POLIMIBUS SABATO 30 APRILE 2022 UN TUFFO IN PISCINA. INFRASTRUTTURE POLITECNICHE PER IL NUOTO
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POLIMIBUS SABATO 30 APRILE 2022 UN TUFFO IN PISCINA. INFRASTRUTTURE POLITECNICHE PER IL NUOTO Itinerario a cura dei professori Paolo Bossi e Barbara Galli MADE IN POLIMI Spazio espositivo Piazza Leonardo da Vinci, 32 LIDO DI MILANO Cesare Marescotti Piazzale Lotto, 15 PISCINA CAIMI Luigi Lorenzo Secchi Via Carlo Botta, 18 PISCINA COZZI Luigi Lorenzo Secchi Viale Tunisia, 35 Il tour in pullman ci permetterà di fare un tuffo in piscina, riportandoci agli anni ‘20-’30 del Novecento. Le piscine proget- tate da alumni del Politecnico di Mila- no ci faranno ricordare uno spaccato di vita quotidiana. Come nel momento della loro costruzione questi luoghi con- Immagine: Luigi Lorenzo Secchi, Progetto per piscina tipo. Servi- zi Bibliotecari e Archivi, Politecnico di Milano – Area Campus Life, tinuano ad allietare le giornate di molti Fondo Luigi Lorenzo Secchi, Sez. A, 38, Fasc. 38. milanesi. Hanno saputo adattarsi ai cam- biamenti sociali, economici e sanitari, ri- manendo icone all’interno della città di Milano. E allora tuffiamoci...
PREMESSA La definizione e la realizzazione di un sistema capillare di impianti natatori nella città di Milano si inserisce nell’ampio programma messo in atto durante il regime fascista, che vede intrecciarsi politica, architettura e piani urbani. Il fascismo considerava, infatti, l’educazione fisica e lo sport strumenti pedagogici; lavorare sui «corpi» degli italiani per «migliorare la razza» e plasmare un «uomo nuovo»: lavoratore e soldato. Lo sport era, anche, un mezzo per costruire una società compatta che avesse degli aspetti in comune. Questa politica ci ha, però, lasciato in eredità spazi sportivi che sono ancora oggi utilizzati e che nel periodo della loro costruzione si imposero a livello internazionale per la ricerca e l’innovazione sia in ambito spaziale che tecnico e tecnologico.
CESARE MARESCOTTI (1884-1961) Cesare Marescotti (Lugo di Romagna 1884 – noletti come tecnico per la progettazione Milano 1961) frequenta il Politecnico di Milano, della casa in piazzale Istria a Milano (1934). Il dove si laurea nel 1908 in Ingegneria elettro- sodalizio li porta a progettare diversi edifici in tecnica. Giovane ingegnere si arruola come collaborazione, tra cui anche la polemica va- volontario nella Prima Guerra Mondiale. riante al Piano Regolatore per l’area attorno a piazza San Babila, presentata nel 1937. Alla fine del conflitto affianca la propria attivi- tà professionale con il suo impegno nell’am- Nel 1939 fondò la Società anonima costruzio- bito politico e sociale milanese, che lo porta a ni edili cantiere cementi armati e vibrati – SA- ricoprire il ruolo di consigliere comunale (1922- CECCAV – attiva nel settore edile e in quello 26) durante la Giunta Mangiagalli, di membro delle opere stradali. Fece parte anche del Con- delle Commissioni di studio sui problemi cit- siglio direttivo di Assimpredil – ANCE (1945- tadini, di Commissario governativo della Cassa 1948). Edile (1923-28) e di Presidente della Commis- Dal 1948 iniziò a dedicarsi al rinnovamento sione prefettizia degli alloggi (1924-25). dell’Associazione laureati e allievi del Politec- Dopo il delitto Matteotti inizia progressiva- nico di Milano, istituendo anche una nuova bi- mente a prendere le distanze dal mondo po- blioteca umanistica, che fu dedicata nel 1955 litico, per dedicarsi maggiormente all’attività al figlio Federico che ventiquattrenne - ab- professionale. bracciata la causa partigiana - morì tra la Valle Onsernone e il Comune di Craveggia, il 18 ot- Nel 1934 è chiamato dall’architetto Giulio Mi- tobre 1944. 2
LIDO DI MILANO PIAZZALE LOTTO, 15 «Chi vuol esser lieto, sia. Del doman non v’è certezza» (Lorenzo de’ Medici) 1. Dotare il capoluogo lombardo di un Parco di L’area è preannunciata da quattro fabbricati a divertimento permanente – come in gran par- un solo piano, uniti fra di loro da un colonna- te delle città europee - diventa una priorità nel to con trabeazione, a formare un’esedra che 1929. Il Comune di Milano decide, dunque, di abbraccia e accompagna all’interno il fruitore. stipulare a tal fine un accordo con la Società Le quattro strutture, arricchite da decorazio- Anonima Luna Park per inserire questa nuova ni a bassorilievo, attribuite allo scultore Remo struttura all’interno del costituente Parco Olo- Brioschi, ospitavano: due biglietterie, gli uffici na. della direzione e la casa del custode con ma- gazzino. L’area prescelta è situata sul lato nord-est di piazzale Lotto tra l’Ippodromo di San Siro e il Varcato il colonnato al centro dello spiazzo, nuovo alveo dell’Olona. una fontana luminosa a tre vasche invitava a raggiungere la piscina-lago suddivisa in due La realizzazione dell’impianto, il cui progetto settori: la piscina propriamente detta e il lago è affidato agli ingegneri Marescotti e Cadario, dalle forme sinuose, che assecondavano la e all’architetto Armando Titta, prevede anche curva dell’ippodromo; tra i due si trovava un un nuovo assetto urbanistico e impiantistico piccolo molo di approdo con faro, dieci imbar- per dotare la zona prescelta di tutti i servizi ne- caderi e un pontile in legno per l’accesso delle cessari. 3
barche. Nel mezzo del lago un’isola-palcosce- Il complesso fu ampliato successivamente nico per gli spettacoli, raggiungibile con pas- all’inaugurazione del 1932 con la realizzazione serella in ferro e legno. di una grande birreria e di un maneggio a cui furono aggiunti, anche, altri padiglioni con ot- La piscina con trampolini in cemento di varie tovolante, giostra, tiro a segno, lotterie. altezze era illuminata con uno scenografico lampadario, collocato su pontili. La stessa era Il carattere ludico del complesso non passò caratterizzata da un sistema per la formazione inosservato al regime che lo criticò, perché delle onde. Lungo la vasca erano disposte le troppo vicino alle “mollezze borghesi” e non cabine di lusso in legno d’abete, e alcune ca- adatto all’ideologia fascista, che leggeva lo bine comuni. Le altre 465 erano invece ubica- sport come attività per plasmare fisico e spiri- te sul fronte retrostante lo stabilimento, dove to. Le critiche furono ampliate dalla decisione vi erano anche altri ambienti di servizio, quali di aprire contemporaneamente il lido a uomi- docce, servizi sanitari e infermeria. ni e donne, rendendolo luogo sospetto e di promiscuità. Di fronte alla passerella - che conduceva all’i- sola - fu realizzata La Rotonda, un edificio in Tali aspetti e il fallimento della Società Luna cemento armato e cotto, composto da tre cor- Park portarono nel 1936 la nuova proprietà – pi, quello centrale con copertura a cupola a il Comune di Milano – a trasformare il Lido in esplicitare all’esterno la grande sala da ballo zona sportiva con l’aggiunta di campi da ten- circolare. Lo stabile dagli stilemi liberty ospi- nis, pattinaggio a rotelle e bocce. tava un ristorante, oltre a una sala caffè e altri Il Lido è attualmente chiuso, in quanto ogget- ambienti di servizio per gli ospiti. All’interno to di un progetto di conservazione e rifunzio- del parco erano poi ubicati diversi piccoli lo- nalizzazione a opera del Comune di Milano, cali con funzioni differenti per soddisfare ogni che dovrebbe avere inizio nell’anno in corso. esigenza. Per approfondire Il Lido di Milano, in «Corriere della Sera», 06 lu- glio 1930, p. 7. Luigi Secchi, Piscine all’aperto Milanesi, in «Milano», luglio 1935, pp. 358-361. Disciplina giuridica dei servizi comunali: Lido di Milano - Idroscalo della Provincia di Milano, in «Milano», dicembre 1942, p. 523. IMMAGINE 1: La vasca del Lido di Milano, © 2022 Barbara Galli, Milano. 4
LUIGI LORENZO SECCHI (1899-1992) Luigi Lorenzo Secchi (Avenza 1899 – 1992 Mila- to automatico di depurazione e sterilizzazione, no) può essere definito l’ingegnere dedito alle di cabine in muratura e di ampia zona sistema- opere pubbliche. Nella sua lunga carriera ini- ta a verde e per le sabbiature. A lui si devono ziata nel 1925 - dopo aver conseguito la laurea anche la ristrutturazione dei servizi dell’Arena al Politecnico di Milano l’anno prima – come Civica e il progetto del Centro Sportivo Giuriati. tecnico del Comune di Milano si dedicherà allo Nella sua attività si occupò anche di impianti studio e alla progettazione di diversi edifici de- scolastici (scuola elementare Leonardo da Vin- stinati al pubblico, alcuni dei quali diventeran- ci nell’omonima piazza) e di pubblico servizio no icone di quel momento storico che segnò (Comando dell’Aeronautica Militare di piazzale l’Italia. La propria professionalità lo portò a non Novelli, il Palazzo delle Milizie in via Marcora e la focalizzarsi solo sulla progettazione in sé delle Casa del Mutilato in via Freguglia). opere, ma a studiarne le problematiche a livello La sua attività lo porterà a ricoprire cariche pre- spaziale e tecnico fino a giungere a definirne stigiose: sarà direttore dell’ufficio tecnico del dei modelli. Comune di Milano dal 1939 al 1946, e architet- È del 1928 la presentazione di un modello per to conservatore del Teatro alla Scala dal 1932 al “piscina tipo” che, declinato secondo le diffe- 1982. renti necessità, doveva essere applicato a set- È lui che progetta e dirige la riforma dei ridotti te impianti da realizzarsi in zone periferiche. Il dei palchi, e soprattutto la ricostruzione dopo i progetto prevedeva una vasca di 40 metri per bombardamenti dell’agosto del 1943. 100, una palazzina collocata sull’asse longitu- dinale, con gli spogliatoi sistemati ai lati. Suoi Non si fermò mai anche dopo aver lasciato la sono i progetti per la piscina Guido Romano, la carica all’ufficio tecnico comunale, continuò ad Cozzi, la Caimi. operare come libero professionista nella rea- lizzazione di insediamenti terziari e industriali, La Guido Romano fu il primo esempio italiano impianti idroelettrici e centrali termoelettriche, di grande piscina all’aperto alimentata con ac- e in numerosi interventi di restauro. qua prelevata dal sottosuolo, dotata di impian- 5
PISCINA CAIMI VIA CARLO BOTTA, 18 «l’idea dei bagni misteriosi mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lu- cidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimen- to. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare» (De Chirico) 2. Due anime in un solo luogo: questa è la pisci- Comune di Milano ne decide la chiusura, in na Caimi, ubicata nel rione di Porta Romana. quanto dichiarata dalla ASL non idonea alla Di giorno è un centro balneare, intitolato alla balneazione. Negli anni successivi si susse- medaglia d’oro al valor militare Giuseppe Cai- guono progetti per la sua conservazione, che mi (1890-1917), mentre all’imbrunire si trasfor- inizierà nel 2013 grazie alla firma di una con- ma nei Bagni Misteriosi, luogo in cui acqua e venzione fra Fondazione Pier Lombardo e gli spettacolo convivono e si intrecciano «in mille Assessorati alla Cultura e a Sport e Benessere sinergie artistiche» (Andrée Ruth Shammah). del Comune meneghino. Il progetto di riquali- ficazione – affidato allo studio De Lucchi - con- La piscina, realizzata su progetto dell’ingegne- serva ed esalta i principi progettuali originari re Secchi e inaugurata il 17 luglio 1939, è già - ovvero «raggiungere l’eleganza attraverso la dalla sua origine un esperimento, parte di un semplicità […]», la «fine proporzione» e l’«esat- centro polifunzionale, che prevedeva diverse to equilibrio dei vuoti e dei pieni» - con l’ag- sale dedicate a sport, cultura e politica. giunta di quattro piattaforme mobili in legno, All’interno di questo complesso continua - an- che si trasformano per creare «una città nella che se danneggiata in parte durante i bom- città, dove l’architettura è supporto della sce- bardamenti della Seconda Guerra Mondia- nografia» (De Lucchi). le - a essere utilizzata fino al 2007 quando il 6
L’equilibrio fra vuoti e pieni, infatti, disegnava azzurre di cemento bulinato - e l’altra semi- e informava l’intero progetto di Secchi a par- circolare con piastrelle bianche di graniglia di tire dal prospetto principale la cui geometria marmo, al cui centro era presente una fontana era definita dai mattoni paramano e dalla cor- circolare con zampillo; il bordo delle vasche era nice in serpentino verde intorno alle finestre. in marmo botticino levigato. Intorno si trovava L’ingresso in marmo a tre aperture introduce- un’ampia banchina di tre metri e tre gradoni a va il fruitore nell’atrio e da lì ai camerini, realiz- realizzare un anfiteatro per gli spettacoli, coro- zati in parte a rotazione e in parte come indi- nato da un’ampia area verde sistemata a prato viduali. Si passava, poi, attraverso le docce per e aiuole geometriche. giungere alle piscine. Ora questo luogo è piscina Caimi e Bagni Completavano la struttura alcuni spazi di ser- Misteriosi un progetto unico in Italia, spazio vizio fra cui un bar, un’infermeria e il solarium pubblico «dove arti sceniche e performati- al primo piano, riservato alle donne. La piscina ve, attività sportive e ludiche si stimolano e si si componeva di due spazi, una vasca rettan- contaminano a vicenda» (Andrée Ruth Sham- golare più profonda – rivestita con piastrelle mah). Per approfondire Luigi Secchi, Le pubbliche piscine all’aperto, Alessandro Benetti, Post-Expo. Le piscine in «Il Politecnico», voll. 11, novembre 1928, pp. Caimi e il Teatro Franco Parenti, in «Artribu- 626-635. ne», pubblicato il 16 novembre 2015 - rivista on-line: https://www.artribune.com/proget- Bertera Giuseppe, La nuova piscina “G. Cai- tazione/architettura/2015/11/architettura-pisci- mi”, in «Milano», luglio 1939, pp. 319-320. ne-caimi-teatro-franco-parenti-milano/n(ulti- Nelle piscine milanesi, in «Milano», luglio 1941, ma consultazione: 17 aprile 2022). pp. 401-405. La piscina Caimi inaugurata dal vice-segreta- rio del Partito Gardini, in «Corriere della Sera», IMMAGINE 2: La scultura nella vasca piccola - piscina Caimi, © 2022 17 luglio 1939, p. 2. Barbara Galli, Milano. 7
PISCINA COZZI VIALE TUNISIA, 35 «Da acrobata di circo, o almeno bagnino. Il 6 aprile del 1972 nella piscina Cozzi di Milano, il signor Ghianda, Assi- stente Bagnante, cioè bagnino, esegue, per incarico del giudice istruttore D’Ambrosio, una lunga e variata serie di tuffi. Sul bordo della piscina “è stata riprodotta con im- palcatura metallica una finestra balcone perfettamente identica per forma e dimensioni a quella dell’ufficio del dottor Calabresi”. Il signor Ghianda ci si tuffa attraverso» (Adriano Sofri) 3. La piscina Cozzi, realizzata sull’area tra piazza- raggiungere un insieme estetico e riposante» le Fiume e l’Acquabella, intitolata al martinitt (Luigi Secchi). medaglia d’oro Roberto Cozzi (1893-1918), è sta- La struttura è ubicata lungo viale Tunisia con ta costruita nel 1934 su progetto dell’ingegne- asse maggiore disposto da nord a sud, così da re Secchi come emblema della grandezza del avere un irraggiamento interno costante an- regime. All’epoca la struttura rappresentava che nei due solarium che si trovavano nella un esempio innovativo sia per gli aspetti tec- parte frontale della costruzione. nici che tecnologici. L’importanza dell’edificio e l’attenzione nei confronti dei minimi detta- L’ingresso principale introduceva in un gran- gli si vede sin dall’organizzazione del cantiere, de atrio con ristorante-bar con ampia vetrata aspetto che permetterà di costruirla in soli 194 che permetteva di avere un contatto visivo giorni, per inaugurarla il 3 maggio, inizio dei diretto con le vasche, la cui copertura era ca- “Littoriali”. ratterizzata da una struttura ad arcate metal- liche. Lungo i lati maggiori si sviluppavano le Ogni elemento è stato studiato per assecon- tribune a gradoni cui davano «sfondo e luce dare la funzione dell’edificio, prediligendo «li- gli ampi finestroni delle gallerie». Di particola- nee pacate, espresse con materiali che ben si re effetto risultavano le scelte cromatiche nei fondono in una nota calda di colori e toni, per 8
toni del giallo e del verde-azzurro, utilizzate sione di riscaldare il pavimento della banchina anche per i velari apribili durante la stagione e i sedili dei gradoni. Completava il complesso estiva. un’area dedicata alle cure idroterapiche con vari tipi di bagni termali e un reparto massag- Due erano le vasche, una per i nuotatori esper- gi. ti e una per i principianti, entrambe realizzate con piastrelle verde glauco; arricchiva la vasca La scelta di prediligere gli aspetti funzionali principale un sistema di quattro trampolini informava anche gli elementi decorativi che per tuffi: fino a tre metri innalzati con due ca- si limitavano alla fascia di marmo giallo Sie- stelli in tubi di acciaio inossidabile, da cinque na e verde Alpi che incorniciava il piano della e dieci metri realizzati con due mensole di ce- banchina, ai pannelli al centro della parete di mento armato portate direttamente dalla pa- fondo e all’illuminazione subacquea, che cre- rete. Proprio per le gare di tuffi fu, anche, istal- ava particolari giochi di luce all’interno delle lato un dispositivo per la produzione di bolle vasche. d’aria che serviva a ridurre la forza di impatto, La struttura ha subito negli anni diversi inter- quando gli atleti entravano in acqua. venti di ammodernamento, ma oggi come nel Per rendere l’ambiente più accogliente at- giorno dell’inaugurazione i fruitori sono accolti tenzione fu posta nelle scelte adottate per da un monito del poeta Gabrielle D’Annunzio: l’impianto di riscaldamento che prevedeva «Maestri facili nell’esercitare il nuoto debbono soluzioni differenziate per i diversi ambienti. essere tutti gli italiani della penisola, disegna- L’attenzione al comfort portò, anche, alla deci- ta in tante rive ed emersa da tanti mari» Per approfondire Luigi Secchi, La nuova piscina comunale coperta “Roberto Cozzi”, in «Milano», maggio 1934, pp. 217-224. Luigi Secchi, La Piscina Comunale coperta “Roberto Cozzi” in Milano, in «Il Politecnico», vol. 7, settembre 1935, pp. 491-538. Luigi Secchi, La Piscina Comunale coperta “Roberto Cozzi”, in «Milano», allegato, settem- bre 1935, tavole 1-14. IMMAGINE 3: Luigi Lorenzo Secchi, La costruzione della piscina Cozzi, Servizi Bibliotecari e Archivi, Politecnico di Milano – Area Campus Life, Fondo Luigi Lorenzo Secchi, Sez. A, 2, Fasc. 33. 9
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