Progetto di Zona 2018-2022 - Agesci Calabria

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Progetto di Zona
       2018-2022
Zona Terra dei Bruzi
                                  Progetto di Zona
                                    2018-20221

    INTRODUZIONE
    A poco più di un anno dalla divisione della zona Cosenza-Tirrenica, che rispon-
de al tentativo dell’Agesci (riforma Leonardo) di rendere ancora più centrale e de-
terminante il ruolo della Zona quale luogo dove i capi dialogano, si incontrano
e progettano, ci accingiamo a presentare il nostro primo Progetto di Zona.
    Con questo primo anno di esperienza alle spalle, possiamo iniziare a trarre alcu-
ne piccole conclusioni sui frutti prodotti da questa “divisione” e sulle problematicità
incontrate. Un numero minore di Gruppi e di Capi ha certamente facilitato la parte-
cipazione attiva alla vita della zona aumentando il senso di responsabilità e di sano
protagonismo. Tuttavia si sono presentate alcune difficoltà nel “reperire” disponibi-
lità per ricoprire alcuni incarichi richiesti dall’associazione e non ancora tutti i capi
sentono la zona come un luogo nel quale è necessario dare il proprio contributo per
“confrontare e verificare l’azione educativa, contribuire alla formazione ricorrente,
valorizzare e rilanciare le esperienze vissute nei gruppi” (cfr. art 23 Statuto Agesci).
    Buoni i rapporti di collaborazione con la zona gemella “Passo del Pellegrino” in-
sieme alla quale completiamo l’area della nostra diocesi e con la quale si progettano
e si vivono alcune attività in comune (Giornata del Pensiero e Luce della Pace) al
fine di mantenere vivo il dialogo e i rapporti tra Gruppi dello stesso territorio.

   LA ZONA TERRA DEI BRUZI
   La Zona “Terra dei Bruzi”, composta dai Gruppi Castrolibero 1, Celico 1, Co-
senza 1, Cosenza 2, Cosenza 3, Cosenza 4, Cosenza 6, Mendicino 1 e Ro-
gliano 1, rientra nella porzione di territorio dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano
(popolazione di 383.541 abitanti; 132 parrocchie in 66 comuni, suddivise in 7 fo-
ranie).

   1 - Approvato in Assemblea di Zona venerdì 4 maggio 2018

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Ben 6 dei 9 Gruppi che compongono la nostra Zona insistono nell’area urbana di
Cosenza (tra cui includiamo anche Castrolibero), due (Mendicino e Celico) gravita-
no intorno alla città in quella fascia di paesi che fanno da cerniera al centro bruzio,
mentre solo il gruppo del Rogliano si colloca in una zona più distante.

   Le Foranie “interessate” dalla presenza scout sono 4: Urbana 1, Serre, Savuto
e Silana.
   Il totale dei Capi presenti nella nostra Zona è pari a 150 (68M, 71F, 11 AE).
Le Unità L/C sono 10 (246 lupetti), quelle E/G 9 (225 tra esploratori e guide),
R/S 9 (106 tra rover e scolte). Il totale tra Capi e Ragazzi è di 727 censiti*. (*al
04.03.2018)

    PREMESSA AL PROGETTO DI ZONA
    “Il Progetto di Zona prevede obiettivi specifici che, in raccordo anche con i Pro-
getti educativi delle comunità capi della Zona, diano risposta alle esigenze educa-
tive e formative emergenti dalla realtà associativa e territoriale” (cfr. art 24 Statuto
Agesci).
    Restando fedeli a quelle che sono le peculiarità dell’Agesci espresse nel Patto
Associativo, nello Statuto, nel Regolamento Metodologico, nel Regolamen-
to Agesci e nel Codice Etico, orientati dal modello educativo proprio dello
scautismo che mira alla formazione del buon cittadino e del buon cristiano, e
accompagnati dai sette ambiti approvati nel Consiglio Nazionale 2017 e ricondotti
nelle SNI (Strategie Nazionali di Intervento), il nostro Progetto di Zona vuole
divenire uno strumento utile a guidare l’azione educativa delle Comunità Capi della
nostra Zona. Supportarle nella formazione, spronarle ad esplorare nuovi sentieri
educativi e promuovendo lo scautismo in tutti quei contesti territoriali nei quali non
siamo ancora presenti per adempiere al mandato missionario proprio della Chiesa,
di cui siamo parte, e per realizzare appieno l’azione di realtà di frontiera che tante
volte ci vede come anello di congiunzione tra famiglia e parrocchia, realtà “perife-
riche” e “centrali”.
    Così, dopo un’attenta analisi del vecchio Progetto di Zona, che metteva in luce
sogni, proposte e progetti della ex Zona “Cosenza-Tirrenica” sintetizzabili nelle tre
parole chiave – identità, corresponsabilità e competenza – scelte per orientare la
direzione da seguire; per accendere la scintilla che ha infiammato il cuore del Con-
siglio di Zona e dei capi che con diverse modalità hanno contribuito e partecipato
alla stesura di questo progetto, abbiamo voluto declinare ogni ambito nel quale
abbiamo deciso di muoverci con tre verbi che fungeranno da parole chiave:

   •   Appartenere: è necessario ribadire l’importanza di sentirsi anello fonda-
       mentale del proprio gruppo, parte indispensabile della propria zona, di esse-
       re sempre più coscienti che ogni capo “testimonia l›adesione personale alla
       Legge e alla Promessa scout” (cfr. Patto Associativo) all’interno della Agesci.

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•   Seminare: rendere tutti consapevoli che l’Associazione nella quale stiamo
       prestando il nostro servizio esiste perché qualcuno ha seminato prima di
       noi. Ora tocca a proprio a noi! Solo così tra qualche tempo, non sappiamo
       quando, si potranno raccogliere i frutti del nostro lavoro, da intendersi in
       mille modi. Parafrasando il celebre motto di B.P.: lasciare la zona più bella
       di come l’abbiamo trovata!
   •   Discernere: inteso come predisposizione ad una corretta lettura e inter-
       pretazione di quanto succede intorno a noi, per indirizzare i nostri passi alla
       luce della Parola, trasformando il nostro agire in un confronto leale e intimo
       con quanto sta di fronte a ciascuno di noi: dal Vangelo come tale, al patto
       associativo per noi capi scout Agesci.

    Gli ambiti all’interno dei quali si esplicitano queste tre parole chiave sono quat-
tro: Associazione, Formazione, Fede e Territorio. Per ciascuno di essi, alla
luce dei suggerimenti emersi durante l’ultima assemblea di zona (12 novembre
2017), dall’attenta analisi dei singoli Progetti Educativi delle comunità capi fatta in
Consiglio di Zona, dagli utilissimi spunti emersi dalle relazioni degli IABZ delle tre
branche, e da un puntuale vaglio degli orizzonti segnalati dalle SNI, si è cercato di
cogliere le necessità e gli ambiti sui quali puntare l’attenzione (Obiettivi), calibran-
do alcune azioni mirate utili a rispondere a queste esigenze (Strumenti) e, anco-
ra, stabilendo chi avrà il compito di promuovere e/o realizzare quella determinata
proposta (Chi lo fa?)

   VERIFICA DEL PDZ
   Vista la necessità di rendere questo Progetto di Zona il più vicino possibile alle
esigenze dei capi, lo stesso sarà oggetto di verifica e, se necessario, di modifiche
e/o integrazioni. La verifica verrà effettuata annualmente dal Consiglio di Zona
secondo le necessità che di volta in volta saranno individuate e con indicatori di
verifica stabiliti dal Consiglio stesso.

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A  SSOCIAZIONE
   La bellezza della nostra Associazione si traduce nel lavoro di quanti prestano il
loro servizio con passione non solo per la riuscita di attività ed eventi per ragazzi,
ma nel “mandare avanti” una struttura che ha bisogno di competenze e prepa-
razione, servizio e, soprattutto, voglia di mettersi in gioco. Alla luce di questo è
però doveroso sottolineare come, molto spesso, i livelli superiori alla propria Co.Ca.
siano percepiti come luoghi ostici, dai quali “stare alla larga” e dove, per molti, im-
pegnarsi diventa quasi un miraggio. A questo si aggiunge la necessità di continuare
a lavorare per allargare il nostro raggio d’azione e fare dello sviluppo (interno
ed esterno) una delle direttrici fondamentali da perseguire. Cioè essere capaci di
stimolare e rendere protagonisti i capi che già fanno parte delle nostre Comunità
Capi coinvolgendone magri altri e, ancora di più, aiutare e stimolare la crescita di
nuovi gruppi.

          ESIGENZA. Quanto maturato ci spinge a voler trasformare la no-
      stra zona in un luogo dove si fa a gara a partecipare, ad essere pro-
      tagonisti, ad impegnarsi per la buona riuscita delle cose, ad essere di
      esempio per i Capi meno esperti e attrattivi per chi, magari dall’ester-
      no, guarda a noi come modello positivo. Sogniamo un’associazione
      capace di stimolare un senso di forte appartenenza, nella quale tutti
      sentiamo la responsabilità di dover seminare alla luce di un discerni-
      mento umano e di fede portato avanti in ogni Co.Ca. “luogo di incontro
      di diverse generazioni, luogo di scambio, sostegno e condivisione di
      fatiche e successi” (cfr. SNI – Comunità Capi).Da qui ne dovrà trarre
      beneficio non solo lo “stato di salute” delle nostre Comunità Capi, ma
      anche una nuova e rinnovata capacità attrattiva verso chi guarda con
      simpatia al nostro modello educativo ed anche verso quelle parrocchie
      e comunità che vorrebbero intraprendere un percorso scout.

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OBIETTIVI               STRUMENTI                   CHI LO FA
Stimolare la parte-     Attività preparatorie      Consiglio di Zona
cipazione attiva ai     nelle Co.Ca.
momenti di Zona
con particolare at-     Pattuglie di lavoro
tenzione ai capi gio-
vani
Maggiore comunica-      Visita alle Co.Ca          Responsabili + AE
zione e scambi tra
le Co.Ca.               Gemellaggi tra gruppi      Gruppi

                        Mettere le esperienze      Delegato Co.Ca.
                        in rete
Stimolare l’apertu-     Promuovere eventi in       Consiglio di Zona
ra di nuovi gruppi      località dove lo scouti-
scout                   smo non è presente

                        Incontri con parroci ed    Equipe sviluppo di
                        educatori                  Zona

                        Elaborazione di un pro-
                        getto di sviluppo

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F   ORMAZIONE
   L’idea di formazione emersa dagli incontri e dalle relazione fornite dagli IABZ
riconduce, nella maggior parte dei casi, ad un percorso che, fermo restando la
solida formazione metodologica proposta dall’associazione e che ogni capo deve
perseguire, sia aperta a 360° alla sfide vecchie e nuove che ogni giorno si presenta-
no dinnanzi a noi. Quindi una formazione che non trasformi noi educatori Agesci in
dei “tuttologi” capaci di rispondere in maniera “professionale” ad ogni esigenza del
mondo giovanile; ma delle persone attente e desiderose di acquisire nuove compe-
tenze, di aprirsi e affacciarsi a nuove problematiche e risorse perché “i bambini, i
ragazzi e i giovani hanno il diritto di essere educati da adulti che abbiano compiuto
scelte solide e acquisito adeguate competenze” (cfr. art. 45 Regolamento Metodo-
logico). A tal proposito uno degli strumenti fondamentali deve essere il Progetto
del Capo che, attraverso una condivisione di alcune linee guida comuni da stabilire
nel Consiglio di Zona, deve diventare “elemento utile anche alla programmazione
della vita di comunità capi e alla progettazione nelle strutture associative (Zona e
Regione)” (cfr. art. 52 Regolamento Metodologico).
    A questo si aggiunge una maggiore condivisione delle esperienze vissute dai
diversi gruppi, dalle “best practices” messe in atto per affrontare situazioni spinose
alle attività di formazione in Co.Ca. su determinati argomenti.

          ESIGENZA. Riscoprire l’importanza di “guardare ai ragazzi e alle
      ragazze che abbiamo davanti (non a quelli che immaginiamo) e alle
      loro potenzialità, per guidarli a scoprire il gusto dei propri sogni” (Cfr.
      SNI – Educare al sogno); di essere “capaci di educare i ragazzi e le
      ragazze di oggi all’amore, alla qualità della relazione personale, nel-
      lo spirito della reciproca accoglienza che nutre ogni relazione” (Cfr.
      SNI – Affettività); di avere una conoscenza, seppur non specialistica,
      della psicologia dei ragazzi e di come gestire al meglio le relazioni
      bambino-bambino, adolescente-adolescente, ragazzo-ragazzo, adulto-
      adulto, adulto-bambino/adolescente/ragazzo; di potenziare le nostre
      conoscenze pedagogiche e le competenze di approccio verso disturbi
      e difficoltà che vivono o di cui sono vittima i nostri ragazzi (Disabilità,
      DSA, Bullismo); di migliorare, “in un tempo in cui tende a dominare
      la dimensione virtuale della realtà” (Cfr. SNI – Educare al sogno), le
      nostre capacità tecniche riguardo a strumenti che non vanno demo-
      nizzati ma utilizzati bene. Utilizzare le piattaforme web già esistenti
      per condividere, organizzare e promuovere insieme iniziative e incontri
      formativi. Chiedere “aiuto” a gruppi più “esperti” per affrontare pro-
      blematiche già trattate nel corso degli anni.

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OBIETTIVI              STRUMENTI                   CHI LO FA
Condivisione di        Condivisione del mate-    Co.Ca. / Iabz / Incari-
esperienze e mo-       riale attraverso la pa-   cato Web di gruppo e
menti formativi        gina Fb di Zona e sito    di zona
                       internet di Zona

                       Banca delle Compe-        Co.Ca.
                       tenze
Supporto ai tiro-      Due incontri formativi    Referente alla forma-
cinanti ad entrare     annuali                   zione
nelle dinamiche di
Co.Ca. e di staff
Contributi alla for-   Giornata di studio in     Consiglio di Zona /
mazione psico-pe-      Assemblea                 Specialisti del settore
dagogica
                       Attività di Branca        Iabz

                       Promozione eventi for-    Cdz / Iabz / Co.Ca.
                       mativi extrassociativi

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F EDE
   Quello della fede è senza dubbio uno degli “ambiti” più delicati che interessa la
nostra Associazione. Partendo dall’analisi delle nostre Co.Ca., pochi sono stati gli
spunti emersi dalla lettura dei PE e limitate le esigenze messe in luce dai resoconti
forniti dagli IABZ. Non per questo crediamo che la “fede” sia marginale nel nostro
cammino scout, ma spesso si fa fatica, o confusione, nel coglierla nel suo duplice
aspetto: personale e comunitario. Cogliendo le esigenze delle Comunità Capi, lo
scorso anno l’Agesci ha predisposto il documento “Discernimento, un cammino di
libertà” dove si parla di una “pratica” che le comunità capi sono chiamate a vivere
in un cammino di discernimento cristiano, acquisendone lo stile. Qualcosa in cui
“allenarsi”, fare pratica, da soli e in gruppo. Il discernimento cristiano, che si può
ben tradurre con: trovare la strada verso Cristo e con Cristo; di per sé, è attività
assolutamente “personale”, sebbene non “individuale”, poiché non si fa da soli, pur
mettendo in gioco unicamente se stessi. Il discernimento personale indica la “re-
altà”, l’esperienza da vivere, il discernimento pastorale indica invece la “modalità”
in cui svolgerlo: sono coinvolte le comunità cristiane di appartenenza, le nostre
Comunità Capi a cui il ruolo di guida è affidato all’AE che accompagna, sostiene,
eventualmente oppone resistenza e critica, offre alternative di lettura ed analisi,
sempre a partire dal Vangelo.

          ESIGENZA. Trasferire questo nuovo stile nei capi della nostra As-
      sociazione ribadendo che il discernimento cristiano non è una “rifles-
      sione” tra sé e sé; non è un “esame di coscienza”, ma un’esperienza di
      condivisione della propria interiorità con qualcuno condivide o ha più
      esperienza nella vita spirituale e nella conoscenza di Dio. Quindi, la
      scelta consapevole e necessaria, di appartenere ad una squadra
      precisa (la squadra di Dio e della Chiesa), di essere testimoni credibili
      nella nostra piccola comunità capi, nel gruppo, nella comunità parroc-
      chiale, nel nostro territorio per “accogliere il messaggio di salvezza di
      Cristo e, in forza della vocazione battesimale, scegliere di farlo proprio
      nell’annuncio e nella testimonianza, secondo la fede che è stata dona-
      ta da Dio” (Cfr. Patto Associativo). Annuncio e testimonianza che han-
      no bisogno di una solida formazione che ogni capo e Comunità Capi
      dovrà ricercare attraverso le occasioni formative presenti all’interno e
      all’esterno dell’associazione.

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OBIETTIVI             STRUMENTI                CHI LO FA
Maggiore coinvolgi-   Incontro con l’AE di    CdZ / AE
mento degli AE        Zona

Sostegno alle Co.Ca. Elaborazione e condi-    CdZ / AE
su temi emergenti    visione di un percorso
                     annuale
Formazione cate-     Giornata di studio       Consiglio di Zona /
chetica nelle tre                             Specialisti del settore
branche              Banca delle Compe-       Co.Ca.
                     tenze

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T   ERRITORIO
   Cittadinanza attiva e scelta di azione politica sono tra i capisaldi dello scautismo.
A partire da quanto afferma il nostro Patto Associativo essere partecipi e attenti
di quello che succede intorno a noi è un “impegno irrinunciabile che ci qualifica in
quanto cittadini, inseriti in un contesto sociale che richiede una partecipazione at-
tiva e responsabile alla gestione del bene comune”. Oggi questo tema così delicato
si può declinare in tanti modi, e diverse sono le sfide e le opportunità che si aprono
dinanzi a noi. Probabilmente non basta più vivere esperienze significative e impor-
tanti “solo” nelle nostre comunità parrocchiali e nei nostri gruppi. Occorre contri-
buire in maniera fattiva alle nuove necessità presenti nel nostro territorio. Quindi
fare spazio all’altro (lo straniero, il povero, il disabile) continuando a sottolineare
quanto sia importante “il tema dell’accoglienza che è tra le sfide più forti con cui la
nostra società è chiamata a confrontarsi” (Cfr. SNI – Accoglienza), perché la nostra
è “associazione di frontiera”, cerniera tra tante diverse sfaccettature delle nostra
multiforme società. A questo si aggiunge il lavoro per favorire una sempre più pro-
ficua creazione di reti fra realtà associative ed ecclesiali che ci rendano capaci di
contribuire a quanto gli altri mettono in campo apportando il nostro contributo, le
nostre capacità e le nostre esperienze. Solo così non ci ripiegheremo su noi stessi
cadendo nell’autoreferenzialità delle nostre scelte.

          ESIGENZA. Quindi un territorio da vivere non come un recinto,
      ma una prateria da “conquistare”, alla quale sentiamo di appartenere
      e verso cui dobbiamo dare il nostro contributo, anche insieme ad al-
      tre associazioni, cattoliche e laiche, con le quali condividiamo valori e
      obiettivi. Così accogliere ci permetterà di testimoniare il senso evange-
      lico di questo termine, “nello stile della reciprocità (non solo includere,
      ma anche lasciarsi accogliere), e contribuire attivamente a creare con-
      testi aperti a nuove relazioni” (Cfr. SNI – Accoglienza). Creare e vivere
      reti, da uomini e donne di frontiera capaci di sintesi e discernimento,
      vorrà dire scegliere “luoghi e realtà che possono diventare opportunità
      - da ricercare, costruire, mantenere - per le nuove generazioni e per
      l’educazione” (Cfr. SNI – Ascolto/Uomini e donne di frontiera).

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OBIETTIVI               STRUMENTI                CHI LO FA
Maggiore valorizza-     Mappatura delle risorse CdZ / Co.Ca. /Iabz
zione delle risorse     e delle opportunità per
del territorio vicini   fare servizio e acco-
alle nostre finalità    glienza per attività di
educative e su cui      branca e di gruppo
lasciare “segni con-    Integrazione della
creti”                  mappatura di un per-
                        corso che ricade nella
                        nostra diocesi

Maggiore collabo-       Creazione di reti e pro- CdZ / Co.Ca. /Iabz
razione con altre       grammazione di mo-
realtà laiche e cat-    menti condivisi
toliche
Favorire momenti di     Collaborazione con l’uf- CdZ / Co.Ca. /Iabz
incontro, conoscen-     ficio Migrantes diocesa- Co.Ca.
za e accoglienza con    no e incontri con asso-
persone provenienti     ciazioni e realtà che si
da altri paesi          occupano di migranti e
                        accoglienza

                                                                11
ZONA TERRA DEI BRUZI

                           Giada Tassoni
              rzf.zonaterradeibruzi@calabria.agesci.it
                         Roberto De Cicco
             rzm.zonaterradeibruzi@calabria.agesci.it
                       Don Michele Fortino
              ae.zonaterradeibruzi@calabria.agesci.it
                         Giorgia Scarpelli
                    giorgia.scarpelli@cg.agesci.it

                                Sito:
            www.calabria.agesci.it/zona-terra-dei-bruzi
                        Pagina Facebook:
                    Agesci Zona Terra dei Bruzi
                           Sede legale:
              Piazza G. Parrasio 16 - 87100 Cosenza
     c/o Curia Arcivescovile - Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano
                         C.F. 98116810783

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