The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces - Electa

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The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces - Electa
The Torlonia           Collecting
Marbles.               Masterpieces
     La prima grande
     mostra della collezione
     dei marmi Torlonia
     a Roma nel 2020
The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces - Electa
Comunicato stampa

                      Dal 4 aprile 2020 al 10 gennaio 2021 novantasei marmi della collezione Torlonia saranno
                      visibili al pubblico in una grande mostra a Roma, nella nuova sede espositiva dei Musei
                      Capitolini a Palazzo Caffarelli di Roma Capitale.

                      L’esposizione “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” segna il primo passo
                      dell’accordo siglato il 15 marzo 2016 tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per
                      il turismo e la Fondazione Torlonia, ed è il risultato dell’intesa istituzionale sottoscritta
                      dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e dalla Soprintendenza
                      Speciale di Roma con la stessa Fondazione Torlonia.
                      Il progetto scientifico di valorizzazione della collezione è stato affidato a Salvatore Settis che
                      cura la mostra con Carlo Gasparri, archeologi e accademici dei Lincei, e con l’organizzazione
                      di Electa, anche editore del catalogo. Le sculture esposte in mostra sono restaurate dalla
                      Fondazione Torlonia con il contributo della maison Bvlgari.

                      Sarà questa l’occasione per inaugurare la nuova prestigiosa sede espositiva di Roma
                      Capitale dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli. La scelta della sede è stata dettata dal
                      proposito di incentrare il percorso espositivo sulla storia del collezionismo: un aspetto sotto
                      il quale la vicenda del Museo Torlonia alla Lungara (fondato dal principe Alessandro Torlonia
                      nel 1875), che conta 620 pezzi catalogati, appare di eccezionale rilevanza.
                      Questa raccolta è infatti l’esito di una lunga serie di acquisizioni e di alcuni significativi
                      spostamenti di sculture fra le varie residenze della famiglia.

                      Si può anzi dire che i marmi Torlonia costituiscono una collezione di collezioni o, meglio,
                      uno spaccato altamente rappresentativo e privilegiato della storia del collezionismo di
                      antichità in Roma dal XV al XIX secolo. Le sculture in mostra non sono solo insigni esempi
                      di scultura antica (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi), ma anche il riflesso
                      di un processo culturale -gli inizi del collezionismo di antichità e il passaggio dalla collezione
                      al Museo- di fondamentale importanza: un processo in cui Roma e l’Italia hanno avuto
                      un primato incontestabile. Perciò la mostra ripercorre il formarsi della raccolta Torlonia,
                      e l’ultima delle sue cinque sezioni si legherà in modo eloquente all’adiacente esedra dei bronzi
                      e del Marco Aurelio nei Musei Capitolini, evidenziando il nesso fra gli inizi del collezionismo
                      privato di antichità e il significato della donazione dei bronzi del Laterano al Comune da parte
                      di Sisto IV nel 1471.

                      Il progetto di allestimento della mostra sulla collezione Torlonia, nei rinnovati ambienti del
                      nuovo spazio dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli, tornati alla vita grazie all’impegno e
                      al progetto della Sovrintendenza di Roma Capitale, è di David Chipperfield Architects Milano.

                      L’appuntamento di aprile 2020 è la prima tappa di un tour espositivo – e sono in corso
                      accordi con importanti musei internazionali – che si concluderà con l’individuazione di una
                      sede espositiva permanente per l’apertura di un nuovo Museo Torlonia.

 Ministero per i Beni e le Attività    Ufficio stampa Electa
 Culturali e per il Turismo            Gabriella Gatto
 Ufficio Stampa e Comunicazione        tel. +39 06 47 497 462
 T. +39 06 6723.2261 .2262             press.electamusei@mondadori.it
Palazzo
Caffarelli

        Gli ambienti che si sviluppano a destra dello scalone di ingresso al
        Palazzo Caffarelli, come il restante edificio nobiliare, furono ceduti alla
        metà del XIX secolo dagli eredi di Baldassarre Caffarelli alla Reale Corte
        di Prussia, che già da anni aveva lì la sede della propria Ambasciata
        presso la Santa Sede. Dopo l’atto di vendita del 1853, proprio in questi
        ambienti fu realizzata la prima chiesa evangelica protestante con annessa
        sagrestia, che vi ebbe sede fino al termine della Prima guerra mondiale,
        quando tutto il palazzo fu espropriato dallo Stato e ceduto in seguito al
        Comune di Roma. Rientrato nel programma di demolizioni di tutti gli
        edifici presenti sul colle e intorno a esso, per realizzare un grande parco
        pubblico finalizzato alla valorizzazione dei resti del Tempio di Giove
        Capitolino esistenti all’interno del giardino, il palazzo fu in parte demolito.
        Solo dopo gli scavi di Roberto Paribeni del 1919-1920, che non diedero i
        risultati sperati, si recuperò l’edificio e soprattutto gli ambienti del piano
        terra, dove nel 1925 vi fu inaugurato il ‘Museo nuovo di scultura antica’,
        contiguo al Museo del Palazzo dei Conservatori. Tale istituzione continuò
        a esistere, cambiando nome in ‘Museo Nuovo’ dopo la fine della Seconda
        guerra mondiale, fino al 1965, quando per problemi legati a interventi di
        manutenzione ordinaria e straordinaria venne chiuso al pubblico. Solo nel
        1999-2000, nell’ambito delle attività connesse alla grande ristrutturazione
        dei Musei Capitolini, iniziarono i lavori di recupero dell’edificio, che
        portarono alla scoperta di ampi tratti delle fondazioni arcaiche del Tempio
        di Giove, molti dei quali sconosciuti fino a quel momento. Ulteriori scavi
        sono stati eseguiti nella campagna archeologica del 2002, ma quando
        nel 2005 è stata inaugurata la nuova ala dei Musei Capitolini denominata
        Esedra del Marco Aurelio, questa parte dell’edificio insieme al giardino è
        rimasta chiusa.
        La mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” segna la
        riapertura al pubblico di questi ambienti del palazzo.
La Fondazione Torlonia nasce per volere del Principe Alessandro Torlonia, con lo scopo di
preservare e promuovere la Collezione Torlonia, un complesso di marmi antichi tra i più
significativi al mondo e Villa Albani Torlonia, tra le più alte espressioni di architettura neoclassica:
“patrimonio culturale della Famiglia per l’umanità da tramandare alle generazioni future”.

La Collezione Torlonia, così come mirabilmente descritta in testi e fototipie nel catalogo del 1881
di Pietro Ercole Visconti, è conosciuta come la più importante collezione privata d’arte antica al
mondo. La sua genesi si deve alla passione per il collezionismo di antichità di diverse generazioni
della Famiglia Torlonia, sfociata oggi nella Fondazione Torlonia.

•   il nucleo degli oltre seicento marmi è composto da sarcofagi, busti e statue Greco-Romane,
    riunito nel corso del XIX secolo, frutto di una serie di acquisizioni delle maggiori collezioni
    patrizie romane, oltre che di scavi nelle terre di proprietà della Famiglia.
•   i marmi Torlonia sono un insieme eccezionale di opere, collezione di collezioni, che, nelle
    diverse fasi della sua costituzione, scrive la storia stessa del collezionismo di antichità.
•   il ‘Museo Torlonia’ fu emblema di uno spaccato storico di Roma dove si formò la pratica
    socio-culturale della raccolta di antichità in spazi privati.

STORIA DELLA COLLEZIONE

•   Il primo nucleo risale agli inizi del 1800, quando, tramite asta pubblica, entra nel patrimonio
    Torlonia la collezione dello scultore Bartolomeo Cavaceppi (1717-1799), il più celebre
    restauratore di statuaria antica del Settecento. Si trattava di un enorme raccolta di marmi antichi,
    terrecotte, bronzetti, modelli e calchi, che si trasforma nel nobile decoro delle principali
    residenze della Famiglia, la Villa sulla Nomentana, il Palazzo Bolognetti poi Torlonia a piazza
    Venezia e più tardi (1820) Palazzo Giraud, sull’attuale via della Conciliazione. Con l’acquisto
    Cavaceppi la Famiglia Torlonia diviene però non solo proprietaria di un’imponente collezione
    di capolavori antichi (statue, busti, rilievi, vasi e sarcofagi), ma anche delle ultime
    testimonianze di alcune delle più antiche collezioni romane del Cinque e Seicento allora in
    via di dispersione (come Pio da Carpi, Caetani, Cesarini, etc.).

•   Risale al 1816 l’acquisto, circa 270 opere, delle ultime sculture della Galleria del marchese
    Vincenzo Giustiniani, la più prestigiosa collezione di sculture antiche del Seicento. Entrano
    così nei beni Torlonia l’Hestia Giustiniani, ma anche il c.d. Euditemo di Battriana, e
    soprattutto la straordinaria serie dei busti imperiali e dei ritratti.
•   Nella seconda metà del XIX secolo procedono in parallelo i rinvenimenti archeologici dalle
    numerose proprietà suburbane della Famiglia, spesso coincidenti con antiche residenze di età
    imperiale (scavi di Roma Vecchia sulla via Latina, della Villa di Massenzio, della Villa dei
    Quintili, di Porto, per ricordare i più celebri).
•   Nel 1866 il principe Alessandro Torlonia (1800-1886) acquista sulla via Salaria l’antica Villa
    Albani del cardinale Alessandro Albani, con le sue collezioni, giardini, quadrerie, affreschi e
    sculture greche e romane di altissimo pregio, come il famoso rilievo con Antinoo da Villa
    Adriana o la preziosa statuetta in bronzo dell'Apollo Sauroctono di Prassitele. Opere allestite
    secondo un preciso progetto d’arredo all’interno di un vasto complesso architettonico costruito
    secondo percorsi emozionali; “un sogno di classicismo” nato dal fecondo dialogo con il grande
    incisore e cartografo Giovanni Battista Nolli (1701-1756) per la sistemazione del giardino,
    Giovanni Battista Piranesi (1720-1778) ed ‘il padre’ della storia dell’arte moderna, Johann
    Joachim Winckelmann (1717-1768), bibliotecario e confidente del cardinale per l’allestimento
    della collezione.
•   Alla fine dell’Ottocento la collezione conta ormai un numero straordinario di marmi antichi;
    nasce così il progetto, promosso dal principe Alessandro, di fondare un Museo di scultura
    antica (c. 1875), riutilizzando un vecchio magazzino di granaglie su via della Lungara, nei cui
    ambienti le opere vengono ordinate e catalogate per essere offerte all’ammirazione di piccoli
    gruppi di visitatori.
•   Sono circa 517 le sculture all’atto della sua costituzione (c. 1875) che raggiungono le 620 opere
    pochi anni dopo, quando vengono riprodotte da C.L. Visconti in uno dei primi esempi di
    catalogo fotografico di una collezione di arte antica (I Monumenti del Museo Torlonia
    riprodotti con la fototipia, Roma, 1884-85), con l’osservazione che nel frattempo il loro
    numero era cresciuto ancora.
•   Durante la II Guerra mondiale (’40) su richiesta del Ministero (Regia Soprintendenza alle
    Antichità di Roma) venti pezzi vennero trasferiti a Villa Albani Torlonia considerata un luogo
    più sicuro. Successivamente quegli stessi pezzi vennero sistemati nel cortile di Palazzo Torlonia
    (ex-Giraud in Via della Conciliazione) dove si trovano tutt’ora. Tutte le opere sono state
    restaurate e la maggior parte di esse saranno incluse nella mostra.
•   Negl’anni del primo dopoguerra (’60) per ragioni di sicurezza dovute al periodo di agitazioni
    post-belliche la collezione fu raccolta, su richiesta del Ministero, in alcuni ambienti protetti al
    piano terra dello stesso palazzo di via della Lungara.
•   Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 due progetti museali furono proposti dal Principe Alessandro
    Torlonia (1925 – 2017) per ospitare in maniera permanente la collezione con la creazione del
    Museo Torlonia adiacente a Villa Albani Torlonia a Roma: il progetto Moretti (1963) ed il
    progetto Sciarrini (1997). Un terzo progetto museale fu proposto in accordo con il Mibac a
    Palazzo Torlonia (1991). I progetti non videro mai realizzazione per ragioni tecnico-
    amministrative.
•   La Fondazione Torlonia nasce nel 2014 per volere del Principe Alessandro Torlonia (1925
    – 2017), con lo scopo di preservare e promuovere la Collezione Torlonia, un complesso di
    marmi antichi tra i più significativi al mondo e Villa Albani Torlonia, tra le più alte espressioni
    di architettura neoclassica: “patrimonio culturale della Famiglia per l’umanità da tramandare
    alle generazioni future”.
•   Lo storico accordo firmato nel 2016 tra la Fondazione Torlonia ed il Ministero per i beni e le
    attività culturali e per il turismo è “un autentico esempio di collaborazione tra pubblico e
    privato nel segno della cultura”. L’esposizione delle 96 sculture è stato il primo e necessario
    passaggio del percorso di istituzionalizzazione della Collezione: la prima esposizione di una
    selezione rappresentativa di opere, la pubblicazione di un nuovo catalogo e la creazione di un
    nuovo Museo Torlonia aperto al pubblico.

LA FONDAZIONE TORLONIA

Le opere della Collezione Torlonia e Villa Albani Torlonia, sono state finora conservate con cura
sotto l’egida della Famiglia, avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia.
Una costante e scrupolosa opera di restauro che la Fondazione ha proseguito ottenendo
importanti risultati: oltre all’ambizioso programma di conservazione, sempre in essere, ha portato
a compimento il restauro, nel salone principale di Villa Albani, dell’affresco di Anton Raphael
Mengs, il ‘Parnaso’, manifesto pittorico del nascente stile neoclassico, e l’opera di restauro, durata
tre anni, delle oltre cento sculture della Kaffeehaus. Accanto a tali opere, particolarmente rilevanti
per la Collezione Torlonia, sono i restauri del bronzo ‘il Germanico’ e con il contributo della
maison Bvlgari, delle novantasei sculture destinate al tour mondiale. La Collezione Torlonia sarà
esposta in un tour mondiale a partire dalla mostra di Roma nel 2020 mentre sono stati promossi
studi e ricerche sulle Collezioni. La Fondazione valuterà, con la Famiglia, il Ministero ed eventuali
terze parti, la collocazione ideale per l’esposizione stabile della Collezione Torlonia in Italia con
l’individuazione di una sede espositiva permanente per la creazione di un Museo Torlonia, aperto
al pubblico. Mentre le 90 sculture selezionate saranno impegnate nel tour mondiale, verranno
portati avanti i restauri delle altre sculture della Collezione per nuovi progetti di mostre.

Nell’ambito di una visione che comprende l'antico passato e il futuro, dove la dimensione artistica è
una componente essenziale della nostra storia, la Fondazione Torlonia vede nell’interazione con
internet e le nuove tecnologie, una grande opportunità per diffondere la conoscenza dell’arte.
L’obiettivo è avvicinare le nuove generazioni alla dimensione artistica, attraverso la produzione di
contenuti digitali, la pubblicazione e diffusione, di studi e ricerche nell’ambito storico e artistico
delle collezioni.

Uffici Stampa                                                                      Lara Facco P&C
Fondazione Torlonia                                    E. press@larafacco.com T. +39 02 36565133
E. press@fondazionetorlonia.org                Lara Facco | +39 349 2529989 | lara@larafacco.com
                                        Barbara Garatti | +39 348 7097090 | barbara@larafacco.com
IL GRUPPO BVLGARI
Oggi parte del Gruppo LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy), Bvlgari è stata fondata nel 1884 a Roma
dall’argentiere greco Sotirio Bulgari. In pochi decenni, il Marchio si è progressivamente affermato come
simbolo dell’eccellenza italiana, caratterizzato da uno stile altamente distintivo, frutto di un’equilibrata
combinazione di classicismo e modernità. L’Azienda ha acquisito una definitiva visibilità internazionale
all’epoca della Dolce Vita, quando il negozio Bvlgari in Via Condotti è divenuto il luogo d’incontro
prediletto per un élite cosmopolita di artisti, attori e protagonisti del jet set. Il successo e lo spirito
pionieristico della famiglia Bulgari hanno portato l’Azienda ad evolversi fino a conseguire l’attuale
dimensione di protagonista globale e diversificato nel mercato del lusso, con oltre 300 negozi in tutto il
mondo e un portafoglio prodotti che spazia da gioielli e orologi ad accessori e profumi. Dal 2004 ad oggi,
la Maison ha inoltre inaugurato sei hotel cinque stelle lusso a Marchio Bvlgari nelle maggiori capitali e
destinazioni turistiche internazionali. Nel 2017 Bvlgari ha aperto a Valenza (AL) la più grande
manifattura di gioielli in Europa che si è affiancata ai siti produttivi già presenti a Roma (alta gioielleria),
Firenze (accessori), e Neuchâtel in Svizzera (profumi e orologi). L’Azienda promuove numerosi progetti
di mecenatismo culturale in Italia e nel mondo e dal 2009 è al fianco di Save the Children supportando
l’organizzazione per la difesa dell’infanzia nei suoi progetti legati all’educazione e alle situazioni di
emergenza.

                       IL LEGAME DI BVLGARI CON L’ARTE
Da molti anni Bvlgari collabora alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale italiano con
molteplici iniziative di mecenatismo. Nel 2006 l’Azienda ha aderito al progetto Restaura-azione lanciato
da Fondaco finanziando il restauro della cinquecentesca Scala d’Oro di Palazzo Ducale a Venezia.

Il legame di Bvlgari con l’arte è naturalmente inscindibile da Roma, la città nella quale è stata fondata la
Maison nel 1884: in quell'anno Sotirio Bulgari aprì il primo negozio in Via Sistina, sulla sommità della
scalinata di Trinità dei Monti, seguito nel 1894 da un altro in Via Condotti - strada situata proprio di
fronte alla Scalinata- al civico 28, seguito dallo negozio storico in Via Condotti 10 nel quale a partire agli
anni '20 si concentrarono tutte le attività. La scalinata di Trinità dei Monti per lungo tempo ha quindi
collegato i tre punti vendita Bvlgari, situati proprio in una delle zone più amate dai romani e dai turisti per
le passeggiate in centro.

Nel 2014, in occasione delle celebrazioni per il 130° anniversario dalla fondazione, Bvlgari ha deciso
quindi di adottare il monumento come tributo simbolico a una città che ha contribuito in modo
determinante al successo della Maison. Le operazioni di restauro, completate nel 2016, sono
state finanziate con un contributo di 1,5 milioni di euro e sono state finalizzate alla pulitura, al
consolidamento e alla protezione di tutte le superfici, nonché a garantire la sicurezza di chi percorre il
monumento con il recupero funzionale delle gradinate.

 La Città Eterna non è per Bvlgari solo un palcoscenico d’eccezione ma anche un’inesauribile fonte di
ispirazione. In un dialogo creativo costante che vive di citazioni e suggestioni, molti dettagli artistici e
architettonici di Roma risplendono nel design dei gioielli Bvlgari. Per celebrare questa preziosa affinità,
nel 2015 e 2016 la Maison ha finanziato il restauro dei mosaici pavimentali policromi della palestra
occidentale d’ingresso delle Terme di Caracalla, il cui motivo “a ventaglio” dalle linee pure e perfette ha
ispirato la collezione Divas’ Dream.
Nel 2016, inoltre, in occasione dell’allestimento della mostra SerpentiForm al Museo di Roma – Palazzo
Braschi la Maison ha investito nel rinnovamento dell’impianto illuminotecnico dello scalone
monumentale del Museo, con l’obiettivo di valorizzare i magnifici stucchi che decorano il soffitto di
questo gioiello architettonico nel cuore di Piazza Navona.

Sempre nel 2016, due dipinti di Paolo Veronese - San Girolamo nel deserto e Sant’Agata in prigione
visitata da San Pietro - provenienti dalla chiesa di San Pietro Martire a Murano, sono stati restaurati da
Venetian Heritage con il sostegno di Bvlgari.

Nel 2019, Bvlgari ha promosso un nuovo atto di mecenatismo culturale per la Città Eterna: grazie a una
nuova convenzione con il Comune di Roma, un milione di Euro è stato messo a disposizione per rendere
l’Area Sacra di Largo Argentina nuovamente accessibile ai turisti e ai cittadini.

Nell’ambito dell’arte contemporanea, il progetto più recente è la mostra SerpentiForm, che dopo aver
debuttato nel 2016 a Roma a Palazzo Braschi è stata allestita su scala ancora più ampia a
Singapore presso l'ArtScience Museum, a Tokyo presso il Tokyo City View e quest’anno a Chengdu
(Cina) presso il Chengdu Museum. La mostra illustra come il motivo del serpente abbia ispirato Bvlgari e
molti protagonisti dell'arte contemporanea in tutto il mondo come Keith Haring, Niki de Saint Phalle,
Motohiko Odani, Heri Dono, Wu Jian'an e molti altri.

Nel 2018, inoltre, in occasione di Art Basel Miami Beach Bvlgari ha collaborato con l’artista Raúl de
Nieves in partnership con l’organizzazione no-profit Art Production Fund per la realizzazione della
scultura When I Look in to Your Eyes I See the Sun, esposta al Faena Hotel di Miami Beach.

Dal 2017 Bvlgari collabora con il Museo MAXXI di Roma per il MAXXI BVLGARI Prize,
riconoscimento a cadenza biennale destinato a giovani artisti che abbiano realizzato la loro opera in Italia.
L’opera che si aggiudica il premio entra a far parte della collezione permanente del MAXXI.
Nell’edizione del 2018 il Premio è stato conferito all’artista Diego Marcon.

Bvlgari Italia
Rosaria Rapali
rosaria.rapali@bulgari.com
m. +39 3477237050
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