Reddito di cittadinanza: generoso con i single e parsimonioso con le famiglie numerose

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Reddito di cittadinanza: generoso con i single e
       parsimonioso con le famiglie numerose

• Il provvedimento tratta con un unico strumento due problemi che in linea di
principio vanno tenuti distinti e che sono distinti in quasi tutti gli altri paesi: il
sostegno alle famiglie in condizione di disagio sociale e il contrasto alla
disoccupazione.
• I tempi di attuazione della misura sono del tutto incongrui e determineranno
livelli di inefficienza e confusione, che ipotecheranno il funzionamento del
sussidio per molti anni a venire.
• Per mantenere fermo il numero simbolo del Rdc (780 euro), si è costruito un
sistema che limita, spesso in maniera arbitraria, la platea dei beneficiari, è
generoso con i single (cui spetta la misura simbolo di 780 euro) e molto
restrittivo con le famiglie numerose.
• La scala di equivalenza per tenere conto della numerosità dei nuclei famigliari
penalizza fortemente le famiglie numerose, che sono quelle in cui è
maggiormente concentrata la povertà. Anche la misura fissa per l’affitto (280
euro/mese) contribuisce a penalizzare le famiglie numerose.
• Un’ulteriore distorsione è creata dal fatto che l’ammontare del beneficio
erogato non dipende dal territorio, ma è calcolato a livello nazionale. Secondo
l’Istat la soglia di povertà varia sensibilmente al variare del luogo di residenza. Al
sud il costo della vita è dal 25 al 32 per cento (a seconda della dimensione della
città) più basso rispetto al nord, quindi il Reddito di Cittadinanza finirà per essere
relativamente più generoso con le persone residenti nel Mezzogiorno.
A sintesi di queste distorsioni, il massimo beneficio affluisce ai single residenti al
Sud, i quali arriveranno a percepire un reddito fino al 40 per cento superiore
rispetto alla soglia di povertà. Per converso una famiglia con due adulti e due
ragazzi in una città del Nord rimarrà povera, in quanto arriverà a percepire 1.180
euro, a fronte di una soglia di povertà Istat pari a 1.653 euro.
Nel seguito della nota, si sviluppano una serie di confronti con analoghe misure
di contrasto a alla povertà esistenti in altri paesi europei. Emergono due
considerazioni:
• L’entità del sussidio per un single, rapportata al Pil pro capite del paese,
collocherebbe l’Italia al sesto posto in Europa a poca distanza dai paesi nordici e
ben al di sopra di Francia, Germania e Spagna. La collocazione dell’Italia
peggiora man mano che cresce la dimensione famigliare che viene presa a
riferimento per il confronto.
• Per quanto riguarda la platea dei beneficiari, rapportata alla dimensione della
povertà, l’Italia si collocherebbe intorno alla metà della classifica europea, di
gran lunga al di sotto dei paesi scandinavi e di quasi tutti i paesi dell’Europa
Occidentale, ma sopra i paesi dell’Europa centro-orientale. Questo riflette sia i
requisiti stringenti in termini di reddito e patrimonio, sia il requisito di residenza
per stranieri (10 anni di residenza per ottenere il beneficio) che hanno limitato
l’erogazione del Reddito di Cittadinanza ad un numero di famiglie relativamente
basso.
• Per quanto riguarda i requisiti di residenza, l’Italia sarebbe uno dei paesi più
restrittivi in Europa; saranno pochissimi gli stranieri che potranno beneficiare del
Reddito di Cittadinanza. Le famiglie di stranieri sono peraltro tra le più esposte
alla povertà. L’Istat stima che il 30 per cento circa delle famiglie composte da
stranieri vivano in condizioni di povertà assoluta, mentre questa percentuale è di
solo il 5 per cento per le famiglie di soli italiani.

A cura di Andrea Gorga
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

Requisiti
Le condizioni di accesso alla misura considerano, oltre al reddito, anche la ricchezza e il
possesso di beni considerati “di lusso”. Nello specifico:
    1. ISEE inferiore ai 9.360 euro. Questo indicatore tiene conto del reddito, del
       patrimonio e della composizione familiare e consente di valutare la condizione
       economica complessiva di una famiglia.
    2. Reddito inferiore ai 6.000 euro per un single, poi parametrato secondo la scala di
       equivalenza, al crescere della dimensione del nucleo familiare. La soglia aumenta a
       9360 euro nel caso il nucleo familiare risieda in un’abitazione in locazione.
    3. Patrimonio mobiliare inferiore ai 6.000 euro
    4. Patrimonio immobiliare inferiore ai 30.000 euro
    5. Nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario di autoveicoli
       immatricolati nei 6 mesi precedenti la richiesta di erogazione del Reddito di
       Cittadinanza
    6. Nessun componente del nucleo familiare deve possedere auto con cilindrata
       superiore ai 1600cc e motocicli con cilindrata superiore ai 250cc acquistati nei due
       anni precedenti la richiesta di erogazione del beneficio
    7. Nessun componente deve possedere navi e imbarcazioni da diporto

I molteplici requisiti patrimoniali e reddituali misurano le stesse caratteristiche, ma in
modalità differenti. Il reddito per esempio entra nel calcolo dell’ISEE al netto di alcuni costi
come il canone di locazione, quindi può facilmente avvenire che una famiglia, pur avendo
un ISEE inferiore alla soglia, non possa accedere al Reddito di Cittadinanza. Prendiamo
per esempio un caso semplificato di una famiglia con un unico componente che guadagna
10.000 euro ogni anno, non possiede alcun patrimonio e paga 300 euro al mese di affitto
(3.600 euro annui). L’ISEE in questo caso sarebbe pari a 6.400 euro e di gran lunga
inferiore alla soglia, ma un reddito di 10.000 euro non è comunque compatibile con il
secondo requisito e l’individuo in questione non avrà diritto al Reddito di Cittadinanza.
Naturalmente in questo caso l’incentivo a dichiarare un reddito inferiore alla soglia oppure
a ridurre le ore di lavoro è molto elevato.
Anche il patrimonio viene considerato nel calcolo dell’ISEE, ma solo per un ammontare
pari al 20 per cento. Un nucleo familiare composto da una persona con 10.000 euro nel
conto corrente e che non percepisce alcun reddito, ha un ISEE pari a 2.000 euro, ma non

                                               1
rispetta il requisito massimo di patrimonio mobiliare. Naturalmente, anche in questo caso,
l’incentivo ad azzerare il conto comprando asset sicuri (ad esempio l’oro) è molto elevato.
Nel caso in cui si rispettino tutti i requisiti e si sia abili al lavoro, sarà richiesto di
sottoscrivere il Patto per il Lavoro che vincola il richiedente ad accettare una di 3 offerte di
lavoro ritenute congrue con vincolo geografico che si amplia nel tempo: 100 km dalla
residenza nei primi 6 mesi, 250 km nei successivi 6 mesi e l’intero territorio nazionale negli
ultimi 6 mesi di ricezione del sussidio. La durata massima dell’erogazione del reddito sarà
18 mesi con possibilità di rinnovo. Nel secondo ciclo di erogazione, il beneficiario avrà
però l’obbligo di accettare la prima offerta ricevuta senza vincolo geografico.
Nel caso in cui il beneficio sia erogato ingiustamente sulla base di false dichiarazioni, la
pena prevista va da due a sei anni di reclusione: molto severa se si pensa che reati simili
commessi da pubblici ufficiali sono puniti con la reclusione da uno a sei anni1 oppure per
esempio che la pena massima per omicidio colposo è di 5 anni.

Povertà e disoccupazione
Molte delle famiglie che accederanno al Reddito di Cittadinanza sono in condizioni di
disagio sociale, indipendentemente dalla loro condizione lavorativa. La povertà è infatti un
concetto multidimensionale che prende in considerazione diversi fattori: la salute propria e
dei famigliari, la presenza di dipendenze, l’educazione, l’alimentazione, ecc. Una buona
parte degli inoccupati avranno verosimilmente bisogno di assistenza sociale prima di poter
essere inseriti nel mondo del lavoro. Inoltre, una famiglia in povertà assoluta su quattro
non può aumentare la propria offerta di lavoro in quanto le persone in età lavorativa sono
già occupate a tempo pieno.2

Nella maggior parte dei Paesi occidentali, povertà e disoccupazione sono affrontati con
strumenti diversi, ma il governo ha ritenuto di incidere su entrambi attraverso lo stesso
strumento, tarato sulla lotta alla disoccupazione.

È vero che, in casi in cui il disagio sociale esuli dalla sola mancanza di lavoro, viene
sottoscritto il Patto per l’Inclusione Sociale che prevede numerose forme di assistenza tra
cui il sostegno socio-educativo, l’assistenza domiciliare, servizi di mediazione familiare e
culturale ecc. Ma il fatto è che la maggior parte delle risorse andranno a centri per
l’impiego, ANPAL (agenzia per le politiche attive del lavoro) e altri enti preposti a tutelare

1   Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, art. 476 codice penale
2   Baldini, M. and Gallo, G. (2018). Quando il lavoro non ferma la povertà. lavoce.info.
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

gli individui esclusivamente dall’assenza di lavoro, tralasciando tutte le altre dimensioni
della povertà.

Si può ritenere che questa sia una scelta volta a evitare un dispendio eccessivo di risorse.
Rimane però l’incognita di come faranno le strutture predisposte dal governo a gestire le
altre dimensioni di povertà considerando l’aumento della platea dei beneficiari rispetto al
Reddito di Inclusione. In particolare, l’architettura del provvedimento finisce per
marginalizzare servizi sociali comunali, che sono gli unici a possedere le competenze
necessarie per comprendere i molteplici volti della povertà.

I tempi di attuazione
La volontà politica di accelerare i tempi per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza
potrebbe provocare importanti conseguenze negative al funzionamento della misura
anche negli anni a venire. Come peraltro già sottolineato anche dall’Alleanza contro la
povertà, senza un’attenta pianificazione e adeguamento delle strutture amministrative, si
rischia di trasformare questo strumento in un finanziamento a pioggia, peraltro spesso
poco incisivo nei confronti delle categorie più esposte alla povertà.

Allo scopo di utilizzare al meglio le risorse pubbliche e sviluppare un circolo virtuoso tra
politiche attive del lavoro e lotta alla povertà, sarebbe auspicabile una pianificazione
pluriennale che rivolga in primo luogo l’attenzione alla predisposizione e adeguamento
delle strutture, per poi, solo in seguito, finalizzare l’erogazione dei benefici.

Particolare preoccupazione genera l’assunzione, al di fuori delle normali procedure, di
migliaia di funzionari per i centri dell’impiego, i quali non avranno le professionalità e la
formazione necessaria per svolgere i compiti a cui saranno chiamati.

Si aggiunga che attualmente, in gran parte del paese, i centri dell’impiego non sono
attrezzati per identificare delle offerte di lavoro da proporre ai beneficiari del Reddito di
Cittadinanza, per cui nella realtà le norme volte ad evitare abusi sono destinate a rimanere
sulla carta.

La questione dei tempi è cruciale anche in relazione all’articolo 12 comma 9 relativo alla
revisione del beneficio in caso di esaurimento delle risorse. Il modo giusto di procedere in
presenza di un vincolo finanziario sarebbe quello di dare congruo tempo (due o tre mesi)
dopo l’approvazione della norma per raccogliere tutte le domande e poi suddividere le

                                                3
risorse per calcolare il beneficio individuale. Invece in questo modo, le domande potranno
essere avanzate dall’inizio di marzo, quando il decreto potrebbe non essere ancora
approvato dal Parlamento. Se, anche a causa delle difficoltà di avvio del sistema, a marzo
le domande saranno poche relativamente a quelle che verranno presentate nei mesi
successivi potrebbe verificarsi la necessità di rivedere il beneficio al ribasso. Ai primi
arrivati, si darebbe dunque il beneficio pieno (780 euro per i single non proprietari di case)
per qualche mese. Successivamente, ci si potrebbe trovare nella situazione di dover
abbassare il beneficio (ovviamente sia per i nuovi che per i vecchi beneficiari). Data la
rilevanza quantitativa della misura e la diffusa aspettativa di un beneficio “base” di 780
euro, questa revisione, in sé fisiologica, potrebbe rivelarsi molto difficile da gestire sul
piano sociale e politico.

Penalizzazioni per le famiglie numerose
Inizialmente il Reddito di Cittadinanza era nato come beneficio erogato indipendentemente
dalla condizione abitativa e pari a 780 euro per una famiglia composta da una singola
persona. Nella forma presentata in campagna elettorale sarebbe costato almeno 17
miliardi di euro e sarebbe stato tra i più generosi d’Europa. Il decreto appena approvato ha
invece previsto un reddito minimo pari a 500 euro mensili più 280 euro nella forma di
contributo per l’affitto. Questa modalità di erogazione consente di ridurre il peso del
Reddito di Cittadinanza per le finanze pubbliche, non solo perché il supporto per la casa
non è erogato a tutti i destinatari della misura, ma anche perché la componente destinata
all’affitto non aumenta all’aumentare dei componenti della famiglia. Tenendo ferma la
platea considerata dal decreto legge infatti, anche considerando l’erogazione del supporto
alla casa a tutti i beneficiari, il risparmio per le casse dello Stato è nell’ordine dei 3,5
miliardi di euro sull’anno3: in sostanza, con questo artificio, minori risorse vengono
destinate alle famiglie numerose.

Un’ulteriore modifica apportata al decreto rispetto a quanto era stato prospettato 4 è la
scala di equivalenza. Quest’ultima è un insieme di coefficienti che consente di calcolare
l’ammontare mensile da corrispondere a famiglie che contano più di un componente. Più è

3 L’ammontare esatto dipende dalla specifica composizione delle famiglie destinatarie del reddito. La stima è
calcolata tenendo ferma la scala di equivalenza del ddl 1148/2013 e assumendo che il supporto per la casa
venga erogato a tutti i nuclei beneficiari.
4 Per approfondimenti: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-reddito-di-cittadinanza-un-

confronto-con-l-europa
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

grande il nucleo familiare, più il coefficiente sarà elevato e maggiore sarà il beneficio
erogato. La povertà è infatti prevalentemente un concetto familiare, piuttosto che
individuale. Esistono delle scale di equivalenza standard che sono normalmente utilizzate,
come la scala di equivalenza ISEE e quella OCSE. La precedente proposta del M5s
utilizzava la scala di equivalenza dell’OCSE, mentre il REI utilizza quella ISEE. Il governo
ha deciso di sviluppare una nuova scala di equivalenza molto meno generosa di quelle
precedentemente menzionate.

La Figura 1 mostra come cresce il beneficio al crescere del numero di componenti del
nucleo familiare.5 L’ammontare erogato per componente familiare è calcolato
moltiplicando i 500 euro di reddito minimo per il coefficiente corrispondente nella scala di
equivalenza più i 280 euro di supporto alla casa. Come evidenziato in figura, la scala di
equivalenza sviluppata per il Reddito di Cittadinanza è molto meno generosa di quelle
standard e penalizza le famiglie numerose rispetto ai singoli individui (per nuclei di una
sola persona il reddito rimane pari a 780 euro). Sulla base dell’attuale platea del Reddito
di Cittadinanza stimata relazione tecnica, se confrontiamo l’ammontare erogato con la

5Allo scopo di rendere comparabili le scale di equivalenza, i minori e gli adulti oltre il secondo sono
considerati figli. La scala di equivalenza OCSE considera solitamente minori solo gli individui con meno di 14
anni, in questo caso abbiamo deciso di uniformare a 18 anni.

                                                      5
scala di equivalenza del Reddito di Cittadinanza con l’ammontare che sarebbe stato
erogato con la scala di equivalenza OCSE (quella utilizzata nella proposta del M5s della
scorsa legislatura), il risparmio per lo Stato è di circa 2,1 miliardi sull’anno. Se lo
aggiungiamo al risparmio derivante dallo scorporo del supporto per la casa dal reddito
minimo, i minori costi a regime per le casse pubbliche arrivano fino a 5,6 miliardi di euro; si
tratta di risorse che non saranno erogati alle famiglie più numerose.

Oltre ad essere beneficiarie di un reddito minimo relativamente basso, rispetto a quello
corrisposto ai single, le famiglie numerose saranno anche svantaggiate per ciò che
riguarda l’accesso stesso alla misura. I requisiti infatti utilizzano diverse scale di
equivalenza. In particolare, il requisito ISEE utilizza i coefficienti della scala di equivalenza
ISEE, mentre il requisito del reddito familiare utilizza coefficienti della scala di equivalenza
sviluppata per il Reddito di Cittadinanza. Questo rende relativamente più difficile per le
famiglie numerose rispettare il requisito del reddito familiare, rispetto alle famiglie
composte da una sola persona. Prendiamo ad esempio un nucleo di 5 persone: 2 adulti e
3 minori. Assumiamo che la famiglia abbia un reddito (al netto dell’affitto) di 21.125 euro
ogni anno. In questo caso l’ISEE sarebbe pari a 6.500 euro, ben al di sotto della soglia 6. Il
requisito del reddito familiare risulta però molto più stringente in quanto questo aumenta
molto lentamente a causa della scala di equivalenza utilizzata. Per un nucleo cosi
composto la soglia di reddito familiare sarebbe pari a 15.360 euro e non consentirebbe di
accedere al beneficio. Prendiamo invece in considerazione un single con reddito (al netto
dell’affitto) di 6.500 euro. Quest’ultimo valore corrisponde anche all’ISEE in quanto per un
single il coefficiente applicato in tutte le scale di equivalenza è 1. La soglia di reddito
familiare sarebbe pari a 9.360 euro. Con questo semplice esempio riassunto in tabella
mostriamo come nuclei familiari con lo stesso ISEE sono inclusi o esclusi dall’erogazione
del beneficio sulla base della numerosità dei componenti.
                                                   2 adulti + 3 minori 1 adulto
                          Reddito - affitto                        21125     6500
                          ISEE                                      6500     6500
                          Soglia ISEE                               9360     9360
                          Soglia reddito familiare                 15360     9360

6Questa cifra è raggiunta sottraendo i costi dell’affitto e dividendo il totale per il coefficiente corrispondente
della scala di equivalenza ISEE pari a 3,25.
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

Appare quindi chiaro come il Reddito di Cittadinanza cosi disegnato tenda ad essere
relativamente generoso nei confronti dei nuclei familiari composti da una sola persona e
molto meno consistente per quanto riguarda le famiglie numerose.

Il problema è che, guardando ai dati Istat (Figura 2), la povertà ha un’incidenza molto
maggiore in famiglie numerose, piuttosto che nuclei composti da pochi componenti. Quasi
un quinto delle famiglie composte da 5 o più persone sono infatti in condizioni di povertà
assoluta, mentre tra nuclei di una sola persona questa percentuale scende al 5 per cento.
Un reddito minimo così disegnato rischia di essere poco incisivo nei contesti familiari dove
più sarebbe necessario.

Soglie di povertà in diverse aree geografiche
Un’ulteriore distorsione è creata dal fatto che l’ammontare del beneficio erogato non
dipende dagli enti territoriali preposti, ma è calcolato a livello nazionale. Secondo l’Istat la
soglia di povertà varia sensibilmente al variare del luogo di residenza. Al nord il costo della
vita è significativamente più elevato rispetto al sud, quindi il Reddito di Cittadinanza finirà
per essere relativamente più generoso con le persone residenti nel Mezzogiorno.

In Figura 3 confrontiamo la soglia di povertà assoluta calcolata dall’Istat con l’ammontare
del beneficio garantito dal Reddito di Cittadinanza.7 Il reddito garantito dalla misura è
sufficiente a sostentare solo famiglie di piccole dimensioni collocate nel sud Italia. Le

7 Per il confronto abbiamo considerato i minori come figli di età compresa tra 4 e 11 anni in una famiglia
residente in una città che conti tra i 50mila e 250mila abitanti.

                                                       7
famiglie numerose e in generale tutti nuclei familiari residenti al nord Italia rimarranno in
condizioni di povertà anche ricevendo il Reddito di Cittadinanza. Il combinato disposto
delle penalizzazioni per le famiglie numerose e della mancanza di aggiustamenti del
contributo per le diverse aree geografiche crea una forte distorsione e tende a penalizzare
maggiormente proprio le famiglie più a rischio. Coloro che invece saranno più remunerati
con redditi ben superiori alla soglia di povertà sono i piccoli nuclei nel sud Italia. Ad
esempio, un single in affitto residente in una piccola città del sud Italia beneficerà di 780
euro al mese a fronte di una soglia di povertà pari a 561 euro. In aggiunta alla spesa
minima calcolata dall’Istat per poter sopravvivere, l’individuo in questione riceve ulteriori
220 euro. Una famiglia di quattro persone con due figli residente a Milano percepirà invece
1.180 euro a fronte di una soglia di povertà pari a 1.653 euro e continuerà a vivere in una
condizione di disagio economico.

Confronto con altri Paesi Europei
Come detto, il reddito garantito alle famiglie con un solo componente dal Reddito di
Cittadinanza è pari a 500 euro più un contributo per l’affitto che può arrivare fino a 280
euro. Una misura di questo tipo esiste già in tutti i paesi europei e, se dividiamo
l’ammontare erogato ad un nucleo familiare composto da una singola persona al reddito
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

pro capite, possiamo comparare la generosità del beneficio economico rispetto agli altri
Paesi europei nell’OCSE8.
L’Italia è in sesta posizione in questa classifica. Ci collochiamo leggermente sotto i Paesi
scandinavi e ben al di sopra della media, nonché di Germania, Francia e Spagna (Paesi a
noi più facilmente comparabili). Il reddito minimo garantito dal Reddito di Cittadinanza ad
un nucleo familiare composto da una sola persona appare piuttosto generoso anche in un
confronto con gli altri Paesi europei.

Dal paragrafo precedente è apparso chiaro come il sussidio non possa essere sufficiente
a coprire l’intera platea dei poveri assoluti: molte famiglie numerose e famiglie del nord
Italia sotto la soglia di povertà rimangono escluse anche solo per il requisito ISEE.
Considerando però che i requisiti per accedere al Reddito di Cittadinanza sono molteplici,
è necessaria una misura che ci consenta di confrontare la platea dei beneficiari di questa
misura rispetto a quanto avviene in altri Paesi per misure equivalenti. Per rendere il dato
comparabile dividiamo il numero dei beneficiari per il numero di poveri assoluti nel Paese
secondo Eurostat.
La figura 5 mostra il rapporto tra il numero di beneficiari di politiche di sostegno al reddito
simili al Reddito di Cittadinanza rispetto al numero di poveri assoluti nel Paese.9 Oltre a
programmi equivalenti al reddito minimo garantito, sono stati considerati anche sussidi di

8Fonte: OCSE, Income distribution database, Tax-Benefit Models
9Il rapporto può essere maggiore di 1 perché la definizione dell’Eurostat della povertà assoluta non è
necessariamente corrispondente ai requisiti imposti per i programmi di sostegno al reddito dei singoli Paesi.

                                                      9
disoccupazione non contributivi, cioè il cui diritto non dipende dalla recente perdita di
occupazione.10 Tutti questi programmi hanno natura assistenziale e sono generalmente
condizionati dall’accettazione di un percorso di introduzione al mercato del lavoro.
L’Italia si colloca intorno a metà classifica, poco al di sopra dei Paesi dell’est Europa e di
gran lunga al di sotto dei Paesi scandinavi. Questo riflette sia i requisiti stringenti in termini
di reddito e patrimonio sia il requisito di residenza per stranieri (10 anni di residenza per
ottenere il beneficio) che hanno limitato l’erogazione del Reddito di Cittadinanza ad un
numero di famiglie relativamente basso.

Alla luce di ciò, potrebbe avere maggior senso aggiustare al ribasso il beneficio per
singole persone e utilizzare le risorse allo scopo di allentare i requisiti e aumentare la
platea dei beneficiari. Un’ipotesi di modifica potrebbe riguardare in primo luogo l’utilizzo di
una scala di equivalenza poco generosa nel calcolo della soglia di reddito familiare
massimo. Decidere di utilizzare la scala di equivalenza ISEE solo per quanto riguarda
questo requisito potrebbe consentire a tante famiglie numerose di accedere a questa
misura e risolverebbe in parte la differenza di trattamento nell’accesso al Reddito di
Cittadinanza tra famiglie numerose e single.

La Figura 5 può lasciar trasparire che l’Italia abbia una spesa sociale inferiore agli altri
Paesi, ma è vero il contrario. Siamo quarti tra i Paesi OCSE per spesa sociale rispetto al

10La Naspi per esempio, cosi come programmi equivalenti in altri Paesi, è erogata esclusivamente a chi ha
recentemente perso il lavoro e non è stata considerata.
REDDITO DI CITTADINANZA: GENEROSO CON I SINGLE E PARSIMONIOSO CON LE FAMIGLIE NUMEROSE

Pil, ma le risorse sono in gran parte allocate per finanziare programmi di previdenza (circa
tre quarti della spesa sociale), piuttosto che per programmi di sostegno al reddito. Anche
per questo motivo siamo stati tra gli ultimi in Europa ad introdurre un reddito minimo
garantito.

Confronto sui requisiti di cittadinanza e territorialità
Per comprendere quali siano i requisiti territoriali generalmente richiesti per accedere ad
una forma di supporto al reddito, abbiamo confrontato i requisiti del Reddito di
Cittadinanza con quello degli altri Paesi Europei. Nella tabella in appendice si riassumono
i requisiti di residenza per nei Paesi UE11.
È interessante individuare due differenti blocchi: generalmente, i paesi avanzati del blocco
UE (Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda) prevedono un requisito territoriale
piuttosto inclusivo, quale la normale residenza. Di contro, la maggior parte dei paesi
dell'est Europa (es. Lettonia, Polonia, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria) sembrano
richiedere requisiti più stringenti, quali la residenza permanente – in genere ottenibile dopo
un minimo di 5 anni di residenza continuativa nel paese. L'Italia, in questo senso, si
collocherebbe in un quadro più simile a quanto previsto in questi ultimi, ma con requisiti di
residenza ancor più selettivi.
Considerando che per ottenere la cittadinanza è necessario il medesimo requisito di
residenza, saranno pochissimi gli stranieri che potranno beneficiare del Reddito di
Cittadinanza. Le famiglie di stranieri sono peraltro tra le più esposte alla povertà. L’Istat
stima che il 30 per cento circa delle famiglie composte da stranieri vivano in condizioni di
povertà assoluta, mentre questa percentuale è di solo il 5 per cento per le famiglie di soli
italiani.

11
 La tavola è formulata a partire da un report della commissione elaborato nel 2016:
www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2017/595365/IPOL_STU%282017%29595365_EN.pdf

                                               11
APPENDICE

* Per Belgio e Ungheria non è stato possibile reperire le informazioni necessarie
@OsservatorioCPI   @CottarelliCPI
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