RASSEGNA STAMPA 28 luglio 2016 - Federturismo Confindustria

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RASSEGNA STAMPA 28 luglio 2016 - Federturismo Confindustria
RASSEGNA STAMPA

   28 luglio 2016
RASSEGNA STAMPA 28 luglio 2016 - Federturismo Confindustria
28/07/2016                                                                                              diffusione:112565
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 L'INIZIATIVA
 Nuova vita per fari e torri costiere: bando del Demanio per valorizzarli
 PADOAN, PINOTTI E FRANCESCHINI PRESENTANO 14 BENI PUBBLICI PRONTI A DIVENTARE
 STRUTTURE RICETTIVE
 Luca Cifoni

 R O M A Vacanza con tutti i comfort e affaccio diretto sul mare. In un faro. È un'idea che sta per diventare
 realtà anche in Italia: dopo i 9 già aggiudicati (su 11 proposti al mercato nell'autunno scorso) altri 14 fari
 fanno parte di un bando promosso dall'Agenzia del Demanio e da Difesa Servizi spa. E saranno avviati alla
 valorizzazione, sempre con la formula dell'affitto fino a 50 anni, anche 6 immobili di vario tipo, torri ed altri
 edifici costieri. Il progetto prevede di recuperare e sottrarre al degrado questi beni, che attualmente
 rappresentano un costo per lo Stato, e trasformarli in fonte di reddito, nel rispetto dei vincoli di tutela. Se i
 guardiani dei fari sono andati in pensione da tempo (la strumentazione viene azionata a distanza) restano
 spazi suggestivi che possono essere proposti ad un turismo esigente, anche internazionale. Si va dal Faro
 di Capo Rizzuto sull'omonima isola a quello di Punta Polveraia all'Elba, da Punta Spadillo a Pantelleria al
 Faro Spignon a Venezia, dal Faro della Guardia a Ponza al Formiche sull'isolotto Formica Grande
 (Grosseto). Tra gli altri edifici rientrano nel progetto alcune torri, di quelle che punteggiano le coste italiane
 e che in passato erano strumenti di avvistamento e difesa dagli assalti dal mare, ad esempio dei Saraceni.
 E c'è anche un convento, quello di San Domenico Maggiore Monteoliveto. LA PRESENTAZIONE Il bando è
 stato presentato ieri dal direttore dell'Agenzia del Demanio Roberto Reggi e dall'amministratore delegato di
 Difesa Servizi Fausto Recchia, insieme ai ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, della Difesa Roberta
 Pinotti e dei Beni culturali Dario Franceschini. La presenza al tavolo di più dicasteri evidenzia il lavoro di
 squadra necessario per affrontare situazioni complesse che coinvolgono amministrazioni diverse. Roberta
 Pinotti ha voluto approfittare dell'occasione per sottolineare il nuovo corso delle Forze armate, che in
 passato sono state piuttosto restie a cedere il controllo delle moltissime strutture militari, magari in disuso,
 di cui dispongono. L'operazione, nell'ambito del più ampio progetto Valore Paese, scatterà a settembre.
 «Partono da subito gli open day per consentire agli investitori interessati di visitare i beni proposti» ha
 spiegato Reggi. Ma anche i cittadini avranno la possibilità di visitare le strutture costiere nelle giornate
 #Openlighthouse organizzate dall'Agenzia in collaborazione con il Touring Club e il Wwf. Il primo bando, ha
 ricordato il direttore del Demanio, si è tradotto per il momento in investimenti di 6 milioni di euro per
 riqualificare le strutture aggiudicate, una ricaduta economica complessiva di 20 milioni di euro e un risvolto
 occupazionale diretto di oltre 100 operatori. INVESTITORI I primi fari sono stati assegnati, tra gli altri, a
 investitori internazionali - due in particolare a un operatore tedesco - per ospitalità di alta gamma, ma anche
 ad associazioni come il Wwf per attività di educazione ambientale. Proprio quella di alcuni Paesi esteri è
 l'esperienza a cui si guarda in Italia, ricca di fari e torri sui suoi quasi 8 mila chilometri di costa ma ancora
 indietro con le esperienze di valorizzazione degli immobili. È il caso ad esempio dell'Irlanda che ha costruito
 affascinanti percorsi basati sui fari della propria costa orientale. Il tema è stato l'oggetto di una riflessione di
 Pier Carlo Padoan: il ministro ha ricordato come lui stesso, nella sua precedente attività di economista,
 avesse sottovalutato la complessità richiesta dalle operazioni di dismissione e valorizzazione immobiliare e
 la necessità di fondarle su una cultura dell'investimento.
 Foto: Il Faro di Torre Preposti
 Foto: Torre Castelluccia Bosco
 Foto: Il Faro della Guardia

SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                              23
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 VIAGGIARE IN BICICLETTA
 Ciclovie turistiche italiane, ora si pedala

 È partita la progettazione per le prime tre ciclovie turistiche italiane, inserite nel sistema nazionale delle
 ciclovie turistiche previsto dalla legge di stabilità 2016: circa 1.500 km di piste ciclabili che, attraversando
 otto regioni, permetteranno di visitare con la calma delle due ruote località e paesaggi culturali, incrociando
 lungo il percorso bellezze artistiche, monumentali, ambientali e naturali. Al ministero delle Infrastrutture e
 dei Trasporti sono stati firmati ieri i protocolli d'intesa che danno il via alla progettazione: della «Ven-To»,
 680 km da Venezia a Torino lungo il fiume Po; della «Ciclovia del Sole», 300 km da Verona a Firenze (si
 aggancia alla tratta Brennero-Verona-Lago di Garda, già completata, e si estenderà fino a Roma); e della
 «Ciclovia dell'Acquedotto pugliese», 500 km da Caposele (Avellino) a Santa Maria di Leuca (Lecce). A
 queste si aggiungerà la «Grab - Grande raccordo anulare delle biciclette» al cui protocollo d'intesa stanno
 lavorando Mit, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e Comune di Roma. Il progetto è
 programmato nel triennio 2016-2018 e lo stanziamento è di 91 milioni di euro, cui si aggiugono circa 10
 milioni messi a disposizione dalle Regioni interessate: Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna,
 Toscana, Campania, Basilicata e Puglia. Per completare i progetti saranno reperiti ulteriori finanziamenti
 anche in sede di fondi europei.

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Edizione del: 28/07/16
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              Sezione: ASSOCIAZIONI CONFINDUSTRIA      Tiratura: 73.354 Diffusione: 130.850 Lettori: 195.000               Foglio: 1/1

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                         Servizi di Media Monitoring
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  PRESENTATO AL MINISTRO
  Turismo tutto l'anno il piano da 42 milioni
  FRANCESCA RUSSI

  LA Puglia per 365 giorni l'anno. È l'obiettivo del Piano strategico regionale del turismo presentato ieri a
  Roma e consegnato nelle mani del ministro Dario Franceschini dall'assessore all'Industria turistica e
  culturale Loredana Capone e dal commissario di PugliaPromozione Paolo Verri. Al centro della
  programmazione di lungo periodo che va dal 2016 al 2025 c'è la destagionalizzazione delle presenze
  turistiche. Dal Gargano al Salento, infatti, il 55,5 per cento dei pernottamenti si concentra nei due mesi di
  luglio e agosto: l'intenzione, messa nero su bianco, invece, è di ridurre la percentuale di presenze estive al
  43-45 per cento. Come? Puntando sull'estero.
   A PAGINA VI LA PUGLIA per 365 giorni l'anno. È l'obiettivo del Piano strategico regionale del turismo
  presentato ieri a Roma e consegnato nelle mani del ministro Dario Franceschini dall'assessore all'Industria
  turistica e culturale Loredana Capone e dal commissario di PugliaPromozione Paolo Verri. Al centro della
  programmazione di lungo periodo che va dal 2016 al 2025 c'è la destagionalizzazione delle presenze
  turistiche. Dal Gargano al Salento, infatti, il 55,5 per cento dei pernottamenti si concentra nei due mesi di
  luglio e agosto: l'intenzione, messa nero su bianco, invece, è di ridurre la percentuale di presenze estive al
  43-45 per cento. Come? Puntando sull'estero. Sono i turisti stranieri, 723mila nel 2015 con un incremento
  del 9 per cento, a destagionalizzare il mercato e ad alloggiare in hotel, b&b e masserie pugliesi tutto l'anno.
  Gli italiani, invece, 2,6 milioni gli arrivi nel 2015 (un aumento del 2,5 per cento), dormono nelle strutture
  ricettive pugliesi, in media 4 notti, per lo più durante la stagione balneare. È sugli arrivi dall'estero, dunque,
  che bisogna puntare: il Piano strategico indica al 30 per cento (rispetto al 20 per cento attuale) la soglia del
  tasso di internazionalizzazione da raggiungere entro il 2025 per ridurre il gap che distanzia la Puglia da
  competitor affini come Sicilia e Sardegna, entrambe con un tasso di internazionalizzazione pari al 46-47 per
  cento. Sul tavolo la Regione Puglia mette 42 milioni di euro di fondi Fesr per investimenti in promozione
  turistica. Non più, però, solo mare e cucina. L'immagine della Puglia come meta cool passa anche
  attraverso le location per i matrimoni, i percorsi cicloturistici, il contatto con la natura. Su questi tre assi,
  puntando sempre sull'autenticità dell'esperienza che è il vero cavallo di battaglia pugliese, si svilupperà la
  promo-commercializzazione della Puglia con il refresh del brand.
   «Adesso andrà rilanciato WeareinPuglia con nuovi contenuti e valori - spiega Verri - non solo il mare e
  l'enogastronomia, ma anche arte e cultura, industria dei congressi, wedding, sport e natura. Un brand di
  tutta la Puglia e senza la predominanza di nessun territorio. Ma se il brand ha funzionato e la Puglia è
  ormai una destinazione cool in Italia e all'estero con un sistema privato molto dinamico e una ottima
  promozione, resta indietro sul tema dell'accoglienza». I limiti evidenziati in questi anni riguardano proprio la
  qualità dell'accoglienza e le infrastrutture. Ed è su questo che bisognerà lavorare. Gli obiettivi sul fronte
  mobilità sono la valorizzazione di ciclovie e cammini, la pedonalizzazione dei centri storici, la promozione
  dell'intermodalità e della mobilità interna potenziando l'offerta e valorizzando le ferrovie turistiche. I voli low
  cost sono stati confermati fino al 2019: «Hanno rappresentato il momento di svolta - si legge nel Piano - e il
  posizionamento della Puglia nella mappa europea del turismo». Massimo impegno anche nella formazione
  degli operatori con corso di specializzazione di polizia turistica che prevedano la conoscenza del territorio e
  delle lingue straniere, percorsi retribuiti per laureandi e laureati in lingue straniere da integrare nella rete
  degli uffici di informazione turistica, scuola permanente di formazione nell'ambito delle professioni
  turistiche.
    «La Puglia è l'unica Regione italiana a dare al ministro un contributo così puntuale e completo e
  partecipato - commenta Capone - Adesso comincia il vero lavoro per far diventare industria il turismo in
  Puglia, a patto che tutti si rimbocchino le maniche. La Puglia sta diventando una destinazione matura e

SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                              15
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  dobbiamo essere all'altezza».
  I NUMERI CONCORRENTI Sicilia e Sardegna hanno un tasso di internazionalizzazion e quasi al 50 per
  cento 46% INTERNAZIONALIZZAZIONE L'obiettivo è portare al 30% il tasso di internazionalizzazion e
  entro dieci anni 30% ITALIANI Sono 2,6 milioni gli italiani che hanno scelto la Puglia nel 2015 2,6 milioni
  INVESTIMENTO La Puglia mette in gioco 42 milioni per incrementare il turismo 42 milioni
  PERNOTTAMENTI Si concentrano tutti nei due mesi estivi: l'obiettivo per il 2025 è destagionalizzare 55,5%
  STRANIERI Sono i turisti stranieri arrivati in Puglia nel 2015, un aumento del 9 per cento 723mila
  Foto: IN CITTÀ Un gruppo di turisti stranieri nel centro di Bari; la loro presenza nella regione è aumentata
  del 9 per cento in un anno

SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                        16
Edizione del: 28/07/16
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              Sezione: POLITICA INDUSTRIALE            Tiratura: 382.032 Diffusione: 211.650 Lettori: 879.000               Foglio: 1/2

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Edizione del: 28/07/16
                                                         Estratto da pag.: 18
              Sezione: POLITICA INDUSTRIALE                        Foglio: 2/2

                                                                                 Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
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                                                       Peso: 1-1%,18-15%

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 La nostra storia 1956
 Non contiamo troppo sui souvenir d'Italie
 Un lamento generale è che da noi il turismo sia la cenerentola della politica. Non se n'ha una visione
 concreta, unitaria. È un'industria, ma ai vertici non se ne rendono conto La Penisola avrà sempre turisti ma
 potrebbe vedere un giorno ridotto il numero a profitto di altri Paesi che si sono «piazzati» con attrezzature
 nuove e una più razionale pubblicità
 CESCO TOMASELLI

 l turismo, che una volta si chiamava, non so se più prosaicamente o più razionalmente industria del
 forestiero , appassiona il pubblico. Basta dare una toccatina al tasto che subito arrivano lettere a dozzine.
 Ora si badi: non tutti quelli che scrivono son gente del mestiere. Una parte dei mittenti è costituita da
 osservatori disinteressati, da turisti che hanno qualche esperienza da segnalare, da lettori curiosi del
 fenomeno. L'argomento avvince perché il turismo produce ricchezza sotto i nostri occhi, perché ciascuno di
 noi contribuisce a creare il clima benigno alla formazione di quella ricchezza, solo che in tranvai faccia da
 occasionale interprete allo straniero ignaro della nostra lingua, o gli indichi un ristorante a buon prezzo.
 Il turista disorientato è la proiezione di noi stessi all'estero, non appena si esce dalla sfera d'influenza del
 portiere (...). Un lamento abbastanza generale è quello che da noi il turismo sia la cenerentola della politica.
 Non se n'ha una visione concreta, sintetica, unitaria. È un'industria, e nessuno di chi sta al vertice sembra
 rendersi conto che come tale occupa il primo posto nella graduatoria delle nostre esportazioni, perché fa
 entrare perché valuta pregiata senza che la merce, di cui è il corrispettivo, si muova per andare incontro al
 cliente.
 Uno studioso del problema, il dott. Roberto De Gasperis di Roma, dopo aver ricordato che negli ultimi sei
 anni sono entrati in Italia oltre 44 milioni di visitatori, una massa pari alle popolazioni dell'Austria, Belgio,
 Danimarca, Svizzera, Olanda, Portogallo messe insieme, si arrischia in un tentativo di elencare la caterva
 dei prestatori d'opera ai quali ciascuno dei 44 milioni è ricorso per mangiare, dormire, farsi portare le
 valigie, pulire le scarpe, riempire di carburante il serbatoio, spostarsi con mezzi pubblici, cambiare denaro,
 acquistare «souvenirs d'Italie», eccetera, per concludere che lo Stato ha introitato dieci miliardi di lire solo
 di francobolli venduti a speditori di cartoline illustrate. Che fa questo amministratore di una cosi invidiabile
 sorgente di ricchezza, che ogni Paese vorrebbe poter aver in casa propria? Si limita, recriminano i più, ad
 incassare, e a nascondere gli introiti nelle cosiddette entrate invisibili. Al potenziamento, o anche soltanto al
 miglioramento delle attrezzature turistiche, andrebbero, si obietta, solo le briciole. Il che fa tavolozza per
 caricare le tinte. Allo Stato, insomma, si muove rimprovero di essere un po' come quei vecchi avari, o
 inavveduti, che trascurano e lasciano decadere gli strumenti stessi delle loro rendite. Naturalmente chi
 dipinge il quadro così foscamente non tiene conto del fatto che la valuta spesa dal turista in Italia non è
 incassata dal Tesoro, ma semplicemente cambiata in lire, né più nè meno di come fa un cambiavalute, e
 che una parte cospicua di quei dollari, di quei franchi, di quelle sterline di quei marchi ritorna ai Paesi di
 origine attraverso le assegnazioni agli italiani che vanno in vacanza all'estero. C'è insomma un certo
 compenso (...).
 Un'altra recriminazione che dalla periferia si ode spesso rivolgere al centro è quella che un lettore ha
 definito «fatalismo turistico». Con ciò si allude a una mentalità imbevuta di faciloneria e di presunzione
 piuttosto burocratica a dir vero secondo la quale il denaro speso in propaganda all'estero è buttato via
 «perché tanto i forestieri vengono lo stesso». Il che è affermazione alquanto incauta. Parte dal presupposto
 che all'estero tutti sappiano che Roma è stratificata da tre civiltà, che Venezia è l'unica città esclusivamente
 pedonale che esista al mondo, che certi scorci monumentali di Firenze sono gli stessi che Dante vedeva coi
 suoi occhi, e via discorrendo. È un presupposto fallace. Se il cinema ha arricchito di visioni plastiche la
 conoscenza del mondo, se a certi film esotici mancano soltanto gli odori delle sensazioni che determinano,
 l'ignoranza ancora prevale; e allora chi vende è sempre colui che sa meglio vantare la propria merce.

SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                           13
28/07/2016                                                                                             diffusione:266814
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 D'altra parte il turismo, emanando dalla sfera delle esigenze voluttuarie, non si sottrae all'influenza della
 moda. Qualche anno fa non era forse in voga l'Austria? Chi non progetta oggi un viaggio in Spagna? E le
 isole britanniche? (...).
 Non è poi impresa così smisurata accreditare un Paese sul mercato turistico; prima della guerra c'era
 egregiamente riuscita la Cecoslovacchia. Hanno quindi ragione quelli che dicono che non bisogna dormire
 sugli allori. La Penisola avrà sempre turisti, perché un viaggio in Italia rientra nell'esigenza della cultura
 umanistica media, ma potrebbe vedere un giorno grandemente ridotto il loro numero a profitto di altri Paesi
 che si sono « piazzati » con attrezzature nuove e una più razionale pubblicità.
 Stralcio dell'articolo «Il fatalismo turistico potrebbe portarci dispiaceri», pubblicato sul Corriere della Sera
 del 28 aprile 1956
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
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 L'autore
 Cesco Tomaselli (1893-1963), dopo aver
 lavorato al «Gazzettino»
 di Venezia e al «Secolo», per quasi 40 anni ha raccontato gli eventi di guerra per il «Corriere
 della Sera» (campagna d'Etiopia, di Russia e Guerra civile spagno-la), o fatti come l'ascesa di Mao al
 potere. Nel 1928 raccontò da inviato la tragica spedi-zione al Polo Nord del dirigi-bile Italia del generale
 Nobi-le, dal cui di-sastro si salvò
 Foto: Dall'alto, in senso orario: Shirley McLaine nel '54 a Venezia (courtesy Graziano Arici); la scena in
 piazza Duomo a Milano da Totò, Peppino e la malafemmena (1956); Peck- Hepburn in «Vacanze romane»
 (1953); Sordi in «Un americano a Roma» (1954)

SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                             14
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Pag. 13 Ed. Imperia                                                                                       tiratura:61946

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  SARLO (HOTEL ROYAL): EVITIAMO ANALISI AZZARDATE, MEGLIO ESSERE CAUTI
  «Promozione, vanno anticipati i tempi »
  Pi ù risorse per gli eventi, arredo urbano e lotta all'abusivismo le altre priorit à IL RETROSCENA

  SANREMO. L'analisi dell'andamento del settore, ma anche gli aspetti su cui lavorare in modo concreto,
  sono stati al centro di una nuova riunione del Tavolo del turismo a Palazzo Bellevue, strumento di confronto
  tra l'assessorato guidato da Daniela Cassini e le associazioni di categoria: Federalberghi, Federturismo,
  Confindustria, Confcommercio e Confesercenti. Marco Sarlo, presidente di Federturismo e generale
  manager dell' Hotel Royal, commenta: «In effetti nel secondo report della Regione non figura più quel calo
  pazzesco di turisti indicato nella prima versione, e che francamente non rispecchiava la realtà percepita dal
  sottoscritto e da molti colleghi. Ora viene fuori che le presenze, nel confronto tra 2015 e 2016, sono finora
  più o meno le stesse, e che sono aumentati gli arrivi, il che significa che è diminuita ancora la durata media
  del soggiorno. E questo è s ì un dato su cui riflettere, assieme alla necessità di una promozione avviata per
  tempo da soggetti pubblici e privati: noi stiamo già lavorando sulla stagione 2017. Condivido la linea
  dell'assessore, la sua richiesta di avere dati affidabili e consolidati. E prima di fare dichiarazioni
  allarmistiche, anche gli operatori dovrebbero essere più cauti». Il presidente della Federalberghi Igor
  Varnero, che ha avuto un vivace scambio di opinioni con l'assessore Cassini, si limita a ribadire di aver
  «solo commentato dati che non raccogliamo noi, chiedendo di discuterne. Che la Riviera dei Fiori faccia
  fatica nel suo complesso direi che è una realtà, cos ì come è indispensabile un rilancio della promozione».
  Sono state individuate, per quanto riguarda Sanremo, tre linee di intervento che saranno discusse in
  altrettanti tavoli: su organizzazione della città (in particolare decoro e arredo urbano), risorse del bilancio
  comunale (recuperando fondi per il calendario manifestazioni dalla convenzione con la Rai) e lotta
  all'abusivismo commerciale. C. D.

FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                               7
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Pag. 40 Ed. Roma                                                                                           tiratura:151086

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 IL VIAGGIO
 Maxi yacht e vetture di lusso ma tanti negozi chiusi da anni
 L'APPRODO È UNA CATTEDRALE NEL DESERTO CRESCIUTA ALL'OMBRA DEI TETRI PALAZZONI
 POPOLARI DI QUI PASSÒ ANCHE IVANA TRUMP MA ATTORI, CANTANTI E CALCIATORI NON
 HANNO PIÙ LA BARCA A OSTIA
 Mirko Polisano

 Yacht di tre piani ormeggiati a largo, motoscafi ultimo modello e auto scure che scaricano diportisti tedeschi
 e dell'est Europa, mentre gli elicotteri della Guardia di Finanza continuano a sorvolare il cielo di Ostia.
 Sembra una giornata come le altre al porto turistico di Roma, zona Idroscalo. Una porta scorrevole di ferro
 divide la borgata povera, dove nel 1975 trovò la morte Pier Paolo Pasolini, dai tavolini dei bar esclusivi che
 offrono una vista mozzafiato al tramonto. All'ombra dei palazzoni popolari, c'è l'impero di Mauro Balini.
 Quello che rappresenta la fetta più grande del patrimonio di famiglia che gli uomini del Gico hanno
 sequestrato nel corso della maxi operazione di ieri. Il porto turistico, sogno già degli imperatori Claudio e
 Traiano e idea avveniristica di Paolo Orlando, resta una cattedrale nel deserto con le sue mille
 contraddizioni. A pochi metri di distanza, il lusso delle barche dei faccendieri russi e cinesi quasi si sfiora
 con i cassaintegrati dei cantieri nautici che di imbarcazioni non ne costruiscono più. IL DEGRADO Una
 parabola in discesa: dal taglio del nastro in pompa magna nel 2001 alle centinaia di negozi sfitti e
 abbandonati che si possono scorgere durante una delle classiche passeggiate sotto il porticato. «Una volta
 per avere un buco da queste parti dovevi pagare fior di quattrini - racconta Alì, gestore di una gelateria- ora
 costa meno di 600 euro al mese». «La gente non consuma - aggiunge un altro commercianteper fortuna c'è
 qualche diportista, ma comunque facciamo la fame». Le fuoriserie nere degli Ncc, invece, lasciano davanti
 ai moli persone di tutte le età, pronte a togliersi le scarpe per non rovinare il parquet dei panfili ormeggiati
 che li attendono. Ma a Ostia sono solo di passaggio, poi il via verso le isole pontine. «Del sequestro
 sappiamo poco - dice una coppia di diportistinessuno ci ha detto nulla e noi siamo in partenza per
 Ventontene». I sigilli in effetti sono solo sulla carta, il resto è routine quotidiana e se non fosse per il
 clamore mediatico nessuno si accorgerebbe della confisca. I camerieri apparecchiano i tavoli dei bistrot
 chic dai nomi marinareschi con la disinvoltura di sempre. I NEGOZIANTI «Già la scorsa estate abbiamo
 avuto lo stesso problema - fa sapere il titolare di un ristorante- con un forte calo di clientela». Attori, cantanti
 e calciatori della Roma: nessuno ha più la barca a Ostia. Di qui passò perfino Ivana Trump ed era
 ormeggiato anche uno yacht della famiglia Nicoletti, quella di Enrico, il cassiere della banda della Magliana.
 E poi sceicchi e miliardari che negli anni del boom contribuirono ad arricchire le tasche di Mauro Balini, che
 ha tentato fino all'ultimo la sfida del raddoppio. Un'opera contesa e bloccata dai semplici cittadini,
 nonostante le amicizie della politica, compresa quella con l'ex presidente Tassone, coinvolto in Mafia
 Capitale, e che al porto voleva spostare la caserma dei vigili urbani di Ostia, regalando a Balini 900 mila
 euro l'anno per l'ospitalità in locali peraltro non adeguati. LE POLEMICHE «Ci hanno tagliato fuori - tuonano
 invece i residenti dell'Idroscalo- le opere che dovevano risolvere il problema degli allagamenti non sono
 state mai portate a termine e nessuno mai ha vigilato sull'accordo di programma che non è stato
 rispettato». L'affaire del porto non alletta nemmeno i turisti. Gli appartamenti sono vuoti e i residence
 riservati sono quasi tutti disabitati.
 Foto: Ieri mattina il blitz della Guarda di Finanza al Porto di Ostia, il vero impero dell'imprenditore lidense
 Mauro Balini
 Foto: (foto IPPOLITI)

SCENARIO TURISMO PORTUALE - Rassegna Stampa 28/07/2016                                                                 41
Edizione del: 28/07/16
                                                                   Dir. Resp.: Roberto Napoletano                 Estratto da pag.: 16
              Sezione: POLITICA INDUSTRIALE            Tiratura: 382.032 Diffusione: 211.650 Lettori: 879.000               Foglio: 1/1

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Edizione del: 28/07/16
                                                                   Dir. Resp.: Roberto Napoletano                 Estratto da pag.: 15
              Sezione: CONFINDUSTRIA                   Tiratura: 382.032 Diffusione: 211.650 Lettori: 879.000               Foglio: 1/2

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              Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI           Tiratura: 382.032 Diffusione: 211.650 Lettori: 879.000               Foglio: 1/1

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