                  DOVE MANGIARE                      Via Tenente Leone, 6
SALUMI ED INSACCATI               MUSIC UGO PUB                      Numero di telefono: 328-151785
MACELLERIA CORDISCO POMPEO        Corso Principe Umberto, 8          NUOVO COMTATO FESTE PATRONALI
Corso Principe Umberto            Numero di telefono: 342-5064445    Presidente Di Stefano Rosa
Numero di telefono 0885-654093    ANTICA OSTERIA                     Piazza Aldo Moro, 1
                                  Via Giuseppe Piccolo, 7            Numero di telefono: 348-6527249
MACELLERIA DEI MONTI DAUNI
Corso Dauno Irpino N. 41          Numero di telefono: 0885-654575    UNITALSI
Numero Di telefono: 339-1373433   RISTORANTE LA MADDALENA            Presidente D’Antuono Rita
                                  Piazza Maria Teresa di Lascia, 2   Via Pioppi, 18
                                  Numero: 0885-090440                Numero di telefono: 338-1363891
PRODOTTI CASEARI                                                     ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO
CASEIFICIO GISOLDO FABIO                                             AIVVE
Corso Principe Umberto n. 44      DOVE DORMIRE                       Presidente Gisoldi Andrea
Numero di telefono: 0885-654092   GIULIMÀ - BED E BREAKFAST          Via Mancini, 30
                                  Via A. Pertini, 35                 Numero di telefono: 347-2518300
CASEIFICIO MELILLO VITO
Corso Dauno Irpino N. 44          Numero di telefono: 340-1212065    ASSOCIAZIONE CULTURALE
Numero di telefono: 0885-654289   STRADA LARGA - BED E BREAKFAST     LIBERAMENTE
                                  Via Filangieri, 14                 Presidente Gisoldi Andrea
                                  Numero di telefono: 345-3528659    Via Mancini, 32
CAFFETTERIE E GELATERIE                                              Numero di telefono: 347-2518300
ARTIGIANALI                       MALVAROSA CASA VACANZE
                                  Corso Giuseppe Piccolo, 9          ASSOCIAZIONE SPORTIVA
GELATERIA LEONE                   Numero di telefono: 331-4067966    FITNESS & GYM
Corso Principe Umberto, 48                                           Presidente Albanese Michele
Numero di Telefono: 0885-654069                                      Via di Vittorio, 10
                                                                     Numero di telefono:
SAX BAR
Piazza Aldo Moro, 29                                                 ASSOCIAZIONE CATTOLICA ITALIANA
Numero di Telefono: 0885-654240                                      Presidente Tornisiello Maria
                                                                     Corso Dauno Irpino, 79
MARCELLO LOUNGE BAR                                                  Numero di telefono:
Corso Dauno Irpino, 29
Numero di telefono: 0885-654108                                      ASSOCIAZIONE PROTEZIONE CIVILE
                                                                     FALCHI ROCCHETTA
                                                                     EMERGENZA RADIO
                                                                     Presidente Fredella Antonio
                                                                     Via S. Pertini, 13
                                                                     Numero di telefono: 368-7756494

rocchetta sant’antonio                                                                                 17
Puoi anche leggere