Rg/01 - comune di BRUGNERA

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Rg/01 - comune di BRUGNERA
comune di
                                              BRUGNERA

                            PROGETTO PRELIMINARE

                                                              Rg/01

Associazione Temporanea tra Professionisti:
dr. ing. Massimo Blasone (capogruppo)
dr. arch, Christiano Sacha Fornaciari
dr. geol. Umberto Stefanel                           viale Giuseppe Duodo, 74 Udine
Rg/01 - comune di BRUGNERA
Lavoro                                     Pagina                  Relazione                           Protocollo
     Consolidamento movimento franoso a Brugnera                            2             Relazione Geologica                  GEO_Variante_01

                                                                      INDICE

1.      PREMESSA. ............................................................................................................................................ 3

2.      LINEAMENTI DI GEOLOGIA. ................................................................................................................. 5
     2.1.     UNITA’ LITOLOGICHE E MORFOLOGIA ....................................................................................... 5
     2.2.     IDROLOGIA ED IDROGEOLOGIA. ................................................................................................. 9
     2.3.     PERICOLOSITA’ GEOLOGICA. .................................................................................................... 14
     2.4.     PERICOLOSITA’ IDRAULICA. ...................................................................................................... 15
     2.5.     SISMICITA’ E PERICOLOSITA’ SISMICA. ................................................................................... 16
     2.6.     VALUTAZIONE DELLA MAGNITUDO DI PROGETTO. ............................................................... 19
     2.7.     LIQUEFAZIONE TERRENI IN CONDIZIONI SISMICHE. .............................................................. 21

3.      INDAGINI GEOGNOSTICHE E STRATIGRAFIA TERRENI................................................................. 22

4.      PROVE PENETROMETRICHE ED INDAGINE SISMICA (SCPTU). .................................................... 23

5.      MONITORAGGIO SPOSTAMENTI SUPERFICIALI. ............................................................................ 30

6.      MONITORAGGIO INCLINOMETRICO. ................................................................................................ 31

7.      PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO. ................................................................................................. 34

8.      VARIANTE URBANISTICA AREA MOVIMENTO FRANOSO. ............................................................. 37

                            A.T.P. dr. ing. Massimo Blasone (capogruppo) viale Duodo, 74 Udine
             dr. arch. Christiano Sacha Fornaciari (mandante) - dott. geol. Umberto Stefanel (mandante)
Rg/01 - comune di BRUGNERA
Lavoro                        Pagina           Relazione                Protocollo
  Consolidamento movimento franoso a Brugnera         3         Relazione Geologica       GEO_Variante_01

1. PREMESSA.
 La presente Relazione Geologica viene redatta nell’ ambito del “Progetto preliminare dell’intervento di
consolidamento della sponda del Fiume Livenza a difesa dell'abitato di Brugnera" e per la Variante al
vigente PRGC.

                  Figura n° 1: Corografia ed Ubicazione area di intervento Scala 1:5.000.
                                 (Da CTR Elemento 085073 “Brugnera”).

 Lo scopo del presente rapporto è quello di fornire un quadro generale delle caratteristiche geologiche,
geomorfologiche, geolitologiche, idrogeologiche, sismiche, idrauliche e geologico tecniche (relative al
fenomeno franoso in atto) delle aree soggette a variante di destinazione d’ uso e verificare la compatibilità
fgeologica delle stesse con la Variante proposta.
 Lo sviluppo del presente studio si è basato principalmente su:
       Analisi dello Studio Geologico allegato al PRGC;

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  Consolidamento movimento franoso a Brugnera         4         Relazione Geologica       GEO_Variante_01

       Analisi della Cartografia Geologica ufficiale e delle pubblicazioni geologiche inerenti l’ area
          oggetto di intervento;
       Analisi delle indagini geognostiche e dei dati geologico – tecnici più recenti;
       Recepimento degli areali di pericolosità idraulica, geologica e degli elementi di rischio geologico
          nonché delle prescrizioni tecniche del Piano di Assetto Idrogeologico del Fiume Livenza.
   La presente Relazione è stata redatta, per la Variante urbanistica, ai sensi della L.R. n° 27/88, art. 10 e
L.R. n° 16/2009, art. 20.

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2. LINEAMENTI DI GEOLOGIA.
     L’ area oggetto di intervento (quota 16.0 m.l.m.) è localizzata a Sud Ovest dell’ abitato di Brugnera
(PN), in sponda sinistra del Fiume Livenza (Corografia Scala 1:5.000) dove il fiume forma una ampia
ansa; la zona è interessata da un movimento franoso che ha interessato parte della sponda sinistra del
Fiume Livenza coinvolgendo fabbricati, il parcheggio pubblico ed i percorsi pedonali, fino ad interessare la
viabilità (Via Vittorio Veneto).

2.1. UNITA’ LITOLOGICHE E MORFOLOGIA
     Il territorio comunale di Brugnera appartiene a quella porzione della “Bassa Pianura Veneto Friulana”
compresa tra il corso dei Fiumi Piave (ad occidente) e Tagliamento (ad oriente), attraversata in direzione
N-S dal corso del Fiume Livenza.
     La vasta pianura, che si estende dai rilievi sino al mare, è il risultato dell’ unione, con parziale
sovrapposizione, di numerose conoidi alluvionali che si succedono, senza soluzione di continuità, da
occidente verso oriente (Figura n° 2).

         Figura n° 2: La Pianura Veneto Friulana fra i Fiumi Piave e Tagliamento (Non in Scala).
 La figura riporta la successione dei conoidi di deiezione e indica la distribuzione delle ghiaie superficiali:
1) Depositi morenici; 2) Aree montuose; 3) Ghiaie superficiali; 4) Conoidi di deiezione principali.

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Figura n° 3: Schema dei sistemi deposizionali della Pianura Veneto-Friulana (Da: “Evoluzione
geomorfologica della Bassa Pianura Friulana”, A. Fontana, Anno 2006, Pubblicazione n° 47 – Edizioni del
Museo Friulano di Storia Naturale).
1) orlo di scarpata fluviale; 2) limite superiore delle risorgive; 3) terrazzi tettonici; 4) Prealpi; 5) aree alluvionali di corsi prealpini; 6)
cordoni morenici degli anfiteatri di Piave e Tagliamento; 7) depressioni intermoreniche; 8) magafan dell’ Isonzo-Torre; 9) conoide
del Natisone-Judrio; 10) magafan del Torre; 11) megafan del Cormor; 12) conoide del Corno di San Daniele; 13) megafan del
Tagliamento; 14) piana di Osoppo e aree interposte tra megafan; 15) conoide del Meduna; 16) conoide del Cellina; 17) conoidi dei
fiumi Monticano, Cervada, Meschio e degli scaricatori glaciali di Vittorio Veneto; 18) megafan del Piave di Nervesa; 19) megafan
del Piave di Montebelluna; 20) megafan del Brenta; 21) alluvioni dei principali fiumi di risorgiva; 22) sistemi costieri e deltizi.

    Ad oriente la pianura, la cui formazione spetta agli apporti solidi del conoide del Cellina (area 16 della
Figura n° 3), scende da NE verso SW foggiata a vasto e piatto cono di deiezione con una pendenza
media pari a circa 0.2%; ad Ovest la pianura è stata costruita gli apporti solidi del Fiume Meschio, del
Torrente Cervada e del Fiume Monticano (17).
    Nella zona mediana, fra i corsi dei fiumi Noncello-Meduna (15) e Livenza, la pianura scende da Nord a
Sud con un distinto conoide che si sviluppa dai magredi di Pordenone a Portobuffolè con una pendenza
prossima a 0.35%; in destra Livenza la pianura scende, da NW a SE con una pendenza media pari allo
0.1%.
    Questi tre elementi morfologici si livellano e si fondono in una unica zona piana, posta sulla
continuazione del primo e terzo lembo di pianura, che scende verso il mare con debolissima pendenza.
    L’ analisi morfologica permette di individuare la provenienza dei vari apporti: la costruzione ad opera
del Fiume Tagliamento (13) si spinge sino all’ allineamento Noncello-Meduna-Livenza mentre il sistema

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fluvioglaciale del Piave (18) si espande ad oriente sino al Livenza. Gli apporti provenienti da Nord,
appartenenti al sistema Cellina-Meduna, rimangono confinati a settentrione a causa delle più impetuose
correnti tilaventine e si espandono sino al Livenza.
   A seguito di tale costruzione da parte dei principali corsi d’ acqua i Fiumi Meduna e Livenza occupano
le linee di maggiore depressione del territorio, accogliendo nei loro alvei la quasi totalità delle acque
superficiali.
   Il Fiume Livenza (fiume di risorgiva che nasce da sorgenti carsiche ai piedi del rilievo del Cansiglio
della Santissima a quota 33 m.l.m. e di Gorgazzo quota 57 m.l.m. con alimentazione in parte torrentizia
dei due affluenti principali Meduna e Noncello) si è impostato nella zona di interdigitazione tra il conoide
del Cellina ed il megafan del Tagliamento ad Est e dei conoidi del Meschio-Cervada-Monticano e del
megafan del Piave di Cervada ad Ovest.
   L’ assetto geomorfologico di tale porzione di “Bassa Pianura Veneto Friulana” è quindi il risultato delle
fasi deposizionali dei due sistemi principali nonché delle fasi di erosione e divagazione fluviale che si sono
succeduti nel corso degli ultimi 20.000 anni.
   In particolare ad oriente dell’ allineamento meridiano del Livenza la bassa pianura del conoide del
Cellina è caratterizzata dalla prevalenza di termini fini (limi, sabbie ed argille) mentre i conoidi del Meschio
e del Cervada sono caratterizzati dalla presenza di terreni a granulometria più grossolana (sabbie e talora
ghiaie); tale differenziazione ha guidato l’ erosione e lo sviluppo dell’ idrografia superficiale
condizionandone pertanto l’ assetto geomorfologico locale con conseguenti variazioni altimetriche evidenti
tra la sponda destra e quella sinistra del Livenza (quota sponda sinistra +16 m.l.m. in corrispondenza di
Via Vittorio Veneto parcheggio Chiesa, quota sponda destra +13 m.l.m. in Località Casa Cadel).

                                                                Porzioni distali del conoide
                                                                del Cellina

Figura n° 4: Altimetria         (da   elaborazione      dati    DTM     Protezione       Civile   passo   1.0     metri
085073_SE_2008_01).

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Figura n° 5: Block-Diagram altimetria (da elaborazione dati DTM Protezione Civile passo 1.0 metri
085073_SE_2008_01); scala verticale esagerata 10 volte rispetto a quella orizzontale.

   In base alla Cartografia Geologica Ufficiale ad occidente (sponda destra) affiora l’ “Unità di Schiavoi”
(Pleistocene Superiore – Attuale) costituita da depositi del Torrente Meschio successivi al LGM (Last
Glacial Maximum); trattasi di ghiaie, limi sabbioso ghiaiosi, ghiaie sabbiose, limi sabbiosi ed in subordine
limi argillosi organici. Le ghiaie sono arrotondate e hanno struttura da clasto sostenuta fino a supporto di
matrice sabbiosa. Si tratta di depositi associati a fiumi con alveo da “braided” sino “a canale singolo”; in
limitate zone sono presenti depositi palustri.
   L’ “Unità di Schiavoi” ha composizione petrografica dei clasti tipica del bacino del Fiume Piave e lo
spessore massimo stimato è pari a 5 metri.
   Il limite inferiore è erosivo ed il limite superiore coincidente con la superficie topografica.
   Ad oriente la bassa pianura del conoide/megafan formato dal Torrente Cellina tra il LGM ed il
tardoglaciale è costituita dall’ “Unità di Vivaro” (Pleistocene Superiore).
   A Sud della linea delle risorgive, nelle porzioni distali, tale Unità è caratterizzata da sedimenti fini
prevalentemente limosi e limoso argillosi.
    Il limite inferiore è erosivo mentre il limite superiore è dato dal top deposizionale originario,
parzialmente rimodellato; laddove la superficie-limite superiore coincide con il top deposizionale sono
presenti suoli con localmente presenti orizzonti calcici ben sviluppati, con frequenti concrezioni
carbonatiche anche pluri-decimetriche e diffuse screziature.
   Lungo il corso del Livenza (e dei canali di risorgiva) è presente l’ “Unità di Grado” (Litotipo 21 Figura n°
3): alluvioni dei principali fiumi di risorgiva (Pleistocene Superiore – Attuale).
   Trattasi di alluvioni miste sabbiose e limoso argillose, talora con elevato contenuto organico e torbe, a
volte con presenza di molluschi di acqua dolce.
   Lo spessore dei corpi sedimentari risulta variabile da 3 a 10 metri circa; il limite inferiore è erosivo
mentre la superficie-limite superiore costituisce il top deposizionale parzialmente rimodellato.

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   Perforazioni profonde per ricerca idrica hanno permesso di verificare l’ elevata potenza, maggiore di
500 metri (Pozzo 0190030 del “Catasto Regionale dei pozzi per acqua e delle perforazioni eseguite nelle
alluvioni quaternarie e nei depositi sciolti del Friuli-Venezia Giulia”) delle alluvioni quaternarie della “Bassa
Pianura Veneto Friulana”; trattasi di alternanze di argille e limi, con livelli di sabbie (ed in subordine
ghiaie), talora con livelli di torba.

2.2. IDROLOGIA ED IDROGEOLOGIA.
   Il corso d’ acqua più importante della zona che con decorso meandriforme, attraversa da Nord verso
Sud il territorio comunale è il Fiume Livenza che si è impostato nella zona di interdigitazione tra i maggiori
“megafan” (tra il conoide/megafan del Cellina e del Tagliamento ed il megafan del Piave e più a Nord dei
conoidi del Meschio-Cervada-Monticano).
   Il sistema fluviale del Livenza è caratterizzato dalla sovrapposizione di un regime in prevalenza
sorgentifero (sorgenti carsiche ai piedi del rilievo del Cansiglio della Santissima quota 33 m.l.m. e di
Gorgazzo quota 57 m.l.m.) con alimentazione in parte torrentizia dei due affluenti principali, Cellina e
Meduna.
   La mancanza di un bacino montano, l’ alimentazione costante da parte delle sorgenti e dei rii di
risorgiva che vi confluiscono e la relativa chiarezza delle acque conferiscono al fiume le caratteristiche
tipiche di un corso d’ acqua di pianura che scorre in un letto impermeabile, con un andamento ricco di
curve e meandri, che si accentua mano a mano che il fiume si appressa alla foce.
   Il primo affluente (in sinistra idrografica) è il Torrente Artugna; avvicinandosi verso Sacile il fiume
riceve le acque dalle risorgive di Ranzano, di Vigonovo e di Fontanafredda, le acque dei Torrenti Rosta e
Grava.
   Presso Sacile il Livenza scorre in un letto incassato normalmente di circa 2-3 metri; a valle riceve
successivamente il Meschio e, dopo questa confluenza, i meandri diventano assai più vasti; nel suo
percorso lambisce i paesi di Francenigo, Brugnera, San Cassiano e Portobuffolè.
   Più a valle, in destra idrografica, accoglie il Fiume Rasego e in sinistra l’ instabile Meduna che
possiede portate di piena assai variabili con un forte contributo di trasporto solido (limo e sabbia).
   Dopo questa importante confluenza il Livenza prosegue pigramente con un alveo a meandri che si
allargano in ampie volute che circoscrivono i cosiddetti “sacconi”.
   Più a valle affluisce il canale artificiale Postumia, a Motta di Livenza riceve le acque del Monticano per
poi proseguire in alla foce di Porto Santa Margherita con un intricarsi di canali di bonifica e collettori.
   La rete drenante dell’ area è data da rii di risorgiva che solcano il territorio nonché da fossi e canalette
artificiali (spesso anche alimentate da pozzi artesiani) che confluiscono le acque nei principali collettori
drenanti con recapito finale nel Livenza.
   Nella “Bassa Pianura” la costituzione litologica e la struttura stratigrafica del sottosuolo permettono l’
esistenza di un sistema idrico caratterizzato da falde sovrapposte, molto variabile per conformazione in
relazione alla diversa distribuzione ed estensione dei livelli acquiferi permeabili (sabbie ed in profondità
sabbie e livelli di ghiaie con sabbia).
   Tutti gli acquiferi (roccia serbatoio) sono formati prevalentemente da depositi di sabbie, in profondità
esistono quindi successivi livelli idrici corrispondenti ai differenti orizzonti permeabili che li contengono.

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   Consolidamento movimento franoso a Brugnera            10         Relazione Geologica    GEO_Variante_01

   Questi livelli che rappresentano l' "Acquifero" sono più o meno completamente separati da strati
argillosi da poco permeabili ad impermeabili ("Aquiclude") e/o da livelli (limi, limi sabbioso argillosi etc.)
poco permeabili (“Aquitard”).
   Tale situazione determina una serie di falde artesiane poste a differente profondità caratterizzate da
vario spessore e diversa potenzialità.
   Già a modesta profondità dal piano di campagna si riscontrano acquiferi nei livelli sabbiosi confinati
inferiormente dagli strati argilloso-limosi, tuttavia le falde artesiane più importanti si trovano a profondità
superiori a 50-70 metri dal piano di campagna.
   Utilizzando i dati a disposizione relativi a stratigrafie di pozzi contenuti nel “Catasto regionale dei pozzi
e delle perforazioni eseguite nelle alluvioni quaternarie e nei depositi sciolti del Friuli Venezia Giulia” a
cura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Regionale dell’ Ambiente, Anno 1990,
integrati da dati acquisiti presso altri Enti (Provincia, Comune, etc.) e soggetti privati (Ditte di perforazione
Pozzi, proprietari etc.) risulta la presenza di un sistema multifalda costituito da più acquiferi giustapposti
confinati (in pressione) di potenza variabile da Nord a Sud e costituiti da sabbie (settore più occidentale), e
ghiaie e sabbie, limitati da livelli impermeabili (“Aquiclude”) per lo più argillosi ed argilloso limosi (talora
con presenza di torba); sono inoltre presenti livelli a permeabilità medio bassa (“Aquitard”) contraddistinti
da limi, limi sabbiosi e/o alternanze di livelli argillosi e sabbiosi.

Figura n° 6. Caratteristiche Acquiferi (da: “Risorse Idriche Sotterranee del Friuli Venezia Giulia:
sostenibilità dell’ attuale utilizzo”, Anno 2011).

   Nell’ area del pordenonese occidentale si riconoscono i seguenti Acquiferi:
         Acquiferi A: da +10/+20 m.l.m. a -20/-30 m.l.m. circa (orizzonti permeabili da ghiaiosi a
          settentrione a sabbiosi a meridione, intercalati a livelli argilloso limosi impermeabili mediamente
          potenti; la potenza complessiva degli orizzonti del Sistema “A” varia da pochi metri nella zona
          Sud Ovest di Pordenone alla quarantina nella zona di Pravisdomini).

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   Consolidamento movimento franoso a Brugnera            11         Relazione Geologica         GEO_Variante_01

         Acquiferi B: da -30/-40 m.l.m. a -100 m.l.m. circa (orizzonti permeabili ghiaiosi e sabbiosi).
         Acquiferi C: da -60/-70 m.l.m. a -130 m.l.m. (trattasi di due orizzonti ben definiti denominati Calto
          e Cbasso prevalentemente sabbiosi).
         Acquiferi D: da -110/-120 m.l.m. a -155 m.l.m. (trattasi di due orizzonti ben definiti di sabbie Dalto
          e sabbie ghiaiose Dbasso).
         Acquiferi E: da -150 m.l.m. a -215 m.l.m. circa (acquifero costituito da ghiaie grossolane a
          settentrione e da ghioaie sabbioso limose).
         Acquiferi F: da -200 m.l.m. a -260 m.l.m. (trattasi di due orizzonti ben definiti di ghiaie sabbiose
          anche cementate Falto e Fbasso).
         Acquiferi G: da -250 m.l.m. a -320 m.l.m. circa (acquiferi di interesse geotermico).
         Acquiferi H: da -370 a -440 m.l.m. circa (trattasi di due orizzonti ben definiti di sabbie e sabbie
          ghiaiose anche cementate Halto e Hbasso; presenta buone caratteristiche idrauliche e termiche).
         Acquiferi I+L+M: acquiferi nel basamento prequaternario (sabbie e conglomerati miocenici).

Figura n° 7: Sezione Idrostratigrafica orientata Ovest-Est: caratteristiche degli Acquiferi (da: “Risorse
Idriche Sotterranee del Friuli Venezia Giulia: sostenibilità dell’ attuale utilizzo”, Anno 2011).

   La falda più superficiale si attesta, nell’ area oggetto di intervento, ad una profondità di circa 1.5 – 3.0
metri p.c.; sono presenti livelli acquiferi pressurizzati rinvenuti in sottili livelli sabbiosi da -15.0 a -30.0 metri
p.c.; è stata inoltre riscontrata, negli acquiferi sabbiosi profondi, presenza di gas metano.

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   Nei piezometri SRV-1 Bis, SRV-2 Bis, SRV-4 e SRV-4 Bis (Lotto B) sono stati installati datalogger di
misurazione di livello piezometrico; le letture (periodo compreso tra il 24/09/2020 e 08/11/2020) hanno
permesso di evidenziare oscillazioni del livello piezometrico legate al regime idrologico del Fiume Livenza.

        Figura n° 8: Posizione Indagini Geognostiche e piezometri di monitoraggio (Non in Scala).

  Figura n° 9: Andamento livello piezometrico nei piezometri SRV-1 Bis, SRV-2 Bis, SRV-4 Bis e SRV-4.

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                  Foto n° 1: Scarico dati da datalogger piezometrici in data 08/11/2020.

   I piezometri SRV-1 Bis, SRV-2 Bis e SRV-4 Bis misurano le oscillazioni della falda superficiale che
risulta essere legata alle oscillazioni di piena del Fiume Livenza (i picchi di innalzamento livello sono
relativi ai fenomeni di piena del Livenza a seguito forti precipitazioni del mese di Ottobre 2020); il
piezometro SRV-4 registra le oscillazioni del livelli pressurizzati profondi (il piezometro risulta
microfessurato da -18.0 a -24.0 metri p.c.).

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2.3. PERICOLOSITA’ GEOLOGICA.
   Nella “Carta della Pericolosità Geologica – Comune di Brugnera (PN)” del               “Piano Stralcio per l’
Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Livenza – Prima Variante” a cura del “Distretto
delle Alpi Orientali”, Allegato Cartografico al Decreto Segretariale n° 61 del 06/07/2018, è stata inserita la
“Zona di Attenzione in Comune di Brugnera” (Comitato Istituzionale del 19/11/2015 – D.P.C.M. del
28/06/2017 – G.U. n° 252 del 27/10/2017).
   Trattasi del dissesto franoso delimitato che interessa il centro abitato di Brugnera su segnalazione al
Comitato Istituzionale dell’ “Autorità di Bacino Alto Adriatico”.

                  Figura n° 10: “Carta della Pericolosità Geologica Comune di Brugnera”.

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2.4. PERICOLOSITA’ IDRAULICA.
   Nella “Carta della Pericolosità Idraulica – Tavola 46” del “Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico
del bacino idrografico del Fiume Livenza – Prima Variante, Aggiornamento in applicazione dell’ Art. 6,
comma 1, lettera C delle Norme di Attuazione” a cura dell’ “Autorità di Bacino dei Fiumi Isonzo,
Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione”, Allegato al Decreto Segretariale n° 53 del 07/12/2016,
l’ area oggetto di intervento non è inclusa nelle zone soggette a pericolosità idraulica.

                               Figura n° 11: “Carta della Pericolosità Idraulica”.

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2.5. SISMICITA’ E PERICOLOSITA’ SISMICA.
   Il territorio comunale di Brugnera è stato dichiarato sismico di II Categoria (S=9) con D.M. 22/09/1980
(Allegato alla L. 25/11/1962, n° 1684 e aggiornato con s.m.i.).
   Come riportato nella “Carta della Sismicità della regione Friuli Venezia Giulia” (da “Gli aspetti fisici del
territorio regionale” della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Regionale della
Pianificazione Territoriale, anno 1996), l’ area rientra tra le zone a “Sismicità Media” dove la massima
intensità macrosismica osservata è compresa tra l’ VIII e il IX grado della Scala MCS e dove la massima
intensità attesa con un periodo di ritorno di 200 anni è dell’ VIII grado della Scala MCS (Attività Sismica ≥
0.3).

                              Figura n° 12: “Carta della Sismicità della Regione FVG”.

   L’ Intensità Macrosismica osservata per l’ area di Brugnera è compresa tra 3.0 e 8.0 MCS, come
risulta dalla qui riportata figura (“Storia Sismica di Brugnera”); i terremoti di maggiore intensità e frequenza
sono relativi alla zona delle Dolomiti Friulane.

Estratto dal database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani (DBMI11) per il comune di Brugnera.
I(MCS) = Intensità al sito; Ax = Area epicentrale; Np = numero di punti di intensità disponibili; Io = Intensità epicentrale; Mw =
Magnitudo momento.

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                               Figura n° 13a e 13b: “Storia Sismica di Brugnera”.

   Con l’ “Ordinanza” n° 3274 del 20 Marzo 2003 della “Presidenza del Consiglio dei Ministri” sono state
emanate le norme che definiscono i criteri generali per l’ individuazione delle zone sismiche ai sensi dell’
Art. n° 93, 1g) del Decreto Legislativo 112/1998 ai fini della formazione e dell’ aggiornamento degli elenchi
nelle medesime zone da parte delle Regioni, ai sensi dell’ Art. 94, 2a) del medesimo decreto.
   L’ “Ordinanza Ministeriale” è stata recepita con “Deliberazione della Giunta Regionale” n° 2325 del
01/08/2003.
   La Figura n° 14 riporta la “Carta delle Zone Sismiche” riferita ai Comuni della Regione Friuli Venezia
Giulia, parte integrante dell’Allegato 1 di cui alla Delibera di Giunta Regionale n. 845 del 06.05.2010
mentre la Figura n° 15 riporta l’ intensità macrosismica attesa con periodo di ritorno di 475 anni da cui si
evince che, per quanto riguarda il Comune di Brugnera, sono attesi terremoti di intensità pari a 7.5 MCS.

                                                            Figura n° 15: Intensità macrosismica con periodo
 Figura n° 14: Classificazione Sismica Regione              di ritorno di 475 anni per la Regione Friuli
 Friuli Venezia Giulia.                                     Venezia Giulia (da: “Mappa del rischio sismico
                                                            regionale ai fini della Protezione Civile” OGS,
                                                            Anno 1999).

   La Classificazione Sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia è stata definita nell’ Allegato alla
Delibera della Giunta Regionale n° 845 del 06/05/2010 pubblicata sul BUR n° 20 del 19/05/2010.
Sulla base di tale Classificazione il Comune di Brugnera è inserito nella Zona 2 (con 0.175g
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   Codice ISTAT         Denominazione:             Nuova              Aree di Alta /      Zone       Sismiche
       2001                                     Zona Sismica         Bassa Sismicità      previgenti
    06093007                Brugnera                 2                    Alta                    2

   Ogni “Zona sismica” è contrassegnata da valori di ag = accelerazione orizzontale massima su suolo di
Categoria A; il valore di ag espresso come frazione dell’accelerazione di gravità “g” da adottare nella Zona
2 è 0-175800 m/s; Categoria di Suolo A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005).
   L’ area di Brugnera è inseribile interamente nella fascia distinta da un valore di accelerazione sismica
orizzontale ag riferito a suoli rigidi sub-pianeggianti caratterizzati da Vs30>800 m/s compreso tra 0.150g –
0.200g (valori riferiti ad una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni – mappa 50° percentile).

           Comune di Brugnera

Figura n° 16: “Mappa della pericolosità sismica del Friuli Venezia Giulia espressa in termini di
accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi
(Vs>800 m/s)”; INGV, 2004.

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            Figura n° 17: Estratto dalla Mappa di Pericolosità Sismica di base per l’ area considerata.

2.6. VALUTAZIONE DELLA MAGNITUDO DI PROGETTO.
   La valutazione della Magnitudo caratteristica dell’ area in esame è stata condotta secondo l’ impiego
del metodo della disaggregazione della pericolosità sismica.
   Il calcolo della disaggregazione della pericolosità ha lo scopo di individuare il maggior contributo alla
pericolosità del sito in termini di magnitudo-distanza di un evento. I grafici riportati sotto sono stati desunti
dalle Mappe Interattive di Pericolosità Sismica dell’ INGV e sono relativi al punto della griglia definito nella
figura precedente (Estratto dalla Mappa di Pericolosità Sismica di Base per l’ area considerata).

        Figura n° 18: Grafico di disaggregazione della Pericolosità Sismica per l’ area considerata.

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                                                         Magnitudo, Distanza e deviazione Standard
                                                         del Terremoto di Scenario

        Figura n° 19: Tabella di disaggregazione della Pericolosità Sismica per l’ area considerata.

   La Tabella (Figura n° 19) mostra il contributo percentuale delle diverse coppie di dati magnitudo-
distanza alla pericolosità di base del punto di interesse.
   Nel caso del Comune di Brugnera la massima percentuale, pari al 11-15%, si ha per terremoti
compresi tra Magnitudo 4.5 e 6.0 nel range di distanza tra 10 e 20 Km.
   Per il sito in esame il sito Web dell’ INGV fornisce un valore medio di Magnitudo di scenario M=5.49 e
distanza epicentrale R=17.1 Km per un tempo di ritorno di 50 anni e con una probabilità di superamento
del 10%.
   Se si prendono in considerazione tutti i valori maggiori di zero, gli intervalli si ampliano sensibilmente,
fino a comprendere magnitudo comprese tra 6.0 e 7.0 e distanze variabili da 10 a 60 Km, sia pure, per
questi ultimi valori, con contributi percentuali molto bassi (1-2%).

   Ai fini della definizione delle azioni sismiche secondo le nuove “Nuove Norme Tecniche” (2018) si
distinguono le seguenti “Categorie di suolo”:
 • Categoria A: ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori VS30 superiori a
     800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie terreni di caratteristiche meccaniche più scadenti
     con spessore massimo pari a 3 metri.
 • Categoria B: rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina
     molto consistenti, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e
     da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s.
 • Categoria C: depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina
     mediamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 metri, caratterizzati da un

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     miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente
     compresi tra 180 m/s e 360 m/s.
 • Categoria D: depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o terreni a grana fina
     scarsamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 metri, caratterizzati da un
     miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente
     compresi tra 100 m/s e 180 m/s.
 • Categoria E: terreni con caratteristiche e valori di velocità equivalente riconducibili a quelle definite
     per le Categorie C o D, con profondità del substrato non superiore a 30 metri.

   Le Categorie Topografiche previste dalle NCT sono le seguenti:
 • T1: Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i≤15°.
 • T2: Pendii con inclinazione media i>15°.
 • T3: Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15°≤i≤30°.
 • T4: Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i>30°.

2.7. LIQUEFAZIONE TERRENI IN CONDIZIONI SISMICHE.
   Il fenomeno della liquefazione interessa i depositi sabbiosi saturi che possono subire una riduzione
della resistenza al taglio con terremoti di Magnitudo superiore a 5.
   Nell’area sono presenti termini prevalentemente limoso sabbiosi e argillosi che non rientrano nel fuso
granulometrico dei depositi suscettibili di liquefazione.
   Si dovranno comunque effettuare, nel Progetto Esecutivo, verifiche sulla liquefazione ricorrendo ad
ulteriori prove in sito.

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3. INDAGINI GEOGNOSTICHE E STRATIGRAFIA TERRENI.
   In corrispondenza della zona di dissesto che ha coinvolto con un movimento franoso la sponda sinistra
del Fiume Livenza tra il parcheggio comunale di Via Vittorio Veneto e la Proprietà di Porcia sono state
eseguite varie campagne di indagini, in vari periodi, consistenti in sondaggi meccanici a carotaggio
continuo, prove penetrometriche statiche e dinamiche nonché installata strumentazione di monitoraggio
(fori di sondaggio strumentati con inclinometri, con piezometri a tubo aperto, stazioni GPS in remoto etc.).

   Si rimanda, per la completa documentazione, a:
         Rapporti a cura dell’ “Università degli Studi di Udine – Dipartimento Politecnico di Ingegneria e
          Architettura”;
         Rapporti stratigrafici sondaggi Ditta “Geoalpina S.r.l.”;
         “Sondaggi Geognostici, posa in opera di strumentazione di monitoraggio e letture inclinometriche –
          Zona B – Relazione Tecnica Indagini”, Ditta “SRV Indagini Geologiche S.r.l.” (Maggio 2020).
         “Relazione Tecnica Geofisica”, Ditta “Geotecnica Veneta S.r.l.” (Luglio 2019).
         “Rapporto prove SCPTU - CPTU e DMT eseguite in località Brugnera” (Luglio 2019)

     I sondaggi eseguiti (sul corpo di frana ed esternamente a questo), spinti sino a profondità compresa
tra 15 e 25/30 metri circa hanno permesso di evidenziare la presenza, oltre che di terreni di riporto e
rimaneggiamento antropico superficiale, di una successione di prevalenti limi (limi sabbiosi e limi argillosi)
con intercalati livelli argilloso limosi e sottili livelli sabbioso limosi.
     Sono inoltre presenti livelli torbosi e di argilla organica.
     I sondaggi eseguiti nel Lotto B (area piazzale canonica – Figura n° 8) hanno evidenziato la presenza,
sino a profondità comprese tra 7 metri circa (Sondaggio SRV-1) e 9-10 metri circa (Sondaggi SRV-2,
SRV-3, SRV-4 e SRV-5) di terreni sciolti e molto sciolti recenti dell’ “Unità di Grado” costituiti da termini
sabbioso limosi e limo sabbiosi (talora organici) con resti vegetali abbondanti e torba, con anche presenza
di livelli sabbioso ghiaiosi (SRV-5).
     Segue una potente successione (“Unità di Vivaro” del conoide distale del Cellina) di termini argilloso
limosi per lo più consistenti e molto consistenti, intercalati a limi (limi sabbiosi e limi argillosi laminati in
sottile alternanza) con subordinati livelli sabbioso limosi di potenza raramente superiore a 0.5 metri circa e
sottili livelli di torba; a partire da profondità maggiori di 25 metri sono presenti limi con “calcinelli”
(concrezioni di limo cementato).
     I sondaggi hanno permesso inoltre di definire l’ assetto idrogeologico: è stata individuato un acquifero
superficiale (contenuto dei depositi sciolti sabbioso limosi) sostenuto da livelli impermeabili argilloso limosi
presenti a partire da 7-10 metri di profondità con livello piezometrico oscillante da 1.5 a 3.0 metri di
profondità, nonché sottili acquiferi sabbioso limosi pressurizzati (con prevalenza pari a -0.6 metri p.c.
circa).
     Si riporta di seguito la stratigrafia del Sondaggio SRV-2 spinto sino a 30.0 metri di profondità e
strumentato con inclinometro (Figura n° 20).

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Figura n° 20: Stratigrafia Sondaggio SRV-2.
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4. PROVE PENETROMETRICHE ED INDAGINE SISMICA (SCPTU).
     Nel Lotto B sono state eseguite n° 2 prove penetrometriche statiche con punta elettrica e piezocono
(CPTU), n° 2 prove con dilatometro Marchetti (DMT) e n° 1 prova con cono sismico (SCPTU).
     Si rimanda al rapporto della Ditta “Geotecnica Veneta S.r.l.”.

                      Figura n° 21: Ubicazione Indagini penetrometriche (Non in Scala).

   Le prove penetrometriche CPTU hanno permesso di verificare la successione litostratigrafica
evidenziata con i sondaggi; sono presenti, sino a 6 metri (SCPTU 1 e CPTU 3) termini limosi (limi
sabbiosi, limi argillosi) sostituiti da 6 a 10 metri circa da sabbie limose; segue una successione di argille,
limi e sottili intercalazioni sabbiose.
   In CPTU 7 i terreni di copertura recente si estendono sino a circa 7 metri di profondità.
   Le Figure n° 22, n° 23 e n° 24 riportano i grafici delle prove penetrometriche e l’ interpretazione con
software dedicato (CPeT ver.2.0.2.5).

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                                       Figura n° 22: SCPTU 1.

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                                       Figura n° 23: CPTU 3.

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                                       Figura n° 24: CPTU 7.

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                                        Figura n° 25: DMT 5.

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                                             Figura n° 26: DMT 6.

   Le DMT 5 e DMT 6 evidenziano la presenza di terreni di riporto superficiali e limoso sabbioso sino a
8.0 metri circa (DMT 5) e 6.0 metri circa (DMT 6); segue una successione di argille, limi e sottili livelli
sabbiosi.

   Mediante cono sismico nel corso della SCPTU 1 sono stati acquisiti i tempi di arrivo delle Onde P e
delle Onde S (Sx e Sy) generate in superficie mediante energizzazione verticale (Onde P) e trasversale
(Onde Sx e Sy); l’ interpretazione dei dati ha fornito un valore Vs25 (⁓ Vs30) pari a 207 m/s permettendo
di includere il sito nella “Categoria di Suolo C”.

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                   Figura n° 27: Rilievo sismico nel corso della Prova SCPTU 1.

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5. MONITORAGGIO SPOSTAMENTI SUPERFICIALI.
   Sulla sponda sinistra del Fiume Livenza (area parcheggio di Via Vittorio Veneto e proprietà Bazzo) è
stata installata una rete di capisaldi per monitorare nel tempo gli spostamenti superficiali del terreno, sia
verticali che orizzontali.
I vettori della componente orizzontale degli spostamenti superficiali cumulati tra Dicembre 2016 e
novembre 2017 sono indicati in Figura n° 28.

Figura n° 28:     Spostamenti orizzontali cumulati tra Dicembre 2016 e Novembre 2017 (Da Relazione
UniUD 2018).

La Figura n° 29 riporta gli spostamenti cumulati registrati da Novembre 2017 a Aprile 2018 in cui è stata
registrata una elevata velocità di deformazione (circa 100 – 150 mm/mese).

Figura n° 29: Spostamenti orizzontali cumulati tra Novembre 2017 e Aprile 2018 (Da Relazione UniUD
2018).

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Figura n° 30: Spostamenti orizzontali cumulati tra Aprile 2018 e Giugno 2018 (Da Relazione UniUD
2018).

   Da Aprile a Giugno 2018 le velocità di spostamento orizzontale sono notevolemente dimunuite, da sei
a dieci volte su tutta l’area monitorata (Figura n° 30).

6. MONITORAGGIO INCLINOMETRICO.
   I dati sugli spostamenti profondi riguardano la porzione di frana compresa tra la proprietà Porcia ed il
Parcheggio comunale grazie a tubi inclinometrici posizionati all’ interno dei fori di sondaggio; in particolare
le misure inclinometriche sono state effettuate, in periodi diversi, nei tubi inclinometrici In1, In2, In3, e In4
installati da “GeoAlpina”.

       Figura n° 31: Ubicazione Sondaggi strumentati con inclinometri e piezometri (UniUD 2018).

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     Le misure inclinometriche hanno evidenziato la presenza di una superficie di scivolamento posta ad
una profondità di circa 12 metri ovvero ad una quota di circa 2.5 m.l.m. (Figura n° 32).

                    Figura n° 32: Letture inclinometriche in In1 (da Relazione UniUD 2018).

Negli inclinometri SRV-2, SRV-3, e SRV-5, eseguiti nel piazzale della Canonica (Lotto B), sono stati
eseguiti tre cicli di letture.
La lettura di zero (L0) per l’inclinometro SRV-2 è stata effettuata il 08/01/2020, mentre per gli altri
inclinometri il 06/02/2020.
Le letture L1 e L2 sono state effettuate, per tutti e tre gli inclinometri, in data 05/03/2020 e 10/05/2020,
rispettivamente.
L’ andamento degli spostamenti non evidenzia la presenza di alcuna superficie di scivolamento.

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              Figura n° 32: Letture inclinometriche in SRV-2 (da relazione SRV 2020).

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7. PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO.
   L’ assetto del corpo di frana (movimenti e fessurazioni superficiali, quote, profondità superficie di
scivolamento definita nel Lotto A, differenze litologiche ed idrogeologiche tra le porzioni ad Est rispetto alle
zone più occidentali etc.) risulta assai complesso e di non facile risoluzione con una progettazione
univoca.
   Viste inoltre, per l’ “Area B”, sia la situazione litologica, morfologica e dei cedimenti in atto, che la
presenza anche di fabbricati ed aree private, si ritiene, in prima analisi, di dover adottare una
Progettazione basata sul “Metodo osservazionale” (vedi Relazione Geotecnica) ovvero una Progettazione
geotecnica che risponda alla risoluzione del problema per passi successivi, intervenendo in fase di
esecuzione dell’ opera con interventi progettati sulla base delle risultanze di un attento monitoraggio.
La procedura individuabile per la realizzazione dell’ opera è quindi quella di realizzare, in una prima fase,
una paratia in diaframmi plastici lungo tutta l' area prossima alla riva del fiume (circa 10), sia nell'area "B1"
che "B2" (Figura n° 33).

            Figura n° 33: Progetto Preliminare opere e area Variante Urbanistica (Non in Scala).

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                        Figura n° 34: Sezioni di Progetto Preliminare (Non in Scala).

   Il diaframma, impostato a circa 3÷4m dal p.c. (per garantire il regolare deflusso della falda superficiale
verso il fiume Livenza) e spinto fino a circa 25m dal p.c. per una lunghezza di circa 20÷22m, potrà essere
realizzato o con le normali tecniche di jet-grouting oppure, con risultati più certi, utilizzando il CSM (Cutter
Soil Mixing) o il SMW (Soil Mixing Wall System).
   Sarà prevista inoltre (in area “B2”) la protezione della sponda con una palancolatura metallica
continua, protetta in testa con una scogliera in massi calcarei, contrastata allo spostamento orizzontale in
testa da una tirantatura orizzontale in barre ancorate su un cordolo in c.a. di coronamento della paratia e,
lato monte, su micropali autoperforanti a "cavalletto".
   Nell’ area "B1", una volta completate le operazioni di demolizione del fabbricato pericolante, si potrà
operare per la stabilizzazione profonda del pendio con opere previste nell’ area “B2” e con "ancoraggi
flottanti", costituiti cioè da barre autoperforanti inserite nel terreno con lunghezza tale di attraversare tutte
le superfici di possibile scorrimento (da un minimo di 15m ad un massimo di 25m), caratterizzate dalla
presenza, in testa, di una piastra troncoconica in calcestruzzo, snodata rispetto al palo, tale da assestarsi
rispetto alle azioni e agli spostamenti del terreno garantendo un assestamento continuo e progressivo
dell'opera di rinforzo ai movimenti del terreno.
   Preventivamente alle opere si dovrà provvedere alla progettazione di un sistema accurato di
monitoraggio del terreno, con l'esecuzione di rilievi topografici accurati e con la messa in opera di alcuni

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sistemi di rilevamento automatico (ricevitori GPS) integrati con strumenti di monitoraggio dei movimenti
profondi (inclinometri a catena), comprese misurazioni dell’ evoluzione morfologica dell’ alveo (batimetrie
cadenzate nel tempo), delle oscillazioni di falda e del livello del fiume (mediante piezometri ed idrometri
con letture in continuo) per poter stabilire una correlazione diretta tra le deformazioni (eventuali) e le
condizioni e variazioni geologiche – geotecniche – idrogeologiche – idrauliche.

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8. VARIANTE URBANISTICA AREA MOVIMENTO FRANOSO.
   Le opere di consolidamento previste per la sistemazione del movimento franoso in atto verranno
realizzate su terreno demaniale classificato, nel vigente P.R.G.C. in Zona A (Zona di interesse storico-
artistico o ambientale) e, dal P.R.P.C. delle Zone A del Capoluogo Comunale come S-5a (Servizi e
attrezzature collettive-Verde elementare).

                   Figura n° 33: Estratto Zonizzazione vigente P.R.G.C. (Non in Scala).

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       Figura n° 34: Estratto Zonizzazione vigente P.R.P.C. Zone A del Capoluogo (Non in Scala).

   Parte delle opere di sistemazione inoltre dovranno interessare terreni di proprietà privata lungo una
fascia parallela al corso del Fiume Livenza, sempre all’ interno del perimetro del P.R.P.C.
   Tale fascia è costituita da superfici a verde e risulta posta all’ esterno delle aree limite di edificazione
così come previste dal Piano; tale fascia viene classificata in parte come Zona A3 (di ristrutturazione) ed
in parte come Zona S-2b, 2c e 3b (Servizi e attrezzature collettive – Centro Civico, culto, scuola materna).
   Per l’ esecuzione dei lavori risulta pertanto necessaria l’ adozione di una Variante Urbanistica per
consentire l’ apposizione di un vincolo preordinato all’ esproprio sulle zone interessate, variandone la
destinazione urbanistica in Zona S-5a (Servizi e attrezzature collettive – Verde elementare).

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  Consolidamento movimento franoso a Brugnera          39        Relazione Geologica      GEO_Variante_01

   Le aree soggette a Variante non ricadono in zone soggette a pericolosità idraulica (PAI Livenza) ma
risultano incluse nella perimetrazione della “Carta della Pericolosità Geologica – Comune di Brugnera
(PN)” del “Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Livenza – Prima
Variante” a cura del “Distretto delle Alpi Orientali”, Allegato Cartografico al Decreto Segretariale n° 61 del
06/07/2018, come “Zona di Attenzione in Comune di Brugnera” (Comitato Istituzionale del 19/11/2015 –
D.P.C.M. del 28/06/2017 – G.U. n° 252 del 27/10/2017) per la presenza del dissesto franoso.

   A seguito di quanto sopra esposto si dichiara che le condizioni geologiche, geomorfologiche ed
idrogeologiche delle aree oggetto di Variante, sono compatibili con le previsioni contenute nella richiesta
di Variante (per l’ esecuzione dei lavori di consolidamento) a cui questo elaborato fa riferimento.
   La Variante richiesta risulta inoltre compatibile con prescrizioni PAI.

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