Presentazione - Firenze University Press
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Presentazione Angelo Maria Cardone Assessore della Provincia di Arezzo alla Difesa del suolo, Acque e Demanio Idrico, Conservazione della Natura e Protezione Civile Q uesto volume completa il lavoro di co- noscenza e valorizzazione degli erbari le Università di Firenze e Siena, come pure i professionisti e i cultori della materia aretini. realizzati da illustri aretini o conservati nel Tutto questo lavoro non sarebbe stato territorio della provincia di Arezzo, avviato possibile senza la lungimiranza e la grande con il convegno Da Andrea Cesalpino ai nostri apertura culturale del Dott. Amedeo Bigazzi, giorni, evoluzione delle conoscenze botaniche ora in pensione, all’epoca Dirigente dell’Area in provincia di Arezzo che inaugurò, nella pri- Difesa del Suolo, Risorse Idriche e Natura- mavera del 2005, una mostra presso il Museo li della Provincia di Arezzo, che ha saputo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo, sui coniugare la passione per le testimonianze più importanti erbari aretini che vengono oggi storiche con i moderni criteri di analisi e descritti all’interno di questo libro. conservazione del territorio. L’idea di raccontare l’opera dell’illustre Alle numerose raccolte di «Erbe Secche», scienziato aretino Andrea Cesalpino, consi- che negli ultimi quattro secoli sono state derato tra l’altro uno dei padri della botanica messe insieme da vari studiosi, si aggiunge il sistematica, a più di quattro secoli dalla mor- lavoro dei botanici di oggi che con passione te, ci ha permesso di verificare, se ce ne fosse non smettono di studiare il nostro territorio. stato ancora bisogno, di quanto sia radicato Mi preme sottolineare che l’attività del- nel nostro territorio l’interesse per lo studio l’Assessorato nell’ambito della riscoperta de- della natura e della botanica in particolare. gli antichi erbari non si è limitata solo alla L’iniziativa ha rappresentato, quindi, l’oc- mostra ed alla pubblicazione degli atti del casione per poter fare il punto della situazio- Convegno, ma è proseguita anche con il fi- ne sui tanti lavori eseguiti in ambito botanico nanziamento del lavoro di restituzione conser- nella provincia di Arezzo e in particolare per vativa dell’Erbario di Andrea Cesalpino alla quelli contenuti nel progetto di conoscenza e forma antecedente gli interventi di fascicola- tutela delle risorse naturali dal titolo Carta tura realizzati per volere di Filippo Parlatore della Natura della Provincia di Arezzo. Que- nell’800, e del restauro conservativo dell’Er- sto strumento di analisi del territorio è stato bario anonimo della Rilliana di Poppi. utilizzato per la tutela del patrimonio natura- Sappiamo che ancora molto c’è da fare per listico all’interno di un importante strumento far crescere la cultura del rispetto e della tu- di pianificazione quale il Piano territoriale di tela delle risorse naturali, e vogliamo sperare coordinamento provinciale (PTCP). Il progetto, che anche questa pubblicazione in qualche coordinato dai tecnici della Provincia di Arez- modo sia uno spunto di riflessione sull’im- zo, ha rappresentato tra l’altro un momento di portanza di conoscere la flora del nostro ter- importante collaborazione tra l’Amministra- ritorio e di operare di conseguenza per la sua zione che rappresento e i tanti ricercatori del- conservazione. Chiara Nepi, Enrico Gusmeroli ( a cura di ), Gli erbari aretini da Andrea Cesalpino ai giorni nostri, ISBN 978-88-8453-765-2 (print), ISBN 978-88-8453-803-1 (online) © 2008 Firenze University Press
Premessa Donato Chiatante Presidente della Società Botanica Italiana L a storia dell’umanità contiene molteplici esempi di come la cultura di un popolo sia influenzata profondamente, e spesso in noscere molti degli aspetti scientifici che hanno motivato la realizzazione di uno spe- cifico erbario. I commenti presentati dagli modo determinante, dalle caratteristiche spe- esperti su tutti gli erbari storici inclusi in cifiche del territorio: anche in riferimento ai questa rassegna, se presi in considerazione suoi aspetti di naturalità. È pertanto perfet- in modo sequenziale, potranno anche rap- tamente comprensibile come le genti toscane presentare il percorso storico che metterà siano sempre state affascinate ed influenzate il lettore in grado di comprendere come si dalla dolcezza e dalla bellezza naturalistica è evoluta la scienza botanica nei secoli che dei propri luoghi. In questo particolare an- vanno dal 1500 fino al 1900 in questo ter- golo della penisola italiana, le scienze bota- ritorio. Ci sono, ad esempio, circostanziate niche hanno avuto grande rilievo e continuo argomentazioni a riguardo dell’erbario di sviluppo, come è testimoniato dalla presenza Andrea Cesalpino che mettono in evidenza in questi luoghi di grandi scienziati e dal- le stupefacenti intuizioni che questo grande la nascita di iniziative culturali di pregio e botanico aretino ha utilizzato nel realizza- fortemente innovative quali: la realizzazione re la sua prestigiosa collezione. Intuizioni, degli orti botanici (vedi tra i primi al mon- quelle fatte da Andrea Cesalpino, che pre- do quello di Pisa) o la costituzione di società cedono di quasi due secoli quelle simili che scientifiche (anche queste prime al mondo), saranno portate a fondamento dell’opera di quali la Società Botanica Fiorentina e la So- riordino tassonomico fatta da Linneo. Non cietà Botanica Cortonese. Questo filo storico meno interessanti e stimolanti sono anche si dipana per arrivare fino ai giorni nostri, che le altre considerazioni ed i commenti fatti a vedono ancora la botanica primeggiare tra gli seguito dello studio degli altri erbari storici aspetti culturali della regione e dar vita a stu- presentati in questo volume. di ed iniziative di grande rilievo e spessore La realizzazione di questa rassegna e poi culturale come la mostra degli erbari areti- la decisione di pubblicare questo volume, mi ni organizzata dalla Provincia di Arezzo. La offrono questo piccolo spazio di presentazio- presenza a Firenze dell’Erbario Centrale Ita- ne per fare qualche brevissima riflessione liano voluto da Parlatore, costituisce sicura- sul valore attuale degli erbari nella società mente il motore principale e più recente che moderna. Devo partire in questa riflessio- alimenta questo movimento culturale. ne dalla premessa che durante i miei anni Nelle pagine che seguono questa mia di impegno alla presidenza della Società breve premessa, il lettore avrà modo di co- Botanica Italiana, ho avuto modo di notare Chiara Nepi, Enrico Gusmeroli ( a cura di ), Gli erbari aretini da Andrea Cesalpino ai giorni nostri, ISBN 978-88-8453-765-2 (print), ISBN 978-88-8453-803-1 (online) © 2008 Firenze University Press
XII Gli er bar i ar etini da Andr ea Cesalpino ai gior ni nostr i ovunque, non solo in Toscana, un crescente motivazioni inducono a chiedersi se non sia interesse per gli erbari. Questo interesse è utile sfruttare questa opportunità per lan- testimoniato dal sempre più alto numero di ciare ai visitatori degli erbari, un messaggio visitatori che richiedono di visionare gli er- culturale forte. Potrebbe, ad esempio, essere bari nei musei e negli orti botanici univer- utile mettere in risalto prioritariamente la sitari. Si susseguono, inoltre, in diverse città funzione di catalogazione della biodiversità italiane numerose mostre, iniziative di ca- ricoperta dagli erbari. Nella gente comune talogazione degli erbari quest’ultime spesso comincia a farsi largo la consapevolezza di sponsorizzate da enti locali o semplici privati quanto profondamente la società moderna cittadini. Certamente non siamo ancora ar- abbia devastato in pochi decenni il proprio rivati ad avere il numero di visitatori degli territorio mettendo a rischio la sopravvivenza erbari che si augurerebbe di ottenere ogni di molte specie animali e vegetali. La perdita responsabile di un erbario; tuttavia, sareb- di biodiversità è un concetto che viene col- be sciocco non cogliere l’importanza anche to nella pienezza del suo significato da tutti. dei piccoli incrementi. Che esista un grande Ecco allora che mostrare i fogli di un erbario interesse scientifico per gli erbari da parte potrebbe essere proposto al visitatore come dei botanici ‘di professione’ o dei botanici un modo per vedere documentato ‘l’esisten- ‘per passione’ è cosa perfettamente com- te’. La successione storica di erbari realizzati prensibile e quasi scontata, se si parte dalla in tempi diversi diventerebbe nella sua com- constatazione che l’erbario era, e continua ad plessità come una ‘emeroteca’ della vegeta- essere attualmente, un valido, efficiente ed zione presente in un determinato territorio. indispensabile strumento di lavoro. Ma sa- In questo modo il visitatore coglierebbe con rebbe sbagliato pensare che i visitatori che si immediatezza l’importanza della conservazio- fermano ad esaminare un erbario siano solo ne degli erbari come mezzo che ci permette ed esclusivamente dei botanici. Viene allora di poter confrontare e documentare qualita- spontaneo chiedersi cosa attrae un visitato- tivamente e quantitativamente la storia della re non botanico che si trova ad esaminare vegetazione. L’informatizzazione degli erbari un erbario. Personalmente ritengo possibile per mezzo delle nuove tecnologie, oltre che l’esistenza di due motivazioni ben precise e velocizzare lo studio degli erbari, potrebbe distinte: la prima riguarda certamente l’in- offrire nuove modalità di presentazione degli trinseca bellezza ed il fascino estetico di un stessi ai visitatori. ‘bene culturale’ come quello rappresentato In definitiva, iniziative come quella rea- da un erbario ben fatto e ben conservato; la lizzata per la presentazione degli erbari seconda riguarda la curiosità di conoscere storici aretini sono veramente utili per ac- meglio questo strumento di lavoro che or- crescere l’interesse della società per gli er- mai i mezzi di comunicazione hanno portato bari: questa è l’unica speranza che rimane ai alla ribalta del pubblico e fuori dalle mura, botanici per reperire i fondi necessari per il fino ad ora invalicabili, della «cittadella del- loro recupero, la loro valorizzazione e la loro la conoscenza universitaria». Entrambe le conservazione.
Introduzione Chiara Nepi e Enrico Gusmeroli N egli ultimi dieci anni si è andato con- solidando sempre più il rapporto di collaborazione tra le Università degli studi presentazione dell’Assessore, ebbe l’idea di raccogliere in una mostra e in un convegno i frutti di questa sorta di ‘censimento’ di tutte di Firenze e Siena con la Provincia di Arez- le collezioni botaniche che riguardassero il zo: le prime due con il significativo aumento territorio della Provincia, o perché costituite delle loro attività di ricerca sulla flora e la da piante ivi raccolte o perché allestite da vegetazione nonché sulla fauna del territorio botanici locali ovvero fossero conservate in aretino e l’ultima con la intensificazione de- istituzioni aretine. Inoltre, come recitava lo gli sforzi per la realizzazione di Aree Protette stesso titolo della manifestazione Da Andrea e per la tutela della biodiversità, utilizzando Cesalpino ai nostri giorni, evoluzione delle proprio i risultati dell’attività dei ricercatori conoscenze botaniche in provincia di Arezzo, universitari. venivano illustrati non solo gli antichi erbari, Nell’anno 2005 si è voluto dare visibilità ma anche quelli moderni, allestiti da botani- a questa collaborazione e ai risultati delle ri- ci contemporanei, a significare una sorta di cerche, con l’organizzazione di un convegno continuum nella ricerche floristiche dal XVI sull’evoluzione delle conoscenze botaniche secolo fino ad oggi. in provincia di Arezzo, a partire da quel- La mostra, organizzata presso il Museo li che vengono considerati i veri documenti d’Arte Medievale e Moderna, grazie anche archivistici della flora di un dato territorio: alla collaborazione con la Soprintendenza per gli erbari. L’argomento risultava ancora più i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il stimolante perché era stato proprio un areti- Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropo- no, il celebre Andrea Cesalpino, a realizzare logico di Arezzo, vide quindi la riscoperta di l’erbario a carattere sistematico più antico al un patrimonio archivistico e scientifico sco- mondo, nel 1563. E questo erbario si conser- nosciuto ai più e, difatti, un notevole successo va per l’appunto presso l’Università di Firen- di pubblico premiò gli organizzatori. Tra l’al- ze, nel suo Museo di Storia Naturale. tro, fu anche in seguito a questa manifesta- Dal conosciuto erbario di Andrea Cesal- zione che la Provincia di Arezzo provvide a pino alla scoperta che nel territorio aretino finanziare una grande campagna fotografica sono presenti molti erbari e, tra questi, alcu- di tutti gli erbari esposti, nonché il restauro ni con un notevole interesse storico oltre che conservativo dell’erbario di Poppi e la sle- scientifico, il passo è stato breve. L’allora diri- gatura dell’erbario più antico, il Cesalpino, gente della Provincia di Arezzo, il dott. Ame- per assicurarne la migliore conservazione. deo Bigazzi, come già ricordato anche nella Proprio quest’ultimo intervento contribuì ul- Chiara Nepi, Enrico Gusmeroli ( a cura di ), Gli erbari aretini da Andrea Cesalpino ai giorni nostri, ISBN 978-88-8453-765-2 (print), ISBN 978-88-8453-803-1 (online) © 2008 Firenze University Press
XIV Gli er bar i ar etini da Andr ea Cesalpino ai gior ni nostr i teriormente a rafforzare i rapporti tra l’Ente che attiravano la loro attenzione, le hanno locale e l’Università di Firenze, in partico- studiate e hanno dato loro dei nomi, a costi- lare con la Sezione Botanica del Museo di tuire dei veri e propri archivi di dati che in Storia Naturale nella quale si conserva anche diversi casi possono essere confrontati con un altro prezioso erbario aretino, il Coltelli- quelli attuali, per scoprire eventuali diffe- ni, risalente al XVIII secolo. renze tra passato e presente nella compo- Questo volume vuole quindi ‘chiudere’ sizione floristica di certe zone. Non solo, il idealmente il percorso che, iniziato più di tre volume vuole rendere testimonianza anche anni fa con la ricerca e l’ostensione degli er- della cura con cui queste collezioni sono bari, si completa con la descrizione accurata state realizzate, sia che si tratti di raccol- dei loro contenuti e, quando conosciuta, della te vere e proprie con piante essiccate, da loro storia. Il tutto arricchito ed impreziosito quelle più antiche fino alle moderne, sia dalle immagini dei fogli che contengono le di tavole dipinte: quasi che le conoscenze piante, talvolta raffigurate, talvolta essiccate. scientifiche non potessero e non possano Il volume è il frutto di collaborazioni tra ancora oggi prescindere dalla bellezza della autori di diversa formazione culturale (bota- disposizione o raffigurazione del campione nici, paleografi, storici, conservatori di beni vegetale, come risulta evidente dalle imma- librari) che hanno studiato gli erbari da an- gini a corredo dei singoli capitoli. golature diverse. Ne deriva un volume non Il volume, infine, è reso ancora più pre- omogeneo nella trattazione degli argomenti, zioso dalla ristampa anastatica dell’opera di che mette in evidenza via via aspetti e consi- Teodoro Caruel (1830–1898) dedicata pro- derazioni diverse sugli erbari, talvolta eviden- prio all’erbario Cesalpino, la Illustratio in ziando la loro collocazione storica, talvolta il hortum siccum Andreae Caesalpini, pubbli- loro valore scientifico, talvolta la semplicità cata nel 1858. In questo libro Caruel, che ‘narrativa’ della flora del territorio aretino. succederà alla direzione dell’Erbario di Fi- Il carattere disomogeneo viene poi ac- renze dopo Filippo Parlatore, non solo elenca centuato anche dalle differenze insite nelle il contenuto dell’intero erbario, con la fedele collezioni stesse: si passa dall’erbario Cesal- trascrizione dei nomi delle piante dati da Ce- pino, realizzato dallo scienziato aretino ma salpino in greco, latino e italiano, ma ne cita con piante raccolte per lo più lungo la costa anche il riferimento, quando presente, al- toscana e nel pisano in particolare, all’erbario l’opera del medico aretino del 1583, dal titolo Moneti, costituito da tavole raffiguranti piante De Plantis libri XVI. Inoltre Caruel descrive proprie del cortonese o all’erbario Corinaldi, il campione e il suo stato di conservazione che seppure contenente piante raccolte addi- e, elemento importantissimo, fa l’aggiorna- rittura in Egitto, è tuttavia conservato a Mon- mento nomenclaturale della specie, talvolta tevarchi, fino ad arrivare agli erbari moderni con considerazioni sulla sua identificazione. con le piante dell’Appennino aretino. Si tratta, in definitiva, dello strumento fon- Al di là comunque delle differenze an- damentale per gli studiosi per facilitare la che nell’importanza storica e scientifica dei ‘lettura’ dell’erbario cinquecentesco ed oggi singoli erbari, questo volume ha voluto ren- viene riproposto in questa edizione anche der conto del lavoro, sempre appassionato e con la traduzione della presentazione in lati- molto spesso motivato solo dall’interesse per- no che l’autore pose all’inizio, cosa utilissima sonale, di quanti – medici, farmacisti, inse- per quanti vorranno avvicinarsi alla cono- gnanti, preti o, finalmente, botanici – hanno scenza di questa pietra miliare della storia pazientemente raccolto o illustrato le piante della botanica sistematica.
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