Relazione Previsionale e Programmatica 2018 - Orizzonte temporale 2018-2020 - Camera di ...

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Relazione
   Previsionale e
   Programmatica
        2018

Orizzonte temporale 2018-2020
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PRESENTAZIONE
Il Consiglio della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, nominato con
Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 236 del 6/12/2016 e insediatosi il 19/12/2016, ha
approvato con la deliberazione n. 18 del 6/6/2017 il Programma Pluriennale, documento politico
che determina le linee di azione per il periodo di mandato 2016-2021.
In coerenza e aggiornamento con il Programma Pluriennale e con la Relazione Previsionale e
Programmatica e il Piano Performance 2017 recentemente approvati, questa Relazione
Previsionale e Programmatica (di seguito denominata RPP) ha l’importante finalità di definire gli
obiettivi ritenuti strategici per il triennio 2018-2020.
Come è articolatamente descritto nel Programma Pluriennale, si tratta di un orizzonte temporale
particolarmente complesso e sfidante per una combinazione straordinaria di motivazioni e di
cambiamenti di portata storica.
Nella RPP sono stati in questo senso valorizzati tutti gli aspetti informativi fondamentali per la
programmazione strategica: i fattori rilevanti ai fini della revisione e dell’aggiornamento della
pianificazione, gli obiettivi strategici, il quadro sintetico delle risorse umane e di quelle economiche
disponibili per il Preventivo e per il Piano degli investimenti 2018.
La Relazione rappresenta quindi il primo documento di pianificazione anche su base annuale
preliminare e/o collegato all’adozione dei seguenti ulteriori strumenti di programmazione:
 Preventivo budget economico;
 Budget pluriennale;
 Budget direzionale;
 Piano della performance;
 Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza;
 Piano triennale e piano annuale dei fabbisogni di risorse umane;
 Programmazione triennale e piano annuale dei lavori pubblici.
In merito alla conformità alla normativa, la RPP è stata elaborata in adempimento al Regolamento
sulla gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di commercio (D.P.R. 254/2005), al Decreto
del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 marzo 2013 in attuazione al D.Lgs. 91/2011 che
ha disciplinato l’armonizzazione dei sistemi contabili delle PP.AA. e al D.Lgs. 150/2009 relativo alla
misurazione della performance negli Enti Pubblici e successivi provvedimenti.

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INDICE

1. I FATTORI RILEVANTI AI FINI DELLA PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE E DEL
   PREVENTIVO 2018 .................................................................................................................. 4
   1.1 Le dinamiche economiche e gli scenari previsionali .......................................................... 4
   1.2 Le principali novità normative .......................................................................................... 14
2. LE STRATEGIE PER IL 2017-2019 ......................................................................................... 30
   2.1 La vision e la mission ...................................................................................................... 30
   2.2 Le aree di competitività, le linee e gli obiettivi strategici................................................... 31
   2.3 Le schede descrittive degli obiettivi strategici 2018-2020 ................................................ 34
3. LE RISORSE UMANE E L’ORGANIZZAZIONE....................................................................... 81
4. LE RISORSE FINANZIARIE, ECONOMICHE E PATRIMONIALI DISPONIBILI PER IL
   PREVENTIVO E IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI ANNO 2018 ............................................. 84
   4.1 Il bilancio pluriennale: triennio 2018-2020 ....................................................................... 84
   4.2 La previsione di massima delle risorse disponibili per l’anno 2018 .................................. 85

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1. I FATTORI RILEVANTI AI FINI DELLA                                                PROGRAMMAZIONE
   PLURIENNALE E DEL PREVENTIVO 2018

1.1 LE DINAMICHE ECONOMICHE E GLI SCENARI PREVISIONALI
In un quadro generale caratterizzato da elevata complessità, da diffuse situazioni di rischio che
alimentano l’incertezza e da “macrotrend” quali il rallentamento strutturale di grandi Paesi driver e il
crescente protezionismo, le dinamiche di breve periodo e più recenti delineano finalmente una
ripresa diffusa della crescita e una revisione al rialzo delle stime anche per il nostro Paese.
Di seguito è riportato un aggiornamento dei principali indicatori elaborati dal Sistema camerale
regionale su dati Prometeia – luglio 2017.
                                  SCENARIO INTERNAZIONALE
                           VARIAZIONE DEL PRODOTTO INTERNO LORDO
                                              2015                  2016                  2017                  2018
Mondo                                         +3,1                  +2,9                  +3,3                  +3,4
Stati Uniti                                   +2,6                  +1,6                  +2,1                  +2,2
Area Euro                                     +1,9                  +1,7                  +1,9                  +1,7
Cina                                          +6,9                  +6,7                  +6,6                  +6,2
Giappone                                      +1,1                  +1,0                  +1,1                  +1,0
America Latina(1)                              -0,2                  -1,1                 +0,7                  +2,2
India                                         +7,3                  +7,4                  +7,1                  +7,4
Russia(2)                                      -2,8                  -0,2                 +1,3                  +2,4
Germania                                      +1,5                  +1,8                  +1,9                  +1,8
Francia                                       +1,0                  +1,1                  +1,5                  +1,4
Regno Unito                                   +2,2                  +1,8                  +1,5                  +1,3
Italia                                        +0,7                  +1,0                  +1,2                  +1,0
Spagna                                        +3,2                  +3,2                  +2,8                  +2,0
Europa Centrale (3)                           +3,6                  +2,8                  +2,7                  +3,2
Dati definitivi: Istat Conti economici trimestrali (corretti per i giorni di calendario)
(1) Messico, Centro e Sud America. (2) Federazione Russa, Bielorussia, Ucraina, Georgia, Tagikistan, Uzbekistan,
Kazakistan, Moldavia, Azerbaigian, Turkmenistan. (3) Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Lettonia, Lituania,
Romania.
Fonte: elaborazioni Sistema camerale regionale su dati Prometeia, Rapporto di previsione, 05/07/2017

Secondo le analisi realizzate dall’Osservatorio Economico della Camera della Romagna, anche il
sistema produttivo di Forlì-Cesena e di Rimini, ha agganciato la ripresa e prosegue la risalita verso
performance sempre più diffusamente positive.
Nel primo semestre 2017, si registrano infatti un incremento significativo delle esportazioni, la
crescita della produzione industriale nei principali settori, un buon andamento della stagione
turistica. I livelli occupazionali sono in miglioramento. Difficoltà permangono invece per
l'agricoltura, le costruzioni e i trasporti, afflitti anche da problemi strutturali, e per il commercio.
Anche la dinamica dei prestiti bancari resta critica così come quelle delle sofferenze, si registra
però qualche segnale positivo per gli investimenti.
Complessivamente le previsioni elaborate in luglio da Prometeia delineano un miglioramento
rispetto allo scenario di aprile con una crescita del valore aggiunto pari all'1,3% per l’anno in corso.

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I dati aggiornati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”
La circoscrizione territoriale della nuova Camera, nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-
Cesena e di Rimini, al 1° gennaio 2017 ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni, più di
730.000 abitanti, quasi 100.000 localizzazioni di impresa registrate e circa 72.000 sedi di impresa.
Nel 2016 la stima del valore aggiunto (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 19,5
miliardi di euro, mentre il valore aggiunto pro capite è di € 26.717.
L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-
Romagna, 85 in Italia). I principali settori di attività economica del territorio Romagna (Forlì-Cesena
e Rimini) sono i servizi (25,2% del totale imprese attive al 31 luglio 2017), il commercio (24,1%), le
costruzioni (14,7%), agricoltura e pesca (12,9%), il turismo (10,5%) e la manifattura (9,2%).
I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da
importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un
solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si
affianca il ruolo di grande rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e quello sempre più
promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità).
Le previsioni di crescita del valore aggiunto (Prometeia) per il 2017 e il 2018 sono pari,
rispettivamente, a +1,3 e +1,1%, sostanzialmente in linea con i dati regionali e superiori a quelli
nazionali.

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I dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena
Nonostante la flessione nel numero di imprese attive (comunque in stabilizzazione e in linea con
quella regionale), prosegue la crescita della produzione industriale (con valori positivi nei principali
comparti del settore manifatturiero ed in particolare nelle imprese di medie dimensioni), qualche
lievissimo segnale di attenuazione della criticità nel settore delle costruzioni, una performance
ottima delle esportazioni del primo semestre e buoni risultati dal comparto turismo per i primi sette
mesi dell’anno. Positivo il saldo occupazionale del primo trimestre dell’anno e le relative previsioni
per i mesi da agosto ad ottobre. Tra le note negative va sottolineato il perdurare delle difficoltà del
commercio al dettaglio, le problematiche strutturali del comparto agricolo e della frutta estiva, il
calo dei prestiti alle imprese e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie.
Nel complesso, gli scenari di previsione, predisposti da Prometeia (aggiornati a luglio), stimano per
il 2017 un incremento del valore aggiunto dell’1,3% e per il 2018 pari all’1,2%.

I principali indicatori
Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 luglio 2017, è costituito da 37.321 imprese attive, in
flessione dell’1,0% rispetto al medesimo periodo del 2016. I settori maggiormente significativi in
flessione sono: Agricoltura, Costruzioni e Trasporti; in aumento invece il comparto dei servizi
professionali e tecnici, mentre i servizi di alloggio e ristorazione risultano stabili.
Le società di capitale, pari al 20,0% del totale escluso il settore agricolo, rappresentano una quota
progressivamente crescente delle imprese.
Il 94,5% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti.
Il rapporto abitanti per impresa evidenzia un’imprenditorialità più diffusa in provincia (10,5 abitanti
per impresa) rispetto gli altri livelli territoriali di riferimento (Emilia-Romagna 10,9, Italia 11,8). Le
start up innovative al 12/09/2017 sono 53.
In flessione il numero delle imprese artigiane (12.150; -1,0% al 30/06/2017 rispetto allo stesso
periodo del 2016). In flessione anche il numero (530 al 31/07/2017) delle imprese cooperative.
In merito all’andamento dei principali settori, in calo del 2,2% la consistenza delle imprese del
dell’agricoltura attive (sono 6.699 al 31/07/2017), rispetto ad analogo periodo del 2016. Dal punto
di vista meteorologico, si è registrato un lungo periodo siccitoso (giugno-agosto), con temperature
sopra la media e piovosità assente con alcune grandinate.
Cereali: ad operazioni di raccolta terminate, gli operatori del settore riportano risultati produttivi
molto buoni per tutte le tipologie. Foraggi: raccolta molto scarsa a causa della siccità. Prezzi in
ripresa come conseguenza della minor offerta.
Annata problematica per la frutta estiva (in primis pesche e nettarine) che ha risentito in modo
rilevante della scarsità di pioggia e delle eccessive temperature. Produzione in flessione e frutti di
calibro ridotto (minor pezzatura). Prezzi in contrazione e ampiamente non remunerativi. La raccolta
di uva è risultata in flessione del 30% con vendemmia anticipata di 2 settimane. Effetti non positivi
del caldo eccessivo sul prodotto e sulla sua qualità; in difficoltà la viticoltura in collina. In continua
riduzione il patrimonio zootecnico. Quotazioni per bovini e ovini stazionarie ma non soddisfacenti.
Per i suini si conferma una lenta ripresa con copertura dei costi di produzione, dovuta alla
contrazione dell’offerta per riduzione dei capi in allevamento.
Con riferimento al comparto avicolo, le quotazioni del pollo da carne appaiono in ripresa (+6,0%,
media gennaio-agosto 2017 sul medesimo periodo dell’anno precedente), invertendo il trend degli

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ultimi 24 mesi. In ripresa anche il prezzo delle uova (+11,1%, media gennaio-agosto 2017 sul
medesimo periodo dell’anno precedente), quale conseguenza della minor produzione.
Note positive per le attività manifatturiere: su base annuale (2° trimestre 2017: media degli ultimi
12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) gli indicatori segnalano valori positivi: produzione +1,8%,
fatturato +9,6%, ordini interni +2,9%, ordini esteri +3,8% e occupazione +3,1%. Per le imprese
manifatturiere della provincia la favorevole fase congiunturale si sta consolidando; la crescita della
produzione segna valori superiori alla media nei comparti “mobili”, “altre industrie manifatturiere”,
“prodotti in metallo”, “macchinari”, “legno”, e “calzature”, mentre si conferma in negativo il settore
delle “confezioni”. Stazionario il comparto “alimentare” e la chimica.
Dal punto di vista strutturale, si rileva però un calo dell’1,8% della consistenza delle imprese
manifatturiere attive al 31/07/2017, rispetto al medesimo periodo del 2016, che si attestano sulle
3.631 unità.
Per il settore delle costruzioni, rallenta la flessione nel numero delle imprese attive: al 31/07/2017
sono 5.658 (-1,3% rispetto al 31/07/2016). Nel secondo trimestre 2017, rispetto ad analogo
periodo del 2016, il volume d’affari risulta in aumento (+1,0%).
Riguardo al commercio al dettaglio, nel suo complesso, le vendite nel secondo trimestre 2017
rispetto allo stesso trimestre 2016 sono in flessione (-1,3%). Le performance appaiono differenti
per i vari comparti (alimentare +0,5%, non alimentare -2,2%, ipermercati +1,0%) e per classe
dimensionale (piccola distribuzione -2,6%, media distribuzione -1,9%, grande distribuzione +0,6%).
In calo la consistenza delle imprese nel settore commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni
autoveicoli che, al 31/07/2017, sono 8.329 (FC -1,3%) e le attività del commercio al dettaglio al
medesimo periodo (4.211 aziende, -1,9%).
Rilevante la performance del commercio con l’estero nei primi sei mesi del 2017: +11,8% nel
complesso delle esportazioni, rispetto ad analogo periodo 2016. Risultato positivo su tutte le classi
merceologiche, principalmente determinato dalle esportazioni di macchinari (+15,3%), prodotti
dalle “altre industrie manifatturiere” (+10,6%), prodotti tessili, abbigliamento pelli e calzature
(+3,4%). Le esportazioni verso i Paesi dell’UE (che incidono per il 60,0% del totale delle
esportazioni provinciali) crescono dell’8,4%. Tra le altre macro aree di destinazione maggiormente
significative crescono l’Asia Orientale (+38,6%), i Paesi Europei non UE (+10,1%) e l’America
Settentrionale (+10,1%).
Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione, al 31/07/2017, rispetto al
medesimo periodo del 2016, sono stabili in termini di numerosità (+0,1%). Nei primi sette mesi del
2017, il flusso turistico presenta dati positivi: arrivi +7,1% e presenze +13,3%. Le tendenze
complessivamente evidenziano una buona performance del settore, confermata anche
dall’aumento del volume d’affari registrato nel secondo trimestre dell’anno (+2,2% rispetto al
medesimo periodo del 2016).
Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo del 2,6% (dati al 31/07/2017
rispetto al 31/07/2016), analogamente alla dinamica del settore principale (trasporti e
magazzinaggio) pari al -3,8%.
In relazione al mercato del lavoro, le elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat
Forze di lavoro relativi al primo trimestre 2017, rilevano:
 un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (67,9%) lievemente inferiore al dato regionale
   (68,8%) e migliore di quello nazionale (57,4%);

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 un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (6,7%) in linea con il dato regionale (6,6%)
  ma decisamente migliore del livello nazionale (11,7%).
Il saldo occupazionale dei lavoratori dipendenti al primo trimestre del 2017 è positivo per 1.416
unità (dati destagionalizzati), al secondo posto in regione, in termini assoluti, dopo quello della
provincia di Rimini. In flessione le assunzioni (-0,9% rispetto al trimestre precedente) e le
cessazioni (-5,0%).
Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-luglio 2017,
risultano autorizzate n. 1.996.404 ore totali con una flessione, rispetto ad analogo periodo 2016,
del 35,7,0%. I principali settori interessati sono Costruzioni, Industria del legno e “fabbricazione di
prodotti in metallo”.
Riguardo all’andamento del credito, a giugno 2017 i prestiti bancari alle imprese risultano in
diminuzione (-2,5% rispetto al medesimo periodo del 2016). Tra i macrosettori di attività
economica, la contrazione dei prestiti si riscontra per le costruzioni (-10,2%), i servizi (-1,1%) e le
attività manifatturiere (-7,2%, in continuità a quanto rilevato nel trimestre precedente).
Le sofferenze sugli impieghi totali, al 31/03/2017, sono state pari al 13,10% (Emilia-Romagna
12,42%, Italia 10,32%). Ancora elevato è il ritmo di crescita delle nuove sofferenze (+3,4%) rilevato
in provincia nel secondo trimestre 2017.
Gli scenari di previsione aggiornati, predisposti da Prometeia e riferiti a luglio, infine, stimano, per
la provincia di Forlì-Cesena, per il 2017 un aumento del valore aggiunto dell’1,3% (Emilia-
Romagna +1,4%; Italia +1,1%) e per il 2018 un incremento dello stesso dell’1,2% (Emilia-
Romagna +1,2%; Italia +0,9%).

I dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini
I dati aggiornati a metà del 2017 mostrano nel complesso un buon andamento dell’economia
riminese, probabilmente la migliore dall’inizio della crisi. In generale: stabili le localizzazioni attive
(pur con un lieve calo delle sedi), incrementi nelle variabili congiunturali dell’industria manifatturiera
(in merito a produzione e fatturato), buona performance dell’export (pur con aumenti inferiori alla
media regionale e al dato nazionale), segno più nel movimento turistico riguardo ad arrivi e
presenze (soprattutto straniere) e diminuzione nell’utilizzo delle ore di Cassa Integrazione
Guadagni (soprattutto di quelle concernenti la CIG straordinaria); a ciò si aggiunge la positiva
dinamica dei prestiti alle imprese, che ha interrotto un trend sfavorevole che durava ormai da
tempo. Tra le note invece non positive, va sottolineato il persistere del trend negativo delle vendite
del commercio al dettaglio (negli esercizi della piccola e media distribuzione), il livello elevato del
tasso di disoccupazione e la dinamica fortemente negativa delle sofferenze bancarie.
Nel complesso, gli scenari predisposti da Prometeia (aggiornati a luglio) prevedono un aumento
del valore aggiunto provinciale dell’1,3% per il 2017 e dell’1,1% per il 2018, trend in linea con
quello regionale e migliore di quello nazionale.

I principali indicatori
Il tessuto imprenditoriale provinciale (al 30 giugno 2017), è costituito da 43.228 localizzazioni
attive (sedi e unità locali), stabili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il numero delle
imprese attive, 34.441 al 31/07/2017, registra invece una lieve flessione dello 0,4%. I settori
principali in diminuzione sono: Costruzioni, Agricoltura, Manifatturiero, Commercio e Immobiliare;
in deciso aumento invece il settore dei Servizi alle imprese mentre risultano stabili i servizi di

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Alloggio e ristorazione.
Le società di capitale, pari al 20,1% del totale (escluso il settore agricolo), rappresentano una
quota progressivamente crescente delle imprese. Inoltre, ben il 94,8% del sistema imprenditoriale
provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti (microimprese).
Il rapporto abitanti per impresa evidenza un’imprenditorialità particolarmente diffusa in provincia
(9,8 abitanti per impresa) rispetto agli altri ambiti territoriali di riferimento (Emilia-Romagna: 10,9
Italia: 11,8). Le start up innovative al 12/09/17 risultano 95, con un forte incremento rispetto a
settembre 2016 (+44%).
In flessione il numero delle imprese artigiane (9.729 unità al 30/06/2017, -1,1% rispetto allo
stesso periodo del 2016). Decresce anche il numero delle imprese cooperative (310 unità al
31/07/2017; -2,2% rispetto al 31/07/16).
Riguardo ai settori, variazione annua negativa per le imprese agricole (2.540 sedi attive al
31/07/2017) che sul territorio provinciale fanno registrare un calo dell’1,7% rispetto al 31/07/2016
(dovuto principalmente alla flessione delle imprese individuali); crescono invece i produttori agricoli
dediti al biologico (207 unità al 31/12/16, +14,4% sul 2015).
Note positive invece per le attività manifatturiere; al 2° trimestre 2017, infatti, i dati relativi
all’indagine congiunturale mostrano gli indicatori provinciali con il segno più in merito a produzione
e fatturato (con percentuali di crescita superiori a quelle regionali) con l’unica nota stonata
rappresentata dal calo degli ordinativi. Rispetto al 2° trimestre 2016, si hanno: produzione +5,0%,
fatturato totale +6,7%, fatturato estero +2,5%, ordinativi totali -1,5% e ordinativi esteri +1,4%. Dal
punto di vista strutturale, si rileva una lieve diminuzione annua (-0,3%) della consistenza delle
imprese manifatturiere attive al 31/07/2017, che si attestano sulle 2.609 unità.
Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al
31/07/2017 sono 4.908 (-1,8% rispetto al 31/07/2016). Stabile però il volume d’affari del settore:
+0,8% nel 2° trimestre del 2017, rispetto ad analogo periodo del 2016.
Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 2° trimestre 2017 rispetto allo stesso trimestre
del 2016 continuano ad essere in diminuzione (-4,0%). Le performance sono differenti per i vari
comparti (alimentare: -1,3%, non alimentare: -5,4%, supermercati/iper: +0,4%) e per classe
dimensionale (piccola distribuzione: -5,8%, media distribuzione: -6,3%, grande distribuzione:
+0,4%).
In calo anche la consistenza delle imprese attive nel settore del commercio nel suo complesso
(ingrosso, dettaglio, riparazione autoveicoli) che, al 31/07/2017, risultano essere 9.000 (-0,8% sul
medesimo periodo del 2016) e, nello specifico, le attività del commercio al dettaglio (5.197
aziende, -1,8%).
Buona la performance dell’export provinciale nei primi sei mesi del 2017: +5,7% rispetto ad
analogo periodo 2016. Risultato positivo determinato soprattutto dalle esportazioni del settore
tessile-abbigliamento-calzature (+3,3%, principale settore export), dei macchinari ed apparecchi
(+18,7%) e dei prodotti alimentari e delle bevande (+44,0%); in decisa flessione, invece, uno dei
principali settori rappresentato dai mezzi di trasporto, in particolare navi e imbarcazioni, (-28,7%).
Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 53,5% del totale delle esportazioni
provinciali) crescono del 6%; tra le altre macro aree maggiormente significative, aumenta l’export
verso i Paesi Europei non UE (+19,5%) e l’Asia Orientale (+12,8%) mentre calano lievemente i
flussi commerciali verso l’America Settentrionale (-0,5%). Le importazioni provinciali, nel

                      Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Relazione Previsionale e Programmatica 2018                          10

complesso, registrano un incremento del 5,3%.
Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (4.747 unità al 31/07/2017),
rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 31/07/2016 (+0,1%). Nei primi sette mesi del 2017, il
movimento turistico presenta dati molto positivi: arrivi +7,6% e presenze +5,1%, con variazioni
positive sia riguardo alla clientela italiana (arrivi: +7,5%, presenze: +4,0%) che soprattutto estera
(arrivi: +8,2%, presenze: +8,6%). Diminuisce lievemente, invece, il volume d’affari registrato dal
settore nel secondo trimestre dell’anno (-0,5% rispetto al medesimo trimestre del 2016).
Comparto dei trasporti: le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo del
3,0% (dati al 31/07/2017 rispetto al 31/07/2016); in generale, il settore trasporti nel suo complesso
(1.032 imprese attive al 31/07/17) fa registrare una flessione annua dell’1,1%. Positivi, invece, i
dati sul movimento passeggeri all’aeroporto F. Fellini: +32,3% di arrivi e +37,7% di partenze nel
periodo gennaio-luglio 2017, rispetto ai primi sette mesi del 2016.
I dati dell’indagine Istat sulle Forze di lavoro relativi al 1° trimestre 2017 (media 2° trimestre 2016
- 1° trimestre 2017), elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, rilevano:
 un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (63,1%) inferiore al dato regionale (68,8%) e
   superiore al dato nazionale (57,4%);
 un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (10,3%) superiore al dato regionale (6,6%)
   e inferiore al dato nazionale (11,7%);
 un tasso di disoccupazione provinciale giovanile 15-24 anni (31,8%) superiore al dato regionale
   (22,0%) e inferiore al dato nazionale (37,0%);
Notizie positive sul fronte dei rapporti di lavoro dipendente nei primi tre mesi dell’anno, dove Rimini
presenta il miglior saldo assunzioni-cessazioni (dati destagionalizzati) tra le province emiliano-
romagnole: +1.602; aumentano quindi le posizioni lavorative in provincia.
Buone notizie riguardo alla Cassa Integrazione Guadagni; infatti nel periodo gennaio-luglio 2017
risultano autorizzate poco più di 2 milioni di ore, con una variazione, rispetto ad analogo periodo
2016, del -34,5%. Ciò è dovuto, da un lato, al forte calo della CIG Straordinaria (-25,0%) (tipologia
che assorbe il 75% delle ore di CIG) e, dall’altro, alla robusta diminuzione nel Settore
Manifatturiero (-47,9%) (dove si concentra il 61% delle ore di CIG).
Riguardo all’andamento del credito, a giugno 2017 i prestiti bancari alle imprese risultano in
aumento (+0,6% rispetto al medesimo periodo del 2016). Aumentano i prestiti verso le Attività
Manifatturiere (+5,3%) e i Servizi (+1,3%) mentre diminuiscono quelli verso le Costruzioni (-7,8%).
Le sofferenze sugli impieghi totali, al primo trimestre 2017, sono state pari al 16,09% (Emilia-
Romagna: 12,42%, Italia: 10,32%). Ancora molto elevato è il ritmo di crescita delle nuove
sofferenze (+3,4%) rilevato in provincia nel primo trimestre 2017.
Infine, gli scenari di previsione, elaborati da Prometeia e aggiornati a luglio, stimano, per la
provincia di Rimini, per il 2017 un aumento del valore aggiunto dell’1,3% (Emilia-Romagna +1,4%;
Italia +1,1%) e per il 2018 un incremento dello stesso dell’1,1% (Emilia-Romagna +1,2%; Italia
+0,9%).

                      Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Relazione Previsionale e Programmatica 2018                                     11

In sintesi, l’Osservatorio Economico della Camera di commercio monitora le dinamiche
complessive della Romagna con focus di approfondimento per le province di Forlì-Cesena e di
Rimini ed è consultabile all’indirizzo: www.romagna.camcom.gov.it/Informazione economico
statistica/

                                        OSSERVATORIO ECONOMICO
                                            Principali indicatori

                                              Forlì-               Romagna                                  Periodo di
                 Indicatore                                Rimini                 Unità di misura
                                                                                                            riferimento
                                             Cesena                 (FC-RN)
Popolazione residente                         394.067      336.786    730.853 abitanti                    31/12/2016
                                                                                                          31/12/2016 su
Popolazione residente                           -0,14%       0,39%        0,11% var.%                     1/1/2016
Stranieri residenti                             41.368       36.137      77.505 abitanti                  31/12/2016
Imprese attive                                  37.321       34.441      71.762 imprese                   31/7/2017
                                                                                                          31/7/2017 su
Imprese attive                                  -1,00%      -0,40%       -0,70% var.%                     31/7/2016
Valore Aggiunto                                 1,30%        1,10%        1,20% var.%                     2016 su 2015
Valore Aggiunto                                 1,30%        1,30%        1,30% var.%                     2017 su 2016
                                                                                                          gen-giu 2017 su
Export                                         11,80%        5,70%        9,40% var.%                     gen-giu 2016
                                                                                                          agosto 2017 su
Prezzi al consumo comune capoluogo              0,90%        0,90%           ---- var.%                   agosto 2016
                                                                                                          annata agraria
Produzione Lorda Vendibile Agricola             -5,10%      -9,20%           ---- var.%                   2016 su 2015
Produzione industriale (da 10 addetti                                                                     2°t.2017 su
                                                4,30%           ----         ---- var.% (VPsa)            2°t.2016
ed oltre)
Produzione industriale (da 1 a 500                                                                        2°t.2017 su
                                                    ----     5,00%        1,60% var.%                     2°t.2016
addetti)
                                                                                                          2°t.2017 su
Volume d'affari Costruzioni                     1,00%        0,80%        0,90% var.%                     2°t.2016
                                                                                                          2°t.2017 su
Vendite nel Commercio al dettaglio              -1,30%      -4,00%       -2,70% var.%                     2°t.2016
Volume d'affari Alloggio e                                                                                2°t.2017 su
                                                2,20%       -0,50%        0,40% var.%                     2°t.2016
Ristorazione
                                                                                                          giu 2017 su giu
Depositi presso le banche                       2,50%        4,20%           ---- var.%                   2016
                                                                                                          giu 2017 su giu
Prestiti bancari                                -1,10%       0,20%           ---- var.%                   2016
Sofferenze / Impieghi totali                   13,10%       16,09%      14,39% indice di composizione     1° t. 2017
                                                                                                          gen-lug 2017 su
Presenze turistiche                            13,30%        5,10%           ---- var.%                   gen-lug 2016
                                                                                    occupati su pop. di
Tasso di occupazione                           50,90%       48,70%      49,90% riferimento                anno 2016
                                                                                    persone in cerca di
Tasso di disoccupazione                         7,50%        9,10%         8,2% occupazione su forze di anno 2016
                                                                                    lavoro
Cassa integrazione (ordinaria,
                                             1.996.404 2.008.802 4.005.206 ore                            gen-lug 2017
straordinaria e in deroga)
Cassa integrazione (ordinaria,                                                                            gen-lug 2017 su
                                              -35,90%       -34,5%     -35,10% var.%                      gen-lug 2016
straordinaria e in deroga)
Ns. elaborazione su fonti varie

                             Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Relazione Previsionale e Programmatica 2018                             12

                                    DRIVER E ASSET STRATEGICI
Il territorio di riferimento della nuova Camera di commercio costituisce un’importante realtà economica
e la valorizzazione dei numerosi asset strategici dei quali è dotata rappresenta una grande sfida ma
anche una grande opportunità. Le prospettive di integrazione e di sinergia tra i sistemi economici
forlivese, cesenate e riminese, diversi ma per molti aspetti complementari, caratterizzati dalla
diffusione di piccole e micro imprese e da una consistente dotazione infrastrutturale, rende il territorio
risultante dall’accorpamento potenzialmente molto competitivo e attrattivo.
Dimensione identitaria, culturale e storico-geografica comune, sistemi locali del lavoro contigui,
importanti filiere, valorizzazione integrata del patrimonio culturale e ambientale, delle eccellenze e
delle tipicità, rappresentano importanti punti di forza sui quali lavorare.
Il territorio di riferimento della nuova Camera è inoltre caratterizzato da numerose specializzazioni
e competenze distintive riconducibili a “filiere”, rappresentate di seguito in ordine di ATECO, sulle
quali possono essere sviluppate specifiche progettualità:
 Agroalimentare: ortofrutta, avicoltura, vitivinicoltura, olivicoltura, settore ittico e produzioni tipiche;
 Meccanica: fabbricazione di macchine utensili, macchine per l’industria alimentare, macchine
    per l’imballaggio, macchine agricole, macchine per la lavorazione del legno, metalmeccanica;
 Sistema Moda: abbigliamento, calzature e accessori;
 Sistema Abitare (fra cui mobile imbottito) e contract alberghiero;
 Nautica da diporto;
 Costruzioni e mercato immobiliare;
 Commercio: grande distribuzione organizzata e commercio tradizionale nei centri storici;
 Turismo: ruolo fondamentale del turismo balneare e congressuale e del turismo termale,
    collinare, montano, culturale e delle città d’arte;
 Servizi alle persone e alle imprese (ruolo rilevante e strategico dell’ICT e del terziario avanzato);
 Terzo settore: ruolo determinante del non profit per assicurare livelli elevati di coesione.
Da sottolineare inoltre:
 “Benessere, cultura, tempo libero e divertimento”: tra gli elementi distintivi progetti come la
  “Wellness Valley” e iniziative come la “Settimana del Buonvivere” e in generale la possibilità di
  valorizzare in una logica integrata l’ampia offerta in termini di ambiente, cultura, eventi, parchi
  tematici, discoteche e locali, sport, enogastronomia.
Partendo da queste opportunità e dalle altre che si possono creare, è importante quindi lavorare
con le imprese driver in un’ottica di filiera per aggregare intorno a loro il maggior numero possibile
di PMI e coinvolgerle in percorsi di innovazione e di internazionalizzazione.
Anche la dotazione infrastrutturale del territorio si presenta particolarmente ricca e caratterizzata
da importanti asset - non solo in termini di infrastrutture per la mobilità e la logistica ma anche in
relazione a fiere, congressi, tecnopoli, incubatori, centri di ricerca, campus universitari - sui quali
realizzare strategie e sinergie.
La nuova Camera di commercio rappresenta quindi un’occasione importante per sviluppare e
moltiplicare la possibilità di accedere a risorse significative, renderne ancora più efficiente l’utilizzo
con investimenti che valorizzino le potenzialità del sistema imprenditoriale creando le condizioni
per un nuovo modello di sviluppo che parta dalle caratteristiche dei territori per realizzare un
ecosistema sociale ed economico aperto e innovativo.

                       Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Relazione Previsionale e Programmatica 2018                                                                13

                                                                     ANALISI SWOT
                                                      Soggetto: Sistema Imprenditoriale territoriale
                                                         Obiettivo: Migliorarne la competitività
                                                 Punti di forza                                                               Punti di debolezza
                    Collocazione geografica e logistica favorevoli e ricchezza di               Criticità nell’asset di alcune infrastrutture strategiche e nei livelli di
                     opportunità di sviluppo economico                                            dotazione infrastrutturale avanzata
                    Buoni livelli di dotazione infrastrutturale di base                         Scarsa strutturazione media delle imprese: dimensionale, giuridica,
                    Varietà ambientale: costa marittima, pianura, collina, montagna              finanziaria e patrimoniale
                    Benessere diffuso e qualità della vita elevata                              Attrattività degli investimenti da potenziare
                    Attrattività demografica e turistica del territorio                         Scarsa presenza di settori e produzioni high tech
                    Solido posizionamento nei settori produttivi tradizionali                   Scarsa presenza di imprese driver nel territorio
                    Mix produttivo ed economico articolato (plurispecializzazioni)              Rilevanza dei rapporti di subfornitura
                    Rilevanza di comparti “anticiclici”                                         Prevalenza della Manifattura di tipo tradizionale
                    Presenza di importanti filiere produttive (ortofrutta, avicoltura,          Bassa diffusione di reti di imprese
                     meccanica, turismo) e di alcune riconducibili al Made in Italy              Diffusione di imprenditorialità come forma di auto impiego
                     (calzature, mobile imbottito, moda, nautico)                                Sviluppo imprenditoria immigrata in settori a basso valore aggiunto
                    Competenze di base diffuse e aree di specializzazione distintive            Scarsa propensione dei giovani all’imprenditorialità
                    Elevata propensione ad intraprendere un’attività autonoma                   Livelli di imprenditorialità femminile inferiori alla media nazionale
Elementi interni

                    Ricchezza di produzioni tipiche                                             Basso livello di Start up innovative nel settore manifatturiero
                    Rilevanza del terziario tradizionale (commercio e turismo)                  Approccio debole alla Strategia di Specializzazione intelligente
                    Presenza di alcune grandi imprese                                           Livelli non elevati di internazionalizzazione
                    Capacità delle piccole e medie imprese di alimentare la connettività        Scarso livello di innovatività rispetto alle aree driver a livello nazionale
                     del tessuto produttivo e sociale                                            Dimensione di scala delle imprese non ottimale per effettuare
                    Rilevanza dell’artigianato anche per la diffusione di abilità e              investimenti differenziali, specialmente in R&S
                     competenze e presidio della tradizione                                      Livelli scarsamente qualificati dei fabbisogni professionali espressi
                    Rilevanza di imprese cooperative per la diffusione dello spirito             dalle imprese
                     solidaristico                                                               Fragilità del tessuto produttivo nelle aree collinari e montane
                    Elevata presenza di start up nel terziario                                  Leva dell’ICT sottoutilizzata e livello delle competenze specifiche
                    Importanza del Terzo settore e in particolare della cooperazione             scarsamente diffuse
                     sociale per la coesione                                                     Sottocapitalizzazione e eccessiva dipendenza dal credito bancario
                    Apertura all’imprenditoria non italiana                                     Scarsa capacità di cattura fonti di finanziamento nazionali ed
                    Rilevanza e sviluppo dei “grandi servizi”: Università, Sanità e              internazionali
                     cultura                                                                     Scarso collegamento tra Università, Ricerca e Imprese
                                                                                                 Criticità nel livello di diffusione dell’ICT e dei servizi alle imprese
                                                                                                 Terziario avanzato scarsamente sviluppato
                                                                                                 Difficoltà nel ricambio generazionale
                                                    Opportunità                                                                    Minacce
                      Propensione degli attori locali al dialogo e a forme di concertazione  Incertezza del contesto politico ed economico internazionale e
                      Progettualità a geografia variabile e di area vasta                        nazionale
                      Presenza di Insediamenti universitari, di Centri di ricerca e di  Scarsa competitività del Sistema Paese e dei livelli di crescita
                       Tecnopoli                                                                 Vulnerabilità rispetto alla concorrenza internazionale (specialmente
                      Presenza di specializzazioni e filiere sviluppate                          su costo del lavoro)
                      Ruolo da sviluppare delle imprese driver                                  Ridimensionamento della base imprenditoriale e dell’occupazione
                      Presenza di infrastrutture integrabili                                     per effetto della crisi
                      Potenziale turistico espandibile/diversificabile e indotto sui settori  Livello elevato di disoccupazione giovanile
                       commercio e servizi                                                       Disinvestimento nella formazione continua
                      Processi di consolidamento e strutturazione delle PMI                     Processo di ricomposizione strutturale del settore agricolo
                      Ruolo dei Consorzi di garanzia                                            Impoverimento del nucleo produttivo manifatturiero e artigiano
Elementi esterni

                      Elevato potenziale di innovazione                                         Crisi strutturale in settori strategici come l’edilizia
                      Leva dell’ICT                                                             Crisi del commercio tradizionale e dei centri storici
                      Leva della Green e Blue economy                                           Destrutturazione del tessuto produttivo artigiano
                      Leva dell’internazionalizzazione                                          Criticità nella cooperazione sociale dovute alla crisi ed alla
                      Leva della Responsabilità sociale delle imprese (CSR)                      subalternità con il settore pubblico
                      Informazione economica e big data come fattori di competitività           Aumento straordinario delle sofferenze bancarie
                      Sviluppo dell’Amministrazione digitale e dell’E-Government                Riduzione degli investimenti
                      Effetto driver delle prospettive di ripresa economica                     Diffuso calo della redditività aziendale
                      Paradigma della industria 4.0: ruolo nuovo dell’industria manifatturiera  Elevata pressione fiscale
                      Ruolo strategico delle attività creative                                  Processi burocratici complessi e onerosi
                      Sviluppo dei grandi servizi: formazione universitaria, sanità e cultura  Costi e tempi eccessivi della giustizia civile
                      Accesso a Fondi comunitari                                                Regolamentazione delle attività produttive eccessivamente
                      Attrazione di capitali e talenti per produrre innovazione                  complessa
                      Sviluppo di Smart cities
                      Creazione di un’Agenda strategica per lo sviluppo e la competitività
                       del territorio

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1.2 LE PRINCIPALI NOVITÀ NORMATIVE
Il quadro normativo di riferimento per le Camere di commercio è ampio e articolato e tocca vari
ambiti di interesse. Ai fini del processo di programmazione pluriennale, per ragioni di efficacia e di
sintesi, sono riportati di seguito i principali provvedimenti che hanno aggiornato il quadro normativo
che disciplina le Camere di commercio e la loro azione.

Decreto Ministro dello Sviluppo Economico 8 agosto 2017 – Razionalizzazione del sistema
camerale
Il primo intervento normativo da evidenziare è il Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 8
agosto 2017 con il quale il Ministero, sulla base della proposta di Unioncamere, ha portato a
conclusione il piano di accorpamento che ha ridisegnato la nuova mappa geografica delle Camere
di commercio italiane. Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
n. 219 del 19 settembre 2017.
Giunge quindi al traguardo il processo di “razionalizzazione” del Sistema Camerale avviato con
l’art. 10 della Legge 7 agosto 2015, n. 124 (c.d. Legge Madia) e poi proseguito con i D.Lgs. 25
novembre 2016, n. 219 (decreto recante “Attuazione della delega di cui all'articolo 10 della legge 7
agosto 2015, n. 124, per il riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura”).
Sebbene vi siano alcuni punti sui quali è ragionevole attendersi istruzioni e chiarimenti da parte del
Ministero, di seguito sono riportati i punti salienti dell’intervento normativo in esame.
1. Permanendo in ogni caso l’obbligo di accorpamento per le Camere di commercio con meno di
   75.000 imprese, le Camere di commercio si ridurranno dalle attuali 95 (dal numero pare
   evidente che vi erano già stati dei processi di accorpamento di natura volontaria) a 60
   salvaguardando, coerentemente ai criteri stabiliti dal D.Lgs. n. 219/2016, la presenza di almeno
   una Camera di commercio in ciascuna Regione.
2. Le sedi secondarie delle Camere di commercio scendono del 20%, con una riduzione
   complessiva di un quarto dei metri quadrati utilizzati e la messa a reddito degli uffici non utilizzati.
3. Le Aziende speciali delle Camere di commercio saranno ridotte, attraverso una scansione
   temporale articolata in due fasi, dalle attuali 96 a 58.
4. Le Unioni Regionali delle Camere di commercio saranno limitate nel numero, con l’obbligo di
   liquidazione nel caso di Regioni con Camere di commercio inferiori a 3 e ulteriore valutazione
   circa la necessità del loro mantenimento.
5. Infine, è prevista anche una razionalizzazione delle sedi camerali e dei relativi spazi fisici (al
   proposito, va rilevato che il decreto sul punto non pare chiaro e non si può determinare
   immediatamente cosa occorra fare per detti interventi di razionalizzazione degli immobili) e la
   razionalizzazione organizzativa, con rideterminazione delle dotazioni organiche dirigenziali e non.
6. Per quello che riguarda la Camera di commercio della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini, va
   evidenziato che al nostro Ente, nato da un processo di accorpamento di natura volontaria e non
   obbligatoria, sono riconosciuti sia la circoscrizione territoriale originaria prevista all’atto della sua
   costituzione che la dizione Camera di commercio della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini (v.
   Allegato A del Decreto). E’ poi confermata e riconosciuta l’esistenza della nostra Azienda
   Speciale CISE (Allegato C del Decreto) ed prevista per l’Ente una dotazione organica di n. 129
   unità, con n. 3 figure dirigenziali (Allegato D del Decreto).

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In definitiva, si apre una nuova fase per il Sistema Camerale e per le Camere di commercio in
particolare che prevede anche lo svolgimento di nuove funzioni quali quelle in tema di
digitalizzazione, orientamento e formazione, valorizzazione del turismo e del patrimonio culturale
attribuite dal citato D.Lgs. n. 219/2016.

Decreto Legislativo 16 giugno 2017, n. 100 – Correzioni al Testo unico delle società a
partecipazione pubblica
Il D.Lgs. 16 giugno 2017 nasce come correttivo del D.Lgs 75/2016, recante Testo unico delle
società a partecipazione pubblica.
Si è cercato così da una parte di rendere più coerente il Testo Unico delle società a partecipazione
pubblica e dall’altra di superare le criticità emerse in seguito alla sentenza della Corte
Costituzionale n. 251/2016 con la quale era stata dichiarata l’illegittimità, fra l’altro, dell’art. 18 della
Legge 124/2015, norma in attuazione della quale è stato emanato il D.Lgs. 175/2016.
Come commentato da autorevoli giuristi1, queste le principali novità del Decreto correttivo.
Precisazioni sulle società partecipate da società quotate (art. 1, comma 5)
E’ stato previsto che le disposizioni del T.U., oltre che ad essere applicate, solo se espressamente
previsto, alle società quotate, si applicano anche alle società da esse partecipate, salvo che
queste ultime siano, non per il tramite di società quotate, controllate o partecipate da
amministrazioni pubbliche. Quindi le società partecipate da una società quotata applicano le norme
del T.U. solo se espressamente previsto, ma se sono controllare dalle Amministrazioni pubbliche
applicano tutte le norme del T.U.
Precisazioni in merito alla definizione di società (art. 2, comma 1, lett. l)
La definizione di “società” è stata ampliata attraverso l’inclusione delle società consortili. Pertanto,
con il termine “società” devono intendersi ai fini del T.U. gli organismi di cui ai Titoli V e VI, Capo I,
del Libro V del Codice Civile, anche aventi come oggetto sociale lo svolgimento di attività consortili
di cui all’art. 2615-ter del Codice Civile.
Ampliamento delle attività svolte da società strumentali (art. 4, comma 2, lett. d)
Prima del decreto correttivo era previsto che le Amministrazioni pubbliche potessero costituire
società e acquisire o mantenere partecipazioni in società esclusivamente per lo svolgimento di
determinate attività, fra cui quelle di autoproduzione di beni o servizi strumentali all'Ente o agli Enti
pubblici partecipanti, nel rispetto delle condizioni stabilite dalle direttive europee in materia di
contratti pubblici e della relativa disciplina nazionale di recepimento. Con il decreto correttivo a
questa attività di autoproduzione di beni o servizi strumentali viene correttamente aggiunta anche
quella di svolgimento di funzioni normalmente attribuite alle Amministrazioni pubbliche, rendendo
quindi la previsione normativa più coerente con l’attività realmente svolta da società strumentali.
Deroga per le società regionali (art. 4, comma 9)
Rappresenta una novità importante del decreto correttivo e, allo stesso tempo, la concessione che il
Governo ha dovuto fare alle Regioni per ottenere la necessaria “intesa” per superare i rilievi della
Corte Costituzionale. In pratica, è oggi previsto che i Presidenti di Regione e delle province
autonome di Trento e Bolzano possono deliberare l'esclusione totale o parziale dell'applicazione

1
    Si veda il contributo elaborato da Alessandro Manetti, Responsabile Scientifico CE.S.PA. - Centro Studi Partecipate.

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delle disposizioni dell’art. 4 del T.U. per singole società partecipate. A prescindere dall’attività svolta
dalla società partecipata, sarà sufficiente che il Presidente della Regione o il Presidente della
Provincia Autonoma ne dichiari la stretta necessità per il perseguimento delle finalità istituzionali del
proprio Ente. I provvedimenti adottati, tuttavia, dovranno essere trasmessi alla competente Sezione
regionale di controllo della Corte dei conti, alla struttura di monitoraggio, indirizzo e coordinamento
del MEF, nonché alle Camere ai fini della comunicazione alle commissioni parlamentari competenti.
Servizi economici di interesse generale a rete (art. 4, comma 9-bis)
Con l’introduzione all’art. 4 del nuovo comma 9-bis è stato previsto che, nel rispetto della disciplina
europea, le Amministrazioni pubbliche possono acquisire o mantenere partecipazioni in società
che producono servizi economici di interesse generale a rete, di cui all'art. 3-bis del D.L. 138/2011,
anche fuori dall'ambito territoriale della collettività di riferimento, purché l'affidamento dei servizi, in
corso e nuovi, sia avvenuto e avvenga tramite procedure ad evidenza pubblica.
Questa disposizione consentirà in futuro agli Enti territoriali di acquisire o mantenere
legittimamente una partecipazione in una società che gestisce un servizio pubblico locale a rete in
un’altra parte d’Italia, purché tale società abbia acquisito il servizio partecipando ad una gara.
Non è tuttavia consentita la partecipazione a società strutturalmente in perdita; infatti, trova
applicazione l’art. 20, comma 2, let. e) del T.U., con la conseguenza che se la società ha prodotto
o produrrà un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti, le relative partecipazioni
dovranno essere alienate in attuazione del piano periodico di razionalizzazione.
Semplificazioni del procedimento di costituzione di una società o di acquisto di partecipazioni (art. 5)
Come noto, il T.U. consente ancora oggi alle Amministrazioni pubbliche di costituire nuove società
e di acquisire nuove partecipazioni societarie, prevedendo tuttavia un procedimento più complesso
rispetto al passato. Il decreto correttivo ha mitigato parte di questo procedimento, stabilendo
l’eliminazione dell’obbligo di indicare nella deliberazione la possibilità di destinazione alternativa
delle risorse pubbliche impegnate.
E’ rimasto invece l’onere di sottoporre la decisione a consultazione pubblica, ma è stato aggiunto
che ciò dovrà avvenire secondo modalità disciplinate direttamente dall’Amministrazione pubblica
interessata. Quest’obbligo continua a destare una certa perplessità.
Limiti alla composizione dell’organo amministrativo (art. 11)
Rappresenta una delle novità più rilevanti del decreto correttivo. Con la sostituzione integrale del
comma 3 dell’art. 11 del T.U. viene oggi data la possibilità alle singole società in controllo pubblico
di verificare autonomamente se adottare un organo amministrativo collegiale al posto di quello
monocratico. Quindi, fermo restando che nelle società in controllo pubblico l’organo amministrativo
è costituito, di norma, dall’Amministratore Unico, l'assemblea ha comunque la possibilità di disporre
che la società sia amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque
membri, ovvero che sia adottato uno dei sistemi alternativi di amministrazione e controllo previsti
dal Codice Civile. La delibera assembleare dovrà essere adeguatamente motivata con riguardo a
specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei
costi della società e dovrà essere trasmessa alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti
e alla struttura di monitoraggio, indirizzo e coordinamento del MEF. Si raccomanda prudenza nella
scelta, anche tenuto conto del fatto che, soprattutto nelle società “in house”, l’organo amministrativo
è un mero esecutore degli indirizzi espressi dai soci; pertanto, la scelta di un consiglio di
amministrazione al posto dell’Amministratore Unico è spesso difficile da motivare.

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Società in perdita strutturale (art. 14)
Con riferimento alle società in perdita per almeno tre esercizi consecutivi, l’art. 14, comma 5, del
T.U. vieta alle Amministrazioni Pubbliche di effettuare una serie di operazioni; fra queste era
inizialmente previsto il divieto di “effettuare” aumenti di capitale. Il decreto correttivo ha sostituito il
verbo “effettuare” con “sottoscrivere” aumenti di capitale. La modifica, apparentemente poco
significativa, serve ad evitare comportamenti poco virtuosi: nelle società strutturalmente in perdita,
infatti, la formulazione precedente della norma poteva consentire di porre in essere operazioni di
copertura di perdite mediante l’abbattimento del capitale sociale e la successiva ricostituzione dello
stesso mediante sottoscrizione da parte delle Amministrazioni pubbliche socie, senza poi che
venisse effettuato il necessario versamento del capitale sottoscritto (che era vietato dal comma 5
citato). In questo modo, una società strutturalmente in perdita poteva apparire risanata
dall’intervento dei soci, senza tuttavia che venisse dotata delle risorse finanziarie necessarie. Con
il decreto correttivo, il divieto di ricapitalizzazione per le Amministrazioni viene anticipato alla fase
di sottoscrizione dell’aumento di capitale, eliminando ogni possibilità di comportamenti “borderline”.
Produzione ulteriore per le società “in house” (art. 16)
Il decreto correttivo è intervenuto anche in materia di società “in house”, inserendo il comma 3-bis
all’art. 16 del T.U., con il quale è stato precisato che la produzione ulteriore rispetto al limite
dell’80% di fatturato da effettuare con le Amministrazioni pubbliche, può derivare anche dallo
svolgimento di prestazioni diverse rispetto a quelle erogate ai soci. Tuttavia, come in precedenza, il
fatturato realizzato con soggetti non soci è consentito solo a condizione che la relativa produzione
permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso dell’attività
principale della società.
Indirizzi in merito alla gestione del personale (art. 19, comma 5)
L’integrazione effettuata all’art. 19 comma 5 del T.U. è destinata a produrre effetti notevoli sulla
futura gestione del personale delle società in controllo pubblico e, di conseguenza, sugli obiettivi di
riduzione della spesa pubblica che il legislatore persegue da diversi anni.
L’art. 19, comma 5, stabilisce che le Amministrazioni pubbliche socie delle società in controllo
pubblico sono tenute a fissare, con propri provvedimenti, obiettivi specifici, annuali e pluriennali,
sul complesso delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle per il personale, anche attraverso
il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni di personale e tenuto conto: (i) di quanto
stabilito in materia di mobilità dei lavoratori dichiarati in esubero (art. 25); (ii) delle eventuali
disposizioni che stabiliscono, a loro carico, divieti o limitazioni alle assunzioni di personale.
Il decreto correttivo ha aggiunto che la fissazione dei suddetti obiettivi debba avvenire anche
“tenendo conto del settore in cui ciascun soggetto opera”. Si tratta di una puntualizzazione
importante che consentirà verosimilmente alle Amministrazioni pubbliche di fissare obiettivi di
contenimento delle spese di funzionamento e del personale tenendo conto delle specificità delle
società controllate e dei contesti in cui le stesse svolgono la propria attività.
Quindi, tenuto conto che nel D.Lgs. 175/2016 non è stato riproposto l’obbligo per le società di
attenersi al principio di riduzione dei costi del personale, che era previsto nella legislazione
previgente, in taluni casi potremmo anche assistere ad un incremento delle spese di personale per
motivate esigenze, così come sostenuto, fra l’altro, dalla Corte dei Conti – Sez. reg. controllo
Toscana nella deliberazione n. 1/2015.

                       Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
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