PRELJOCAJ / KOR'SIA Membro di Piazza Verdi - 90138 Palermo - ISBN: 978-88-98389-82-7 - Teatro Massimo Palermo
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4 TEATRO MASSIMO PRELJOCAJ / KOR’SIA Membro di PRELJOCAJ / KOR’SIA se gui ci su: t ea t ro m a ssi m o. i t Pi a zza Ve rd i - 9 0 1 3 8 Pa l e r m o ISBN: 978-88-98389-82-7 euro 10,00 OPERE E BALLETTI
ALBO DEI DONATORI FONDAZIONE ART BONUS TEATRO MASSIMO FONDAZIONE SICILIA Francesco Giambrone Sovrintendente TASCA D’ALMERITA CONSIGLIO DI INDIRIZZO Leoluca Orlando (sindaco di Palermo) Presidente CAFFÈ MORETTINO Leonardo Di Franco Vicepresidente Daniele Ficola ANNIBALE BERLINGIERI Francesco Giambrone Sovrintendente SAIS AUTOLINEE Enrico Maccarone Anna Sica AGOSTINO RANDAZZO COLLEGIO DEI REVISORI FILIPPONE ASSICURAZIONE Maurizio Graffeo Presidente Marco Piepoli GIUSEPPE DI PASQUALE Gianpiero Tulelli
PRELJOCAJ / KOR’SIA ANNONCIATION Coreografia Angelin Preljocaj TURNI Musiche Stéphane Roy e Antonio Vivaldi Prima rappresentazione Losanna, Opéra, 26 settembre 1995 Mercoledì 20 marzo 20.30 Prime Allestimento Ballet Preljocaj Giovedì 21 marzo 18.30 B Venerdì 22 marzo 20.30 F Sabato 23 marzo 18.30 Danza SICILIANA Nuova creazione Domenica 24 marzo 17.30 D Idea e direzione Mattia Russo e Antonio de Rosa Martedì 26 marzo 18.30 C Coreografia Kor’sia / Mattia Russo e Antonio de Rosa Drammaturgia Giuseppe Dagostino Musiche Arvo Pärt, Franz von Suppé, Pëtr Il’ič Čajkovskij e Johann Sebastian Bach La prima di mercoledì 20 marzo sarà trasmessa in streaming sul sito del Teatro Massimo. Commissione del Teatro Massimo Nuovo allestimento del Teatro Massimo
11 ANNONCIATION INDICE 15 ANNUNCIAZIONE 17 ANNONCIATION 19 ANNUNCIATION 21 VERKÜNDIGUNG 27 SONIA SCHOONEJANS SCRIVERE CON IL CORPO 43 SICILIANA 49 ARGOMENTO 50 SYNOPSIS 51 ARGUMENT 52 HANDLUNG 55 SOGNO DI UNA NOTTE PALERMITANA 62 NOTE BIOGRAFICHE
A N N O N C I AT I O N Coreografia e scene Angelin Preljocaj Musiche Stéphane Roy (Crystal Music) e Antonio Vivaldi (Magnificat) Costumi Nathalie Sanson Luci Jacques Chatelet Coreografia rimontata da Claudia De Smet Maître de ballet e assistente alle coreografie Andrei Fedotov PERSONAGGI E INTERPRETI Maria Annamaria Margozzi (20, 23, 24) / Linda Messina (21, 22, 26) L’angelo Francesca Bellone (20, 23, 24) / Yuriko Nishihara (21, 22, 26) Allestimento Ballet Preljocaj Musiche registrate eseguite dall’Ensemble International de Lausanne e dall’Orchestre de Chambre de Lausanne sotto la direzione di Michel Corboz Durata: 23 minuti
15 ANNUNCIAZIONE Qual è la chiave del concetto dell’Annunciazione? Cosa dovrebbe aprire in noi questo evento fondatore di una religione? Se dopo quasi due millenni i pittori non hanno mai smesso di in- terrogarsi su questo mistero intriso di simbologie antinomiche, è stupefacente constatare come questo tema sia così alieno all’arte coreografica. Ma ciò non ne sminuisce il fascino, anzi. Nell’iconografia tradizionale, Maria è spesso rappresentata all’inter- no di un giardino chiuso che simboleggia la sua verginità. Si instaura quindi una similitudine tra il suo spazio interiore e il mondo esterno. L’intrusione dell’angelo in questo universo intimo porta con sé uno sconvolgimento metabolico del corpo di Maria. Questo è il motivo per cui, a prescindere dai testi che mostrano Maria accettare con serenità la sottomissione agli eventi, numerosi artisti le hanno invece attribuito un’attitudine differente, vedendo in lei dubbi, inquietudine e persino la ribellione. Questa strana simultaneità di sottomissione e rivolta, questa defla- grazione dello spazio e del tempo, ci fanno capire che nel mo- mento in cui il messaggio viene annunciato ha inizio il processo
16 A N N O N C I AT I O N 17 biologico della fecondazione. E, in effetti, siamo nel vero atto del A N N U N C I AT I O N concepimento. Questa genesi per passaggi successivi ci riporta al meccanismo stesso della creazione artistica, al momento in cui il messaggio da virtuale si trasforma in reale. Quella che oggi definiamo “arte con- cettuale” non è forse l’annuncio di un’arte nuova, di un’arte che sta nascendo piuttosto che un’arte in via di estinzione? Angelin Preljocaj How does the Annunciation, that key moment which underpins a whole religion, resonate in us, what does it awaken? While so many painters over the past 2000 years have sought time and again to understand the flurry of contradictory symbols, which in effect is what the Annunciation is, it comes as something of a surprise that a theme, a subject in which so many issues about the body are so manifestly implicated should have reminded almost entirely absent from choreographic art. And yet, what we find here, deep down, is truly fascinating. In traditional iconography, Mary is often shown in an enclosed or walled garden, symbolising her virginity. There is, therefore, a parallel between what might be called her inner space and her surroundings. When the angel breaks into this private world, he is saying, in so many words, that the workings of her body are about to be dramatically altered. This explains why it is that, although in the Bible the Virgin displays a screen acceptance of the forthcoming event, many artists have chosen to make her the prey of doubt, anxiety, even rebelliousness.
18 A N N O N C I AT I O N 19 The strange co-existence of acceptance and rebellion, the A N N O N C I AT I O N collision of space and time, tell us that at the very moment the message is given, fertilisation takes place. We are, as it were, inside biology, the very act of conception. This coming to life in gradual stages takes us to the heart of the process of creating art; the message is no longer an abstraction, it is reality. Rather than something finished, isn’t what we call nowadays conceptual art the portent of a new art, the Annunciation of an art Quelle clé détient le concept de l’Annonciation? Qu’est censé yet to be born? ouvrir en nous cet événement fondateur d’une religion? Angelin Preljocaj Alors que de nombreux peintres depuis deux millénaires ne cessent d’interroger ce catapultage de symboles antinomiques qu’est l’Annonciation, il est étonnant de constater que ce thème à la problématique si proche du corps soit quasi-évacué de l’art chorégraphique. Pourtant, ce qui est en jeu ici est évidemment fascinant. Dans l’iconographie traditionnelle, Marie est souvent représentée dans un jardin clos qui symbolise sa virginité. Une similitude se dégage alors entre son espace intérieur et son environnement. L’intrusion de l’ange dans cet univers intime apporte avec lui l’annonce du bouleversement métabolique de son corps. C’est pourquoi, bien que dans le texte la Vierge exprime une soumis- sion sereine à l’événement, de nombreux artistes lui ont donné des attitudes exprimant le doute, l’inquiétude, voire la révolte. Cette simultanéité étrange entre soumission et révolte, cette déflagration de l’espace et du temps, nous signifient qu’au mo- ment même où le message est délivré le processus biologique de
20 A N N O N C I AT I O N 21 la fécondation est en route. On est en fait dans l’acte concepteur. VERKÜNDIGUNG Cette genèse par glissements successifs nous ramène évidemment au mécanisme même de la création artistique, le message passant du virtuel au réel. Ce que l’on appelle aujourd’hui l’art conceptuel ne serait-il pas, plutôt qu’un art abouti, l’annonce d’un art nouveau, l’Annonciation d’un art à naître? Angelin Preljocaj Was beinhaltet die Verkündigung? Was ruft dieses religiöse Grün- dungsereignis in uns wach? Zahlreiche Maler haben seit 2000 Jahren die vielen widersprüch- lichen Symbole der Verkündigung immer wieder behandelt, doch erstaunlicherweise gibt es praktisch keine choreographische Ver- arbeitung dieser höchst körperbezogenen Thematik. Und doch, was wir hier tief im Inneren finden, ist wirklich faszinierend. In der traditionellen Ikonografie wird Maria oft in einem eingefrie- deten Garten dargestellt, der ihre Jungfräulichkeit symbolisiert und ihre geschlossene innere Welt widerspiegelt. Mit dem Eindringen des Engels in diese Sphäre wird die Umstel- lung, die sich in Marias Körper vollzieht, angekündigt. Daher ha- ben viele Künstler Zweifel, Unruhe, ja sogar Auflehnung in die Hal- tung der Jungfrau gelegt, auch wenn Maria die Verkündigung dem Bibeltext zufolge gelassen annimmt. Diese merkwürdige Gleichzeitigkeit von Unterwerfung und Aufleh- nung, diese Explosion von Raum und Zeit offenbaren, daß sich der biologische Befruchtungsvorgang im Moment der Verkündigung vollzieht. Wir befinden uns also im Empfängnisakt.
22 A N N O N C I AT I O N Diese Genese durch sukzessive Verschiebungen führt uns zum Zentrum des künstlerischen Schaffens. Die Botschaft ist keine Abs- traktion mehr, sie ist Realität. Ist das, was wir heute als Konzeptkunst bezeichnen, nicht die Vo- rahnung einer neuen Kunst, die Verkündigung einer Kunst, die noch gegeben wird? Angelin Preljocaj
27 SCRIVERE CON IL CORPO DI SONIA SCHOONEJANS “Noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo.” Questa dichia- razione del coreografo Angelin Preljocaj suona come un manifesto – e tutta la danza di questo “scrittore del gesto” ce lo ricorda. Velocità ed energia sapientemente disciplinate, linee affilate, emo- zione contenuta, sensualità diffusa in una composizione sempre rigorosa sono solo alcuni dei tratti che definiscono lo stile sofistica- to del più internazionale dei coreografi francesi, nel quale la pas- sione si avvicina all’ascetismo e il corpo allo spirito, e la cui forza espressiva, ben lungi dal disperdersi, ha eliminato ogni eccesso e ogni superfetazione. Ma di chi è dunque erede Preljocaj? E, prima di tutto, perché ha scelto la danza? È stato un caso, oppure non poteva essere diver- samente? Per quanto lo riguarda, si potrebbe parlare di casualità rivelatrice: una foto di Rudolf Nureyev al culmine della sua gloria, “trasfigurato dalla danza”, come recita la didascalia, che ricorda anche la sua epica fuga dall’Unione Sovietica, affascina il dodicen- ne Angelin, figlio di dissidenti albanesi immigrati in Francia. Dopo tutto, un po’ di proiezione e di identificazione con una star ci può stare, soprattutto per un ragazzino arrivato anche lui da lontano.
28 29 SCRIVERE CON IL CORPO P R E L J O C A J / KO R ’ S I A In ogni caso, il dado è tratto, e nonostante la forte opposizione le lezioni di danza. Non ancora venticinquenne, è già dotato di un del padre, convinto che la danza non sia un vero mestiere, e le triplice bagaglio culturale: al linguaggio classico si aggiungono canzonature dei suoi compagni di scuola, persuasi che il balletto quello moderno tedesco, che privilegia la libera espressione, e sia “roba da femmine”, il piccolo albanese lascia il kimono da judo quello americano, che dà più importanza alla tecnica e alla forma – per il body da danza accademica. Infatti, dal momento che l’hip senza dimenticare il vento di libertà che soffia sulle arti dell’epoca hop non è ancora arrivato nella banlieue parigina dove vive la fa- e fa fiorire sperimentazioni di ogni genere. miglia Preljocaj, è con un corso di danza classica che ha inizio la Tornato in Francia, si ritrova presto ingaggiato da Dominique formazione del futuro coreografo. Per molto tempo, sarà costretto Bagouet, uno dei principali protagonisti di quella che è stata chia- a fare i suoi esercizi alla sbarra di nascosto, per evitare i rimbrotti mata “nuova danza francese”. È una grande occasione per lui. An- dei genitori o, peggio, le frecciate dei compagni. che Bagouet viene da una formazione classica; ha frequentato i Diventato adolescente, avverte l’esigenza di esprimersi al di corsi di Cunningham a New York e poi quelli di Carolyn Carlson fuori delle regole classiche e inizia a frequentare i corsi di Karin a Parigi, prima di conseguire nel 1976 il primo premio nel famo- Waehner, un’allieva di Mary Wigman, la quale insegna una gestua- so Concorso Internazionale di Coreografia di Bagnolet. La danza lità espressionista e uno stile di danza carico di emozione, che fa essenziale ed elegante di questo “Pierrot lunaire” ha uno slancio “sentire” visceralmente ogni movimento. Tuttavia, nella Francia de- poetico e una precisione del gesto di cui si rivelerà poi l’influen- gli anni Settanta-Ottanta va di moda soprattutto la Modern Dance za sullo stile di Preljocaj. Per due anni, Angelin sarà interprete e americana, con Merce Cunningham come star. Preljocaj lo scopre poi assistente di Bagouet, che lo incita a realizzare lavori suoi. Nel in occasione di uno degli Events in cui il maestro si esibisce al 1984, vince anche lui un premio al Concorso di Bagnolet – sorta Centre Pompidou. di passaporto che apre la strada al riconoscimento ufficiale – con La bellezza formale del movimento alla Cunningham, distaccato da Marché noir, una breve pièce seducente e insieme austera, che ogni elemento esteriore – musica, narrazione o altro – e teso a evi- denota già una sapiente interpretazione dello spazio, e con cui tare qualunque soggettività, lo appassiona. Il suo futuro lavoro ne egli impone subito, con gesti precisi, quasi meccanici, una chiara conserverà le tracce, nel suo coltivare la distanza e nella ricerca del distanza tra emozione e sua rappresentazione. movimento puro. Come la maggior parte degli apprendisti balleri- Subito dopo fonda la sua Compagnia, con la quale, in meno di ni di quegli anni, si recherà a New York, allora capitale della danza, quattro anni, crea ben quattro lavori, in cui, oltre alla precisione per seguire gli insegnamenti di Cunningham e immergersi nelle del gesto e a una molteplicità di orientamenti in cui appare an- avanguardie della Post-modern Dance, riprendendo nel frattempo cora l’influenza di Cunningham e di Bagouet, esprime sensualità
30 SCRIVERE CON IL CORPO ed energia, affermando al contempo una grande chiarezza grafica. Ben presto egli affronta temi poco trattati dalla danza contempora- nea del tempo: l’eroismo vissuto come fantasma collettivo in À nos héros (1986); la purezza, la santità e il sacrificio di sé attraverso la figura di Giovanna d’Arco in Hallali Romée (1987); l’erotismo consi- derato come oggetto di studio in Liqueurs de chair (1988). In prece- denza, aveva già trattato il tema della coppia e dell’approccio amo- roso in un lavoro più breve ma incisivo: Larmes blanches (1985). Grazie a una politica di decentramento e all’importante sostegno statale alla creazione coreografica, nascono un po’ dappertutto in Francia i Centres Chorégraphiques Nationaux (CCN), nonché molti festival dedicati alla danza. Nel 1989, uno di questi gli com- missiona una coreografia per Les Noces di Igor’ Stravinskij. Sarà il suo primo grande successo internazionale. Nutrito di tradizioni balcaniche, Preljocaj (in albanese Preliocai) derussifica Noces (e non più Les Noces) così come Stravinskij e la coreografa Bronislava Nijinska le avevano immaginate in occasione della prima rappre- sentazione da parte dei Ballets russes nel 1923; sbarazzandosi di qualsiasi forma di ieraticità, trasforma la storia in un rapimento sel- vaggio in cui i fidanzati sono tutt’altro che sottomessi e i rapporti tra i sessi finiscono per trasformarsi in uno scontro. Si tratta forse del ricordo di un matrimonio albanese tradizionale al quale Preljo- caj aveva assistito durante un soggiorno nei Balcani, in cui l’antica usanza del rapimento delle vergini veniva rappresentata secondo una modalità teatrale? In ogni caso, la sua innovativa interpretazio- ne delle Noces viene notata da Rudolf Nureyev, allora Direttore del Balletto dell’Opéra di Parigi, il quale lo vorrebbe invitare a lavorare
32 33 SCRIVERE CON IL CORPO P R E L J O C A J / KO R ’ S I A per la Compagnia. Il progetto si realizzerà più tardi, nel 1993, in la letteratura o la moda non solo costituiscono per lui altrettante occasione di un programma in omaggio ai Ballets russes, per il occasioni per nutrire la sua immaginazione, ma gli permettono di quale Preljocaj rivisita Parade e Le Spectre de la rose. Il suo voca- mettere alla prova la tenuta della danza rispetto alle altre arti. bolario gestuale, d’ora in poi facilmente riconoscibile per i rapidi Nel 1994, Brigitte Lefèvre, divenuta Direttrice del Balletto cambiamenti di direzione, i salti a breve distanza dal suolo, le brac- dell’Opéra, gli propone di creare una pièce per i danzatori del- cia gettate nello spazio, al servizio di una drammaturgia concisa ed la compagnia: il risultato sarà Le Parc. Prima commissione, primo efficace, gli vale il riconoscimento generale. successo! Su musiche di Mozart alle quali si aggiunge una musica Poco tempo dopo, si ritrova alla testa di un Centre Chorégraphiq- elettronica originale di Goran Vejvoda, e con una scenografia ve- ue National di nuova istituzione, e il Balletto dell’Opéra di Lione getale in cui ogni cespuglio nasconde un pericolo erotico, il nostro gli commissiona una versione del Romeo e Giulietta di Sergej coreografo parte alla ricerca di una nuova ars amandi passando Prokof’ev. Anche questa volta, la sua esplosiva versione coglie nel per un florilegio di vari comportamenti amorosi, dalla sublima- segno. Preljocaj presenta un mondo alla George Orwell, in cui i due zione al libertinaggio, dal riserbo all’eccitazione sfrenata. Le Parc, amanti non sono più vittime di due famiglie tra loro nemiche, bensì unanimemente osannato sia dalla critica sia da un pubblico entu- di un ordine sociale in cui le classi rimangono nettamente separate siasta, più volte ripreso, è poi entrato nel repertorio di compagnie l’una dall’altra. Per l’occasione fa danzare, per la prima volta, le bal- importanti, tra le quali quella del Teatro alla Scala. lerine sulle punte, dimostrando così che non intende rinchiudersi Quattro anni dopo, una nuova proposta da parte dell’Opéra gli esclusivamente nella categoria di coreografo contemporaneo (il consentirà, con Casanova, di riflettere nuovamente sull’amore, ma che, a quel tempo, significava opposto al classico). Ma soprattutto, questa volta in modo più malinconico, da un punto di vista più chiedendo al fumettista Enki Bilal di realizzare le scenografie e i “medico”. Bisogna dire che a quell’epoca il mondo della danza sta- costumi, dà inizio a un lungo elenco di collaborazioni con artisti di va ancora piangendo i suoi morti stroncati dall’AIDS, tragica ma- tutte le discipline, ai quali ormai si rivolgerà per quasi tutte le sue lattia dell’amore. Non è dunque il personaggio romanzesco di Ca- creazioni. Seguendo l’esempio dei Ballets russes di Sergej Djagilev sanova, libertino impenitente, ad attrarre l’attenzione di Preljocaj, (che ammira molto), vuole lavorare con artisti viventi; tra questi, i quanto piuttosto ciò che accade sotto la pelle, i fluidi e gli umori compositori Karlheinz Stockhausen e Goran Vejvoda, gli scultori Fa- che circolano voluttuosamente tra corpi il cui soddisfacimento ses- brice Hyber, Subodh Gupta e Constance Guisset, gli stilisti Azzedi- suale non può sottrarli alla dissoluzione e alla disgregazione. An- ne Alaïa e Jean-Paul Gaultier, senza contare i registi, i light designer, cora una volta, la pièce è un successo. ecc. I suoi incontri con le arti plastiche, con la musica, il cinema, con Nel 2004, dopo che una nuova generazione di danzatori è entra-
35 P R E L J O C A J / KO R ’ S I A ta a far parte della compagnia, Preljocaj è nuovamente invitato a creare per il Balletto dell’Opéra di Parigi, questa volta condividen- do la locandina col coreografo inglese Wayne McGregor. Sarà Le Songe de Médée, sorta di incontro a porte chiuse tra Medea, Giasone e Creusa, in cui Preljocaj interpreta il mito più nel senso dell’ambiguità dell’amore materno che in quello della gelosia omi- cida di una moglie abbandonata. Non è possibile elencare nel dettaglio la quarantina di lavori che Preljocaj ha realizzato in quasi trentacinque anni di attività, sia per la sua Compagnia sia per le maggiori compagnie internazionali; per non parlare delle sue incursioni nel cinema (termine che pure si- gnifica movimento dei corpi), compreso il film Polina, danser sa vie (2016) su come costruirsi come artista, dal fumetto di Bastien Vivès. Lettore insaziabile di testi letterari, saggistici e filosofici, amante del cinema, frequentatore di gallerie d’arte e di studi di artisti, sco- pritore di oggetti strani e curiosi, Angelin non si nega ad alcun genere di esperienza. Lo studio delle leggi fondamentali del movi- mento del corpo umano lo interessa tanto quanto la realizzazione di un grande spettacolo, secondo un’alternanza che egli paragona a quella che, nel campo delle scienze, distingue la ricerca di base dalla ricerca applicata, ove l’una nutre l’altra. È così che nel corso di tutta la sua carriera, attraversando i molteplici territori della co- reografia, passerà da un genere all’altro: dal balletto astratto come Empty Moves al balletto narrativo come Blanche Neige o Roméo et Juliette, dalla rivisitazione di classici come Le Sacre du printemps e Noces a pièces di carattere spirituale come Annonciation o MC 14/22 (Ceci est mon corps), tratto dal Vangelo di san Marco, in cui
36 37 SCRIVERE CON IL CORPO P R E L J O C A J / KO R ’ S I A dodici ballerini, veri e propri apostoli del gesto, sviluppano una prontati allo stile più tradizionale di quella illustre Compagnia, fat- danza virile dietro la quale si intravedono simboli sacri. Gli capi- to di eleganza eterea e distaccata, di cui Le Parc rimane il migliore ta anche di trarre spunto dalla realtà del nostro tempo, come in esempio. Persino nella famosa scena del bacio, sicuramente il più N. (ovvero Haine, “odio”, che in francese si pronuncia allo stesso lungo di tutta la storia del balletto, resa celebre dal film pubblici- modo della lettera “n”), che tratta della violenza nel mondo, o in tario che Preljocaj realizzò in seguito, la misura e il riserbo sono Personne n’épouse les méduses, una satira della televisione com- di rigore; ma quando Le Parc sarà danzato dal Corpo di Ballo del merciale. Teatro alla Scala, la pièce sarà percorsa dalla vivacità e dall’energia Tuttavia, il suo talento si esprime in modo davvero folgorante so- che caratterizzano la Compagnia scaligera. prattutto quando si sente sollecitato da colleghi che ammira o quan- Sempre desideroso di sperimentare cose nuove, nel balletto do fa sua un’opera letteraria, come quella di pascal Quignard per Suivront mille ans de calme, ispirato all’Apocalisse di San Giovan- L’Anoure o quella di Laurent Mauvignier per Ce que j’appelle oubli. ni, Preljocaj riunisce dieci ballerini della sua Compagnia e dieci di Nel 2009, all’età di 52 anni, dopo avere progressivamente smesso quella del Bol’šoj, suscitando così un interessante confronto tra il di danzare nei propri lavori, torna in scena, da solo, e aggiunge rigore accademico di un codice secolare e la versatile flessibilità la parola al gesto interpretando Le Funambule, un testo di Jean delle formazioni odierne. Anche qui, una volta di più, il suo stile Genet in cui si parla della forza di volontà, dell’ambizione e della appare come una sottile fusione di influenze diverse. Il suo ampio solitudine di un artista. Di questo lungo poema d’amore, che Ge- alfabeto gestuale gli permette di moltiplicare le possibilità espres- net aveva rivolto al suo amante acrobata, Preljocaj ha fatto un vero sive degli interpreti, rimanendo sempre attento all’esigenza di una e proprio viatico per ogni danzatore. forma chiara e di una scrittura accurata. La disinvoltura con cui passa da un genere all’altro si ritrova nel Tuttavia, questo bulimico del lavoro è anche capace di fermarsi, suo rapporto con i ballerini, quando alterna una creazione per quando ne sente la necessità, e di prendersi un po’ di tempo per la sua Compagnia di danza contemporanea a una realizzata per “ricaricarsi”. Così, nel 2002, lascia per qualche tempo la sua Com- una grande Compagnia di balletto classico. Sempre attento e cu- pagnia per andare a camminare nel deserto, e poi scala i 6.000 rioso, sa adeguarsi alla tecnica dei suoi interpreti e servirsene al metri del Kilimangiaro: voleva verificare i propri limiti fisici. Ne ri- meglio. In occasione della sua prima esperienza con il New York tornerà con una nuova energia, che gli ispira Near Life Experience, City Ballet, nel 1997, aveva sfruttato appieno il vivace atletismo dei un lavoro che esplora quegli stati di coscienza in cui il corpo sem- ballerini americani nella Stravaganza, concepita apposta per loro; bra galleggiare e staccarsi dallo spirito. viceversa, i suoi lavori per il Balletto dell’Opéra di Parigi sono im- Dal 2006 Angelin è insediato con la sua Compagnia al “Pavillon
38 SCRIVERE CON IL CORPO noir” di Aix-en-Provence, un edificio da lui stesso progettato in- sieme all’architetto Rudy Ricciotti. Qui dispone di quattro studi, numerosi uffici e una sala teatrale. Oltre ai ventiquattro ballerini stabili della Compagnia e al personale amministrativo, ha assunto una persona incaricata di annotare i movimenti coreografici, affin- ché ogni suo lavoro venga fissato definitivamente e possa essere rimontato a prescindere da qualunque interpretazione preceden- te. All’inizio degli anni Novanta, la scomparsa di molti coreografi, falciati dall’AIDS al culmine della loro capacità creativa (tra cui Ba- gouet nel 1992), aveva sollevato il problema della memoria e della conservazione delle opere. Consapevole della precarietà dell’arte della danza, Preljocaj si è preoccupato molto presto di conservare e trasmettere; ha perciò filmato personalmente molti dei suoi bal- letti e soprattutto, a seguito dell’incontro con la coreologa Naomi Perlov, si è appassionato ai sistemi di notazione dei movimenti co- reografici. È stata Naomi Perlov, notatrice del metodo di scrittura Benesh, a riallestire Le Parc alla Scala nel 2007. In definitiva, l’autonomia così accordata alla danza ne moltiplica le possibili interpretazioni; e se, come sosteneva Talleyrand, la paro- la è stata donata all’uomo solo perché egli potesse dissimulare il proprio pensiero, secondo Preljocaj il corpo, invece, può svelarne tutte le sfumature. (Traduzione dal francese di Arianna Ghilardotti)
43 SICILIANA (nuova creazione) Idea e direzione Mattia Russo e Antonio de Rosa Coreografia Kor’sia / Mattia Russo e Antonio de Rosa in collaborazione con gli interpreti Drammaturgia Giuseppe Dagostino Musiche Arvo Pärt, Franz von Suppé, Pëtr Il’ič Čajkovskij e Johann Sebastian Bach Direttore Tommaso Ussardi Scene Christian Lanni con elementi scenici da Massimo Puppieno, scenografia di Francesco Zito (Politeama Garibaldi, 2000) Costumi Adrián Bernal Luci Salvatore Spataro Assistente alle scene Andrea Fiduccia Realizzazione sound design Manfredi Clemente Voce registrata Carmela Catalano PROLOGO - Visita guidata Lucia Ermetto, Fabio Correnti, Gaetano La Mantia, Benedetto Oliva, Giuseppe Rosignano PROLOGO - Giardino delle suore Corpo di ballo DUETTO INIZIALE Alessandro Cascioli, Andrea Mocciardini
44 SICILIANA SFILATA Corpo di ballo CAPRICCIO Corpo di ballo SUORA Vito Bortone SESTETTO con la suora Michele Morelli, Andrea Mocciardini, Alessandro Cascioli, Michaela Colino, Giorgia Leonardi, Giovanni Traetto, Vito Bortone PASSO A DUE Michele Morelli, Andrea Mocciardini (20, 21, 23, 24) Alessandro Cascioli, Giovanni Traetto (22, 26) ELECTRONICA Corpo di ballo PROCESSIONE Corpo di ballo FINALE Corpo di ballo SOLO FINALE Michele Morelli Commissione del Teatro Massimo Nuovo allestimento del Teatro Massimo Corpo di ballo, Orchestra e Coro del Teatro Massimo Maestro del Coro Piero Monti Maître de ballet e assistente alle coreografie Andrei Fedotov Durata: un’ora
49 ARGOMENTO Una guida accompagna i visitatori alla scoperta dell’Oratorio di San Lorenzo, uno dei capolavori di Giacomo Serpotta che vi ha raffigurato le otto virtù. Dall’Oratorio fu trafugato nel 1969 il quadro realizzato da Caravaggio e che raffigurava la Natività con i santi Lorenzo e France- sco; una copia è ora esposta. Quando l’oratorio chiude per la notte, le statue si animano: alcuni giocano a pallone, altri dialogano sulle note del Kyrie della Berliner Messe di Arvo Pärt. Tutti i personaggi abbandonano le loro nicchie e sfilano nell’oratorio (ouverture da Cavalleria leggera di Franz von Suppé), poi si abbandonano alla danza (Capriccio italiano di Čajkov- skij). Una suora entra in scena, per pulire le statue: immediatamente tutti si immobilizzano, ma poi iniziano a giocarle scherzi. Alla fine la suora si lascia coinvolgere nella loro danza (Sicilienne dal Concerto per organo BWV 596 di Johann Sebastian Bach) e si spinge a bacia- re una statua: suona un’allarme, la suora fugge. Rimasti soli, i perso- naggi di Serpotta continuano a ballare sulle note di musica popolare, poi trasformano l’oratorio in una discoteca; ma l’atmosfera di festa è interrotta da uno sparo. Segue la processione funebre, ma di nuovo la disperazione si trasforma in festa (Polonaise da Evgenij Onegin di Čajkovskij). È il momento per tutti di tornare al proprio posto, inizia una nuova giornata.
50 51 P R E L J O C A J / KO R ’ S I A SYNOPSIS ARGUMENT A tour guide and some tourists enter the Oratory of San Lorenzo in Un guide et des touristes entrent dans l’Oratoire San Lorenzo de Pa- Palermo, one of Giacomo Serpotta’s masterpieces. The altarpiece Na- lerme, l’un des chefs-d’œuvre de Giacomo Serpotta. Le retable de la tivity with St. Francis and St. Lawrence by Caravaggio was stolen in Nativité avec saint François et saint Laurent de Caravage a été volé 1969, a hi-tech replica is now placed inside the oratory. en 1969, une réplique de haute technologie est désormais placée à As soon as the tourists leave the oratory, the statues come alive: some l’intérieur de l’oratoire. play football, others converse on the notes of the Kyrie from the Berli- Dès que les touristes quittent l’oratoire, les statues s’animent: cer- ner Messe by Arvo Pärt. The characters leave their niches and parade taines jouent au football, d’autres discutent sur les notes du Kyrie de in the oratory (Light Cavalry overture by Franz von Suppé), then dance la Berliner Messe d’Arvo Pärt. Les personnages quittent leurs niches all together (Tchaikovsky’s Italian Capriccio). A nun enters the scene et défilent dans l’oratoire (ouverture de la Cavalerie légère de Franz and starts cleaning the statues: immediately all come to a standstill, von Suppé), puis dansent tous ensemble (Capriccio italien de Tchaï- but then they start playing tricks. Eventually the nun dances with them kovski). Une religieuse entre en scène pour nettoyer les statues: elles (Sicilienne from the Concert for organ BWV 596 by Johann Sebastian s’arrêtent immédiatement, puis commencent à lui jouer des tours. La Bach), but when she kisses a statue the sound of an alarm frightens nonne finit par danser avec elles (Sicilienne du Concert pour orgue her. Left alone, the characters of Serpotta continue to dance to the BWV 596 de Johann Sebastian Bach), mais quand elle embrasse une notes of popular music, then they transform the oratory into a disco; statue, un son d’alarme l’effraie. Restés seuls, les personnages de but the party atmosphere is interrupted by a shot. A mocking fune- Serpotta continuent à danser sur les notes de la musique populaire, ral procession follows, but again despair turns into a feast (Polonaise puis transforment l’oratoire en discothèque; mais l’ambiance de fête from Tchaikovsky’s Yevgeny Onegin). It’s time for everyone to return est interrompue par un coup de feu. S’ensuit une procession funèbre to their place, a new day begins. moqueuse, mais encore une fois, le désespoir se transforme en fête (Polonaise de Eugène Oneguine de Tchaïkovski). Il est temps que chacun retourne à sa place, un nouveau jour commence.
52 HANDLUNG Eine Reiseleiter und einige Touristen betreten das Oratorium von San Lorenzo in Palermo, eines der Meisterwerke von Giacomo Serpotta. Das Altarbild Christi Geburt mit den Heiligen Laurentius und Franzis- kus von Caravaggio wurde 1969 gestohlen, eine Hi-Tech-Kopie befin- det sich jetzt im Oratorium. Sobald die Touristen das Oratorium verlassen, werden die Statuen lebendig: einige spielen Fußball, andere sprechen miteinander (Kyrie von der Berliner Messe von Arvo Pärt). Die Charaktere verlassen ihre Nischen und paradieren im Oratorium (Leichte Kavallerie-Ouvertüre von Franz von Suppé), dann tanzen alle zusammen (Tschaikowskys Italiener Capriccio). Eine Nonne betritt die Szene und beginnt, die Statuen zu säubern: sofort stehen alle still, aber dann beginnen sie, Tricks zu spielen. Schließlich tanzt die Nonne mit ihnen (Sicilienne aus dem Konzert für Orgel BWV 596 von Johann Sebastian Bach), aber als sie eine Statue küsst, erschreckt sie ein Alarm. Allein gelassen tanzen die Charaktere von Serpotta weiter zu den Noten populärer Musik, dann verwandeln sie das Oratorium in eine Disco. Die Party-Atmo- sphäre wird jedoch durch einen Schuss unterbrochen. Es folgt ein spöttischer Trauerzug, aber die Verzweiflung verwandelt sich in ein Fest (Polonaise von Tschaikowskis Eugen Onegin). Es ist Zeit für alle, an ihren Platz zurückzukehren, ein neuer Tag beginnt.
55 S O G N O D I U N A N OT T E PA L E R M I TA N A Kor’sia, in un recente lavoro della compagnia, si interrogava sul prin- cipio di identità di un Paese e su come si può riconoscere l’essenza di una cultura. Da un primo approfondimento sulle immagini conven- zionali e sulla tradizione rappresentativa di un Paese, il collettivo è arrivato a rappresentare, attraverso la coreografia, un mondo surreale abitato da personaggi decadenti e ironici. Bisogna essere pronti a varcare la soglia di uno spazio reale e immergersi immediatamente in un’altra dimensione. Siciliana è un vortice magico da attraversare agghindati con piume e oggetti non proprio del nostro tempo. Mattia Russo e Antonio de Rosa prendono spunto dalla produzione plastica di Giacomo Serpotta per animare lo spirito di quegli occhi, che con incanto e rammarico, osservano chi attraversa la città di Palermo. Le figure di gesso bianco, sparse negli oratori del centro storico, sono la perfetta rappresentazione della strada. Con il loro atteggiamento irriverente, sfrontato e a tratti blasfemo incuriosiscono gli autori tanto da immaginarli indaffarati a prepararsi per una festa. I picciriddi, col pretesto della festa, prenderanno vita nelle ore notturne lasciandosi andare ai normali comportamenti umani. Tutto ciò che accadrà fuori dall’oratorio dovrà concludersi prima che il sole sorga costringendo-
56 57 S O G N O D I U N A N OT T E PA L E R M I TA N A P R E L J O C A J / KO R ’ S I A li a ritornare statue sulle pareti. Se si scava a fondo nella narrazione, si spettacolo una guida turistica spiega a un gruppetto di visitatori le carat- evince uno specifico messaggio che riconosce nella cultura della città teristiche dell’Oratorio, additando nella Sala Grande del Teatro Massimo siciliana un’incapacità di credere fino in fondo alle cose, alla loro enti- gli stucchi bianchi e dorati del Serpotta e la riproduzione della Natività tà, alle cause e agli effetti. Ne è d’esempio una battuta locale, “Non ci con i santi Francesco e Lorenzo realizzata da Michelangelo Merisi da Ca- fu niente”, pronunciata mentre qualcosa di grave accade, come istinto ravaggio appositamente per l’Oratorio nel 1609. Il nove e il suo rovescia- a ridimensionare un trauma mettendolo subito al passato remoto. L’at- mento, il 6, tornano spesso nelle vicende dell’Oratorio di San Lorenzo, a mosfera ludica è un pretesto per narrare le sventure dei personaggi che, partire dalla data del 1569, quando viene affidato alla Compagnia di San così come per il teatro serpottiano anche per Kor’sia, non hanno nulla Francesco. Nel 1609 la Compagnia commissiona una tela al Caravaggio; a che vedere con la rappresentazione artistica religiosa dell’epoca, ben- nel 1699 Serpotta dà all’Oratorio la veste bianca e oro che conosciamo, sì sono lo specchio della società odierna, mentre giocano e si annoia- con le raffigurazioni delle otto virtù; infine nel 1969 la data più buia, il fur- no nelle strade del centro storico di Palermo. I loro sguardi penetranti to della tela della Natività, “rapita” dalla mafia e mai ritrovata: una replica e commoventi attirano il turista così come le grandi opere della città e accuratissima è ora posta sull’altare dell’oratorio. diventano un mezzo per definire l’anima della cultura siciliana. Lo stupo- È questa la prima delle ferite e delle contraddizioni di Palermo che, re che si vive visitando gli oratori è riconducibile anche al colore bian- sotto l’apparenza di una favola gradevole e divertente, Kor’sia mette in co delle statue, Serpotta dona spessore ed energia alle pareti: il colore scena. Mattia Russo e Antonio de Rosa fingono infatti che, non appena bianco delle statue, tutt’uno con le pareti, sembra essere l’origine e il i visitatori lasciano l’Oratorio, le mille figure che popolano questo e gli destino per queste figure. Siciliana mette così in scena un microcosmo altri oratori di Giacomo Serpotta si animino: le otto virtù scendono dal di personaggi che valorizzano temi emblematici della cultura siciliana, loro piedistallo e così fanno i puttini, i picciriddi: bambini delle strade come il legame alle origini e alla terra. La grandissima tradizione siciliana dell’epoca del Serpotta o di oggi. Delle figure si muovono nella foschia del teatro dei pupi, i misteri che si celano nei mercati storici di Palermo sulle note del Kyrie dalla Berliner Messe di Arvo Pärt, le suore giocano e la tramandata cultura per l’effimero prenderanno vita nelle figure ina- goffe a pallone avvolte nei loro veli. Ma i picciriddi vogliono soprattutto nimate che vivono in Siciliana, donandogli per una notte la possibilità di divertirsi e sfilano davanti al pubblico, come per presentarsi, sulle note raccontare la loro storia. dell’ouverture da Cavalleria leggera di Franz von Suppé. Il Capriccio ita- liano di Čajkovskij è l’occasione per tutta una serie di scherzi e azioni La vicenda del balletto, pretesto per una successione di scene che co- della vita quotidiana, che traggono le figure in bianco e oro dalle loro prono un largo spettro di attività quotidiane, si svolge infatti interamente pose consuete. Quando una suora entra nell’oratorio e si avvicina alle nel corso di una notte, all’interno dell’Oratorio di San Lorenzo. A inizio statue per lavarle, tutti si immobilizzano all’istante: ma non appena sono
58 59 S O G N O D I U N A N OT T E PA L E R M I TA N A P R E L J O C A J / KO R ’ S I A sicuri di non essere più in vista, eccoli ammiccare, fare smorfie e sberleffi, pongono limiti, anche nel passare fulmineamente dal tragico al comico. cambiare posto. La suora è inquieta, avverte con la coda dell’occhio il In fondo anche questo è un elemento ereditato dal barocco, basti pen- movimento che pure non riesce a cogliere; ma a turbarla sono anche sare ai personaggi comici – a volte destinati a sorte tragica – delle opere le membra delle statue, bianche di stucco ma talmente realistiche da di Monteverdi; e al tempo stesso è una componente assolutamente mo- sembrare vere. E la monaca si lascia infine trascinare nella danza, diventa derna, legata al nostro mondo dominato dalla comunicazione veloce, anche lei, scandalosamente vestita di rosso, una del gruppo di scanzo- dove ogni sentimento, anche l’infelicità, si esprime con un emoji. Anche nati picciriddi. le musiche vengono giustapposte con grande disinvoltura, ed ecco che Ma questa suora che di notte entra nell’Oratorio, chi è? forse, visto che se la seduzione della notte era affidata alle note della Sicilienne dal Con- l’Oratorio di San Lorenzo in cui ci conducono i Kor’sia è in realtà il Teatro certo per organo in re minore BWV di Johann Sebastian Bach, quando Massimo, possiamo immaginare che questa suora sia “la monachella”, la monaca si spinge fino a baciare un aitante giovanotto ecco che suo- cioè il leggendario spettro che vive tra le mura del Teatro Massimo, im- na un allarme improvviso, denunciando la suora e ponendola in fuga; magine astrale di una suora la cui tomba fu violata durante i lavori di co- i picciriddi, divertiti dalla vicenda, sono sempre più scatenati, e pronti struzione del Teatro Massimo (per sgomberare l’area in cui sorge furono a lanciarsi prima in danze al suono del marranzano e poi a trasformare distrutti ben tre monasteri con le rispettive chiese). Trasformare il Teatro l’oratorio in una discoteca. E anche qui avviene un momento di rottu- Massimo nell’Oratorio di San Lorenzo non è solo un gioco: è anche un ra, perché proprio sul più bello viene rubato il Caravaggio, si sente uno modo per ricordare che il legame tra i due monumenti consiste nell’es- sparo, un corpo cade a terra, e ci ritroviamo trascinati nella cronaca nera; sere testimoni di un passato di bellezza che è stato vittima della mafia nel è solo un momento però, perché la processione funebre che segue ha momento più buio della vita della città, e mettere in relazione il furto del toni grotteschi, il cadavere finisce per rialzarsi per danzare con gli altri, e Caravaggio nel 1969 con la lunghissima chiusura del Teatro Massimo a addirittura, proprio quando sembra che tutti stiano per lanciarsi nel vuo- partire dal 1974. D’altra parte, proprio al Teatro Massimo è andato in sce- to che delimita il fondo della scena, l’ingresso di un vassoio di cannoli li na nel 2016 Il Caravaggio rubato, oratorio giornalistico con le musiche di riporta ancora una volta alla vita e alla danza, sulle note della Polonaise Giovanni Sollima, il testo di Attilio Bolzoni e le fotografie di Letizia Battaglia. dall’Evgenij Onegin di Čajkovskij. Alla fine i picciriddi escono di scena Torniamo alla nostra monaca (affidata a un interprete maschile), che fi- uno dopo l’altro, solamente uno, sgomento dinanzi al vuoto nella cor- schietta mentre procede nelle pulizie, secondo un topos riconducibile nice del Caravaggio, rimane indietro, un po’ come Puck nel Sogno di alle classiche fiabe Disney. È un esempio della ricchezza di riferimenti, una notte di mezz’estate di Shakespeare, a concludere danzando questo tratti da tutti gli strati che costituiscono il nostro immaginario, che si tro- sogno di una notte palermitana, con la tristezza e l’indignazione di una vano nella coreografia dei Kor’sia. Antonio de Rosa e Mattia Russo non si ferita rimasta ancora aperta dopo cinquant’anni.
63 NOTE BIOGRAFICHE Angelin Preljocaj Nato in Francia, Angelin Preljocaj inizia a studiare danza classica pri- ma di rivolgere la propria attenzione alla danza contemporanea con Karin Waehner. Nel 1980 si trasferisce a New York per lavorare con Zena Rommett e Merce Cunningham; poi continua i suoi studi in Francia con la coreo- grafa americana Viola Farber e con Quentin Rouillier. Successivamen- te lavora con Dominique Bagouet fino alla creazione della sua Com- pagnia nel dicembre 1984. Da allora ha creato cinquanta coreografie. Collabora regolarmente con altri artisti, tra i quali: Enki Bilal (Romeo e Giulietta, 1990), Goran Vejvoda (Paysage après la bataille, 1997), Air (Near Life Experience, 2003), Granular Synthesis (N, 2004), Fabri- ce Hyber (Les 4 saisons…, 2005), Karlheinz Stockhausen (Eldorado – Sonntags Abschied, 2007), Jean Paul Gaultier (Biancaneve, 2008), Constance Guisset (Le funambule, 2009), Claude Lévêque (Siddharta, 2010), Laurent Garnier e Subodh Gupta (Suivront mille ans de calme, 2010), Azzedine Alaïa (Les Nuits, 2013, La Fresque, 2016) e Natacha Atlas (Les Nuits, 2013). Le sue creazioni sono entrate nel repertorio di prestigiose compa-
64 65 N OT E B I O G R A F I C H E P R E L J O C A J / KO R ’ S I A gnie, dalle quali riceve delle commissioni, è il caso del Ballet de 1995, il “Bessie Award” per Annonciation nel 1997, il “Victoires de l’Opéra National de Paris, del Teatro alla Scala di Milano e del New la Musique” per Romeo e Giulietta nel 1997, il “Globe de Cristal” York City Ballet. per Biancaneve nel 2009. Tra i riconoscimenti ricevuti, citiamo: Uf- Ha realizzato dei cortometraggi (Le postier, Idées noires nel 1991) ficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere, Cavaliere della Legion e numerosi film, tra i quali Un Trait d’Union e Annonciation (1992 e d’Onore e Ufficiale dell’Ordine Nazionale del Merito. Nel 2014 ha 2003) per i quali ha ricevuto il Grand Prix du Film d’Art nel 2003, il ricevuto il premio “Prix Samuel H. Scripps” da parte dell’American Primo “prix Vidéo-danse” nel 1992 e il premio da parte del Festival Dance Festival che premia tutta la sua opera. del Video di Praga nel 1993. Nel 2009 realizza il film Biancaneve, Il Ballet Preljocaj si è stabilito da ottobre 2006 al Pavillon Noir di nel 2011 firma L’Envol per una pubblicità di Air France, che ripren- Aix-en-Provence, un luogo interamente dedicato alla danza di cui de un momento della coreografia Le Parc. Nel 2016 realizza un Angelin Preljocaj è il direttore artistico. nuovo video pubblicitario per il profumo Galop di Hemès. Ha inoltre collaborato a diverse realizzazioni coreografiche met- Claudia De Smet tendo in scena le sue coreografie: Les Raboteurs con Cyril Collard È nata in Belgio e si è diplomata all’Institut dall’opera di Gustave Caillebotte del 1988, Pavillon Noir con Pierre Provincial de Danse. Come ballerina profes- Coulibeuf nel 2006 e Eldorado / Preljocaj con Olivier Assayas nel sionista ha fatto diverse esperienze in varie 2007. Nel 2016 ha presentato il suo primo lungometraggio Polina, compagnie in Europa. Ha trascorso la mag- danser sa vie, un adattamento dei fumetti di Bastien Vivès, realizza- gior parte della sua carriera di ballerina al Bal- to con Valérie Müller. let Preljocaj, interpretando numerose creazioni di Angelin Preljo- Diversi testi sono stati pubblicati sulle sue opere, tra questi: Ange- caj nei ruoli principali del suo repertorio. lin Preljocaj (Actes sud, 2003), Pavillon Noir (Xavier Barral, 2006), Dopo la carriera di danzatrice prosegue il suo rapporto con il Ballet Angelin Preljocaj, Topologie de l’invisible (Naïve, 2008), Angelin Preljocaj in veste di assistente del coreografo nelle nuove creazio- Preljocaj, de la création à la mémoire de la danse (Belles Lettres, ni come responsabile dello sviluppo artistico con i danzatori della 2011), Angelin Preljocaj (La Martinière, 2015) uscito in occasione compagnia e della preparazione delle tournée. Dal 2011 lavora del trentesimo anniversario della compagnia. come Maître de Ballet indipendente per Angelin Preljocaj e rimonta Nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi premi, tra i quali molte sue coreografie per compagnie di danza in tutto il mondo. il “Grand Prix National de la Danse” conferito dal Ministero della Grazie alla sua lunga esperienza e al conseguimento di progetti di Cultura francese nel 1992, il “Benois de la Danza” per Le Parc nel successo, è spesso invitata da compagnie e scuole professionali
66 67 N OT E B I O G R A F I C H E P R E L J O C A J / KO R ’ S I A di danza internazionali come insegnante e maître de ballet, assi- del Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo, dove interpreta stendo i coreografi durante il processo di creazione, formando i Cinderella di Monteverde, Soirée Roland Petit, e la serata Waiting for danzatori e tenendo workshop. Ravel con coreografie di Tortelli, Manes e Monteverde. È solista nello Schiaccianoci di Picone, in Walking Mad di Inger, in Water Game e Annamaria Margozzi nella Bella addormentata di Levaggi. Nel 2018 è l’Amica di Kitry in Nata nel 1987, si diploma nel 2006 presso l’Ac- Don Chisciotte e in Sin lo cual no di Doda per La grande danza. cademia Nazionale di Danza di Roma. Nel 2003 vince il Premio delle Arti del M.I.U.R, presidente Linda Messina di giuria Maya Plisetskaya. Danzatrice di forma- Nasce a Piazza Armerina. Si forma all’Accademia zione classica e contemporanea, ha la fortuna Nazionale di Danza di Roma e alla Scuola di fin da subito di interpretare coreografie classi- ballo del Teatro alla Scala. Fa parte del Corpo che, neoclassiche e contemporanee di coreografi di fama interna- di ballo dell’Opéra National du Rhin sotto zionale. Interpreta ruoli principali in Les Sylphides ed Excelsior di Z. la direzione di Bertrand d’At. Dopo varie Prebil; Lo Schiaccianoci e La Vivandière di E. Albanese; Prova d’opera, esperienze all’estero ritorna in Italia nel 2011 ed entra a far parte Capriccio italiano e Allah n’est pas obligè di A.Borriello. Nel 2007 è del Corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino Maggiodanza entrata a far parte della compagnia giovanile francese Europa Dance, sotto la direzione di Francesco Ventriglia, interpretando primi ruoli dove interpreta varie coreografie di Duato (Sinfonia Indie, Duende), e ruoli solistici in coreografie di Balanchine, Kylián, Foniadakis, Soto, Kylian (Un ballo, Sechs Tänze) e Ekman (Les quatre soeurs). Dal 2009 Poliakov, Ventriglia, Linke. Nel 2015 lavora presso il Teatro dell’Opera entra a far parte del corpo di ballo dell’Arena di Verona dove parteci- di Roma con Il lago dei cigni di Bart e con Montero allo Staatstheater pa alle stagioni estive e invernali interpretando sempre ruoli solistici Nurnberg Ballet, dove arricchisce il suo repertorio contemporaneo e principali in Cenerentola di Garofoli, Schiaccianoci à la carte, Lago con coreografi come Inger, Naharin e Forsythe. È poi solista con il dei cigni e Aida di Zanella, Barocco Remix di De Candia. Seguono Royal New Zealand Ballet sotto la direzione di Ventriglia, ballando ruolo principali nella compagnia di Raffaele Paganini per Un America- Giselle di Stiefel, In the Middle di Forsythe, La bella addormentata, no a Parigi, Bolero e Tanghi, il ruolo di prima ballerina per Omaggio a Paquita, Selon Désir di Foniadakis che debutta al Royal Ballet di Londra, Ravel di Zanella e Blue Moon di Garofoli all’Arena di Verona, Narciso, Carmen e Arlesienne di Petit, Cacti, episode 31 di Ekman, Romeo e passo a due con Giuseppe Picone, coreografia di Garofoli nel “Gala Giulietta di Ventriglia e Sogno di una notte di mezza estate di Scarlett de Les Etoiles” al Politeama di Genova. Dal 2016 entra a far parte in tournée a Hong Kong. Di recente è stata ospite dell’Opéra di
68 69 N OT E B I O G R A F I C H E P R E L J O C A J / KO R ’ S I A Lione per Carmen e Arlesienne di Petit. Nel 2018 è stata interprete Yuriko Nishihara di Kitry in Don Chisciotte al Teatro Massimo di Palermo. Nasce a Tokyo dove inizia gli studi di danza, proseguiti poi in Svizzera nella scuola di Mau- Francesca Bellone rice Béjart, dove si è diplomata. Tra i suoi ma- Nata a Palermo, si diploma presso la scuola estri vi sono Denis Ganio, Michel Gascard e “Aurino e Beltrame” diretta da Candida Ama- Gil Roman. Durante il soggiorno in Svizzera ha to, frequentando per un anno la scuola del Te- partecipato a tournées internazionali con la Compagnia di Béjart atro dell’Opera di Roma diretta da Paola Jorio. - Ballet Lausanne danzando al Teatro Bol’soj di Mosca, al Théâtre Dal 2006 lavora per il Corpo di Ballo del Tea- Beaulieu di Losanna, allo Stadsschouwburg di Anversa e al Tea- tro Massimo di Palermo, il Maggio Musicale Fiorentino e l’Arena di tro Regio di Torino. Ha poi ha studiato al Conservatorio di Madrid Verona, interpretando anche ruoli da solista nelle coreografie di: dove ha affrontato il repertorio di Nacho Duato. A Roma ha lavora- Luciano Cannito, Amedeo Amodio, Marcello Angelini, Micha Van to con Diana Ferrara, affrontando coreografie di Luciano Cannito Hoecke, Vladimir Derevianko, Irina Kolpakova, Roland Petit, Massi- ed Enrico Morelli in diversi teatri italiani. Ha ballato in Le sacre du mo Morricone, Paul Chalmer, George Balanchine, August Bourno- printemps e L’oiseau de feu di Béjart, Rassemblement, Na Floresta ville, Jiri Kylian e Andonis Foniadakis, Fabrizio Monteverde, Benja- e Cor Perdut di Duato, Who Cares? di Balanchine. min Pech, Giuseppe Picone, Johan Inger, Matteo Levaggi, Lienz Dalla fine del 2016 lavora al Teatro Massimo di Palermo, ricopren- Chang, Gentian Doda, e Carolyn Carlson. do, tra gli altri, il ruolo di Aurora in La bella addormentata di Levag- Nel luglio 2015 in occasione della stagione estiva del Teatro di gi, quello di Cupido in Don Chisciotte e quello de La figlia in Pink Verdura ricopre il primo ruolo in Carmen Suite di Enrico Morelli. Floyd di Micha van Hoecke. In seguito ricopre i primi ruoli nelle coreografie di Martha Graham The red couple in Diversion of Angel e Lament. KOR’SIA Negli anni successivi ricopre ruoli solistici e principali in varie pro- Antonio de Rosa e Mattia Russo, insieme a Giuseppe Dagostino, duzioni come: Sorellastra in Cinderella di F. Monteverde, Red Wo- sono KOR’SIA, un collettivo che nasce dalla necessità di comunica- man in Walking Mad di J. Inger, Fata delle Briciole e Cappuccetto re mediante il corpo, di rendersi visibili come creatori e interpreti. Rosso in La bella addormentata di M. Levaggi, Amica di Kitry in I tre fondatori sono uniti dall’urgenza di esplorare un linguaggio, Don Chisciotte di L. Chang, Sechs Tänze di J. Kylian. quello del corpo, che trascende i limiti di quello verbale. Nelle loro creazioni uniscono elementi provenienti da vari campi artistici,
70 N OT E B I O G R A F I C H E come i film, la fotografia, la letteratura e la scultura, punti di riferi- mento essenziali per elaborare nuovi mezzi espressivi. Dentro ad una realtà di cui siamo coscienti in maniera frammenta- ria, in cui si alternano suono e silenzi, movimento e quiete, il silen- zio della vita guida il cammino dei tre membri di KOR’SIA, uniti in un dialogo professionale. Dal 2015 KOR’SIA collabora con altre compagnie e istituzioni nell’ambito della danza, tra queste citiamo la Compañía Nacional de Danza de España. Nel giro di pochi anni la compagnia ha crea- to cinque spettacoli: Yellow Place, un passo a due; Cul de Sac, per 7 danzatori; The Lamb, per 7 danzatori e un attore; Human, per un cast dai 4 ai 10 interpreti; Somiglianza, per 5 danzatori. La Compagnia ha inoltre ricevuto i seguenti premi: Premio “Giova- ne talento”, Festival internazionale di Danza di Positano ‘Leonide Massine’, 2014; 1° premio Concorso Internazionale di Coreogra- fia NEW YORK- BURGOS; 2° premio Certamen Coreografico di Madrid, 2014; 2° premio Concorso Internazionale di Coreogra- fia di Copenhagen, 2015; 1° premio Concorso coreografico con- temporaneo ‘Jeunes Compagnies’, Francia; 1° premio Residenza di creazione 2015, Conseil Regional de Bourgogne & Synodales. Sens, Francia; 1° premio Concorso per giovani coreografi, Balletto dell’Opera Nazionale di Bordeaux; 1° premio TANZPLATTFORM BERN | Festival internazionale di danza e concorso per coreografi; selezionati da ‘Aerowaves Twenty’, tra i principali coreografi emer- genti europei 2019/2020. Kor’sia: Mattia Russo e Antonio de Rosa
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