Prove sul modello Invalsi
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pagina 1 Prove sul modello Invalsi 1. Premessa per i docenti Una prova di lettura È noto che con la Direttiva n. 67 del 30 luglio 2010, che faceva seguito al- la Direttiva n. 74 del 15 settembre 2008, il Ministero della Pubblica Istru- zione ha affidato all’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Siste- ma educativo di Istruzione e di formazione) il compito di valutare gli appren- dimenti di Italiano e di Matematica anche degli studenti della seconda clas- se della scuola secondaria di II grado. Allo scopo l’Invalsi ha progettato nell’anno scolastico e somministrato già nell’anno scolastico 2010-2011 dei test che, per quanto riguarda l’Italiano, si sono proposti di verificare la padronanza linguistica, ossia “una delle com- petenze di base che la scuola deve sviluppare”, la quale “consiste nel pos- sesso ben strutturato di una lingua assieme alla capacità di servirsene per i vari scopi comunicativi”. Nel Quadro di riferimento della prova di Italiano del 28 febbraio 2011, tra- smesso alle scuole interessate dalla prova, l’Invalsi chiarisce che la pa- dronanza linguistica si manifesta come interazione verbale (= partecipare a uno scambio comunicativo orale in vari contesti); lettura (= comprende- re ed interpretare testi scritti di vario tipo); scrittura (= produrre testi di va- rio tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi). Nello stesso docu- mento si precisa tuttavia che, per motivi organizzativi, le prove di Italiano “sono circoscritte alla valutazione della competenza di lettura, intesa co- me comprensione, interpretazione, riflessione e valutazione del testo scrit- to, avente a oggetto un’ampia gamma di testi letterari e non letterari, e delle conoscenze e competenze grammaticali”. Viene ancora precisato che “La prova di italiano è articolata in due parti: la prima dedicata a valutare la competenza di lettura; la seconda dedicata a valutare la competenza grammaticale”. Prima parte: competenze di lettura Ancora il Quadro di riferimento della prova di Italiano sottolinea come la let- tura consista in varie e talvolta eterogenee attività, tuttavia accomunate dal- lo scopo di “ricavare informazioni percorrendo con lo sguardo i segni di un codice (linguistico, figurativo, o altro) veicolati da un particolare supporto”. Varietà ed eterogeneità di lettura sono date da codici diversi (che vanno da linguaggi prescrittivi o informali a linguaggi di alto livello letterario e creati- vo), scopi diversi (quali, per esempio cercare informazioni, comprendere le idee dell’autore, comprendere lo sviluppo del testo, valutarne la qualità, ecc.), modi diversi. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 2 Tenendo conto di tale variabilità l’Invalsi attraverso le prove somministrate alle secondarie di II grado ha inteso accertare tre tipi di competenze di let- tura, ossia 앫 la competenza pragmatico-testuale, volta a riconoscere i significati del te- sto e allo stesso tempo il modo in cui tali significati sono trasmessi; 앫 la competenza lessicale; 앫 la competenza grammaticale. Competenza pragmatico-testuale di lettura Una prova che voglia riconoscere la competenza pragmatico-testuale deve puntare sugli “aspetti di comprensione, interpretazione e valutazione del te- sto ritenuti fondamentali ai diversi livelli di scolarità. Per comprendere, inter- pretare e valutare un testo il lettore deve essere in grado di individuare spe- cifiche informazioni, ricostruire il senso globale e il significato di singole parti, cogliere l’intenzione comunicativa dell’autore, lo scopo del testo e il genere cui esso appartiene”. Per tutto ciò gli studenti devono 1. “saper cogliere e tener conto dei fenomeni di coesione testuale, cioè dei segnali linguistici che indicano l’organizzazione del testo, in particolare connettivi e coesivi”; 2. “saper cogliere e tener conto dell’organizzazione generale (titolazione, scansione in capoversi e paragrafi, rilievi grafici, ecc.) e dei fenomeni lo- cali che contribuiscono alla coerenza testuale, in particolare la modalità di successione e la gerarchia delle informazioni, e i legami logico-seman- tici tra frasi e tra capoversi (ad esempio, legami di conseguenza, opposi- zione, similarità, generalizzazione, esemplificazione ecc.)”; 3. “saper operare inferenze, ricavando contenuti impliciti, pertinenti alla com- prensione del testo (ad esempio: La moglie di Luca è partita R Inferen- za: Luca è sposato)”; 4. “saper riconoscere il registro linguistico, determinato dalle scelte morfo- sintattiche e lessicali dominanti”. Competenze lessicale e grammaticale di lettura La competenza lessicale nella lettura riguarda la conoscenza di un vocabolo (e della variabilità dei suoi significati nei diversi contesti) o la capacità di ri- costruirlo sulla base del contesto. La competenza grammaticale nel campo della lettura riguarda invece la ca- pacità di riconoscere gli elementi morfosintattici e gli elementi della inter- punzione in relazione alla funzione che essi hanno nel testo e nella elabo- razione dei significati. La seguente tabella riassume i vari aspetti della competenza di lettura cui fare riferimento nella elaborazione dei quesiti da somministrare agli alunni. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 3 Tabella 3 – Aspetti della competenza di lettura per la classificazione dei quesiti codice aspetti 1 Riconoscere e comprendere il significato letterale e figurato di parole ed espressioni; riconoscere le relazioni tra parole. 2 Individuare informazioni date esplicitamente nel testo. 3 Fare un’inferenza diretta, ricavando un’informazione implicita da una o più informazioni date nel testo e/o tratte dall’enciclopedia personale del lettore. 4 Cogliere le relazioni di coesione (organizzazione logica entro e oltre la frase) e coerenza testuale. 5a Ricostruire il significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse. 5b Ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse. 6 Sviluppare un’interpretazione del testo, a partire dal suo contenuto e/o dalla sua forma, andando al di là di una comprensione letterale. 7 Valutare il contenuto e/o la forma del testo alla luce delle conoscenze ed esperienze personali (riflettendo sulla plausibilità delle informazioni, sulla validità delle argomentazioni, sulla efficacia comunicativa del testo, ecc.). L’Invalsi precisa che “tra i diversi aspetti non c’è un rapporto gerarchico, ma ciascuno di essi comprende compiti di diverso livello di difficoltà. Ad esem- pio, tra i quesiti che richiedono di individuare informazioni (codice 2), ve ne possono essere di più facili o più difficili a seconda dell’evidenza che ha nel testo l’informazione richiesta e della presenza o meno di informazioni con- correnti che possono essere confuse con essa”. Seconda parte: competenza grammaticale La seconda parte dei test Invalsi riguarda ancora la competenza grammati- cale, ma da verificare non più nel contesto della lettura quanto in riferimen- to “alla descrizione esplicita del sistema della lingua e al suo uso corretto in contesti frasali vincolati”. Sostanzialmente la prova intende verificare la capacità di riflettere sulla lingua e la capacità di usarla correttamente. La prova riguarda perciò le diverse possibilità di descrizione del sistema lingui- stico, e in particolare dei livelli pragmatico-testuale, logico-semantico, mor- fosintattico, lessicale, fonologico-grafico. La tabella 4 del Quadro di riferimento della prova di Italiano riporta più det- tagliatamente i diversi ambiti di verifica della competenza grammaticale, ognuno dei quali contrassegnato da un codice numerico. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 4 Tabella 4 – Ambiti grammaticali codice ambito 1 Ortografia Uso di accenti e apostrofi, maiuscole e minuscole, segmentazione delle parole (per esempio: gliel’ho detto), uso delle doppie, casi di non corrispondenza tra fonemi e grafemi (uso dell’h, della q, dei diagrammi, ecc.). 2 Morfologia Flessione (tratti grammaticali: genere, numero, grado, modo, tempo, persona, aspetto, diatesi); categorie lessicali (nome, aggettivo, verbo, ecc.) e sottocategorie (aggettivo possessivo, nome proprio, ecc.). 3 Formazione delle Parole derivate; parole alterate; parole composte; parole polirematiche (per esempio: ferro da stiro, asilo nido). 4 Lessico e semantica Relazioni di significato tra parole; polisemia; campi semantici; famiglie lessicali; usi figurati e principali figure retoriche; espressioni idiomatiche; struttura e uso del dizionario. 5 Sintassi Accordo (tra articolo e nome, tra nome e aggettivo, tra soggetto e predicato, ecc.); sintagma nominale, verbale, preposizionale; frase: minima, semplice (o proposizione), complessa (o periodo); frase dichiarativa, interrogativa, ecc.; elementi della frase semplice: soggetto (esplicito o sottinteso, in posizione preverbale o post-verbale), predicato, complementi predicativi e altri complementi; gerarchia della frase complessa: frase principale, coordinate, subordinate (diverse tipologie); uso di tempi e modi nella frase. 6 Testualità Segnali di organizzazione del testo e fenomeni di coesione: anafora, connettivi, punteggiatura, ecc.; aspetti pragmatici del linguaggio (fenomeni del parlato, funzioni dell’enunciato, ecc.). Formato dei quesiti e valutazione: competenze di lettura Il Quadro di riferimento proposto dall’Invalsi precisa che “Per la verifica del- la comprensione del testo vengono utilizzati quesiti di due tipi: a risposta chiusa, nei quali lo studente deve scegliere la risposta corretta tra più alter- native date, e a risposta aperta, nei quali lo studente deve formulare lui stes- so la risposta. I quesiti a risposta chiusa possono essere semplici, cioè composti da una sola domanda con quattro alternative di risposta, o complessi, cioè compo- sti da più domande o item con due o più alternative di risposta. In alcuni ca- si, infine, allo studente può essere richiesto di inserire nelle lacune di un te- sto parole scelte da una lista (cloze) o di mettere in corrispondenza gli ele- menti di una lista con quelli di un’altra (matching). I quesiti aperti possono essere a risposta univoca (quando vi è una sola pos- sibile risposta corretta breve) o articolata (quando la risposta è più lunga e ci sono diverse possibilità di risposta corretta). Le domande a risposta aper- N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 5 ta articolata sono corredate da precise indicazioni per la correzione, che in- cludono esempi di risposte accettabili, eventuali esempi di risposte parzial- mente accettabili ed esempi di risposte non accettabili”. In pratica vengono proposti: 1. quesiti a scelta multipla semplici 2. quesiti a scelta multipla complessa (ove alle diverse opzioni, per esem- pio, può essere pure affiancata l’alternativa “sì/no”). Ecco un esempio proposto dall’Invalsi A8. Quali delle seguenti caratteristiche, secondo il testo, aveva Tazio Nuvolari? Metti una crocet- ta per ogni riga. caratteristiche sì no a. Era molto anziano 앮 앮 b. Era cortese 앮 앮 c. Sembrava malinconico 앮 앮 d. Era timido 앮 앮 e. Faceva il meccanico 앮 앮 3. quesiti a risposta aperta univoca 4. quesiti a risposta aperta articolata (in genere seguita da alcune righe che vincolano l’estensione della risposta). Sistema di valutazione Piuttosto semplici i criteri di attribuzione dei punteggi proposti dall’Invalsi. 앫 quesiti a scelta multipla semplice e a risposta aperta univoca: punteggio di 1 alle risposte esatte 앫 quesiti a scelta multipla complessa e a risposta aperta articolata: è pos- sibile assegnare un punteggio pieno o un punteggio parziale. Formato dei quesiti e valutazione: competenza grammaticale Per quanto riguarda l’accertamento delle competenze grammaticali l’Invalsi infine rinvia alla tipologia dei quesiti e ai criteri di valutazione proposti per l’accertamento della competenze di lettura. Tipologie testuali Per quanto riguarda la tipologia di testi da utilizzare per la prova, l’Invalsi sot- tolinea la necessità di sottoporre agli studenti una varietà di tipologie, e ciò con l’evidente scopo di allargare l’orizzonte degli aspetti di lettura da pren- dere in considerazione. In particolare per quanto riguarda la seconda clas- se della scuola secondaria di II grado individua come possibili 앫 tra i testi letterari, il testo narrativo e/o poetico e/o teatrale 앫 tra i testi non letterari il testo espositivo, narrativo, descrittivo, conativo e/o argomentativo. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 6 2. Accertare competenze con Scrittura e culture L’opportunità espressa dall’Invalsi di alternare testi letterari e non letterari ai fini di accertare competenze di lettura e grammaticali degli studenti del- la seconda classe della scuola secondaria di II grado trova largo riscontro in Scrittura e culture, se teniamo presente che, oltre alla ovvia presenza di testi narrativi, poetici e teatrali, la nostra antologia offre un buon numero di testi a carattere informativo e saggistico, opportunamente predisposti per promuovere appunto le competenze di lettura, nella rubrica “Leggere l’at- tualità”. Per fare esercitare gli alunni in vista della prova Invalsi, tenuto conto anche dei tempi e delle condizioni, è bene tuttavia tenere presenti precisi criteri di selezione dei brani, ai fini di non snaturare gli scopi di tali prove. Occorre preferire, in coerenza con le stesse indicazioni dell’Invalsi: 앫 brani relativamente brevi, ma di significato compiuto, ossia autosufficien- ti o che tuttalpiù contengano facili rinvii a informazioni di pubblico domi- nio; 앫 brani adeguatamente complessi, in riferimento alle competenze di lettu- ra che è possibile attendersi nel particolare livello scolare, che offrano pure occasioni di analisi e di riflessioni; 앫 brani rilevanti da un punto di vista formale e lessicale, che contengano cioè soluzioni linguistiche e procedure di scrittura la cui conoscenza è possibile attendersi nel relativo livello scolare preso in considerazione. 3. Esercitarsi con Scrittura e culture Proponiamo una esercitazione completa, che utilizza testi proposti in Scrit- tura e culture, ma segue fedelmente, nel numero di quesiti, nella loro forma, negli aspetti di competenza cui si riferiscono, soprattutto nelle finalità gene- rali, il modello Invalsi già sperimentato nell’anno scolastico 2010-2011. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 7 Valutazione delle competenze di Italiano QUESTIONARIO DI ESERCITAZIONE SUL MODELLO INVALSI Istituto scolastico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Anno Scolastico . . . . . . . . . Alunno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . Prima parte: Lettura Leggi i testi proposti di seguito e rispondi ai quesiti che seguono. Stefano Benni La chitarra magica C’era un giovane musicista di nome Peter che suonava la chitarra agli angoli delle strade. Racimolava così i soldi per proseguire gli studi al Conservatorio: voleva diventare una grande rock star. Ma i soldi non gli bastavano, perché fa- ceva molto freddo e in strada c’erano pochi passanti. 5 Un giorno, mentre Peter stava suonando “Crossroad”, gli si avvicinò un vec- chio con un mandolino. – Potresti cedermi il tuo posto? È sopra un tombino e ci fa più caldo. – Certo – disse Peter che era di animo buono. – Potresti per favore prestarmi la tua sciarpa? Ho tanto freddo. 10 – Certo – disse Peter che era di animo buono. – Potresti darmi un po’ di soldi? Oggi non c’è gente, ho raggranellato pochi spiccioli e ho fame. – Certo – disse Peter che eccetera. Aveva solo dieci monete nel cappello e le diede tutte al vecchio. 15 Allora avvenne un miracolo: il vecchio si trasformò in un omone truccato con rimmel e rossetto, una lunga criniera arancione, una palandrana di lamé e zeppe alte dieci centimetri. L’omone disse: – Io sono Lucifumandro, il mago degli effetti speciali. Dato che sei stato buono con me ti regalerò una chitarra fatata. Suona da sola qual- 20 siasi pezzo, basta che tu glielo ordini. Ma ricordati: essa può essere usata solo dai puri di cuore. Guai al malvagio che suonerà! Succederebbero cose orribili! Ciò detto si udì nell’aria un tremendo accordo di mi settima e il mago spa- rì. A terra restò una chitarra elettrica a forma di freccia, con la cassa di madre- perla e le corde d’oro zecchino. Peter la imbracciò e disse: 25 – Suonami “Ehi Joe”. La chitarra si mise a eseguire il pezzo come neanche Jimj Hendrix, e Peter non dovette far altro che fingere di suonarla. Si fermò moltissima gente e co- minciarono a piovere soldini, nel cappello di Peter. Quando Peter smise di suonare, gli si avvicinò un uomo con un cappotto di 30 caimano. Disse che era un manager discografico e avrebbe fatto di Peter una rock star. Infatti tre mesi dopo Peter era primo in tutte le classifiche america- ne italiane francesi e malgasce. La sua chitarra a freccia era diventata un sim- bolo per milioni di giovani e la sua tecnica era invidiata da tutti i chitarristi. Una notte, dopo uno spettacolo trionfale, Peter credendo di essere solo sul 35 palco, disse alla chitarra di suonargli qualcosa per rilassarsi. La chitarra gli suo- N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 8 nò una ninnananna. Ma nascosto tra le quinte del teatro c’era il malvagio Black Martin, un chitarrista invidioso del suo successo. Egli scoprì così che la chitar- ra era magica. Scivolò alle spalle di Peter e gli infilò giù per il collo uno spinot- to a tremila volt, uccidendolo. Poi rubò la chitarra e la dipinse di rosso. 40 La sera dopo, gli artisti erano riuniti in concerto per ricordare Peter prema- turamente scomparso. Suonarono Prince, Ponce e Parmentier, Sting, Stingsteen e Stronhaim. Poi salì sul palco il malvagio Black Martin. Sottovoce ordinò alla chitarra: Suonami “Satisfaction”. 45 Sapete cosa accadde? La chitarra suonò meglio di tutti i Rolling Stones insieme. Così il malvagio Black Martin diventò una rock star e in breve nessuno ricordò più il buon Peter. Era una chitarra magica con un difetto di fabbricazione. da S. Benni, La chitarra magica, in Il bar sotto il mare, Milano, Feltrinelli 1987 (proposto nell’unità 1.1.1 del vo- lume di Narrativa, pagg. 5-6). A1 Peter suonava agli angoli delle strade perché A era affamato B era disoccupato C voleva diventare una rock star D era un emigrato irregolare A2 Mentre Peter suonava “Crossroad” gli si avvicinò un vecchio con un .................................................................. A3 Peter accontenta il vecchio perché A si aspettava riconoscenza B si aspettava soldi C aveva compreso che possedeva una chitarra magica D era di animo buono A4 Chi era Lucifumandro? .................................................................. .................................................................. A5 L’espressione “effetti speciali” significa A luci, suono e fumi che producono sensazioni di trasformazione della realtà B effetti della tecnologia avanzata C effetti spettacolari ce rendono realistiche le scene D effetti della musica elettronica A6 Riporta tre espressioni del testo che segnalano la bontà di Peter. .................................................................. .................................................................. A7 Dopo che Peter chiede alla chitarra di suonare “Hej Joe” la chitarra si mette a suonare come neanche .................................................................. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 9 A8 Qual era il difetto di fabbricazione della chitarra? .................................................................. .................................................................. A9 Il finale delude le aspettative del lettore perché A è scorretto B non premia dei giusti valori C è banale D non è comprensibile A10 Il messaggio complessivo che possiamo cogliere dal testo è A non sempre la bontà trionfa B nella vita trionfano sempre i cattivi C nella vita trionfano sempre i buoni D la realtà è sempre deludente A11 A tuo parere il messaggio del testo, se riferito alla realtà, può essere considerato attendibi- le? Motiva in ogni caso la tua risposta. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. A12 Completa le frasi collocando opportunamente i termini della seguente serie: grande, molto, pochi, più, buono, dieci, dieci, fatata, solo, malvagio. 앫 Peter credendo di essere . . . . . . . . . . . . . . . . . sul palco 앫 tra le quinte del teatro c’era il . . . . . . . . . . . . . . . . . Black Martin 앫 zeppe alte . . . . . . . . . . . . . . . . . centimetri 앫 perché faceva . . . . . . . . . . . . . . . . . freddo 앫 Peter che era di animo . . . . . . . . . . . . . . . . . 앫 voleva diventare una . . . . . . . . . . . . . . . . . rock star 앫 in strada c’erano . . . . . . . . . . . . . . . . . passanti 앫 aveva solo . . . . . . . . . . . . . . . . . monete nel cappello 앫 è sopra un tombino e ci fa . . . . . . . . . . . . . . . . . caldo 앫 ti regalerò una chitarra . . . . . . . . . . . . . . . . . A13 Il testo che hai letto è A un articolo di giornale B un breve saggio divulgativo C l’episodio di una biografia D un racconto fantastico N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 10 Elsa Morante Il compagno Ero un ragazzo di tredici anni, scolaro di ginnasio: fra tanti miei compagni né belli né brutti, ce n’era uno bellissimo. Egli era troppo ribelle e pigro per esse- re il primo della classe; ma, tutti lo vedevano, il minimo sforzo gli sarebbe ba- stato per diventarlo. Nessuna delle nostre intelligenze si rivelava, come la sua, 5 limpida e felice. Il primo della classe ero io; avevo l’indole poetica e, pensando al compagno, mi veniva fatto di chiamarlo Arcangelo. A rievocarlo con questo nome, rivedo i suoi capelli dorati e piuttosto lun- ghi, la curva delle sue guance che si accordava così gentilmente con quella del- le sue labbra, l’orgogliosa luce degli occhi. Risento perfino la sua risata piena 10 d’infantile abbandono simile ad un’acqua rimasta limpida attraverso tutti que- sti anni. Il compagno era così viziato dalla natura, che nessuno di noi dubitava lo fos- se anche dalla fortuna. La sua superbia era legittima, certo egli era il più ricco di noi tutti. Aveva i capelli ben pettinati, graziose cravattine, e i libri di scuola 15 rilegati con un bel cartone rosso lucido. Nessuno di noi si presumeva degno di esser ammesso alla sua casa; che, senza averla vista, ci figuravamo regale. Tutti i giorni veniva a prenderlo una donna che, a quanto egli stesso ci dis- se, era la sua serva.Alta e riservata, superba si sarebbe detto, ella aveva le guan- ce pallide, le palpebre sbattute di chi dorme poco la notte, e una treccia così 20 splendida e pesante da parer d’oro massiccio: raccolta in crocchia sulla nuca, secondo il costume delle popolane. I due si scambiavano un sorriso; in cui vedo oggi una complicità; poi la don- na, con l’umile sollecitudine di una serva appunto, prendeva la cartella dalle mani del compagno. E se ne andavano insieme verso quella dimora mai vista, 25 su cui fantasticavo. Sebbene io fossi il primo della classe, e non lui, mi empivo di fierezza quan- d’egli mi chiamava col mio nome di battesimo Augusto, invece di chiamarmi col cognome, come faceva con gli altri scolari. da E. Morante, Il compagno, in Lo scialle andaluso, Einaudi, Torino 1963 (proposto nell’unità 1.2.2 del volume di Narrativa, pagg. 50-51). B1 Il protagonista è .................................................................. B2 Il compagno del protagonista non è il primo della classe perché .................................................................. .................................................................. B3 Il compagno era «così viziato dalla natura, che…». In questa frase il termine “viziato” si- gnifica A abituato ai capricci B abituato ai vizi C abbondantemente dotato di qualità D incline alle stranezze N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 11 B4 Quale idea ti sei fatta, in base alla descrizione contenuta nel testo, della donna che veniva a prendere il compagno del protagonista? A servile e poco dignitosa B eccessivamente servile C superba e poco attenta D premurosa e dignitosa B5 Il protagonista è fiero di essere chiamato “Augusto” dal compagno perché A questi lo chiamava per nome, e non per cognome come faceva con tutti gli atri B “Augusto” era un bel nome C il nome “Augusto” ricordava un grande personaggio storico D “Augusto” era un nomignolo gradevole B6 Per “indole poetica” il narratore intende .................................................................. .................................................................. .................................................................. B7 Indica se è vera o falsa ognuna delle seguenti affermazioni. vero falso a il compagno del protagonista era il primo della classe 앮 앮 b il compagno del protagonista era diligente e ubbidiente 앮 앮 c il protagonista si chiama Augusto 앮 앮 d la donna che veniva a prendere il compagno del protagonista aveva 앮 앮 una treccia bionda e il protagonista veniva chiamato per nome e non per cognome dal 앮 앮 compagno B8 L’espressione «simile ad un’acqua rimasta limpida attraverso tutti questi anni» (righi 10-11) significa che A la risata, nella memoria del protagonista, è rimasta tale e quale era ai tempi della scuola B la risata era acuta C la risata era confusa nella memoria del protagonista D la risata riaffiorava continuamente nella memoria del protagonista B9 L’espressione «l’orgogliosa luce degli occhi», riferita al compagno del protagonista indica A uno sguardo superbo dagli occhi chiari B uno sguardo sprezzante dagli occhi azzurri C uno sguardo cordiale D uno sguardo luminoso e fiero N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 12 Rita Levi Montalcini Il tuo futuro È buona regola, quando ci si trova di fronte a un problema da risolvere, chiarir- ne prima di tutto i termini e in particolare, quando si tratta di un problema com- plesso come quello oggetto di questa trattazione, decidere quale strategia sia più adeguata alla sua soluzione. Le incognite nel problema in esame sono es- 5 senzialmente due: la tua personalità di adolescente con le tue attitudini, desi- deri, doti intellettuali e personalità che fanno di te un individuo simile ma dif- ferente da tutti gli altri adolescenti, e le condizioni spaziali e temporali nelle quali il destino ti ha fatto nascere. Ricorrendo al metodo che ha avuto tanta fortuna in biologia, noto come «ri- 10 duzionismo», cioè ridurre il problema alle sue dimensioni più semplici e come tali più facilmente affrontabili, immaginiamo che tu sia dotato di normali capa- cità intellettuali e del desiderio comune alla maggior parte dei tuoi coetanei di trovare un’attività rispondente ai tuoi desideri. Attività da iniziare in questo ul- timo decennio del secondo millennio e proseguire nella prima metà del seco- 15 lo futuro. Messo il problema in questi termini, considererò prima di tutto la tua persona di adolescente, che si può definire «regolare», cioè rispondente all’im- magine che più comunemente ci facciamo di giovani appartenenti all’uno o al- l’altro sesso. Le regole che ti consiglio di seguire nell’affrontare i problemi non sono molte. Si riducono, infatti, a considerare non più i problemi ma il modo 20 in cui tu devi mantenere (ai fini di godere al massimo degli eventi favorevoli e di soffrire al minimo di quelli sfavorevoli) in tutti i casi un atteggiamento otti- mista e sereno e mai diffidente e pessimista, sia al riguardo del prossimo sia de- gli eventi stessi dipendenti dalle condizioni ambientali nelle quali si svolgono. Questo atteggiamento che ti suggerisco è un talismano di immenso valore 25 che ti aiuterà in tutti i momenti della vita e in particolare in quelli più critici. Non perdere mai la fiducia nel tuo prossimo, anche se molte volte questa fidu- cia è messa a dura prova. Benché lo splendido concetto evangelico di «porge- re l’altra guancia» non sia realizzabile in una società competitiva e aggressiva quale la nostra, l’atteggiamento informato al più nero pessimismo dell’«Homo 30 homini lupus», «l’uomo è un lupo verso l’altro uomo», attribuito a Plauto è da rifiutare. L’esperienza di una lunga vita mi ha convinto che la generosità nel giudizio del prossimo, tenendo sempre in conto tutte le attenuanti a suo favo- re, è di gran lunga preferibile alla tendenza purtroppo diffusa di mettere in rilie- vo le sue manchevolezze e di accanirsi contro veri o presunti colpevoli. Il mag- 35 gior vantaggio che si ricava da questo atteggiamento fiducioso verso il prossi- mo è non soltanto il fatto che lo incoraggia a ricambiarlo, ma anche che esso è motivo di serenità per chi lo possiede. Un’altra regola di comportamento che ritengo fondamentale, e da applicare in tutti i momenti della vita (particolar- mente negli anni dell’adolescenza quando è più facile lasciarsi prendere dal- 40 l’angoscia sia per quanto concerne il futuro sia per la propria persona), è di di- sinteressarti di te stesso, di come puoi apparire agli altri, della tua salute e dei pericoli veri o immaginari che ti minacciano. L’antidoto a questa tendenza co- sì comune di concentrare i propri pensieri su noi stessi è di sviluppare, sin dal- la prima infanzia (i genitori e i maestri possono svolgere un’opera di straordi- 45 naria importanza in questo senso), l’abitudine a interessarsi a quello che ci cir- conda: gli uomini, gli animali e gli infiniti aspetti della natura, dal filo d’erba che calpestiamo camminando alle stelle che ammiriamo nel firmamento, possono – se hai le doti necessarie – diventare oggetto di studio ai più alti livelli per la tua vita. L’abitudine che devi prendere, sin dai primi anni, è di interessarti a tutto N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 13 50 quanto ti circonda o di dedicare il tuo tempo ad approfondire problemi di na- tura filosofica, umanistica, sociale. Questo atteggiamento non soltanto ti libere- rà dalle preoccupazioni per la tua persona, ma ti sarà d’immenso aiuto in tutti i momenti della vita e in particolare in quelli della senilità, quando i problemi della salute aumentano nella stessa misura della preoccupazione per l’inevita- 55 bile approssimarsi della fine. […] Infatti vorrei aggiungere un suggerimento a te e ai tuoi giovani coetanei: non pensate soltanto al futuro prossimo e cioè agli anni del pieno vigore del vostro corpo e delle vostre capacità intellettuali. Preparatevi, sin d’ora, a quello che non sarà il vostro immediato futuro ma quello remoto, al quale tutti gli adolescenti 60 rifiutano di pensare: il periodo della senilità, che giungerà per voi, ad una distan- za da oggi che vi sembra così lontana da essere inesistente. Quel periodo sarà tanto più sereno e ricco di nuove esperienze quanto più vi troverà preparati. Preparati in che modo? Iniziando oggi e continuando in tutti gli anni a venire a occuparvi, con il maggior impegno del quale siete capaci, di far lavorare il vo- 65 stro cervello e di interessarvi di tutto quanto succede intorno a voi, prima di tut- to del vostro prossimo. Rifiutate sin d’ora di accedere a una carriera solo per- ché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare «usque ad finem», «fi- no alla fine». Contrariamente all’opinione corrente, il cervello non va fatalmen- 70 te incontro con gli anni a un processo irreversibile di deterioramento. Sia Tizia- no che Michelangelo e molti altri artisti di straordinarie capacità creative – Picas- so tra questi – continuarono a realizzare opere di eccezionale valore sino a tar- da età. A una buona vecchiaia ci si prepara sin dall’adolescenza. Quella età, che oggi temete o ignorate, può essere la più bella della vostra 75 vita. Almeno, questo è il mio caso e il mio privilegio, che mi auguro possiate avere anche tu e i tuoi coetanei. da R. Levi Montalcini, Il tuo futuro, Garzanti, Milano 1993 (proposto nell’unità “Leggere l’attualità” 3 del volu- me di Narrativa, pagg. 369-370). C1 Quale può essere considerata una buona regola di fondo, di fronte a un problema da risolvere? A chiarire gli aspetti del problema B approfondirne i termini C individuarne i lati più complessi D mantenere un atteggiamento sicuro C2 “Riduzionismo” implica di A ridurre l’importanza del problema B ridurre una problematica ai suoi termini essenziali C diminuire i dati di un problema D ridurre gli aspetti incerti di una problematica C3 «Immaginiamo che tu sia dotato di normali capacità intellettuali e del desiderio della maggior parte dei tuoi coetanei di trovare un’attività corrispondente ai tuoi desideri»: perché l’autri- ce svolge questa ipotesi? A perché applica il “riduzionismo” B perché tutti gli adolescenti rientrano in questa ipotesi C perché è l’ipotesi meno improbabile D per caso N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 14 C4 Quali conseguenze positive ha, secondo la Montalcini, un atteggiamento di fiducia verso il pros- simo? .................................................................. .................................................................. .................................................................. C5 Quali sono le incognite del problema riguardante il futuro degli adolescenti? A l’aumento della popolazione, la disoccupazione B la disoccupazione, la complessità della società C la individuale personalità dell’adolescente, le condizioni spaziali e temporali in cui egli vive D la crisi della scuola, il difficile accesso alle facoltà universitarie C6 Qual è il maggiore ostacolo alla realizzazione del principio “porgere l’altra guancia”? A la crisi dei valori B una educazione sbagliata C l’egoismo degli altri D una società competitiva e aggressiva C7 Indica quali atteggiamenti, secondo la Moltalcini siano da rigettare, quali da seguire. atteggiamenti da rigettare da condividere Ridurre il problema alle sue dimensioni più semplici Essere diffidenti, pessimisti Essere fiduciosi verso il prossimo Disinteressarsi di se stessi Avere poco interesse verso quanto succede attorno Essere attenti al futuro remoto Aspirare a una carriera solo perché assicura una buona pensione C8 Questo testo è A una voce di enciclopedia B un saggio divulgativo C uno studio scientifico D una relazione N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 15 Renato Dulbecco Clonazione e cellule staminali Alcuni di voi vorrebbero certamente sapere se attualmente è possibile clona- re anche un essere umano. In questo caso il problema diventa molto più diffi- cile e tale da suscitare, immediatamente e giustamente, molte inquietudini e molteplici questioni etiche. Per parte mia, in qualità di ricercatore scientifico, 5 quale genetista e biologo, vi risponderei, a mia volta, con una domanda: perché mai dovremmo clonare un essere umano? […] Per esempio, potremmo pensare ad una coppia che perde un figlio in un incidente. Il desiderio disperato di riaverlo potrebbe addirittura indurla a volerlo riprodurre fedelmente tramite la clonazione. 10 Bene, di fronte ad un ragionamento come questo, che configura un senti- mento ben comprensibile sul piano esistenziale, bisogna avere il coraggio di dire che questo sogno - anche se può essere ben compreso sul piano umano del dolore e del sentimento – non avrà mai alcuna possibilità di avverarsi, per- ché costituisce un desiderio completamente sbagliato e non realizzabile. Ogni 15 individuo è sempre inserito in un determinato ambiente e l’ambiente esercita un’influenza notevole sullo sviluppo del suo organismo, nonché sullo svilup- po del suo comportamento. Se ipotizzassimo di clonare questo bambino, eb- bene bisogna riconoscere, con franchezza, che questo ipotetico bambino clo- nato non sarebbe affatto uguale al precedente. […] 20 Senza poi aggiungere che attualmente per clonare un bambino ci troverem- mo di fronte anche ad un’altra difficoltà enorme: bisognerebbe compiere un’in- finità di tentativi, per esempio, dovremmo collocare queste uova in cento di- verse donne le quali dovrebbero prestarsi a portare a termine tutte queste mol- teplici gravidanze. Senza aggiungere che molte di queste donne, inevitabilmen- 25 te, abortirebbero come avviene nella clonazione degli animali. Inoltre dobbia- mo mettere in conto che sicuramente nascerebbero anche dei bambini deci- samente alterati e ammalati. Insomma: ci troviamo di fronte ad una possibilità gravata da molteplici incognite. Nonostante tutte queste enormi difficoltà di principio, vi sono però alcuni 30 scienziati – personalmente non credo però che siano grandi scienziati – che si ostinano, comunque, a sostenere che questa via deve essere approfondita e che, prima o poi, loro cloneranno veramente un essere umano.A mio avviso questa pretesa è davvero incredibile e mi sembra trovi poco ascolto. In ogni caso, pos- so assicurarvi che attualmente gli scienziati, perlomeno nella loro stragrande 35 maggioranza, non sono affatto favorevoli a queste ricerche finalizzate a clona- re l’uomo. La clonazione umana non è dunque permessa e deve essere decisamente vietata. Esiste però, forse, un’eccezione. In Inghilterra è stata infatti approvata una legge che consente quella che solitamente viene indicata come “clonazio- 40 ne terapeutica”. Questo significa che se un individuo è affetto da una determinata patologia e ha bisogno, per esempio, di una iniezione di cellule che sostituiscano le sue cel- lule ammalate, allora gli sarebbe appunto consentito di clonare se stesso, onde produrre queste cellule. In tal modo si potrebbe dunque prendere una delle cel- 45 lule del corpo di questa persona, immetterla in qualche ovocita che qualche don- na gli regala e ottenere, in tal modo, l’inizio di uno sviluppo embrionale. Sono proprio queste cellule che potrebbero essere usate per lo scopo indi- cato, per curare la patologia di cui è affetto il nostro ipotetico ammalato.Attual- N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 16 mente questa procedura medica è consentita unicamente in Inghilterra, e non 50 mi risulta che sia ammessa in nessun altro paese. Perché? Per l’evidente moti- vo che se si consente una tale procedura si consente la formazione di un ini- zio di un embrione, che poi deve essere necessariamente ucciso, onde estrar- re le cellule che servono per curare il paziente. Quando si ottiene l’uovo fecondato attraverso la fecondazione in vitro, l’uo- 55 vo si moltiplica in modo molto veloce, formando una piccola “pallina”. Nei pri- mi tre o quattro giorni ci troviamo di fronte a una sorta di pallina, però, dopo il quarto giorno, dentro questa pallina inizia a svilupparsi una cavità per cui al decimo giorno, si osserva una cisti (vale a dire una membrana con tutto uno spazio pieno di liquido in mezzo) entro la quale si individua quella che viene 60 chiamata la “massa interna”.All’interno di quest’ultima si sviluppano quelle che sono chiamate “cellule staminali”, appunto perché possono dar luogo a qualun- que cellula dell’organismo. La questione delle cellule staminali Le cellule staminali suscitano un notevole interesse perché possono essere uti- lizzate positivamente per curare quelle malattie che, in genere, sono qualifica- 65 te come malattie degenerative. Queste ultime sono gravi patologie, a causa del- le quali determinate cellule del nostro organismo muoiono e normalmente non vengono più rimpiazzate. Pensate, per esempio, ad alcune malattie del cervel- lo o del cuore o a quelle analoghe di molti altri organi. Queste sono malattie veramente terribili, per le quali, attualmente, non esiste alcuna cura efficace. 70 Ora, se noi fossimo in grado di indurre queste cellule staminali a riprodursi nella direzione di quel particolare tipo cellulare morto a causa di una determi- nata patologia, voi comprenderete che saremmo finalmente in grado di curare anche queste malattie devastanti. In tal modo, in particolare, potremmo sosti- tuire le cellule morte con tali cellule, ripristinando completamente le antiche 75 funzionalità organiche. Attualmente questa prospettiva sembra avere buone probabilità di riuscita. Naturalmente occorre ancora svolgere molto lavoro sperimentale per conse- guire questo risultato, ma, se si riuscirà ad andare in questa direzione, nel futu- ro si avranno molteplici applicazioni di questa interessante prospettiva tera- 80 peutica. In ogni caso, come capite, la questione fondamentale è sempre la seguente: come ottenere queste cellule staminali? È infatti evidente che se dobbiamo cu- rare l’uomo non possiamo prendere queste cellule staminali dal topo. Neces- sariamente dobbiamo prendere delle cellule umane. Ma come ottenerle? Dagli 85 embrioni? Ma questo è assolutamente impossibile, perché esistono ragioni etiche mol- to serie per non farlo. Per la verità, si è pensato di aver trovato la soluzione a questo dilemma, uti- lizzando colture di cellule staminali derivate da embrioni vivi congelati, cioè 90 embrioni in eccesso derivanti da fecondazioni in vitro e non utilizzati. Gli Sta- ti Uniti hanno espressamente autorizzato l’uso di queste colture e così attual- mente sessantaquattro di queste colture sono state legalmente sfruttate, anche se questo procedimento, sul piano etico, non risulta del tutto corretto, perché per ottenere le cellule questi embrioni sono stati soppressi. Più recentemente 95 si è però compiuta una scoperta assolutamente impressionante. Si è infatti sco- perto che le cellule staminali non sono presenti solo nell’embrione precoce, ma si trovano in tutti gli organi del nostro corpo. Un tempo questa affermazio- N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 17 ne sarebbe apparsa assurda e veramente impossibile. Si riteneva infatti che in un determinato organo – pensiamo, per esempio, al cervello – le cellule fosse- 100 ro arrivate a un determinato stadio finale, rispetto al quale non era previsto al- cun altro sviluppo. Si sapeva che queste cellule sviluppate morivano, ma non venivano più rimpiazzate. Si è scoperto, invece, che anche il cervello possiede delle cellule staminali e quindi che certe sue parti possono essere ricostruite. Questo rilievo vale per quasi tutti gli organi che presentano tutti, dunque, 105 delle cellule staminali. Le cellule staminali si possono pertanto utilizzare per ri- parare lesioni nell’organo stesso dal quale si estraggono. Questa costituisce sen- za dubbio una possibilità del più alto interesse che, tuttavia, presenta anche un limite evidente, perché connessa con un determinato organo. Successivamen- te ci si è però resi conto che le cellule staminali di un determinato organo pos- 110 sono anche servire per rimpiazzare le cellule di un altro organo, completamen- te diverso. Di conseguenza queste cellule staminali divengono una realtà estre- mamente importante e primaria. Da questo punto di vista, attualmente le cellule più promettenti sembra- no essere quelle del midollo osseo. Il midollo osseo possiede una miriade di 115 cellule che producono le cellule del sangue, del sistema linfatico, ecc., ma possiede anche delle cellule staminali che possono dirigersi in tutte queste differenti direzioni. Se queste cellule staminali del midollo osseo sono prese e messe in coltura, in determinate condizioni possono dar luogo a qualun- que cellula dell’organismo. Esiste inoltre un altro vantaggio non trascurabi- 120 le: queste cellule staminali non devono essere necessariamente prese dal mi- dollo osseo ma, durante un normale parto, possono essere prelevate dal cor- done ombelicale. Infatti dal cordone ombelicale fuoriesce sempre un po’ di sangue che è appunto ricco di cellule staminali del midollo osseo. Attualmen- te queste cellule vengono già usate, con ottimo profitto, per la cura di deter- 125 minate malattie genetiche del midollo spinale e si è visto che sono veramen- te curative ed efficaci. Ma il fatto che queste cellule staminali del midollo os- seo possano indirizzarsi in molteplici direzioni costituisce una possibilità del massimo interesse che modifica, in modo davvero sensibile, le nostre possi- bilità future di azione. 130 Possiamo allora affermare che con l’utilizzazione delle cellule staminali i conflitti tra scienza e società verranno finalmente eliminati? A mio parere la risposta è indubbia ed è positiva: questa scoperta ci permette di superare un ostacolo molto grave, soprattutto sul piano etico. Il conflitto tra scienza e società non poteva che essere molto forte quando si pensava, come abbia- 135 mo visto, di dover utilizzare cellule staminali ricavate direttamente dagli em- brioni umani vivi che dovevano essere soppressi. Ora, invece, questo con- flitto non ha più ragion d’essere e, per tanto, non dovrebbe più insorgere - tranne forse che in qualche caso del tutto particolare e, forse, solo con de- terminati credi religiosi - poiché secondo il metodo che ho descritto, trami- 140 te il sangue del cordone ombelicale, le cellule staminali vengono ricavate di- rettamente dal midollo osseo. Esiste inoltre un altro notevole vantaggio che non va trascurato. Quando si adoperano delle cellule staminali di un indivi- duo adulto occorre ricordare che queste cellule risultano essere identiche, dal punto di vista immunologico, alle cellule della persona che le dona. In 145 questo caso, dunque, sembrerebbe proprio risolto anche il grave problema dei rigetto. da R. Dulbecco, Scienza e Società oggi. La tentazione della paura, Bompiani, Milano 2004 (proposto nell’unità “Leggere l’attualità” 4 del volume di Narrativa, pagg. 520-523). N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 18 D1 Le parole del titolo ti fanno pensare a un argomento A letterario B sociale C scientifico D storico D2 L’autore afferma che «questo sogno [quello di clonare una persona che è venuta a mancare] non avrà mai alcuna possibilità di avverarsi» perché A è illegale e immorale B è immorale e irrealizzabile C è irrealizzabile e frutto di un desiderio sbagliato D non si posseggono le conoscenze per realizzarlo D3 La difficoltà tecnica di clonare un bambino consiste nel A reperire sostanze pressoché introvabili B utilizzare sostanze troppo costose C compiere un’infinità di tentativi D affrontare rischi di contrarre malattie D4 La pretesa di alcuni scienziati di approfondire la via della clonazione umana trova l’autore A del tutto d’accordo B del tutto in disaccordo C parzialmente favorevole D parzialmente sfavorevole D5 La “clonazione terapeutica” consiste in A un trapianto di cellule da donatore B un trapianto di tessuti da donatore C una clonazione per prevenire alcune malattie D una clonazione attuata allo scopo di guarire un malato D6 Nell’ultima parte del testo si discute soprattutto intorno A alla problematica morale e scientifica legata all’utilizzo delle cellule staminali B alle varie legislazioni riguardanti l’utilizzo delle cellule staminali C alle varie tecniche di prelievo delle cellule staminali D alle difficoltà tecniche di prelevare le cellule staminali D7 Le cellule staminali possono essere utilizzate per curare soprattutto A tumori delle ossa B malattie cardiache C malattie del sangue D malattie degenerative N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 19 D8 L’autore si dichiara contrario a ottenere cellule staminali mediante l’immissione di cellule in un ovocita perché A non consentito dalla legge B metterebbe a repentaglio la vita della persona da cui si prelevano le cellule C si darebbe luogo a un inizio di embrione, che poi deve essere ucciso D è troppo dispendioso da un punto di vista economico D9 Per ognuna delle seguenti ipotesi indica l’opinione di Dulbecco contrassegnando opportuna- mente le caselle della tabella. illecito possibile clonare un essere umano 앮 앮 clonazione terapeutica 앮 앮 utilizzazione delle cellule staminali 앮 앮 utilizzazione delle cellule staminali prelevate 앮 앮 da embrioni vivi congelati D10 Secondo Dulbecco è lecito prelevare le cellule staminali dal .................................................................. e dal .................................................................. Seconda parte: Grammatica Leggi, poi rispondi ai quesiti da E1 a E10. Enrico Menduini Il reality show Il reality show […] fa incontrare le persone come un’agenzia matrimoniale, ri- cerca parenti emigrati in altri continenti come un investigatore privato, dirime controversie condominiali come un giudice di pace, realizza desideri nascosti come uno zio miliardario, dispensa miliardi in beneficenza laicizzata (Telethon). 5 I suoi soggetti e utenti sono in genere persone semplici, di cultura e condizio- ne sociale più modeste di quelle che ambiscono a parlare in un talk show; ed ogni tanto c’è qualche celebrità, soprattutto quelle (dello spettacolo o della po- litica) che hanno come target proprio quella gente semplice. Sempre più spesso però la TV arrangia in proprio situazioni e coincidenze 10 senza curarsi per niente di quanto siano “reali”: organizza per Scherzi a parte finti arrivi di fattorini con fiori o telegrammi, con Chiambretti chiede aiuto per falsi scoop, promette premi per chi riesce a compiere le più disparate prove di abilità […]. Insomma invade e provoca, e in difetto di realtà ne crea una a sua immagine e somiglianza. da E. Menduini, I linguaggi della radio e della televisione, il Mulino, Bologna 2002 (proposto nell’unità “Legge- re l’attualità” 5 del volume di Narrativa, pag. 760). N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 20 E1 Le virgole, nella parte di testo che va da «fa incontrare le persone» a «in beneficenza laicizza- ta (Telethon)» (righi 1-4), hanno la funzione di A separare dei termini B introdurre delle pause nel testo C separare delle frasi D separare delle espressioni di più parole E2 Il termine “come”, parecchie volte ripetuto nella parte di testo che va da «fa incontrare le per- sone» a «come uno zio miliardario» (righi 1-4), introduce A il primo termine di paragone B il secondo termine di paragone C una proposizione comparativa D una proposizione modale E3 I due punti collocati dopo «di quanto siano reali» (rigo 10) hanno la funzione di introdurre A un elenco di espressioni B una spiegazione C un esempio D un elenco di frasi E4 Nel testo è usato esclusivamente il tempo verbale .................................................................. E5 Il termine “emigrati”, nell’espressione «parenti emigrati» (rigo 2) è utilizzato con funzione di A sostantivo B aggettivo C avverbio D verbo E6 Il pronome “quelle”, al rigo 5, si riferisce a .................................................................. E7 Quale delle seguenti è una parola composta? A reality show B agenzia C chiede aiuto D telegrammi E8 L’aggettivo “suoi”, al rigo 5, si riferisce a .................................................................. E9 L’espressione «di cultura e condizione sociale più modeste» (righi 5-6) ha funzione di A complemento di specificazione B complemento di qualità C secondo termine di paragone D complemento di misura N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
Prove sul modello INVALSI pagina 21 E10 Nel periodo «Sempre più spesso però la TV arrangia in proprio situazioni e coincidenze senza curarsi per niente di quanto siano “reali”: organizza per Scherzi a parte finti arrivi di fattorini con fiori o telegrammi» (righi 9-11), distingui le diverse frasi e poi collocale opportunamente nella seguente tabella. frase principale o coordinata subordinata .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... .......................................... E11 Nella frase “Carlo faceva colazione ogni mattino alle ore otto. Stavolta però una telefonata ina- spettata gli impedì di prepararsi il caffè in tempo” il tempo verbale dell’imperfetto indica una azione A ripetitiva B dubitativa C poco chiara D singolare E12 Quale funzione logico-sintattica (soggetto, predicato, vari complementi) svolgono le parole evi- denziate nelle tre frasi seguenti? a. Ai giovani piacciono i romanzi di avventura. ................................................................ b. Restituisco un libro preso in biblioteca. ................................................................ c. Sarai tu a svolgere il ruolo di centrocampista. ................................................................ E13 Individua la funzione dell’imperfetto nelle tre frasi che seguono apponendo opportunamente le crocette sui riquadri. imperfetto imperfetto imperfetto narrativo iterativo di modestia C’era, nel quartiere ebraico di Cracovia, una 앮 앮 앮 vecchia sinagoga. Senta, mi servivano dei chiodi e un martello. 앮 앮 앮 Ogni giorno si dirigeva verso una casa a sinistra 앮 앮 앮 della sua. E14 Nei periodi che seguono inserisci il connettivo adatto. a. Io lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . realizzare un progetto b. Ascoltare le sue lezioni era . . . . . . . . . . . . . . . . . . leggere un romanzo c. Ho mangiato tanto . . . . . . . . . . . . . . . . . . ho avuto una indigestione. N. Mineo C. Peligra F. Peluso P. Curatolo L. Smario | Scrittura e culture | © 2009 G. B. Palumbo Editore
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