Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione

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Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
Progettazione e Modelli della
Qualità della Vita
24.09.2021
Seconda Lezione
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
MOTIVAZIONI SCIENTIFICHE
dalla normativa ai quadri
epistemologici
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
LA “NUOVA” NORMATIVA
● Decreto 66/2017
  Norme per la promozione dell'inclusione scolastica
  degli studenti con disabilità «decreto inclusione»
● Decreto 96/2019
  Disposizioni integrative e correttive al decreto
  legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante: “Norme
  per la promozione dell'inclusione scolastica degli
  studenti con disabilità”
● Nota n. 40 del 13 gennaio 2021 [sentenza n.
9795/2021 del 14/09/2021, TAR Lazio]
  Adozione del modello nazionale di piano educativo
  individualizzato e delle correlate linee guida
  Adozione del modello nazionale di piano
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
Che cosa è successo oggi alla scuola:
aggiornamenti nel linguaggio

PEI

                        GLI

                  GLO
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
Decreto 66 del 2017
 Norme per la promozione dell'inclusione
   scolastica degli studenti con disabilità
                      «decreto inclusione»
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
Cosa cambia rispetto al passato?...
       1.       SCUOLA INCLUSIVA (art. 1, comma 1):
       a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde
            ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche
            finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto del diritto
            all'autodeterminazione e all'accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore
            qualità di vita;
       b) la definizione e la condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri
            soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio.

            -    Attenzione ai loro diversi
                 bisogni educativi speciali

                                   -    diritto
                                        all’autodeterminazione
                                        (Del Bianco, 2019)
                                                                                -   migliorare la Qualità
                                                                                    della Vita (Giaconi,
                                                                                    2015; 2020)

                                                                                             -   realizzazione di Progetti
                                                                                                       di Vita in rete
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2. PEI parte integrante del PROGETTO INDIVIDUALE (art. 2, comma 2)

                                                 LEGGE QUADRO
                                                 SERVIZI SOCIALI
                                                 n.328/2000

                  PROGETTO INDIVIDUALE

                           PROGETTO
                           EDUCATIVO
                           INDIVIDUALIZZATO
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3. Nuovo processo di elaborazione del PEI e delle sue componenti.

PRIMA:
redatto sulla base della Diagnosi Funzionale e del
Profilo dinamico-funzionale
   “il profilo indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali
   ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di
   apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le
   possibilità di recupero, sia le capacità possedute”

ORA:
redatto sul Profilo di funzionamento (D. Lgs. 66/17, art. 5, commi 3 e 4, e art. 7, comm

    «i   criteri   del    modello      bio-psico-sociale    della
    Classificazione Internazionale del Funzionamento, della
    Disabilità e della Salute (ICF) adottata dall'Organizzazione
    Mondiale della Sanità (OMS), »
Progettazione e Modelli della Qualità della Vita - 24.09.2021 Seconda Lezione
4. Vengono istituiti:

-   Osservatorio Permanente per l’inclusione scolastica
-   il Gruppo di lavoro interistituzionale regionale (GLIR);
-   i Gruppi per l’inclusione territoriale (GIT);
-   Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI);
-   Gruppo di Lavoro Operativo (GLO)
                                                             LIVELLI DI INCLUSIONE: dalle
                                                                politiche alle pratiche
                                        Osservatorio
      MIUR         Livello nazionale
                                                             POLITICHE ISTITUZIONALI
                                        permanente

                                                                 POLITICHE
      USR       Livello Regionale            GLIR      GIT
                                                                 SCOLASTICHE

                                                                      PRATICHE
                     Livello
      SCUOLA                           GLI             GLO
                     locale
AZIONI STRATEGICHE A LIVELLO DI                AZIONI STRATEGICHE A LIVELLO
SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA                 TERRITORIALE
PAI = Piano Annuale per l’Inclusività          CTI = Centri Territoriali per l’Inclusione
GLI = Gruppo di Lavoro per l’Inclusione
(sostituisce il GLHI art. 9, D.Lsg 66/2017)
GLO = Gruppo di Lavoro Operativo               CTS = Centro Territoriale di Supporto
(sostituisce il GLHO) compito di redigere il
PEI e indicare una proposta di
quantificazione delle ore di sostegno
Azioni di monitoraggio e valutazione del       SCUOLA POLO per l’INCLUSIONE
grado di inclusività della scuola
5. PIANO PER L’INCLUSIONE: documento programmatico-attuativo
della scuola in materia di inclusione

                         P(a)I
       Piano per l’Inclusione (parte del PTOF):

       lettura del grado di inclusività della scuola
       •

                   obiettivi di miglioramento
                   •

           ipotesi globale di utilizzo funzionale delle
           •

                        risorse specifiche
Decreto 96 del 2019
Disposizioni integrative e correttive al
decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66,
recante: «Norme per la promozione
dell'inclusione scolastica degli studenti con
disabilità
                        È in vigore dal 12 settembre 2019
Decreto 96 del 2019: luci e ombre

Estensione dell’adozione dei criteri
1.

dell’ICF anche all’accertamento
della condizione di disabilità
(certificazione)
Decreto 96 del 2019: luci e ombre
      2. Il Piano Educativo Individualizzato è ora definito univocamente
      come “facente parte del progetto individuale”.

                               Sostegni
                                nucleo
                               familiare

                                            PROGETTO
                                           INDIVIDUALE

-  AZIONE DI RETE:
VERSO UN SISTEMA
   PIU’ INTEGRATO
   DEI SERVIZI
Decreto 96 del 2019: luci e ombre
2 a. Precisazione dei partecipanti alla stesura dei documenti
per l’Inclusione (D.Lgs 96/2019, art. 4, Modifica all’art. 5 del
D.Lgs 66/2017, c. 3).

Commissione per redazione del Profilo di Funzionamento da parte di:

   3o4
                            GENITORI                       DIRIGENTE
   PROFESSIONISTI
                                         MASSIMA           SCOLASTICO/DOCE
   (Neuropsichiatra/
                                         PARTECIPAZIONE    NTE DI SOSTEGNO
   terapisti della
                                         DELL’ALUNNO
   riabilitazione/assiste
   nte sociale)
Decreto 96 del 2019: luci e ombre
    3. Precisazioni funzioni GLO e struttura del PEI:

                            D.Lgs 96/2019
                            «Gruppo di lavoro operativo per
                            l'inclusione»

                                                         D.Lgs 96/2019
                                                         Nel PEI vanno esplicitate:
D. Lgs 66/2017                                           modalità di sostegno didattico;
                                                         -

Il PEI tiene conto di:                                   numero di ore di sostegno;
                                         integrato con
                                                         -

condizione di disabilità in età
-                                                        modalità di verifica;
                                                         -

evolutiva [legge 104/1992];                              criteri di valutazione;
                                                         -

Profilo di funzionamento (facilitatori
-
                                                         interventi di inclusione;
                                                         -

e barriere) secondo la prospettiva                       valutazione e programmazione
                                                         -

bio-psico-sociale (ICF, OMS, 2001)                       individualizzata;
                                                         interventi di assistenza igienica e di base;
                                                         -

                                                         risorse professionali per l'assistenza,
                                                         -

                                                         l'autonomia e la comunicazione.
Decreto 66/2017 e Decreto 96/2019
     SINTESI DELLE NOVITA’ INTRODOTTE:

                                                             PEI come parte
     Profilo di               Osservatorio permanente,       integrante del
  funzionamento                  il Gruppo di lavoro
                             interistituzionale regionale    Progetto di Vita
                                        (GLIR);
                              i Gruppi per l’inclusione
                                  territoriale (GIT);
 Autodeterminazione e                                       MODELLO
                                Gruppo di lavoro per
    ‘accomodamento                                          NAZIONALE PEI
   ragionevole’, nella           l’inclusione (GLI);
prospettiva della migliore   Gruppo di Lavoro Operativo
      Qualità di Vita                  (GLO)
IL BILANCIO SCIENTIFICO
►   ICF COME BASE RICONOSCIUTA PER IL PROFILO DI FUNZIONAMENTO
►   COMPARE L’ASPETTO LONGITUDINALE: PENSARE ALL’ALUNNO CON
    DISABILITà NEL CORSO DELLA VITA (Giaconi, 2015,2020)
►   COMPARE L’AUTODETERMINAZIONE NEI PROGETTI EDUCATIVI E
    DIDATTICI
►   SI VALORIZZA IL GLO (chi conosce il ragazzo)
►   COMPARE LA SOSTENIBILITA’: progetti e percorsi didattici
    sostenibili
►   VALUTAZIONE DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA DI UN ISTITUTO

PUNTI CRITICI
►   Formazione dell’insegnante specializzato
►   Passare dalle Teorie/Leggi alle Pratiche
►   Didattica Inclusiva Sostenibile
Nota n. 40 del 13 gennaio
2021
 Adozione del modello nazionale di piano educativo
 individualizzato e delle correlate linee guida

       Sentenza n. 9795/2021 del 14/09/2021, TAR Lazio.
Cosa individua il decreto:

                 MODELLO
                NAZIONALE
                 Vestibulum congue

                    DI PEI

                                 MODALITA’ DI
LINEE GUIDA                     ASSEGNAZIONE
 Vestibulum congue              Vestibulum congue
                                 DELLE MISURE
                                  DI SOSTEGNO
MODELLO NAZIONALE DI PEI

                1.   Prevede una sezione dedicata al raccordo
                     tra PROFILO DI FUNZIONAMENTO e PEI

                2. Prevede una sezione dedicata al raccordo

Formulazione    tra PEI e PROGETTO INDIVIDUALE

                3. Prevede una sezione di osservazione e
del nuovo Pei   progettazione secondo il linguaggio ICF

                4. Prevede una sezione dedicata al progetto
                di inclusione e utilizzo delle risorse
MODELLO NAZIONALE DI PEI

       1. PROFILO DI
    FUNZIONAMENTO e PEI
I GLO devono prendere visione del          PROFILO    DI
FUNZIONAMENTO e fornire una SINTESI.

Evidenziare le informazioni relative alle dimensioni che
necessitano di progettazione e di interventi specifici.
MODELLO NAZIONALE DI PEI

   1. PROFILO DI
FUNZIONAMENTO e PEI
MODELLO NAZIONALE DI PEI

        2. PEI E PROGETTO
           INDIVIDUALE
Nel PEI dovranno essere esplicitate indicazioni
relative al raccordo tra il PEI e il Progetto
Individuale

                al fine di garantire

  “lo sviluppo della persona e la sua piena
      partecipazione alla vita sociale”
MODELLO NAZIONALE DI PEI

2. PEI E PROGETTO
   INDIVIDUALE
MODELLO NAZIONALE DI PEI

QUALITA’ DELLA VITA

                          Progetto
                         Individuale
MODELLO NAZIONALE DI PEI

          3. OSSERVAZIONE E
      PROGETTAZIONE SECONDO IL
           LINGUAGGIO ICF
OSSERVAZIONE     PROGETTAZIONE
  SISTEMATICA      CHE TENGA                AMBIENTE DI
 CONDOTTA SU        CONTO DI                APPRENDIMENTO
FACILITATORI E   FACILITATORI E             INCLUSIVO
    BARRIERE        BARRIERE
MODELLO NAZIONALE DI PEI

4. PROGETTO DI INCLUSIONE
E’ un prospetto riepilogativo, ovvero una sezione
specifica del PEI che è volta ad organizzare le
strategie per l’inclusione e la definizione e
l’utilizzo delle risorse;
MODELLO NAZIONALE DI PEI

4. PROGETTO DI INCLUSIONE
Il nuovo linguaggio International
Classification of Functioning (OMS,
                                      2001             2007
2001;2007)
https://www.youtube.com/watch?v=w8
kWVxES0SA                                    C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
La prospettiva bio-psico-sociale
 ► PERSONA e le dimensioni del     FUNZIONAMENTO
   UMANO:
 Fisico, psicologico e sociale
                                 SEMPRE
 ►Negli AMBIENTI DI VITA

                                      C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
IL MODELLO DI
             FUNZIONAMENTO SECONDO
                      L’ICF
                                    Condizioni di salute
                               (disturbo/malattia/dotazione
                                         biologica)

Funzioni e strutture                      Attività                     Partecipazione
     corporee                          (limitazione)                    (restrizione)
  (menomazione)

                 Fattori Ambientali                Fattori Personali
              Politiche; servizi;
              tecnologie, ecc.
                                                                 C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
ESERCITAZIONE

                                    Condizioni di salute
                          (disturbo/malattia/dotazione biologica)
                                                                                                       OGNI VOLTA
                                                                                                         CHE NOI
                                                                                                         AGIAMO
                                                                                                       ADOTTIAMO
                                                                                                        UNA LINEA
 Funzioni e strutture                         Attività                     Partecipazione            INTERPRETATIV
      corporee                             (limitazione)                    (restrizione)                   A
   (menomazione)

                   Fattori Ambientali                  Fattori Personali
               Politiche; servizi; tecnologie,
               ecc.

                                                                            C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
CASO 1
         ►   Antonio è un bambino con disabilità motoria, che frequenta la terza elementare.
             Antonio riesce a spostarsi solo se spinto da un operatore o da un’altra persona.
             Antonio non socializza spesso, soprattutto durante la pausa merenda e nei momenti
             ricreativi non partecipa ai giochi che gli altri bambini fanno.
         Quali sono le letture che possono essere fatte di questa performance così
         descritta?

C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
CASO 2
► Matteo vive da poco in una struttura residenziale. Fino ad un anno
  fa frequentava un centro diurno per persone con disabilità
  complessa. Matteo poteva scegliere di partecipare alle attività che
  si svolgevano nel centro diurno insieme agli altri, di stendersi sul
  suo divano (appositamente inserito nella struttura su suggerimento
  dei genitori di Matteo) o di andare nella stanza sensoriale. Matteo,
  era abituato ad andare via per ultimo dal centro e a rimanere da
  solo con l’operatore dalle 17.00 alle 19.00.
► Matteo, nel corso del tempo, ha cambiato carrozzina. Ora non
  riesce più a spostarsi in autonomia e deve essere sempre
  affiancato da un operatore per gli spostamenti.
► Nella nuova struttura residenziale, per persone con disabilità
  motoria, Matteo viene portato dagli operatori nei laboratori
  pomeridiani dove è a contatto con altri dieci ragazzi e due
  educatrici, dalle 15.30 alle 19.30.
► Matteo nella nuova struttura ha spesso delle crisi molto intense che
  arrivano a comportamenti di autolesionismo.

                                      C. Giaconi – I. D’ Angelo- N. Del Bianco
Quale motivazione attribuiresti alle crisi?
CASO 3
►   Giovanni è un ragazzo con iperattività che frequenta l’ultimo anno della scuola
    secondaria di primo grado. Riesce ancora con difficoltà a controllare il suo
    comportamento. Un giorno ritorna a casa con una sospensione perché ha tirato
    un pugno ad un suo compagno nel corridoio.
►   La mamma di Giovanni, appena viene a conoscenza dell’accaduto dà uno
    schiaffo a Giovanni e gli urla contro che è un ragazzo impossibile.
Quale è l’interpretazione che dà la mamma al comportamento di
Giovanni? A quali fattori/componenti attribuisce la causa del
comportamento?
►   Giovanni, invece, si sfoga con la sorella e le dice tra le lacrime: «mamma non
    capisce che è più forte di me!»
Qual è la motivazione che invece Giovanni si dà del suo comportamento?
Quali sono le cause che gli attribuisce?

►   Quali altri componenti possono aver determinato il comportamento di
    Giovanni?
Codifica delle componenti del
funzionamento
                                      Condizioni di salute

   B   Funzioni corporee                                       Attività E Partecipazione

   S   Strutture corporee                                               D

                     Fattori Ambientali                 Fattori Personali
                            E
B. FUNZIONI CORPOREE

S. STRUTTURE CORPOREE

D. ATTIVITA’ PARTECIPATIVE                                      Componente
    d 1. APPRENDIMENTO E APPLICAZIONE DELLE CONOSCENZE                       Capitolo
        d 110 - d 129 ESPERIENZE SENSORIALI INTENZIONALI

      - d 110 GUARDARE                          Dominio
      - d 115 ASCOLTARE

      - d 120 ALTRE PERCEZIONI SENSORIALI INTENZIONALI

      - d 129 ESPERIENZE SENSORIALI INTENZIONALI, ALTRO SPECIFICATO E NON SPECIFICATO
SCHEDA PER ESERCITAZIONE
Esercitazione
Il caso di Luca

(transizione tra scuola primaria e scuola secondaria di primo
grado)

Diagnosi codificata ICD-10:

-   f70 RITARDO MENTALE LIEVE
-   f90.0 DISTURBO DELLE ATTIVITA’ E DELL’ATTENZIONE
-   f.93.9 DISTURBO EMOZIONALE DELL’INFANZIA
-   f98.5 BALBUZIE
TRADUZIONE IN CODICI ICF
1- Luca è nel periodo della           1- D8 AREE DI VITA PRINCIPALI
transizione tra scuola primaria e
scuola secondaria di primo grado
                                      2- B1 FUNZIONI MENTALI
2- Luca ha un lieve deficit
intellettivo,
                                      3- D2 COMPITI E RICHIESTE
3- caratterizzato da difficoltà nel
                                      GENERALI
mantenere l’attenzione sia su
compiti semplici e ancor più su
compiti articolati, dove ha
maggiori difficoltà,

4- per le quali riceve aiuto          4- E3 FATTORI AMBIENTALI
dall’insegnante di sostegno
TRADUZIONE IN CODICI ICF
5 - La difficoltà cognitiva e le   5 - B1 FUNZIONI MENTALI
sue fragilità emotive

6 - rendono difficoltosa la        6 - D2 COMPITI E RICHIESTE
capacità di risolvere              GENERALI
autonomamente i problemi
di vita quotidiana,

7 - fa fatica a gestire e
portare a termine le
incombenze quotidiane,             7 - D2 COMPITI E RICHIESTE
come prepararsi per andare a       GENERALI / d6
scuola, riordinare la sua
camera, ecc.
TRADUZIONE IN CODICI ICF
8 - parla con grande difficoltà e    8 - D3 COMUNICAZIONE
ha moderate difficoltà nella
comprensione del linguaggio.

9 - L’aiuto di un’altra persona lo   9 - E3 FATTORE AMBIENTALE
aiuta sia nell’espressione che
nella comprensione, ma solo in
modo limitato

10 - Non ha nessun problema nel      10 - D4 MOBILITA’
movimento

11 - ed è completamente              11 - D5 CURA DELLA PROPRIA
autonomo nella cura della            PERSONA
persona
TRADUZIONE IN CODICI ICF
 12 - Durante il percorso             12 - D1 APPRENDIMENTO E
 scolastico ha fatto solo piccoli     APPLICAZIONE CONOSCENZE;
 miglioramenti                        E1 FATTORE AMBIENTALE
 nell’apprendimento della lettura,
 che avviene attraverso strumenti
 compensativi

 13 - ha ancora difficoltà a          13 - D1 APPRENDIMENTO E
 scrivere e far di conto              APPLICAZIONE CONOSCENZE

 14 - in questa attività l’utilizzo   14 - E1 FATTORE AMBIENTALE
 del pc e di programmi per la
 didattica determina un parziale
 miglioramento
Esercitazione
M. è un ragazzo di 13 anni frequentante l’ultimo anno della scuola
media. La diagnosi di ingresso di M. è di Disturbo da Deficit
dell’Attenzione e Iperattività, con funzionamento intellettivo
borderline, difficoltà di apprendimento e difficoltà emotive relazionali
caratterizzate da inibizione.
M. presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti di natura
visiva. Nell’esecuzione dei compiti, riesce ad avviare il compito ma
raramente lo porta a termine. Tuttavia, quando l’insegnante di
sostegno è presente grazie al richiamo con contatto visivo ritorna
sul compito e prosegue l’attività.
M. presenta difficoltà anche nella comprensione tramite ascolto, che
tuttavia è migliore su lettura autonoma del testo. La competenza
ortografica e le abilità numeriche e del calcolo sono molto deficitarie,
tuttavia su sollecitazione dell’insegnante all’autocorrezione individua
e corregge parte degli errori.
Esercitazione
M. tende ad evitare l’interazione verbale, ed è inibito nell’entrare in
relazione con gli altri in particolar modo con i pari. Tende ad
intraprendere di rado la conversazione e a rispondere alle domande
solo in modo telegrafico.
Se però sono gli altri ad iniziare la conversazione con lui, si sente
più sereno e procede in modo più sicuro.
La produzione verbale è caratterizzata da lievi accenti di disfluenza,
ed è carente rispetto alla struttura morfosintattica della frase.
Quando viene chiesto a M. di esporre un argomento in classe,
presenta evidenti stati di ansia che non gli permettono di avere una
sicurezza espositiva. Se, invece, lo studente viene interrogato in
disparte, lontano dalla classe e in un contesto protetto, ha una
prestazione sufficiente e mostra di avere anche una fluenza
espositiva migliore.
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