Raffaella Coppier Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Economia e Diritto

Pagina creata da Samuele Longo
 
CONTINUA A LEGGERE
Raffaella Coppier Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Economia e Diritto
Raffaella Coppier
Università degli Studi di Macerata
Dipartimento di Economia e Diritto
    raffaella.coppier@unimc.it
Cosa ha fatto e sta facendo l’Europa?
    Attivare la clausola di salvaguardia del
               FISCAL COMPACT:
  La Presidente della Commissione europea,
    Ursula von der Leyen, ha comunicato la
decisione di attivare la clausola di salvaguardia
    del Patto di stabilità. La “General escape
clause”, ovvero la sospensione temporanea del
     Patto di stabilità e del Fiscal Compact,
   significa, di fatto, sospendere l’insieme di
 regole che governano le politiche di bilancio
    degli Stati membri, che risalgono al ’97 ,
         ampliate nel corso degli anni.
Cosa ha fatto e sta facendo l’Europa?

  Attivare la clausola di salvaguardia del
            FISCAL COMPACT:

 I cardini fondanti, che risalgono al famoso
  trattato di Maastricht, fissano un limite di
deficit/Pil al 3% e un debito sotto il 60% della
               ricchezza nazionale.
Cosa ha fatto e sta facendo l’Europa?

   Il Patto di bilancio europeo, (Trattato sulla
      stabilità, coordinamento e governance
nell'unione economica e monetaria - conosciuto
      anche con l'anglicismo fiscal compact,
letteralmente "patto di bilancio"), è un accordo
  approvato con un trattato internazionale il 2
       marzo 2012 da 25 dei 28 stati membri
 dell'Unione europea (per la precisione, non è
  stato sottoscritto da Regno Unito, Croazia e
                  Repubblica Ceca).
Entrato in vigore il 1º gennaio 2013, il patto
contiene una serie di regole, chiamate "regole
   d'oro", che sono vincolanti nell'UE per il
      principio dell'equilibrio di bilancio.
   L'accordo prevede per i paesi contraenti,
       secondo i parametri di Maastricht ,
l'inserimento, in ciascun ordinamento statale
     (con norme di rango costituzionale, o
    comunque nella legislazione nazionale
ordinaria), di diverse clausole o vincoli tra le
                      quali:
obbligo del perseguimento del pareggio di
                     bilancio;
obbligo di non superamento della soglia di
 deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL
   (e superiore all'1% per i paesi con debito
       pubblico inferiore al 60% del PIL);
 significativa riduzione del rapporto fra
  debito pubblico e PIL, pari ogni anno a un
  ventesimo della parte eccedente il 60% del
                       PIL;
impegno a coordinare i piani di emissione
 del debito col Consiglio dell'Unione e con la
             Commissione europea.
BCE (Banca Centrale Europea):

    Con il vecchio 'Quantitative easing (QE1-
 Public Sector Purchase Programme (PSPP))
    varato da Draghi nel 2015 la Bce (tramite
Bankitalia essenzialmente) aveva comprato al 31
 dicembre 2019 - dati ufficiali - 2.200 miliardi di
 euro di debito pubblico, di cui 364 miliardi di
Btp italiani. Una quota - il 18% circa - abbastanza
        in linea con la 'capital key' italiana.
       Il capitale della BCE, che ammonta a
10.825.007.069,61 euro, è sottoscritto dalle banche
centrali nazionali (BCN) di tutti gli Stati membri
                       dell’UE.
Le quote di partecipazione delle BCN al
capitale della BCE sono calcolate secondo
      uno schema che riflette il peso
 percentuale del rispettivo Stato membro
  nella popolazione totale e nel prodotto
 interno lordo dell’UE, due determinanti
        che incidono in pari misura.
   Ogni cinque anni la BCE aggiorna le
 “capital key. È tramite la capital key che
 la banca centrale effettua gli acquisti di
   titoli: maggiore è la quota, più titoli
            vengono acquistati.
Ma con il 'Qe2' (che continua ad esser
    chiamato PSPP) rafforzato da Christine
Lagarde, e ancor più con il PEPP ( Programma
  pandemico Pandemic Emergency Purchase
  Programme), lanciato in primavera con una
potenza di fuoco da 750 miliardi da utilizzare
   tra marzo e dicembre, è un mega bazooka
perché è lo strumento in assoluto più potente
e più flessibile ora nella cassetta degli attrezzi
  della Bce, creato per rispondere in maniera
       «straordinaria» alla crisi altrettanto
          straordinaria del coronavirus.
La Bce ha già detto di essere pronta a
  modificare il PEPP «come e per quanto
necessario». Dunque da fine marzo, la Bce
 ha spinto l'acceleratore sulla flessibilità
  che le consente di deviare dalla capital
 key, andando proprio ad aiutare l'Italia.
Fra gennaio ed aprile, il Pspp ha comprato
oltre 30 miliardi di Btp, che ammontano a
 ben più della capital key italiana: sono il
    35% dei circa 84 miliardi di debiti
  nazionali comprati complessivamente.
Nel solo mese di aprile "la deviazione al
rialzo più vistosa rispetto alla capital key
è anche qui per l'Italia, che riportava oltre
il 40% degli acquisti", scrive in un report
              Morgan Stanley.
Secondo la gran parte degli analisti, con il
   PEPP, che ad aprile ha acquistato 103
miliardi di titoli complessivi, la Bce come
 minimo ha comprato una quota italiana
          altrettanto importante.
Il PEPP ha una flessibilità senza precedenti per
un programma di acquisti di titoli di Stato della
Bce: può per la prima volta deviare molto dalla
   chiave capitale, come meglio opportuno, e
dunque può evitare la ripartizione rigida degli
  acquisti dei titoli di Stato in base al Pil e alla
                popolazione dei 19.
    Il PEPP è dunque potenzialmente quasi
    illimitato, ovvero, il suo unico limite è il
 mandato della Bce, che deve essere centrato in
  maniera indipendente: stabilità dei prezzi e
 anche stabilità finanziaria. E un altro limite, il
 divieto del Trattato: la Bce non può finanziare
              direttamente gli Stati.
La Corte costituzionale federale tedesca a
   Karlsruhe, prima di esprimere il suo
  giudizio sul PSPP, ha chiesto il parere
   della Corte di giustizia europea che è
arrivato nel dicembre del 2018 con questa
     sentenza: la Bce nel PSPP non fa
 finanziamento diretto degli Stati quindi
 non monetizza il loro debito pubblico e
      rispetta il Trattato anche nella
              proporzionalità
La sentenza della Corte Costituzionale
    Tedesca riguarda il programma di QE
lanciato dalla BCE durante la presidenza di
Mario Draghi nel 2015 ma chiaramente oggi
   la posta in gioco è anche e soprattutto il
Pandemic Emergency Purchase Programme
  (PEPP), il nuovo piano di acquisti da 750
miliardi lanciato. Ancora di più, in gioco c’è
  la possibilità di lanciare un’altra tranche
      più ampia di questo programma di
emergenza. Far planare dei dubbi sul PSPP
    infatti aumenta l’incertezza anche sul
               futuro del PEPP.
Nel merito, i giudici danno di fatto un
     ultimatum di tre mesi dopo i quali la
Bundesbank dovrebbe ritirarsi dai programmi
    di interventi della Bce, se non vengono
  rispettate alcune condizioni. La prima è di
      fornire una spiegazione coerente e
convincente sulle ragioni che inducono la Bce
 a deviare temporaneamente dal principio di
 proporzionalità nei suoi acquisti di titoli. La
 Corte tedesca sostiene ora che non sono state
 date dimostrazioni sufficienti per escludere
      che questa sproporzione diventi un
     finanziamento monetario del deficit.
Nel programma PEPP da 750 miliardi,
 senza reinvestimento dei titoli di Stato, e
con scadenza per il momento prefissata al
       31 dicembre 2020 vi sono due
caratteristiche in linea con le salvaguardie
       che allontanano lo spettro del
finanziamento monetario. Al tempo stesso
però il PEPP sospende il limite del 33% su
  emittente ed emissione e consente una
deviazione forte dalla chiave capitale: due
  caratteristiche disallineate rispetto alle
salvaguardie care alla Corte costituzionale
                   tedesca.
Bce allargherà gli acquisti ai junk bonds nel
 PEPP: perché esiste il precedente della Grecia
che ha un “waiver” come ha rimarcato Lagarde
  in conferenza stampa. E’ impensabile che la
 Grecia abbia una corsia preferenziale rispetto
    agli altri Stati: se un altro Paese dell’area
     dell’euro dovesse trovarsi nelle stesse
   condizioni greche (quattro rating junk da
Moody, S&P, Fitch, DBRS), otterrebbe lo stesso
waiver. Questa probabilità, per quanto elevata,
dovrà diventare una certezza con una modifica
         al regolamento legale del PEPP.
In particolare il Consiglio direttivo
dell'Eurotower ha deciso che i pacchetti di
    collaterali che rispettavano il rating
   'investment grade' pari a BBB- finora
 rimangano validi "anche se il loro rating
    scenderà di due livelli sotto l'attuale
   richiesta di qualità di credito minima
              dell'eurosistema".
 La Bce, si legge nella nota, "può decidere
     ulteriori misure, se necessario, per
 continuare a garantire una trasmissione
fluida della sua politica monetaria in tutti
         i Paesi dell'area dell'euro".
Il 23 Aprile il Consiglio Europeo ha approvato le
    misure su cui il 9 aprile Eurogruppo (Ministri
 Economia e Finanze solo Aurea Euro) aveva trovato
                un accordo. Tre misure:

1. MES: Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto
       anche Fondo salva-Stati (European Stability
                       Mechanism);
   2. BEI: Banca europea per gli investimenti. Tutti i
         paesi dell'UE sono azionisti della BEI;
      3. SURE (sicuro): è uno strumento contro la
disoccupazione garantito da tutti gli Stati Membri. E’
   un fondo europeo a sostegno di strumenti tipo la
  cassa integrazione per difendere il lavoro nei paesi
                  più colpiti dal covid
Il Meccanismo europeo di stabilità (MES -
   European Stability Mechanism, ESM o Fondo
 Salva Stati ) è stato istituito mediante un trattato
 intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico
   della UE, nel 2012. È attivo dal luglio del 2012,
come evoluzione dei precedenti meccanismi FESF
 (Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria) e MESF
(Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria). La
   sua funzione fondamentale è concedere, sotto
 precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi
    membri che - pur avendo un debito pubblico
   sostenibile - trovino temporanee difficoltà nel
               finanziarsi sul mercato.
Il MES ha un capitale sottoscritto pari 700
  miliardi di euro: il finanziamento diretto da
parte degli Stati ammonta a 80 miliardi di euro
(l’Italia ha versato 14,3 miliardi, la Francia 20 e
                 la Germania 27).
    IL MES viene finanziato dai singoli Stati
  membri con una ripartizione percentuale in
      base alla loro importanza economica.
La Germania, contribuisce per il 27,1 %, seguita
    dalla Francia (20,3%) e dall’Italia (17,9%).
 I restanti 620 miliardi possono essere raccolti
sui mercati finanziari attraverso l’emissione di
                       bond.
Ha sede in Lussemburgo ed è gestito da:
     un Board of Governors (i ministri finanziari
     dell'area euro) presieduto dal portoghese Mario
           Centeno, Presidente dell'Eurogruppo;
    un Board of Directors (i cui membri vengono
                scelti dai ministri finanziari);
  un direttore generale (il tedesco Klaus Regling)
    che gestisce gli affari correnti del MES seguendo
           le indicazioni del Board of Directors.
 Inoltre presiede le riunioni del Board of Directors e
      partecipa a quelle del Board of Governors.
Il Presidente della Bce e il Commissario europeo agli
      Affari Economici partecipano in qualità di
                        osservatori.
Gli strumenti a disposizione vanno dalla
possibilità di concedere prestiti ai Paesi in
difficoltà per consentire un aggiustamento
   macroeconomico (soluzione utilizzata
   finora da Irlanda, Portogallo, Grecia e
           Cipro) fino al prestito per
     la ricapitalizzazione indiretta delle
    banche (aiuto finora fornito alla sola
Spagna). Gli altri strumenti previsti dallo
    statuto del MES (acquisti di titoli sul
 mercato, linee di credito precauzionali e
ricapitalizzazione diretta) non sono finora
                mai stati usati.
Due le tipologie di linee di credito a
            disposizione:

    quella «precauzionale» (PCCL,
 Precautionary Conditioned Credit Line)
     destinata ai Paesi più solidi, che
  rispettano alcuni criteri, a partire dal
     rapporto debito/Pil sotto il 60%;
 quella «rafforzata» (ECCL, Enhanced
   Conditions Credit Line ), accessibile
   anche a chi al momento non riesce a
rispettare i criteri di ammissibilità per la
                 precedente.
Per quanto riguarda i prestiti sono condizionati a
          un programma di aggiustamento
 macroeconomico, alla preliminare verifica della
sostenibilità del debito e (riforma) a quella della
  capacità di ripagare il prestito (già utilizzata
   nella sorveglianza post-programma). Sono
  clausole a tutela delle risorse del MES, di cui
     l'Italia è il terzo principale finanziatore.
  La PCCL è riservata ai paesi che rispettano le
 prescrizioni del Patto di stabilità e crescita, che
    non presentano squilibri macroeconomici
 eccessivi e che non hanno problemi di stabilità
                   finanziaria.
La prima linea di credito è chiamata PCCL
    (Precautionary Conditioned Credit Line): è
  accessibile a tutti i Paesi dell’area euro la cui
        situazione economica e finanziaria è
     fondamentalmente solida. I Paesi devono
 soddisfare alcuni criteri (il più noto dei quali è
  quello del rapporto debito/Pil che deve essere
 entro il 60%) oltre a impegnarsi nel rispetto del
patto di stabilità e crescita e della procedura per i
 disavanzi eccessivi. Devono avere una storia di
     accesso ai mercati dei capitali a condizioni
  ragionevoli, un debito pubblico sostenibile e
   l'assenza di problemi di solvibilità bancaria.
La ECCL (Enhanced Conditions Credit Line): è
  accessibile a tutti i Paesi dell’area euro con una
   situazione economica e finanziaria in generale
  solida, senza però rispettare alcuni dei criteri di
   ammissibilità per l’accesso al PCCL, primo fra
 questi come abbiamo visto il rapporto debito/Pil
   sotto al 60% (all’ECCL accedono i Paesi con un
rapporto debito/Pil superiore al 60%). Il Paese sarà
     obbligato ad adottare misure correttive per
  rientrare nei parametri non rispettati ed evitare
   eventuali difficoltà future per quanto riguarda
       l’accesso al finanziamento del mercato.
Attualmente i Paesi che hanno un
 rapporto debito/Pil superiore al 60%
sono: Grecia, Italia, Portogallo, Belgio,
   Cipro, Francia, Spagna, Austria,
         Slovenia e Irlanda.
OGGI COSA CAMBIA NEL MES?
 La nuova linea di credito Eccl del Mes sarà presto a
 disposizione degli Stati dell’euro fino a un totale di
     240 miliardi per finanziare nell’immediato (1
    giugno) una grossa fetta della spesa pubblica a
livello nazionale (fino al 2% del Pil per Paese) mirata
  direttamente e indirettamente al settore sanitario.
Ideata per soccorrere i Paesi con alto debito pubblico
 e ridotti spazi di manovra fiscale, la Eccl pandemica
   costerà meno di un BTp e consentirà al Tesoro di
   incassare circa 37 miliardi a tassi vicini allo zero.
 P.S. STIAMO PARLANDO SEMPRE DI PRESTITI
  NON TRASFERIMENTI A FONDO PERDUTO!!!
L’articolo 136 del Trattato prevede che
  l’accesso ai fondi del MES sia soggetto a
            CONDIZIONALITA’
In questo caso ci sarebbe una condizionalità
    LIGHT ovvero una condizionalità che
riguarda l’utilizzo dei fondi per costi diretti
    ed indiretti legati al settore sanitario!

(l’ufficio legale europeo ha detto che questa
   condizionalità rispetta l’articolo 136 del
   Trattato sul funzionamento dell'Unione
               europea - TFUE)
Non ci saranno programmi di aggiustamento
macroeconomico richiesti agli Stati che usufruiranno
dei prestiti del Meccanismo europeo di stabilità e la
 Commissione europea farà un monitoraggio sulle
  spese sanitarie dirette e indirette finanziate con i
 fondi del Mes nel quadro del semestre europeo di
   sorveglianza delle politiche di bilancio. Senza
  missioni speciali nelle capitali, senza Troika, per
riferirsi al modello della sorveglianza sperimentato
  in Grecia. E' quanto la Commissione europea ha
 scritto all'Eurogruppo e al Mes e in una lettera del
 vicepresidente della Commissione Dombrovskis e
    del responsabile dell'Economia Gentiloni al
              presidente dell'Eurogruppo.
                                         08 Maggio 2020
2. BEI: Banca europea per gli investimenti.

   La BEI è il principale azionista del Fondo
     europeo per gli investimenti (FEI), che
 concede prestiti alle piccole e medie imprese
      (PMI) attraverso capitale di rischio e
strumenti per la condivisione dei rischi. Altri
   azionisti sono la Commissione europea e
istituti finanziari di tutta Europa. Istituito nel
1994, il Fondo è attivo in tutti i paesi dell’UE,
 nei futuri paesi membri, nel Liechtenstein e
                  in Norvegia.
La BEI è rientrata nel pacchetto
dell’Eurogruppo poi approvato dal
 Consiglio Europeo del 23 Aprile.
 Sul piatto ci sono 200 miliardi di
euro complessivi e l’Italia potrebbe
 ottenere fino a 30 miliardi di euro
3. SURE
        Il primo aprile la Presidente della
 Commissione Europea, Ursula von der Leyen,
  ha presentato SURE, uno strumento contro la
    disoccupazione garantito da tutti gli Stati
     membri, per contribuire a salvaguardare
l’occupazione in Paesi come Italia e Spagna, tra
   i più colpiti dal coronavirus. Dal Consiglio
        europeo di ieri, SURE esce con un
  finanziamento di circa 100 miliardi e l’Italia
 potrà ottenere fino a 20 miliardi per finanziare
la cassa integrazione delle imprese in difficoltà
 a seguito del lockdown imposto per contenere
                     il contagio.
Dal 1 giugno per l’Italia:
        BEI: 30 miliardi
                +
        Mes: 37 miliardi
                +
       SURE: 20 miliardi
                +
   Acquisti BCE: 220 miliardi
                +
  20 miliardi Fondi Strutturali
        (Fondo Perduto)

Tot circa 320 miliardi da spendere
Recovery Found
    La presidente della Commissione europea,
     Ursula von der Leyen, ha annunciato che
 l’Europa avrà bisogno di circa mille miliardi di
  euro per combattere la pandemia di Covid-19,
  una somma che potrebbe essere destinata alla
  creazione di un Fondo europeo per la ripresa.
Sicuramente i 320 miliardi serviranno per la fase
     di emergenza poi occorrerà «ricostruire»
Per adesso abbiamo il nome e la volontà di fare
         questo fondo ma non sappiamo:
    1) Prestiti o Grants? Conte chiede Grants
     (ovvero regali, contributi a Fondo perduto)
1) Agganciato al bilancio europeo o sarà agganciato
           ad un altro bilancio (creato ad hoc)?
    Il bilancio europeo è 2021-2027. Dunque non
         sarebbero disponibili prima del 2021;
   Il bilancio europeo dovrebbe essere rafforzato
 perché al momento è l1% del Pil e dunque le risorse
   dovrebbero essere aumentate ovvero i contributi
                   degli Stati membri.

       Tutti i soldi che provengono dall’Europa sono
  CONDIZIONATI: non puoi prendere i soldi e spenderli
 come vuoi (ad esempio spese correnti: Quota 100), devono
 essere utilizzati a finanziare progetti di investimento che
               rafforzino il sistema economico.
 Altrimenti emetti debito attraverso il tuo Tesoro (al prezzo
         di mercato) e non sei CONDIZIONATO!
Perpetual Bonds

L’Unione Europea raccolga i fondi necessari attraverso
            l’emissione di «bond perpetui».
Sono titoli che non richiedono il rimborso del capitale
  (anche se prevedono il riacquisto o il riscatto delle
       obbligazioni a discrezione dell’emittente).
Onere fiscale minimo, niente rimborso, solo interessi
    L’Unione Europea sarebbe obbligata soltanto a
 corrispondere gli interessi con cadenza regolare. Un
 bond perpetuo da mille miliardi di euro con un tasso
   di interesse nominale pari allo 0,5% costerebbe al
  bilancio comunitario solo 5 miliardi di euro l’anno,
 ovvero meno del 3% del bilancio dell’Ue per il 2020.
Il MES è la porta d’accesso alle Omt (outright
 monetary transactions – Operazioni definitive
monetarie). Annunciate dal Consiglio Direttivo
della BCE il 2 agosto 2012: «Acquisto diretto da
 parte della Bce di titoli di stato a breve emessi
 da paesi in difficoltà macroeconomica grave e
  conclamata (condizionalità). Sono differenti
   dal QE perché sono specifici per un paese.
Sono il vero bazooka della BCE perché in teoria
 la BCE può acquistare titoli di Stato in modo
  illimitato fino a che il mercato non si calma,
quindi annienta tutte le speculazioni. Il paese
  che le richiede deve firmare un Memoradum
                     d’intesa.
Agenzie di Rating
    Hanno come attività principale la valutazione del
 "merito di credito" delle aziende che emettono titoli,
       delle agenzie, degli Stati o di un particolare
   strumento finanziario. Emettono un giudizio sulla
    solidità e sulla solvibilità di un emittente, ovvero
 sulla sua capacità di restituire il denaro che prende a
prestito. Le principali sono S&P, Moody's e Fitch, cui
si sono affiancate più di recente Dbrs e Dagong. Sono
società private, che mirano a fare utili. Conducono le
  loro analisi sugli emittenti attraverso i bilanci degli
 emettenti resi noti pubblicamente o su informazioni
   richieste ad hoc. Esprimono il loro giudizio in una
 scala alfanumerica, una pagella che va dalla tripla A
   (massima affidabilità) alla D (default, insolvenza).
La pagella dell'agenzia Fitch all'Italia è di BBB-
 che equivale all'ultimo gradino della sufficienza
  con outlook stabile. Fitch ha dichiarato "stabile"
l'outlook italiano, intendendo così che non ci sono
  all'orizzonte ulteriori tagli al giudizio. Soltanto
 pochi giorni fa, S&P aveva confermato il giudizio
sull'Italia dato a ottobre: BBB, due gradini sopra il
      livello speculativo con outlook negativo.
      Dal livello BB+, infatti, si passa al grado
      "speculativo", detto comunemente anche
  "spazzatura" ("junk"). Nella pagella è compresa
      anche una indicazione prospettiva, detto
                       "outlook".
Puoi anche leggere