PRODUZIONI VEGETALI PER LE FILIERE AGROALIMENTARI - Piero Fiorino, Elettra Marone Anno Accademico 2015-2016 - UniTE

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PRODUZIONI VEGETALI PER LE FILIERE AGROALIMENTARI - Piero Fiorino, Elettra Marone Anno Accademico 2015-2016 - UniTE
PRODUZIONI VEGETALI
PER LE FILIERE AGROALIMENTARI

   Piero Fiorino, Elettra Marone

    Anno Accademico 2015-2016
PRODUZIONI VEGETALI PER LE FILIERE AGROALIMENTARI - Piero Fiorino, Elettra Marone Anno Accademico 2015-2016 - UniTE
L’ALBERO

           Appunti di Lezione 2015/2016
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La pianta dell’olivo coltivato è un cespuglio, caratterizzato da una ceppaia
pollonifera in grado di rigenerare per decine o centinaia di anni nuovi
germogli e nuove radici. Ogni singolo pollone può essere allevato fino a
formare una pianta con fusti alti fino a 10-12 m, secondo la vigoria delle
diverse cultivar.
Questa caratteristica permette di rigenerare fusti danneggiati o
“invecchiati”. Nella diapositiva seguente (Oasi di Siwa, Egitto), l’albero
centrale abbattuto è stato sostituito da numerosi polloni allevati intorno
alla ceppaia originaria, a loro volta, eccessivamente cresciuti e, talora,
stroncati dal peso del carico.
Le moderne piantagioni sono costituite da piante autoradicate con
distanze di piantagione variabili in relazione alla vigoria della pianta, e
quindi alle dimensioni della chioma quando l’impianto arriva in piena
produzione.
La crescita in olivo è caratterizzata da un apice “a crescita continua”,
controllata dalla temperatura.
E’ una specie sempreverde, le cui foglie, lanceolato-ellittiche, arrivano a
30-36 mesi di età.
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OASI DI SIWA, EGITTO

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Foto di un albero secolare in località Massarosa
                 (Massaciuccoli, Firenze)

La pianta è chiamata dei trenta zoccoli, perché nel XVIII secolo
     occorrevano 15 raccoglitori per effettuare la raccolta.
       Il tronco originario è un residuo cavo, a sinistra,
   a destra polloni che hanno sostituito parte della chioma. Appunti di Lezione 2015/2016
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Sezione della base dell’albero dei trenta zoccoli:
2 e 3 sono probabilmente residui del tronco originario

                       2b(2
                       2b(2)
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                                    44
                1

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L’infiorescenza dell’olivo è una MIGNOLA, composta, secondo le
 cultivar, da 8 a 40 e più fiori, potenzialmente ermafroditi; è
 caratteristica dell’olivo una elevata incidenza del fenomeno
 dell’aborto dell’ovario, che riduce il numero dei fiori fertili
 (andromonoica).
 L’impollinazione è anemofila, e la maggior parte delle cultivar
 presenta fenomeni di autoincompatibilità; essendo specie
 proterogina, si avvantaggia comunque di impollinatori.

Per approfondimenti è possibile scaricare da Internet:
Fiorino P., Marone E., Rosati A., Caporali S., Paoletti A., 2011. Il fiore e la biologia fiorale. Accademia
Nazionale dell'Olivo e dell'Olio. Collana divulgativa dell'Accademia. A cura del Consiglio
Accademico. Vol. 1, ISSN 2281-4930.

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Essendo specie termofila, la formazione della mignola inizia nella
fascia climatica italiana, secondo le cultivar, generalmente nel mese
di aprile, e l’apertura dei fiori (FIORITURA) avviene circa 3-4
settimane dopo, nel mese di maggio.
Per ogni infiorescenza, l’allegagione può essere limitata a 1-2 frutti,
in genere per olive di medie e grosse dimensioni a maturazione,
fino ad una fruttificazione a grappolo in cui, per ogni mignola,
possono allegare anche 8-10 frutti.
Immediatamente dopo la fecondazione, assieme alla caduta della
corona calicina, si verifica un rapido ingrossamento dei tessuti
dell’ovario, che portano alla formazione della caratteristica DRUPA,
la cui maturazione avviene nell’arco di 150-210 giorni, secondo le
cultivar e le caratteristiche dell’ambiente.
Per effetto di una forte impollinazione, in assenza di polline
compatibile, possono formarsi delle pseudodrupe, determinate da
un accrescimento solo diametrico delle cellule dell’ovario (2-3 mm)
senza presenza di embrione, che possono permanere sulla pianta
fino a maturazione delle drupe vere (OLIVE PASSERINE).
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Per approfondimenti si consiglia di leggere:

Fiorino P., Marone E., 2010. The fate of lateral buds in the olive (Olea europaea L. ssp.
europaea var. europaea). A first report. Adv. Hort. Sci., 24(1), 29-34

(allegato disponibile come materiale didattico sul sito docente).
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Foto by E. Marone   Appunti di Lezione 2015/2016
Foto by E. Marone   Appunti di Lezione 2015/2016
Fiorino P. (a cura di), Olea –
Trattato di Olivicoltura,
Edagricole, 2003
                                 Appunti di Lezione 2015/2016
Fioritura in olivo   Mignola -
          Israele, 2004        Fiorino P. (a cura di), Olea –
                               Trattato di Olivicoltura,
                               Edagricole, 2003

Appunti di Lezione 2015/2016
MODELLI DI CRESCITA DEI FRUTTI: SOPRA, MODELLO A SIGMOIDE
               SEMPLICE; SOTTO, MODELLO A DOPPIA SIGMOIDE
VOLUME

                                   In olivo in passato si
                                   riteneva che la drupa si
                                   comportasse secondo il
VOLUME

                                   modello della doppia
                                   sigmoide tipico del pesco.

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IL FRUTTO DELL’OLIVO

         MESOCARPO          ENDOCARPO
          O POLPA           O NOCCIOLO
           80-90%              10-20%

DRUPA                                SEME O
                                    MANDORLA
            EPICARPO, EPIDERMIDE       1-2%
                 O ESOCARPO
                     < 1%
                                         Appunti di Lezione 2015/2016
ESEMPIO DI VARIABILITA’
NELLA FRUTTIFICAZIONE DELL’OLIVO

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Augellina

                                                                 Spinoso
                    Maiatica di Ferrandina

Foto by E. Marone                            Appunti di Lezione 2015/2016
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