QUALE MODELLO DI WELFARE NEL PNRR - Report di analisi - Welfare Italia
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QUALE MODELLO DI WELFARE NEL PNRR Report di analisi ! © 2021 Unipol Gruppo e The European House – Ambrosetti S.p.A. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del rapporto può essere in alcun modo riprodotta senza l’autorizzazione scritta di Unipol Gruppo e di The European House – Ambrosetti S.p.A. I contenuti del presente Rapporto sono riferibili esclusivamente al lavoro di analisi e di ricerca e rappresentano l’opinione di Unipol Gruppo e The European House – Ambrosetti.
QUALE MODELLO DI WELFARE NEL PNRR Analisi del think tank Welfare Italia Il presente report riprende alcune ri essioni elaborate durante il tavolo di lavoro omonimo organizzato dal think tank Welfare Italia. L’incontro si è svolto martedì 22 giugno 2021 e ha costituito un’occasione di ri essione circa lo stato del welfare italiano e il possibile contributo della dimensione europea nel contrastare gli impatti della crisi e guidare le trasformazioni future del sistema di welfare. L’incontro, moderato da Stefano Genovese (Responsabile Relazioni Istituzionali, Unipol Gruppo), ha visto la partecipazione in qualità di speaker di Marco Leonardi (Direttore del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Veronica De Romanis (Professore di Politica Economica Europea presso la Stanford University di Firenze e la LUISS Guido Carli di Roma), Ruth Paserman (Direttore della Direzione Generale per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione della Commissione europea) e Lorenzo Tavazzi (Partner, The European House – Ambrosetti). Al tavolo di lavoro, svoltosi seguendo la regola Chatham House, hanno partecipato numerosi stakeholder appartenenti alla community del think tank Welfare Italia. Le opinioni espresse, e riportate nel presente report, non possono quindi essere attribuite speci camente a nessuno dei presenti.! 2 Quale modello di Welfare nel PNRR fi fl fl
Dal quadro di sintesi del welfare italiano emergono alcuni temi di grande attualità relativi sia all’ef cienza sia all’ef cacia del sistema, presenti già prima della crisi da COVID-19, e in diversi casi esasperati dalla stessa. In primis, il welfare copre il 66,5% della spesa pubblica italiana, con un peso in aumento negli anni e una signi cativa incidenza della componente previdenziale (16,3% del PIL rispetto a una media del 12,7% nell’Eurozona). L’Italia è inoltre stretta in una "doppia tenaglia" demogra ca di invecchiamento e bassa natalità che frena il potenziale di crescita e mina la sostenibilità futura: oggi la popolazione italiana in età lavorativa raggiunge i 38,8 milioni di cittadini, nel 2030 sarà pari a 36,9 milioni (-5%) e nel 2050 a 31,2 milioni (-19%). Al tempo stesso, l’Italia è af itta da criticità strutturali nel mondo del lavoro, in particolare riguardanti i giovani, le donne, e le politiche attive. 1° Paese 8° Paese 8° Paese 12° Paese Ripartizione delle diverse nell’Eurozona nell’Eurozona nell’Eurozona nell’Eurozona componenti della spesa pubblica di welfare: confronto tra Italia e media Eurozona (% sul PIL), ultimo 12,7 dato disponibile, Fonte: elaborazione The European 16,3 8,2 House – Ambrosetti su dati 6,6 4,7 Eurostat, 2021. 6,4 5,1 4,3 Previdenza Sanità Politiche sociali Istruzione Italia Eurozona Gli effetti delle criticità sopra descritte non sono però omogenei sul territorio italiano. Al contrario, come rilevato dal Welfare Italia Index, elaborato dal think tank Welfare Italia per fotografare la capacità di risposta del sistema di welfare nelle Regioni italiane e l’eterogeneità del suo grado di sviluppo, il welfare nazionale mostra marcate disomogeneità territoriali: osservando infatti lo score regionale nella classi ca complessiva del Welfare Italia Index (misurato su una scala da 0 a 100), la prima e l’ultima Regione (rispettivamente Provincia Autonoma di Trento e Calabria) sono distanziate da 28 punti. In questo contesto si inserisce in ne la pandemia COVID-19, che ha indotto conseguenze signi cative sulla capacità di sviluppo dell’Italia (già reduce da 20 anni di bassa crescita, il PIL italiano è crollato del -8,9% nel 2020), generando impatti diretti per il sistema del welfare (l’incidenza delle 3 Quale modello di Welfare nel PNRR fi fi fi fi fi fl fi fi
famiglie in povertà assoluta è aumentata dal 6,4% nel 2019 al 7,7% nel 2020, pari a oltre 2 milioni di famiglie) e spesso acuendo i gap preesistenti (per esempio, le donne occupate sono diminuite del -2,7% rispetto al -1,1% degli uomini, mentre inattive sono aumentate +3,7% rispetto al +2,6% degli uomini). Lo scenario evolutivo richiede pertanto un adattamento del sistema di welfare: in questo quadro, Next Generation EU e le sue risorse rappresentano una nestra di opportunità per pensare a nuovi modelli di welfare. Il PNRR italiano, approvato uf cialmente dalla Commissione europea il 22 giugno 2021, è potenzialmente in grado di correggere le criticità strutturali dell’Italia, attraverso interventi che combinino riforme e investimenti, e sostenere un nuovo modello di welfare. Analizzando il Piano in prospettiva comparativa, emerge infatti come la componente riconducibile al welfare presente nel PNRR assuma un peso superiore rispetto a diversi Paesi europei (in primis Francia, Germania, Portogallo e Spagna – anche in virtù delle risorse superiori a disposizione dell’Italia nonché delle raccomandazioni europee sulle priorità d’investimento), essendosi progressivamente espansa nel percorso di de nizione del documento. In particolare, gli investimenti e le riforme strettamente dedicate al welfare si ritrovano trasversalmente nella Missione 4 (Istruzione e Ricerca), nella Missione 5 (Inclusione e coesione) e nella Missione 6 (Salute), per un ammontare complessivo di non meno di 41,5 miliardi di Euro (pari al 22% del budget del Piano). Nella Missione 4 (Istruzione e Ricerca) assumono un’importanza prioritaria il piano da 4,6 miliardi di Euro per gli asili nido (anche in ottica correttiva delle disparità di genere), nonché gli importanti interventi sull’istruzione primaria e secondaria, in primis negli ITS. Nella Missione 5 (Inclusione e coesione), alla luce dello storico ritardo dell’Italia nell’attività di riallocazione dei lavoratori, è prevista una rilevante ristrutturazione delle politiche attive in senso regionale, ma anche investimenti nell’apprendistato duale. In ne, nella Missione 6 (Salute) vanno evidenziati gli importanti investimenti in direzione della medicina territoriale e della telemedicina. Complessivamente, il PNRR mira dunque a rafforzare l’equità e l’ef cienza del pilastro pubblico del welfare italiano, con la convinzione che ciò possa favorire una maggiore crescita e integrazione della componente complementare. 4 Quale modello di Welfare nel PNRR fi fi fi fi fi
59,47 Composizione del 40,32 PNRR per Missione, in ordine di dotazione 30,88 25,4 (miliardi di Euro e %), 19,81 Fonte: elaborazione The 15,63 European House – Ambrosetti su dati Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Rivoluzione Digitalizzazione Istruzione e Infrastrutture Inclusione e Salute 2021. verde ricerca coesione MISSIONE 2 MISSIONE 1 MISSIONE 4 MISSIONE 3 MISSIONE 5 MISSIONE 6 30% 21% 14% 13% 13% 9% È importante sottolineare che questa possibilità di intervento immediato e sostanziale (rinvenibile in Next Generation EU ma anche nello strumento denominato Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency – SURE) non sarebbe stata possibile senza il contributo dell’Unione europea, che sta evidentemente giocando un ruolo chiave per il rilancio del welfare nei Paesi membri. L’impegno dell’UE in questo ambito nasce però già prima della pandemia: il Pilastro europeo dei diritti sociali – composto da 20 principi e diritti fondamentali nell’ambito di pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, e protezione sociale e inclusione – risale infatti al 2017. Nel marzo 2021, la Commissione europea ha poi adottato un piano di azione per dare concreta attuazione ai principi individuati nel Pilastro, ssando degli obiettivi da raggiungere entro il 2030: che almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro (vs. 73,1% del 2019); che almeno il 60% di tutti gli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione (vs. 37,4% del 2016); che il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale diminuisca di almeno 15 milioni (rispetto ai 91 milioni attuali). Parallelamente, l’Unione europea è intervenuta in maniera diretta per contrastare le emergenti conseguenze della crisi da COVID-19. A maggio 2020 il Consiglio europeo ha istituito SURE, diretto a concedere assistenza nanziaria per istituire o estendere regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo e di altre misure analoghe (a maggio 2021, l’Italia aveva ricevuto 27,44 miliardi di Euro complessivi). Esso rappresenta anche il primo strumento di debito comune emesso dai Paesi europei, dal momento che i 90,3 miliardi di Euro di risorse complessive sono stati raccolti mediante vari 5 Quale modello di Welfare nel PNRR fi fi
round di emissione di social bond europei da parte della Commissione Europea. Nella stessa ottica va analizzato Next Generation EU, il piano pluriennale da 750 miliardi di Euro volto a contrastare gli effetti profondi della crisi favorendo un riorientamento dell’economia europea all’insegna della digitalizzazione e sostenibilità. Composto per 360 miliardi di prestiti e 390 di sovvenzioni, risorse quindi trasferite ai bene ciari a fondo perduto, esso segna un vero e proprio cambio paradigmatico nelle ambizioni storiche di integrazione tra Paesi dell’Europa Centro Settentrionale e quelli invece dell’area Mediterranea. Se da un lato è quindi possibile rilevare un importante e crescente impegno comunitario nell’ambito del welfare, per quanto possibile nel quadro dei Trattati, dall’altro non sembra essere altrettanto evidente la capacità gestionale di alcuni Paesi membri. La ridotta capacità di spesa e progettazione dell’Italia (tra il 2014 e il 2020 è stata uno dei Paesi meno ef cienti, impiegando solo il 50,8% dei Fondi europei di sviluppo regionale a disposizione) costituisce una forte preoccupazione per le Istituzioni europee, soprattutto in ragione del fatto che le risorse del PNRR saranno di entità superiore e da allocare in un arco temporale ristretto (entro il 2026). Occorre dunque sottolineare che per rendere esecutivi gli investimenti del Piano e trarne i bene ci connessi sarà quanto mai fondamentale poter contare su una governance ef cace. Lo scenario evolutivo richiede e permette – grazie alle risorse del PNRR e alla visione dell’Unione europea – un adattamento del sistema di welfare. Nel corso degli anni, il think tank Welfare Italia ha sviluppato e proposto delle direttrici per l’evoluzione del welfare, in grado di rispondere alle necessità presenti e future del sistema. Prima della pandemia era stato lanciato il Welfare New Deal, per evidenziare la necessità di cambiamento di un sistema di welfare inef cace ed inef ciente, ma le risorse hanno continuato ad essere destinate a fasce già coperte o ad essere spese in maniera improduttiva. Nell’anno della pandemia, è stata sottolineata la necessità di un Welfare di reti per proteggere le persone dagli impatti negativi impiegando in maniera più precisa le risorse a disposizione, ma le risorse sono state spese in maniera inef ciente, attenuando gli impatti in maniera solo limitata, e trascurando alcuni ambiti prioritari. Secondo il think tank Welfare Italia per il dopo pandemia è più che mai fondamentale perseguire un Welfare di precisione, capace di offrire ai cittadini le migliori e le più moderne risposte universalistiche di protezione sociale abilitando le 6 Quale modello di Welfare nel PNRR fi fi fi fi fi fi fi
condizioni per la piena autorealizzazione e proattività dell’individuo. Esso deve dunque indirizzare le risorse a disposizione in modo da colmare le maggiori disuguaglianze del welfare italiano, ovvero quelle giovanili, femminili, e territoriali, che costituiscono un freno a una crescita inclusiva. All’interno di questa visione evolutiva un importante ruolo è inoltre svolto dalla componente complementare, il cui potenziamento può costituire una leva per favorire la sostenibilità economica e la copertura universalistica del welfare, a integrazione dell’attore pubblico. Su questi fronti, il PNRR prevede rilevanti investimenti e riforme, ma forse ancora poco ambiziosi e trasformativi rispetto alle reali necessità. 7 Quale modello di Welfare nel PNRR
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