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Sicurezza dei prodotti alimentari QR Code Campania Guida pratica per il Consumatore A.T.S. REGIONALE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI UTENTI CAMPANIA 1
A cura di: A.T.S. REGIONALE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI UTENTI CAMPANIA Programma Generale di Intervento MAP 5 - “Azioni di Completamento e Potenziamento del MAP 4” 2° Modulo Funzionale Il presente opuscolo è stato realizzato con il finanziamento del Ministero dello Sviluppo Economico, ai sensi dell’art. 13 del Decreto del 06/08/2010, “Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall’Autorità Garante della concorrenza e del mercato da destinare ad iniziative a vantaggio dei consumatori” (Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze n.124331/2002), dall’Associazione Temporanea di Scopo (A.T.S.) Regionale Associazioni Consumatori Utenti Campania a seguito di Convenzione sottoscritta con la Regione Campania, per la realizzazione dell’intervento n. 6 del 2° Modulo funzionale denominato “SICUREZZA DEI PRODOTTI ALIMENTARI – QR CODE CAMPANIA” , di cui alla D.G.R. n. 485 del 10/11/2014 del programma generale d’intervento MAP 5 – 2° Modulo, denominato “Azioni di completamento e potenziamento del MAP 4”. 2
1. Le etichette alimentari 2. Le informazioni obbligatorie da apporre sull’etichetta a. Denominazione dell’alimento b. Elenco degli ingredienti c. Additivi d. Durabilità del prodotto e. Conservazione e trasporto: catena del freddo f. Condizioni di conservazione ed uso g. Paese d’origine e luogo di provenienza h. Dichiarazione nutrizionale i. Allergeni 3. Il Regolamento UE n.1169/2011 sulla Etichettatura Alimentare 4. Come si presenta un’etichetta 5. Oltre l’Etichetta, ora c’è anche il QR Code 6. Il Sistema di certificazione “QR Code Campania” per la tutela dei prodotti agricoli j. Obiettivi k. Attività IZSM l. Front Office e Amministrativo m. Commissione tecnica n. Campionamento o. Analisi p. Procedura di attribuzione Voucher q. Procedura rilascio QR Code Campania r. Gestione non conformità 7. Il Piano di Monitoraggio Campania Trasparente 8. ll “QR Code Campania” 9. I numeri di “QR Code Campania” e del Progetto Campania Trasparente Conclusioni 4
1. Le etichette alimentari 5
La scelta di alimenti e bevande condiziona la nostra dieta in termini di apporti ed equilibrio nutrizionale. Leggere e comprendere le etichette degli alimenti è importante perché ci consente di fare scelte più sane e consapevoli. L’etichetta riporta informazioni sul contenuto nutrizionale del prodotto e fornisce una serie di indicazioni per comprendere come i diversi alimenti concorrono ad una dieta corretta ed equilibrata. Lo scopo è quello di tutelare la salute dei consumatori e assicurare un’informazione chiara e trasparente. Altro aspetto importante dell’etichettatura degli alimenti sono le indicazioni nutrizionali e sulla salute (claims), disciplinate dal Ministero della Salute. Cos’è l’etichetta? “qualunque marchio commerciale o di fabbrica, segno, immagine o altra rappresentazione grafica scritto, stampato, stampigliato, marchiato, impresso in rilievo o a impronta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento o che accompagna tale imballaggio o contenitore.” (Art. 1 Reg. 1169/2011) 6
2. Le informazioni obbligatorie da apporre sull’etichetta 7
a. Denominazione dell’alimento Accanto alla denominazione deve essere indicato lo stato fisico nel quale si trova il prodotto o lo specifico trattamento che ha subito (ad esempio «in polvere», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato», «affumicato»). Per i prodotti congelati prima della vendita e che sono venduti decongelati sarà obbligatorio riportare, accanto alla denominazione del prodotto, l’indicazione “decongelato”. b. Elenco degli ingredienti È l’elenco di tutte le sostanze impiegate nella produzione, in ordine decrescente di peso. Una delle novità più importanti riguarda l’indicazione degli allergeni che deve essere evidenziata con carattere diverso rispetto agli altri ingredienti per dimensioni, stile o colore, in modo da permettere di visualizzarne rapidamente la presenza. Anche i prodotti sfusi devono riportare obbligatoriamente l’indicazione della presenza degli allergeni che troveremo segnalata anche sui prodotti somministrati nei ristoranti, mense, bar ecc. Nel caso di presenza di “oli vegetali” o “grassi vegetali” ci sarà un apposito elenco che ne indicherà l’origine specifica (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.) c. Additivi Indicati con la lettera E seguita da una numerazione di tre cifre (E100, E300) vengono inseriti in etichetta mediante questi codici o con sigle che ne specificano la funzione svolta: coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti. Gli additivi sono sostanze che vengono liberamente aggiunte dall’industria alimentare per svolgere determinate funzioni tecnologiche e che in alcuni casi servono a migliorare l’aspetto del prodotto. In presenza di certi coloranti, evidenze scientifiche hanno dimostrato reazioni iper cinetiche o difficoltà dell’attenzione in bambini in età scolare. Quindi, c’è obbligo di inserire in etichetta la dicitura «può influire sull’attività e l’attenzione dei bambini». 8
d. Durabilità del prodotto Distinguiamo due indicazioni che possiamo trovare sulla confezione del prodotto. • Data di scadenza: nel caso di prodotti molto deperibili, la data è preceduta dalla dicitura “Da consumare entro il” che rappresenta il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato. • Termine minimo di conservazione (TMC): nel caso di alimenti che possono essere conservati più a lungo si troverà la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il” che indica che il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come il sapore e l’odore ma può essere consumato senza rischi per la salute. Conoscere la differenza tra data di scadenza e TMC può essere utile per evitare che un prodotto venga gettato quando ancora commestibile, riducendo gli sprechi. e. Conservazione e trasporto: catena del freddo Il produttore ha l’obbligo di indicare le eventuali condizioni di conservazione di un prodotto alimentare (in luogo asciutto e fresco, lontano da fonti di calore, a una temperatura che non superi i 4 gradi, eccetera). Indicazioni che vengono date per consentire non solo una conservazione adeguata dell’alimento prima dell’uso, ma anche e soprattutto dopo l’apertura della confezione. Nel caso di prodotti surgelati, ad evitare rischi di alterazione, è indispensabile cercare di mantenere nel trasporto fino a casa la famosa catena del freddo, onde evitare che prodotti deperibili, risentendo degli sbalzi di temperature soprattutto in giornate calde, giungano a casa già alterati. f. Condizioni di conservazione ed uso Le condizioni di conservazione devono essere indicate per consentire una conservazione ed un uso adeguato degli alimenti dopo l’apertura della confezione. 9
g. Paese d’origine e luogo di provenienza Questa indicazione, già obbligatoria per alcuni prodotti (carni bovine, pesce, frutta e verdura, miele, olio extravergine d’oliva), viene estesa anche a carni fresche e congelate delle specie suina, ovina, caprina e avicola. h. Dichiarazione nutrizionale Il Regolamento (CE) 1924/2006 armonizza i cosidetti “claims”, ossia indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, allo scopo di garantire ai consumatori l’accuratezza e la veridicità delle informazioni. Sono obbligatorie indicazioni su: •• valore energetico •• grassi •• acidi grassi saturi •• carboidrati •• zuccheri •• proteine •• sale La dichiarazione nutrizionale può essere integrata con l’indicazione su acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre. L’indicazione del valore energetico è riferita a 100 g/100 ml dell’alimento, oppure alla singola porzione. Il valore energetico è espresso come percentuale delle assunzioni di riferimento per un adulto medio ossia circa 2000 kcal al giorno. Che cos’è un’indicazione nutrizionale ? “qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento abbia particolari proprietà nutrizionali benefiche, dovute all’energia (valore calorico) che apporta – oppure, che apporta a tasso ridotto o accresciuto o non apporta; e/o alle sostanze nutritive o di altro tipo che contiene, oppure, che contiene in proporzioni ridotte o accresciute o non contiene” (Art. 2 Reg. 1924/2006) 10
i. Dichiarazione nutrizionale I principali Allergeni •• Cereali contenenti glutine: grano, segale, orzo, avena, farro •• Crostacei e prodotti a base di crostacei •• Uova e prodotti a base di uova •• Pesce e prodotti a base di pesce •• Arachidi e prodotti a base di arachidi •• Soia e prodotti a base di soia •• Latte e prodotti a base di latte •• Frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci, noci di acagiù, noci di pecan, noci del Brasile, •• pistacchi, noci macadamia e i loro prodotti •• Sedano e prodotti a base di sedano •• Senape e prodotti a base di senape •• Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo • Anidride solforosa e solfiti •• Lupini e prodotti a base di lupini •• Molluschi e prodotti a base di molluschi Alcuni esempi: • I prodotti con un quantitativo di caffeina superiore a 150 mg/l che non siano tè o caffè, oltre all’indicazione “tenore elevato di caffeina”, riporteranno la dicitura “Non raccomandato per bambini e donne in gravidanza o nel periodo di allattamento”. • Gli alimenti con aggiunta di fitosteroli e fitostanoli riporteranno la dicitura “addizionato di steroli vegetali” o “addizionato di stanoli vegetali”. Sarà evidenziato che l’alimento è destinato esclusivamente a coloro che intendono ridurre il livello di colesterolo nel sangue. Inoltre, verrà indicato che il prodotto potrebbe non essere adeguato per le donne in gravidanza, in allattamento e i bambini di età inferiore a cinque anni. • I dolciumi o bevande ai quali viene aggiunta la liquirizia ad una concentrazione pari o superiore a 100mg/kg o 10mg/l, riporteranno la dicitura “contiene liquirizia” subito dopo l’elenco degli ingredienti. • Se si parla di olio, ora c’è l’obbligo di specificare la tipologia, che sia di oliva, di palma, di girasole o di qualsiasi altra natura. 11
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3. Il Regolamento UE n.1169/2011 sulla Etichettatura Alimentare La libera circolazione di alimenti sicuri e sani nell’Unione Europea è di grande beneficio per la salute pubblica e il benessere e costituisce una caratteristica essenziale del mercato unico. Oltre a garantire un elevato livello di tutela della salute, la normativa dell’UE Il Regolamento, entrato in vigore dal 13 dicembre 2014, ad eccezione dell’introduzione di una dichiarazione nutrizionale (a decorrere dal 13 dicembre 2016) e di requisiti specifici relativi alla designazione di «carni macinate», che sono già applicati dal 1 o gennaio 2014, garantisce ai consumatori il loro diritto ad un’informazione adeguata, stabilendo principi generali, requisiti e responsabilità in materia di etichettatura dei prodotti alimentari che consumano. Offre una flessibilità sufficiente per rispondere ai futuri sviluppi nel settore alimentare. Fonde la normativa precedente, la direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura dei prodotti alimentari e la direttiva 90/496/CEE relativa all’etichettatura nutrizionale. La normativa si applica alle imprese in tutte le fasi della catena alimentare e a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti dalle collettività e quelli destinati alla fornitura delle collettività. 13
In particolare il Regolamento dispone: La responsabilità di fornire le informazioni necessarie, e di garantire che siano corrette, la responsabilità spetta al produttore con il cui nome sono commercializzati gli alimenti. Se questi ha sede al di fuori dell’UE, spetta all’importatore. • Talune informazioni sono obbligatorie, fra cui la denominazione dell’alimento, l’elenco degli ingredienti, la quantità netta, la data di scadenza, le istruzioni per l’uso, se necessario, il nome e l’indirizzo dell’operatore e una dichiarazione nutrizionale. • Le informazioni obbligatorie devono essere rese disponibili senza costi aggiuntivi, prima di effettuare l’acquisto, ai consumatori che utilizzano la vendita a distanza per comprare gli alimenti. • Il titolo alcolometrico volumico effettivo deve essere fornito per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume. • Ulteriori informazioni obbligatorie devono essere fornite per alcuni tipi di prodotti alimentari, come quelli contenenti edulcoranti, sale di ammonio o con elevato tenore di caffeina. • La quantità netta di alimenti e di liquidi è espressa in litri, centilitri, millilitri, chilogrammi o grammi. • Alcuni alimenti sono esenti dalla dichiarazione nutrizionale obbligatoria, come piante aromatiche, spezie, aromi e tisane. • Altri, in particolare frutta e verdura fresca, acqua gassata, aceto, e prodotti lattiero- caseari come formaggio, burro, panna e latte fermentato, non hanno bisogno di fornire un elenco degli ingredienti. • Le informazioni sui prodotti alimentari non devono indurre in errore il pubblico, in particolare suggerendo di possedere caratteristiche particolari o effetti che non hanno. Devono essere precise, chiare e di facile comprensione per il consumatore. • Che i consumatori dispongano di informazioni adeguate per compiere scelte consapevoli per quanto riguarda i prodotti alimentari che acquistano e mangiano. 14
4. Come si presenta un’etichetta 15
In generale, un’etichetta è trasparente (o leggibile) quando «è immediatamente comprensibile dal consumatore». Deve quindi essere «decifrabile da tutte le tipologie di consumatori». Altezza dei caratteri. Le informazioni obbligatorie in etichetta devono avere un’altezza di almeno 1,2 mm, riferita alla “x” minuscola (per gli altri caratteri dell’alfabeto, e le lettere maiuscole, cfr. Allegato IV del reg. UE 1169/11). Per le etichette la cui superficie sia inferiore a 80 cm2, la “x” può avere un’altezza minima di 0,9mm. Data di scadenza. L’indicazione “da consumarsi entro” è obbligatoria su ogni singolo preimballo, se pure parte di confezioni “multi-pack”. A partire dal giorno successivo alla scadenza, i prodotti sono considerati a rischio, a prescindere da ogni sua effettiva e concreta valutazione. Ricordiamo che la data di scadenza si applica solo ai prodotti rapidamente deperibili dal punto di vista microbiologico. Oli e grassi vegetali. L’indicazione generica della categoria non è più sufficiente, bisogna invece precisare la natura specifica degli oli e grassi vegetali impiegati (es. palma, cocco, soia, colza). Allergeni. Gli ingredienti allergenici devono venire graficamente evidenziati (es. in grassetto, sottolineato) rispetto agli altri, nell’apposita lista. Bisogna evidenziare la parola chiave, es. “latte”, e non l’intera dicitura (ad es.: “proteine del latte”). Ripetere la citazione, pur senza replicare l’evidenza grafica, laddove lo stesso allergene sia presente in diversi ingredienti o altre matrici (es.: supporto di additivi). Acqua e ingredienti volatili aggiunti. Devono sempre essere indicati sulle etichette di carni e preparati di carni, prodotti ittici non processati e molluschi bivalvi vivi. Su tali prodotti, quando essi abbiano la parvenza di fetta, filetto o porzione – e fatti salvi gli alimenti esclusi dalla Commissione europea, in accordo con gli Stati membri (tra cui, salsicce e würstel) – deve riportarsi la dicitura “con acqua aggiunta”, accanto alla denominazione di vendita, quando essa raggiunga o superi il 5%. 16
Etichettatura nutrizionale. La tabella nutrizionale è obbligatoria per la quasi totalità dei prodotti alimentari, ivi compresi quelli di IV e V gamma, a partire dal 14 dicembre del 2016. Le etichette che riportino la tabella nutrizionale – se pure su base facoltativa – devono averla adeguata rispetto al nuovo schema che comprende sette elementi obbligatori. Nell’ordine, valore energetico (in Kjoule e Kcal), grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale (inteso come sodio, da esprimersi in termini di “sale-equivalente”). Le fibre alimentari possono essere inserite prima delle proteine. Divieto assoluto di riportare colesterolo e acidi trans-grassi. I valori devono sempre venire riferiti ai 100g/ml di prodotto ed eventualmente, a titolo volontario, alla porzione. Alimenti venduti sfusi e i cosiddetti “preincartati”. L’attenzione si focalizza sull’indicazione – inderogabile – della presenza di ingredienti allergenici in ciascuno dei prodotti offerti in vendita. È definitivamente fuori legge il “cartello unico degli ingredienti”, storicamente impiegato negli esercizi di vendita dei prodotti di gastronomia, pasticceria, panetteria, gelateria. Proprio perché, un’indicazione generalizzata non è in grado di esprimere, come invece prescritto, il contenuto di allergeni in ogni alimento. Rimane in ogni caso applicabile, e sanzionabile in caso di omissioni, quanto a suo tempo prescritto dal d.lgs. 109/92 all’articolo 16. Origine. L’indicazione d’origine è obbligatoria – a partire dal primo aprile 2015 (reg. UE 1337/2013) – per le carni fresche, refrigerate e congelate, delle specie suina, ovina, caprina e di pollame (inclusi anatre, oche, tacchini, faraone. Esclusi i fegati). L’origine non è invece ancora prevista per le carni equina, di coniglio, lepre e quaglia. A partire dal 2016 il nostro ordinamento prevede l’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari. 17
5. Oltre l’Etichetta, ora c’è anche il “QR Code Campania” 18
Semplice, occupa poco spazio, è l’ideale per trasmettere molte più informazioni di quelle che solitamente sono contenute in etichetta. Ogni produttore quando sceglie di usare e applicare ai prodotti il QR Code fa un’attenta valutazione, quel “contenuto in più” caratterizza il prodotto stesso o l’azienda che lo produce, diventa come un aspetto del loro carattere. Ma attenzione, il quadrato in bianco e nero che timbra ogni articolo, dove il produttore racconta qualcosa di se, rende più riconoscibile e apprezzabile il prodotto. In un momento in cui la trasparenza circa la provenienza dei prodotti freschi – specie la frutta e la verdura – diventa sinonimo di qualità, tra i produttori c’è anche chi ritiene che il QR Code sia un’opportunità per creare un filo diretto tra chi produce e chi consuma, tra il campo di coltivazione e la tavola. Grazie all’uso del QR Code è possibile dare evidenza all’origine e non solo citandola in etichetta, ma raccontandola come solo il produttore può e sa fare. 19
6. Il “QR Code Campania” 20
Il QR Code Campania è un codice di certificazione per la tutela dei prodotti agricoli ed agroalimentari. Si tratta di un codice a barre bidimensionale, applicato sulle confezioni di prodotti, che fornisce informazioni sui prodotti e sulle imprese produttrici. Si tratta di una “Quick Response” per informare il consumatore su cosa acquista che applicabile sulle confezioni dei prodotti, leggibile tramite cellulare o smartphone. Il codice QR si troverà su prodotti come mozzarella di bufala campana, insalata, formaggi, pomodori, etc. delle aziende che aderiscono al sistema e fornirà tutte le informazioni sulla sicurezza e sulla tracciabilità del prodotto interessato È un progetto che tende ad offrire ai consumatori maggiore fiducia e trasparenza sui prodotti alimentari prodotti in Campania, sulla base di verifiche e controlli eseguiti sull’intera filiera produttiva. Negli ultimi anni la sicurezza dei prodotti alimentari è diventato un tema prioritario: fra i consumatori si è sviluppata una crescente richiesta di conoscenza e le preferenze sono sempre più indirizzate verso cibi sicuri da un punto di vista igienico, produttivo e nutrizionale. Il tema della tracciabilità suscita grande interesse fra gli acquirenti, e per questo molte imprese stanno implementando sistemi che permettono la condivisione delle informazioni tra tutti i soggetti della filiera: dall’azienda produttrice al consumatore finale. Per rispondere a questa nuova esigenza sono stati implementati innovativi strumenti tecnologici che sono da supporto ad una produzione capace di certificare il livello della qualità del prodotto: un esempio è l’utilizzo del QR Code Campania. Le aziende della Campania, che desiderano apporre sui loro prodotti il QR Code Campania, possono contare sull’aiuto di uno staff messo a disposizione dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno con l’obiettivo di accompagnare le aziende in un percorso virtuoso che parte dal territorio ed arriva sui mercati del mondo garantendo maggiore trasparenza, assicurando la salubrità dei prodotti. A seguito di prelievi e analisi specifiche sui prodotti, eseguiti dall’Istituto Zooprofilattico, in collaborazione con principali attori che operano nell’ambito tecnico-scientifico in materia ambientale, alimentare e di controllo, si disegna sul territorio, una mappatura della salubrità dei prodotti. L’intero iter di verifica si realizza attraverso vari step: • Valutazione del rischio; • Campionamento; • Analisi; • Emissione QR Code. 21
La certezza di scegliere un prodotto che offre effettivamente quello che promette, soprattutto quando impatta direttamente sulla salute, la sicurezza e l’ambiente è il più grande vantaggio dell’accreditamento, uno strumento invisibile agli occhi, ma dai benefici reali e tangibili. Ad esempio, nel comparto delle produzioni agroalimentari, la certificazione di prodotto – ed il conseguente rilascio del QR Code – può fare la differenza, perché l’agricoltore, il trasformatore e il distributore possono dare immediata prova della qualità del prodotto stesso – in termini di genuinità, ma anche di tipicità e sapore – apponendo direttamente il marchio sulla confezione. Quindi, il QR Code non è altro che una attestazione nei riguardi di un prodotto che, non solo, è stato realizzato secondo i disciplinari di produzione approvati dall’Autorità competente, ma che proviene dalla coltivazione e lavorazione di una azienda verificata in tutti i suoi processi produttivi – dalla qualità del terreno, all’acqua utilizzata per l’irrigazione, alla indicazione degli ingredienti e delle caratteristiche organolettiche dei prodotti. Quando sceglie un prodotto su cui è apposto il marchio QR Code, il consumatore è sicuro che il produttore abbia assolto a tutta una serie di obblighi ed abbia messo in campo tutte le risorse necessarie per offrire sul mercato un bene affidabile e di qualità. In termini economici si traduce in incisività sul mercato e acquisizione di fiducia da parte dei consumatori. Per le aziende, quindi, l’accreditamento è un vantaggio competitivo, che contribuisce a rafforzare la qualità della propria offerta e a garantire il riconoscimento, sul mercato, delle proprie competenze. Il conseguimento di una certificazione, a seguito di verifiche, è inoltre l’esito di un processo che coinvolge tutte le funzioni della organizzazione di una azienda, rafforzandola anche in termini di impegno e consapevolezza. Ciò si traduce in maggiore impulso alla produttività e migliore gestione dei rischi interni ed esterni all’azienda. 22
7. Il Sistema di certificazione “QR Code Campania” per la tutela dei prodotti agricoli. 23
Il QR Code Campania viene rilasciato dall’IZSM, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, a seguito delle analisi effettuate. L’ IZSM, è ente sanitario di diritto pubblico, che opera nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, in materia di Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria, quale strumento tecnico- scientifico dello Stato e delle Regioni Campania e Calabria, eroga servizi per il Ministero della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni, le Aziende Sanitarie Locali, gli Allevatori e Produttori di alimenti, i Produttori di beni e servizi, i Consumatori ed i Veterinari Liberi Professionisti, costituendo un supporto tecnico-scientifico ed operativo per lo sviluppo di azioni di polizia veterinaria, per l’attuazione di piani di profilassi, risanamento ed eradicazione di malattie di animali domestici e selvatici, per azioni di difesa sanitaria e di miglioramento delle produzioni e per la farmaco-sorveglianza veterinaria. a. Obiettivi I molteplici obiettivi tutti virtuosi descrivono un percorso nel quale la Campania e le imprese agroalimentari si incamminano per rimarcare la propria identità, con semplicità, innovazione, rilanciandosi sui mercati internazionali e garantendo tutti i consumatori in un’ottica di trasparenza e valorizzazione. Alle soglie del 2015, che vedrà l’Italia palcoscenico indiscusso del mondo che produce e che rispetta l’ambiente, la miglior risposta che le Istituzioni Campane possono offrire è un’opportunità di proiettare l’immagine trasversale del prodotto in chiave 2.0. Le azioni di demarketing subite negli ultimi anni hanno generato allarmismo e ingenti danni al sistema economico campano che, soprattutto nella produzione primaria, ha visto un declassamento derivante solo dalla posizione geografica. Lungimirante e incisiva questa misura: è uno strumento unico per la comunicazione in tutte le sue forme. Il marketing da solo non basta, serve dare dignità alla tradizione e alla cultura di un territorio attraverso la conoscenza, l’accompagnamento alle aziende affinché siano edotte sulle buone pratiche agricole e zootecniche. La collaborazione di un partner scientifico e sanitario come l’IZSM è sinonimo di sicurezza e la creazione della prima certificazione di salubrità sui prodotti agroalimentari fornisce un appeal straordinario sui mercati internazionali da sempre interessati alla qualità e alle procedure di tutela dei propri clienti. Si preferisce definire lo strumento QR Code Campania unico nel suo genere per il raggiungimento di un solo obiettivo: il riscatto. 24
b. Attività IZSM L’IZSM forte dell’esperienza del progetto QR Code Campania e della numerosa adesione da parte delle aziende agroalimentari campane nel 2014, che volontariamente e con risorse proprie hanno aderito al progetto, richiedendo la certificazione e l’utilizzo del codice bidimensionale personalizzato, ha avuto modo di standardizzare il percorso di certificazione QR Code rendendo l’organizzazione dinamica e meticolosa e soprattutto in grado di rispondere immediatamente alle esigenze delle aziende produttrici siano esse agricole che di trasformazione, rendendolo un partner strategico per la garanzia al consumatore del prodotto finito. Le attività specifiche dell’IZSM si articolano in sei aree : 1. Commissione tecnico-scientifica per la scelta delle analisi da effettuare sui prodotti; 2. Campionamenti, attività di prelievo e consegna presso la sede centrale dell’ISZM; 3. Analisi dei campioni come da relazione aziendale presso i laboratori ; 4. Rilascio QR Code e gestione della scheda sulla piattaforma telematica della comunicazione; 5. Assistenza tecnica e accompagnamento aziende nel percorso pre e post richiesta contributo; 6. Gestione non conformità c. Front Office e Amministrativo Attraverso risorse dell’Ente verrà predisposto un ufficio dedicato alla gestione dell’azione, che curerà i rapporti e le comunicazioni con il pubblico, predisponendo un Front Office per fornire assistenza in tutte le fasi alle aziende beneficiarie. Grazie all’ausilio del CED sarà possibile la trasmissione e la gestione di tutti i dati e la documentazione delle aziende in modo sicuro. d. Commissione tecnica La scelta di istituire una commissione tecnica interna e avvalersi della collaborazione di consulenti esterni nel comitato garante è dettata dall’assoluta esigenza di offrire la più ampia garanzia alle aziende partecipanti al bando con la massima competenza tecnico scientifica. L’ARPAC, l’Università Federico II di Napoli attraverso il Dipartimento di Agraria, il Dipartimento di Farmacia, il Dipartimento di Medicina Veterinaria, il SEED dell’Università di Salerno, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, l’Istituto Superiore di Sanità ed il Corpo Forestale dello Stato, in parte membri effettivi della task force “Terra dei fuochi” 25
rappresentano un valore aggiunto all’intera Azione. L’obiettivo specifico della commissione è quello di definire il contesto ambientale in cui l’azienda opera in relazione a potenziali fonti di contaminazione, valutare il processo produttivo e le materie prime utilizzate (in caso di aziende di trasformazione) ed infine valutare il rischio al quale il prodotto esaminato è esposto. Dopo un’attenta valutazione del rischio, il gruppo di lavoro multidisciplinare composto da ingegneri ambientali, agronomi e veterinari, determina le analisi da effettuare sui prodotti delle aziende che fanno richiesta. e. Campionamento Su indicazione della Commissione Tecnica, il personale tecnico addetto provvederà ai campionamenti su matrici di origine animale e vegetale secondo metodiche accreditate e riconosciute dalla normativa vigente. Nel dettaglio, per le aziende agricole, una volta stimate le superfici aziendali mediante fascicoli Agea e mappali (foglio e particella), si procederà al prelievo in campo di campioni compositi rappresentativi per quella superficie aziendale. Per le aziende zootecniche, si procederà al prelievo presso il tank refrigerante del latte di massa di ogni singolo produttore di latte, per quanto riguarda gli opifici di trasformazione, se viene acquistato il latte da ulteriori fornitori verrà effettuato un piano di monitoraggio analitico in base al quantitativo e la frequenza. Infine per quanto riguarda le aziende di trasformazione, oltre al prelievo dei prodotti finiti, vengono prelevate ed analizzate anche le materie prime utilizzate. Per ogni singolo campione si provvederà alla compilazione del Verbale in duplice copia, di cui una rilasciata all’Azienda l’altra ai Laboratori Referenti per l’esecuzione delle analisi. I suddetti campioni verranno consegnati all’accettazione dell’IZSM entro l’arco delle 24 ore. Le aliquote saranno tre, al fine di effettuare le diverse analisi microbiologiche e chimiche. Una verrà liofilizzata ed implementerà la banca dei campioni. f. Analisi A seconda della relazione redatta dalla commissione tecnica, e in assenza di anomalie durante la fase di campionamento (es. roghi in corso), verranno effettuate le analisi presso i laboratori accreditati di: • Diossina e PCB • Piombo e cadmio • Salmonella • E coli 0157 • Listeria Monocitogenes 26
• IPA • MR • Allergeni • Residui di Farmaci • Nitriti e nitrati (presenza in campioni animali e vegetali) • Micotossine (Ocratossine - Alflatossine ) • Valori Nutrizionali g. Procedura di attribuzione Voucher A causa della molteplicità dei fattori del rischio e del frazionamento dei terreni di proprietà delle aziende non è possibile standardizzare un protocollo sia per il numero e la tipologia delle analisi e sia per la frequenza dei campionamenti. Parametri estremamente variabili, sono anche la tipologia di prodotto e i quantitativi lavorati (nel caso delle imprese di trasformazione). Per ogni azienda verrà redatta la valutazione del rischio e un piano di analisi specifico dell’azienda . Se necessario, verranno effettuati anche dei sopralluoghi delle aree oggetto di controllo. Sulla base dell’esperienza dell’IZSM è stato determinato un importo standard del voucher di 2.500 euro che comprende tutte le attività indicate (valutazione del rischio, campionamento, analisi, gestione dei dati sulla piattaforma informatica, rilascio QR Code Campania, sicurezza dei dati), al fine del rilascio della certificazione . Il Comitato di Garanzia, costituito dalle massime autorità scientifiche e sanitarie, provvede a verificare la fattibilità di quanto previsto e ad approvarne la scelta attraverso apposita check list compilata per ogni azienda. h. Procedura rilascio QR Code Campania Acquisizione ed inserimento dati Raccolta dati Verranno raccolte le coordinate Gps della sede dell’azienda e dei punti in cui verrà effettuato il campionamento, le analisi, i rapporti di prova, logo o brand aziendale e inserite sul link personalizzato. Rilascio del marchio QR Code Una volta acquisiti tutti i dati, il sistema genererà un codice bidimensionale personalizzato per ogni azienda e inserito nei database di consultazione sul portale web www.qrcodecampania.it, visualizzabile anche dal pc senza l’utilizzo di app di lettura reader del QR Code. 27
Piattaforma informatica QR Code L’IZSM provvede alla realizzazione della piattaforma informatica, mediante controllo: 1) GESTIONALE: che da la possibilità di archiviare e successivamente consultare tutti i dati relativi alle Aziende ed ai controlli effettuati (loghi, ragione sociale, sede, recapiti, coordinate geografiche, analisi e relativi esiti con pdf scaricabili). 2) INFORMATICO: gli utenti finali del progetto (Aziende e Consumatori) possono visualizzare attraverso la lettura del QR Code e l’accesso diretto al sito (www.qrcodecampania.it), le informazioni relative alle Aziende e al prodotto analizzato, inoltre sarà possibile visualizzare i dati anche sul portale Campania Sicura. i. Gestione non conformità Nell’ottica di migliorare i processi produttivi e prevenire a monte la possibilità di immettere nel mercato prodotti contaminati, l’IZSM con il sistema QR Code Campania ha introdotto un’apposita commissione tecnica per la gestione delle emergenze in caso di presenza di prodotti contaminanti (superamento dei limiti previsti dalla legge nelle produzioni agroalimentari). In caso di positività del campione (NC), l’IZSM ha l’obbligo di legge di avvisare l’Osa (nelle parti l’Azienda oggetto di valutazione) e l’ASL di competenza e di richiedere il richiamo e la distruzione del prodotto, se già immesso nel mercato, o il blocco della commercializzazione e la distruzione nel caso in cui il prodotto non sia ancora stato venduto. Successivamente, nell’abito del sistema QR Code Campania viene azionata la procedura “ Gestione emergenze”, al fine di attuare procedure di intervento per valutare il tipo di NC ricercando le cause che le hanno generate e suggerire le azioni correttive per intervenire e risolvere l’emergenza. Ciascun membro della commissione, in funzione delle proprie competenze, definisce e comunica i criteri per il trattamento delle non conformità e le successive strategie di intervento. 28
Il processo prevede di: Identificazione NC La commissione prende in esame tutti i dati relativi all’Azienda in esame attraverso sia la documentazione cartacea fornita nella fase preliminare di adesione al sistema Qr code Campania e sia elettronica attraverso i sistemi informativi gestionali. Valutazione della NC La commissione ha l’obiettivo di risalire alle fonti e/o cause della NC. Un membro della commissione effettua un sopralluogo in Azienda per valutare i potenziali rischi di contaminazione di quel dato prodotto in relazione ai rischi aziendali, produttivi e ad una valutazione ambientale e territoriale. Stesura relazione In base alla documentazione e alla valutazione tecnico scientifica effettuata su campo, la commissione stende una relazione finale, in cui sono stabilite le procedure di intervento. Le azioni correttive vengono attuate in relazione alle situazioni non conformi che si verificano in relazione a: 1. Variabili produttive 2. Variabili aziendali 3. Variabili ambientali L’azione correttiva può anche essere vista come azione preventiva, poiché il suo scopo non è mai solo quello di sanare una non conformità passata, ma anche quello di prevenirne il ripetersi. Con riguardo alle ipotesi di non-conformità di sicurezza, si procede all’esame delle principali azioni da intraprendere in comunicazione e cooperazione con le pubbliche autorità coinvolte e con gli altri operatori di filiera. 29
8. Il Piano di Monitoraggio Campania Trasparente 30
Una certificazione del prodotto risulta più efficace con un’adeguata valutazione di ulteriori parametri sia delle produzioni agroalimentari che ambientali, per cui, al fine di poter ottimizzare l’utilizzo delle risorse stanziate, le aziende ed il progetto “QR Code Campania” si inseriscono in un contesto più ampio, mirato, non solo alla ricerca ed alla crescita in materia di sicurezza alimentare ed ambientale, ma anche all’acquisizione di dati scientifici utilizzabili per emanare nuove norme regionali in materia ambientale, a beneficio della regione e del territorio. Inizialmente il progetto QR Code Campania aveva due importanti obbiettivi: supportare le aziende agroalimentari, valorizzando le produzioni campane, e tutelare i consumatori garantendo la salubrità dei prodotti attraverso una lettura semplice e trasparente di dati scientifici derivanti dalle analisi effettuate. L’evoluzione di QR Code Campania Trasparente, oltre ai precedenti, ha come obiettivo quello di accreditare il territorio regionale costruendo un nuovo concetto di ricerca scientifica attraverso la partecipazione attiva dei consumatori ed il coinvolgimento delle aziende In questo modo, le aziende, ricoprono un ruolo decisivo divenendo veri e propri partner e non più semplici beneficiari, così da consentire la realizzazione di uno studio unico nel suo genere in termini di dati scientifici raccolti e valutazioni analitiche conseguenti. In quest’ottica, l’attività dell’IZSM e della Regione Campania è in completa sintonia con la filosofia dei progetti HORIZON 2020, in cui l’attività di ricerca e di innovazione non deve essere disgiunta dal coinvolgimento attivo dei gruppi detentori di interessi, al fine di garantire la trasferibilità delle conoscenze e quindi l’efficacia delle azioni di prevenzione. A questo punto nasce l’esigenza di pianificare tutte le attività di campionamento, al fine di ottenere un’omogeneità del dato in modo da poterlo confrontare con tutte le matrici prelevate. La procedura proposta prevede i seguenti passaggi: • raccolta e analisi dei dati esistenti • individuazione delle aree rappresentative • pianificazione aree di campionamento Tale procedura ha portato alla definizione di un piano che tenesse conto di tutte le informazioni rese disponibili dalle figure coinvolte, al fine di ottenere un risultato quanto più rappresentativo possibile del territorio campano. In particolare, è stato utilizzando un approccio sistematico su griglia non allineata per l’individuazione delle aziende nelle quali effettuare campioni di acqua, suolo ed alimenti. 31
Mission Trasparenza, sicurezza, salubrità e innovazione tramite un sistema di garanzia delle produzioni agroalimentari che racchiude un piano di monitoraggio integrato su scala regionale con l’obiettivo di ottenere una rappresentazione del territorio e dell’esposizione dell’uomo a potenziali fonti inquinanti. L’interpolazione dei risultati relativi ad analisi su matrici alimentari, ambientali e biologiche umane lo rendono uno strumento unico nel suo genere per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: • garantire la sicurezza dei prodotti agroalimentari della Regione Campania, tramite l’analisi dei prodotti stessi e del contesto ambientale di produzione; • sensibilizzare le aziende produttrici all’ adozione di comportamenti virtuosi idonei a garantire la qualità dei prodotti e dell’ambiente in cui operano; • acquisire ulteriori dati utili alla determinazione dei valori di fondo naturale per il suolo e le acque sotterranee sull’intero territorio regionale; • arricchire il patrimonio di dati ambientali e sanitari già disponibili per la realizzazione di studi epidemiologici, finalizzati alla definizione di eventuali correlazioni tra stato dell’ambiente, qualità dei prodotti agricoli e stato di salute della popolazione • fornire al decisore politico strumenti di supporto per il coordinamento e l’integrazione tra politiche ambientali, agricole e sanitarie 32
9. I numeri di QR Code Campania e del Progetto Campania Trasparente ALIMENTARI AMBIENTALI 484 campioni da pozzi aziendali 175 stazioni di monitoraggio 2942 campioni di origine vegetale 4400 campioni compositi di top soil 772 campioni di Latte 127 campioni di Api 127 campioni di Miele 624 campioni di Gasteropodi Sistemi fissi e mobili di 131 campioni di rene e fegato da monitoraggio dell'Aria Animali Selvatici 33
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, in stretta collaborazione con la Regione Campania, L’ Arpac, la Task force inter-ministeriale Terra dei fuochi, il contributo delle Università Campane e del CNR, ha condotto un piano di monitoraggio su aria, suolo, acque, matrici animali e vegetali, nell’ambito dell’innovativo progetto “Campania Trasparente”, allo scopo di: • ottenere una rappresentazione del territorio e dell’esposizione dell’uomo a potenziali fonti inquinanti • valorizzare e preservare la qualità dell’ambiente campano ai fini delle produzioni alimentari • trasferire tali conoscenze integrate al mondo produttivo e al consumatore in modo trasparente, indipendente ed autorevole. E’ stato effettuato un campionamento di suolo ed acque di falda attraverso la suddivisione di tutto il territorio regionale in celle/aree di analisi dettagliate al fine di ottenere risultati scientificamente attendibili. Analisi dei suoli ( Metalli pesanti ed organici es diossine idrocarburi ecc…) Solo il 3% è risultato superare il limite imposto dalla normativa vigente. Campioni di acqua di falda L’analisi dei corpi idrici non ha rilevato criticità: solo 8 casi di non conformità su 659 campioni. Campioni Matrici Biologiche animali Campioni Matrici vegetali Centraline per l’aria I primi risultati sull’aria (parziali ) rivelano la diffusa e massiccia presenza di pesticidi oltre che di particolato e in alcuni casi anche di diossine e idrocarburi. 5.700 aziende oggetto del piano di monitoraggio 7.500 prodotti 11.000 campionamenti 25.000 analisi effettuate in totale sull’intero territorio campano 34
Conclusioni Il Piano di Monitoraggio “Campania Trasparente” è stato un rigorosissimo processo di analisi ambientali, alimentari e biologico umane per aiutare le aziende operanti nel settore agroalimentare a recuperare credibilità sui mercati e per tutelare i consumatori garantendo la conformità dei prodotti che acquistano rispetto alle normative vigenti. Si è potuto affermare senza ombra di dubbio alcuno che “Il Cibo in Campania è innocente”. Nello svolgimento delle attività è emersa la necessità di assicurare una conoscenza del territorio campano attraverso indagini integrate e complete tali da diffondere la garanzia della salubrità dei prodotti e la cultura della trasparenza in ambito alimentare e ambientale. Il cibo, dunque, continua ad essere innocente e lo strumento QR Code Campania aiuterà le aziende a far conoscere, attraverso la trasparenza e la semplicità di dati CERTI, i prodotti e i marchi ridando la giusta dignità al settore agroalimentare campano. L’individuazione mirata delle aziende, l’ampliamento delle attività e l’omogeneità delle matrici campionate, assumono un ruolo strategico, utile ad una significativa ed attendibile rappresentazione del territorio, delle produzioni campane e dell’esposizione dell’uomo a potenziali fonti inquinanti. 35
A cura di: A.T.S. REGIONALE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI UTENTI CAMPANIA Programma Generale di Intervento MAP 5 - “Azioni di Completamento e Potenziamento del MAP 4” 2° Modulo Funzionale 36
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