PSICOTERAPIE NELLA CONTEMPORANEITÀ - SABATO 10 FEBBRAIO 2018 ORE 8.30 - 13.45 UNA HOTEL SCANDINAVIA VIA FAUCHÈ 15 - MILANO CREDITI 5 - OMCEOMI
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Psicoterapie nella contemporaneità Sabato 10 febbraio 2018 ore 8.30 – 13.45 UNA Hotel Scandinavia Via Fauchè 15 – Milano Crediti 5 Evento 1834-216724
Il nostro Ordine è particolarmente impegnato nell’ambito della formazione e dell’aggiornamento dei propri iscritti. Questo evento che rappresenta una tappa del percorso e dell’impegno profuso da parte degli organizzatori merita il nostro ringraziamento e plauso. Numerosi sono gli altri corsi in programma a testimonianza della vitalità e dell’impegno dei nostri iscritti per far crescere e rendere sempre più vicina la nostra professione ai bisogni dei nostri ammalati. Non sfugge ad una attenta riflessione che tali eventi rappresentano non solo opportunità di aggiornamento scientifico ma vitali strumenti per una crescita professionale ed etica. Questo obiettivo verrà perseguito con particolare determinazione e il nostro Ordine sarà sempre pronto ad accogliere suggerimenti e proposte per poter migliorare la professione medica. Il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Dott. Roberto Carlo Rossi
Psicoterapie nella contemporaneità Sabato 10 febbraio 2018 – ore 8.30–13.45 UNA Hotel Scandinavia Via Fauchè 15 – Milano Coordinatori Marco Riva Coordinatore Ambulatorio per la Diagnosi e la Cura dei disturbi dell’umore e dell’ansia Dipartimento di Salute Mentale e Neuroscienze – ASST Fatebenefratelli Sacco – Milano Presidente Associazione OttoCentro Franco Merlini Direttore Scientifico Scuola di Formazione Analitica de "Il Ruolo Terapeutico" Docente – Scuola di Specializzazione del Ciclo di Vita – Università degli Studi di Milano-Bicocca Membro Commissione Sanità – Ordine degli Psicologi Lombardia Alberto Scanni Primario Emerito di Oncologia ASST Fatebenefratelli Sacco – Milano PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 9.00-9.10 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato Moderatore Franco Merlini 9.10-9.40 Marco Riva Psicopatologie e psicoterapie 9.40-10.10 Christian Lurati Psicologo-psicoterapeuta Scuola Psicoterapia Psicoanalitica ASST Fatebenefratelli Sacco – Milano Centro Clinico Studio 12 – Milano Psicoterapie nelle Istituzioni Pubbliche: il lettino di Freud in Ospedale 10.10-10.40 Roberta Resega Psicologa-psicoterapeuta Sipre – ASST Fatebenefratelli Sacco – Milano Associazione OttoCentro Psicoterapie in ambito privato: il Dispositivo OttoCentro 10.40-11.10 Massimo Laviani Psichiatra e psicoterapeuta – Associazione Progetto Psiche – Milano Coaching, Counseling, Web Psycology Nuove frontiere della Psicoterapia
11.10-11.20 Intervallo Moderatore Marco Riva 11.20-11.50 Franco Merlini Curare e prendersi cura nella cultura dell’ovvio 11.50-12.20 Francesco Comelli Psichiatra, psicoanalista SPI, membro IPA Didatta Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG) Le cure con la cultura come rimedio alla distruttività contemporanea: il sistema Basti- Menti 12.20-12.50 Sara Elena Anna Bruni Psicologa-psicoterapeuta Opera San Francesco – Milano ABA associazione bulimia anoressia Psicoterapie e migranti 12.50-13.20 Discussione e Conclusioni 13.20-13.45 Compilazione schede di valutazione e di verifica
Psicopatologie e Psicoterapie Marco Riva Considerando l’aumento di prevalenza lifetime dei Disturbi mentali (24%) viene focalizzata l’area dei Disturbi Affettivi in toto ed in particolare la diagnosi più frequente in assoluto in psicopatologia che è la Depressione Maggiore (7%). Tale patologia, evidence based, codificata secondo il DSM V dell’American Psychiatric Association, prevede linee guida di intervento secondo il classico modello medico di malattia: sintomi- sindrome-terapia. Nella clinica “reale” vengono riscontrate frequenti sindromi sotto-soglia, co-morbidità e soprattutto comorbidità multiple che mettono in crisi, ad esempio per sovrapposizione di linee guida, il modello medico. La prassi clinica rende così necessaria la ricerca di un nuovo paradigma scientifico cioè di un vertice osservativo in grado di superare un modello prevalentemente statico che sia quindi in grado di cogliere le dinamiche o più esattamente le “connessioni” di uno specifico paziente affetto da una certa patologia. Una clinica psichiatrica relazionale storica mostra questi legami patologici ad esempio nel Delirio a Due (1877), nel Delirio Passionale (1920) e nella più recente Sindrome del molestatore assillante (Stalking). Le provenienze storiche di questo vertice sono ottocentesche cioè individuabili nella prima psicoanalisi freudiana e nella biologia naturalistica. Oggi questo paradigma scientifico “Connessionista” è sinteticamente caratterizzato da tre livelli down-top. 1) Neurofisiologico o inconscio biologico: La Simulazione Incarnata (neuroni specchio) 2) Etologico o inconscio procedurale: I Modelli Operativi Interni 3) Psicodinamico o inconscio freudiano: dal Transfert al Campo analitico bi-personale. Questo punto di vista ci permette di osservare le relazioni e soprattutto le connessioni patologiche da parte dei nostri pazienti. La Clinica delle Dipendenze, più che in espansione, assume caratteristiche costanti e trasversali a tutta la psicopatologia: dalle dipendenze classiche (droghe, alcool, farmaci) a quelle without drugs (gioco, acquisto, cibo, sesso, internet...) sino alla proliferazione di modalità di legami basati sulla dipendenza da “Qualsiasicosa” (partner, lavoro, genitori, figli..).
Oggi si può, anzi è necessario, affermare che non è l’oggetto” cioè l’alcool o il cibo o il partner ecc. ma il modo basato sulla necessità “vitale” di relazionarsi con quell’oggetto sotto la minaccia dell’angoscia. Le psicoterapie contemporanee, e non novecentesche e desuete, sono caratterizzate da questo “vertice connessionista” che include per definizione lo stesso psicoterapeuta. Lo psicoterapeuta è oggi chiamato ad una serie di operazioni: a considerare i sintomi del paziente, i suoi modi storici di essere in relazione con il suo mondo, ad osservare il qui ed ora della relazione o connessione psicoterapeutica ma soprattutto ad una fondamentale attività autoscopica. La strumento di lavoro dello psicoterapeuta è la sua mente ovvero le operazioni che questo strumento attua in “tempo reale” nella seduta psicoterapeutica. Lo psicoterapeuta deve così avere una competenza culturale in costante aggiornamento sulla psicopatologia, questa cultura potrà avere varie provenienze tra le svariate scuole psicoanalitiche o cognitiviste ma quel che realmente conta è che abbia una competenza in continuo divenire di quello strumento instabile che è la propria mente. Viene qui proposto il concetto di “manutenzione della mente” del curante che prevede non più solo una terapia personale ma anche riedizioni di questa terapia data una guarigione personale mai implicita dunque una “terapia continua”. Vengono infine presentate due ricerche in corso relative all’influenza della personalità del curante sugli esiti delle terapie.
Psicoterapie nelle Istituzioni Pubbliche. Il lettino di Freud in ospedale Christian Lurati L’Ambulatorio per la Diagnosi e la Cura dei Disturbi Affettivi e l’Ansia dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco è nato nel 2003 dentro un contesto ad indirizzo fortemente psichiatrico/farmacologico. Una delle idee che hanno caratterizzato il suo sviluppo è stata quella di poter creare un contesto di cura dove proporre dei trattamenti integrati, con l’impiego di terapie psicofarmacologiche abbinate a trattamenti psicoterapeutici, così da poter meglio rispondere alle esigenze individuali dei pazienti in carico. Le modalità di intervento e di funzionamento dell’Ambulatorio si sono evolute nel tempo muovendosi entro i confini imposti dall’istituzione, che fornisce una cornice di riferimento ma che in alcune occasioni limita lo spazio di movimento di chi ci lavora. Considerando come l’Ambulatorio è cambiato nel tempo, mi sembra di poter dire che il Centro stesso abbia saputo trasformare le proprie modalità operative e di intervento mantenendo vivo un pensiero sul proprio funzionamento, stimolando di conseguenza anche la vitalità sugli aspetti teorico/clinici di intervento con i pazienti. Questo ha fatto sì che da un’iniziale struttura semplice si sia arrivati nel tempo a disporre di più percorsi terapeutici a disposizione dell'equipe adattabili al singolo paziente e alle sue specifiche caratteristiche. Ciò significa poter intervenire secondo quattro modalità: solo farmacologicamente, solo con la psicoterapia, con un trattamento integrato o inviando il paziente in una struttura più adeguata al disturbo che presenta. Il lavoro di psicoterapia nell’istituzione si differenzia per alcuni elementi importanti dal modello classico applicabile nei contesti privati. Nelle istituzioni il tempo della terapia è stabilito a priori, si lavora generalmente su dei focus e si tende a vedere molti pazienti seguendo delle linea guida e dei protocolli, mentre nel privato si dispone di una maggiore libertà di adattare la terapia ai tempi e alle caratteristiche del singolo paziente. Potremmo dunque chiederci quale sia l’efficacia di un intervento psicoanalitico all’interno di un contesto istituzionale. Dobbiamo innanzitutto tenere presente che gli interventi psicofarmacologici e psicoterapeutici seguono percorsi terapeutici differenti (top-down e bottom-up) che si integrano tra di loro potenziandosi reciprocamente e non sovrapponendosi o sostituendosi a vicenda.
La psicoterapia ha come suo elemento centrale la relazione tra terapeuta e paziente che permette di avviare una serie di trasformazioni interne al paziente su elementi che lo tengono bloccato e sono fonte di disagio. Renzo Piano ha recentemente proposto un concetto relativo alla cura delle periferie urbane che passa attraverso interventi apparentemente “leggeri” di rammendo dei territori che sono stati lasciati a se stessi e che nel tempo si sono progressivamente isolati, generando così abbandono e disagio sociale sempre più marcato. Credo che la psicoterapia nell’istituzione possa utilizzare questa metafora per descrivere un processo di presa in carico di parti psichiche non ascoltate dei pazienti sofferenti che si sono progressivamente isolate manifestandosi attraverso il disagio e la produzione di sintomi. Possiamo pensare dunque a un intervento sì limitato dai tempi istituzionali ma che ha la possibilità di avviare un processo di “rammendo” psichico dove le parti sofferenti del paziente iniziano ad essere ascoltate dentro la coppia terapeutica con un linguaggio nuovo che permetterà al paziente di comprendere e dare un senso a quello che avviene nel suo mondo interno. Questo tipo di intervento è dunque pensabile come un avvio di un processo che fornisce all’individuo dei nuovi strumenti per pensarsi come un essere complesso con una mente composta da parti in continua tensione dinamica tra loro che hanno un senso che va ben oltre la sintomatologia che lo ha bloccato in un determinato momento della sua vita. Questa modalità di comprensione di sè fornisce all’individuo la possibilità di riappropriarsi di zone o “quartieri” della propria mente che se lasciate isolate producono il disagio psichico, così da iniziare un processo di una loro progressiva integrazione.
Psicoterapie in ambito privato: Il dispositivo Ottocentro Roberta Resega Avvicinarsi ad un lavoro psicoterapeutico è un processo che spesso ancora allerta, spaventa, suscita pregiudizi stigmatizzanti, motivo per cui spesso, anche di fronte a momenti difficili della vita, si tende a rimandare il più possibile questa scelta, ricercando in soluzioni alternative, più concrete e meno profonde la neutralizzazione del proprio malessere. La psicoterapia in ambito privato sollecita molteplici fantasie di percorsi infiniti, disturbi psicopatologici importanti e costi proibitivi o non accessibili ai più. Sebbene questo non corrisponda (più) al vero, nell’immaginario collettivo spesso questi sono ancora gli stereotipi che circolano attorno agli studi privati e che inducono molti ad avvalersi di queste convinzioni per sostenere le proprie resistenze psicologiche rispetto alla possibilità iniziare un percorso su di sé. L’angoscia è l’elemento che possiamo individuare come esperienza comune e costitutiva dell’essere umano, ma laddove vi sia una negazione rispetto a tale vissuto, può esitare in forme e comportamenti di vario tipo. Non solo si incontra l’angoscia nelle gravi sindromi psichiatriche, ma anche in sintomatologie di tipo fobico ossessivo, in ritiri depressivi o in reazioni maniacali. La incontriamo in somatizzazioni, in reazioni di tipo violento, in comportamenti di tipo dipendente, insomma, la incontriamo ovunque, la incontriamo in Chiunque. Dopo circa 16 anni di esperienza clinica presso il Centro per la cura dell’Ansia e della Depressione dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, un gruppo di psicoterapeuti e uno psichiatra decidono di esportare il modello degli 8 colloqui in un ambito esterno all’Istituzione. Si avverte progressivamente la necessità/desiderio di poter arrivare più in là, di intercettare quel Chiunque affetto dall’angoscia, anche fuori dall’ospedale. Nel 2015 nasce Ottocentro, Associazione Culturale e Centro Clinico che fonda il suo slogan “Psicoterapia per chiunque”. Il pensiero filosofico e clinico su cui viene fondato è quello di poter creare un’offerta in ambito privato che crei un’accessibilità più diffusa e capillare al percorso di cura su di sé. Una facilitazione dell’ingresso alla terapia come espansione della cultura del benessere
psichico basato sia su un intervento nell’acuzie ma anche e soprattutto nella cronicità della Normalità. Nella società post moderna dove le certezze sono diventate vane, l’essere umano si affanna costantemente lungo un continuum ambivalente che da un lato tenta di superare il proprio limite, e dall’altro si spaventa e si angoscia dove non riesce a sentire un confine. Il modello che proponiamo con Ottocentro è quello degli 8 colloqui. Numero che corrisponde al modello ospedaliero su cui ci siamo “formati” in questi anni e che, per limite istituzionale, ci ha obbligato e poi consentito di trasformare questo tempo apparentemente breve, in un tempo denso di possibilità evolutive. Se per noi psicoanalisti 8 colloqui possono sembrare un tempo molto breve, per il soggetto che incontra un disagio psicologico può risultare essere un tempo sufficiente per cominciare a metter mano a se stesso. Il limite temporale di 8 sedute (che normalmente corrisponde a 2 mesi complessivi) può assumere una valenza positiva poiché pone un limite rassicurante rispetto all’infinito fantasmatico delle antiche analisi freudiane. La nostra proposta non prevede né si pone come obiettivo quello della guarigione, poiché parte dal presupposto teorico che la guarigione definitiva non esista. Ottocentro lavora con il paziente con lo stesso assetto psicoanalitico delle terapie più lunghe il cui fine sottostante è l’attivazione del soggetto rispetto alle proprie dinamiche, alla ricerca di un senso che decodifichi vissuti e comportamenti generatori di sofferenza o usati come oggetti di evitamento dalla stessa.
Coaching, Counseling, Web Psycology Nuove frontiere della psicoterapia Massimo Laviani L'evoluzione della domanda di “psicoterapia”, termine che potrebbe essere rimesso in discussione, ha portato alla creazione di figure specializzate nel “supporto alle persone”. Sono così nati il “coach” ed il “Councellor” che, sviluppando le idee nate da Carl Rogers e dalla sua “terapia non direttiva”, sono dei professionisti che si affiancano alle persone al fine di attuare strategie finalizzate al raggiungimento di obiettivi, al miglioramento dell'autostima, al controllo dell'ansia, al “team building”, senza proporre fini “terapeutici” giacchè non rispondono a problematiche strettamente psico- patologiche o conseguenti a conclamate manifestazioni psichiatriche. La “Skype therapy” ovvero la possibilità di accedere ad una terapia via Skype, è già in uso da tempo ed esistono siti nei quali si può facilmente reperire un professionista tra varie figure, con cui entrare direttamente in contatto. Negli ultimi tempi il Web ha reso inoltre disponibili forme di “affiancamento” facilmente accessibili, identificabili nei servizi di “chatbot”, ovvero definito come “agente conversazionale automatico”. Simulando una conversazione tra un umano ed un robot, la “chatbot” si propone di risolvere problemi quotidiani di vario tipo; è così nato “Weobot”, dall'Università di Stanford, già nota per la creazione di altri progetti simili. Per ora è disponibile solo in inglese e su Facebook e Twitter via Messenger, ma entro l'anno sarà reperibile anche in altre lingue e su altre piattaforme. Ovviamente non intende sostituirsi alla psicoterapia tradizionale, offre 14 conversazioni gratuite e poi un prezzo tra 6 e 12 dollari alla settimana. Si basa sulla terapia cognitivo comportamentale (CBT). Dotato di intelligenza artificiale e personalità definita giovane e pratica, fondato sul concetto dell'acronimo SMART (Specific, Measurable, Achievable, Realistic, Time-constrained) garantisce presenza 24 ore al giorno 7 giorni su 7, misura il tono dell'umore nel corso della giornata, riduce significativamente la depressione ed i sintomi relativi all'ansia, previa conferma di documentazione scientifica facilmente accessibile dal sito stesso.
Le cure con la cultura come rimedio alla distruttività contemporanea: il sistema Basti- Menti Francesco Comelli Nell’intervento viene proposta una nuova possibilità di cura basata sui due binari delle cure tradizionali e le cure con la cultura, in dialogo fra loro, nella valorizzazione dei talenti di pazienti che per la loro malattia sono stati trascurati. Tale lavoro sui traumi e sulle parti dimenticate, corrisponde alla riapertura di aspetti di abilità personale o culturale che verrà esemplificata nel corso dell’intervento. Viene brevemente ripercorsa la storia e lo sviluppo di questa esperienza innovativa milanese che conta ora 18 gruppi di diversa attività.
Psicoterapie e migranti Sara Elena Anna Bruni L’intervento psicologico all’interno del Poliambulatorio di Opera San Francesco per i poveri coinvolge migranti e tutte le persone che non hanno accesso al SSN. All’interno del Poliambulatorio è presente da 10 anni il Servizio di Psicologia e Psichiatria. Il Servizio è composto da un equipe di coordinamento e da psicoterapeuti, psichiatri, neuropsichiatri infantili volontari. La migrazione spesso è vissuta come perdita, sradicamento dei propri punti di riferimento culturali, quindi il sintomo psicologico e psichiatrico può essere visto come una delle possibilità di comunicare il proprio disagio. L’equipe del servizio di Psicologia e Psichiatria è multidisciplinare in cui convivono competenze e saperi differenti, oltre a diversi sistemi di riferimento. Il lavoro di equipe è inteso come complementarietà di saperi che si interrogano sulla cura di ogni singolo paziente, infatti gli interventi sono progettati ad hoc in base alla necessità del caso. Il creare risposte su misura necessità di flessibilità, accessi facilitati, maggior comunicazione tra specialisti, l’uso di mediazione culturale. L’intervento clinico dalla la complessità del contesto si pone questi obiettivi terapeutici: - dare visibilità a ciò che prima era invisibile - legittimare la sofferenza - ridare dignità e riumanizzazione - riconoscere le risorse del paziente - accompagnare il paziente verso nuove forme identitarie. Per fare ciò il contesto clinico necessità di flessibilità e trasparenza del setting, co- conduzione e percorsi integrati, adattamento dei dispositivi di cura, intervisioni e supervisioni. Infine l’attività clinica prevede: - colloqui co-condotti - terapia individuale e di gruppo - percorsi integrati (psicologo e psichiatra) - attivazione e mantenimento della rete territoriale su più livelli: psicologico, sociale, giuridico
- accompagnamento se utile durante le visite mediche collaborazioni con altre figure professionali, medici infermieri avvocati etc. Le modalità di invio al Servizio di Psicologia e Psichiatria partono da un primo colloquio psicologico (Sportello psicologico). Il paziente può accedere spontaneamente, inviato dagli specialisti del Poliambulatorio, servizi territoriali esterni. I principali motivi di invio sono disturbi d’ansia, seguiti da disturbi dell’umore, Ptds, psicosi e disturbi di personalità.
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