Cannabis e Sigarette VIZI, DIPENDENZE E CURIOSITÀ

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Cannabis e Sigarette VIZI, DIPENDENZE E CURIOSITÀ
Cannabis e Sigarette
                      VIZI, DIPENDENZE E CURIOSITÀ

                Chiara, Nicola, Maria Teresa, Andreea, Erica e Luigi
Istituto Comprensivo di Molinella – Scuola secondaria di Primo Grado – Classe Terza F
                                   Materia Scienze

                                  21 gennaio 2019
Cannabis e Sigarette VIZI, DIPENDENZE E CURIOSITÀ
Sommario
Fumo.................................................................................................................................... 2
      La sigaretta e la Nicotina ............................................................................................. 2
      La nicotina e i giovani................................................................................................... 3
      Fumo attivo................................................................................................................... 4
      Fumo passivo ................................................................................................................ 5
      Fumo di terza mano...................................................................................................... 6
      Smettere di fumare si può ............................................................................................. 7
      Il cartellone in pezzi ..................................................................................................... 9
Cannabis ............................................................................................................................. 12
      Che cos’è la Cannabis?................................................................................................. 14
      Gli effetti della cannabis sul corpo umano .................................................................. 15
      THC..............................................................................................................................18
      Il meccanismo della sinapsi .........................................................................................19
      Cellula nervosa ............................................................................................................19
      Curiosità ..................................................................................................................... 20
Lavori in corso ................................................................................................................... 23

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Fumo

La sigaretta e la Nicotina
La nicotina è un liquido oleoso incolore, con azione eccitante sul sistema nervoso
centrale e periferico; dosi di pochi centigrammi provocano la morte per paralisi
circolatoria e respiratoria. È un alcailoide di origine vegetale concentrato nelle foglie del
tabacco. Il suo nome deriva da quello dell’ambasciatore francese Jean Nicott, che nel
1550 introdusse in Europa i semi della pianta. In una normale sigaretta se ne trova tra il
milligrammo e il milligrammo e mezzo. La sigaretta è anche il mezzo più efficace per
beneficiare appieno dei suoi effetti, infatti la nicotina viene assorbita attraverso la
mucosa del tratto gastro intestina e del tratto respiratorio. Da qui passa nel sangue e nel
giro di pochi secondi nel cervello dove diventa stimolante e poi rilassante. Aumenta il
battito cardiaco e la pressione arteriosa, causa una leggera sudorazione, aumenta il
metabolismo. Genera dipendenza e se assunta ad elevato dosaggio può provocare la
paralisi dei muscoli respiratori. È cancerogena e il fumo in gravidanza può causare un
ritardo di crescita e inficiare lo sviluppo mentale del bambino.

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Com’ è fatta la sigaretta?
La sigaretta è composta da:

   •   Nicotina che causa dipendenza fisica e psicologica.
   •   Monossido di carbonio che causa danno all’ apparato cardiocircolatorio e ai
       tessuti.
   •   Sostanze cancerogene che causano cancro e malattie polmonari e cardiache
   •   Sostanze irritanti che causano asma bronchiale e cardiache.

La nicotina e i giovani
Il fumo è la prima causa di morte evitabile al mondo, dal momento che è spesso alla
base dei decessi che avvengono per cause respiratorie, cardiache e oncologiche.
Eppure, di pari passo al consolidamento delle evidenze scientifiche, tra i ragazzi non si
registra un calo del numero dei fumatori. Cresce in Europa il numero di giovanissimi,
tra gli undici e quindici anni, che hanno già dimestichezza con le sigarette. Costante, e
sempre elevato, e anche il dato che riguarda gli adolescenti più grandi (16,20 anni). Si
tratta di dati preoccupanti, per due ragioni: sia perché l’accensione della prima
sigaretta in giovane età aumenta la probabilità di sviluppare la vera dipendenza e sia
perché i ragazzi sono coloro che hanno potenzialmente davanti un maggior numero di
anni da trascorrere fumando. E dunque una probabilità più alta di ammalarsi e di fare
ammalare i propri figli.

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Fumo attivo
Il fumo attivo rimane la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile nel
nostro paese; si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000
morti all’anno, con oltre 25% di questi decessi compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

La mortalità e l’incidenza per tumore polmonare sono in calo tra gli uomini e in
aumento tra le donne.

Nel 2017, secondo i dati ISTAT, la prevalenza dei fumatori di tabacco tra popolazioni di
14 anni è pari al 19%.

Forti sono le differenze di genere: tra gli uomini i fumatori sono il 28,8%, tra le donne
invece, il 14,9%.

L’abitudine al fumo di tabacco è più diffusa nelle fasce di età giovanili ed adulte. In
particolare, tra i maschi la quota più elevata si raggiunge tra i 35 e i 44 anni, mentre tra
le donne si raggiunge tra i 45 anni e i 54 anni.

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Fumo passivo
Il fumo passivo è, ancora oggi nel mondo, una delle esposizioni più importanti e più
diffuse nell’ambiente confinato.

Per fumo passivo si intende l’inalazione involontaria di fumo di tabacco disperso
nell’ambiente, che comprende, sia il fumo prodotto nella combustione lenta della
sigaretta o di un altro prodotto del tabacco da fumo (sigari, pipe, sigarette, etc.), sia
quello prodotto dall’espirazione del fumo del fumatore, diluito con aria dell’ambiente.
L’esposizione del fumo passivo comporta l’inalazione involontaria di sostanze
cancerogene e altri componenti tossici e nocivi per la salute.

L’Italia, con l’entrata in vigore a gennaio 2005 della legge 16 gennaio 2003 “tutela della
salute dei non fumatori”, è stata il primo grande paese europeo ad introdurre una
normativa per regolamentare il fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati.

A 13 anni dall’ entrata in vigore della legge, il bilancio può essere considerato
complessivamente positivo, anche se occorre continuare ad impegnarsi per mantenere
e migliorare i risultai conseguiti.

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Fumo di terza mano
Di recente è stato individuato una nuova forma esposizione al fumo passivo denominato
“fumo di terza mano”.

Questo consiste in una miscela di inquinanti che, una volta consumata la sigaretta, si
deposita sulle superfici e nella polvere degli ambienti confinanti o reagisce con altri
composti per formare inquinanti secondari. Dunque, mentre l’esposizione al fumo di
seconda mano risulta dall’inalazione, dall’ingestione o dall’assorbimento dermico
involontario degli inquinanti già presenti nell’aria, nelle polveri e nelle superfici.
Conseguentemente, mentre il fumo di seconda mano viene rimosso ventilando gli
ambienti, quello di terza mano può persistere anche parecchi giorni o mesi dopo che la
sigaretta è stata consumata.

È stato infatti dimostrato che la nicotina si deposita quasi internamente sulle superfici,
persistendovi per settimane o mesi e può reagire con composti gassosi normalmente
presenti negli ambienti confinati (come ad esempio l’ozono), formando sostanze
scarsamente volatili che possono depositarsi negli ambienti indoor e sul mantello
cutaneo. Gli ambienti confinati rappresentano quindi un serbatoio nascosto
d’inquinanti che possono essere emessi dalle superfici (muri, porte, tende, tappeti,
cuscini e materassi ma anche pelle e capelli) anche molto tempo dopo la cessazione del
fumo attivo.

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Smettere di fumare si può
Smettere di fumare può non essere una passeggiata, ma è un dato di fatto (e lo dicono
quelli che ce l’hanno fatta) che smettere di fumare è facile se sai come fare!

Chi comincia bene insomma è a metà dell’opera, per questo lo sforzo maggiore dovrai
metterlo proprio nelle prime due settimane, concentrando le tue energie al massimo,
molti hanno scelto oggi di passare al IQOS la sigaretta scalda tabacco, ma non si può
dire così d’aver smesso.

Fase 1: preparativi per smettere di fumare da soli
Per chiudere con il tabagismo è necessario avere le idee precise e organizzarsi, facendo
una vera e propria strategia. Quello che conta per il momento è riuscire a superare le
due settimane, che sono le più difficili. Definisci una data precisa da cui far scattare il
tuo fine rapporto con le sigarette. Tale data sarà fissa, non troverai scuse per spostarla e
cercherai di organizzare strategicamente le due settimane che seguono. Scegli un
periodo opportuno, evitando i periodi in cui sai già che sarai molto sotto stress.

Nei 10 giorni che precedono la famigerata data d’inizio, inizia a fumare una marca di
sigarette che non gradisci molto, magari che abbia anche un contenuto di catrame e
nicotina basso. É il primo passo tangibile della rottura del tuo rapporto con le sigarette,
un modo per non smettere di fumare di colpo. Se riesci, inizia un po’ a diminuire anche
il numero delle sigarette, fumando solo quando proprio non ce la fai più a resistere.

Cerca di evitare di programmare per questi 14 giorni attività che sai benissimo ti possono
far venire voglia di fumare: evita la cena con gli amici di tabacco, la serata del poker, il
caffè in compagnia. Non devi chiudere i tuoi rapporti sociali, ma solo rimandarli di 2
settimane. Nel frattempo informa gli amici, i parenti e i colleghi che frequenti delle tue
intenzioni.

Non per chiedere aiuto loro, ma perché non vi mettano i bastoni fra le ruote e rispettino
la vostra decisione.

Metti nero su bianco i motivi per cui smettere di fumare, dando la precedenza a quelli
che più ti stanno a cuore e ti riguardano. Appendi questo foglio dove lo puoi vedere ogni
giorno: sul frigo, nell’anta dell’armadio, in bagno. Non sembra, ma averli sotto mano in
questo periodo sarà utile.

Fase 2: É arrivato il giorno di smettere di fumare
                                              È arrivato il giorno decisivo, il primo
                                              consiglio è di eliminare tutto quello che ha
                                              a che fare con le sigarette. Quindi cestina
                                              sigarette, accendini, posacenere etc. Libera
                                              l’automobile, gli abiti, gli ambienti dalla
                                              puzza di fumo, hai bisogno di aria nuova. In
                                              questo stesso giorno fatti un regalo
                                              importante, a misura delle tue tasche
                                              ovviamente. Questo serve per ricordarti

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Cannabis e Sigarette VIZI, DIPENDENZE E CURIOSITÀ
questo giorno e per motivare il rispetto del tuo “voto” per il tempo necessario.

Da questo giorno in poi devi cercare di tenere la mente e il fisico impegnati, cosicché sia
minore il tempo a disposizione per reclamare le sigarette. Fai movimento, frequenta
ambienti in cui non si può fumare (cinema, biblioteca etc.). Gioca con le chiavi, con una
penna o una pallina antistress, tieniti occupato sempre. Il movimento serve per scaricare
lo stress oltretutto favorisce l’ossigenazione dei polmoni. Se tuttavia sei sedentario da
molto, non esagerare perché potrebbe essere controproducente.

Cerca di bere molti liquidi, di mangiare frutta e verdura. Riempiti lo stomaco di alimenti
light, per evitare di ingrassare e di sentire la necessità di zuccheri. A questo proposito
evita anche gli alcolici e il caffè, che non farebbero che agitarti e farti venire voglia di
una sigaretta. Se per caso ti capita di fumare una sigaretta, non è tutto perduto, basta
riprendere subito il ritmo!

Non gettare tutto all’aria, perché non vuol dire che ormai hai ricominciato.

Anche il ministero della salute nel corso degli anni ha promosso una politica efficace di
prevenzione nei confronti di uno stile di vita non salutare e che crea una forte
dipendenza come il tabagismo. Questa politica necessita di un’azione di informazione
e di sensibilizzazione costante e di una strategia di comunicazione di lunga durata.

Ecco le ultime campagne contro il tabagismo.

   •   2018 - "Chi non fuma sta una favola"

   •   2015 - "Ma che sei scemo? Il fumo fammale"

   •   2013 - sFRECCIA contro il fumo

   •   2009 - Il fumo uccide: difenditi

   •   2005 - Liberi di respirare

   •   2002-2003 - Stili di vita: Corretta alimentazione e dissuasione del fumo

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Il cartellone in pezzi

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Cannabis
Il dibattito sulla cannabis ruota da diverso tempo su due posizioni in netto contrasto.

E’ un “farmaco” utile in diverse malattie, senza effetti collaterali oppure è una sostanza
che può indurre dipendenza, e alla lunga provocare danni al fisico e alla mente?

Un nuovo studio pubblicato dalla National Academies of Sciences americana ha preso
in esame le ricerche che sono state pubblicate negli anni sull’uso della cannabis per
scopi medici o ricreativi stabilendo quali sono gli effetti positivi e negativi sulla salute
accertati.

Come agisce. L’effetto della cannabis come farmaco si basa sui composti che contiene, i
cannabinoidi. Il più noto, il THC, è all’origine sia degli effetti psicoattivi della canapa
sia delle sue proprietà farmacologiche. Si lega infatti in modo specifico a recettori
presenti sulla superficie delle cellule del nostro organismo producendo in modo
naturale molecole come gli endocannabinoidi, coinvolte in tantissime funzioni
fisiologiche, dall’appetito al metabolismo, dalla memoria alla riproduzione.

Tra chi considera la cannabis un medicinale e chi ritiene i benefici sopravvalutati, e i
rischi per la salute non trascurabili, si accende un focoso dibattito: in particolare modo
negli Stati Uniti questo tema è di particolare importanza perché diversi stati stanno
procedendo a legalizzare il consumo di cannabis anche a scopo ricreativo.

Dove è efficace. Il nuovo studio conferma che la cannabis è un trattamento efficace del
dolore cronico degli adulti, in particolare di quello dovuto alla spasticità in malattie
come la sclerosi multipla.

L’altro campo in cui si conferma efficace è il trattamento della nausea e del vomito
indotto dalla chemioterapia nei pazienti affetti da tumori.

Altre prove con “evidenza moderata”, come definito nello studio, rilevano che la
cannabis medica serva a migliorare i disturbi del sonno dei pazienti affetti da alcune

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malattie. Altre elementi ancor più limitati del precedente tendono a dimostrare che la
cannabis medica aiuti a migliorare l’appetito e la perdita di peso delle persone malate
di Aids, a migliorare i sintomi della sindrome di Tourette, una malattia neurologica, o
il disturbo d’ansia, tutte condizioni per le quali è stata sperimentata o viene utilizzata
dai pazienti.

Di contro non sembra invece che serva in alcun modo per tutta una lista di malattie
che vanno dal glaucoma alla sclerosi laterale amiotrofica, dalla sindrome del colon
irritabile, al morbo di Parkinson e all’epilessia in cui mancano evidenze sia in un senso,
serve a qualcosa, sia nell’altro, non serve a niente.

I possibili danni. Lo studio condotto dall’università americana, per quanto riguarda i
possibili effetti negativi sulla salute di chi fuma la marjuana, rafforza l’idea che la
cannabis è in generale “meno pericolosa” di altre droghe, anche perché non è mai stata
stabilita con certezza neppure una morte per overdose da cannabis.

Non è però nemmeno innocua come molti tenderebbero a credere. Innanzitutto, i
fumatori di lunga data rischiano di più la bronchite e altri sintomi respiratori. In
generale, chi la consuma abitualmente, ha un rischio più alto di schizofrenia e psicosi
oltre che di incidenti in macchina. Le donne incinte che ne fanno uso hanno una
probabilità maggiore di partorire bambini con peso più basso alla nascita.

Altri elementi, meno rilevanti, dimostrano che l’uso frequente di marijuana possa
peggiorare i sintomi di depressione o le idee suicide e l’ansia, e che abbia a che fare con
alcune malattie che talvolta sono state associate al consumo, come il cancro ai testicoli
o un attacco di cuore.

Inoltre, si è dimostrato un legame rispetto al peggioramento dell’apprendimento, la
memoria e l’attenzione. Nessun legame è stato invece stabilito con i tumori
comunemente associati al fumo di sigarette, come quello al polmone, e con altri tipi di
tumori, asma o malattie cardiovascolari.

La cannabis è una droga? La marjuana è sospettata di essere la porta d’ingresso al
consumo di droghe pesanti, ma la ricerca ha trovato prove da “limitate” a “moderate”.
Mentre sono state trovate “sostanziali” prove sul fatto che più è forte il consumo di
cannabis più si rischia di incorrere successivamente in dipendenza.

I fattori di rischio più significativi che tendono a portare in questa situazione sono:
l’essere maschio, il fumare anche sigarette, il fatto di avere un disturbo depressivo e di
avere cominciato molto presto.

Altri elementi ritenuti finora fattori di rischio, come il fatto di soffrire di ansia o
disturbo bipolare, disturbo da deficit dell’attenzione o dipendenza da alcol o tabacco,
sembrano invece meno importanti.

Per questa ricerca, insomma, la marijuana si conferma assai meno pericolosa di altre
droghe, ma non così innocua come si tenderebbe a credere.

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Che cos’è la Cannabis?
La cannabis (o canapa) è una pianta a fiore della famiglia delle Cannabaceae,
sottoinsieme dell’ordine delle piante Urticales. Ne esistono tre specie: Sativa, Indica e
Ruderalis e diverse sottospecie.

In natura si contraddistingue per essere una pianta a ciclo annuale, che germina in
primavera e fiorisce in estate inoltrata, quando le ore di luce diminuiscono.
Fisicamente, pur con variazioni anche notevoli, si presenta di altezza media di 1,5 – 2
metri ed è caratterizzata da foglie palmate e fusto diritto e peloso. La sua
impollinazione è anemofila, avviene cioè grazie al trasporto del vento.

Per molto tempo si è ritenuto fosse originaria dell’Asia centrale, dove furono ritrovate
prove della sua coltivazione già a partire dal 5.000 a.C.. Tuttavia recenti studi mettono
in dubbio questa origine, lo studioso Giorgio Samorini, ad esempio, ha testimoniato
l’esistenza in Europa di canapa allo stato selvatico ben prima di questa datazione. I
ritrovamenti più antichi sono stati in Italia: nel lago di Albano, in provincia di Roma,
con una datazione del 11.500 a.C., e nei fondali costieri dell’Adriatico centrale, con le
prime datazioni all’11.000 a.C.

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Gli effetti della cannabis sul corpo umano

Effetti fisici
Problemi respiratori.
Il fumo di cannabis irrita i polmoni; i forti fumatori della droga possono avere gli stessi
problemi respiratori dei fumatori di tabacco. Tali problemi comprendono tosse e
catarro quotidiani, maggiore frequenza di malattie polmonari e una maggior
suscettibilità alle infezioni polmonari. Non è ancora chiaro se i fumatori di marijuana
siano più a rischio di cancro polmonare.

Aumento della frequenza cardiaca
La marijuana aumenta la frequenza cardiaca fino a 3 ore dopo essere stata fumata. Tale
effetto può aumentare le probabilità di un attacco cardiaco.
I soggetti più anziani e quelli con problemi cardiaci possono essere più suscettibili.

Problemi nello sviluppo infantile durante e dopo la gravidanza
L’uso di marijuana durante la gravidanza è collegato a un maggior rischio di problemi
neonatali sia cerebrali che comportamentali. Se viene assunta in gravidanza, la
marijuana può alterare alcune parti del cervello fetale durante lo sviluppo. Il bambino
potrebbe ritrovarsi ad avere problemi di attenzione, memoria e risoluzione di
problemi. Alcune ricerche, inoltre, suggeriscono che quantità moderate
di THC vengono escrete nel latte materno delle puerpere. Gli effetti sul cervello
neonatale sono ancora sconosciuti.

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Effetti mentali
In alcune persone, l’effetto a lungo termine della cannabis è stato collegato a malattie
mentali come:

    •    allucinazioni (sensazioni e immagini che sembrano vere pur non essendolo)
         transitorie,
    •    paranoia (estrema e ingiustificata sfiducia nel prossimo) transitoria,
    •    peggioramento dei sintomi in pazienti affetti da schizofrenia (grave malattia
         mentale con sintomi quali allucinazioni, paranoia e destrutturazione del
         pensiero).

Il consumo di cannabis è stato collegato anche ad altri problemi mentali,
come depressione, ansia e pensieri di suicidio negli adolescenti.

I risultati degli studi scientifici sono tuttavia controversi.

Altri effetti
Gli effetti provocati dalla cannabis possono variare da persona a persona e in base a
numerosi altri fattori, come ad esempio:

    •    varietà consumata,
    •    modalità di consumo (fumata, mangiata, …).

Tra gli effetti più comuni che spingono al consumo troviamo

    •    sensazione di rilassamento e serenità,
    •    aumento della loquacità e “riso facile”,
    •    aumento della fame,
    •    aumento della percezione dei cinque sensi (i colori possono sembrare più
         intensi e la musica può risultare migliore),
    •    una sensazione descritta come il tempo che rallenta.
    •    ma possono comparire anche
    •    sensazione di debolezza e malessere,
    •    sonnolenza e letargia,
    •    difficoltà di memoria,
    •    confusione,
    •    ansia,
    •    paranoia,
    •    attacchi di panico,
    •    allucinazioni.

Con un utilizzo prolungato la persona può andare incontro a demotivazione e perdita
di interesse verso attività professionali e ricreative, oltre a causare problemi di
concentrazione e una riduzione della capacità di apprendere.

La gravità di questi effetti collaterali varia da soggetto a soggetto, e dalla quantità di
cannabis usata.

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La cannabis è spesso tagliata con allucinogeni e altre droghe più pericolose che hanno
effetti collaterali più gravi, tra cui:

   •   aumento improvviso della pressione arteriosa con cefalea,
   •   dolore toracico e aritmie cardiache,
   •   iperattività estrema e violenza fisica,
   •   attacchi cardiaci,
   •   convulsioni,
   •   ictus,
   •   collasso improvviso (arresto cardiaco).

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THC
da Wikipedia

Il delta-9-tetraidrocannabinolo (detto         comunemente THC,        delta-9-THC      o
tetraidrocannabinolo) è uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis, e può
essere considerato il capostipite della famiglia dei fitocannabinoidi.

È una sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis, può essere ingerito,
comunemente fumato o inalato grazie ad un vaporizzatore. Con proprietà
antidolorifiche (Es: farmaci contenenti THC come il Sativex o il Bedrocan, sono usati per
il trattamento del dolore), euforizzante, antinausea, antiemetiche, anticinetosico,
stimolante l’appetito, che abbassa la pressione endooculare, ed è capace di abbassare
l’aggressività.[

È stato isolato da Raphael Mechoulam, Yechiel Gaoni, e Habib Edery dall’istituto
Weizmann, Israele, nel 1964. In forma pura, a basse temperature, è un solido vetroso, di
color viola, diventa più viscoso e appiccicoso se riscaldato. Il THC ha una bassissima
solubilità in acqua, ma buona solubilità nella maggior parte dei solventi organici.

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Il meccanismo della sinapsi
Affinché l’impulso nervoso passi dal neurone presinaptico a quello postsinaptico è
necessario che avvenga la liberazione di un neo trasmettitore. Presente nelle vescicole
sinaptiche dal neurone presinaptico, nello spazio intersinaptico. Ciò avviene tramite la
fusione di un certo numero di vescicole sinaptiche con la membrana presinaptica è la
conseguente e socitosi nella fessura sinaptica dal neurotrasmettitore in esse contenuto.
La liberazione del neotrasmetittore avviene in maniera quantica. Il neotrasmettitore è
rapidamente inattivato da enzimi idrolitici liberati dalle terminazione sinaptiche e
distribuiti sulla superficie sinaptica della cellula postinaptica oltra alle sinapsi chimiche
nel sistema nervoso centrale sono presenti rare sinapsi elettriche.

Cellula nervosa
L’Unità fondamentale del sistema nervoso è la cellula nervosa o neurone deve
adempire 5 funzioni principali:

    •   Ricevere informazioni dall’ambiente esterno o interno;
    •   Integrale informazioni ricevute e produrre un’adeguata risposta;
    •   Trasmettere il segnale ad altre cellule nervose, ghiandole o muscoli;
    •   Coordinare le proprie attività metaboliche;
    •   Condurre il segnale al suo terminale di uscita.

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Curiosità
Cannabis nella storia
Non conosciamo con esattazza le origini della cannabis, si pensa però abbia origini in
Asia centrale. Già dal neolitico (8.000 - 5.000 a.C.) ci sono tracce tangibili; infatti si usava
nella produzione di fibre tessili e reti da pesca e ne venivano consumati i semi. Indizi di
questi utilizzi sono stati trovati nei siti neolitici di Cina, Siberia, Taiwan, Turkestan e
Hong Kong. Residui di semi di cannabis bruciati sono stati rinvenuti anche in Romania.
La più antica documentazione scritta legata alla marijuana usata in ambito medico si
troverebbe invece nella letteratura cinese; si usa il condizionale perché non tutti gli
studiosi sono d'accordo.

I Moai e la Canapa
Cosa c'entrano i Moai dell'Isola di Pasqua con la canapa? Secondo una ricerca condotta
dalla California State University per spostare le colossali statue di oltre quattro
tonnellate di peso gli antichi polinesiani potrebbero aver usato corde di canapa
intrecciate. Tirate da circa 18 persone avrebbe fatto percorrere alle sculture anche 100
metri in circa un'ora.

Uomini e donne
Nell'assunzione di cannabis gli effetti tra uomini e donne sono diversi. Uno studio
effettuato sui topi dagli studiosi della Washington State University ha dimostrato che le
femmine sono più sensibili agli effetti antidolorifici del THC e sviluppano maggiore
tollerzaza alla sostanza (ossia devono aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto
sui maschi). Questo fenomeno può purtroppo portare alla dipendenza. A cosa è dovuta
la differenza? Probabilmente dipende dal ruolo degli estrogeni, i principali ormoni
sessuali femminili. A livello statistico in Italia i maschi fumano più spinelli rispetto le
ragazze, sono quasi il doppio.

Cannabis e adolescenza
Non hanno distinzione di genere invece i danni che un consumo costante di marijuana
può causare al cervello ancora in sviluppo come quello degli adolescenti. Nella fase di
sviluppo infatti il cervello vive una fase di rafforzamento e sfoltimento di precise
connessioni neurali che può esser seriamente e negativamente influenzata dall'uso
costante di cannabis. Si danneggiano le sinapsi lasciando i neuroni privi del loro sistema
di regolazione e il THC può favorire con il tempo l'insorgere di depressione, schizofrenia,
psicosi e disturbi nell'apprendimento. Fumare spinelli nell'adolescenza può causare
danni permanenti alle connessioni neurali.

Il cane rasta
Anche gli animali non sono immuni agli effetti del THC. Infatti sui cani il fumo passivo
di cannabis induce effetti molto più evidenti di quelli che si hanno sull'uomo. Stanno
aumentando i casi di cani che finisciono al pronto soccorso veterinario per aver ingerito
per errore pezzi di hashish lasciati in giro dai proprietari. In questi casi gli animali
presentano pupille dilatate, iper eccitamento e movimenti incontrollati dei muscoli. Con
la lavanda gastrica gli efetti sparscono nell'arco di 24 ore.

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La cannabis in medicina
I danni causati dall'uso prolungato del THC sono collegati anche a danni non
neurologici. Infatti, nel tempo si raddoppia il rischio di contrarre un tumore ai testicoli
e si accentua il rischio di infarto. In medicina però la marijuana usata in regime
controllato ha dei benefici noti da molto tempo. Si usa come antidolorifico per i dolori
cronici e sui malati terminali, attenua gli effetti di alcune malattie autoinfiammatorie e
di alcuni disturbi legati alle demenze, all'artrite, ai tremori del Parkinson a agli effetti
collaterali della chemioterapia.

Il senso di fame
Aumento del senso di fame e fumare cannabis sono davvero strettamente legati. Infatti
il THC si lega a una molecola presente nei neuroni del bulbo olfattivo, ossia la zona del
cervello che riceve gli stimoli provenienti dal naso. Questa sensibilità agli odori si
amplifica aumentando di fatto l'appetito.

Uso religioso
Negli anni 30 del Novecento, a partire dal Cristianesimo, si sviluppo' il rastafarianesimo
ossia un movimento religioso (all'orgine della cultura "rasta") che considera la cannabis
non solo un’erba ad uso medicinale ma anche da usare come aiuto nella meditazione e
nella preghiera. Credono che il suo uso sia citato nella Bibbia e che sia necessario per
raggiungere l'illuminazione spirituale.

La più potente
E' la Sinsimilla, la varietà più potente della cannabis. Si ricava impendendo alle
infiorescenze delle piante di esser impollinate. Restando così senza semi la pianta
produce un alto contenuto di resina con una elevatissima concentrazione di THC.

Il nome giusto?
Qual è il nome esatto? Canapa, cannabis, marijuana? C'è molta confusione sui termini.
La marijuana si ottiene essiccando le infiorescenze della Cannabis sativa ed è una
sostanza psicoattiva. Le varietà di questa pianta sono molteplici ma non tutte si usano a
scopo ricreativo: infatti solo quelle definite "canapa indiana" hanno effetti psicoattivi
dovuti al contenuto di una sostanza, tetraidrocannabinolo (THC),che provoca
rilassamento, euforia, appetito e disorientamento spazio temporale. Normalmente il
contenuto di THC in una pianta di cannabis è pari al 5-8% ma con il subentro di colture
intensive alcune varietà possono arrivare al 38% di THC.

Impatto ambientale
Secondo uno studio pubblicato nel 2011 dal Lawrence Berkeley National Laboratory
(USA) coltivare Cannabis è un'attività ad alto impatto ambientale. Infatti, a meno che
non si coltivi all'esterno o sotto LED a basso consumo energetico, per la produzione
indoor di un singolo spinello si producono circa 0,9 kg di CO2 ossia quanto consuma
una lampadina accesa per 17 ore.

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Qualità dell’aria nelle città
Nel 2012 l'Istituto di Inquinamento Atmosferico di Roma del CNR ha condotto una
ricerca in varie città italiane rilevando tracce di marijuana - non massicce, ma comunque
ben rintracciabili - nell'aria attorno al Colosseo e al Pantheon a Roma, e in quella di
Torino, Firenze, Bologna, Milano e Napoli. Il capoluogo toscano è risutlato in cima alla
lista per le concentrazioni di "erba" molto probabilmente per il gran numero di studenti
che ospita.

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Lavori in corso

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