Polveri fini Domande e risposte riguardanti caratteristiche, emissioni, immissioni, effetti sulla salute e misure - Fire

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Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti,
                                          dell’energia e delle comunicazioni DATEC

                                          Ufficio federale dell’ambiente UFAM
                                          Divisione Protezione dell’aria e prodotti chimici

Polveri fini
Domande e risposte riguardanti
caratteristiche, emissioni,
immissioni, effetti sulla salute e
misure

Stato gennaio 2013

Indice
Definizioni ________________________________________________________________ 2
Caratteristiche _____________________________________________________________ 4
Emissioni _________________________________________________________________ 8
Immissioni _______________________________________________________________ 10
Valori limite delle immissioni ________________________________________________ 18
Effetti sulla salute__________________________________________________________ 21
Misure ___________________________________________________________________ 24
Bibliografia _______________________________________________________________ 29
Allegato A ________________________________________________________________ 31
Allegato B ________________________________________________________________ 32
2                                                                               Definizioni

Definizioni
•   Carbonio totale (TC, «total carbon»): somma del carbonio elementare (EC) e
    del carbonio organico (OC). Oltre alla fuliggine comprende anche le particelle
    organiche secondarie che si formano nell’atmosfera e materiale biologico.
•   COVNM: composti organici volatili non metanici (diversi dal metano).
•   Diametro aerodinamico: le particelle in sospensione nell’aria hanno forme e
    densità molto variabili, e non è dunque semplice attribuire loro un diametro. Il
    diametro aerodinamico è una grandezza che si presta a descrivere tutta una
    serie di processi. Esso corrisponde al diametro che una particella sferica di
    densità pari a 1 g/cm³ dovrebbe presentare per avere la stessa velocità di
    sedimentazione in aria della particella considerata.
•   Fuliggine: comprende tutte le particelle primarie carboniose (contenenti
    carbonio) generate dai processi di combustione incompleti. È composta in
    prevalenza da carbonio elementare EC («elementary carbon», detto anche
    nerofumo) e composti organici misurati come carbonio organico OC («organic
    carbon»). Nell’ambito delle immissioni si usa spesso il termine fuliggine per
    indicare il solo carbonio elementare (p. es. nella 23a ordinanza federale tedesca
    sulla protezione dalle immissioni – BImSchV).
•   IPA: idrocarburi policiclici aromatici (anche         PAH,    «polycyclic   aromatic
    hydrocarbons»), tra cui il benzo[a]pirene.
•   LPAmb: legge federale sulla protezione dell’ambiente (legge sulla protezione
    dell’ambiente), RS 814.01.
•   Materiale organico (OM, «organic material»): i metodi tradizionali di analisi
    chimica misurano unicamente la percentuale di carbonio (OC) del materiale
    organico. Per tenere conto, nel bilancio di massa, anche degli altri atomi (in
    particolare idrogeno, azoto e ossigeno), bisogna moltiplicare il valore di OC per
    un fattore di conversione da cui risulta l’OM. Il fattore di conversione utilizzato
    nella presente pubblicazione è 1,6 (OM = 1,6 * OC).
•   NH3: ammoniaca.
•   NOx: ossidi di azoto.
•   OIAt: ordinanza contro l’inquinamento atmosferico, RS 814.318.142.1.
•   Particelle fini: particelle di polvere con un diametro aerodinamico inferiore a
    2,5 µm.
•   Particelle grossolane: particelle di polvere con un diametro aerodinamico che
    va da 2,5 a 10 µm.
•   Particelle primarie: particelle di polvere che si disperdono come tali nell’aria.
•   Particelle secondarie: particelle di polvere che si formano nell’atmosfera a
    partire da precursori gassosi (principalmente SO2, NOx, NH3, COVNM).
•   Particelle ultrafini: particelle di polvere con un diametro aerodinamico inferiore
    a 0,1 µm.
Definizioni                                                                          3

•   PM2,5: particelle con un diametro aerodinamico ≤ a 2,5 µm (più precisamente,
    particelle in grado di passare attraverso un orifizio con un grado di efficienza di
    separazione del 50 per cento delle particelle con un diametro aerodinamico di
    2,5 µm).
•   PM10 («particulate matter»): particelle con un diametro aerodinamico ≤ a
    10 µm (più precisamente, particelle in grado di passare attraverso un orifizio con
    un grado di efficienza di separazione pari al 50 per cento delle particelle con un
    diametro aerodinamico pari a 10 µm).
•   PTS (polveri totali sospese): polveri in sospensione la cui velocità di
    sedimentazione è ≤ a 10 cm/s; particelle con un diametro aerodinamico inferiore
    a 57 µm (micrometri).
•   SO2: anidride solforosa.
4                                                                              Caratteristiche

Caratteristiche
•   Come si formano le particelle?
    Si distingue tra particelle primarie, ovvero le particelle che si disperdono nell’aria
    in quanto tali, e particelle secondarie, ovvero le particelle che si formano
    nell’atmosfera a partire da precursori gassosi.

                                               Polveri fini
                 Traffico
                                               Fuliggine

                                             Particelle primarie
               Industria e
                                                (ca. il 50 %)
               artigianato
                                                                           Fonti naturali
                                            Particelle secondarie
                                                 (ca. il 50 %)
                Agricoltura e
                selvicoltura

                Economie
               domestiche
                                              Precursori gassosi:
                                              NOx, COV, SO2, NH3

    Figura 1        Rappresentazione schematica semplificata delle polveri fini presenti in
                    Svizzera sotto forma di particelle primarie e secondarie, e delle relative
                    fonti. La fuliggine costituisce una parte delle polveri fini primarie.
    Le particelle primarie generate da fonti antropiche durante i processi di
    combustione sono in prevalenza particelle ultrafini e fini con un diametro inferiore
    a 0,3 µm (p. es. la fuliggine). Le particelle che si formano per abrasione o per
    messa in sospensione delle polveri hanno in genere un diametro superiore a 1–
    2 µm. Le fonti naturali comprendono i pollini, le spume marine, l’erosione del
    vento e i vulcani. Le particelle di dimensioni medie (comprese tra 0,1 e 1 µm)
    provengono per lo più da fonti secondarie e si formano per conversione gas-
    particella a partire dai precursori SO2, NOx, NH3 e COVNM.
Caratteristiche                                                                           5

    Figura 2      Rappresentazione     schematica       semplificata   della   distribuzione
                  granulometrica delle particelle di aerosol atmosferico in prossimità delle
                  fonti e dei principali processi. A: particelle ultrafini, B: modo di
                  accumulazione, C: particelle più grosse. Lontano dalle fonti prevale il
                  modo di accumulazione B.

•   Quali sono le caratteristiche rilevanti dell’aerosol?
    La grandezza, la forma e la densità delle particelle aerodisperse variano
    notevolmente. Il diametro aerodinamico è un parametro importante (cfr.
    definizioni), poiché determina gran parte dei processi che hanno luogo
    nell’atmosfera e influisce sulle particelle e sul loro tempo di permanenza
    nell’atmosfera. Le particelle presenti nell’aria possono essere solide o liquide e
    modificare il loro stato di aggregazione in funzione dell’aria circostante e della
    temperatura (p. es. vaporizzazione di composti volatili). La composizione chimica
    delle particelle è un altro parametro determinante per esempio per la loro
    reattività e la loro capacità di assorbire l’acqua dall’atmosfera e di fungere da
    nuclei di condensazione per le gocce di nube.
6                                                                           Caratteristiche

•   Qual è la distribuzione dimensionale delle particelle atmosferiche (PM10)?
    Si distinguono tre ordini di grandezza:
    - particelle ultrafini (diametro aerodinamico delle particelle < 0,1 µm);
    - il modo di accumulazione (0,1–1 µm); e
    - le particelle più grosse (> 2,5 µm).
    Le particelle con diametro inferiore a 2,5 µm sono classificate come fini. Le
    particelle ultrafini sono di gran lunga le più diffuse nell’atmosfera, benché
    costituiscano una parte minima della massa di particolato. Le particelle
    grossolane possono caratterizzare in maniera significativa la massa del
    particolato, ma il loro numero è molto ridotto rispetto alle particelle fini.
•   Cosa diviene delle particelle primarie emesse direttamente nell’aria e di
    quelle secondarie che si formano nell’atmosfera?
    I processi determinanti dipendono in primo luogo dal diametro delle particelle. Le
    particelle di diametro superiore a 10 µm sedimentano rapidamente e vengono
    dunque rimosse dall’atmosfera. Le particelle ultrafini (< 0,1 µm) sono
    caratterizzata da un’elevata velocità di diffusione e coagulano nell’arco di poche
    ore con particelle più grandi, si depositano in superficie o crescono per
    condensazione. In luoghi non nelle immediate prossimità di fonti importanti, le
    particelle in modo di accumulazione rappresentano in termini di massa una parte
    consistente dell’aerosol. Per questo range di grandezza, i meccanismi di
    eliminazione non sono molto efficienti, e dunque le particelle possono rimanere
    nell’aria diversi giorni ed essere trasportate lontano. Le particelle di questa
    categoria vengono rimosse dall’atmosfera principalmente dalle precipitazioni e in
    parte per impatto. Non esistono processi efficaci che consentono di trasformare
    le particelle fini in particelle più grosse (> 2,5 µm).
•   Cosa significa ciò in termini di distribuzione dimensionale/in massa del
    PM10 sul fronte delle immissioni?
    Le particelle secondarie del modo di accumulazione si formano nell’intero strato
    inferiore dell’atmosfera a partire dai precursori gassosi. Le particelle primarie,
    invece, sono emesse essenzialmente da fonti locali specifiche sotto forma di
    particelle ultrafini (processi di combustione) o grossolane (meccanismi di
    abrasione) e in seguito si diluiscono rapidamente. Per questi motivi, e in ragione
    del processo relativamente veloce di rimozione delle particelle ultrafini e
    grossolane dall’atmosfera, la distribuzione dimensionale varia a mano a mano
    che ci si allontana dalle fonti. In luoghi distanti dalle sorgenti (aerosol «vecchio»),
    sono in genere solo le particelle del modo di accumulazione a raggiungere una
    massa massima nettamente visibile. Il modo di accumulazione rappresenta una
    parte notevole della massa di PM10 e circa la metà nella massa dell’aerosol
    «vecchio» (UFAM 2010).
Caratteristiche                                                                                      7

•   Qual è la composizione chimica del PM10?
    La polvere è una miscela fisico-chimica complessa composta sia da componenti
    primarie, emesse direttamente da una fonte, sia da componenti secondarie che
    si formano successivamente. Si distinguono le seguenti componenti principali.

                                 Componente                     Precursore / causa
     Componenti primarie         fuliggine (EC e OC primario)   processi di combustione
                                 materiale geologico            costruzione, agricoltura,
                                                                traffico, vento
                                 metalli pesanti                combustione, produzione
                                 particelle generate nei        sollecitazione meccanica
                                 processi di abrasione
                                 materiale biologico            spore di funghi,
                                                                frammenti vegetali
     Componenti secondarie       solfati                        biossido di zolfo
                                 nitrati                        ossido di azoto
                                 ammonio                        ammoniaca
                                 materiale organico (OM)        composti organici volatili (p. es.
                                                                COVNM)
    Tabella 1     Composizione e fonti di PM10
8                                                                                                     Emissioni

Emissioni
•   Come vengono misurati le emissioni e i fattori di emissione delle diverse
    fonti?
    Indicazioni sui metodi di misurazione utilizzati per determinare i fattori di
    emissione delle diverse fonti sono riportate nell’allegato A, che tuttavia riguarda
    soltanto le emissioni di particelle primarie e non quelle di particelle secondarie.
•   Quanto PM10 primario emettono le diversi fonti in Svizzera?
    In Svizzera, nel 2010 le emissioni di PM10 primario si sono attestate ad almeno
    20 000 tonnellate (UFAM 2012a). La figura seguente illustra le quote delle
    diverse categorie di fonti relative a tali emissioni. Oltre all’industria e ai trasporti,
    anche l’agricoltura e la selvicoltura contribuiscono in modo considerevole alle
    emissioni. Per quanto concerne le economie domestiche si può notare che i
    riscaldamenti a legna, nonostante coprano solo una parte esigua del fabbisogno
    di energia termica, producono emissioni molto maggiori rispetto ai riscaldamenti
    a olio e a gas, che forniscono gran parte dell’energia termica. I riscaldamenti a
    legna e la combustione all’aria aperta di rifiuti vegetali producono inoltre ingenti
    quantità di particelle di polveri fini condensabili, non ancora contemplate nel
    grafico.

                                                     Impianti a combustione
                            Combustione all’aria ed essiccazione
                                                        Im foraggio foraggio
                           aperta (rifiuti vegetali)

                                                                                         Traffico
          Agricoltura e                                          Traffico stradale
          selvicoltura                                             (viaggiatori)
                                                                                           Traffico stradale
                                       Macchinari
                                                                                                (merci)

                                Allevamento di
                               animali da reddito                        Traffico ferroviario
                                                                                                Traffico aereo e
                                                                                                     navale

                                                                            Riscaldamenti
                                                                                a legna
                               Altro                                                         Economie
       Industria dei rifiuti                                                                domestiche
              Elettricità e              Riscalda-                             Altro      Riscaldamenti a olio
            Corrente   elettrica e
      teleriscaldamento     a legna
            teleriscaldamento    a        menti a                                                e a gas
                Industria del legno        legna Cantieri     Pietre e
                                                   (compresi   terre
                                                  macchinari)

                         Industria e artigianato

    Figura 3       Quote delle diverse fonti di emissione di PM10 primario in Svizzera nel
                   2010.
Emissioni                                                                           9

•   Quanto PM10 si forma a partire dai gas precursori?
    Per quanto concerne la percentuale di gas precursori nelle immissioni di PM10
    sono disponibili solo stime (v. pag. 13).
•   Qual è l’entità delle emissioni naturali di PM10?
    Per quanto concerne la percentuale di particelle naturali di PM10 nelle immissioni
    di PM10 sono disponibili solo stime (v. pag. 14).
10                                                                                Immissioni

Immissioni
•    Come si misurano le polveri fini nell’atmosfera?
     Per determinare la massa delle polveri in sospensione o di singole componenti
     all’interno di fasce di diametro, esistono numerosi metodi di misurazione, tra cui il
     metodo manuale gravimetrico, mediante il quale i campioni di polvere sono
     raccolti su filtri o fogli che vengono pesati dopo essere stati condizionati
     all’umidità e alla temperatura predefinite. I metodi automatici registrano un
     segnale continuo, che tuttavia non è direttamente equivalente a una misurazione
     secondo il metodo di riferimento (metodo manuale gravimetrico). Detto segnale
     continuo deve essere convertito in una concentrazione in massa e verificato con
     il metodo di riferimento. Per maggiori informazioni sui diversi metodi di
     misurazione delle immissioni di polveri fini e determinati composti si rimanda
     all’allegato B.
•    Qual è il carico medio annuo di PM10?
     Di seguito sono riportate le medie annuali di PM10 in Svizzera nel periodo 2007–
     2011 (fonte: misurazioni di PM10 della rete NABEL; cfr. UFAM 2012b).
         Zona urbana trafficata                                        22 – 30 µg/m3
         Centro città                                                  20 – 27 µg/m3
         Zona periferica                                               18 – 20 µg/m3
         Zona rurale al di sotto di 1000 m                             15 – 19 µg/m3
         Media altitudine (1000 – 2000 m)                               8 – 11 µg/m3
         Alta montagna (Jungfraujoch)                                   2 – 3 µg/m3
     Tabella 2   Medie annuali di PM10 in diversi tipi di ubicazione

•    Quali superamenti dei valori limite di PM10 di corta durata sono stati
     misurati?
     Da quando la rete NABEL effettua misurazioni del carico di PM10 si constata che
     nella maggior parte delle stazioni di rilevamento le medie giornaliere più elevate
     superano il valore limite di 50 µg/m3. La legislazione ammette in questo caso un
     solo superamento all’anno, mentre la seconda media giornaliera più elevata deve
     rispettare il valore limite prestabilito.
Immissioni                                                                                             11

                              PM10: seconda media giornaliera più elevata per anno
                    250
                                                                           Urbana, Lugano
                                                                           Urbana, trafficata, Berna
                                                                           Urbana, Zurigo
                    200                                                    Periferica, Dübendorf
                                                                           Rurale, Payerne
                                                                           Giura, Chaumont
                                                                           Valore limite OIAt
     PM10 [µg/m³]

                    150

                    100

                    50

                     0
                     1996   1998     2000    2002     2004     2006     2008     2010       2012

    Figura 4                Evoluzione della seconda media giornaliera più elevata di PM10.

•   Qual è stata l’evoluzione del carico di PM10 negli ultimi anni?
    Nell’ambito della rete NABEL le misurazioni del carico di PM10 sono iniziate nel
    1997. Per gli anni precedenti sono disponibili dati relativi al PTS. Misurazioni
    parallele del carico di PM10 e di PTS effettuate nel 1997 e 1998 (EMPA 1999)
    indicano una forte correlazione tra i due parametri. Ammettendo che la
    composizione delle polveri fini nei diversi luoghi di rilevamento sia rimasta
    sostanzialmente invariata, non ci dovrebbero essere problemi a convertire le
    lunghe serie temporali di misure del carico di PTS in valori equivalenti di PM10.
12                                                                                           Immissioni

                                   Polveri fini (PM10), medie annuali
                     70
                                                                             Urbana, trafficata
                                                                             Urbana
                     60
                                                                             Periferica
                                                                             Rurale < 1000 m
                     50
                                                                             Prealpi/Giura
                                                                             Valore limite OIAt
      PM10 [µg/m³]

                     40

                     30

                     20

                     10

                      0
                       1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012

     Figura 5                Evoluzione del carico di PM10 secondo le misurazioni effettuate dalla
                             rete NABEL. I valori precedenti al 1997 sono calcolati a partire dalle
                             misurazioni di PTS.
     Dal 1990, il carico di PM10 segna un calo presso tutte le stazioni di misurazione.
     Da un’analisi delle medie mensili emerge che da un anno all’altro il carico di
     PM10 può variare sensibilmente nei mesi invernali, influenzando in maniera
     significativa la media annuale. Queste variazioni sono riconducibili
     principalmente alle frequenti situazioni d’inversione termica. È per questo motivo
     che il numero di giorni indicanti un carico di PM10> 50 µg/m3 (superamento del
     valore limite giornaliero) può variare notevolmente in base all’anno.
•    Quali valori sono stati misurati nella fase di smog invernale del mese di
     gennaio/febbraio 2006?
     Tra gennaio e febbraio del 2006 si sono registrati due periodi di forte e
     persistente inversione termica a bassa quota. Le sostanze inquinanti emesse
     nella regione densamente popolata dell’Altopiano a nord delle Alpi si sono
     accumulate in un volume di aria relativamente ridotto, con un conseguente rapido
     aumento delle immissioni di PM10 e NOx. I valori di PM10 misurati nelle stazioni
     a nord delle Alpi situate a bassa quota e normalizzati in base al metodo di
     riferimento hanno raggiunto 180 µg/m3, ovvero i livelli più elevati dal 1997, anno
     di inizio delle misurazioni. Le stazioni a nord delle Alpi situate al di sopra dello
     strato di nebbia alta nonché l’intera regione a sud delle Alpi non sono state
     interessate dalla situazione di smog: i valori ivi registrati a gennaio e febbraio
     2006 non hanno superato quelli degli anni precedenti.
•    Qual è la composizione chimica del carico di PM10 in Svizzera?
     Di seguito sono riportati i dati relativi alla Svizzera raccolti nel quadro di un
     progetto di ricerca (Hüglin 2012).
Immissioni                                                                                   13

                    Strada urbana 2008/09;                 Centro città (parco) 2008/09;
                   massa di PM10 ca. 30 µg/m³              massa di PM10 ca. 21 µg/m³

                     13%                 13%
                                                              13%          6%

                                                        7%
         14%                                                                           28%
                                                      8%
                                                26%

             8%                                        11%

                   7%                                           8%              18%
                         5%         13%

              Stazione rurale nel 2008/09;
              massa di PM10 ca. 19 µg/m³
                              3%
                                                           Fuliggine (EC)
                   16%
                                                           Materiale organico (OM)
             3%                           30%              Nitrati
         9%                                                Ammonio
                                                           Solfati
             10%
                                                           Polvere minerale
                    8%             20%
                                                           Elementi in tracce
                                                           Non identificato

    Figura 6 Composizione chimica del PM10 rilevata in luoghi di misurazione diversi
    La percentuale non identificata contiene, tra l’altro, anche dell’acqua.
    Riassumendo si può dire che l’ammonio, i nitrati e i solfati costituiscono circa un
    terzo (o un quarto in corrispondenza dei siti stradali) del carico di PM10. Se a ciò
    si aggiungono il materiale organico secondario (parte di OM) e l’acqua
    atmosferica classificata nei composti non identificati, risulta una percentuale di
    aerosol secondario pari al 50 per cento circa. Insieme, il carbonio elementare e il
    materiale organico costituiscono circa un terzo del PM10, e sui siti stradali una
    percentuale leggermente superiore. La percentuale massica dei metalli pesanti è
    estremamente ridotta.
    Rispetto alla misurazione precedente (1998–99), hanno registrato un decremento
    particolarmente marcato i solfati e la fuliggine, mentre nel caso dei nitrati non si è
    constatata alcuna diminuzione.
    In corrispondenza dei siti stradali si rilevano percentuali più elevate sia di
    particelle ultrafini (fuliggine) sia di particelle grossolane (abrasione dei freni e del
14                                                                            Immissioni

     manto stradale, messa in sospensione delle polveri stradali, sale stradale)
     rispetto alle zone rurali, mentre in valori assoluti la concentrazione delle
     componenti secondarie è analoga su tutto l’Altopiano svizzero.
•    In Svizzera si effettuano misurazioni in continuo delle concentrazioni di
     fuliggine?
     In alcune stazioni di rilevamento svizzere NABEL, la fuliggine (EC) viene
     misurata in continuo,dalla fine del 2008. Le concentrazioni di fuliggine segnano
     una media annuale compresa tra 0,5 e 1 µg/m³ nelle zone rurali, tra 1 e 2 µg/m³
     nelle zone urbane e superiore a 3 µg/m³ a ridosso delle arterie stradali. Ciò
     dimostra chiaramente che il traffico stradale è una delle fonti principali delle
     emissioni di fuliggine.

     Figura 7      Agglomerato di particelle di fuliggine diesel

•    Qual è il carico naturale di base?
     In generale, il carico naturale di base rappresenta in media 1,2 µg/m3 del valore
     medio annuo.
     Sono considerati fonti naturali i pollini, le spume marine, l’erosione del vento e i
     vulcani.
     Pollini: particelle di grandezza per lo più superiore a 10 µm e dunque presenti in
     concentrazioni basse nel carico di PM10. I frammenti di pollini e le spore
     possono invece avere dimensioni inferiori a 10 µm.
     Spume marine: secondo studi inglesi, la concentrazione di particelle di sale
     marino è compresa tra 4 e 7 µg/m3 in prossimità delle coste e si situa intorno a
     1,5 µg/m3 nell’entroterra (Airborne Particles Expert Group 1999, Turnbull 2000).
     Misurazioni risalenti alla metà degli anni Ottanta mostrano che nell’Altopiano
     svizzero le particelle di origine marina potevano oscillare tra 0,5 e 0,8 µg/m³ al
     massimo (Hertz 1988, Gälli Purghart 1988). Misurazioni più recenti effettuate in
     Svizzera (Hüglin 2000 e risultati non pubblicati) indicano concentrazioni di sodio
     e cloruro molto basse in estate (ca. 0,1 µg/m3) e nettamente superiori in inverno:
     ciò è dovuto essenzialmente all’aerodispersione del sale stradale.
Immissioni                                                                             15

    Erosione dei venti: fenomeno rilevante nelle zone aride e semiaride, ha invece
    importanza marginale nei Paesi dell’Europa centrale. In Svizzera, l’erosione dei
    venti può avere un ruolo sulle superfici coltive aperte, ma deve essere di origine
    antropica (come il sollevamento delle polveri nei cantieri e nel traffico stradale).
    Una parte di queste particelle prodotte dall’erosione del vento ha grandezza
    inferiore a 10 µm, come riscontrato in particolare nelle misurazioni della sabbia
    proveniente dal Sahara. Questi episodi sono tuttavia rari nell’Europa centrale,
    dove la grandezza massima delle particelle rilevate è stata di 2,5 µm (Pani
    1992). Secondo una stima approssimativa, simili eventi si producono da 2 a 6
    volte l’anno. Uno o due di questi episodi comportano un incremento dei valori di
    PM10.
    Vulcani: il contributo dei vulcani alle immissioni di PM10 in Svizzera è irrilevante.
    Inoltre, a partire da emissioni naturali di COV nei boschi si forma un aerosol
    organico secondario. Non sono a disposizione dati certi sull’entità degli effetti. Da
    risultati parziali di diversi studi è possibile stimarne la concentrazione
    sull’Altopiano svizzero a circa 1 µg/m3 al massimo. È opportuno osservare che
    queste polveri fini, nonostante siano generate da emissioni naturali di COV, si
    formano mediante una reazione con inquinanti di origine antropica.
•   Per quale motivo le percentuali di emissioni dei diversi gruppi di fonti non
    coincidono con le immissioni a essi attribuibili?
    Gli inventari delle emissioni includono unicamente le particelle primarie emesse.
    Una parte considerevole delle immissioni di PM10 è invece di origine secondaria.
    Inoltre, la durata di permanenza nell’atmosfera delle particelle varia notevolmente
    a seconda della loro grandezza. Le particelle più grosse possono, in termini di
    massa, avere grande rilevanza nel bilancio delle emissioni, ma i loro tempi di
    rimozione dall’atmosfera sono piuttosto veloci, il che significa che a distanza
    dalle fonti il loro apporto in termini di immissioni è contenuto. Va poi tenuto
    presente che le emissioni non sono distribuite uniformemente in Svizzera.
16                                                                                                        Immissioni

•    Che relazione c’è tra PM10, PM2,5 e PM1?
     La distribuzione dimensionale (parte in massa) delle particelle in luoghi distanti
     dalle fonti indica il picco massimo per le particelle di diametro da 0,5 a 1 µm.

     Concentrazione
      µg/m³

              15

              10
                                                                                  Lischboden 1550 m

                 5
                                                                                  Uecht 940 m

                   0
                        0.086

                                                                                  Hofmatt 750 m
                                0.18

                                       0.35

                                              0.71

                                                     1.4

                                                            2.8

                                                                  5.7

                                                                                  Belpmoos 515 m
                       Diametro aerodinamico [µm]
     Figura 8               Distribuzione granulometria/massa dell’aerosol presso quattro stazioni di
                            misurazione situate in zone rurali del Cantone di Berna nel periodo
                            1985/86, con rappresentazione logaritmica della dimensione delle
                            particelle (Gälli Purghart 1988).
     Nel range da 2,5 a 10 µm si situa solo un 20–30 per cento della massa di
     particelle. Ciò significa che in Svizzera il PM10 è composto per il 70–80 per cento
     di PM2,5.
     Il PM10 presente sotto forma di PM1 è pari a circa il 50 per cento (UFAM 2010).
•    Sul fronte delle immissioni, qual è la relazione tra la massa e il numero
     delle particelle?
     Il numero di particelle è determinato dalle particelle ultrafini, la loro massa invece
     dalle particelle fini. Nella tabella seguente sono riportati i risultati relativi al PM2,5
     ottenuti nel corso di uno studio effettuato in una città inquinata in Germania
     (Erfurt; Peters 1997).

         Categoria di grandezza                            Percentuale del numero di     Percentuale della massa
                                                                   particelle                 del particolato
                0,01 – 0,1 µm                                            73 %                       1%
                 0,1 – 0,5 µm                                            27 %                      82 %
                 0,5 – 2,5 µm                                           0,01 %                     17 %
     Tabella 3          Rapporto tra la massa del particolato e il numero di particelle in una zona
                        urbana.

     A partire da misurazioni in parallelo del numero di particelle e della massa delle
     particelle sono stati calcolati i seguenti coefficienti di correlazione (calcolati sulla
     base di 144 medie giornaliere):
Immissioni                                                                              17

    Massa del PM10 in rapporto     al numero di particelle nella categoria di grandezza
    0,01–2,5 µm: 0,73.
    Massa del PM10 in rapporto     al numero di particelle nella categoria di grandezza
    0,01–0,1 µm: 0,60.
    Massa del PM10 in rapporto     al numero di particelle nella categoria di grandezza
    0,1–0,5 µm:  0,81.
    Massa del PM10 in rapporto     al numero di particelle nella categoria di grandezza
    0,5–2,5 µm:  0,82.
    Nella città in esame, da ottobre a marzo la concentrazione rilevata era pari in
    media a 15 000 particelle per cm3 (variazione della media giornaliera: da 2000 a
    50 000/cm3).
    In cinque stazioni di misurazione della rete NABEL, la concentrazione in numero
    delle particelle di grandezza compresa tra 7 µm e 3 µm viene misurata con
    l’ausilio di un contatore ottico di particelle (OPC). In una stazione rurale situata al
    di sopra di 1000 metri, la media annuale è di circa 3000 particelle per cm³,
    mentre in città il valore oscilla tra 10 000 e 30 000 particelle per cm³. A ridosso
    dell’autostrada (p. es. stazioni NABEL di Härkingen o Reiden), i valori più elevati
    dimostrano chiaramente l’influenza del traffico sulla concentrazione di particelle.
    Quando i venti soffiano dall’autostrada, le concentrazioni raggiungono in media
    valori anche dieci volte superiori rispetto a luoghi ugualmente battuti dai venti, ma
    non influenzati dal traffico autostradale.
18                                                                     Valori limite delle immissioni

Valori limite delle immissioni
•    Quali sono i valori limite delle immissioni applicabili in Svizzera?
     Dal 1° marzo 1998, l’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) prevede
     i seguenti valori limite d’immissione per le polveri in sospensione (PM10):
          20 µg/m³               per la media annuale;
          50 µg/m³               per la media giornaliera (è ammesso un solo
                                 superamento all’anno).
•    Quali sono i valori limite raccomandati dall’Organizzazione mondiale della
     sanità?
     L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito che esiste una chiara
     correlazione tra l’inquinamento da polveri fini e una pluralità di effetti sulla salute,
     principalmente a livello di malattie respiratorie e cardiovascolari. Essa
     raccomanda pertanto di rispettare i seguenti valori indicativi (OMS 2006).
        PM10                  20 µg/m³       Valore soglia indicativo (linee guida) per la media
                              50 µg/m³       annuale.
                                             Valore soglia indicativo per la media giornaliera; 99°
                                             percentile (superamento del limite consentito al
                                             massimo tre giorni all’anno).
        PM2,5                  10 µg/m³      Valore soglia indicativo (linee guida) per la media
                               25 µg/m³      annuale.
                                             Valore soglia indicativo per la media giornaliera;
                                             99° percentile (superamento del limite consentito
                                             al massimo tre giorni all’anno).

     Tabella 4    Valori soglia indicativi dell’OMS

     Riassumendo, si può dire che i valori limite d’immissione del PM10 in vigore in
     Svizzera sono in linea con i criteri orientati agli effetti e i valori limite indicativi
     raccomandati dall’OMS per il PM10.
•    Come mai non esiste un valore limite per le immissioni di fuliggine in
     Svizzera?
     Nell’OIAt la fuliggine da diesel è classificata come sostanza cancerogena. Le
     emissioni di questo genere di sostanze devono essere ridotte al minimo. Ciò
     significa che si devono adottare misure volte a limitarne le emissioni a
     prescindere dal superamento di un valore limite d’immissione.
     Dal rapporto concernente le polveri fini in Svizzera («Bericht Feinstaub in der
     Schweiz») pubblicato dalla Commissione federale d’igiene dell’aria (CFIAR) nel
     2007 emerge che il carico di particelle di fuliggine (EC) per la popolazione
     svizzera si attesta in media a 2 µg/m3 all’anno. Le particelle di fuliggine vengono
     ad esempio emesse da motori diesel senza un filtro antiparticolato efficace,
     oppure sono generate da un processo di combustione di biomassa (ad es. legno)
     incompleto. Le particelle di fuliggine sono cancerogene, le emissioni devono
     pertanto essere ridotte al minimo. Per poter proteggere la popolazione come da
     mandato costituzionale, secondo la Commissione la concentrazione di fuliggine
     (EC) non dovrebbe avere una media annua superiore a 0,1 µg/m3. Ciò significa
Valori limite delle immissioni                                                          19

     che, a lungo termine, in Svizzera non possono essere immesse nell’atmosfera
     più di 100–200 tonnellate di fuliggine.
•    In base a quali criteri vengono fissati i valori limite d’immissione in
     Svizzera?
     L’articolo 1 capoverso 1 della legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb)
     recita: «Scopo della presente legge è di proteggere l’uomo, la fauna e la flora, le
     loro biocenosi e i loro biotopi dagli effetti dannosi e molesti, e di conservare in
     modo duraturo le basi naturali della vita, in particolare la diversità biologica e la
     fertilità del suolo.»
     L’articolo 14 sancisce: «I valori limite delle immissioni per inquinamenti
     atmosferici sono stabiliti in modo che, secondo la scienza o l’esperienza, le
     immissioni inferiori a tali valori:
     a)    non mettano in pericolo l’uomo, la fauna e la flora, le loro biocenosi e i
           loro biotopi;
     b)    non molestino considerevolmente la popolazione;
     c)    non danneggino le opere edili;
     d)    non pregiudichino la fertilità del suolo, la vegetazione e le acque.»
     L’articolo 13 capoverso 2 prescrive: «Al riguardo, [il Consiglio federale] tiene
     conto anche degli effetti delle immissioni su categorie di persone particolarmente
     sensibili, come i bambini, i malati, gli anziani e le donne.»
     Si deve inoltre tenere conto del fatto che l’interazione tra sostanze inquinanti
     diverse può aumentarne l’effetto.
•    Quali sono le basi che regolano la fissazione dei valori limite?
     Le basi che regolano la fissazione dei valori limite applicabili al PM10 sono la
     LPAmb, le tabelle dei valori dosi-effetti dell’OMS e tutta una serie di studi
     epidemiologici condotti in Svizzera e in altri Paesi. Le basi scientifiche per la
     fissazione dei valori limite sono molto solide.
•    La Svizzera si muove per conto suo in materia di valori limite di PM10?
     I valori limite d’immissione applicati in Svizzera per il PM10 sono in linea con i
     valori limite raccomandati dall’OMS. Il Consiglio federale è dell’avviso che valori
     soglia dettati da criteri medici costituiscano una base valida e creino un clima di
     fiducia tra la popolazione, le autorità e gli ambienti politici (Bollettino ufficiale
     1997).
     Nell’UE, negli USA e in California si applicano i valori limite (PM10 e PM2,5)
     riportati nella tabella sottostante. Il 14 dicembre 2012 gli USA hanno peraltro
     abbassato a 12 µg/m³ il valore limite annuo per il PM2,5 . I valori soglia fissati
     dall’UE non corrispondono ai criteri sanciti nella legislazione svizzera (LPAmb).
     Dalla Commissione federale per l’igiene dell’aria CFIAR non è giunta finora la
     proposta di introdurre in Svizzera un valore limite supplementare per le
     immissioni di PM2,5. Attualmente la           Commissione sta riesaminando la
     situazione. In base alla distribuzione dimensionale delle polveri fini misurata in
     Svizzera, al valore limite d’immissione di 20 µg/m³ per il PM10 corrisponderebbe
     un valore limite per il PM2,5 compreso tra 12 e 16 µg/m³.
20                                                                        Valori limite delle immissioni

        PM10

        Stati membri             40 µg/m³      Media annuale (in vigore dall’1/1/2005)
        dell’UE e Norvegia       50 µg/m³      Media giornaliera sull’arco di 24 ore (in vigore
                                               dall’1/1/2005). Il limite può essere superato non
                                               più di 35 volte all’anno.
        USA                      150 µg/m³     Media giornaliera sull’arco di 24 ore (il limite può
                                               essere superato una sola volta all’anno).
        California               20 µg/m³      Media annuale
                                 50 µg/m³      Media giornaliera sull’arco di 24 ore

        PM2,5

        Stati membri             25 µg/m³      Media annuale (in vigore a partire dall’1/1/2015)
        dell’UE e Norvegia
        USA                      12 µg/m³      Media annuale su tre anni
                                 35 µg/m³      Media giornaliera sull’arco di 24 ore (98°
                                               percentile, media su tre anni)
        California               12 µg/m³      Media annuale
                                    ----       Media giornaliera sull’arco di 24 ore

     Tabella 5       Valori soglia per il PM10 e PM2,5 nell’UE, negli USA e in California.
Effetti sulla salute                                                                        21

Effetti sulla salute
•    Come entrano le polveri fini nell’organismo?
     Ogni volta che respiriamo, migliaia di particelle entrano nelle nostre vie
     respiratorie. Una parte di queste particelle viene subito espirata, il resto si
     accumula nell’apparato respiratorio e può provocare disturbi e nuocere alla
     salute. Più piccole sono le particelle, maggiore è la loro facoltà di penetrare in
     profondità nei polmoni. Le particelle di grandezza superiore a 10 micrometri
     vengono perlopiù trattenute già nelle vie respiratorie superiori.
•    Come reagisce l’organismo umano alle polveri fini?
     I legami tra concentrazioni elevate di PM10 (particelle grossolane e fini) e una
     pluralità di effetti dannosi sulla salute sono stati dimostrati in numerosi studi svolti
     in tutto il mondo. Gli effetti provocati dalle particelle grossolane si manifestano
     principalmente dopo esposizioni di corta durata a concentrazioni elevate di
     inquinanti (effetti acuti). Le polveri fini hanno effetti acuti e cronici sulla salute. La
     frazione grossolana del PM10 è associata specialmente a tosse, reazioni
     asmatiche e mortalità respiratoria (soprattutto effetti acuti), mentre le componenti
     fini sono ritenute responsabili in maggior misura di disturbi del ritmo cardiaco
     (aritmie) e mortalità cardiovascolare. Gli effetti delle particelle fini non si spiegano
     unicamente con quelli delle particelle ultrafini, come del resto gli effetti delle
     particelle grossolane non si spiegano con quelli delle particelle fini. L’OMS ha
     stabilito che l’aerosol rilasciato durante i processi di combustione ha un ruolo
     fondamentale. Le particelle generate dalla combustione della biomassa (p. es. il
     legno) hanno un potenziale tossico simile a quello delle particelle provenienti
     dalla combustione di carburanti fossili (p. es. il diesel). Gli effetti sulla salute sono
     tanto più gravi, quanto più elevate sono le concentrazioni di polveri fini.
•    Quali sono in sintesi gli effetti delle particelle sulla salute?
     Le particelle di polvere con diametro superiore a 10 µm vengono filtrate dal naso
     ed espirate o si accumulano in gola. Le particelle più fini entrano nella trachea e
     nelle vie respiratorie, quelle di diametro inferiore a 23 µm circa penetrano fin
     negli alveoli polmonari. Gli attuali metodi scientifici consentono di misurare
     separatamente e analizzare le diverse frazioni di polvere: PM10 con diametro
     ≤ 10 µm, frazione grossolana (tra PM10 e PM2,5), frazione fine con un diametro
     ≤ 2,5 µm e frazione ultrafina con granulometria inferiore a 0,1 µm, che spesso
     viene caratterizzata in base al numero delle particelle essendo esse troppo
     piccole per avere un ruolo nella massa di particolato.
     Le particelle grossolane si depositano principalmente nella trachea, nei bronchi e
     nei bronchioli. Nelle zone di accumulo esse scatenano reazioni immunologiche di
     tipo infiammatorio, con accresciuta produzione di muco. L’irritazione provoca un
     restringimento delle vie respiratorie e nei soggetti asmatici aumenta la frequenza
     e la gravità delle crisi di dispnea. Le mucose dei bronchi e dei bronchioli sono
     costituite da cellule vibratili la cui superficie è ricoperta di ciglia che rimuovono le
     particelle estranee. Gli alveoli polmonari non sono invece dotati di celluIe vibratili,
     il che significa che le particelle più piccole che vi giungono devono essere
     eliminate o dissolte mediante meccanismi di pulizia cellulare, i cosiddetti
     macrofagi. Le particelle ultrafini non vengono assorbite completamente dai
     macrofagi e possono infiltrarsi fino nel sangue e in altri organi, e nelle donne
     incinte possono entrare nella circolazione sanguigna del feto.
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     Numerosi studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra le
     concentrazioni di polveri fini e l’insorgenza di malattie delle vie respiratorie,
     malattie cardiovascolari, forme di cancro e casi di decesso. Secondo gli indizi
     raccolti, le particelle grossolane sono maggiormente responsabili di effetti acuti
     alle vie respiratorie, mentre le particelle più fini sono piuttosto la causa di effetti
     cronici dannosi per l’apparato cardiovascolare. Pare inoltre che le particelle
     rilasciate nei processi di combustione siano più tossiche delle polveri minerali
     della crosta terrestre. Non tutti i gruppi di persone reagiscono in modo
     ugualmente sensibile agli effetti degli inquinanti atmosferici: i bambini e le
     persone anziane e malate sono esposte a rischi maggiori. Anche la
     predisposizione genetica incide sul modo, più o meno sensibile, di reagire
     all’inquinamento atmosferico.
     Per quanto concerne gli effetti del numero di particelle ultrafini sulla salute non vi
     sono ancora studi sufficienti per poter trarre conclusioni attendibili. In particolare,
     praticamente non esistono studi sugli effetti di un’esposizione prolungata ad
     elevate quantità.
     Recentemente, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha esaminato in
     modo approfondito gli effetti delle particelle di fuliggine (black carbon; BC) sulla
     salute («Health Effects of Black Carbon», OMS 2012). Il rapporto giunge alla
     conclusione che vi sono sufficienti prove degli effetti della fuliggine sul sistema
     respiratorio e cardiovascolare. Tuttavia, i dati non sono ancora sufficienti per
     distinguere in modo quantitativo ed affidabile gli effetti della fuliggine da quelli di
     altre componenti del PM.
•    Un aumento di corta durata del carico di polveri fini può avere i seguenti
     effetti:
     -   sintomi acuti delle vie respiratorie (p. es. tosse, espettorazione e difficoltà
         respiratoria);
     -   attacchi di bronchite, asma e disturbi del ritmo cardiaco;
     -   assenze per malattia da scuola e lavoro;
     -   visite mediche o presso il pronto soccorso a causa di problemi respiratori e
         cardiovascolari;
     -   ricoveri ospedalieri per polmoniti, crisi asmatiche, infarti cardiaci, ictus
         cerebrali e altre patologie respiratorie e cardiovascolari;
     -   casi di decessi dovuti a queste malattie.
•    L’esposizione continua a concentrazioni elevate di polveri fini può
     provocare:
     -   malattie respiratorie croniche come l’asma e la BPCO (bronchite cronica);
     -   peggioramento cronico della funzione polmonare, crescita rallentata dei
         polmoni nei bambini;
     -   malattie cardiovascolari croniche come l’arteriosclerosi e l’ipertensione;
     -   cancro al polmone;
     -   decessi prematuri dovuti a malattie delle vie respiratorie o a malattie
         cardiovascolari, con conseguente diminuzione dell’aspettativa di vita.
     Nel complesso, gli effetti negativi dovuti all’esposizione prolungata a
     concentrazioni elevate di polveri fini, giudicate tali in ragione del superamento del
     valore limite d’immissione annuo, sono più gravi degli effetti provocati
     dall’esposizione di corta durata a concentrazioni che superano il valore
     giornaliero.
Effetti sulla salute                                                                    23

     Si è osservato che con la diminuzione dell’inquinamento grazie all’adozione di
     misure nel quadro della protezione dell’aria è migliorata anche la salute della
     popolazione (ERS 2010).
•    Quali sono gli effetti sulla salute provocati dall’inquinamento atmosferico
     in Svizzera?
     In uno studio congiunto condotto da igienisti dell’aria, epidemiologi ed economisti
     sono stati calcolati gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute della
     popolazione svizzera (anno di base 2005), scegliendo come indicatore principale
     il PM10 ed esaminando parallelamente anche gli effetti degli ossidi di azoto,
     ozono escluso. Lo studio giunge alla conclusione che ogni anno, in Svizzera,
     3 000–4 000 persone muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento
     atmosferico. Ciò equivale alla perdita di circa 48 000 anni di vita (ARE 2008).
     Rispetto all’aspettativa di vita dell’intera popolazione, ciò significa un
     accorciamento in media di 6 mesi, mentre per i soggetti interessati l’aspettativa di
     vita si riduce più marcatamente. Nel succitato studio, i costi annui della sanità
     sono stimati a 5,1 miliardi di franchi.
•   Che rilevanza hanno questi dati per la politica di protezione dell’aria?
     Le misure di riduzione dell’inquinamento da PM10 sono efficaci, poiché
     favoriscono il miglioramento della salute della popolazione. Queste misure
     dovrebbero tuttavia riguardare tutti gli ordini granulometrici, ovvero sia le
     particelle grossolane sia quelle fini e ultrafini. Particolare attenzione va data alle
     particelle di fuliggine, che sono cancerogene (CFIAR 2007).
•   Dove sono reperibili informazioni più dettagliate relative agli effetti sulla
    salute?
     Informazioni più approfondite sulla materia sono consultabili sul sito dell’Ufficio
     federale dell’ambiente, alla seguente pagina:
     http://www.bafu.admin.ch/luft/10804/index.html?lang=it
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Misure
•    Qual è la strategia adottata dalla Svizzera per ridurre il carico di polveri
     fini?
     Il PM10 è composto per metà da particelle primarie (emesse direttamente da una
     fonte) e per l’altra metà da particelle secondarie (ovvero che si formano
     nell’atmosfera a partire da gas precursori). Le misure di riduzione delle emissioni
     devono pertanto incidere sia sulle polveri fini primarie sia sui gas precursori
     (anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, composti organici volatili). Il
     confronto tra i valori attualmente rilevati e i valori limite d’immissione applicabili
     mette in evidenza la necessità, sia a livello nazionale che internazionale, di
     ridurre del 50 per cento circa la massa delle particelle primarie e secondarie di
     PM10, e di evitare nel limite del possibile l’emissione di PM10 cancerogeno. La
     riduzione delle emissioni di precursori gassosi rientra nella strategia adottata
     contro l’ozono troposferico, l’acidificazione e l’uso eccessivo di fertilizzanti. Per
     poter ridurre nella misura del necessario le emissioni primarie di PM10 servono
     però ulteriori misure tecniche ed economiche in tutti i settori che generano
     emissioni. Simili misure sono state esaminate nel quadro dell’attualizzazione
     della strategia di lotta contro l’inquinamento atmosferico e in parte vengono ora
     realizzate nell’ambito del programma d’azione per l’abbattimento delle polveri fini.
     L’accento è posto in particolare sulla fuliggine, sostanza che va ridotta perché
     contribuisce alla massa di PM10 e ha caratteristiche cancerogene.
•    Quali misure sono state finora adottate per ridurre il carico di PM10?
     Dall’entrata in vigore della legislazione in materia di protezione dell’aria,
     Confederazione, Cantoni e Comuni hanno adottato numerose misure finalizzate
     a ridurre le emissioni di PM10 e degli inquinanti precursori:
     -   limitazione delle emissioni di 150 inquinanti diversi e oltre una quarantina di
         tipi d’impianti industriali e artigianali; prescrizioni in materia di
         immagazzinamento e manipolazione di prodotti suscettibili di produrre
         polveri;
     -   esigenze qualitative per combustibili e carburanti (introduzione di benzina
         senza piombo e limitazione del tenore in zolfo);
     -   introduzione di una tassa d’incentivazione sul tenore di zolfo dell’olio da
         riscaldamento «extra leggero»;
     -   introduzione graduale di una tassa d’incentivazione sui composti organici
         volatili (COV);
     -   introduzione e graduale inasprimento di valori limite per i gas di scarico di
         automobili, autofurgoni, autocarri, motocicli, ciclomotori, autobus, bus, aerei a
         reazione e barche a motore;
     -   obbligo di controllo dei gas di scarico per i veicoli stradali con motore a
         benzina o diesel;
     -   abbassamento a 120 e 80 km/h dei limiti di velocità massima sulle autostrade
         e sulle strade extraurbane;
     -   nuovo orientamento della politica agricola nel quadro della nuova legge
         sull’agricoltura e delle relative ordinanze di esecuzione;
     -   programma d’azione Energia 2000 (compresi legislazione sull’energia,
         programmi d’incentivazione, misure facoltative) e programma successivo di
         SvizzeraEnergia; programmi d’incentivazione allo sviluppo sostenibile
Misure                                                                                  25

         dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale che contribuiscono a ridurre
         l’inquinamento ambientale;
    -    creazione di strutture integrate di collaborazione tra Confederazione e
         Cantoni per mettere in relazione le cause dell’inquinamento atmosferico, i
         suoi effetti, le misure di risanamento, il monitoraggio dell’ambiente e il
         controllo dei risultati;
    -    introduzione di una tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni
         (TTPCP) con differenziazione dell’aliquota in funzione del livello delle
         emissioni;
    -    incentivi per l’impiego di veicoli a basse emissioni di particolato nel quadro
         della restituzione dell’imposta sugli oli minerali e della TTPCP;
    -    introduzione negli aeroporti nazionali di una tassa di atterraggio in funzione
         delle emissioni;
    -    garanzia di costruzione e finanziamento dei progetti infrastrutturali nel settore
         dei trasporti pubblici;
    -    Direttiva aria cantieri per ridurre le emissioni di polveri fini nei cantieri;
    -    completamento dell’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico con
         disposizioni più restrittive per le emissioni di particolato da parte di impianti
         industriali, riscaldamenti a legna e macchine di cantiere;
    -    esecuzione da parte di Cantoni e Comuni delle prescrizioni dell’OIAt
         concernenti i valori limite di emissione; emanazione di una moltitudine di
         disposizioni di risanamento di aziende industriali e artigianali, come pure di
         impianti di riscaldamento;
    -    piani di misure per migliorare la qualità dell’aria in 25 Cantoni riducendo
         l’inquinamento atmosferico eccessivo a livello locale;
    -    promozione di misure volte a ridurre l’ammoniaca nell’agricoltura mediante il
         programma sulle risorse.
•   Quali sono i risultati delle misure di riduzione delle emissioni fin qui
    adottate?
    Tra il 1990 e il 2010, le emissioni di anidride solforosa sono diminuite del 68 per
    cento in Svizzera, quelle di ossidi di azoto del 44 per cento, quelle dei composti
    organici volatili del 69 per cento e quelle di ammoniaca del 14 per cento. Il PM10
    primario è calato del 29 per cento.
•   Quali sono gli obiettivi ancora da raggiungere in materia di riduzione delle
    emissioni per proteggere la popolazione da immissioni eccessive?
    Nella tabella seguente sono indicate le riduzioni delle emissioni di PM10 e relativi
    precursori necessarie in Svizzera per rispettare i valori limite atti a garantire la
    protezione della salute (Consiglio federale 2009).
26                                                                                            Misure

      Sostanza inquinante                                    Riduzione     necessaria      delle
                                                             emissioni rispetto ai valori 2005
      Anidride solforosa SO2                    Impedire un aumento delle
                                                emissioni adottando misure
                                                preventive
      Ossidi di azoto NOx                       50 % circa
      Composti organici volatili COVNM          20–30 % circa
      Polveri fini PM10 (primarie)              45 % circa
      Ammoniaca NH3                             40 % circa
      Sostanze cancerogene (p. es. fuliggine da Secondo quanto reso possibile
      diesel)                                   dalla tecnica e in maniera
                                                proporzionata allo scopo
     Tabella 6    Riduzioni delle emissioni necessarie per rispettare gli obiettivi legati alle
                  esigenze ambientali e di salute
     Conclusioni: per rispettare i valori limite imposti, le emissioni svizzere di PM10 e
     dei principali precursori gassosi devono essere ridotte di un ulteriore 50 per
     cento. Anche negli altri Paesi europei le emissioni di tutti i componenti degli
     inquinanti devono essere ridotte di circa la metà.
•    Quali altre misure sono già state predisposte?
     L’UE ha deciso di inasprire ulteriormente i valori limite per i gas di scarico delle
     automobili (EURO 6), degli autocarri e degli autobus (EURO VI) e delle macchine
     nell’industria, nell’edilizia e nell’agricoltura. Tali prescrizioni entreranno in vigore
     progressivamente durante i prossimi anni e saranno adottate anche dalla
     Svizzera. Anche per i motocicli sono previsti valori limite più restrittivi.
     Unitamente alle misure già in vigore, tali inasprimenti consentiranno in futuro di
     ridurre ulteriormente, e in maniera significativa, le emissioni di particolato e degli
     inquinanti gassosi.
     Costituisce un’eccezione l’ammoniaca, per la quale non sono previste riduzioni di
     particolare rilievo.
•    Quale diminuzione delle emissioni di polveri fini primarie e dei precursori
     delle polveri fini secondarie ci si attende in Svizzera e all’estero?
     Nel quadro della Convenzione ONU/ECE sull’inquinamento atmosferico
     attraverso le frontiere a lunga distanza (CLRTAP), nel 2012 è stata decisa una
     revisione del Protocollo di Göteborg, con la quale le Parti intendono introdurre
     ulteriori obblighi di riduzione delle emissioni di biossido di zolfo (SO2), ossidi di
     azoto (NOx), composti organici volatili (COV), ammoniaca (NH3) e polveri fini
     primarie (PM2,5) entro il 2020 (v. tab. 7). Il Protocollo rivisto potrà tuttavia entrare
     in vigore solamente dopo la ratifica di almeno la metà delle Parti.

                                      SO2          NOx          COV          NH3         PM2,5
     Svizzera                         21 %         41 %         32 %         8%           26 %
     Unione europea (Ue27)            59 %         40 %         28 %         6%           22 %
     Tabella 7    Obblighi previsti volti a ridurre gli inquinanti tra il 2005 e il 2020, in base alla
                  versione rivista del Protocollo di Göteborg
Misure                                                                                 27

    Applicando le tecniche più all’avanguardia disponibili si potrebbero ridurre in
    maniera ancora più decisiva le emissioni inquinanti sia in Svizzera sia nel resto
    d’Europa.
•   Quali misure supplementari potrebbero contribuire a ridurre ulteriormente
    le emissioni?
    Secondo i rapporti degli esperti (Künzler 2005 e CFIAR 2010), le misure elencate
    di seguito potrebbero favorire un’ulteriore riduzione delle emissioni inquinanti:
    -    massima celerità nel fornire in dotazione o equipaggiare posteriormente con
         filtri antiparticolato tutti i mezzi pesanti, trattori e macchine;
    -    ottimizzazione dei sistemi di frenatura dei treni per ridurre l’abrasione;
    -    riduzione delle emissioni di PM10 generate dal traffico, dovute ai meccanismi
         di abrasione;
    -    riduzione delle polveri generate dagli impianti a combustione a elevato tasso
         di emissioni (riscaldamenti a legna) e degli impianti a combustione industriali
         funzionanti a biomassa;
    -    adattamento della OIAt allo stato più avanzato della tecnica per gli altri
         impianti e apparecchi;
    -    tasse di atterraggio in base alle emissioni da applicare a livello
         internazionale, sistema di scambio dei certificati di emissione per il traffico
         aereo;
    -    inasprimento delle prescrizioni energetiche nel settore delle costruzioni;
    -    recupero del calore prodotto dagli impianti di riscaldamento e dagli impianti a
         combustione industriali;
    -    tassa sul CO 2 per i carburanti fossili;
    -    misure per incentivare l’impiego di apparecchi e veicoli a basso tasso di
         emissioni;
    -    riduzione delle emissioni di ammoniaca prodotte nel settore agricolo
         (spandimento per mezzo di spandiliquame a tubi flessibili o per iniezione,
         miglioramento del metodo di costruzione delle stalle / installazione di impianti
         di depurazione dell’aria di scarico, copertura dei colaticci, adempimento delle
         disposizioni in materia di igiene dell’aria per l’assegnazione di pagamenti
         diretti);
    -    risanamento delle stalle a stabulazione libera per ridurre le emissioni di
         polveri e ammoniaca nell’allevamento del bestiame;
    -    riduzione dell’apporto di azoto nei terreni agricoli;
    -    rinuncia a bruciare all’aria aperta i rifiuti vegetali.
•   Si riusciranno a centrare gli obiettivi prefissati?
    Se l’implementazione in Svizzera delle misure menzionate sopra avverrà in
    maniera celere e sistematica, e se verranno applicati i Protocolli aggiuntivi alla
    Convenzione ONU/ECE sull’inquinamento atmosferico attraverso le frontiere a
    lunga distanza, entro il 2020 si prevedono ulteriori significativi miglioramenti.
•   Come combattere il fenomeno dello smog invernale?
    Episodi di forte aumento del PM10 possono verificarsi nella stagione invernale, in
    situazioni di forte inversione termica e debole ricambio d’aria tra i vari strati
    atmosferici. In queste condizioni, le sostanze inquinanti emesse si accumulano in
    un volume d’aria relativamente ridotto.
28                                                                                 Misure

     Le misure a corto termine, che vengono adottate quando il carico di sostanze
     inquinanti raggiunge livelli molto alti, non hanno praticamente nessun impatto sui
     valori, poiché giungono in ritardo. Le emissioni di queste sostanze inquinanti
     devono essere limitate il più possibile prima che si verifichino situazioni
     meteorologiche simili e prima che vengano raggiunti livelli allarmanti di
     inquinamento. Vanno pertanto adottate misure durature efficaci, come quelle
     elencate sopra.
     In seguito agli episodi di smog invernale del 2005 e 2006, in Svizzera è stato
     elaborato un piano d’azione contro le polveri fini allo scopo di ridurre in tempi
     brevi e in maniera duratura le emissioni di particelle di fuliggine diesel, altamente
     cancerogene, e le polveri fini prodotte dalla combustione del legno.
     La Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della
     pianificazione del territorio e dell’ambiente (DCPA) ha adottato, in occasione
     della sua assemblea annuale 2006, un piano d’intervento intercantonale contro le
     polveri fini. In caso di concentrazioni molto elevate di PM10, la popolazione sarà
     informata e se il carico eccessivo persiste (condizioni critiche di inversione
     termica), verranno disposte a livello regionale misure d’intervento graduali in
     funzione dei livelli raggiunti.
•    Esistono legami tra la protezione dell’aria e la lotta contro l’effetto serra?
     Il CO2 è il principale gas a effetto serra, ma anche l’ozono e la fuliggine da diesel
     hanno un impatto considerevole sul clima. Le misure volte a ridurre le emissioni
     di fuliggine da diesel, ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COVNM)
     forniscono un notevole contributo alla lotta contro il riscaldamento climatico.
     Molti inquinanti atmosferici derivano dai processi di combustione, nei quali viene
     generato anche CO2. Le misure volte a ridurre il consumo di carburanti e
     combustibili contribuiscono dunque in linea generale anche alla protezione
     dell’aria, poiché esse riducono contemporaneamente le emissioni di diversi altri
     inquinanti. Vi sono tuttavia delle eccezioni, come per esempio la sostituzione dei
     motori a benzina con motori diesel fino a quando i valori limite per i gas di scarico
     dei motori diesel saranno meno severi rispetto a quelli applicati ai motori a
     benzina, oppure la sostituzione dell’olio da riscaldamento con il legno, fino a
     quando le emissioni inquinanti generate dagli impianti a legna non
     corrisponderanno al livello di quelle generate dagli impianti a nafta.
     L’attuazione degli obiettivi configurati nel Protocollo di Kyoto e nella legge sul
     CO2 è un presupposto essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di
     protezione dell’aria.
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