L'ECONOMIA DI VERONA: MANIFATTURA, AGROINDUSTRIA, ESPORTAZIONI, TURISMO - manifattura, agroindustria, esportazioni ...
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Indice 1. L’economia di Verona: manifattura, agroindustria, esportazioni,turismo ....................….4 1.1 La congiuntura economica nazionale: scenari e previsioni…………………………...………..4 1.2 Valore aggiunto: tendenze recenti e crisi sanitaria……………………………………………..……...5 1.3 La produzione industriale……………………………………………………………………………………………………..…6 1.4 Esportazioni………………………………………………………………………………………………………………………………..….7 1.5 Turismo: domanda e modelli di offerta, lo scenario che ci attende……………………...8 1.6 Occupazione: occupati, tasso di disoccupazione, CIG……………………………………………..…20 1.7 Imprese e addetti: la spiccata vocazione manifatturiera………………………………………...21 1.8 Breve caratterizzazione territoriale al livello comunale……………………………………..…25 Indice delle tabelle Tabella 1.1. – Variabili utilizzate nel modello PR.I.MA del Cresme per la stima delle dinamiche del valoreaggiunto provinciale……………......................................................................…..5 Tabella 1.2. – Scenario macroeconomico regionale (var. % annua del Valore Aggiunto a valori correnti)……………………………………………………………………………………………………………………………………………….5 Tabella 1.3. – Struttura delle imprese nella provincia di Verona (numero di imprese, quota sul totale evariazione percentuale tra 2018 e 2012)……………………………………………………….21 Tabella 1.4. – Struttura delle imprese nella provincia di Verona (numero di addetti, quota sul totale evariazione percentuale tra 2018 e 2012)…………………………………………………………...………23 Tabella 1.5. – Lista indicatori e loro definizione……………………………………………………………………………….25 Indice del box Box. 1.1. – Quadrante Europa: tutti i record dell’interporto veronese…………………………………….11 Box. 1.2. – Il settore fieristico a Verona…………………………………………………………………………………………….18 Indice delle figure Figura 1.1. – Dinamiche economiche a confronto (Pil, 2000=100)...............................………….6 Figura 1.2. – Indice della produzione industriale nella provincia di Verona e in Italia (Var.% tendenziale)……………………………………………….…………………………………………………………………………………..…..7 Figura 1.3. – Classifica delle prime 25 province italiane per valore dell’export nel 2019 (milioni di euro)………………………………………………………………………………………………………………………………........….…8 Figura 1.4. – Composizione dell’export manifatturiero (quota percentuale del valore esportato nel 2019)…………………………………………………….………...……………………………………………………………….……8 Figura 1.5. – Composizione dell’export agroalimentare (quota percentuale del valore esportato nel 2019)…………………………………………………………………………………………………………………..………………….9 2
Figura 1.6. – Classifica delle prime 25 province italiane per export di pietre lavorate (milioni di euro, 2019)………………………………………………………………………………..................................................9 Figura 1.7. – Primi trenta paesi per destinazione dell’export nel 2019 (milioni di euro e quota percentuale)…………………........………………………………………………………………….........................................10 Figura 1.8. – Primi trenta paesi per crescita annua media nel periodo 2015-2019 (var. % annua, quota di mercato 2019 e milioni di euro guadagnati tra 2019 e 2014)………………….10 Figura 1.9. – SWOT analisi per il settore turistico a Verona nel periodo post pandemia: sfide e opportunità……………………………………………………………………………………………………………………………..…….......12 Figura 1.10. – Arrivi turistici nelle strutture ricettive della provincia di Verona (milioni).14 Figura 1.11. – Presenze turistiche nelle strutture ricettive della provincia di Verona (milioni)………………………………………………….......................................................................................................15 Figura 1.12. – Arrivi turistici nelle strutture ricettive (2019, milioni)……………………..……........15 Figura 1.13. – Presenze straniere nelle strutture ricettive (2019, milioni)……………..…………16 Figura 1.14. – I motivi della vacanza dei turisti stranieri a Verona (2019)…………………………17 Figura 1.15. – Peso del settore turistico sulle imprese (2018)………………………………………………..17 Figura 1.16. – Peso del settore turistico sugli addetti (2018)………………………………………………..…18 Figura 1.17. – Posti letto totali (2019)………………………………………………………………………………………………..19 Figura 1.18. – Prime trenta province per crescita dei posti letto (crescita complessiva tra 2019 e 2009 e posti letto totali)……………………………………………………………….……………………………………19 Figura 1.19. – Crescita annua media degli occupati, periodo 2019-2015, e numero di occupati nel 2019 (classifica delle province con più di 200 mila occupati, variazione media percentuale e migliaia di occupati)………………………………………………………………..........................20 Figura 1.20. – Tasso di disoccupazione generale nel 2019 (prime trenta province per minore tasso di disoccupazione, valori %, numero di disoccupati sul totale delle forze di lavoro)…………………………………..………………………………………………………………………………………………………………………….20 Figura 1.21. – Tasso di disoccupazione giovanile, 18-29 anni, nel 2019 (prime trenta province per minore tasso di disoccupazione e, in basso, livello del 2015)……………………….21 Figura 1.22. – Classifica delle province italiane per numero di imprese (2018, prime 30)……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..22 Figura 1.23. – Classifica delle province italiane per numero di addetti (2018, prime 30)……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..22 Figura 1.24. – Distribuzione del numero di imprese per settore (2018, quota sul totale)…………………………………………………………………………………………………………………………………………………....………..23 Figura 1.25. – Distribuzione del numero di addetti per settore (2018, quota sul totale)………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………24 Figura 1.26. – I comuni della provincia di Verona: indice di livello economico (in rosso valore più basso, in blu valore più elevato)……………………………………………………………………………………...26 3
1. L’economia di Verona: manifattura, agroindustria, esportazioni,turismo Innescata dall’emergenza sanitaria globale, nel 2020 una combinazione eccezionale di crisi dal lato dell’offerta e dal lato della domanda ha trascinato le economie mondiali in una recessione dalle dimensioni epocali. Durante la prima parte dell’anno, le necessarie misure di contenimento delle curve epidemiche hanno comportato l’interruzione di molte attività produttive. In un sistema globale interconnesso, la rottura delle catene di valore si riverbera sulla produzione industriale a valle della filiera, compromettendo la ripresa della piena operatività anche dopo l’allentamento delle misure di contenimento. Alla crisi dell’offerta si aggiunge il crollo della domanda aggregata; il calo dei redditi dovuto alla crescita della disoccupazione, unito al logoramento della fiducia delle imprese, potrebbe impattare su consumi e investimenti, mentre il commercio internazionale, che veniva da una fase di progressivo indebolimento e incertezza (guerre tariffarie, Brexit, rallentamento dell’economia cinese), sperimenta una crisi di portata superiore a quella della Crisi Finanziaria Globale di dieci anni fa. Questo, oltre ad accelerare fenomeni di reshoring (rimpatrio di produzioni localizzate all’estero, e non solo in settori considerati strategici in ottica futura, come quello medicale o le filiere agricole) e l’ascesa dei protezionismi nazionali, impatta duramente sull’economia dei principali paesi esportatori. 1.1 La congiuntura economica nazionale: scenari e previsioni La crisi sanitaria ha colpito l’Italia in una fase congiunturale caratterizzata da una crescente debolezza. Il 2019 si era chiuso con una crescita stagnante del prodotto interno lordo (+0,3%) che rappresentava il punto di arrivo di un trend di rallentamento avviatosi nel 2017. Qualche segnale positivo, tuttavia, era arrivato all’inizio del 2020. In questo quadro sono arrivate le misure di contenimento adottate dal Governo, che con il lockdown di aprile ha inibito l’attività produttiva di gran parte dei settori economici ritenuti non essenziali. Stime dell’Istat indicano che nella sola regione del Veneto le misure di sospensione abbiano riguardato 224 mila imprese (oltre il 50% del totale) e 845 mila addetti. In termini economici si tratta di circa il 50% del valore aggiunto e il 64% dell’export manifatturiero. Il blocco dell’attività ha avuto conseguenze immediate e il PIL nazionale è crollato nel primo trimestre del -5,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del -17,7% nel secondo trimestre. Le misure di contenimento si sono protratte per tutto il mese di aprile, mentre dal 4 maggio è iniziata la fase di graduale riapertura, poi completata, non senza qualche intoppo (es. situazioni critiche per i locali notturni), durante il periodo estivo. Gli indicatori ad alta frequenza hanno mostrato subito un confortante recupero; l’Istat ha stimato un miglioramento superiore alle attese del Pil nel terzo trimestre (-4,7% rispetto al 2019 e +16,1% rispetto al trimestre primaverile). Le regioni produttive del nord, come Lombardia ed Emilia Romagna, sono state colpite più duramente dall’epidemia, almeno nella prima ondata, ma molte regioni del Sud subiranno gravi conseguenze per via di un sistema produttivo meno resiliente. Il turismo e il settore dell’intrattenimento e della cultura, molto importante per l’economia di Verona, pagheranno il prezzo maggiore, soprattutto dal lato della domanda straniera, assieme ai comparti produttivi maggiormente dipendenti dalla domanda internazionale e inseriti nelle catene di valore globali (es. automobile). Verona 2040: scenario strategico 4
1.2 Valore aggiunto: tendenze recenti e crisi sanitaria Fin qui il contesto internazionale e nazionale. Ma cosa possiamo dire dell’economia veronese, o meglio, è possibile stimare l’impatto della crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria al livello provinciale? A tale proposito utilizziamo un modello di stima macroeconomica territoriale sviluppato da Cresme. Questo modello, denominato PR.I.MA (i.e. Previsioni Regionali Integrate Macroeconomiche), si basa su metodi di analisi econometrica. Tabella 1.1. – Variabili utilizzate nel modello PR.I.MA del Cresme per la stima delle dinamiche del valoreaggiunto provinciale Fonte: CRESME 2020 Va precisato che le statistiche ufficiali sul valore aggiunto prodotte dall’Istat si fermano, al momento in cui si scrive, al 2017. Applicando il modello PR.I.MA, si trova che la crisi sanitaria potrebbe avere un impatto sull’economia veronese stimabile in un calo della ricchezza prodotta pari al -8,8% (a valori correnti), di entità inferiore, quindi, a quanto atteso sia al livello medio nazionale (-10,3% è il calo del valore aggiunto), sia al livello regionale (-9,5%). Una certa vulnerabilità dovuta al ruolo svolto dal settore turistico sull’economia provinciale è compensata dalla presenza di fattori strutturali di elevata competitività, tra cui: l’elevato livello di sviluppo economico, la presenza di imprese più strutturate e internazionalizzate, la vocazione all’export del territorio, in particolare agroindustriale, l’elevata accessibilità infrastrutturale, un’offerta turistica comunque diversificata. Questi fattori permetteranno al tessuto economico veronese di recuperare più rapidamente nella fase post lockdown. Tabella 1.2. – Scenario macroeconomico regionale (var. % annua del Valore Aggiunto a valori correnti) Verona 2040: scenario strategico 5
Figura 1.1. – Dinamiche economiche a confronto (Pil, 2000=100) Nell’ultimo quinquennio, l’economia di Verona è stata in grado di mantenere tassi di crescita superiori sia al dato nazionale, sia al dato regionale. Se si considera il triennio consolidato 2015-2017, ad esempio, la crescita annua media del valore aggiunto veronese (valutata a valori correnti) è stata del +3,1%, ben superiore al +2,1% nazionale o al +2,6% del Veneto. 1.3 La produzione industriale Gli indici tendenziali elaborati da Confindustria Verona permettono di analizzare l’andamento della produzione industriale al livello provinciale. Quello che si osserva è che dopo un 2016 di leggero rallentamento, l’attività manifatturiera era cresciuta significativamente nel biennio successivo, sospinta dalla ripresa dell’economia globale e dal rafforzamento della domanda interna. Nel 2019, però, la dinamica della produzione industriale si era indebolita, assecondando il trend di debolezza che aveva caratterizzato l’industria nazionale. Nella media dell’anno passato, la crescita della produzione industriale si era infatti attestata intorno al +1,1%, da confrontare con il +2,2% del 2018. La maggiore resilienza dell’industria veronese nel 2020 Gli effetti del blocco forzoso dell’attività delle imprese a causa della pandemia appaiono macroscopici a partire dal secondo trimestre del 2020, quando le aziende manifatturiere veronesi hanno indicato un calo della produzione, rispetto allo stesso periodo del 2019, pari al -15,4%. Si tratta di un dato, seppur accentuato, meno marcato di quello registrato dall’Istat al livello nazionale (-25,9%). Verona 2040: scenario strategico 6
Figura 1.2. – Indice della produzione industriale nella provincia di Verona e in Italia (Var.% tendenziale) 1.4 Esportazioni Se si guarda il dato Istat sul valore delle esportazioni di beni prodotti nella provincia di Verona, il secondo trimestre del 2020 si è chiuso con un calo delle vendite all’estero pari al - 17,4%; un calo tutto sommato contenuto se confrontato con l’andamento riscontrato al livello nazionale (-27,8%). Una provincia dalla spiccata vocazione all’export Verona si posiziona al decimo posto assoluto in Italia in termini di esportazioni totali (dato 2019), un dato che testimonia la spiccata vocazione internazionale del tessuto imprenditoriale veronese. Inoltre, uno sguardo agli ultimi cinque anni dimostra come l’export manifatturiero provinciale sia cresciuto senza soluzione di continuità e, mediamente, con performance superiori a quelle generali (+4% medio annuo contro il +3,7% del dato nazionale). Verona 2040: scenario strategico 7
Figura 1.3. – Classifica delle prime 25 province italiane per valore dell’export nel 2019 (milioni di euro) Figura 1.4. – Composizione dell’export manifatturiero (quota percentuale del valore esportato nel 2019) Il ruolo dell’export agroalimentare I prodotti agroindustriali costituiscono di gran lunga la quota maggiore delle esportazioni manifatturiere veronesi, oltre un quarto nel 2019, prevalentemente di prodotti vitivinicoli e altre bevande, prodotti a base di carne (come salumi e altri preparati), latticini e prodotti da forno. Si tratta di un dato che non sorprende, considerando la presenza sul territorio veronese di marchi prestigiosi ed orientati all’export. Verona 2040: scenario strategico 8
Figura 1.5. – Composizione dell’export agroalimentare (quota percentuale del valore esportato nel 2019) Il primato nell’export di pietre tagliate, modellate e finite: il marmo veronese Verona è anche conosciuta come la provincia del marmo. Nel 2019 l’export di pietre lavorate, tra cui il famoso marmo rosso di Verona, si è attestato a circa 365 milioni di euro, un dato che, sebbene in calo progressivo negli ultimi anni (accentuatosi nel 2019 e proseguito nel primo semestre del 2020), continua a posizionare la provincia scaligera al primo posto in Italia in termini di valore delle esportazioni, seguita da Massa Carrara con 329 milioni. Figura 1.6. – Classifica delle prime 25 province italiane per export di pietre lavorate (milioni di euro, 2019) ❑ Il rischio di una eccessiva concentrazione territoriale: il peso di USA e UK Prima del 2020 l’export veronese si mostrava abbastanza concentrato al livello internazionale; due soli partner assorbivano, infatti, circa un quarto di tutta la domanda estera made in Verona. Si tratta di Germania (16,8% di quota di mercato) e Francia (9,8%), mentre le vendite verso i paesi della UE ammontavano a circa il 65% del totale (circa 7,6 miliardi di euro). L’elemento che rappresenta una vera vulnerabilità è la quota di mercato relativamente elevata assorbita dall’export verso Stati Uniti e Gran Bretagna. Verona 2040: scenario strategico 9
Gli USA sono arrivati a rappresentare il quarto mercato di sbocco per le aziende esportatrici veronesi, con una crescita costante nell’ultimo quinquennio, pari al 7,1% annuo, e corrispondente a circa 215 milioni di euro di esportazioni in più tra 2014 e 2019. Figura 1.7. – Primi trenta paesi per destinazione dell’export nel 2019 (milioni di euro e quota percentuale) Figura 1.8. – Primi trenta paesi per crescita annua media nel periodo 2015-2019 (var. % annua, quota di mercato 2019 e milioni di euro guadagnati tra 2019 e 2014) Sempre considerando gli ultimi cinque anni, cioè il periodo tra 2014 e 2019, i mercati in assoluto più dinamici sono stati quelli del Sud-Est asiatico, Vietnam e Filippine in testa, a cui aggiungere l’India, in grado di crescere ad un ritmo medio del 15% annuo. Altri mercati in forte espansione sono: Spagna (228 milioni di euro in più tra 2014 e 2019), Corea del Sud, Cile, Irlanda e due paesi dell’est Europeo emergente, come Polonia e Bulgaria. Verona 2040: scenario strategico 10
L’impatto della crisi del 2020 al livello territoriale Proprio Regno Unito e USA, assieme alla Cina, sono i mercati che hanno pagato di più in termini di calo delle esportazioni durante i primi sei mesi del 2020, con crolli superiori al - 23/25% in valore. Meno pronunciato, invece, l’andamento delle vendite nei paesi centro europei, in particolare, Austria e Olanda (addirittura in crescita) e Germania (-4,2%). Rimanendo in Europa, tra i principali partner commerciali, il calo più pronunciato si è registrato per le merci dirette in Spagna (-21,5%), Francia (-17,1%), Romania (- 17,9%) e Polonia (-12,2%). Nel complesso, il primo semestre dell’anno è già costato, in termini di vendite all’estero, oltre 650 milioni di euro alle imprese veronesi, 100 milioni di euro di vendite in meno nella sola Francia, 95 milioni in meno verso il Regno Unito, e parimenti gli USA, 72 milioni in meno verso la Spagna. Box. 1.1. – Quadrante Europa: tutti i record dell’interporto veronese L’interporto Quadrante Europa è un complesso che si estende su un’area di 2,5 milioni di mq (con espansione prevista fino a 4,2 milioni), ed è valutato come il secondo interporto europeo nella classifica stilata nel 2020 dalla Deutsche GVZ Gesellschaft (DGG), solo leggermente indietro rispetto all’interporto di Brema. La struttura gode di una localizzazione strategica nel territorio che permette di integrare in modo efficiente il trasporto su gomma, su rotaia e aereo. Essendo la superficie sulla quale il complesso è inserito molto ampia, sono molte le infrastrutture che risultano integrate fra loro; fra le più rilevanti vi sono il centro direzionale, il centro spedizionie- ri, i terminal intermodali, la dogana e i centri logistici. Il sistema è collegato direttamente con l’aeroporto di Verona-Villafranca, con la linea ferroviaria del Brennero e rappresenta un punto di incontro ideale per il trasporto merci nazionale ed internazionale; in particolare, gestisce i traffici merci internazionali provenienti o diretti al centro-nord Europa attraverso il Brennero, i traffici da e per la Francia e la Spagna e per i Paesi dell’Est europeo. Uno dei fattori che più qualifica la struttura è proprio quello di svolgere la funzione di gateway per il traffico transalpino e ha come principale mercato di riferimento l’Europa settentrionale, in particolare la Germania, con cui il complesso veronese spedisce/riceve circa il 75% dei collegamenti ferroviari. La scelta di diventare un punto d’accesso per il traffico transalpino risponde a esigenze di mercato oltre che geografiche: la Germania, essendo il primo partner commerciale dell’Italia, come della provincia di Verona, necessita di operatori logistici specializzati per l’organizzazione dei flussi delle merci; l’interporto di Verona, vantando una localizzazione ideale per tale scopo e un livello di infrastrutture interne adeguate al trasporto intermodale, è quindi diventato la figura di riferimento per il mercato tedesco. L’integrazione di diverse infrastrutture in un’area così grande e strategica ha permesso il raggiungimento di risultati record: le imprese insediate nell’area interportuale sono 120 e valgono un indotto di circa 13 mila addetti (contro i circa 4.000 medi dei competitor europei, secondo i dati DGG), mentre in termini di merce la struttura movimenta ogni anno più di 20 milioni di tonnellate su gomma e circa 8 milioni di tonnellate su rotaia. Il volume della capacità complessiva è di 800.000 unità di carico (il valore medio in Europa si attesta su 135.000, dati DGG). Il dato specifico della capacità di carico dei terminal risulta ancora più significativo, 730.000 unità, a fronte di una media Europea di 75.000. Nel 2019 sono transitate circa 28 milioni di tonnellate di merci, di cui 8 milioni via treno, la maggior parte dei quali intermodali, corrispondenti a 16.000 treni, per una media di 54 al giorno. Nel 2019 il fatturato dell’interporto è arrivato a circa 19 milioni di euro (erano stati 10 milioni nel 2018). Verona 2040: scenario strategico 11
1.5 Turismo: domanda e modelli di offerta, lo scenario che ci attende A causa della pandemia, nel 2020 il Mondo ha messo a bilancio una crisi globale, economica e sociale, senza precedenti. Il turismo è uno dei settori più colpiti: aerei bloccati a terra, hotel e ristoranti chiusi, restrizioni sugli spostamenti e distanziamento sociale hanno coinvolto, virtualmente, tutti i paesi del Mondo. Alla fine di aprile, il 100% delle destinazioni mondiali aveva introdotto restrizioni ai viaggi; 97 paesi (il 45% del totale) avevano totalmente o parzialmente chiuso i propri confini ai turisti, mentre altre 65 (il 30%) avevano sospeso i voli internazionali; i restanti avevano optato per azioni più mirate, cioè riguardanti specifiche tratte e destinazioni internazionali. Stante ai dati dell’UNWTO, nel solo primo trimestre dell’anno al livello mondiale si sono registrati 67 milioni di arrivi internazionali in meno, corrispondenti a oltre 80 miliardi di dollari di minori spese turistiche. Il calo è stato più accentuato in Asia, prima macro-area a venire colpita dall’epidemia, seguita da Europa e America. Dal lato della domanda, inoltre, la recessione economica ha indotto molte famiglie a rinunciare ad un viaggio programmato o a limitare la vacanza nel tempo e nello spazio, preferendo mete più locali (regionali o nazionali). Le conseguenze della crisi sul settore, inoltre, si osserveranno anche nel 2021, in funzione dell’entità e della rapidità dell’evoluzione della congiuntura economica, mentre nel medio-lungo termine è facile immaginare l’emergere di una nuova normalità, caratterizzata da differenti comportamenti e abitudini dei viaggiatori. Figura 1.9. – SWOT analisi per il settore turistico a Verona nel periodo post pandemia: sfide e opportunità Fonte: elaborazione CRESME Verona 2040: scenario strategico 12
Nei prossimi anni, le destinazioni che saranno in grado di proporre un’immagine più sicura in termini sanitari, sostenibile (es. vivibilità, salubrità, natura e cultura) e innovativa nelle capacità di adattarsi a una nuova normalità (quanto transitoria è ancora da capire) potranno aumentare la propria competitività turistica. Si tratta di una grande opportunità per Verona che, assieme a tutto il Veneto, è considerata un modello di efficienza e organizzazione nella gestione dell’epidemia e che, per sue caratteristiche, si mostra potenzialmente in grado di promuovere il giusto mix di offerta turistica, tra natura, ambiente, intrattenimento tematico, enogastronomia, affari, arte e cultura; tra turismo domestico e turismo internazionale. Per le destinazioni che negli ultimi anni hanno mostrato potenziali di crescita notevoli, come Verona, la crisi può rappresentare un’opportunità. Considerando l’appurata resilienza del turismo nelle crisi del passato, il probabile aumento della domanda domestica, stimolata dagli incentivi pubblici, e un’immagine turistica di Verona caratterizzata da un mix potenziale di offerta che spazia tra natura, ambiente, paesaggio, intrattenimento, affari, arte, cultura ed enogastronomia, il settore può affermare la sua enorme strategicità per lo sviluppo economico della provincia. Le opportunità sono tante e passano dalla necessità di un ripensamento dei modelli di offerta turistica, soprattutto nel medio-breve termine, alla spinta forzata verso innovazione e digitalizzazione; dall’aumento della domanda nei settori sostenibili, all’occasione che potrebbe derivare dall’essere considerati, al livello mondiale, come una destinazione rinomata e come un modello di riferimento di organizzazione e gestione delle emergenze. Le caratteristiche del turismo nella provincia di Verona Come noto, il turismo nella provincia di Verona si caratterizza per un mix di offerta diversificato, che ha contribuito a rendere la provincia scaligera una delle realtà italiane a più forte vocazione turistica. L’offerta provinciale spazia dal lago, alla montagna, dalla città artistica e culturale, al turismo per affari e fieristico (es. Vinitaly, Marmomac) e a quello dell’intrattenimento tematico (Gardaland), fino ad arrivare all’apprezzatissimo turismo eno- gastronomico legato alle produzioni di vini e altri prodotti tipici. Al livello territoriale, l’area del Lago di Garda costituisce il maggior polo di attrazione della provincia, catalizzando circa il 75% dei flussi turistici. Secondo i dati della Camera di Commercio di Verona, nel 2019 gli arrivi sulle sponde del lago sono stati oltre 3 milioni, in continua crescita, e le presenze circa 13,5 milioni, di cui la stragrande maggioranza straniere (83,5%). Verona città, tuttavia, non è stata da meno; nel 2019 le strutture ricettive comunali hanno accolto circa 1,3 milioni di turisti, il 7,1% in più rispetto al 2018, per un totale di circa 2,7 milioni di presenze (il 15,2% del totale provinciale). Verona 2040: scenario strategico 13
Le tendenze del turismo provinciale: sempre più internazionale Va detto che negli anni prima della crisi, il settore turistico veronese era cresciuto con continuità, tanto che il 2019 è da considerarsi, a tutti gli effetti, come l’anno dei record per il turismo a Verona. Gli arrivi nelle strutture ricettive ufficiali hanno raggiunto 5,13 milioni, due milioni in più di quanto si registrava dieci anni prima. Le presenze sono arrivate a 18 milioni, da confrontare con le 12,7 milioni del 2008. È stata soprattutto la domanda internazionale ad alimentare queste dinamiche espansive; la quota di turismo internazionale è infatti cresciuta arrivando al 64% in termini di arrivi e a oltre il 76% in termini di presenze. Un turismo in forte espansione, quindi, e fortemente internazionalizzato. Tra tutte le province italiane, Verona è la sesta per arrivi nelle strutture ricettive, sia totali sia internazionali, ma la quarta per presenze di visitatori stranieri. Figura 1.10. – Arrivi turistici nelle strutture ricettive della provincia di Verona (milioni) Verona 2040: scenario strategico 14
Figura 1.11. – Presenze turistiche nelle strutture ricettive della provincia di Verona (milioni) Figura 1.12. – Arrivi turistici nelle strutture ricettive (2019, milioni) Verona 2040: scenario strategico 15
Figura 1.13. – Presenze straniere nelle strutture ricettive (2019, milioni) I motivi della vacanza dei turisti stranieri I dati del sondaggio della Banca d’Italia permettono di analizzare i motivi per cui i viaggiatori stranieri hanno scelto Verona nel 2019. Quello che emerge è un’immagine internazionale della provincia ancora polarizzata sull’elemento lacustre e su quello artistico culturale. Questo dato dimostra come vi siano ancora ampi margini di crescita per il turismo provinciale, potenzialità che derivano dallo sviluppo di alcune nicchie di mercato che nei prossimi anni sono considerate strategiche e per cui Verona possiede punti di forza riconosciuti, come enogastronomia, sport, natura e montagna, senza dimenticare il turismo dell’intrattenimento tematico e quello fieristico e congressuale, che oggi deve affrontare sfide e problematicità nuove ma stimolanti (es. gestione degli spazi, sicurezza sanitaria, esperienza digitale, etc.). Verona 2040: scenario strategico 16
Figura 1.14. – I motivi della vacanza dei turisti stranieri a Verona (2019) Il peso del turismo su imprese e addetti A testimoniare il ruolo crescente rivestito dal settore turistico sull’economia veronese, i dati estratti dal registro statistico delle imprese attive dell’Istat (ASIA), che, considerando i settori alloggio e ristorazione e le attività delle agenzie di viaggio e tour operator, parlano di un numero di imprese presenti nella provincia passato dalle 5.500 del 2012 alle quasi 6 mila del 2018. La crescita del numero delle imprese turistiche è stata superiore a quella generale, tanto che la quota del turismo sul totale delle imprese è arrivata all’8% (dal 7,3% del 2012). Ma è soprattutto la dinamica degli addetti che meglio rende l’idea dell’espansione del settore al livello provinciale: erano circa 24,6 mila nel 2012, sono diventati 31 mila nel 2018, l’8,7% del totale degli addetti (dal 7,5% del 2012). Figura 1.15. – Peso del settore turistico sulle imprese (2018) Verona 2040: scenario strategico 17
Figura 1.16. – Peso del settore turistico sugli addetti (2018) Box. 1.2. – Il settore fieristico a Verona Verona è sede di un importante polo fieristico che ha attirato nel 2019 oltre 810 mila visitatori. In uno spazio espositivo di 155 mila metri quadri si tengono annualmente importanti eventi di caratura internazionale, come Vinitaly, Marmomac e Motorbike Expo. Solo Vinitaly, la più importante fiera italiana del settore vitivinicolo, attira ogni anno oltre 4 mila espositori e più di 125 mila visitatori. Veronafiere S.p.A. è il primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia, secondo per fatturato e ai primi posti in Europa. L’offerta ricettiva In termini di offerta ricettiva, oggi Verona è la sesta provincia italiana per numero di posti letto nelle strutture ufficiali, circa 172 mila censiti nel 2019, di cui 47 mila in strutture alberghiere e 125 mila in strutture extra alberghiere. Verona 2040: scenario strategico 18
Figura 1.17. – Posti letto totali (2019) Anche la crescita dell’offerta ricettiva rispecchia la dinamica espansiva del turismo provinciale; considerando l’ultimo decennio, il numero di posti letto complessivi è cresciuto a Verona del 40%, seconda, solo dietro Roma, tra le grandi province turistiche e quattordicesima in assoluto in Italia. Figura 1.18. – Prime trenta province per crescita dei posti letto (crescita complessiva tra 2019 e 2009 e posti letto totali) Verona 2040: scenario strategico 19
1.6 Occupazione: occupati, tasso di disoccupazione, CIG Guardando agli ultimi cinque anni, è interessante osservare come le dinamiche dell’occupazione nella provincia scaligera si mostrano tra le più vivaci al livello nazionale. Figura 1.19. – Crescita annua media degli occupati, periodo 2019-2015, e numero di occupati nel 2019 (classifica delle province con più di 200 mila occupati, variazione media percentuale e migliaia di occupati Verona si posiziona al terzo posto per crescita annua media degli occupati nel periodo 2019-2015. Le performance brillanti dell’economia veronese si riflettono su un livello di disoccupazione che nel 2019 si è avvicinato ai livelli strutturali di piena occupazione. Il tasso di disoccupazione provinciale pari a 4,6%, ottavo risultato più positivo tra le province italiane e da confrontare con il 10% medio nazionale. Figura 1.20. – Tasso di disoccupazione generale nel 2019 (prime trenta province per minore tasso di disoccupazione, valori %, numero di disoccupati sul totale delle forze di lavoro) Positivo, nel 2019, anche il dato sulla disoccupazione giovanile (18-29 anni), ridottasi, rispetto al 2015, di quasi 9 punti percentuale e attestandosi, in media d’anno, a poco più del 10,5%, il 14esimo valore più basso al livello provinciale (la media nazionale nel 2019 era pari al 22%). Verona 2040: scenario strategico 20
Figura 1.21. – Tasso di disoccupazione giovanile, 18-29 anni, nel 2019 (prime trenta province per minore tasso di disoccupazione e, in basso, livello del 2015) 1.7 Imprese e addetti: la spiccata vocazione manifatturiera Per analizzare la struttura del tessuto imprenditoriale provinciale, è possibile fare riferimento al registro statistico delle imprese attive dell’Istat (ASIA). L’aggiornamento delle statistiche su imprese e addetti si ferma al 2018. Tabella 1.3. – Struttura delle imprese nella provincia di Verona (numero di imprese, quota sul totale evariazione percentuale tra 2018 e 2012) Verona 2040: scenario strategico 21
Nella provincia di Verona si contano circa 75.200 imprese (dato 2018), che ne fanno l’undicesima provincia italiana. Nel periodo tra 2012 e 2018, il numero di addetti si è mostrato significativamente in crescita, 30 mila unità in più, crescita che ha portato la dimensione produttiva veronese a contare su circa 357 mila addetti, l’8,8% in più di quanto si registrava nel 2012. Verona è la nona provincia italiana per numero di addetti, la prima in Veneto. Figura 1.22. – Classifica delle province italiane per numero di imprese (2018, prime 30) Figura 1.23. – Classifica delle province italiane per numero di addetti (2018, prime 30) Verona 2040: scenario strategico 22
L’elevata dimensione delle imprese veronesi Nell’ultimo decennio si è assistito ad un graduale fenomeno di aumento della dimensione media dell’impresa veronese, soprattutto nel settore manifatturiero. Utilizzando la distribuzione media nazionale come parametro di riferimento, sia in termini di imprese, sia in termini di addetti, appare evidente come il sistema economico veronese si caratterizza per una spiccata vocazione manifatturiera, caratteristica che si evidenzia soprattutto in termini di numero di addetti: quasi un quarto del totale. Elevata anche la dimensione delle imprese del settore commerciale, che in termini di imprese, rispetto alla media nazionale, pesano significativamente meno, ma incidono molto di più quando analizzate in termini di addetti. Tabella 1.4. – Struttura delle imprese nella provincia di Verona (numero di addetti, quota sul totale evariazione percentuale tra 2018 e 2012) Figura 1.24. – Distribuzione del numero di imprese per settore (2018, quota sul totale) Verona 2040: scenario strategico 23
Figura 1.25. – Distribuzione del numero di addetti per settore (2018, quota sul totale) La crisi delle costruzioni Il settore delle costruzioni rappresenta una quota ancora significativa del tessuto imprenditoriale di Verona, pur avendo mostrato, tra 2012 e 2018, una dinamica spiccatamente negativa. In sette anni il numero di imprese di costruzioni si è ridotto del -17%, in altre parole, si sono perse per strada quasi duemila imprese edili. E anche più marcato è stato il corrispondente calo occupazionale, - 14,7%, corrispondente ad una riduzione di ben 4.100 addetti. ❑ Il settore agroindustriale Se si entra nel dettaglio del settore manifatturiero, si osserva come Verona mostri una vocazione estremamente pronunciata per quanto riguarda l’agroalimentare e l’industria delle bevande, comparto che da solo assorbe il 21,8% del totale degli addetti manifatturieri, dato da confrontare con il 12% medio nazionale. Si tratta, di un settore, quello agroindustriale veronese, estremamente evoluto e strutturato, come suggerito da una dimensione media, in termini di addetti, più che tripla rispetto alla media italiana, cioè, 27,8 addetti per impresa nel 2018 contro gli appena 7,9 medi nazionali. Lo sviluppo del turismo internazionale ha sicuramente contribuito ad alimentare la domanda estera di prodotti made in Verona. Macchinari e apparecchiature per usi speciali Altro settore centrale per l’economia provinciale è il comparto della fabbricazione di macchinari e apparecchiature per usi generali e speciali, che pesa oltre il 16% in termini di addetti (12,5% è la media nazionale). La quota di addetti maggiore è assorbita dalla fabbricazione di macchine per l’impiego generale, tra cui sistemi di riscaldamento, macchine per il sollevamento e la movimentazione terra, refrigeratori industriali. Molto sviluppata anche l’industria per la produzione di macchine per impieghi speciali, come macchine per la metallurgia, l’industria estrattiva, macchine per l’industria alimentare, macchine per l’industria tessile e l’abbigliamento (tra cui cuoio), macchine per l’industria della carta e del cartone. Verona 2040: scenario strategico 24
1.8 Breve caratterizzazione territoriale al livello comunale Fino ad ora abbiamo analizzato il sistema economico-produttivo di Verona ad una scala territoriale provinciale. A completamento di questo capitolo vogliamo proporre un breve excursus sul territorio veronese, studiando la struttura economica della provincia al livello comunale. Per ragioni di spazio, in questo paragrafo ci limiteremo all’analisi del solo pilastro economico- produttivo. Tabella 1.5. – Lista indicatori e loro definizione La carta tematica permette, a colpo d’occhio, di individuare le strutture socio- economiche che caratterizzano il territorio veronese. La parte più sviluppata, in termini prettamente economico-produttivi, appare l’area Baldo-Garda, caratterizzata da una spiccata vocazione turistica, comprendente i territori costieri e parte dell’entroterra gardesano, a cui aggiungere la zona di Verona città, con i comuni dell’hinterland metropolitano, come Bussolengo (distretto calzaturiero), San Martino Buon Albergo, San Pietro in Cariano (distretto vitivinicolo) e tutto il sistema di Villafranca, capitale dell’intimo (Calzedonia) e sede di un importante polo dolciario (Bauli, Paluani). Verona 2040: scenario strategico 25
Figura 1.26. – I comuni della provincia di Verona: indice di livello economico (in rosso valore più basso, in blu valore più elevato) A nord di Verona si distinguono le zone della Valpolicella e le zone montane della Lessinia, aree a spiccata vocazione agroindustriale e dove è presente il distretto del marmo veronese. È però proprio nell’area montana che cominciano ad emergere i primi elementi di criticità, corrispondenti a piccoli comuni montani, caratterizzati da minore reddito, scarsa densità di impresa e un più spiccato declino demografico (si veda capitolo sulla demografia). Questi elementi di debolezza si amplificano nell’area pedemontana e collinare ad est del capoluogo scaligero, soprattutto nella parte meridionale della provincia, al confine con il Polesine. Verona 2040: scenario strategico 26
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