PROVINCIA DI ROMA L'AGRICOLTURA DELLA - Analisi e proposte per lo sviluppo di un settore vitale per il futuro del nostro territorio

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PROVINCIA DI ROMA L'AGRICOLTURA DELLA - Analisi e proposte per lo sviluppo di un settore vitale per il futuro del nostro territorio
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

 L’AGRICOLTURA DELLA
  PROVINCIA DI ROMA

         Analisi e proposte
per lo sviluppo di un settore vitale
per il futuro del nostro territorio

                          1
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

                                      Indice
                                                                                         pagina

I - Considerazioni di premessa                                                               3

II - L’agricoltura romana: dati strutturali e produttivi                                     5

          - I dati strutturali                                                               5
          - Forme giuridica e di conduzione e il titolo di possesso delle terre              9
          - Il fattore anagrafico: l’età dei conduttori                                      9
          - I settori produttivi                                                            11
          - L’agricoltura nella provincia di Roma                                           12
          - Le produzioni biologiche e a denominazione                                      18

III - Le criticità dell’agricoltura romana e le proposte per superarle 22
          - Analisi delle criticità                                                         22
          - Proposte per una politica di sviluppo dell’agricoltura romana                   26
               - Individuazione degli obiettivi e degli interessi                           26
               - Definizione degli strumenti                                                27
                    - Gli strumenti specifici                                               27
                    - Accrescere il grado di integrazione nelle filiere agroalimentari      27
                    - Ridurre la distanza dal consumatore finale                            28
                    - Rafforzare il ruolo multifunzionale                                   30
                    - Gli strumenti “orizzontali”                                           31
                    - Semplificazione degli apparati e degli oneri amministrativi           31
                    - Politiche in favore dei giovani agricoltori                           32
                    - Messa in sicurezza e valorizzazione del territorio                    32

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                  I - Considerazioni di premessa

I molti problemi che, attualmente, gravano sull’agricoltura, trovano la loro più efficace sintesi nella
sperequata distribuzione del valore all’interno delle filiere agroalimentari. In particolare, la
progressiva perdita di peso della componente agricola è facilmente riassumibile nella decrescente
quota del valore che, su ogni euro speso per l’acquisto di prodotti alimentari, rimane, in media, in
agricoltura: 17 centesimi nel 2012, a fronte dei 22 del 2001 e dei 30 del 1991.

Tale dato, sia per la sua esiguità, sia perché espressione di una tendenza al progressivo ribasso
costituisce un evidente segnale di allarme, cui è necessario rispondere con prontezza ed efficacia. A
tal fine è, però, necessario che quello stesso dato sia considerato per ciò che effettivamente
rappresenta, ossia non per essere la causa, ma l’effetto dei problemi di cui attualmente soffre la
nostra agricoltura.

L’attuale squilibrata distribuzione del valore all’interno delle filiere agro-alimentari è, infatti, il
risultato diretto del prolungato agire degli innumerevoli fattori che, dal secondo dopoguerra ad oggi,
hanno trasformato la nostra società da “agricola” in “post-industriale”. Tra tali fattori, uno è
particolarmente, importante: la differente evoluzione dell’organizzazione economica delle imprese
operanti nei diversi settori presenti all’interno delle filiere agro-alimentari. In particolare, mentre le
imprese agricole hanno, nella gran parte dei casi, conservato la loro caratteristica di imprese a
conduzione diretta di contenute dimensioni, gli altri soggetti componenti le filiere, sebbene con
gradazioni diverse, hanno evidenziato una tendenza alla concentrazione che, a monte e a valle, ha
stretto l’agricoltura in una morsa di progressivo peggioramento delle ragioni di scambio che, a sua
volta, ha determinato quel crescente squilibrio di forza contrattuale che è, poi, alla base della
sfavorevole distribuzione del valore di cui sopra.

Tale situazione, sebbene in atto da tempo, è stata lungamente mascherata – ed attenuata negli effetti
– dal generoso sistema di aiuti comunitari che, tra il 1962 ed il 1992, ha, di fatto, conservato
l’agricoltura all’interno di un sistema protetto e, sostanzialmente, avulso dalla realtà di mercato.
Con l’entrata in vigore degli accordi dell’Uruguay Round (1995), il progressivo smantellamento
degli aiuti ai prezzi e ai mercati, da un lato, e la crescente liberalizzazione degli scambi, dall’altro,
hanno contribuito a rendere più evidenti, non solo le differenze di assetto strutturale tra le
componenti le filiere, ma anche a porre in conflitto i diversi interessi che a tali assetti
corrispondevano.

Al riguardo, giova evidenziare che tra le principali componenti le filiere agroalimentari vi sono
rapporti particolarmente stretti, tali da costituire sistemi con ridotte aperture verso l’esterno, nei
quali tendono ad avere particolare rilevanza i rapporti interni alle filiere medesime. A conferma di
ciò, si consideri che l’agricoltura cede il 65% dei propri prodotti all’industria alimentare e che le
vendite della grande distribuzione sono determinate per il 70% dai prodotti alimentari. È, dunque,
evidente che in un tale contesto la possibilità di una equa distribuzione del valore è realizzabile solo
se i diversi soggetti che compongono le filiere concordano sulle strategie di sviluppo e sugli
obiettivi da perseguire e, soprattutto, se, tra essi, vi è equilibrio in termini di peso contrattuale. Nel
momento in cui - come accade - i vari soggetti hanno strategie, obiettivi e peso diversi, le
componenti si trasformano in parti e l’una tende, inevitabilmente, a prevaricare sull’altra per far
valere i propri interessi, in ragione della forza contrattuale di cui ciascuna dispone.

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Nell’attuale contesto, infatti, il peso dei soggetti contrattualmente più forti, tende, inevitabilmente, a
trasferirsi verso il basso, fino a scaricarsi sul più debole di tutti che, nel caso in specie, è
l’agricoltura. In questa situazione che, di fatto, costituisce la rappresentazione di un vero e proprio
conflitto tra interessi diversi, diviene fondamentale il ruolo della politica, il cui compito dovrebbe
essere, principalmente, quello di dirimere detti conflitti, attraverso interventi capaci di conciliare gli
interessi particolari, subordinandoli a quello comune. E’ evidente che quando – come accaduto
negli ultimi decenni in Italia – la politica, vuoi per incapacità, vuoi per disattenzione, non riesce ad
assicurare una equilibrata regolazione degli interessi in campo, si finisce per favorire la lenta, ma
inesorabile introduzione di fattori di cambiamento che finiscono per divenire assai difficilmente
reversibili e che, in ogni caso, consentono la progressiva affermazione degli interessi, di cui sono
portatori i soggetti più forti.

Ciò precisato, non si può, tuttavia, omettere di ricordare che molti dei problemi strutturali
dell’agricoltura sono diretta ed inevitabile espressione, sia di peculiarità di settore, sia di processi
fisiologici, conseguenti lo sviluppo economico e, pertanto, in entrambi i casi, si tratta di problemi
che, di fatto, non possono essere del tutto superati, ma al massimo attenuati. Ne discende che, per
recuperare peso e valore all’interno delle filiere agro-alimentari, l’agricoltura è chiamata a guardare,
oltre se stessa, e, quindi, a teorizzare e mettere a punto un processo di sviluppo che la conduca oltre
gli attuali limiti imprenditoriali e produttivi. In questo senso, appare non solo corretto, ma
strategicamente decisivo, spostare i riferimenti delle attività agricole e, quindi anche della politica
agraria che, su di essa, è chiamata ad intervenire dal prodotto agricolo al cibo e dalle imprese
agricole, alle filiere agro-alimentari e, più in genere, al sistema socio-economico, in cui tali imprese
sono inserite.

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                          II - L’agricoltura romana:
                          dati strutturali e produttivi
1. I dati strutturali

I dati del sesto Censimento generale dell’agricoltura (2010) hanno evidenziato, per la regione Lazio,
una forte contrazione del numero delle imprese, che si è quasi dimezzato rispetto al 2000 (-48,7%),
a fronte di una riduzione molto meno accentuata della superficie agricola utilizzata (-10,0%). Per
effetto di tali evoluzioni, allo stato, risultano essere presenti nel Lazio 98.026 imprese agricole,
operanti su 648.472,52 ettari di SAU, per una superficie media aziendale di 6,63 ettari, in crescita
del 76,8% rispetto al 2000 (3,75 ettari).
Ciò non è stato, tuttavia, sufficiente a ridurre il grado di polverizzazione aziendale che, resta tra i
più elevati d’Italia. Al riguardo, sono particolarmente significativi i dati di tabella 1, dai quali si
evince che, nel Lazio, le aziende con meno di 10 ettari sono l’89,3% del totale, ma dispongono solo
del 27,6% delle superfici; mentre quelle con più di 50 ettari incidono, per numerosità, per appena il
2,0%, ma detengono il 45,0% della SAU. A ciò si aggiunga che la differenza tra la superficie media
aziendale del Lazio e quella delle altre regioni, sia dell’Italia centrale, sia del dato medio nazionale,
non sono, significativamente, variate rispetto al 2000: da -1,9 ettari nel 2000 a -2,0 nel 2010
rispetto alle altre regioni centrali; da -1,7 a -1,3 rispetto alla media nazionale. Da rilevare, inoltre,
che la forte contrazione del numero di imprese si è verificata, pressoché esclusivamente a spese
delle aziende di minori dimensioni (tabella 2) che, nel loro complesso, costituiscono un insieme
molto frammentato e non facile da gestire, ai fini, soprattutto, della conservazione del suolo e del
contenimento dei fenomeni di degrado ambientale.

Tabella 1- Aziende delle provincie laziali per classe di SAU (Censimento 2010).
                                 Classi di SAU per numero di aziende (valori % per colonna e Lazio su Italia)
                                                                                                                     Totale
            Senza terra   0-0,99       1-1,99    2-4,99       5-9,99      10-19,99 20-49,99 50-99,99 100 e più
Viterbo        0,1         22,7         19,0      25,3         13,5         8,8         7,1           2,1     1,3    100,0
Rieti          0,4         26,7         22,4      24,7         11,9         6,8         4,4           1,4     1,2    100,0
Roma           0,4         39,9         20,9      18,0          8,6         5,1         4,3           1,6     1,3    100,0
Latina         0,1         41,7         21,7      21,0          8,8         4,0         1,8           0,6     0,3    100,0
Frosinone      0,2         44,1         24,5      20,6          6,2         2,5         1,3           0,4     0,2    100,0
Lazio          0,2         36,5         21,7      21,5          9,4         5,1         3,6           1,2     0,8    100,0
Italia         0,3         30,4         20,1      22,1         11,5         7,4         5,4           1,8     1,0    100,0
                             Classi di SAU, per numero di ettari (valori % per riga e Lazio su Italia)
Viterbo                    1,4          2,8        8,4         10,0         13,0        23,1         15,4     25,9   100,0
Rieti                      1,7          3,1        7,9          8,6         9,7         14,2          9,9     44,8   100,0
Roma                       2,7          3,4        6,8          7,2         8,4         16,1         13,2     42,1   100,0
Latina                     5,3          6,8       14,9         13,9         12,3        12,2          9,0     25,6   100,0
Frosinone                  7,1          9,6       17,7         12,0         9,6         10,9          8,6     24,6   100,0
Lazio                      3,1          4,5       10,1          9,9         10,7        16,7         12,2     32,8   100,0
Italia                     2,1          3,5        8,7         10,1         12,9        20,9         15,5     26,2   100,0
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Tabella 2. Lazio numero di aziende e ettari di SAU per classi di superficie: variazioni 2000/2010.
Classi di superficie       Aziende         SAU            Classi di superficie                   Aziende        SAU
  Senza SAU                      44,9                       10,00-19,99                              -5,7          -5,7
  Meno di 1,00                  -63,9          -58,7        20,00-29,99                             16,6          15,9
  1,00-1,99                     -47,2          -48,1        30,00-49,99                             26,3          25,6
  2,00-4,99                     -34,9          -34,6        50,00-99,99                             28,4          26,8
  5,00-9,99                     -17,3          -17,4        100,00 e oltre                          12,1           -2,7
                                    Totale Lazio: aziende -48,7%; SAU -10,1%
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

                                                              5
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Per effetto delle evoluzioni su descritte, nel periodo intercensuario, la regione Lazio risulta aver
perduto, 93.440 aziende e oltre 77.000 ettari di SAU. Nelle province di Roma (-30.000 aziende) e
Frosinone (-28.000) si è concentrato il 72,7% delle cessazioni d’impresa. In particolare, tali
province hanno più che dimezzato il numero delle imprese agricole presenti sui loro territori (Roma
-58,3%; Frosinone -51,4%); anche se, a tale riduzione, è corrisposto un calo molto più contenuto
delle superfici, in specie a Roma, dove la superficie media delle imprese è più che raddoppiata
(+131,1%) nel periodo considerato (figura 1).

Figura 1. Superficie media aziendale (ettari di SAU) nelle provincie laziali nel 2010 e 2000.

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                                                                                                               2010
   5                                                                                                           2000

   0
           Roma          Frosinone          Latina          Rieti         Viterbo      Totale Lazio
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Ancora con riferimento ai dati provinciali è interessante osservare la rilevanza della provincia di
Roma che è prima per superficie agricola totale (28,3%) e seconda per numero di aziende e di SAU,
rispettivamente, nei confronti di Frosinone e di Viterbo (tabella 3).

Tabella 3. Aziende, SAU e SAT per provincia (dati assoluti e percentuali, 2010 e 2000).
     Provincie                 Aziende                          SAU                                      SAT
                        2010           2000           2010               2000              2010                 2000
 Roma                  21.503           51.597        182.344            191.812           260.429               278.025
 Frosinone             25.935           53.353          93.431           122.576           139.814               183.319
 Latina                20.545           31.102          87.873            92.123           112.023               122.689
 Rieti                   9.173          19.205          86.859           104.894           166.411               181.589
 Viterbo               20.609           35.948        193.471            209.646           240.190               273.979
 Totale Lazio          97.765          191.205        643.978            721.051           918.867             1.039.601
                                                   Dati percentuali
 Roma                    21,99            26,99          28,32             26,60                 28,34            26,74
 Frosinone               26,53            27,90          14,51             17,00                 15,22            17,63
 Latina                  21,01            16,27          13,65             12,78                 12,19            11,80
 Rieti                    9,38            10,04          13,49             14,55                 18,11            17,47
 Viterbo                 21,08            18,80          30,04             29,08                 26,14            26,35
 Totale Lazio          100,00           100,00          100,00            100,00                100,00           100,00
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Da rilevare, infine, che, nonostante le rilevanti modifiche in termini di numerosità delle imprese è
mutato assai poco il grado di utilizzazione delle terre a disposizione delle aziende, come si evince
dalle modeste variazioni nel rapporto SAU/SAT che, fatta, in parte, eccezione per Viterbo, si sono
registrate, in tutte le province laziali, nel periodo intercensuario (figura 2).

                                                            6
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Figura 2. Variazione del rapporto SAU/SAT (%) nelle provincie laziali nel 2000/2010

 100,00
                                               78,4                             80,6
                 70,0           66,8                                                            70,1
                                                                 52,2
   50,00                                                                                                          2010
                        69,0           66,9           75,1              57,8           76,5            69,4
                                                                                                                  2000
     0,00
                  Roma         Frosinone       Latina             Rieti         Viterbo       Totale Lazio
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Difficoltà analoghe a quelle evidenziate dalle dinamiche evolutive registrate per le aziende e le
superfici coltivate, le si rilevano anche per il comparto zootecnico, dove, nonostante le forti
riduzioni del numero di imprese realizzate nell’ultimo decennio, i principali settori produttivi
stentano a raggiungere un livello di organizzazione aziendale che, nel suo insieme, possa essere
considerato il risultato di un vero processo di ammodernamento strutturale.
Al riguardo, si consideri, ad esempio, che le attività di allevamento di bovini (tabella 4)
evidenziano, nel loro complesso, una sostanziale tenuta tra le micro-imprese (-7,8%) che, tra le altre
cose, continuano a costituire la classe maggiormente rappresentata in termini di numerosità
(30,5%), nonostante detengano, appena l’1,8% dei capi allevati. Si tratta, evidentemente, di strutture
non competitive, la cui permanenza non è legata a fattori di mercato. A conferma di ciò si consideri
che le categorie aziendali che maggiormente hanno pagato in termini di riduzione di imprese e di
animali allevati sono quelle tra i 3 e i 49 capi; mentre l’unica classe che, fatta salva quella tra 1.000
e 2.000 capi, ove opera una sola impresa, ha evidenziato una crescita, sia per i capi allevati (+9,6%),
sia per le aziende (+15,1%), è quella tra 100 e 500 capi, alla quale è ascrivibile la percentuale più
elevata di animali allevati (35,2%, a fronte di un 5,1% per le aziende) e che si presenta, pertanto
come la struttura ottimale di riferimento per l’attuale situazione strutturale del comparto.

Tabella 4: Aziende di allevamenti bovini, per classi di capi (Censimento 2010).

                                               Aziende                                            Capi
Classi di capi                   Numero            %             Var. su 2000      Numero           %         Var. su 2000
1-2                                2.636         30,5                 -7,8          3.795         1,8               -9,2
3-5                                1.485         17,2                -22,7          5.632         2,6             -24,2
6-9                                  901         10,4                -36,4          6.506         3,0             -37,0
10-19                              1.192         13,8                -29,2         16.025         7,4             -29,9
20-49                              1.308         15,1                -27,0         40.699        18,9             -25,9
50-99                                665          7,7                -15,9         45.303        21,0             -14,2
100-499                              443          5,1                 15,1         75.802        35,2                9,6
500-999                               20          0,2                -16,7         12.696         5,9             -16,6
1.000-1.999                            5          0,1               100,0           5.860         2,7            100,0
2.000 ed oltre                         1          0,0                  0,0          2.930         1,4              11,7
Totale                             8.656        100,0                -20,4        215.248       100,0             -10,1

Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Una situazione analoga a quella ora descritta, la si riscontra anche per l’allevamento bovino da latte
(tabella 5) che, sebbene faccia registrare una riduzione generalizzate in tutte le classi (sempre fatta
salva quella di maggiori dimensioni, con una sola impresa) vede le perdite più pesanti nelle classi
tra 3 e 49 capi; mentre registra un aumento di aziende (+11,4%) e una riduzione contenuta di capi (-
9,3%) nella classe 50-99 capi che è, pertanto, da considerare l’attuale riferimento dimensionale di
questa tipologia di allevamenti.

                                                             7
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Tabella 5: Aziende di allevamenti bovini da latte, per classi di capi (Censimento 2010).
                                               Aziende                                                Capi
     Classi di capi        Numero             %              Var. su 2000         Numero          %          Var. su 2000
1-2                          322           17,4                     -27,4           467         0,8                -267,0
3-5                          172            9,3                     -67,9           666         1,2                 -69,0
6-9                          170            9,2                     -67,2         1.229         2,1                 -67,3
10-19                        295           15,9                     -62,9         3.976         6,9                 -63,1
20-49                        530           28,6                     -40,4        16.349        28,2                 -38,2
50-99                        255           13,8                      11,4        16.194        28,0                  -9,3
100-499                      108            5,8                      -1,8        17.574        30,3                  -2,3
500-999                        -            0,0                       0,0             -         0,0                   0,0
1.000-1.999                    1            0,1                       0,0         1.454         2,5                  17,7
2.000 ed oltre                 -            0,0                       0,0             -         0,0                   0,0
Totale                     1.853          100,0                     -20,4        57.909       100,0                 -25,3
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Una significativa ristrutturazione sembra, invece, essere stata realizzata nel settore dell’allevamento
bufalino (tabella 6), dove, anche sulla spinta dell’opportunità di poter contare su di una produzione
DOP con buoni sbocchi di mercato (la mozzarella di bufala campana) e sull’assenza delle restrizioni
rappresentate dal regime delle quote-latte, sono stati realizzati importanti adeguamenti strutturali
che hanno spostato l’intero comparto su imprese di dimensione superiore ai 50 capi, cancellando, di
fatto, il peso delle imprese più piccole (sotto i 50 capi, il 44,6% delle imprese per il 9,4% dei capi;
sopra i 50 capi il 55,4% delle imprese e il 90,6% dei capi).

Tabella 6: Aziende di allevamenti bufalini, per classi di capi (Censimento 2010).
                                                   Aziende                                          Capi
        Classi di capi          Numero                %           Var. su 2000      Numero          %          Var. su 2000
1-2                                21                 3,6              -50,0            26         0,0               -59,4
3-5                                16                 2,7              -68,6            64         0,1               -67,4
6-9                                11                 1,9              -68,6            78         0,1               -69,3
10-19                              66                11,2              -38,9           937         1,5               -38,0
20-49                             150                25,4              -32,1         4.811         7,7               -32,9
50-99                             137                23,2               26,9         9.350        14,9                27,8
100-299                           144                24,4             121,5         23.396        37,2               143,0
300-499                            22                 3,7             100,0          7.876        12,5               103,9
500 e oltre                        23                 3,9             283,3         16.318        26,0               363,6
Totale                            590               100,0               -8,8        62.856       100,0                87,5
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Ancora più incisiva di quella realizzata nel settore dell’allevamento bufalino è la ristrutturazione
venutasi a determinare per l’allevamento ovino (tabella 7), dove sono, di fatto, scomparse le
imprese con meno di 100 capi. In questo caso, giova, tuttavia, rilevare che tale forte selezione è
avvenuta, non tanto sulla spinta di opportunità di mercato, quanto a seguito della forte crisi che,
negli ultimi anni, ha colpito il settore (sostanziale blocco dei prezzi; perdita di quote di mercato di
prodotti importanti come il pecorino romano DOP).

Tabella 7: Aziende di allevamenti ovini, per classi di capi (Censimento 2010).
                            Aziende                                              Capi
Classi di capi              Numero             %                 Var. su 2000    Numero          %           Var. su 2000
1-2                                  46              2,5                -98,3            84        0,0                -98,3
3-9                                 414             22,3                -92,9         2.217        0,4                -91,4
10-19                               411             22,2                -72,1         5.205        0,9                -71,4
20-49                               532             28,7                -44,1        15.312        2,6                -43,9
50-99                               321             17,3                -27,7        21.649        3,7                -27,2
100-499                           1.043             56,3                -16,2       248.096       42,4                -13,5
500-999                             287             15,5                 31,7       187.291       32,0                 32,8
1.000 e oltre                        73              3,9                  4,3       105.263       18,0                  2,6
Totale                            3.127            168,8                -75,9       585.117      100,0                 -8,1
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

                                                                 8
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

2. Le forme giuridiche e di conduzione e il titolo di possesso delle terre

Al pari di quanto avviene nel resto del Paese, nel Lazio, la forma giuridica e la forma di conduzione
prevalenti sono rappresentate, rispettivamente, dall’impresa individuale (96,0%) e dalla conduzione
diretta (97,0%). Per quanto riguarda il titolo di possesso delle terre, continua a prevalere la proprietà
(l’80,6% delle aziende hanno solo terreni di proprietà), anche se in presenza di un significativo
incremento delle superfici in affitto (+37,8% nel periodo 2000-2010).
Con riferimento ai dati provinciali, vi è da rilevare che le maggiori contrazioni nel numero di
aziende individuali e di aziende con terreni di proprietà si registrano a Roma (-64,0% i terreni di
proprietà; -48,0% le imprese individuali) e Rieti (-59,0% e -53,2%). Per quanto riguarda le forme
giuridiche, si riscontra un generale e significativo aumento delle forme societarie anche se, giova
evidenziarlo, si tratta, in ogni caso, di incrementi relativi che, assai poco, incidono sul numero totale
delle imprese agricole. In particolare, rispetto al 2000 il numero delle società semplici è passato da
860 a 1.559 (+81,3%) e quelle di capitale da 147 a 533 (+262,6%) cui è, comunque, corrisposto un
aumento dal 5,8% (4,0% le società semplici) al 12,7% (8,0% le società semplici) della SAU, da
esse, detenuta. Delle 1.559 società semplici, 636 sono nella provincia di Viterbo (40,8%); 389 a
Latina (24,9%) e 359 a Roma (23,0%); nelle medesime province, si concentrano anche le società di
capitale (Roma 263 - 49,3%; Latina 108 - 20,3%; Viterbo 78 - 14,6%).
Le forme di conduzione diretta, sebbene rappresentino il 96% delle aziende, interessano il 71,3%
della SAU ed il 59,6% della SAT. Di converso, le imprese a conduzione con salariati costituiscono
il 2,2% delle aziende e gestiscono il 19,5% della SAU ed il 23,7% della SAT. Ciò ad evidenziare
che la forma di conduzione diretta continua – come atteso – a riguardare le imprese più piccole.
Sulle 94.611 imprese a conduzione diretta presenti nel Lazio il 27,2% si concentra nella provincia
di Frosinone; il 21,5% in quella di Roma; il 21,0% a Viterbo; il 20,9% a Latina; il 9,4% a Rieti.
Per quanto riguarda, infine, il titolo di possesso delle terre (tabella 8), si registra, ovunque, un
incremento degli affitti ed una contrazione delle terre in proprietà. Tale evoluzione, sebbene da
ritenere in larga parte fisiologica, è stata probabilmente accentuata dalla attuale congiuntura
economica e, in specie, dalle crescenti difficoltà di accesso al credito che fanno prediligere l’affitto,
all’acquisto di nuove terre.

Tabella 8. Distribuzione % dei terreni per titolo di possesso nelle provincie laziali (Censimento 2010).
                           Viterbo                Rieti                     Roma           Frosinone              Latina
                       2010      2000      2010           2000       2010      2000      2010    2000      2010        2000
Proprietà             63,9       85,0      68,2       87,0           65,4      78,5      73,6    91,4      71,5       90,7
Affitto               33,2       12,8      27,2       10,3           28,5      17,7      17,9     4,6      21,8            6,0
Uso gratuito            2,9        2,2    4,6             2,7         6,1          3,8    8,5     4,0       6,7            3,3
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

3. Il fattore anagrafico: l’età dei conduttori

Una delle principali criticità dell’agricoltura italiana è, sicuramente, costituita dall’elevata età media
degli agricoltori che, come noto, è tra le più alte d’Europa. Tale fattore che, aprendo prospettive di
abbandono delle attività e di difficile ricambio generazionale, pesa, indiscutibilmente, sui futuri
assetti della nostra agricoltura è ben presente anche nel Lazio. Al riguardo è sufficiente evidenziare
che sui 98.216 conduttori, rilevati con l’ultimo Censimento, appena 1.923 hanno meno di 30 anni
(2,0%) e solo il 9,0% è al di sotto dei 40 anni, ossia è da considerare giovane, ai sensi delle vigenti
norme di settore (tabella 9). Tale situazione trova, inevitabilmente, riscontro a livello delle singole
province laziali, dove, fatta salva Latina, oltre il 50% degli agricoltori ha un’età superiore ai 60
anni. In particolare, la provincia più “vecchia” è quella di Rieti con il 54,2% di agricoltori al di
sopra dei 60 anni, seguita da Viterbo (53,2%), Roma (51,8%) e Frosinone (51,2%); Latina, come

                                                                 9
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

dicevamo, fa eccezione con il 45,1%. Con riferimento alla fascia di età più giovane, ossia quella
inferiore ai 40 anni, la provincia che presenta le più alte incidenze è, di conseguenza, quella di
Latina (10,8%), seguita da Rieti (9,7%), Roma (9,4%), Viterbo (8,9%) e Frosinone (7,0%).
Alla luce di quanto sopra, giova evidenziare che l’età dei conduttori costituisce, sicuramente, un
indicatore importante, non tanto per misurare la capacità di ricambio generazionale, quanto per
verificare la capacità di rinnovamento, attraverso l’accesso dei giovani alle attività agricole. Al
riguardo, giova, infatti, evidenziare che, visto l’elevato numero di conduttori in età da pensione e,
quindi, in imminente fuoriuscita dal settore, è utopistico pensare ad un accesso dei giovani in
agricoltura, tale da costituire il ricambio per coloro che la lasciano. Ne discende che, allo stato,
l’elemento che maggiormente preoccupa è che l’incidenza delle classi di età più elevate è talmente
più elevata rispetto a quella dei giovani, da rendere ineluttabile che la parte più consistente
dell’agricoltura laziale sia destinata a procedere, rapidamente, verso la fuoriuscita dal settore. Una
circostanza, questa, che appare decisamente preoccupante, per le evidenti conseguenze economiche,
ambientali e sociali che potrà comportare e che, a nostro giudizio, meriterebbe molta più attenzione
di quanto, attualmente, le è riservata.

Tabella 9. Conduttori agricoli per classe di età e per provincia (Censimento 2010)
Classi di età     Viterbo            Rieti           Roma          Latina     Frosinone   Lazio       Italia
Fino a 19                 5                 6              10           6            14        41         767
20-24                   115                76             123         116            96       526      10.004
25-29                   289              153              331         316           267     1.356      24.716
30-34                   535              259              573         628           513     2.508      46.624
35-39                   906              405              997       1.165           927     4.400      79.605
40-44                 1.335              534            1.490       1.765         1.711     6.835     123.874
45-49                 1.791              780            2.000       2.255         2.433     9.259     161.480
50-54                 2.126              932            2.328       2.599         3.097    11.082     176.568
55-59                 2.596            1.081            2.572       2.669         3.646    12.564     186.967
60-64                 2.933            1.338            2.879       3.016         4.067    14.233     206.893
65 ed oltre           8.105            3.664            8.328       6.048         9.267    35.412     603.386
Totale              20.736             9.228           21.631      20.583        26.038    98.216   1.620.884
                                        Valori percentuali per colonna
Fino a 19              0,0             0,1             0,0         0,0             0,1        0,0        0,0
20-24                  0,6             0,8             0,6         0,6             0,4        0,5        0,6
25-29                  1,4             1,7             1,5         1,5             1,0        1,4        1,5
30-34                  2,6             2,8             2,6         3,1             2,0        2,6        2,9
35-39                  4,4             4,4             4,6         5,7             3,6        4,5        4,9
40-44                  6,4             5,8             6,9         8,6             6,6        7,0        7,6
45-49                  8,6             8,5             9,2        11,0             9,3        9,4       10,0
50-54                 10,3            10,1            10,8        12,6            11,9       11,3       10,9
55-59                 12,5            11,7            11,9        13,0            14,0       12,8       11,5
60-64                 14,1            14,5            13,3        14,7            15,6       14,5       12,8
65 ed oltre           39,1            39,7            38,5        29,4            35,6       36,1       37,2
Totale               100,0           100,0           100,0       100,0           100,0      100,0      100,0
                                 Valori percentuali per riga e Lazio su Italia
Fino a 19              12,2            14,6            24,4       14,6            34,1      100,0         5,3
20-24                  21,9            14,4            23,4       22,1            18,3      100,0         5,3
25-29                  21,3            11,3            24,4       23,3            19,7      100,0         5,5
30-34                  21,3            10,3            22,8       25,0            20,5      100,0         5,4
35-39                  20,6             9,2            22,7       26,5            21,1      100,0         5,5
40-44                  19,5             7,8            21,8       25,8            25,0      100,0         5,5
45-49                  19,3             8,4            21,6       24,4            26,3      100,0         5,7
50-54                  19,2             8,4            21,0       23,5            27,9      100,0         6,3
55-59                  20,7             8,6            20,5       21,2            29,0      100,0         6,7
60-64                  20,6             9,4            20,2       21,2            28,6      100,0         6,9
65 ed oltre            22,9            10,3            23,5       17,1            26,2      100,0         5,9
Totale                 21,1             9,4            22,0       21,0            26,5      100,0         6,1
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

                                                          10
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

4. I settori produttivi

I fenomeni strutturali, precedentemente, descritti, trovano puntuale conferma nelle evoluzioni
registrate a livello dei singoli settori, ove si rileva una generale, forte riduzione delle imprese,
accompagnata da una meno intensa diminuzione nei valori complessivi del fattore produttivo
d’interesse: gli ettari per le coltivazioni; i capi allevati per i settori zootecnici (tabella 10).
Giova, tuttavia, evidenziare che, solo in pochi casi, tali dinamiche sembrano essere espressione di
un riordino strutturale fondato sull’ampliamento delle dimensioni economiche delle imprese;
mentre, assai più netta, emerge la sensazione di un processo di selezione non governata che ha
condotto le aziende più deboli a soccombere e, di conseguenza, ad evidenziare, in termini relativi, i
valori più elevati (in termini di dimensione) delle imprese rimaste in attività.
In particolare, nel settore delle coltivazioni, i dati più negativi sembrano essere riferibili: al settore
vitivinicolo, che ha perduto il 70,5% delle imprese ed il 45,7% delle superfici e ai cereali (-56,6% le
imprese; -28,7% la SAU); mentre per gli allevamenti, le maggiori cessazioni d’impresa si sono
registrate per il settore dei caprini (-79,2%) e degli ovini (-75,8%), a fronte, però, di riduzioni
molto meno marcate per quanto riguarda i capi allevati (-7,6% gli ovini; -29,0% i caprini) e, quindi,
di un conseguente incremento delle dimensioni medie delle aziende residue.
I settori nei quali, le variazioni del periodo intercensuario sembrano, più chiaramente, da leggere nel
senso di un riordino strutturale sono: le patate e gli ortaggi (-67,7 le aziende; +17,7% la SAU); le
foraggere (-28,7%; +58,2%); gli allevamenti di bufali (-8,8% gli allevamenti; +87,5% i capi).

Tabella 10. Aziende, superfici investite (ettari) e capi allevati nel Lazio.
                                                             Aziende                                    Ettari/Capi
                                               2010            2000        Variazione      2010             2000         Variazione
                                              Numero          Numero       2000/2010      Numero          Numero         2000/2010
Coltivazioni agricole                           97.565        191.067          -48,9       643.978        721.051            -10,7
Seminativi                                      41.255         80.660          -48,9       318.603        343.694             -7,3
- Cereali                                       16.799         38.680          -56,6       102.121        143.290            -28,7
- Patate e ortaggi                               8.095         25.086          -67,7        21.378          18.253            17,1
- Foraggere                                     21.532         30.199          -28,7       193.063        122.064             58,2
Coltivazioni legnose                            76.956        149.242          -48,4       130.014        146.133            -11,0
- Vite                                          20.454         69.371          -70,5        16.027          29.533           -45,7
- Olivo                                         67.725        113.393          -40,3        72.934          76.144            -4,2
Prati e pascoli                                 18.274         60.998          -70,0       192.564        227.627            -15,4
Allevamenti zootecnici                          14.171         66.285          -78,6
- Bovini                                         8.664         10.872          -20,3          216.454     239.457               -9,6
- Bufalini                                         590             647          -8,8           62.856      33.518               87,5
- Ovini                                          3.135         12.966          -75,8          588.096     636.340               -7,6
- Caprini                                          713           3.428         -79,2           27.547      38.820              -29,0
- Equini                                         3.815           5.996         -36,4           21.346      22.795               -6,4
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Di particolare interesse è la valutazione del peso dell’agricoltura della regione Lazio rispetto ai
valori nazionali, sia in assoluto, sia in relazione all’importanza che i principali settori assumono nel
contesto regionale, rispetto a quanto avviene, in media, nel resto d’Italia. Tali valutazioni possono
essere effettuate, attraverso l’osservazione dei dati di cui alla tabella 11.

Tabella 11. Valore delle produzioni agricole del Lazio, in relazione ai dati nazionali (2011).

                                                                   Lazio                                       Italia
                                                 Milioni €           %          % su Italia        Milioni €             %
Coltivazioni agricole                             1.399             55,9           5,3              26.235              53,3
- Cereali                                          128               5,1           0,9              14.535              29,5
- Patate e ortaggi                                 615              24,6           8,7              7.053               14,3
- Foraggere                                        137               5,5           7,6              1.800                3,7
- Frutta                                           176               7,0           1,1              16.294              33,1

                                                              11
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Allevamenti zootecnici                          756                    30,2             4,6            16.294              33,1
- Latte di vacca e bufala                       277                    11,1             6,1            4.523                9,2
- Latte di pecora e capra                        47                     1,9            10,7             438                 0,9
- Carni                                         391                    15,6             3,9            10.118              20,6
- Uova                                           38                     1,5             3,3            1.164                2,4
Prodotti trasformati                                                     -                                                   -
- Vino                                           60                     2,4             3,3            1.811                3,7
- Olio                                           66                     2,6             4,9            1.348                2,7
Attività secondarie                              71                     2,8             7,2             981                 2,0
Totale agricoltura                             2.502                  100,0             5,1            49.222             100,0
Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, 2012.

L’agricoltura laziale ha un valore di circa 2,5 miliardi di euro e partecipa per il 5,1% alla
formazione della produzione agricola italiana. Nel Lazio, il comparto delle coltivazioni agricole
contribuisce a determinare il valore complessivo della produzione in misura più rilevante rispetto a
quanto si registra a livello nazionale (55,9%, contro il 53,3%); di converso, è minore il peso dei
prodotti degli allevamenti (30,2%, contro il 33,1%). Rispetto ai valori nazionali, l’agricoltura laziale
esprime la sua maggiore incidenza per i settori del latte di pecora e capra (10,7%), delle patate e
ortaggi (8,7%) e delle foraggere (7,6%). In valori assoluti, i prodotti più importanti a livello
regionale sono: ancora, patate e ortaggi (24,6%); carni (15,6%); latte di vacca e bufala (11,1%). Da
rilevare, infine, il peso delle attività secondarie (tra le quali sono incluse l’agriturismo e la
trasformazione aziendale), il cui peso sul totale è superiore alla media nazionale (2,8% rispetto a
2,0%) e che incidono per il 7,2% sul corrispondente totale registrato per l’agricoltura italiana.

5. L’agricoltura nella provincia di Roma

La Provincia di Roma si estende su circa 530.000 ettari che, per il 47,0% (249.120 ettari) sono
interessati da aree agricole e forestali: una superficie sicuramente importante, in termini, sia
assoluti, sia relativi, considerando la presenza, sul territorio dell’area metropolitana della città di
Roma. Le aree agricole (tabella 12) hanno la loro principale destinazione nei seminativi (51,4%),
seguiti da pascoli (31,7%) e coltivazioni arboree (16,7%). Le foreste coprono il 20,6% del territorio
provinciale. Nel contesto regionale, la provincia di Roma è al primo posto per estensione della SAT
e al secondo (dietro Viterbo) per la SAU; con riferimento alle singole colture, ha il primato per i
prati e i pascoli; mentre è seconda per le aree a seminativi e le coltivazioni arboree alla provincia di
Viterbo e, per gli orti familiari, a quella di Frosinone.

Tabella 12. SAU e SAT nelle province laziali (Censimento 2010, ettari in migliaia).
                          Superficie agricola utilizzata (SAU)                  Arbori-             Superficie             Superficie
                          Coltivazioni                     Prati                coltura              agraria       Altra    Agricola
Province                                      Orti                                        Boschi
              Seminativi     legnose                   permanenti     Totale       da                  non      superficie   Totale
                                           Familiari
                             agrarie                    e pascoli                legno              utilizzata               (SAT)
Viterbo           133,65          38,93         0,48         22,10     195,16      1,03     33,54         5,95        6,67    242,35
Rieti              24,31          12,81         0,17         51,18       88,48     0,27     70,69         4,16        5,67    169,27
Roma               90,39          29,45         0,42         55,73     175,98      0,93     51,25        13,13        7,84    249,12
Latina             41,86          22,37         0,22         23,94       88,39     0,17     14,41         3,88        5,78    112,64
Frosinone          31,39          18,74         0,77         39,70       90,60     0,64     28,26         3,76        4,81    128,09
Lazio             321,59         122,30         2,06        192,65     638,60      3,05    198,15        30,88       30,79    901,47
Italia          7.009,31      2.380,77         31,90      3.434,07 12.856,05 101,63 2.901,04           648,75      573,64 17.081,10
                                                    Valori percentuali per colonna
Viterbo          41,6          31,8           23,3         11,5        30,6       33,9     16,9        19,3        21,7       26,9
Rieti             7,6          10,5           8,3          26,6        13,9       8,8      35,7        13,5        18,4       18,8
Roma             28,1          24,1           20,2         28,9        27,6       30,4     25,9        42,5        25,5       27,6
Latina           13,0          18,3           10,9         12,4        13,8       5,7       7,3        12,6        18,8       12,5
Frosinone         9,8          15,3           37,4         20,6        14,2       21,1     14,3        12,2        15,6       14,2
Lazio           100,0         100,0          100,0        100,0       100,0      100,0    100,0       100,0       100,0      100,0
Italia            4,6           5,1           6,4           5,6         5,0       3,0       6,8         4,8         5,4        5,3
             Valori percentuali sui totali per riga (coltivazioni su SAU; SAU, foreste e altri su SAT) e Lazio su Italia

                                                               12
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Viterbo          68,5        19,9       0,2        11,3         80,5       0,4      13,8           2,5        2,8    100,0
Rieti            27,5        14,5       0,2        57,9         52,3       0,2      41,8           2,5        3,4    100,0
Roma             51,4        16,7       0,2        31,7         70,6       0,4      20,6           5,3        3,1    100,0
Latina           47,4        25,3       0,3        27,1         78,5       0,2      12,8           3,4        5,1    100,0
Frosinone        34,7        20,7       0,8        43,8         70,7       0,5      22,1           2,9        3,8    100,0
Lazio            50,4        19,2       0,3        30,2         70,8       0,3      22,0           3,4        3,4    100,0
Italia           54,5        18,5       0,2        26,7         75,3       0,6      17,0           3,8        3,4    100,0
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

La Provincia di Roma si distingue nel panorama agricolo regionale, non solo per il comparto delle
coltivazioni, ma anche per le produzioni zootecniche (tabella 13). Il territorio della provincia
romana conta, infatti, 3.051 aziende, pari al 21% di quelle presenti nell’intera regione ed è secondo
solo alla provincia di Frosinone (5.369 aziende, 37,0%) che, però, rispetto a Roma, presenta una
assai più forte polverizzazione delle imprese, che sono, in gran parte, di piccole dimensioni. Con
riferimento alle singole attività zootecniche, le aziende della provincia di Roma risultano essere,
principalmente, interessate all’allevamento di bovini (47,5%), di equini (42,3%) e di ovini (22,8%).
Tale distribuzione trova riscontro anche nell’incidenza sul totale regionale che vede concentrati
nella provincia di Roma il 16,7% degli allevamenti bovini, il 33,8% di quelli equini e il 22,0% di
quelli ovini. Da rilevare che, nell’ambito regionale, la provincia di Roma può vantare le aree
maggiormente vocate per l’allevamento bovino da latte; tanto è vero che, con il 16% degli
allevamenti, conta, circa il 38% della produzione regionale ed il 34% dei capi dell’intero Lazio.

Tabella 13. Lazio: aziende zootecniche per tipo e provincia (Censimento 2010).
                                                                  Aziende
            Totale       Bovini        Bufalini        Suini           Ovini           Caprini           Equini     Avicoli
Viterbo         2.127        716             4               98             914              48              558         184
Rieti           2.438       1.563            6              258             619             110              913         272
Roma            3.051       1.449           11              137             695             165             1.292        302
Latina          1.517        995           281               39             199             116              235          73
Frosinone       5.369       3.968          290              369             727             283              829         585
Lazio          14.502       8.691          592              901            3.154            722             3.827       1.416
Italia        217.449      124.210        2.435           26.197          51.096          22.759           45.363      23.953
                                                Valori percentuali per colonna.
Viterbo         14,7          8,2           0,7             10,9            29,0            6,6              14,6       13,0
Rieti           16,8          18,0          1,0             28,6            19,6            15,2             23,9       19,2
Roma            21,0          16,7          1,9             15,2            22,0            22,9             33,8       21,3
Latina          10,5          11,4         47,5             4,3             6,3             16,1             6,1        5,2
Frosinone       37,0          45,7         49,0             41,0            23,1            39,2             21,7       41,3
Lazio          100,0         100,0        100,0            100,0           100,0           100,0            100,0      100,0
Italia          6,7           7,0          24,3             3,4             6,2             3,2              8,4        5,9
                                         Valori percentuali per riga e Lazio su Italia
Viterbo        100,0         33,7           0,2             4,6             43,0            2,3             26,2        8,7
Rieti          100,0         64,1           0,2             10,6            25,4            4,5             37,4        11,2
Roma           100,0         47,5           0,4             4,5             22,8            5,4             42,3        9,9
Latina         100,0         65,6          18,5             2,6             13,1            7,6             15,5        4,8
Frosinone      100,0         73,9           5,4             6,9             13,5            5,3             15,4        10,9
Lazio          100,0         59,9           4,1             6,2             21,7            5,0             26,4        9,8
Italia        217.449        57,1           1,1             12,0            23,5            10,5            20,9        11,0
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Come già osservato, nel periodo intercensuario, la provincia di Roma ha fatto registrare una
significativa riduzione delle aziende agricole. Tale dinamica, sebbene in misura variabile, ha
riguardato tutti i principali settori produttivi. In specie, e con riferimento al comparto delle
coltivazioni:

- le aziende a seminativi sono passate da 13.307 a 6.572, con un aumento della SAU media ad
azienda da 6,7 a 13,5 ettari. La maggior parte delle imprese operanti in questo settore si concentra
nel comune di Roma, ove si registra il 23% della SAU e il 12% delle aziende.

                                                           13
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Sempre a livello provinciale, al comune di Roma, è ascrivibile anche il primato della produzione
cerealicola, con il 27% delle aziende e il 40% delle superfici investite. Da rilevare, tuttavia, che,
come si evince dai dati di tabella 14, a livello nazionale, la produzione cerealicola del Lazio ha
scarsa rilevanza, e che la provincia di Roma, a sua volta, ha una buona incidenza sui valori regionali
solo per il frumento duro, l’orzo (anche grazie alla presenza, sul territorio, della filiera della birra) e
l’avena;

- le foraggere avvicendate interessano 3.300 aziende che, sebbene, in calo rispetto al 2000 (-20,0%)
hanno, però aumentato di circa il 40% le superfici investite (maggiore incremento regionale);

- le aziende orticole, a fronte di una riduzione di oltre il 60% nel numero (1.476 nel 2010) sembrano
avere avviato un processo di riorganizzazione, come sembrerebbe dimostrare l’incremento di oltre il
20% delle superfici investite. I comuni maggiormente interessati a tali produzione risultano essere
Roma, Fiumicino e Velletri.

- le imprese del comparto floricolo, si concentrano per circa il 45% nella provincia di Roma e, in
specie, sul territorio della Capitale (circa il 28% della superficie investita), seguita dai comuni di
Lanuvio e Nettuno, (circa il 15% delle superfici) e, per la numerosità aziendale, dai comuni di
Velletri e Santa Marinella (circa il 17% delle imprese);

Tabella 14. Superfici e produzioni medie nel triennio 2010-12 per i principali cereali nel Lazio (% e Lazio su Italia).
                             Tenero                        Frumento Duro                              Segale
                  Superficie      Produzione       Superficie        Produzione            Superficie        Produzione
Viterbo              20,8              22,0               56,4              58,5                   59,4            64,4
Rieti                21,2              23,0                1,4               1,5                   23,4            18,9
Roma                   7,1              9,5               33,6              31,9                    0,0             0,0
Latina               11,0              11,5                4,7               4,7                    5,7             8,4
Frosinone            39,9              34,0                4,0               3,4                   11,5             8,3
Lazio               100,0             100,0             100,0             100,0                  100,0            100,0
Italia                 2,5              1,5                4,5               4,4                    2,8             2,4
                              Orzo                             Avena                                   Mais
                  Superficie      Produzione       Superficie        Produzione            Superficie        Produzione
Viterbo              45,7              46,8               21,2              22,4                    3,3             4,6
Rieti                  5,1              6,4                8,2               9,4                   11,1            12,8
Roma                 17,6              20,5               23,6              22,2                    1,8             1,6
Latina                 5,7              6,3               19,7              22,3                   79,4            78,0
Frosinone            25,9              20,0               27,2              23,7                   11,1            11,4
Lazio               100,0             100,0             100,0             100,0                  100,0            100,0
Italia                 5,3              4,6                2,0               2,0                   34,3            34,7
Fonte: nostre elaborazione su dati ISTAT.

- le coltivazioni legnose riguardano, in primo luogo, l’olivicoltura che risulta essere praticata in
15.421 aziende, che, pur in forte calo rispetto al 2000 (-54%), hanno comunque, sostanzialmente,
conservato le superfici investite, facendo registrare un significativo ampliamento delle dimensioni
medie (da 0,6 a 1,4 ettari) che restano, però, eccessivamente ridotte e fortemente polverizzate. Le
maggiori concentrazioni, in termini, sia di aziende, sia di superfici, si registrano nei comuni al
confine con la provincia di Rieti e con l’Abruzzo e nell’area dei Castelli Romani. La provincia di
Roma ha il primato regionale per le superfici coltivate, ed è seconda dietro a Frosinone per la
produzione di olio che, nella media del triennio 2009-2011, si è attestata attorno ai 65.000 quintali
(con una resa media del 15,2%, la più bassa della regione), pari a circa un quarto dei volumi ottenuti
nella regione Lazio che, a sua volta, incide per circa il 5% sulla produzione nazionale (tabella 15);

                                                            14
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Tabella 15. Olive da olio, superfici e produzioni medie nel triennio 2010-12 nel Lazio (% e Lazio su Italia).
                                        Olive da olio                                  Olio di pressione
       Province            Superficie             Produzione                   Resa                    Produzione
Viterbo                       21,4                        24,8                     15,5                        23,5
Rieti                         13,7                          7,3                    15,9                         7,0
Roma                          27,7                        27,6                     15,2                        25,1
Latina                        15,1                        13,1                     15,8                        11,8
Frosinone                     22,0                        27,2                     20,1                        32,7
Lazio                        100,0                       100,0                     16,8                       100,0
Italia                          7,4                         5,1                    17,1                         5,0
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

- le aziende viticole risultano essere circa 5.100, in calo del 72% rispetto al 2000 e con una
riduzione di superficie del 37,5%, a conferma del pesante ridimensionamento vissuto dal settore
nell’ultimo decennio. Nonostante ciò, Roma si conferma la principale provincia vitivinicola del
Lazio (tabella 16) e, a livello provinciale, la distribuzione delle superfici e delle aziende è rimasta,
sostanzialmente, omogenea, con punte nei comuni di Velletri (13% delle aziende e 17% delle
superfici) e di Roma (10% e 12%). Da rilevare che, nel contesto regionale, la vitivinicoltura della
provincia di Roma è quella che presenta la maggiore incidenza di superfici vitate, investite con uve
per la produzione di vini a denominazione (il 60,2% contro il 28,6% di Latina; il 10,2% di Viterbo;
lo 0,9% di Frosinone e lo 0,2% di Rieti);

Tabella 16. Lazio: settore vitivinicolo, aziende e superfici (Censimento 2010).
                                                      Aziende                                    Superfici
             Province
                                            Numero                  %                   Ettari           % e Lazio/Italia
Viterbo                                          4.183                   20,4             2.969,22                 17,7
Rieti                                            1.908                    9,3               756,91                   4,5
Roma                                             5.114                   24,9             7.205,63                 42,8
Latina                                           2.432                   11,8             4.001,00                 23,8
Frosinone                                        6.892                   33,6             1.889,52                 11,2
Lazio                                           20.529                  100,0            16.822,28                100,0
Italia                                         388.881                    5,3           664.296,18                   2,5
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

- gli orti familiari hanno conosciuto una forte riduzione nel numero delle imprese (-66%) ed il
dimezzamento delle superfici; mentre i prati e i pascoli, a fronte della perdita di circa il 72% delle
aziende, hanno, sostanzialmente, tenuto, in termini di superficie investita (-6%). Generali le
flessioni, di aziende e superfici, delle coltivazioni di fruttiferi, sovente sostituiti da altre forme di
arboricoltura da legno. A livello comunale, il 23% degli orti familiari (per il 20% di superfici) si
concentra tra Roma e Velletri. I prati e i pascoli interessano, in primo luogo, i comuni di Roma,
Camerata e Tolfa nei quali si concentra il 24% delle superfici; le aziende di maggiori dimensioni si
trovano nel comune di Camerata (17; 4,2% sul totale provinciale); le più piccole in quello di Roma
(404; 10% sul totale).

Le dinamiche di riduzione delle imprese e dei fattori produttivi impiegati che hanno caratterizzato il
comparto delle coltivazioni, le si ritrovano anche in quello zootecnico. In particolare, sempre con
riferimento al periodo intercensuario:

- nell’allevamento bovino da latte, la provincia di Roma ha fatto registrare una riduzione del
numero delle aziende di circa il 20%, a fronte di una contrazione nei capi allevati in misura del
12%. Nonostante ciò, la provincia di Roma conferma il primato regionale per numero di vacche da
latte (oltre 20.000 capi, pari al 34% del totale regionale; tabella 17). A livello comunale, gli
allevamenti si concentrano nei comuni di Roma e di Fiumicino, ove si conta un numero di bovini
superiore alle 13.000 unità, pari a circa il 65% dei capi censiti nell’intera provincia (negli altri

                                                           15
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

comuni non si registrano numerosità superiori ai 3.000 capi); Con riferimento alle aziende, esse si
localizzano, principalmente, nel comune di Roma (12%); mentre negli altri comuni della provincia,
in nessuno si rilevano percentuali superiori al 6%. La provincia di Roma, come già detto, determina,
da sola, il 38% della produzione regionale di latte;

- l’allevamento bovino da carne è sostanzialmente riferibile, o alla linea vacca-vitello (vacca
nutrice) di tipo estensivo, o ai sistemi produttivi derivanti dall’allevamento di lattifere. Al pari di
quanto rilevato per il latte, la provincia di Roma è al primo posto, in regione Lazio, anche per gli
allevamenti da carne. In particolare, l’allevamento della vacca nutrice, si concentra nei comuni al
confine con la provincia di Viterbo, in aree prevalentemente declivi e, spesso, marginali; l’altro si
localizza in corrispondenza degli allevamenti da latte, per di più, nei comuni di Roma e Fiumicino.
In entrambi i casi, stante la carenza di centri d’ingrasso specializzati, i vitelli sono venduti ed avviati
all’ingrasso fuori regione, in primo luogo, nel Nord Italia. A livello comunale, oltre alle località già
citate, sono da evidenziare i comuni di Campagnano e Canale Monterano per l’allevamento dei
bovini maschi di 2 anni e più ed i comuni di Valmontone e Tivoli (15% delle aziende; secondo
comune dopo Roma) per le manze da macello;

- l’allevamento bufalino (tabella 18) è scarsamente presente nella provincia di Roma, ove si contano
appena 11 aziende (1,9%) e 969 capi allevati (1,5%), di cui 574 bufale (1,4% sul totale regionale e
59,2% sui bufali in provincia di Roma). I comuni interessati sono Pomezia (600 capi), Roma (133),
Fiano Romano (133) e Fiumicino (94).
Tabella 17. Allevamenti bovini nel Lazio (Censimento 2010)
                        Aziende                                                  Capi
                                                                % su totale e                  Vacche
                              % su totale e
                 Numero                          Totale         Lazio/Italia                     % e       % su totale e
                              Lazio/Italia                                      Numero
                                                                                              Lazio/Italia Lazio/Italia
Viterbo             716               8,2        36.859             16,9          7.225           12,2        19,6
Rieti              1.563             18,0        30.974             14,2          6.101           10,3        19,7
Roma               1.449             16,7        67.219             30,7         20.141           34,0        30,0
Latina              995              11,4        46.125             21,1         18.278           30,9        39,6
Frosinone          3.968             45,7        37.465             17,1          7.499           12,7        20,0
Lazio              8.691            100,0       218.642            100,0         59.244         100,0         27,1
Italia            124.210             7,0      5.592.700             3,9        1.599.442          3,7        28,6
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Tabella 18. Lazio: allevamenti di bufalini aziende e capi per provincia (Censimento 2010).
                         Aziende                                                Capi
                               % su totale e                    % su totale e                  Bufale
                 Numero        Lazio/Italia      Totale         Lazio/Italia                    % e         % su totale e
                                                                                Numero
                                                                                             Lazio/Italia   Lazio/Italia
Viterbo              4                0,7          536                0,9         407            1,0              75,9
Rieti                6                1,0          803                1,3         397            0,9              49,4
Roma                 11               1,9          969                1,5         574            1,4              59,2
Latina              281              47,5         43.612             69,4        28.173         66,4              64,6
Frosinone           290              49,0         16.956             27,0        12.873         30,3              75,9
Lazio               592             100,0         62.876            100,0        42.424        100,0              67,5
Italia             2.435             24,3        360.291             17,5       232.924         18,2              64,6
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

- gli allevamenti ovini della provincia di Roma, nel periodo intercensuario, hanno segnato pesanti
riduzioni nel numero delle imprese (da 1.500 a 695; -53,7%) che, però, stanti le più forti flessioni
registrate a livello regionale, hanno fatto accrescere il peso degli allevamenti romani in termini
relativi (dall’11% al 22%). Con il 28,1% dei capi allevati, la provincia di Roma è seconda (tabella
19) solo a quella di Viterbo (49,0%).

                                                           16
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Sempre con riferimento al territorio provinciale, a livello di singoli comuni, il principale è quello di
Roma con circa 50.700 capi, pari al 30,4% degli ovini allevati sul territorio provinciale e con circa il
20% delle aziende operanti nel comparto. Tra gli altri comuni della provincia, nessuno conta più di
10.000 capi;
Tabella 19. Lazio: allevamenti di ovini per provincia (Censimento 2010).
                                           Aziende                                                          Capi
       Province                                      % su totale e                                                     % su totale e
                               Numero                  Lazio/Italia                       Numero                       Lazio/Italia
Viterbo                             914                    29,0                            290.264                           49,0
Rieti                               619                    19,6                             63.260                           10,7
Roma                                695                    22,0                            166.654                           28,1
Latina                              199                     6,3                             24.078                            4,1
Frosinone                           727                    23,1                             47.859                            8,1
Lazio                             3.154                   100,0                            592.115                         100,0
Italia                          51.096                      6,2                          6.782.179                            8,7
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.
- gli allevamenti avicoli si concentrano nei comuni a nord di Roma, ove si trova la quasi totalità
delle imprese della provincia (300 su 302). Nel contesto regionale (tabella 20) l’avicoltura romana
risulta essere seconda, sia per le imprese (21,3%, contro il 41,3% di Frosinone), sia per il numero di
capi allevati (29,8%) che conta i suoi massimi nella provincia di Viterbo (50,6%, con il 13% delle
aziende);
Tabella 20. Lazio: allevamenti avicoli per provincia (Censimento 2010).
                                          Aziende                                                           Capi
                                                    % su totale e                                                       % su totale e
                              Numero                                                       Numero
                                                     Lazio/Italia                                                       Lazio/Italia
Viterbo                                 184                     13,0                               2.286.976                       50,6
Rieti                                   272                     19,2                                  71.089                        1,6
Roma                                    302                     21,3                               1.347.124                       29,8
Latina                                   73                       5,2                                323.233                        7,2
Frosinone                               585                     41,3                                 488.410                       10,8
Lazio                                 1.416                    100,0                               4.516.832                      100,0
Italia                               23.953                       5,9                            167.512.019                        2,7
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

- l’allevamento di caprini è poco rappresentato e conta 165 imprese (22,9%). In questa attività, la
provincia di Roma risulta al secondo posto per il numero di aziende (dopo Frosinone con il 39,2%)
e al terzo per i capi allevati, contandone 5.480 (19,6%), contro i 9.105 di Frosinone (32,5%) e i
7.518 di Latina (26,9%). Non molto diffuso neanche l’allevamento di suini che, tra le altre cose, nel
periodo 2000-2010, ha patito una riduzione di circa il 90% delle imprese che, oggi, si attestano sulle
137 unità (15,2% del totale regionale), ponendo la provincia di Roma al terzo posto, sia per il
numero di aziende (dietro Frosinone col 41,0% e Rieti col 28,6%), sia per i capi allevati, dopo
Viterbo (35,5%. col 10,9% delle imprese) e Latina (30,6%, col 4,3% degli allevamenti). La
provincia di Roma risulta, invece, al primo posto per quanto riguarda gli allevamenti equini, per i
quali conta il 33,8% delle imprese (1.292) ed il 35,3% dei capi allevati (7.689).

Tabella 21. Allevamenti di caprini, suini ed equini: aziende e capi allevati per provincia (Censimento 2010).
                            Caprini                                      Suini                                       Equini
                 Aziende                Capi               Aziende                Capi                   Aziende                 Capi
 Province
                        %e                     %e                 %e                      %e                    %e                      %e
               Nr      Lz/IT        Nr.       Lz/IT      Nr.     Lz/IT         Nr.       Lz/IT        Nr.      Lz/IT         Nr.       Lz/IT
Viterbo          48      6,6        2.829     10,1         98    10,9         27.399      35,5         558       14,6        3.835     17,6
Rieti           110    15,2         3.050     10,9        258    28,6          4.236       5,5         913       23,9        4.701     21,6
Roma            165    22,9         5.480     19,6        137    15,2         14.657      19,0       1.292       33,8        7.689     35,3
Latina          116    16,1         7.518     26,9         39      4,3        23.623      30,6         235        6,1        1.420       6,5
Frosinone       283    39,2         9.105     32,5        369    41,0          7.268       9,4         829       21,7        4.117     18,9
Lazio           722   100,0       27.982     100,0        901   100,0         77.183     100,0       3.827     100,0        21.762    100,0
Italia      22.759      3,2    861.942         3,2    26.197      3,4     9.331.314       0,8      45.363        8,4     219.159        9,9
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

                                                                 17
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

6. Le produzioni biologiche e a denominazione

Le produzioni con metodo biologico interessano, nel Lazio, 47.000 ettari (7,3% della SAU
regionale), con 2.482 aziende (2,5% sul totale) impegnate nelle coltivazioni e 666 (0,7%) negli
allevamenti. A livello nazionale, l’agricoltura biologica costituisce una realtà consolidata,
rappresentando il 6,0% delle superfici e, per le imprese, il 5,7% di quelle interessate alle
coltivazioni e l’8,3% di quelle zootecniche. In riferimento alla realtà produttiva nazionale,
l’agricoltura biologica laziale assume particolare rilevanza, in riferimento alle seguenti produzioni:
foraggere avvicendate (15,4% delle superfici, 10,4% delle aziende) e fruttiferi (12,5% e 7,9%), per
le coltivazioni; mentre per le produzioni zootecniche le incidenze maggiori si registrano per gli
avicoli (21,3% dei capi e 13,9% degli allevamenti), i bufalini (19,5% e 19,4%) e gli equini (16,0%
e 11,2%). Con riferimento alla realtà produttiva regionale, la provincia di Roma, si colloca in una
posizione intermedia, figurando al secondo posto (dietro Viterbo) per le superfici investite e al terzo
(dopo Viterbo e Rieti) per le aziende interessate.

Con riferimento ai singoli comparti (tabelle 22-23), nella provincia di Roma, sono destinati alle
coltivazioni biologiche 11.254 ettari (6,2% sulla SAU provinciale) che, per il 76,8% sono investiti a
foraggere avvicendate (32,3%), prati e pascoli permanenti (25,2%) e cereali (19,2%). Per quanto
riguarda le produzioni zootecniche con metodo biologico, la provincia di Roma è interessata,
principalmente, all’allevamento di bovini ed equini, per i quali è, rispettivamente, prima e seconda
per i capi allevati e terza per numero di aziende (tabelle 24-25).

Tabella 22. Lazio superfici investite a coltivazioni biologiche, per provincia e principali colture (censimento 2010).

                             Viterbo     Rieti          Roma             Latina          Frosinone     Lazio      Italia
Totale                       23.379,7   7.525,2       11.254,4           4.126,4           758,9     47.044,6   781.489,7
In conversione                 663,2     345,3          170,1              62,3             27,4      1.268,2    26.956,9
- Cereali                     6.160,1    507,5         2.161,6            110,5            128,3      9.068,0   223.542,2
- Foraggere avvicendate       8.539,4    969,6         2.831,8            358,5             69,1     12.768,4    82.937,1
- Prati permanenti pascoli    1.606,0   3.425,4        3.639,7           1.524,0           191,1     10.386,1   172.516,9
- Vite                         469,3      71,6          404,9             447,6             21,1      1.414,4    43.999,4
- Olivo                       1.596,9   1.931,3        1.059,8            303,2            293,0      5.184,2   134.294,3
- Fruttiferi                  3.713,1    432,6          465,4            1.021,6            23,1      5.655,8    45.137,2
                                               Valori percentuali per colonna
Totale                        100,0     100,0           100,0             100,0           100,0       100,0       100,0
In conversione                  2,8       4,6             1,5              1,5             3,6          2,7        3,4
- Cereali                      26,3       6,7            19,2              2,7             16,9        19,3        28,6
- Foraggere avvicendate        36,5      12,9            25,2              8,7             9,1         27,1        10,6
- Prati permanenti pascoli      6,9      45,5            32,3              36,9            25,2        22,1        22,1
- Vite                          2,0       1,0             3,6              10,8            2,8          3,0        5,6
- Olivo                         6,8      25,7             9,4              7,3             38,6        11,0        17,2
- Fruttiferi                   15,9       5,7             4,1              24,8            3,0         12,0        5,8
                                         Valori percentuali per riga e Lazio su Italia
Totale                         49,7      16,0            23,9              8,8              1,6       100,0       6,0
Conversione                    52,3      27,2            13,4              4,9              2,2       100,0       4,7
- Cereali                      67,9       5,6            23,8              1,2              1,4       100,0       4,1
- Foraggere avvicendate        66,9       7,6            22,2              2,8              0,5       100,0       15,4
- Prati permanenti pascoli     15,5      33,0            35,0              14,7             1,8       100,0       6,0
- Vite                         33,2       5,1            28,6              31,6             1,5       100,0       3,2
- Olivo                        30,8      37,3            20,4              5,8              5,7       100,0       3,9
- Fruttiferi                   65,7       7,6             8,2              18,1             0,4       100,0       12,5

Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

                                                             18
DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONFAGRICOLTURA DI ROMA

Tabella 23. Lazio aziende con coltivazioni biologiche, per provincia e principali colture (censimento 2010).

                                       Viterbo         Rieti       Roma         Latina        Frosinone      Lazio    Italia
Totale                                  1.060           632          403          280            107         2.482    43.367
In conversione                            64             19           19            6             5           113      1.917
- Cereali                                290             73           80           19             37          499     14.310
- Foraggere avvicendate                  309             65           72           21             12          479      4.628
- Prati permanenti e pascoli             114            164           78           25             27          408      8.192
- Vite                                   204             91           98           70             25          488      9.878
- Olivo                                  658            517          220           85             91         1.571    25.063
- Fruttiferi                             498             93          113          152             14          870     10.947
                                                 Valori percentuali per colonna
Totale                                     100,0       100,0        100,0        100,0          100,0        100,0     100,0
In conversione                               6,0         3,0         4,7           2,1           4,7          4,6       4,4
- Cereali                                   27,4        11,6         19,9          6,8           34,6         20,1      33,0
- Foraggere avvicendate                     29,2        10,3         17,9          7,5           11,2         19,3      10,7
- Prati permanenti e pascoli                10,8        25,9         19,4          8,9           25,2         16,4      18,9
- Vite                                      19,2        14,4         24,3         25,0           23,4         19,7      22,8
- Olivo                                     62,1        81,8         54,6         30,4           85,0         63,3      57,8
- Fruttiferi                                47,0        14,7         28,0         54,3           13,1         35,1      25,2
                                           Valori percentuali per riga e Lazio su Italia
Totale                                      42,7        25,5         16,2         11,3           4,3         100,0     5,7
In conversione                              56,6        16,8         16,8          5,3           4,4         100,0     5,9
- Cereali                                   58,1        14,6         16,0          3,8           7,4         100,0     3,5
- Foraggere avvicendate                     64,5        13,6         15,0          4,4           2,5         100,0     10,4
- Prati permanenti e pascoli                27,9        40,2         19,1          6,1           6,6         100,0     5,0
- Vite                                      41,8        18,6         20,1         14,3           5,1         100,0     4,9
- Olivo                                     41,9        32,9         14,0          5,4           5,8         100,0     6,3
- Fruttiferi                                57,2        10,7         13,0         17,5           1,6         100,0     7,9
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Tabella 24. Lazio: capi allevati con metodo biologico, per specie e per provincia (Censimento 2010).

                    Bovini        Bufalini            Equini         Ovini        Caprini     Suini        Avicoli    Conigli
Viterbo             6.973             -                937          51.699          749       3.983        575.873       90
Rieti               4.142            31                440          12.583          464        738          11.180       47
Roma                7.079             -                531           6.759          233        306          15.035       51
Latina              1.761           496                 78            491           956         -           9.076        50
Frosinone            422              1                 76           1.240          343        231           675        253
Lazio               20.377          528               2.062         72.772         2.745      5.258        611.839      491
Italia             232.102         2.701              12.905       620.279        84.822     108.922      2.866.115   130.246
                                                   Valori percentuali (per colonna)
Viterbo               34,2            -                45,4           71,0          27,3        75,8        94,1        18,3
Rieti                 20,3           5,9               21,3           17,3          16,9        14,0         1,8         9,6
Roma                  34,7            -                25,8            9,3           8,5         5,8         2,5        10,4
Latina                 8,6          93,9                3,8            0,7          34,8          -          1,5        10,2
Frosinone              2,1           0,2                3,7            1,7          12,5         4,4         0,1        51,5
Lazio                100,0         100,0              100,0          100,0         100,0       100,0       100,0       100,0
Lazio/Italia           8,8          19,5               16,0           11,7           3,2         4,8        21,3         0,4
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT.

Tabella 25. Lazio: aziende con allevamenti biologici, per specie allevata e per provincia (Censimento 2010).

                      Viterbo              Rieti              Roma            Latina        Frosinone       Lazio      Italia
Totale                 267                 129                 119              49             102           666       8.059
- Bovini               113                  88                  78              35              41           355       4.874
- Bufalini               -                  1                    -               4              1             6          31
- Equini                47                  52                  40               9              18           166       1.487
- Ovini                137                  47                  26               6              13           229       3.140
- Caprini               10                  10                  8               11              6             45       1.305
- Suini                 16                  21                  12               -              8             57       1.030
- Avicoli               35                  15                  21               3              49           123        886
- Conigli                3                  3                   6                1              26            39        176
- Api                    7                  5                   8                5              5             30        660
- Altri                  4                   -                  1                -              1             6          56
                                                   Valori percentuali per colonna

                                                                19
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