Guida ai reparti per manipolazioni cellulari
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A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Indice Indice 03 Introduzione 04 Il concetto di contenimento 05 Il laboratorio a contenimento 07 La cabina di sicurezza biologica 07 Classe I 07 Classe II 08 Classe III 09 Il concetto di Cleanroom 10 Le Good Manufacturing Practice (GMP) 112 Il controllo ambientale della cleanroom 12 Monitoraggio dell’impianto di condizionamento 13 Monitoraggio particellare 13 Monitoraggio microbiologico 14 Una manipolazione, un ambiente 15 Quale ambiente scegliere 15 Esempi di layout 17 Glossario 19 Referenze Apsara Assinggroup 23 AM Instruments Groupne clinica www.assing-group.it www.apsara.it Edizione 02 | 01/2008
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Introduzione Introduzione Negli ultimi anni le manipolazioni ex vivo di cellule di origine animale o umana da oggetto di ricerca accademica sono progressivamente diventate anche oggetto di sperimentazione clinica. Il passaggio ha portato con sé la progressiva introduzione di concetti tipicamente legati al settore farmaceutico tradizionale (es. cGMP, validazione...) che si sono affiancati a quelli definiti dalle normative di sicurezza (es. rischio biologico) che, negli stessi anni, si sono andate affermando. L’utente ultimo dei locali dove le manipolazioni cellulari vengono effettuate, ovvero lo scienziato ed il medico, può trovarsi disorientato davanti a questo scenario. Questo fatto può portare a difficoltà di comprensione, e a volte a fraintendimenti, con coloro che sono chiamati a progettare e a costruire laboratori per attività di biologia cellulare. La corretta progettazione dei locali costituisce infatti la base dove l’attività di sperimentazione clinica può svilupparsi garantendo la sicurezza dell’operatore, dell’ambiente e del paziente a cui sono destinate le cellule manipolate. Con riferimento alle leggi e alle direttive italiane ed internazionali, questa guida affronta brevemente alcuni concetti fondamentali quali ad esempio il concetto di contenimento biologico di cleanroom, nella nostra esperienza spesso confusi, definendo in base all’attività svolta il tipo di ambiente di lavoro necessario. Ci auguriamo che queste pagine siano utili agli scienziati e ai ricercatori e che soprattutto servano di stimolo all’approfondimento di concetti ormai indispensabili per passare dalla fase di ricerca a quella di sperimentazione clinica. Apsara srl l 03
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di contenimento Il concetto di contenimento Il termine “contenimento” è usato per descrivere l’insieme dei metodi che per- mettono di manipolare o conservare materiale potenzialmente infetto. Scopo del contenimento è quindi di ridurre o eliminare l’esposizione degli operatori e dell’ambiente ad agenti pericolosi attraverso la costruzione di ambienti con determinate caratteristiche, l’impiego di strumenti con particolari requisiti e l’adozione di specifiche procedure di comportamento. Figura 1 Concetto di contenimento Figura 2 Contenimento primario e secondario Il cosiddetto contenimento primario, ovvero la protezione del personale e del laboratorio dove avviene la manipolazione, è realizzato dall’uso di specifiche procedure di manipolazione e dall’uso di strumentazione adatta. Il contenimento secondario, ottenuto combinando il design dei laboratori e appropriate procedure operative, ha invece lo scopo di proteggere l’ambiente all’esterno del laboratorio di manipolazione. La descrizione delle procedure operative (es. procedura smaltimento rifiuti) e dei mezzi di protezione individuali (es. occhiali di sicurezza) richiesti o consigliati per realizzare un appropriato contenimento non fanno parte dello scopo di questa guida. Vengono quindi considerate nei prossimi paragrafi solo le caratteristiche costruttive dei laboratori e delle cabine di sicurezza biologica. l 04
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di contenimento Il laboratorio a contenimento In questi ultimi anni molto si è molto confinato di microrganismi genetica- discusso riguardo alle caratteristiche mente modificati. dei laboratori a di contenimento e Il decreto prevede che sia l’utilizzatore varie sigle sono state utilizzate a a valutate il rischio del microrganismo seconda delle normative italiane, geneticamente modificato e quindi europee o americane di riferimento. scegliere il livello di contenimento Sigla Norma/istituzione di riferimento Note 1, 2, 3, 4 D.Lgs. 626/94 patogeni “wild type” 1, 2, 3, 4 D.Lgs. 206/01 patogeni geneticamente modificati PCL1, PCL2, PLC3, PCL4 UNI EN 12128, standard europeo P1, P2, P3, P3 NIH (National Institute of Health, USA) superata BL1, BL2, BL3, BL4 CDC (Center for Desease Control, USA) standard americano che sostituisce quello dell'NIH Consideriamo innanzitutto la tra i 4 elencati. Tabella1 normativa italiana. Lo standard ISO EN 12128, dove Sigle e numerazione laboratori di Il documento di legge principale che l’acronimo PCL ha il significato di contenimento parla di rischio biologico ed introduce Phisycal Containment Level, definisce il concetto di contenimento è il D.Lgs anch’esso 4 livelli di contenimento. 626/94 che tratta il rischio biologico Tali livelli di contenimento rispecchiano al Titolo VIII e suddivide nell’ allegato i 4 livelli indicati dal Center for XI gli agenti biologici in 4 classi. Desease Control americano (ricordiamo Conseguentemente l’allegato XII che la sigla BL corrisponde a (specifiche sulle misure di conteni- Biosafety Level) e i 4 livelli indicati mento e sui livelli di contenimento) e dalla ormai superata classificazione l’allegato XIII (specifiche per processi del National Institute of Health industriali) elenca le specifiche dei del 1999. corrispondenti livelli di contenimento. Nella tabella seguente sono riassunti, E’ importante notare che la classifica- per alcuni dei principali aspetti tecnici zione degli agenti biologici considera e strutturali dei laboratori, i requisiti gli agenti biologici “wild type” ovvero prescritti dal D.Lgs 626/94, dal D.Lgs come esistenti in natura e non quelli 206/01 e dalla UNI EN 12128. manipolati geneticamente. Di questi ultimi si occupa il D.Lgs 206/01, che specifica i criteri per l’impiego l 05
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di contenimento Filtrazione HEPA Livello di contenimento 1 2 3 4 D.Lgs 626/94 All. XII (1) no sì sull’aria emessa sì sull’ aria immessa e sull’aria emessa. D.Lgs 626/94 All. XIII (1) no facoltativo sì D.Lgs 206/01 no no sì sull’aria emessa se la trasmissione sì sull’ aria immessa del patogeno è per via aerea e sull’aria emessa. UNI EN 12128 no no sì sull’aria emessa sì sull’ aria immessa e sull’aria emessa doppio filtro. Laboratorio in Livello di contenimento depressione 1 2 3 4 D.Lgs 626/94 All. XII (1) no raccomandato sì D.Lgs 626/94 All. XIII (1) no facoltativo sì D.Lgs 206/01 no no sì, solo se la trasmissione sì è per via aerea UNI EN 12128 no no facoltativo sì Presenza autocla- Livello di contenimento ve 1 2 3 4 D.Lgs 626/94 All. XII (1) (2) (2) (2) D.Lgs 626/94 All. XIII (1) (2) (2) (2) D.Lgs 206/01 nel sito nell’edificio sul piano in laboratorio, passante UNI EN 12128 no no sì, in zona in laboratorio, passante Tabella 2 Confronto requisiti di contenimento leggi italiane e standard europei Una categoria particolare di laboratori > sistema di condizionamento a contenimento sono quelli destinati separato dall’impianto alla preparazione di chemioterapici centralizzato (almeno 6 vol. di aria e antiblastici che devono rispettare primaria/ora) quanto previsto al Titolo II > pressione negativa rispetto del Dlgs 626/94. ambienti esterni Dato che tali laboratori > utilizzo di cappe a flusso laminare esulano dagli scopi di questa guida, di classe II con lampada UV si ricordano solamente le caratteristiche > necessità punto di decontamina principali dei locali: zione del personale (1) il D.Lgs. 626/94 non fornisce specifiche indicazioni per il livello 1 ma chiede che si osservino i principi di buona sicurezza e igiene professionali. (2) il D.lgs non parla nello specifico di autoclave ma richiede mezzi e procedure per il trattamento dei rifiuti. l 06
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di contenimento La cabina di sicurezza biologica Le cabine di sicurezza biologica, dette Classe II anche secondo la vecchia definizione Oltre a proteggere l’operatore e cappe Biohazard, vengono solitamente l’ambiente, le cabine di classe II classificate secondo la normativa proteggono anche il prodotto americana NSF (National Sanitation manipolato. Il filtro HEPA è collocato Foundation) in diverse classi a seconda sia sull’aria espulsa sia sull’aria che delle caratteristiche tecniche che le ricircola all’interno della cabina rendono adatte a diverse esigenze realizzando un flusso laminare sul come schematizzato in tabella 3 dove piano di lavoro. Sono le cabine di per completezza si riporta la vecchia sicurezza biologica più usate e sono classificazione NSF49: 1992 e quella suddivise in 4 diversi tipi che si attualmente in vigore NSF49: 2002. differenziano principalmente per la percentuale di aria ricircolata rispetto Classe I a quella espulsa. Le cabine di classe I garantiscono il ricircolo dell’aria nello spazio definito dalla cabina stessa e la sua espulsione in ambiente tramite un filtro tipo HEPA. Garantiscono la protezione dell’operatore e dell’ambiente circostante la cabina, ma non del prodotto manipolato. NSF49:1992 NSF49:2002 Filtrazione HEPA Protezione Tabella 3 Classificazione Classe Tipo Classe Tipo Ingresso Uscita Operatore Ambiente Prodotto cabine di sicurezza I - I - NO SI buona ottima scarsa biologica II A II A1 SI SI II B1 II B1 SI SI buona ottima II B2 II B2 SI SI II B3 II A2 SI SI III - III - SI SI (doppio) ottima ottima buona l 07
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di contenimento Figura 3 Cabina di sicurezza biologica, classe II tipo B1 Classe III Tale cabina, realizza il massimo sull’aria in uscita, un passa materiali contenimento ed è impiegata per la dedicato e il piano di lavoro manipolazione di agenti biologici ad accessibile solo tramite guanti. alto rischio. Sono previsti 2 filtri HEPA Figura 4 Cabina di sicurezza biologica, classe III l 08
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di Cleanroom Il concetto di cleanroom In generale per cleanroom o camera bianca o ambiente a contaminazione controllata si intende un ambiente in cui è possibile controllare la quantità di polveri e mantenere la temperatura e l’umidità intorno a dei valori prefissati allo scopo di proteggere il prodotto. Vengono utilizzate principalmente dall’industria farmaceutica, medicale, alimentare e dall’industria elettronica. Figura 5 Concetto di cleanroom Le cleanroom vengono suddivise in classi di contaminazione, secondo la quantità di particelle per unità di volume; Questo tipo di classificazione corrisponde allo standard definito dalle ISO EN 14644-1 che hanno sostituito le Federal Standard 209 A che per prime, nel 1966, hanno definito le diverse classi di contaminazione. Nel caso di utilizzo nel settore farmaceutico, la normativa di riferimento è rappresentata dalle Good Manufacturing Practice (GMP) per cui si ha una diversa classificazione che tiene conto non solo delle particelle inerti come la classifica- zione ISO, ma anche dei microrganismi teoricamente in grado di formare colonie (CFU, dall’inglese colony forming units). Il confronto delle condizioni “at rest” è rappresentato nella seguente tabella: CLASSIFICAZIONE CLEANROOM Tabella 4 Confronto EU-GMP/Annex 1 e ISO 14644-1 (particelle/m3) Classificazione ISO EU-GMP/Annex 1 ISO 14644-1 delle cleanroom At rest Grado 0.5µm 5µm 0.5µm 5µm Classe A 3.500 1 3.520 29 ISO 5 B 3.500 1 3.520 29 ISO 5 C 350.000 2.000 352.000 2.930 ISO 7 D 3.500.000 20.000 3.520.000 29.300 ISO 8 l 09
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di Cleanroom Le Good Manufacturing Practise (GMP) Le Good Manufacturing Practice, Le classi di pulizia in italiano Norme di Buona Il documento EC guide to good Fabbricazione, sono il sistema di manufacturing practice revision to qualità caratteristico dell’industria Annex 1 “Manufacture of sterile farmaceutica. Stabiliscono una serie Medicinal Products” classifica di regole che riguardano gli ambienti gli ambienti di manufacturing e la strumentazione, i controlli secondo 4 gradi: e il rilascio dei prodotti, lo stoccaggio grado A: zona di operazioni ad alto delle materie prime e del prodotto rischio (riempimento, prodotto finito per assicurare la qualità a contatto con l’ambiente). Il grado A del prodotto finale in termini viene ottenuto mediante stazioni a di caratteristiche fisico-chimiche flusso laminare che permettano e di sicurezza per l’utente finale. l’ottenimento di una velocità dell’aria Fino a pochi anni fà le GMP erano pari a 0,36-0,54 m/s sulla zona di oggetto esclusivo dell’interesse lavoro. La maggior parte delle cabine dell’industria farmaceutica di sicurezza di classe II in commercio tradizionale. Attualmente il D.Lgs soddisfano tali requisiti. n°211 del 24 giugno 2003, che recepi- grado B: per preparazioni asettiche sce la direttiva europea 2001/20/CE, e operazioni di riempimento, ha chiarito la necessità delle GMP già costituisce il background delle zone di dalla fase di sperimentazione clinica. grado A. La conoscenza e l’applicazione delle grado C e D: area per le fasi meno cri- Norme di Buona Fabbricazione è tiche dei processi di produzione quindi necessaria per tutti coloro che di prodotti sterili quali ad esempio hanno superato la fase di ricerca e soluzioni successivamente sterilizzate iniziano quella di sperimentazione per filtrazione. nel settore della terapia cellulare e Vengono poi definite le seguenti Figura 6 Le GMP della terapia genica. condizioni di lavoro: at rest: impianti funzionanti, strumentazione accesa, assenza di personale in operation: impianti funzionanti, strumentazione accesa, presenza di personale l 10
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di Cleanroom Grado At rest In operation Tabella 5 N° di particelle/m3 N° di particelle/m3 Limiti monitoraggio 0,5 m 5m 0,5 m 5m particellare A ≤3.500 ≤1 ≤3.500 ≤1 B(1) ≤3.500 ≤1 ≤350.000 ≤2.000 C(1) ≤350.000 ≤2.000 ≤3.500.000 ≤20.000 D(1) ≤3.500.000 ≤20.000 non definito (2) non definito (2) Oltre ai limiti illustrati nella tabella (1) Per raggiungere i gradi B, C e D il n° di ricambi aria/ora precedente, sono di fondamentale necessario deve essere correlato alle dimensioni del locale, alla strumentazione e al n° di persone presenti. importanza i limiti relativi Per i gradi A, B e C devono essere previsti appropriati al monitoraggio microbiologico filtri terminali tipo HEPA. che sono da intendersi in operation. (2) I limiti dipendono dalla natura delle operazioni svolte. Tabella 6 Grado Campioni aria Settle plates Settle plates Guanto 5 dita Limiti monitoraggio cfu/m3 (Ø=9mm) cfu/4 (Ø=55mm) cfu/4 cfu/guanto microbiologico A
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di Cleanroom Il controllo ambientale della Cleanroom Per mantenere la cleanroom nelle Monitoraggio dell’impianto condizioni di progetto e verificare di condizionamenento costantemente che tali condizioni Senza entrare nei dettagli tecnici, siano mantenute durante il lavoro che esulano dallo scopo di questa quotidiano degli operatori guida, la seguente tabella illustra è indispensabile un sistema i parametri tipicamente monitorati di controllo ambientale. in un impianto di condizionamento. Oltre a monitorare i parametri tipici In molti caso al monitoraggio che definiscono il corretto di un parametro segue un controllo funzionamento degli impianti del parametro stesso e quindi (es. temperatura, differenza l’intervento di un sistema di pressione…), è possibile di supervisione per ripristinare, monitorare altri parametri di più se possibile, le condizioni ambientali specifico interesse per le cleanrooms. entro i limiti stabiliti. Qualunque sistema usato per Opportuni riporti di allarme vengono controllo o misurazione deve essere di norma previsti negli ambienti sottoposto a verifica e calibrazione per informare tempestivamente e tutte le attività di monitoraggio e gli operatori di condizioni fuori controllo ambientale devono essere specifica. documentate, registrate e conservate. Tutti i sistemi di controllo devono essere periodicamente verificati per garantire affinché funzionino in maniera adeguata. Oggetto del monitoraggio Parametro controllato Intasamento filtri Macchine di condizionamento Funzionamento macchina (unità di trattamento aria, espulsori) Temperature/portate fluidi a servizio delle macchine Temperatura Ambiente condizionato Umidità Pressione differenziale tra diversi locali Tabella 7 Monitoraggio impianto di condizionamento l 12
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Il concetto di Cleanroom Monitoraggio particellare Monitoraggio microbiologico Il monitoraggio particellare, come Il monitoraggio microbiologico quello microbiologico, deve essere permette di verificare il numero adeguato alle condizioni richieste di particelle vive presenti in ambiente dalla classificazione ambientale e sulle superfici (mediante le (cfr. tabella 5 e 6). cosiddette contact plates). Il monitoraggio particellare può Ai sistemi tradizionali costituiti essere eseguito con sistemi portatili da piastre con terreno di coltura o con sistemi fissi in ambiente esposte all’aria o messe a contatto in continuo. In entrambi i casi con le superfici da monitorare si sono una quantità definita di aria viene recentemente affiancati sistemi aspirata da una pompa e quindi che permettono campionamenti un contatore di particelle laser conta multipli sequenziali dell’aria. il numero delle particelle di una certa dimensione rilevata. La posizione e il numero di punti da monitorare in ambiente è definito da specifici documenti EN/ISO. Questo tipo di monitoraggio non distingue il tipo di particella (inerte o microrganismo) presente in ambiente. In classe A, in accordo con la EC guide to good manufacturing practice revision to Annex 1 “Manufacture of sterile Medicinal Products”, parte generale, nota a, il monitoraggio particellare in continuo viene richiesto per la classe A (cappa) e raccomandato per la classe B. l 13
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l U n a m a n i p o l a z i o n e, u n a m b i e n t e Una manipolazione, un ambiente Nel momento in cui si deve allestire un’area dedicata alla terapia cellulare o alla terapia genica, la normativa di riferimento può risultare a prima vista complessa soprattutto a coloro che provengono dal mondo accademico e dalla ricerca di base. l 14
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l U n a m a n i p o l a z i o n e, u n a m b i e n t e Quale ambiente scegliere La seguente tabella schematizza, dato eseguire, il tipo di ambiente richiesto. Tabella 8 Una manipolazione, lo scopo e il tipo di manipolazione da un ambiente Scopo della manipolazione cellu- Virus Tipo di ambiente GMP si (wild type) contenimento no Ricerca di base/ricerca preclinica si (MOGM) contenimento no no contenimento no Terapia genica si (MOGM) cleanroom + contenimento (1) Impiego clinico Terapia cellulare no cleanroom (1) NOTE(1) dipende dal tipo di manipolazione, vedi in particolare: - Linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, Notiziario dell’Istituto (vol 7/8 luglio 2004) - Conferenza stato-regioni 10 luglio 2003. Linee guida in tema di raccolta, manipolazione e impiego clinico delle cellule staminali emopoietiche /CSE - Direttiva 2006/86/2006/CE. Attuazione direttiva 2004/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umane - DM 5/12/2006. Utilizzazione di medicinali per terapia genica e per terapia cellulare somatica al di fuori di sperimentazioni cliniche e norme transitorie per la produzione di detti medicinali Esempi di layout Di seguito sono mostrati alcuni esempi e laboratori classificati secondo GMP. di layout di laboratori a contenimento Figura 7 Esempio layout laboratorio PCL2 l 15
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l U n a m a n i p o l a z i o n e, u n a m b i e n t e Figura 8 Esempio layout laboratorio PCL3 Figura 9 Esempio layout laboratorio GMP l 16
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Glossario Glossario A E I Agente > Qualsiasi potere, principio, Efficienza filtri ISO sostanza, biologico, chimico o fisico Rapporto tra la differenza della con- International Organization for in grado di agire su un organismo centrazione di particelle monte/valle Standardization del filtro e quella a monte. M MOGM B F Micro Organismo Geneticamente Biohazard Filtro a carbone attivo Modificato Contrazione della parola Biological e Filtro specifico ad alto adsorbimento Hazard. per il trattamento di microparticelle Biosafety cabinet volatili, usato per il controllo della N Termine inglese, tipicamente usato contaminazione chimica spesso a NIH negli Stati Uniti, equivalente a cabina valle di filtri HEPA. Acronimo di National Institute of di sicurezza biologica ( vedi Cabina Filtro Assoluto Health, ente americano equivalente di Sicurezza Biologica). Termine obsoleto per indicare il filtro all’italiano Istituto Superiore di BL (1, 2, 3 o 4) HEPA. Sanità Acronimo di Biosafety Level secondo Filtro HEPA NSF le linee guida del NIH (( vedi NIH) High Efficiency Particulate Air Filter. Acronimo di National Sanitation Filtro tipicamente in microfibra di Foundation, ente americano no borosilicato, pieghettato e montato profit di elaborazione di standards su telaio con capacità di rimozione di particelle di 0,3(m (efficienza C di rimozione) minima dell’85% P Cabina di Sicurezza Biologica (tipo H10) e massima del 99,995% PCL (1, 2, 3 o 4) Cabina a flusso laminare che, (tipo H14). Acronimo di Phisycal Containment mediante il combinato meccanismo Sono usati per rimuovere il articolato Level secondo lo standard ISO della ventilazione dall’aria, non sono utili in caso di gas (vedi ISO) EN12128. e di filtrazione dell’aria, costituisce o vapori nocivi. l’elemento di contenimento primario Flusso Laminare della dispersione dei contaminanti. Flusso d’aria che all’interno di uno S Al flusso laminare di aria si associa spazio definito si muove con velocità SOP un secondo flusso d’aria che entra uniforme lungo linee parallele. Acronimo di Standard Operating attraverso l’apertura di accesso for- Termine che tende ad essere Procedure, in italiano procedura mando la barriera di protezione sostituito nei nuovi documenti operativa standard. Definisce a cui corrisponde un uguale normativi con la dizione nei dettagli come effettuare una certa flusso d’aria uscente. “flusso unidirezionale”. operazione. Camera bianca Vedi Clean Room. G Cappa biohazard a flusso laminare Glove box U Vecchia definizione dell’attuale cabina In italiano letteralmente “scatole a UNI di sicurezza biologica. guanti” sono sistemi caratterizzati Ente Nazionale Italiano di CFU da chiusura ermetica rispetto Unificazione, partecipa per l’Italia Acronimo di Colony Forming Units, all’ambiente esterno. Termine spesso all’attività normativa degli organismi in italiano unità formanti colonie. usato impropriamente come sinonimo sovranazionali di normazione: ISO cGMP di cabina di sicurezza biologica di (International Organization for Acronimo di current Good tipo III. Standardization) e CEN (Comité Manufacturing Practice GMP Européen de Normalisation). Classificazione filtri Good Manufacturing Practice, I filtri sono classificati secondo la loro in italiano Norme di Buona efficienza di filtrazione. Fabbricazione. Dato che le norme V Si distinguono 4 classi. sono in continua evoluzione di parla Validazione I più conosciuti in ambiente fa spesso di cGMP (current Good Serie di operazioni attraverso cui rmaceutico sono i filtri HEPA Manufacturing Practice) si giudica lo scarto tra i risultati attesi (vedi filtro HEPA) di una misura, di un test o Clean room H di un processo e i risultati misurati. Ambiente con numero controllato di HEPA∞ Tale scarto deve rimanere entro limiti particelle di dimensioni note. Vedi filtro HEPA predeterminati. l 17
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Documentazione di riferimento Elenco documentazione di riferimento Nei paragrafi seguenti vengono indicati i principali documenti di riferimento. Nell’ordine vengono indicati i decreti legge, le circolari e le linee guida italiane, le direttive e tutti gli altri documenti a livello europeo e quindi quelli americani. SICUREZZA / RISCHIO BIOLOGICO D.Lgs. n°626 del 19 settembre 1994 integrato con D.Lgs. n°242 del 18 marzo 1996. Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro Decreto Lgs. N°206 12 aprile 2001. Attuazione della direttiva 98/81/CE che modifica la direttiva 90/219/CE, concernente l’impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati UNI EN 12128, 2000. Laboratori di ricerca, sviluppo, analisi. Livelli di contenimento di laboratori microbiologici, aree di rischio, situazioni e requisiti di sicurezza Primary Containment for Biohazards. Selection, Installation and Use of Biological Safety Cabinets 2nd edition, 2000 U.S. Government printing office Laboratory Biosafety Manual (Organizzazione Mondiale Sanità) 3rd edition, 2004 GMP SPERIMENTAZIONE CLINICA DM 5/12/2006. Utilizzazione di medicinali per terapia genica e per terapia cellulare somatica al di fuori di sperimentazioni cliniche e norme transitorie per la produzione di detti medicinali Direttiva 2006/86/2006/CE. Attuazione direttiva 2004/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umane Direttiva Europea 2004/23/CE. Definizione di qualità e di sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umane D.Lgs. n°211 24 giugno 2003. Attuazione della direttiva 2001/20/CE relativa all’applicazione della buona pratica clinica nell’esecuzione delle sperimentazioni cliniche di medicinali per uso clinico D.Lgs. n°178 29 maggio 1991. Recepimento delle direttive delle comunità economica europea in materia di specialità medicinali DPR 439/2001 del 21 settembre 2001. Regolamento di semplificazione delle procedure per la verifica e il controllo di nuovi sistemi e protocolli terapeutici sperimentali EC Guide to Good Manufacturing Practice Annex 1, 2003 EC Guide to Good Manufacturing Practice Annex 2. Manufacture of Biological Medicinal Products for Human Use Vol.4 Good Manufacturing Practice Annex 13. Manufacture of Investigational Medicinal Products, 2003 Vol.4 EU Guidelines to Good Manufacturing Practice Medicinal Products for Human and Veterinary Use, 2005 ISO 14664-1, 1999 Cleanrooms and associated controlled environments Part 1. Classification of airbone particulates ISO 14664-2, 2000 Cleanrooms and associated controlled environments Part 2. Specifications for testing and monitoring to prove continued compliance with ISO 14644-1 ISO 14664-5, 2004 Cleanrooms and associated controlled environments Part 5. Operations Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità vol. 7/8 luglio 2004 AIFA- documento della qualità. Linea guida per le ispezioni ai produttori di medicinali per terapie avanzate e per terapia cellulare somatica, DSQ/12 rev0 del 5 marzo 2007 Conferenza stato-regioni 10 luglio 2003. Linee guida in tema di raccolta, manipolazione e impiego clinico delle cellule staminali emopoietiche /CSE Guidance for Industry, 2004. Sterile Drug Products Produced by Aseptic Processing- Current Good Manufacturing Practice Guidance for Industry, 2001. Q7A Good Manufacturing Practice Guidance for Active Pharmaceutical Ingredients Guideline on human cell-based medicinal products, DRAFT, dicembre 2006 EMEA/CHMP/410869/2006 l 18
Referenze Apsara l 19
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Referenze ARETA INTERNATIONAL - Insubria Biopark Varese Laboratori GMP “Clinical Grade” NUOVO OSPEDALE DI MESTRE Laboratori GMP Banca dell’Occhio l 20
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Referenze MOLMED SPA Milano Laboratori GMP Terapie Innovative UNIVERSITA’ DI TORINO Laboratori GMP Scuola di Biotecnologie l 21
A P S A R A l Guida ai reparti per manipolazioni cellulari l Referenze BIOSCIENCE INSTITUTE SAN MARINO Laboratori GMP Cell Factory AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA PISANA Laboratori GMP e Banca dei tessuti l 22
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