Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler

Pagina creata da Erika Marra
 
CONTINUA A LEGGERE
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
prospettive
Mercati finanziari e congiuntura

Focus Europa:
ecco cosa muove
l’economia

                                   2/2021
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
«L’UE punta a un’Europa più
integrata per affrontare con
successo le sfide future.»
Dr. Sandro Merino, Chief Investment Officer
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
Editoriale

                      Focus Europa:
               ecco cosa muove l’economia

                                                                              Dr. Sandro Merino
                                                                              Chief Investment Officer

Care lettrici, cari lettori,

la gestione della pandemia ha messo in evidenza una serie di differenze fra le grandi aree economiche,
ossia Stati Uniti, Europa e Cina. Questo numero di «Prospettive» sarà dedicato al tema dell’Europa.
Un termine già di per sé difficile da definire: comprende tutto il continente geografico? O solo l’UE?
Russia e Turchia ne fanno parte? E perché è un argomento così spinoso per la Svizzera?

Con il mercato interno e l’introduzione dell’euro – che di recente si è dimostrato più stabile di quanto
si dica – è nata un’area economica di rilevanza globale. Svizzera e Regno Unito preferiscono mantenere
le distanze dall’UE, ma avere libero accesso a questo mercato rimane per entrambi i paesi una
priorità strategica indiscussa. Il mercato interno, però, ha anche un altro merito: quello di favorire
una maggiore interdipendenza a vari livelli fra le nazioni aderenti.

I valori fondamentali dell’Europa, come diversità, libertà e Stato di diritto, vengono difesi e rafforzati
sul Continente dalla seconda Guerra mondiale. Ora, con la Cina lanciata verso il primato di
maggiore potenza economica mondiale in quella che pare un’ascesa inarrestabile, l’Europa rischia
di finire spesso in una morsa: stretta fra gli interessi politici divergenti del paese asiatico e degli Stati
Uniti. Dovrebbe quindi porsi, nel suo stesso interesse, come mediatrice, un ruolo che di fatto si sta
già delineando.

In un mondo all’insegna della globalizzazione e della competizione tra sistemi politici, i valori
dell’Europa sono un bene prezioso. È importante promuoverli soprattutto nella concezione degli
investimenti sostenibili. Spero quindi che la nostra panoramica sull’Europa si riveli utile e istruttiva
anche per gli investitori.

Cordialmente

                                                      3
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
In questo numero
                                                             10
                                                             L’euro non è poi
                                                             così male

  6
  L’Europa nella morsa
  fra Cina e USA

                                                                         14
                                                                         Interdipendenza
                                                                         economica: l’Europa
                                                                         ha ancora margini
                                                                         di crescita

3                                                          10
Editoriale                                                 L’euro non è poi così male
                                                           Nonostante qualche critica (giustificata) alla struttura
                                                           dell’Unione monetaria europea, finora l’introduzione
6                                                          dell’euro ha dato buoni frutti.

L’Europa nella morsa fra Cina e USA
Il colosso cinese prosegue l’inarrestabile ascesa al
primato di maggiore potenza economica mondiale.
                                                           14
Per gli investitori europei gli investimenti in Cina       Interdipendenza economica: l’Europa ha ancora
nascondono opportunità e rischi non solo finanziari.       margini di crescita
                                                           L’interdipendenza economica raggiunta all’interno
                                                           dell’UE e con i paesi associati è già molto avanzata.
                                                           Per un’integrazione ancora più forte serve una
                                                           maggiore condivisione delle competenze nazionali.

                                                       4
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
22
  La Brexit e l’impatto
  politico-economico
  sull’Europa

                                                                 30
                                                                 L’Europa vista
                                                                 dagli investitori

18                                                             26
Europa: avanti tutta con la trasformazione «green»             Prezzi alle stelle nelle metropoli europee
L’Europa vuole essere il primo continente a raggiungere        Il mercato immobiliare in Europa è da sempre molto
la neutralità climatica: una missione ambiziosa ma non         gettonato. A far salire i prezzi sono il processo di
impossibile.                                                   urbanizzazione e la maggiore ricchezza degli individui.

22                                                             30
La Brexit e l’impatto politico-economico sull’Europa           L’Europa vista dagli investitori
L’uscita dall’UE è stata un cammino lungo e tortuoso,          Per qualche tempo il Vecchio Continente dovrà
con ricadute tangibili per l’Europa e il Regno Unito sul       accontentarsi di tassi di crescita del PIL in tono
fronte sia politico che economico.                             nettamente minore, ma in ogni portafoglio
                                                               bilanciato non possono mancare le azioni europee.

                                                           5
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
A cura di Peter Berger, senior investment advisor

                L’Europa
             nella morsa fra
               Cina e USA
La Cina sta per diventare la prima potenza economica al mondo superando
gli Stati Uniti. Dal punto di vista dell’Europa, le questioni di politica com-
merciale e sociale nei rapporti con i due paesi e nelle loro relazioni interne
diventeranno probabilmente sempre più importanti. Per gli investitori
europei, allocare capitali in Cina è fonte di opportunità ma anche di rischi:
individuare opportunità d’investimento interessanti non è compito facile.

                                             6
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
L’Europa nella morsa fra Cina e USA

Il vertice del G7 tenutosi a metà giugno ha messo in                       Secondo le stime del CEBR, entro il 2050 gli Stati Uniti
evidenza il «conflitto interiore» in cui versa l’Europa dal                scivolerebbero persino in terza posizione dopo l’India nella
punto di vista economico. I partner europei hanno accolto                  classifica delle economie globali. Al contempo aumenterà
con favore il programma infrastrutturale proposto dagli                    notevolmente la distanza tra chi occupa il podio (Cina,
USA come contraltare all’iniziativa cinese della «Nuova                    India e USA) e il resto del mondo. Sempre più evidente il
Via della Seta», ma alcuni paesi come Germania e Italia                    distacco dell’Europa: se lo scorso anno la «Top 10» com-
sono apparsi un po’ meno entusiasti rispetto, ad esempio,                  prendeva quattro paesi europei (Germania, Gran Bretagna,
alla Gran Bretagna. Motivo: i due Stati non vogliono com-                  Francia e Italia), stando a una previsione di PwC solo
promettere la propria solida collaborazione economica                      Germania e Gran Bretagna saranno ancora in classifica
con Pechino. Reazioni piuttosto tiepide sono giunte anche                  nel 2030. E dal 2050 resterà solo la Germania.
da altri paesi europei – il che è comprensibile, dato che nel
2020 la Cina ha soffiato agli USA il ruolo di principale                   Tornando alla Cina: nonostante il conflitto commerciale
partner commerciale dell’Unione europea. Ad ogni modo,                     latente con gli USA, nel novembre 2020 ha stipulato il più
l’alternativa d’investimento al progetto multimiliardario                  grande accordo di libero scambio al mondo con 14 Stati
della «Nuova Via della Seta» è un’iniziativa di grande rilievo             della regione Asia-Pacifico. La Repubblica popolare ha
con cui il governo statunitense sta cercando di frenare la                 approfittato del vuoto lasciato dagli Stati Uniti in seguito
crescita economica cinese.                                                 al loro ritiro dal Trattato transatlantico sul commercio e
                                                                           gli investimenti tra USA ed Europa (TTIP), per volere
Cina economicamente sempre più forte …                                     dell’Amministrazione Trump. Il nuovo partenariato eco­
Di fatto, l’ascesa della Cina al primato di maggiore potenza               nomico nella regione Asia-Pacifico (RCEP) comprende
economica mondiale sembra inarrestabile. Ad esempio                        2,2 miliardi di persone e circa un terzo della performance
l’istituto britannico Centre for Economics and Business                    economica globale. Il progetto prevede anche il progres-
Research (CEBR) prevede che il sorpasso sugli Stati Uniti                  sivo potenziamento dei programmi di investimento in
avverrà nel 2028. Entro il 2050 l’economia cinese dovrebbe                 corso dal 2006 in Africa nel settore delle materie prime
staccare quella a stelle e strisce di un 50 % (a parità di                 (petrolio, gas, minerali) e per l’assistenza militare e allo
potere d’acquisto, cfr. fig. 1).                                           sviluppo.

Fig. 1: Come cambierà la classifica delle maggiori economie mondiali*

		                       2020		2030		2050
Pos.                     Paese            PIL Paese            PIL Paese                                                           PIL
 1                       USA           20,932 Cina          36,112 Cina                                                         61,079
 2                       Cina          14,722 USA           25,451 India                                                        42,205
 3                       Giappone       5,048 India         17,138 USA                                                          41,384
 4                       Germania       3,803 Giappone       6,006 Indonesia                                                    12,210
 5                       Gran Bretagna  2,710 Indonesia      5,486 Brasile                                                       9,164
 6                       India          2,708 Brasile        4,996 Messico                                                       8,014
 7                       Francia        2,996 Russia         4,854 Giappone                                                      7,914
 8                       Italia         1,884 Germania       4,590 Russia                                                        7,575
 9                       Canada         1,643 Messico        3,985 Nigeria                                                       7,345
10                       Corea del Sud  1,630 Gran Bretagna  3,586 Germania                                                      6,338

Fonte: FMI, PwC; * stime del PIL in migliaia di miliardi di USD (a parità di potere d’acquisto)

                                                                       7
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
L’Europa nella morsa fra Cina e USA

Oltre ai suddetti fattori economici, anche diversi elementi              Nel 2020 la Cina è diventata
strutturali fanno credere che la Cina spodesterà gli Stati
Uniti diventando la prima superpotenza economica mon-                         il principale partner
diale entro il 2050. Ad esempio, la Repubblica popolare ha
avviato un ampio processo di modernizzazione che do-
                                                                             commerciale dell’UE.
vrebbe assicurarle, da qui al 2035, un prodotto interno
lordo pro capite in linea con quello di un «paese sviluppato        Oltre a una marcata crescita economica, in Cina è in atto
medio». Per questo intende promuovere tecnologie chiave             anche un rafforzamento politico. E qui nascono i problemi
e diventare uno dei paesi più innovativi al mondo. Inoltre          per il regime comunista: perché oltre a tensioni di politica
Pechino vuole tutelarsi maggiormente dalle sanzioni,                interna con vari gruppi etnici (tibetani, uiguri, kazaki,
puntando in particolare sul rafforzamento dell’economia             tatari, kirghizi, mongoli, zhuang), Pechino ha una serie di
interna mediante una strategia a «doppio ciclo»: grazie a           controversie (di confine) aperte con vari paesi – dalla linea
un mercato interno più robusto, l’economia interna ed               aggressiva nei confronti di Taiwan al conflitto latente con
esterna dovrebbero stimolarsi a vicenda. Riforme struttu-           il Giappone per un arcipelago disabitato, fino alle tensioni
rali e innovazioni tecnologiche nei settori Big Data, intel-        con il Vietnam e le Filippine. Resta da chiarire anche la
ligenza artificiale e integrazione di Internet dovrebbero           frontiera con l’India. Inoltre c’è una certa opposizione
migliorare e ampliare l’offerta e far crescere la domanda.          politica in alcuni paesi africani dove la Cina impone condi-
Anche l’innalzamento del livello salariale, l’espansione del        zioni di credito irremovibili, poco trasparenti e unilaterali
settore dei servizi e la crescita del ceto medio dovrebbero         per i suoi finanziamenti. Anche la recente disputa con
contribuire ad alimentare la domanda interna. Un altro              l’Australia (che non intende cofinanziare la Nuova Via della
elemento fondamentale in Cina per le innovazioni nei                Seta) dimostra l’intransigenza del governo cinese persino
settori comunicazione, trasporti ed energia sono le spese           nei confronti di importanti partner commerciali. Tutti
per la difesa, mentre un’altra area in crescita riguarda gli        questi conflitti possono potenzialmente limitare il ruolo
investimenti per la ricerca e le domande di brevetto.               del renminbi.

… mentre l’egemonia economica degli USA perde colpi                 L’Europa deve e intende puntare su coesistenza
La lotta di potere tra Cina e Stati Uniti avviata da Donald         e cooperazione
Trump prosegue anche con il suo successore, seppure con             Nel 2020 la Cina è diventata il principale partner commer-
toni diversi. Nemmeno Joe Biden vuole cedere al colosso             ciale dell’UE. La forte crescita cinese e il fatto che l’Europa,
asiatico lo scettro di prima potenza economica mondiale.            stretta com’è fra USA e Cina, si trovi «tra l’incudine e il
Ma anche le stesse previsioni di crescita formulate dal             martello» sollevano una serie di interrogativi: che posizione
Congresso parlano chiaro: la supremazia economica degli             deve assumere il Vecchio Continente tra i due contendenti?
Stati Uniti sul resto del mondo avrebbe al massimo 15               Dovrebbe formare un polo contrapposto alla Cina, insieme
anni di vita. Ad ogni modo, grazie ai punti di forza in molti       agli Stati Uniti e ai paesi alleati? E le cose si complicano
settori (mercati finanziari, tecnologia, scienza, ambito            quando entrano in campo temi di politica sociale ed eco-
militare e/o relazioni esterne), gli USA potrebbero ricoprire       nomica, come le questioni legate ai diritti umani e alle
una posizione dominante ancora a lungo nonostante tutte             minoranze, la libertà di espressione, il furto di proprietà
le profezie di sventura. Lo stesso vale per la funzione del         intellettuale o l’accesso reciproco ai mercati dei capitali.
dollaro come valuta di riserva mondiale. Secondo i dati             Su questi fronti sarà difficile costruire le relazioni. Perché
del Fondo monetario internazionale, il biglietto verde è la         il conflitto tra USA, Europa e Cina non è solo una disputa
moneta maggiormente detenuta come riserva valutaria                 commerciale, ma uno scontro secolare fra due sistemi con-
e alla fine del primo trimestre 2021 costituiva il 59 % circa       trapposti. Al nostro continente, che versa in condizioni di
delle riserve globali. Al contempo il greenback è ritenuto la       dipendenza economica, non resta che imboccare la via del
divisa più stabile e liquida per il commercio internazionale.       pragmatismo per non inimicarsi i due partner commerciali
Considerando le tensioni politiche con la Cina e all’interno        né dover sacrificare i valori e gli standard che lo contrad-
del paese asiatico, difficilmente il renminbi potrà rimpiaz-        distinguono.
zare la moneta d’oltreoceano in questo ruolo.

                                                                8
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
L’Europa nella morsa fra Cina e USA

Investitori: come orientarsi con la Cina                             correlazione statistica tra la crescita economica di un
Anche gli investitori non possono evitare considerazioni             paese e i rendimenti azionari delle aziende locali. Inoltre,
morali quando c’è di mezzo la Cina. Ad esempio: posso                in Cina la crescita deriva principalmente da società non
permettermi, in coscienza, di investire in un sistema auto-          quotate in borsa, mentre negli Stati Uniti è ascrivibile in
ritario che non garantisce la libertà di opinione politica e         gran parte a grandi gruppi quotati. Un altro problema
i diritti umani fondamentali? Ma anche: visti i mutamenti            riguarda la trasparenza delle aziende cinesi un po’ su tutti
economici in atto, dovrei aumentare la ponderazione degli            i fronti: rendicontazione finanziaria, relazioni d’affari,
investimenti nella regione cinese in futuro? A tal proposito         sviluppo sostenibile. Senza contare che, in caso di danni,
è importante ragionare in termini di rischio-rendimento.             l’indipendenza della giustizia cinese non sarebbe affatto
La previsione secondo cui il gigante asiatico, nei prossimi          garantita. Consigliamo quindi a tutti gli investitori di
anni, rimpiazzerà gli USA anche come migliore regione in             valutare attentamente e ponderare in base alla propria
cui investire va presa con le pinze. Non esiste, infatti, una        situazione i pro e i contro di un investimento in Cina. ■

Quando c’è di mezzo la Cina, nelle loro decisioni gli
investitori non possono evitare di porsi domande sui
propri valori, come democrazia, libertà e diritti umani.

                                                                 9
Prospettive - Focus Europa: ecco cosa muove l'economia - Mercati finanziari e congiuntura - Bank Cler
L’euro non è poi così male

          10
A cura del Dr. Stefan Kunzmann, responsabile Investment Research

                               L’euro non
                             è poi così male
              La moneta comune attirava aspre critiche – soprattutto da parte
              di esperti tedeschi – già prima della sua introduzione. Una volta in
              circolazione, a partire dal 1° gennaio 1999, è stata messa alla prova
              più e più volte. Ma nonostante qualche critica (giustificata) alla
              struttura dell’Unione monetaria europea, finora l’introduzione
              dell’euro ha dato buoni frutti. La fiducia nella valuta e nella politica
              monetaria della Banca centrale europea (BCE) si riflette in un’elevata
              stabilità dei prezzi e basse aspettative di inflazione.

Ricordate come si viaggiava in Europa negli anni ‘90? Per             la moneta unica ha richiesto qualche compromesso. Il Trat-
girare il Vecchio Continente dovevamo procurarci le valute            tato di Maastricht e i criteri di indebitamento, così come la
locali dei paesi che andavamo a visitare e spesso, al rientro,        scelta di Francoforte come sede della BCE, erano conces-
i portafogli pullulavano di monetine e banconote avanzate:            sioni alla Germania con il suo orientamento alla stabilità,
lire italiane, franchi francesi, pesetas spagnole, fiorini            mentre abolendo il marco tedesco e ridimensionando l’im-
olandesi, marchi tedeschi... I prezzi di hotel e campeggi nei         portanza della Bundesbank i paesi dell’Europa meridionale
vari paesi non erano sempre facili da confrontare e i cambi           volevano ridurre la parziale egemonia tedesca in ambito
oscillavano in modo improvviso e imprevedibile, facendo               di politica monetaria e fiscale.
salire o scendere i costi della vacanza. Per non parlare
delle commissioni sull’acquisto e la vendita di valuta estera         Oggi, a più di 20 anni dall’introduzione, l’euro è ormai un
agli uffici di cambio o in banca. Tutto questo valeva per             tassello imprescindibile nell’assetto monetario globale. Nel
noi cittadini in vacanza ma anche, su più vasta scala, per            «nuovo ordine» mondiale che si va delineando, con Cina e
le imprese. La moneta unica (come pure l’Unione europea)              Stati Uniti come poli centrali nei rapporti di potere inter-
ha ridotto drasticamente incertezze, rischi e costi, stimo-           nazionali, per i singoli paesi (anche europei) sarà sempre
lato enormemente l’attività economica in Europa e offerto             più difficile affermarsi e far valere i propri interessi in
grande sostegno alla crescita del prodotto interno lordo              caso di conflitto con i due giganti. In questo contesto una
delle varie nazioni.                                                  valuta forte, accettata a livello internazionale e diffusa
                                                                      su scala globale è un fattore geostrategico cruciale che
Ma a parte questi aspetti economici, per i decisori dell’epo-         può sostenere i paesi dell’Unione monetaria in caso di
ca l’euro era soprattutto un’importante pietra miliare su             controversie politiche e offrire importanti possibilità di
cui costruire l’ulteriore integrazione politica ed economica          finanziamento alle imprese all’interno dell’area valutaria.
in Europa. E come sempre avviene in democrazia, anche

                                                                 11
L’euro non è poi così male

A nostro avviso le principali sfide per l’euro e la BCE non            Fig. 2: Nuova marcata espansione dei bilanci delle
provengono tanto da fattori economici e geostrategici,                 banche centrali a seguito della crisi del coronavirus*
quanto piuttosto dal fronte politico. Qualche tempo fa, ad             160
esempio, in Italia aveva destato preoccupazione la posi-
                                                                       140
zione sempre più influente dei populisti che strizzavano
                                                                       120
l’occhio all’uscita dall’Eurozona. La prossima prova del
                                                                       100
fuoco sarà nel 2022, con le elezioni presidenziali in Francia
che vedranno Marine Le Pen contro un Emmanuel Macron                    80
– almeno per ora – un po’ a corto di consensi. Per contra-              60
stare i populisti è importante che la moneta unica europea              40
sia sostenuta da misure fiscali comuni nei paesi dell’UE,               20
come il pacchetto di aiuti comunitario. Non contano tanto                0
i meccanismi concreti – e forse non sempre impeccabili –
                                                                         01/00      01/04       01/08        01/12          01/16     01/20
quanto piuttosto i segnali di solidarietà e la capacità di
azione comune.                                                           BNS (Svizzera)                BoJ (Giappone)          BCE (Eurozona)
                                                                         BoE (Regno Unito)             Fed (USA)
Dando uno sguardo alla storia, si può dire che la moneta
unica abbia soddisfatto grandi aspettative. Di certo,                  Fonte: Banca Cler, Bloomberg; * dati in % del PIL
durante le ultime crisi la BCE e l’euro si sono dimostrati
elementi importanti per la stabilità e l’integrazione; inoltre,
in determinate circostanze la Banca centrale europea può               Facendo un passo ancora più indietro nella storia, la BCE
rivestire la funzione di «prestatore di ultima istanza» per            e l’euro, come pure il Sistema monetario europeo che li ha
gli Stati. Se poi gli strumenti di politica monetaria attual-          preceduti (SME), hanno favorito un grande progresso: la
mente impiegati dalla BCE riflettano scrupolosamente i                 convergenza dei tassi d’inflazione verso l’elevata stabilità
dettami degli economisti orientati alla stabilità o se i vari          dei prezzi in Germania (fig. 3). Questa stabilità ha per-
programmi di acquisto di obbligazioni somiglino piuttosto              messo di ridurre i costi di finanziamento, rafforzare la
a finanziamenti indiretti dei bilanci pubblici, è una que­-            funzione del prezzo come indicatore di situazioni di
s­tione che solleva pareri discordanti. Ma non è un argomen-           scarsità e ridurre il grado di incertezza nelle decisioni
to valido per screditare l’euro rispetto ad altre importanti           d’investimento.
valute: perché anche la Banca centrale statunitense, la
Bank of England, la Bank of Japan e la BNS hanno adot-
tato misure decisamente poco convenzionali e ampliato                  Fig. 3: L’Europa ha raggiunto un’elevata stabilità
notevolmente i rispettivi bilanci (fig. 2) a causa della crisi         dei prezzi*
finanziaria e della pandemia da Covid-19.                               35
                                                                        30
                                                                        25
                                                                        20
                                                                        15
                                                                        10
                                                                         5
                                                                         0
                                                                        -5

                                                                         12/69     12/78      12/87       12/96        12/05           12/20

                                                                         Spagna              Francia               Italia           Germania

                                                                       Fonte: Banca Cler, Bloomberg, OCSE; * tassi d'inflazione in Europa
                                                                       dal 1970 in %

                                                                  12
L’euro non è poi così male

Nell’ultimo ventennio la BCE ha saputo consolidare la fi-
ducia nei confronti del suo ruolo istituzionale. Dal canto
nostro crediamo che continuerà a mantenerla, nonostante
le misure non convenzionali utilizzate per contrastare la
crisi (o magari proprio grazie a esse). Confidiamo quindi
nella sopravvivenza dell’euro e in una progressiva ulteriore
                                                                         Cosa significa
integrazione dell’Europa. Su questo fronte la pandemia                   per gli investimenti?
da Covid-19 ha funto da catalizzatore: prima della crisi del
coronavirus, misure come il pacchetto di aiuti comunitario               Considerando la fiducia di cui gode la BCE, crediamo
e l’assunzione comune dei debiti non sarebbero state                     che nei prossimi anni i livelli dei prezzi nell’Eurozona
concepibili in questa forma. In ogni caso resta ancora                   rimarranno stabili e i rendimenti obbligazionari
parecchio da fare per i paesi dell’Eurozona se non si vuole              inferiori alle medie storiche. Buone notizie per i debi-
mettere a rischio il progetto della moneta unica e l’UE                  tori, ma per gli investitori sinonimo di uno «stato di
nel suo insieme. I dibattiti sull’euro ci terranno quindi com-           emergenza» negli investimenti a reddito fisso, sia in
pagnia anche in futuro, portando a tratti scompiglio sui                 euro che in franchi svizzeri. Al momento la BNS non
mercati finanziari. ■                                                    sembra volersi discostare a breve dalla politica mone-
                                                                         taria della BCE, col rischio di un forte apprezzamento
                                                                         del franco che ciò comporterebbe. Peraltro non ce
                                                                         n’è motivo, dato che anche la BNS ha a che fare con
                                                                         un’elevata stabilità dei prezzi (previsioni di consenso
                                                                         sull’inflazione formulate a fine giugno per il 2022:
                                                                         0,5 %). I livelli attualmente un po’ più alti dell’inflazione
                                                                         sono imputabili soprattutto a effetti di base e processi
                                                                         di adeguamento dovuti alla crisi del coronavirus, e
                                                                         dovrebbero avere piuttosto natura temporanea. Ciò
                                                                         significa che gli investitori devono continuare a diversi­
                                                                         ficare e, a seconda dell’obiettivo fissato, contemplare
                                                                         nelle loro decisioni d’investimento anche asset rischiosi
A nostro avviso, le principali sfide per l’euro e la BCE non
                                                                         come le azioni. In un contesto di elevata stabilità dei
provengono tanto da fattori economici e geostrategici,                   prezzi e politica monetaria espansiva, le obbligazioni
quanto piuttosto dal fronte politico (nell'immagine:                     rimarranno poco appetibili ancora per qualche tempo.
Christine Lagarde, presidente della BCE).

                                                                  13
A cura di Brigitta Lehr, analista finanziaria

                     Interdipendenza
                        economica:
                   l’Europa ha ancora
                    margini di crescita
        Una trentina di anni fa la nascita del mercato interno dell’UE ha dato
        nuovo slancio al processo di integrazione europeo, avviato dopo la Seconda
        guerra mondiale per garantire la pace, la stabilità e la prosperità in Europa.
        Il mercato unico si fonda sui quattro princìpi fondamentali della libera
        circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Insieme all’abolizione delle
        barriere non tariffarie – come l’armonizzazione e il riconoscimento reciproco
        delle norme tecniche o la soppressione dei controlli fisici alle frontiere –
        le misure contribuiscono ad aumentare la concorrenza e i livelli di prosperità,
        produttività e innovazione.

L’interdipendenza economica raggiunta all’interno dell’UE             ha una quota bassissima di residenti stranieri (valore
e con i paesi associati è già molto avanzata. Lo dimostrano           sull’asse X: 0,8 %), di cui solo l’11 % proviene dall’UE (valore
gli indicatori che riproducono i quattro pilastri del mercato         sull’asse Y). La situazione si spiega, fra l’altro, con la forte
interno mettendo a confronto, da un lato, il volume com-              disparità di reddito e la conseguente fuga verso l’Occidente.
plessivo di interazioni con l’estero e, dall’altro, la perfor-        Viceversa, in Gran Bretagna la quota dell’UE per quanto
mance economica e le popolazioni nazionali, e misurando               riguarda la libera circolazione delle persone è superiore
poi la quota di pertinenza dell’UE (figure da 4A a 4D).               alla media (valore sull’asse Y: 60 %). Quanto alla circola-
                                                                      zione di merci e capitali, sebbene i britannici abbiano una
Interdipendenza internazionale con marcate differenze,                forte interdipendenza con l’Unione europea in termini
ma grande importanza dell’Europa                                      assoluti, si rileva invece una minore integrazione del Regno
La nostra analisi (dati al 2019, blocco UE-28 incl. Regno             Unito con l’UE. Per questo motivo, per la Brexit Londra
Unito) evidenzia che le singole economie presentano                   dovrebbe sostenere costi relativamente più contenuti
talvolta forti divergenze a livello di interdipendenza con            rispetto a quanto accadrebbe ad altri paesi nel caso di
l’estero nelle quattro categorie in esame. Ad ogni modo,              un’uscita dall’UE.
la quota di interazioni con l’UE per quanto riguarda gli
scambi di beni e servizi e gli investimenti diretti esteri è          Sul fronte dell’interdipendenza in termini di capitali, spic-
quasi sempre superiore al 50 % e testimonia la grande                 cano i quattro paesi di maggior richiamo in virtù dei
importanza del mercato interno. Più contrastata, invece,              rispettivi sistemi normativi e fiscali: Lussemburgo, Malta,
la situazione della libera circolazione delle persone.                Irlanda e Cipro; anche il volume di servizi è superiore alla
                                                                      media, grazie alla loro industria finanziaria. La scarsa
In particolare nei paesi UE dell’Europa dell’Est, la presenza         interdipendenza con l’estero in termini di capitali in gran
di altri cittadini dell’Unione è generalmente piuttosto               parte dei paesi dell’Est Europa indica invece potenziale di
ridotta, come mostra la figura 4A. Ad esempio, la Polonia             sviluppo per i mercati dei capitali locali.

                                                                 14
Interdipendenza economica: l’Europa ha ancora margini di crescita

                              15
Interdipendenza economica: l’Europa ha ancora margini di crescita

A farla da padrone nel mercato interno è la circolazione              Se vuole avere un ruolo di primo piano nel mondo,
delle merci. Il volume degli scambi commerciali tra i paesi           l’Europa deve affrontare grandi sfide
partecipanti in rapporto al PIL si attesta in media intorno           Da tempo il Vecchio Continente ha iniziato a perdere il suo
al 70 % e supera ampiamente la quota di creazione di                  smalto, complici i cambiamenti demografici, il rafforza-
valore dei settori industria e agricoltura. L’elevata quota           mento economico e la crescente capacità innovativa di
dei paesi partner dell’UE negli scambi commerciali testi-             altre regioni, prima fra tutte la Cina. Già oggi solo tre dei
monia l’enorme attrattiva e il buon funzionamento del                 quattro paesi europei compresi nel G7 rientrano effettiva-
mercato interno.                                                      mente nel club delle prime sette nazioni al mondo in
                                                                      termini di capacità economica. Ma per consolidare il
Restano invece sottoutilizzate le possibilità di integra-             suo peso politico-economico, l’UE deve necessariamente
zione relative alla circolazione dei servizi – tranne che nei         puntare a una maggiore integrazione.
paesi in cui il settore dei servizi finanziari è dominante: in
questi casi il segmento offre un contributo straordinario             Per un’integrazione ancora più forte serve una maggiore
alla creazione di valore globale, con una media di oltre il           condivisione delle competenze nazionali, nonché la rinun-
70 %. Gli scambi nel settore dei servizi, penalizzati in              cia a determinate specificità locali – come appunto nel
alcuni ambiti dalla necessità di presenza fisica e dalle bar-         settore dei servizi. Il processo di integrazione è un’impresa
riere linguistiche, rappresentano in genere una modesta               tutt’altro che semplice e tanto più complicata quanto
quota del 30 % sul totale dei volumi commerciali. Esiste              più numerosi sono i soggetti coinvolti e i relativi interessi
però un notevole potenziale di integrazione e crescita a              individuali. Come dimostra il dilemma della Svizzera, che
partire dai livelli attuali. Ad esempio, date le specificità          ha respinto la richiesta dell’UE di un accordo quadro per
locali, raramente i servizi di consulenza giuridica e fiscale,        l’estensione del trattato bilaterale attualmente in vigore,
o in ambito di ingegneria o architettura vengono resi su              complesso, rigido e frammentato. L’Unione intrattiene
base transfrontaliera, mentre in altre sfere quali manage-            svariate relazioni con paesi terzi, dai trattati di libero
ment, ricerca e sviluppo, pubblicità e ricerche di mercato            scambio e unione doganale agli accordi di partecipazione
non vi sono limiti di alcun tipo.                                     al mercato comune. Il suo obiettivo è strutturare le rela-
                                                                      zioni in modo da garantire una certa capacità di adeguarsi
                                                                      all’evolvere delle circostanze. Inoltre mira a evitare
  Finora gli scambi di servizi sono                                   divergenze interpretative dovute a circostanze complesse
rimasti inferiori al potenziale. Una                                  istituendo norme in materia di arbitrato e a garantire
                                                                      un rapporto equilibrato fra diritti e doveri nell’accesso al
maggiore integrazione favorirebbe                                     mercato interno. Questi aspetti sono molto importanti
                                                                      anche nei rapporti interni all’UE.
     concorrenza e prosperità.
                                                                      Spesso, purtroppo, la necessità di agire e scendere a com-
Vista la natura frammentaria dei mercati dei servizi eu-              promessi si avverte solo in situazioni di emergenza o su
ropei e il conseguente minore livello di concorrenza, negli           pressioni esterne. Anche il processo di integrazione che ha
ultimi 20 anni il settore dei servizi in Europa è cresciuto           reso la Svizzera uno Stato federale è stato impervio, ma
solo della metà rispetto a quanto avvenuto negli USA. Tra             alla fine si è concluso con successo, e questo dovrebbe far
le aziende che di recente hanno conquistato un posto fra              ben sperare per l’UE. Magari senza scontri militari come
i «top player» mondiali sul mercato azionario non c’è nem-            la guerra del Sonderbund che ha preceduto l’accordo sulla
meno un nome europeo: Apple, Microsoft, Amazon, Face-                 Costituzione federale della Confederazione del 1848...
book, Google, Taiwan Semiconductor, Tesla, Tencent, Ali-              Si spera che il cammino verso un’Europa più integrata ci
baba – tutti fortemente orientati alla tecnologia, dove               risparmi simili scenari. ■
evidentemente l’Europa è poco brillante.

                                                                 16
Interdipendenza economica: l’Europa ha ancora margini di crescita

Figure da 4A a 4D: Le quattro libertà fondamentali del mercato interno dell’UE
Apertura generale delle economie verso l’estero (asse X) e quota UE (asse Y)
A – Libera circolazione delle persone                                                          B – Interdipendenza in termini di capitali
Quota UE-28 sulla popolazione straniera                                                        Quota UE-28 sugli investimenti diretti esteri
90 %                                                                                           100 %
                                 ISL                                                                       CZE
                                                                                   LUX
80 %                                                                                            90 % LTU                                    BEL
                                                                                                                  EST
              SVK                                                                                        SVK
                                 IRL                                                            80 %       POL
70 %                                                                                                                PRT
                                                                                                           LVA              FIN
                               BEL                   CHE
                                                                                                70 %       ROU             DEU
60 %                         NOR                                                                                   AUT                                        MLT
                           GBR                                                                                              FRA SWE                           LUX
                                                                                                60 %    GRC ITA          NOR
50 %                  NLD               AUT                                                               BGR            ESP   DNK                             IRL
               CZE DNK                                                                          50 %         SVN                                               CHE
                                 DEU
40 %                                                                                                                                                          NLD
        HUN         FIN     ESP
                                                                                                40 %
         PRT               SWE                                                                                               GBR
30 %           FRA        ITA
              HRV         GRC
                                                                                                30 %
                                                                                                                             HUN
20 %
                                                                                                20 %
           LTU        SVN
           BGR                                                                                                                                                CYP
10 %      POL                          EST                                                      10 %

 0%                                LVA                                                           0%
       0%            10 %               20 %            30 %        40 %           50 %            0%                      100 %                  200 %         300 %

       Apertura: quota di stranieri in % della popolazione complessiva                         Apertura: investimenti diretti dall'estero/all'estero in % del PIL

C – Scambi di merci                                                                            D – Scambi di servizi
Quota UE-28 sugli scambi di merci                                                              Quota UE-28 sugli scambi di servizi
90 %                                                                                           90 %

85 %                                                                                                        ROU
                     LUX
                                                                             SVK                               SVK
                                                                                               80 %              SVN
80 %                                                                CZE                                           AUT
                                                                    HUN                                  POL         BEL
                PRT        ROU                                                                                   HUN
                              AUT POL
75 %                                              EST
                                                                                                                     EST
                          HRV                                                                  70 %            PRT                                                  LUX
                                       NOR     LVA                                                      CZE                                         MLT
                                                                                                                   LTU
70 %                                                                                                     BGR     LVA
                                                                           BEL                        ESP         HRV
               FIN                                                                                             NOR
                    DNK                                               SVN                                       FIN
65 %    FRA                                    BGR
                                                                                               60 %    ITA       SWE NLD
                     SWE                                   LTU
                                                                                                          FRA
                ESP      DEU                                                                                  DEU
60 %    ISL
                CYP                                                 NLD                                     ISL
                ITA                                                                                                CHE
                                                                                               50 %          DNK
55 %           GRC                CHE
                                                                                                                              CYP
                           IRL                                                                                   GRC
50 %                                                                                                         GBR
          GBR                                                                                  40 %
45 %
                                                                                                                                      IRL

40 %                                                                                           30 %
       0%                         90 %                      140 %                190 %                0%                   100 %                  200 %         300 %

       Apertura: esportazioni e importazioni di merci in % del PIL                                    Apertura: esportazioni e importazioni di servizi in % del PIL

  Paesi membri UE con adesione prima del 1995                                                    Paesi associati
  Paesi membri UE con adesione dal 2004                                                          GBR – uscita dall'UE

Codici paesi ISO e anno di adesione all’UE: AUT Austria (1995), BEL Belgio (1958), BGR Bulgaria (2007), CHE Svizzera, CYP Cipro (2004),
CZE Repubblica ceca (2004), DEU Germania (1958), DNK Danimarca (1973), ESP Spagna (1986), EST Estonia (2004), FIN Finlandia (1995),
FRA Francia (1958), GBR Regno Unito (1973), GRC Grecia (1981), HRV Croazia (2013), HUN Ungheria (2004), IRL Irlanda (1973),
ISL Islanda, ITA Italia (1958), LTU Lituania (2004), LUX Lussemburgo (1958), LVA Lettonia (2004), MLT Malta (2004), NLD Paesi Bassi (1958),
NOR Norvegia, POL Polonia (2004), PRT Portogallo (1986), ROU Romania (2007), SVK Slovacchia (2004), SVN Slovenia (2004),
SWE Svezia (1995)

Fonte: Banca Cler/Eurostat 2019 o dati più recenti disponibili; scambio di merci Norvegia: WITS 2018; scambi di servizi Svizzera: OCSE 2018

                                                                                          17
A cura di Nicolas Hefti e Daniel Breitenstein, analisti finanziari

 Europa: avanti tutta
con la trasformazione
        «green»
L’Europa vuole essere il primo continente a raggiungere la neutralità
climatica: una missione ambiziosa ma non impossibile. Molto si
è mosso dall’Accordo sul clima di Parigi e il ritmo si fa più serrato.
Le disposizioni che entrano in vigore quest’anno o il prossimo
coinvolgono anche il settore finanziario, un tassello forse decisivo
nel suo ruolo di «lubrificante dell’economia».

                                            18
Europa: avanti tutta con la trasformazione «green»

La prima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite si è                  intorno al 45,5 % (fig. 5), ben oltre la soglia del 35 % fissata
tenuta a Berlino nel lontano 1995. Ma solo nel 2015 con                 per l’anno in questione. Nel 2000 la quota delle energie
l’Accordo sul clima di Parigi nasce una convenzione multi-              rinnovabili era un misero 6,3 %.
laterale giuridicamente vincolante su vasta scala, che
mira a limitare il riscaldamento globale medio a meno di                Anche l’intervallo di valori da rispettare entro il 2025
2 °C. Nel 2018 la relazione speciale dell’Intergovernmental             nel quadro del potenziamento delle energie rinnovabili
Panel on Climate Change chiarisce le conseguenze di un                  (40-45 %) è già stato raggiunto nel 2019. All’inizio di
riscaldamento globale di 1,5 °C. E almeno dall’estate di                quest’anno è entrata in vigore la nuova legge tedesca
quell’anno, con la siccità in Europa e le manifestazioni                sulle energie rinnovabili (EEG 2021), che prevede piani di
degli attivisti per il clima, il fatto che il cambiamento               espansione anche più ambiziosi rispetto al programma
climatico sia una minaccia seria sembra universalmente                  per la protezione del clima 2030. Una novità riguarda la
riconosciuto. Ma il tempo stringe: secondo l’ultimo rap-                percentuale di energie rinnovabili sul consumo lordo di
porto della World Meteorological Organisation, il riscal-               elettricità da raggiungere entro il 2030, fissata al 65 %.
damento del globo ha già raggiunto 1,2 °C.                              Un obiettivo a lungo termine stabilisce che tutta l’energia
                                                                        elettrica prodotta e consumata in Germania sia neutrale
                                                                        in termini di gas serra entro il 2050. Per conseguire questi
             Ci vorrebbe una                                            obiettivi servono capacità non indifferenti. La Germania
           «mano invisibile verde».                                     conta soprattutto su tre pilastri: energia eolica terrestre,
                                                                        energia fotovoltaica ed energia eolica offshore, che rap-
Per una trasformazione «green» serve consapevolezza da                  presentano già il 70 % e oltre della produzione lorda di
parte della gente e della politica, ma anche un quadro                  energia da fonti rinnovabili. Nell’ultimo decennio si sono
normativo efficace che spinga l’economia privata a ope-                 registrati tassi di crescita medi annui a due cifre (rispetti-
rare in linea con gli obiettivi climatici. In questo contesto           vamente 10,45 %, 15,74 % e 65,60 %). Per l’eolica terrestre
si è iniziato a parlare di «mano invisibile verde», mutuando            la nuova soglia obiettivo prevede una potenza installata
il concetto da Adam Smith. Con il «Green Deal», un piano                di 71 Gigawatt (GW); per l’energia solare si punta a 100
d’azione lanciato nel 2019 a favore di un’economia soste-               GW, mentre per l’eolica offshore l’obiettivo di espansione
nibile, l’Europa vuole essere il primo continente a raggiun-            è stato portato da 15 GW di potenza installata a 20 GW
gere la neutralità climatica.                                           entro il 2030 e 40 GW entro il 2040.

La Germania cambia marcia nella transizione energetica                    1
                                                                              Per «consumo lordo di elettricità» si intende la quantità totale di
Il progetto è ambizioso ma realizzabile. Ad esempio, la                       energia elettrica consumata in un certo paese. L’aggettivo «lordo»
Germania sta accelerando sul fronte della transizione                         indica che il dato comprende anche l’energia che non raggiunge
                                                                              la presa elettrica del consumatore finale perché viene dispersa,
energetica e ha già raggiunto in anticipo alcuni valori                       ad es. durante il trasporto.
obiettivo. Nel 2020 la percentuale di energia da fonti                        https://www.bmwi-energiewende.de/EWD/Redaktion/
rinnovabili sul consumo lordo di elettricità1 si è attestata                  Newsletter/2016/01/Meldung/direkt-erklaert.html

Fig. 5: Cresce la percentuale delle energie rinnovabili sul consumo lordo di elettricità in Germania
50 %
45 %                                                                                                                                   45,5 %
                                                                                                                             41,9 %
40 %                                                                                                               37,8 %
35 %                                                                                                     36,1 %
                                                                                     31,6 %    31,6 %
30 %                                                                   27,3 %
25 %                                               23,5 %    25,2 %
20 %                           17,1 %    20,4 %

15 %       15,3 %     16,4 %

10 %
 5%
 0%

            2008      2009      2010      2011      2012      2013      2014          2015      2016      2017      2018      2019      2020*

  Energia idraulica                Energia eolica offshore            Biomassa
  Energia eolica terrestre         Energia fotovoltaica               Geotermia

Fonte: Banca Cler, Ministero tedesco dell’economia e dell’energia (BMWi); * stima

                                                                     19
Europa: avanti tutta con la trasformazione «green»

Si rafforzano anche le misure per promuovere l’efficienza              Appello al settore finanziario per accelerare
energetica, in particolare con la «strategia di efficienza             la trasformazione «green»
energetica 2050» del governo tedesco: si mira ad esempio               Per raggiungere la neutralità climatica è importante coin-
a ridurre del 30 % il consumo di energia primaria rispetto             volgere gli investitori. Finora questi ultimi faticavano a
al 2008. Solo per i programmi a favore dell’efficienza, l’at-          valutare oggettivamente se e quanto un prodotto finan-
tuale pianificazione finanziaria stanzia in media 6,3 mia.             ziario fosse sostenibile. Mancava una definizione univoca
di EUR l’anno di fondi pubblici tra il 2021 e il 2024. Anche           di «sostenibilità» e anche la trasparenza necessaria. I rego-
l’introduzione di un prezzo sulle emissioni (c.d. «carbon              lamenti che entrano gradualmente in vigore a partire da
pricing») dovrebbe incentivare l’efficienza energetica nei             quest’anno nell’ambito del «Green Deal» pongono rimedio
settori trasporti e riscaldamento. Tutti i proventi derivanti          a queste carenze:
dal commercio dei diritti di emissione relativi a combustibili
sono impiegati per la protezione del clima (incentivi per              • il regolamento sulla tassonomia stabilisce un sistema
l’acquisto di veicoli elettrici o il risanamento energetico              di classificazione delle attività sostenibili;
degli edifici, ecc.), gli sgravi alle attività economiche e la
compensazione sociale.                                                 • il regolamento «Sustainable Finance Disclosure
                                                                         Regulation» disciplina gli obblighi di informativa sulla
Un progetto chiave per il successo della transizione ener-               sostenibilità nell’ambito dei prodotti finanziari.
getica è l’ampliamento / la ristrutturazione dell’infrastrut-
tura di rete. Le reti di distribuzione servono a trasportare           L’obiettivo è utilizzare i flussi di investimento del settore
l’elettricità all’interno delle regioni e oggi sono confrontate        finanziario per favorire le aziende impegnate in attività
con esigenze sempre più complesse. Ad esempio l’aumento                sostenibili. La Svizzera è più o meno sulla stessa strada:
della quantità di elettricità immessa in rete: oltre il 90 %           la FINMA ha modificato le sue circolari «Pubblicazione –
della potenza installata negli impianti di energie rinnova-            banche» e «Pubblicazione – assicurazioni» per concretiz-
bili è collegato alla rete di distribuzione e sempre più con-          zare gli obblighi di trasparenza relativi ai rischi climatici,
sumatori sono al contempo anche produttori. Ma poiché                  e probabilmente seguiranno ulteriori inasprimenti. Passi
le reti non sono predisposte per ricevere simili portate di            importanti che promettono di cambiare stabilmente le
energia, servono investimenti per farvi fronte. Nel processo           regole del gioco. Anche l’industria degli investimenti
di modernizzazione delle reti è fondamentale l’impiego                 in Europa si è messa in marcia: i fornitori di fondi d’inve-
di tecnologie digitali. Per poter gestire le problematiche             stimento hanno iniziato a dare un orientamento più
descritte, le reti convenzionali devono diventare «intelli-            sostenibile anche a portafogli non esplicitamente gestiti
genti», ossia convertirsi in «smart grid» dotate di tecnologie         secondo questi criteri. È un primo assaggio di come le
di comunicazione, controllo e comando nonché compo-                    nuove regole possano favorire i flussi di capitali nell’ottica
nenti informatici. Potranno così connettersi in modo in-               della «trasformazione verde». In passato, investire in chiave
telligente fra loro e alle infrastrutture di produzione e              sostenibile significava spesso cercare di non sottoperfor-
consumo di energia elettrica.                                          mare il mercato. Da oggi, scegliere investimenti sostenibili
                                                                       dovrebbe invece rivelarsi un vantaggio a medio-lungo
                                                                       termine. ■

                                                                         Investire responsabilmente
                                                                         e beneficiare di opportunità
                                                                         di rendimento?
                                                                         Desiderate combinare entrambi gli
                                                                         aspetti? Per maggiori informazioni:
                                                                         cler.ch/it/info/investire-in-chiave-
                                                                         sostenibile

                                                                  20
Europa: avanti tutta con la trasformazione «green»

Un progetto chiave per il successo della transizione energetica
è l’ampliamento / la ristrutturazione dell’infrastruttura di rete,
e questo vale anche per la Svizzera. L’anno scorso sul Passo
San Gottardo è stato inaugurato il più grande parco eolico
della regione alpina.

                                                                     21
A cura di Bernd Weeber, portfolio manager

               La Brexit e l’impatto
                politico-economico
                    sull’Europa
             Il 31 gennaio 2020 si è concluso il percorso di uscita del Regno
             Unito dall’Unione europea. È stato un cammino lungo e tortuoso,
             che ha lasciato segni tangibili sia in Europa che in Gran Bretagna.
             Le conseguenze, oltre al piano economico, coinvolgono anche gli
             sviluppi politici nel Vecchio Continente.

Nel mese di gennaio 2013 l’allora primo ministro britannico        la carica Boris Johnson, ex ministro britannico per gli af-
David Cameron annunciò un referendum sulla permanenza              fari esteri, che puntò tutto sull’uscita del Regno Unito –
del Regno Unito nell’Unione europea. Si era visto costretto        all’occorrenza anche senza accordo con l’UE («hard
a indirlo per contrastare i membri antieuropeisti del suo          Brexit»). Il pomo della discordia fra le parti in causa era
partito conservatore e gli euroscettici del Partito per l’indi­    soprattutto il cosiddetto «backstop»: un meccanismo che
pendenza del Regno Unito (UKIP), ma non si aspettava               avrebbe dovuto impedire la reintroduzione dei controlli
che, il 23 giugno 2016, una maggioranza del 51,9 % dei             alle frontiere tra la Repubblica d’Irlanda (in quanto mem-
cittadini britannici avrebbe votato a favore dell’uscita.          bro dell’UE) e l’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito)
Cameron si dimise il giorno seguente, lasciando il posto a         dopo la Brexit. Finalmente, nel gennaio 2020, sia il Parla-
Theresa May. Anche lei lasciò poi l’incarico nel marzo 2019        mento britannico che quello europeo ratificarono l’accor-
dopo le innumerevoli bocciature in Parlamento del suo              do e il 31 gennaio 2020 il Regno Unito uscì dall’Unione
progetto di accordo per la Brexit. Nel luglio 2019 assunse         europea dopo 47 anni.

                                                              22
La Brexit e l’impatto politico-economico sull’Europa

                       23
La Brexit e l’impatto politico-economico sull’Europa

La fase di transizione dopo la Brexit                                   Gli sviluppi politici dopo la Brexit
Da febbraio 2020 al 31 dicembre dello stesso anno Londra                Dopo una pace durata 23 anni grazie all’Accordo del
ha dovuto continuare a seguire le regole dell’UE in quella              Venerdì Santo stipulato il 10 aprile 1998 tra la Repubblica
che è stata una fase di transizione. Il rischio di «hard Brexit»        d’Irlanda, la Gran Bretagna e i partiti dell’Irlanda del Nord,
non era ancora scongiurato. I negoziati sui punti in sospeso            ora si temono nuove violenze. Nella primavera di quest’an-
tra le parti – sebbene l’accordo sull’uscita fosse già stato            no ci sono state giornate di disordini con oltre 70 poliziotti
ratificato – si sono rivelati estremamente difficili e nel              feriti e un autobus dirottato e dato alle fiamme. Questi
mese di dicembre 2020 restavano da sciogliere tre nodi:                 atti di violenza vengono imputati al cosiddetto «Protocollo
concorrenza leale, dazi punitivi e pesca. Il giorno della               dell’Irlanda del Nord» (alias «backstop»): una componente
vigilia di Natale l’Unione europea e la Gran Bretagna                   dell’accordo sulla Brexit che mira a evitare i controlli alla
hanno raggiunto l’intesa su un accordo di libero scambio,               frontiera terrestre tra la Repubblica d’Irlanda (in quanto
archiviando così l’ipotesi di una «hard Brexit disordinata».            membro dell’UE) e l’Irlanda del Nord, la quale pertanto
Il 27 aprile 2021, dopo averlo esaminato per mesi, il                   continua di fatto a far parte del mercato interno dell’U-
Parlamento europeo ha approvato l’accordo commerciale,                  nione europea. In contropartita, l’accordo sulla Brexit ha
che mira in particolare a garantire gli scambi tra il Regno             introdotto barriere al commercio tra l’Irlanda del Nord e
Unito e l’UE ed evitare l’imposizione di dazi.                          le altre aree del Regno Unito. Ora però i partiti unionisti
                                                                        a Belfast temono che questi sviluppi possano avvicinare
Le ricadute della Brexit sull’economia                                  l’Irlanda del Nord alla Repubblica d’Irlanda, cosa che a
L’impatto dell’interminabile braccio di ferro non ha tardato            lungo andare potrebbe persino portare alla riunificazione
a farsi sentire: già a metà dicembre 2020 c’era caos alle               irlandese. Le tensioni nel paese hanno anche indotto il capo
frontiere, con lunghe code di mezzi pesanti a Dover. Molte              del governo nordirlandese Arlene Foster ad annunciare, a
aziende britanniche non erano pronte per le nuove forma-                fine aprile, le dimissioni da leader del Partito Unionista
lità doganali e gli ulteriori adempimenti burocratici da                Democratico (Democratic Unionist Party, DUP) e primo
sbrigare. Stando ai dati Eurostat – l’Ufficio statistico                ministro della provincia britannica dell’Irlanda del Nord.
dell’Unione europea – a gennaio e febbraio di quest’anno
le esportazioni dell’UE verso la Gran Bretagna sono dimi-               Un altro importante sviluppo politico post-Brexit riguarda
nuite del 20,2 % attestandosi a 39,8 miliardi di euro, mentre           la possibile indipendenza della Scozia. Già nel 2014 si era
quelle del Regno Unito verso l’UE hanno subìto addirittura              svolto un referendum in cui la maggioranza dei cittadini
un crollo del 47 % a 16,6 miliardi di euro. Secondo l’Insti-            scozzesi aveva votato per rimanere nel Regno Unito.
tute for the World Economy di Kiel, il tonfo dovrebbe ri-               Ma il dibattito sull’indipendenza non si è mai fermato ed
sultare meno accentuato nei mesi seguenti. Ma restano                   è stata soprattutto la decisione della Gran Bretagna di
dubbi sul fatto che i volumi delle attività commerciali                 uscire dall’UE, nel 2016, a far chiedere a gran voce una
possano tornare ai livelli pre-Brexit a breve. Molte società            nuova votazione popolare (tanto più che, nel referendum
britanniche hanno riorganizzato le catene di fornitura e                sull’Unione europea, circa il 62 % degli scozzesi era a
molte piccole imprese locali hanno cessato totalmente le                favore del «remain»). A premere in questa direzione sono
attività con l’Unione europea. In Irlanda del Nord, all’inizio          il Partito Nazionale Scozzese (Scottish National Party,
dell’anno le mutate circostanze hanno persino comportato                SNP) e il Partito Verde Scozzese. Dopo la vittoria eletto-
carenze nelle forniture alimentari.                                     rale del suo partito nel mese di maggio, la premier della
                                                                        Scozia e leader dell’SNP Nicola Sturgeon ha dichiarato di

                                                                   24
La Brexit e l’impatto politico-economico sull’Europa

voler indire un nuovo referendum sull’indipendenza. Ma
non sarà semplice, dato che serve anche il consenso del
governo britannico e Boris Johnson ha già annunciato che
non approverà una nuova votazione. In tal caso potrebbe
essere chiamata a decidere la Corte suprema del Regno
Unito. Resta da vedere se Nicola Sturgeon riuscirà a im-
porre la volontà del suo partito e mettere in campo un
nuovo referendum. Nei sondaggi sull’indipendenza della
Scozia dal Regno Unito, al momento favorevoli e contrari
sono grossomodo in parità.

Le ricadute sull’Unione europea
Con l’uscita della Gran Bretagna, l’Unione europea perde
un paese membro importante. Nel 2019 il Regno Unito
è stato il secondo contribuente netto al bilancio UE con
circa 6,8 miliardi di euro, preceduto dalla Germania
con ca. 14,3 miliardi. Nei prossimi anni i restanti 27 Stati
membri dovranno colmare questa lacuna finanziaria.
Chiaramente aumenterà soprattutto il contributo netto
della Germania. Anche sul piano politico l’Unione si trova
ad affrontare questioni spinose. Ad esempio, dovrebbe
trattare con prudenza il nodo dell’indipendenza scozzese:
è un conflitto di politica interna in cui non deve lasciarsi
invischiare. Lo svolgimento o meno di un secondo referen-
dum va concordato fra il governo scozzese e quello bri-
tannico o all’occorrenza deciso in sede giudiziaria. Dal
punto di vista dell’UE è importante che l’eventuale con-
sultazione si svolga conformemente ai princìpi costituzio-
nali e che, se reclamata dal popolo, l’indipendenza sia
dichiarata con il consenso del governo britannico. Diversa-
mente potrebbero scatenarsi movimenti separatisti come
in Spagna (Catalogna): prospettiva assai poco desidera-
bile per l’Europa. ■
                                                                    Brexit: dal 31 gennaio 2020 l'Unione europea e la Gran
                                                                    Bretagna percorrono strade separate (nell'immagine il primo
                                                                    ministro britannico Boris Johnson e la cancelliera tedesca
                                                                    Angela Merkel).

                                                               25
A cura del Dr. Rolf Wetzer, analista finanziario, e Corina Hennig, senior investment advisor

Prezzi alle stelle nelle
 metropoli europee
       Il mercato immobiliare in Europa è da sempre molto
       gettonato. Da anni la domanda sale più dell’offerta,
       complici il processo di urbanizzazione e la maggiore
       ricchezza degli individui. Gli investitori possono
       partecipare a questa tendenza investendo in fondi.

                                            26
Prezzi alle stelle nelle metropoli europee

«Chi vuole fare un buon investimento oggi deve puntare                                                                                                   Prezzi alimentati da fuga dalle campagne e maggiore
sul mattone»: lo diceva già il magnate statunitense dell’ac-                                                                                             ricchezza degli individui
ciaio Andrew Carnegie (1835-1919) oltre 150 anni fa. Già                                                                                                 A parte Milano, negli ultimi anni i prezzi di acquisto nelle
allora il mercato immobiliare era caro. Oggi le regioni con                                                                                              metropoli sono costantemente cresciuti raggiungendo
prezzi in forte crescita e immobili salatissimi si definiscono                                                                                           talvolta cifre stellari. In un confronto a livello europeo, un
«hotspot»: angoli del pianeta molto ambiti perché econo-                                                                                                 metro quadrato a Monaco di Baviera costa il 40 % in meno
micamente floridi, ricchi di vita sociale o importanti centri                                                                                            rispetto a Parigi. Su scala nazionale, centri come Londra e
politici o culturali. In Europa sono per lo più le capitali, ma                                                                                          Parigi hanno prezzi tripli o quadrupli rispetto a città come
anche metropoli come Monaco di Baviera, Amsterdam o                                                                                                      Manchester o Lione. La situazione deriva da un mutamento
Zurigo (fig. 6). Ad ogni modo, anche le città più care in                                                                                                strutturale di lungo periodo, ossia la fuga dalla campagna
Europa sono ancora ben lontane dai livelli di New York,                                                                                                  che imperversa in tutta Europa. I centri urbani attirano
Tokyo o Hong Kong.                                                                                                                                       sempre più persone. In Svizzera il grado di urbanizzazione
                                                                                                                                                         è molto elevato rispetto alla media europea (fig. 7).

Fig. 6: Enormi differenze di prezzo per le abitazioni nelle                                                                                                  Fig. 7: Grado di urbanizzazione disomogeneo
metropoli europee*                                                                                                                                           in Europa

16 000                                                                                                                                                       120 %

                                                                                                                                                             100 %
12 000

                                                                                                                                                                                                                                                                      98 %
                                                                                                                                                              80 %
                                                                                                                                                                                                                                                        92 %
                                                                                                                                                                                                                                             85 %
                                                                                                                                                                                                                             84 %
                                                                                                                                                                                                          81 %

                                                                                                                                                                                                                   81 %
                                                                                                                                                                                               77 %
                                                                                                                                                                                        75 %

 8 000                                                                                                                                                        60 %
                                                                                                                                                                               71 %
                                                                                                                                                                     59 %

                                                                                                                                                              40 %
 4 000
                                                                                                                                                              20 %

     0                                                                                                                                                         0%
                                                                                                                                     Parigi

                                                                                                                                                                               Italia

                                                                                                                                                                                        UE

                                                                                                                                                                                               Germania

                                                                                                                                                                                                                   Francia

                                                                                                                                                                                                                                                        Paesi Bassi
         Milano

                  Vienna

                           Berlino

                                     Amburgo

                                               Amsterdam

                                                           Francoforte

                                                                         Berna
                                                                                 Oslo

                                                                                        Monaco di Bav.

                                                                                                         Basilea

                                                                                                                   Londra
                                                                                                                            Zurigo

                                                                                                                                              Ginevra

                                                                                                                                                                     Austria

                                                                                                                                                                                                          Spagna

                                                                                                                                                                                                                             Gran Bretagna

                                                                                                                                                                                                                                             Svizzera

                                                                                                                                                                                                                                                                      Belgio

Fonte: Banca Cler, Deloitte, Realadvisor; * in franchi al m2                                                                                                 Fonte: Banca Cler, Worldbank, Ufficio federale di statistica

                                                                                                                                                        27
Prezzi alle stelle nelle metropoli europee

La domanda sostenuta fa lievitare i prezzi per vari motivi.            altri, come l’Austria, impongono un divieto di secondo
Ad esempio nelle città mancano migliaia di abitazioni per              domicilio, così da tenere a distanza gli investitori esteri.
soddisfare una richiesta che continua a crescere. Vero è che,          La Svizzera, con la Lex Koller, proibisce l’acquisto di immo-
negli ultimi trimestri, la crisi del coronavirus ha trasformato        bili residenziali agli stranieri senza permesso di dimora.
pendolari e cittadini in «nomadi digitali», ma bisognerà               Inoltre, ogni paese genera offerta con l’edilizia popolare.
attendere per capire se il nuovo mondo del lavoro all’insegna
dell’home office andrà a rallentare o persino invertire                La regolamentazione è l’arte di creare situazioni vantag-
l’afflusso verso i centri urbani. Un altro fattore che spinge          giose per tutti. Le famiglie dovrebbero trovare alloggi a
i prezzi al rialzo è la maggiore ricchezza degli individui:            prezzi accessibili, i costruttori privati dovrebbero essere
posti ben remunerati e finanziamenti a basso costo per-                incentivati a investire. La Svizzera sembra esserci riuscita:
mettono a un crescente numero di persone di realizzare il              oltre due terzi dei cittadini (il tasso più elevato in Europa)
sogno di una casa di proprietà.                                        vivono in affitto, spendendo in media per l’abitazione e
                                                                       l’energia solo il 20 % dei redditi disponibili delle economie
L’offerta cresce troppo lentamente nonostante                          domestiche. I tedeschi sborsano qualcosa come il 40 %. In
gli interventi pubblici                                                ogni caso, nemmeno gli interventi pubblici hanno evitato
La creazione dell’offerta necessaria è un processo molto               l’aumento dei prezzi in Europa e in Svizzera. Ad esempio,
lento. Bisogna designare nuove aree o densificare quelle               alla fine dello scorso millennio Parigi era la città più cara
esistenti. In Europa il numero di nuove abitazioni varia da            del continente ma anche la più regolamentata; eppure,
460 000 in Francia a 3000 in Lettonia. La Svizzera si col-             abitarci oggi costa quattro volte tanto.
loca a metà strada a quota 12 000. Le nuove costruzioni
in Francia equivalgono a una città grande come Tolosa, in              In Svizzera il tasso di abitazioni di proprietà più basso
Svizzera a un centro delle dimensioni di Zugo.                         in Europa
                                                                       Molte persone in Svizzera sognano una «casetta tutta
Anche i permessi di costruzione sono in aumento, ma nes-               per sé», ma i prezzi sono salati e la quota di abitazioni di
suna nazione riesce a edificare gli scarsi terreni disponibili         proprietà – circa un terzo del totale – è tra le più basse
allo stesso ritmo con cui cresce il fabbisogno. Da qui il              d’Europa. Per fare un confronto, in Germania a possedere
problema della carenza degli alloggi, un’annosa questione              casa è il 42 % della popolazione; Gran Bretagna e Francia
nel dibattito politico di tutti i paesi europei che spesso li          si piazzano oltre il 66 %, mentre in testa troviamo la
spinge a intervenire nel mercato immobiliare per garantire             Romania con il 96 %. Ma c’è una buona notizia: malgrado
la pace sociale. Austria, Spagna, Francia e Paesi Bassi                i prezzi nella Confederazione crescano da 25 anni, sono
regolamentano i canoni di locazione, mentre in Germania                comunque più bassi – in rapporto al reddito – rispetto ai
è da poco fallito per ragioni formali il tentativo di raffor-          paesi limitrofi. Ad esempio, per potersi permettere un
zare le disposizioni sulla protezione dei locatari secondo il          appartamento di proprietà, un’economia domestica
modello di Berlino. In Svizzera le pigioni sono ancorate da            svizzera deve lavorare circa 8 anni e mezzo, una tedesca
30 anni all’andamento dei tassi d’interesse, il che compor-            più di 9, una austriaca oltre 10 e una francese addirittura
ta il singolare effetto per cui se aumentano i tassi possono           13. Secondo uno studio di Raiffeisen, in tutto il «vicinato»
salire anche gli affitti. Per stabilizzare i prezzi d’acquisto,        sono gli svizzeri a risparmiare di più se scelgono di passare
Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi vincolano ad esempio                da un’abitazione in affitto a una di proprietà.
la possibilità di comprare un immobile al luogo di domicilio;

                                                                  28
Puoi anche leggere